Australia, Nuova Zelanda, Fiji, Cook

La scorsa primavera sono riuscito a fare il viaggio che aspettavo da anni: sono partito per l’Australia che ho girato in lungo e in largo per due mesi e mezzo in pullmann ed un tratto in treno. E già che mi trovavo da quella parte del mondo sono andato anche in Nuova Zelanda e, tornando a casa, mi sono fermato alle Fiji e alle Cook. Tutto...
Scritto da: alessio_syd
australia, nuova zelanda, fiji, cook
Partenza il: 08/03/2001
Ritorno il: 20/06/2001
Viaggiatori: da solo
La scorsa primavera sono riuscito a fare il viaggio che aspettavo da anni: sono partito per l’Australia che ho girato in lungo e in largo per due mesi e mezzo in pullmann ed un tratto in treno. E già che mi trovavo da quella parte del mondo sono andato anche in Nuova Zelanda e, tornando a casa, mi sono fermato alle Fiji e alle Cook. Tutto è durato tre mesi e mezzo.

Sono partito con il solo biglietto aereo a date aperte ed in mente il percorso da effettuare: prima di partire avevo raccolto informazioni navigando su internet e leggendo la Lonely Planet ma senza prenotare nulla.

Ho comprato il biglietto “round the world” della Air New Zealand che costa 2.600.000 più tasse, vale quattro mesi e consente di volare anche con Singapore Airlines e Ansett. Ne esiste anche un altro che vale un anno, costa circa tre milioni e mezzo e si può volare con tutte le compagnie del network Star Alliance.

Sono partito da Roma, dove vivo, per Adelaide, nel South Australia: ho fatto scalo a Singapore (15 ore) ed ho approfittato del free tour offerto dalla Singapore Airlines ai passeggeri in transito per fare un giro in città.

Da Adelaide, dove sono rimasto alcuni giorni, sono andato in treno a Perth, nel Western Australia, attraversando così l’affascinante Nullarbor Plain, la propaggine meridionale del Great Victoria Desert. Perth è una città molto bella, una vera sorpresa: ha un interessante zoo ed una bella skyline, nelle vicinanze la cittadina di Fremantle, l’isola di Rottnest e un po’ più lontano, circa 300 Km., raggiungibili con escursioni di un giorno, i curiosi Pinnacles, pinnacoli di granito giallo ocra in mezzo ad un deserto giallo circondato dal verde del bush, a nord, e la maestosa Wave Rock, un’onda di granito eroso dal vento lunga più di cento metri ed alta quindici, a est. Da Perth ho iniziato a viaggiare in pullmann in direzione nord, fino a Broome e poi verso est a Katherine, nel Northern Territory. Di qui all’estremo nord del paese, a Darwin, per visitare i parchi nazionali Kakadu e Litchfield: era fine marzo e purtroppo la stagione umida rendeva ancora impraticabile una buona parte del Kakadu meridionale ma il parco è davvero bello.

Il viaggio è proseguito verso sud fino a Alice Springs, con tappa a Tennant Creek per vedere i Devil’s Marbles: Alice è stata la base di partenza di un tour di cinque giorni nel Red Centre, che comprendeva Uluru (Ayers Rock), Kata Tjuta (Mt. Olgas), Watarrka (Kings Canyon), i McDonnell Ranger e Palm Valley. Ho effettuato anche un’escursione in fuoristrada nel Simpson Desert, a sudest di Alice.

Sono tornato per Pasqua ad Adelaide e così ho visitato anche Kangaroo Island, a sud della città, prima di proseguire il viaggio alla volta di Melbourne, nello stato di Victoria.

Melbourne è più grande e caotica di Perth, ma è interessante: il luogo più spettacolare da cui vederla è il 55° piano della Rialto Tower, l’edificio più alto dell’emisfero australe. Da lì su lo sguardo spazia su tutta la città, fino a St. Kilda, il quartiere di Melbourne sul mare, sui bellissimi giardini botanici e, per gli sportivi, sul circuito dell’Albert Park, dove a marzo si svolge il Gran Premio di F1 e sullo stadio del tennis, sede degli Australian Open a gennaio. Un vero spettacolo della natura si trova ad un paio d’ore d’auto a sudovest di Melbourne, lungo la Great Ocean Road: si tratta dei Dodici Apostoli, una serie di faraglioni a pochi metri dalla costa, un colpo d’occhio fantastico, con il bel tempo o con la tempesta.

Tappa successiva: Sydney. Bellissima. Spettacolare. Straordinaria visuale della baia con l’Harbour Bridge e l’Opera House da ogni punto ed uno zoo che si trova sulle pendici di una collina a picco sulla baia e da cui si gode il panorama curioso degli animali con lo sfondo dei grattacieli.

Proseguendo verso nord, ho effettuato tappe a Byron Bay, il punto più orientale del paese, a Brisbane, che non mi ha fatto impazzire, a Fraser Island, una lunga isola di sabbia che è anche patrimonio naturale, fino a Cairns, per vedere la foresta pluviale e la barriera corallina.

Da Cairns è iniziato il lento viaggio di ritorno verso l’Italia che è durato un mese. I primi dieci giorni li ho passati in Nuova Zelanda, tra Auckland, le isole del Golfo di Hauraki e Rotorua, città di geyser e vulcani: è stato un breve giro ma l’ho considerato un sopralluogo per il mio prossimo viaggio. Il biglietto aereo mi consentiva tre soste nel Pacifico: io ho scelto le Fiji e le Cook. Dico subito che non sono affatto isole per soli ricchi o solo per viaggi di nozze. Sono piene di giovani che le scelgono come tappa nei lori giri del mondo, sono bellissime e con tantissimi resort, nei posti più belli, alla portata di tutte le tasche, comprese quelle dei giovani col sacco a pelo. Ci credete se vi dico che ho speso 50.000 lire per un bungalow sulla spiaggia, a mezza pensione, in un’isola delle Yasawa, alle Fiji? Oppure che pagavo 20.000 lire per dormire in una beach house in riva al mare nella laguna di Rarotonga, alle Cook? Secondo me le Cook sono molto più belle delle Fiji e la gente è molto più ospitale e simpatica.

Inizialmente era prevista una terza sosta a Tahiti che ho eliminato nel corso del viaggio perché la Polinesia Francese, in quanto tale, è spudoratamente costosa. Dalle Cook sono ripartito direttamente per Roma, effettuando scali tecnici a Los Angeles e Londra ma senza fermarmi perché già le conoscevo.



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