Australia tropicale

Quando si pensa all’Australia non si può fare a meno di ricordare dei simboli nazionali, come il monumentale monolito di Uluru nel remoto outback o l’Opera House di Sydney. Per il nostro viaggio di nozze, invece, non abbiamo scelto un itinerario classico, ma preferito godere della natura incontaminata dei grandi parchi del Northen Territory e...
Scritto da: Rossana Di Donato
australia tropicale
Partenza il: 07/06/2009
Ritorno il: 28/06/2009
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Ascolta i podcast
 

Itinerario

7 -8 giugno 2009

Indice dei contenuti

Finalmente si parte! Siamo un po’ stanchi, dopo i festeggiamenti del matrimonio, ma l’Australia è un continente lontano e non vale la pena sprecare ora preziose per riposarsi. Voliamo da Roma Fiumicino verso Francoforte con Lufthansa, e poi, da Francoforte verso Darwin con Quantas, facendo scalo a Singapore. Il viaggio è lungo ma piacevole: è splendido volare con un boeing 747 e con un computer di bordo personale con cui puoi giocare, ascoltare musica e guardare film.

9 giugno 2009

A causa del fuso orario arriviamo in terra australiana solo martedì all’alba, nonostante siamo partiti domenica pomeriggio! Appena atterrati all’aeroporto di Darwin ci tocca la cosiddetta quarantena. L’Australia possiede una flora e una fauna uniche nel loro genere e gli australiani sono bene attenti a preservarle; è obbligatorio, infatti, dichiarare anche eventuali medicine presenti nel bagaglio, ma fortunatamente abbiamo fatto un elenco in inglese dei nostri farmaci (indicando principio attivo e posologia), che gli inservienti giudicano “perfect”. Aspettiamo qualche ora in aeroporto che sorga il sole, poi prendiamo un taxi che ci porta al Mirambeena Resort e qui riceviamo la triste notizia di dover aspettare le due del pomeriggio per avere la camera. Nonostante la stanchezza, decidiamo di fare un giro in città. Percorriamo l’Esplanade, il lungomare della città, e poi ci rechiamo nella zona centrale. La città è piccola, molti edifici storici sono stati distrutti durante la seconda guerra mondiale, come ben sa chi ha visto il film Australia, ma si respira un clima davvero “tropicale”: gente in pantaloncini e camicia, palme, locali con musica dal vivo e qualche aborigeno in abito occidentale ma ben lontano dall’integrarsi nella società australiana.

10 giugno 2009

Oggi si parte per il più grande parco nazionale australiano, il Kakadu, un mosaico di ecosistemi dal bush (la savana alberata) alla foresta pluviale fino alle pianure alluvionali e che si estende per ben due milioni di ettari. Abbiamo prenotato questa escursione dall’Italia con un tour operator locale (Aussie Adventure), con cui ci troviamo molto bene. Per arrivare nel parco impieghiamo circa tre ore, percorrendo chilometri di strada dominati da eucalipti e palme e incontrando di tanto in tanto dei piccoli “wallabies”, la loro presenza, come quella di altri animali australiani, è preannunciata da segnali stradali con fondo giallo, souvenir peraltro molto amati dai turisti. Lungo il percorso osserviamo diversi piccoli incendi: ci spiegano che sono provocati dagli stessi rangers, che hanno ripreso queste pratiche già adottate dagli aborigeni per ripulire la boscaglia. La nostra prima tappa è Ubirr Rock, un sito unico al mondo per la presenza di numerosi dipinti aborigeni. Nel pomeriggio, invece, ci portano in barca nelle Yellow Waters Wetland per avvistare l’avifauna e qui vediamo i primi coccodrilli.

11 giugno 2009

Il giorno successivo ci rechiamo con lo stesso tour operator nel Litchfield Park, per osservare le enormi costruzioni di termiti che raggiungono anche gli 8-9 m di altezza e fare il bagno nell’acqua cristallina delle sue cascate. L’acqua non è freddissima, c’è solo qualche cartello che avvisa i turisti della possibile presenza degli aggressivi coccodrilli di acqua salmastra.

12 giugno 2009

Ci attende l’ultima escursione da Darwin, questa volta pomeridiana. Ci portano a una sessantina di km dalla città sull’Adelaide River per fare “cocrodile jumping”. Fortunatamente non siamo noi che saltiamo nel fiume infestato dai coccodrilli, ma sono loro che emergono dall’acqua nel tentativo di afferrare le esche che vengono offerte dalla barca. E’ davvero impressionante la forza di questi rettili, all’apparenza così tranquilli mentre prendono il sole, quando procacciano le proprie prede; ma ancora più entusiasmante è osservare le decine di aquile che sorvolano le nostre teste, fino a quasi toccarci, mentre viene lanciato loro del cibo.

13 giugno 2009

All’alba lasciamo il nostro hotel per decollare verso Cairns, dove abbiamo prenotato un’auto a noleggio. Ci danno una Yaris, molto carina e con cambio automatico; il navigatore, invece, l’abbiamo portato noi dall’Italia. Mode si ambienta quasi subito: d’altra parte non è la prima volta che guida a sinistra. Cairns ci appare subito un vero paradiso, completamente circondata dalla foresta pluviale e con una piscina pubblica favolosa: qui gli abitanti del luogo fanno il bagno e gustano succulente grigliate preparate con i barbecue messi a disposizione dall’amministrazione locale. La sera si fa shopping, anche perché i prezzi sono particolarmente convenienti.

14 giugno 2009

Oggi si va a Cape Tribulation, patrimonio mondiale dell’UNESCO, dove la foresta pluviale incontra le acque limpide della scogliera corallina. Si tratta della più antica foresta pluviale al mondo e, infatti, sembra di essere nel film Jurassic Park. Al mattino ci portano in una specie di zoo safari, dove facciamo colazione con canguri ed uccelli. M’invitano a dar da mangiare ad un piccolo canguro: questo si avvicina e, per nulla intimorito, si aggrappa con le unghie al palmo della mia mano. Quanto è carino! Ci sono anche dei koala, ma dormono, come peraltro usano fare per gran parte del giorno. Nel pomeriggio andiamo sulla spiaggia di Cape Tribulation, costellata da palme da cocco e mangrovie e poi percorriamo in battello il Daintree River, dove la guida locale ci fa osservare numerosi serpenti verdi perfettamente mimetizzati tra le foglie.

15 giugno 2009

Dopo tante escursioni a terra è arrivato il momento di vedere la grande barriera corallina. L’equipaggio è simpaticissimo, ma il tempo purtroppo non ci regala un solo raggio di sole. Andiamo a Upolu, un isolotto di sabbia a 40 km dalla costa circondato da coralli. Appena scendiamo in acqua vediamo una tartaruga, poi facciamo snorkeling ammirando madrepore e pesci. Alcuni organismi raggiungono dimensioni spropositate, ma a noi sembra più bella la barriera corallina del Mar Rosso, molto più colorata e soprattutto più accessibile, essendo prospiciente la costa.

16-17 giugno 2009

E’ ora di lasciare Cairns per dirigerci a Townsville. La città non merita necessariamente una visita ma è comunque una valida sosta ed un punto di partenza per visitare Magnetic Island, dove vive la più vasta popolazione di koala in Australia. Decidiamo di partire con il traghetto senza auto e di muoverci in autonomia con il bus locale. Ci fermiamo in una baia molto carina, dove facciamo snorkeling. L’acqua è fredda, ma fortunatamente abbiamo con noi le nostre mute, che in estate sono obbligatorie a causa del rischio meduse. In questo periodo comunque non ci dovrebbero essere. Al ritorno dall’isola ci fermiamo ad osservare il tramonto dalla collina di Townsville e rimaniamo colpiti dalle tante persone che fanno jogging con il proprio cane o addirittura con la carrozzina!

18-19 giugno 2009

Ripartiamo il mattino presto per Airlie Beach, dove ci attende il traghetto per Daydream, nell’arcipelago delle Whitsunday Islands. All’arrivo nel resort veniamo accolti da una hostess che ci regala delle collane di conchiglie e ci illustra tutte le attività del villaggio. Il Daydream Resort è una struttura meravigliosa, abbastanza costosa ma che vale tutto ciò che spendi. Occupa per intero un’isola di appena 1,5 x 1 km, è fornito di diverse piscine e ristoranti, di un cinema all’aperto, di svariate attrezzature sportive, di un percorso naturalistico, ma ciò che lo rende ancora più bello è la presenza di pappagalli e canguri che circolano liberamente sulle spiagge. Il giorno dopo, infatti, prendiamo il sole con questi simpatici marsupiali e la sera ci dilettiamo con un film sotto la luminosissima coltre del cielo australe.

20 giugno 2009

Oggi si va di nuovo sulla barriera corallina sperando che il clima sia più clemente. Il viaggio non delude le aspettative. Il cielo è sereno e durante la navigazione vediamo una balena che ci diletta con le sue evoluzioni. Dopo più di due ore di navigazione arriviamo finalmente a Knuckle Reef. Ci portano su una piattaforma galleggiante da cui è possibile fare diverse attività: prendere un’imbarcazione con il fondo trasparente, restare sdraiati al sole, fare snorkeling e perfino scendere in acqua con uno scivolo. Noi optiamo anche per un’immersione. Il fondale è veramente bello e la guida mi fa una foto con una splendida stella marina.

21 giugno 2009

Dicono che il miglior modo per visitare le Whitsunday Islands sia andare in barca a vela e quindi decidiamo di fare un giro con Kamira, un meraviglioso catamarano a vela in grado di raggiungere i trenta nodi di velocità. Ci portano a Whitehaven Beach, una delle dieci spiagge più belle del mondo, con la sua sabbia di silice che scricchiola sotto i piedi. Pranziamo sul catamarano, mente si veleggia e si beve a sbafo.

22-23 giugno 2009

Ritorniamo sulla terra emersa e ci dirigiamo verso Rockhampton. Il viaggio in auto oggi è molto lungo: circa sei ore da percorrere su strade quasi deserte e costellate da canguri investiti. I distributori d’auto sono poco frequenti, le città distano anche 100 km l’una dall’altra, s’incontrano camion enormi e qualche interruzione per lavori stradali con uomini in divisa dal largo cappello. Arriviamo a Rockhampton, centro abitato che vanta edifici del XVIII secolo e facciamo sosta in un motel. Il giorno dopo ripartiamo per Hervey Bay, ma non prima di aver dato un’occhiata al famoso Tropico del Capricorno, la linea immaginaria che separa la zona tropicale da quella temperata. A Hervey Bay pernottiamo in un alloggio per backpackers, molto carino ma che Mode non ritiene proprio adatto per un viaggio di nozze. Comunque ci serve solo per dormire perché il giorno dopo ci attende Fraser Island, l’isola di sabbia più grande del mondo.

24 giugno 2009

Sbarchiamo con un bus dotato di quattro ruote motrici, indispensabili per percorrere i sentieri accidentati dell’isola. Visitiamo la foresta pluviale e restiamo impressionati dall’imponenza della vegetazione ma anche dai ruscelli di acqua dolce che scorrono su letti di sabbia bianca. Percorriamo, incredibile a dirsi, circa 50 km di spiaggia in bus: il paesaggio è mozzafiato, vediamo una balena quasi a riva ed arriviamo ad un relitto spiaggiato. Per chi vuole c’è anche la possibilità di sorvolare l’isola con un piccolo aeroplano. Nel pomeriggio ci portano sul Lago Mackenzie, ma l’acqua per noi è troppo fredda: Mode si riposa e io faccio un giro stando attenta a non incontrare i dingo, che a quanto pare attaccano spesso i turisti, soprattutto quelli che passeggiano da soli… Al ritorno rischiamo di non partire a causa di una bassa marea eccezionale: il comandante della barca è costretto a far spostare continuamente passeggeri e auto durante le manovre!

25 giugno 2009

E’ tempo di tornare alla civiltà. Arriviamo a Brisbane, una città ultramoderna con tanti grattacieli e ponti sospesi. A nostra insaputa pernottiamo in un quartiere italiano ed incontriamo diversi compaesani. Facciamo un giro in centro e, ovviamente, shopping.

26 giugno 2009

E’ l’ultimo giorno ma abbiamo un ultimo appuntamento: le balene! Ci spostiamo più a sud, a Surfers Paradise, una zona ricca di residenze di lusso e grattacieli troppo vicini alla costa per i miei gusti. Ma la probabilità di vedere le balene, che stanno migrando verso nord, è molto alta. Ed, infatti, non restiamo delusi ne vediamo un paio vicinissime alla nostra imbarcazione. Almeno questo ci consola del fatto di aver preso una multa per aver parcheggiato in direzione contraria al senso di marcia.

27-28 giugno 2009

Eccoci arrivati alla fine. Andiamo all’aeroporto e con nostro stupore veniamo a conoscenza di dover spendere ben 300 euro per eccesso di peso del bagaglio che in Italia non ci avevano fatto pagare. L’impiegata della Quantas ci spiega che per risparmiare ci conviene rifare il check-in dei bagagli a Francoforte: la Quantas, infatti, consente l’imbarco di 23 kg a testa mentre Lufthansa solo 20 kg e che l’eccesso di bagaglio per gli spostamenti all’interno dell’Europa si paga di meno. Decidiamo di seguire il suo consiglio, anche se a Francoforte abbiamo solo un’ora e venti minuti per sbarcare, fare il controllo dei passaporti, riprendere le valigie, cambiare terminal, smistare un po’ di peso nel bagaglio a mano e rifare il check-in. Ma incredibilmente ci riusciamo, nonostante al controllo di sicurezza ci impongono di imbarcare in stiva anche il bagaglio a mano poiché contiene boomerang, considerati in Germania attrezzi pericolosi! In Italia, invece, impieghiamo circa sei ore per percorrere gli appena 200 km che separano Roma da Napoli…

Consigli

Volo

Conviene organizzare il viaggio con qualche mese di anticipo, soprattutto per risparmiare sul costo del volo. Noi abbiamo pagato 1300 euro a testa (comprensive della tratta da Darwin a Cairns), un prezzo modico considerando la distanza e il fatto di volare con la compagnia di bandiera australiana; il volo non è stato diretto dall’Italia, ma partire da Francoforte ci ha consentito anche di risparmiare sul bollo da apporre sul passaporto (tassa strettamente italiana). E’ opportuno non eccedere nel peso dei bagagli, perché in Italia magari non ti dicono nulla, ma al ritorno dall’Australia ti fanno pagare fino all’ultimo grammo in più e i prezzi sono assurdi. Se si fanno diversi scali conviene mettere nel bagaglio a mano il minimo indispensabile per godersi comunque la vacanza (un paio di cambi, il costume e la macchina fotografica). Per quanto riguarda i controlli di sicurezza conviene consultare l’elenco degli oggetti che non posso entrare nel paese a causa della quarantena ); le medicine si possono portare ma conviene fare un elenco con nome del farmaco, principio attivo e posologia (il nostro non era firmato dal medico ma è stato considerato perfetto). Attenzione ai boomerang: se si fa scalo in altri paesi conviene metterli nel bagaglio che va in stiva, perché in Germania sono considerati oggetti pericolosi.

Pernottamenti e visite

Noi abbiamo prenotato tutti i pernottamenti online dall’Italia prima di partire, in quanto volevamo sfruttare tutto il tempo a nostra disposizione. In bassa stagione (la nostra estate ma il loro inverno) si trovano offerte molto interessanti su Internet, ma conviene consultare diversi siti, anche per uno stesso albergo, in quanto il prezzo e la disponibilità cambiano a seconda del circuito in cui è inserito. In generale il rapporto qualità prezzo è migliore che in Italia. Per quanto riguarda le visite guidate si possono prenotare benissimo anche sul posto, quasi tutti le strutture, infatti, offrono un servizio di prenotazione (noi comunque sempre per una questione di tempistica ne abbiamo prenotate alcune dall’Italia). Ovviamente conviene prenotare tour in lingua inglese: se non parli benissimo la loro lingua come noi capisci poco, ma risparmi e soprattutto viaggi con persone straniere (di italiani ne abbiamo incontrati relativamente pochi), vivendo realmente usi e costumi del luogo. Alcune zone si possono visitare benissimo senza guida, nonostante i numerosi segnali di pericolo che costellano le strade australiane: a tal proposito non bisogna farsi impressionare, ma seguire solo le indicazioni. L’auto è sicuramente un mezzo comodo per girare in autonomia, le strade sono in buone condizioni (almeno quelle del Queensland) e il noleggio costa meno che in Italia; bisogna solo ricordarsi di farsi la patente internazionale, guidare a sinistra ed evitare di girare la notte perché i canguri amano farsi investire. L’inverno è il periodo migliore per visitare questa parte dell’Australia in quanto il clima è secco e non c’è il pericolo meduse. La temperatura è ottimale, a volte quella del mare è un po’ freddina ma basta comprarsi un mutino. L’unico inconveniente è il numero di ore di luce: occorre svegliarsi presto perché alle sei del pomeriggio è già buio.

Cibo e acquisti

In Australia si mangia benissimo e a prezzi modici, quindi consiglio di evitare pernottamenti con vitto incluso. Per quanto riguarda i souvenir c’è un’ampia scelta, ovviamente per risparmiare conviene comprare nei grandi centri, come le città. E’ opportuno sempre pagare con carte di credito o prelevare soldi al bancomat, in quanto i tassi di conversione sono sempre sfavorevoli. Anzi, se si prenota in anticipo conviene approfittare del momento in cui il dollaro australiano è debole sull’euro.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche