Australia:la scoperta di un nuovo mondo

Sognavo l Australia sin da piccina, quando negli anni 80 il cartone animato Georgie mi faceva sognare con quei tramonti lontani e quelle pianure sconfinate dove canguri e koala vivevano pacifici in mezzo a scenari mozzafiato. Certo allora non potevo immaginare che quelle pianure e quei paesaggi esistessero realmente.... E invece... 7 gennaio...
Scritto da: sonia1979
australia:la scoperta di un nuovo mondo
Partenza il: 06/01/2009
Ritorno il: 31/01/2009
Viaggiatori: in coppia
Sognavo l Australia sin da piccina, quando negli anni 80 il cartone animato Georgie mi faceva sognare con quei tramonti lontani e quelle pianure sconfinate dove canguri e koala vivevano pacifici in mezzo a scenari mozzafiato. Certo allora non potevo immaginare che quelle pianure e quei paesaggi esistessero realmente… E invece… 7 gennaio 2009: il sogno diventa realtà… Dopo molti imprevisti tra i quali volo Milano-Roma cancellato per neve (a giusta causa direi)..Io e Jacopo, sposati da due giorni, decolliamo con un volo Cathay Pacific alla volta di Hong Kong…Le 12 ore di volo trascorrono bene, tra la lettura di un libro e un sonnellino di tanto in tanto… Atterriamo a Hong Kong alle 6 del mattino… l’aeroporto è molto bello anche se, considerato che a Hong Kong l’Inglese non è molto di casa, perdiamo un’ora per capire come arrivare al nostro Hotel. Se dovesse capitarvi di fare scalo di un paio di giorni ad Hong Kong vi consiglio di scegliere un hotel nel centro di Kowloon o Hong Kong Island… e per i grandi spostamenti di optare per un taxi; sono abbastanza economici e vi evitano cambi continui. Noi abbiamo prenotato un hotel tramite Expedia, molto carino Hotel Goald Coast, a nord di Kowloon…Abbiamo speso per due notti solo pernottamento camera vista mare 140 euro..L’hotel è molto bello solo che per arrivare in centro ci vogliono circa 40 minuti tramite una navetta gratuita che parte dall’ Hotel (con una frequenza oraria). Per visitare la città due giorni sono pochi, ne servirebbero almeno quattro, però con una buona tabella di marcia ce la si può fare. Abbiamo trascorso due giorni molto belli tra cui, quello che mi rimarrà sempre nel cuore, sono i panda ospitati all’ interno dell’Ocean Park; sono animali simpaticissimi!! Si trova a sud di Hong Kong Island, il costo se non erro è di circa 20 euro per tutta la giornata (se però non vi interessano i panda direi di concentrare il vostro tempo altrove). Soprattutto non perdetevi la Symphony of Lights (il quale per altro è annoverato tra i guinness dei primati come spettacolo permanente di suoni e luci più grande al mondo); ogni sera per venti minuti la città viene invasa di suoni, musiche e colori che vengono proiettate dai grattacieli più importanti della città, una cosa da fare venire i brividi! Altra escursione obbligatoria è la visita al Buddha di Po Lin a Lantau Island: è la più grande d tutta l’Asia tra quelle all’aperto che ritraggono il Buddha in posizione seduta…È alta ben 34 metri! A pochi passi visitate anche il monastero..Troverete un ristorantino dove con solo un euro potrete gustare degli ottimi spaghetti di soia e verdure più una bibita!!Ad ogni modo lo scopo di questo racconto di viaggio è parlarvi dell’ Australia… ci sarà modo di raccontarvi in modo dettagliato anche di Hong Kong.

10 Gennaio 2009, lasciamo l’hotel di Hong Kong molto presto in quanto avevamo il volo per Melbourne alle 10 del mattino. Non vi dico che emozione quando l aereo Boeing 747 della Quantas si materializza davanti a noi…Quell’ aereo ci avrebbe portato in 12 ore nel paese dei canguri!! D’ora in avanti sarò il più dettagliata possibile…Spero di riuscire a spiegarvi tutte le emozioni che si provano visitando questo enorme stato. Il volo con Quantas merita senza dubbio i soldi spesi: il cibo è ottimo, l’intrattenimento davvero spettacolare…Ci sono film appena usciti al cinema, molti dei quali in italiano, e i sedili anche in economy sono più che buoni. Vi conviene prenotare il volo con Quantas anche perché facendo il viaggio intercontinentale con loro, pagherete molto meno le tratte interne. Arriviamo a Melbourne (stato di Victoria), il 10 Gennaio alle 22.00… appena le ruote dell’aereo hanno toccato terra mi sono sentita pervasa da un’euforia indescrivibile…Eravamo in AUSTRALIA!! Nonostante il fuso orario di 10 ore in più rispetto all’Italia, non riuscivo ad avvertire alcun senso di stanchezza! In aeroporto, per dividere le spese del taxi ci siamo diretti all’ ufficio informazioni dove solitamente si trova sempre qualcuno che deve andare in centro città… per nostra fortuna abbiamo incontrato una neo zelandese che doveva andare in un hotel vicino al nostro. Da subito ho capito che l’accento australiano è completamente diverso da quello britannico…Per fortuna Jacopo parla bene Inglese, altrimenti eravamo messi male! Siamo arrivati al nostro Hotel, il Radisson Flagstaff Gardens quasi a mezzanotte! L’hotel, in pieno centro di Melbourne è davvero molto bello, pulito ed accogliente…È un quattro stelle, e a noi è stata data, grazie al fatto che eravamo in luna di miele, la camera superior con vista sulla città…Uno spettacolo!! Abbiamo brindato con la bottiglia di spumante omaggio per gli sposi, doccia (con prima ispezione anti ragno), e tutti a dormire! La mattina ci siamo svegliati per le 8.30; il nostro primo giorno in Australia cadeva di domenica e infatti non abbiamo potuto fare l’abbonamento per i mezzi pubblici valevole due giorni in quanto la domenica non era compresa. Ad ogni modo recatevi presso un qualsiasi 7 Eleven (piccoli markets che si trovano praticamente ovunque)…Vi forniranno tutte le soluzioni di biglietti più adatte alle vostre esigenze. Gli spostamenti a Melbourne sono molto economici…In più c è un tram completamente gratuito che fa il giro del centro città (City Circle Tram).

Abbiamo iniziato a girovagare un po’ spaesati… da subito ci si rende conto della bassissima densità abitativa: 21 milioni di abitanti per uno stato grande quanto la nostra Europa! Melbourne è una città meravigliosa, la seconda città australiana per grandezza (circa 3 milioni di abitanti), ed anche quella con l’architettura vittoriana più bella… tra le città visitate è quella che mi ha colpito di più (pur dovendo abbandonare l idea di cibo con la C maiuscola)…Inoltre è quella dove i souvenir costano meno, e non di poco…Quindi il consiglio che vi dò è di limitare i vostri acquisti e la vostra capienza bagaglio a Sydney o Adelaide (se ci passate) e soffermarvi nei tantissimi souvenir shop di Melbourne… fate un salto soprattutto al Queen Victoria Market (chiuso il lunedì e mercoledì, fermata Flagstaff); troverete tutto quello che volete e a prezzi bassissimi… l’unica cosa attenzione al made…Molti oggetti non sono esattamente stati realizzati da australiani… dettaglio a cui far caso se non si vuole regalare un autentico bumerang australiano made in China!! Tornando a noi… la mattina del 10, l’abbiamo trascorsa a St Kilda, la località balneare di Melbourne. Una volta arrivati qui (sarà che era domenica) ci si rende conto della passione degli australiani verso lo sport! Una miriade di gente che correva sul lungo mare, che giocava a rugby, che andava con i roller, che nuotava (attenzione che l’acqua è freddina e che gli incontri con gli squali e le pericolosissime meduse, soprattutto in questo periodo dell’ anno, non sono una leggenda…Infatti per proteggersi quanto meno dalle meduse si usano delle mute intere). Ci siamo seduti a un tavolino in riva al mare a fare colazione (ah…Non ci crederete cari compatrioti, ma in Australia il cappuccino è qualcosa di assolutamente squisito, ovunque vai…Provare per credere). Abbiamo fatto un giro al celebre mercato domenicale sul lungo mare di St Kilda dove gli artisti vengono a esporre la loro merce; noi abbiamo acquistato tre boomerang al costo di 20 dollari… davvero carini, e soprattutto hand made in Australia! Siamo andati poi in un supermercato a comprare qualcosa da mangiare e soprattutto per compare la crema solare protezione 30…Attenzione: il sole in Australia è fortissimo, anche quando è nuvoloso…Non cadete nell’errore che fanno in molti: niente sole niente crema..Vi trovereste in poco tempo con un bell’eritema solare! Dopo St Kilda abbiamo deciso di fare un salto al Melbourne Museum…Se avete tempo andateci, è davvero interessantissimo…Ci sono parti del museo interamente dedicate alla scoperta e colonizzazione dell’Australia e moltissime rappresentazioni di oggetti e case tipiche di quei tempi…Inoltre troverete moltissimi animali (ovviamente finti) nativi di quelle zone… In più in una parte all’aperto hanno ricostruito una porzione di foresta australiana! Finita la visita, ci siamo diretti verso l’antica prigione di Melbourne ora adibita a museo…(Old Melbourne Gaol); con 10 dollari ti fanno fare il giro delle celle…Jacopo è entrato mentre io me ne sono stata tranquillamente fuori al sole a dare da mangiare ai tanti passerottini del parchetto.

Il pomeriggio l’abbiamo trascorso passeggiando per il centro…Ci siamo recati al Federation Square, vicino la stazione ferroviaria di Flinders Street Station e la Cattedrale di St Paul (entrambe da visitare assolutamente) dove (essendo domenica ed essendo il mese del Melbourne Festival), abbiamo assistito ad un musical all’ aria aperta…Davvero sorprendenti questi australiani! Inoltre un po’ in tutto il centro c’erano esposizioni di qualsiasi genere: dai castelli di sabbia colorati a coni gelati formato uomo, a persone vestite da bambini giganti con tanto di ciuccio e pannolone…La cosa simpatica è che ti rincorrono per tutta la piazza!! Il nostro primo giorno australiano si era quasi concluso…E il fuso orario aveva iniziato a battere cassa… abbiamo mangiato qualcosa in un fast food e siamo andati al nostro hotel per concederci un idromassaggio sulla terrazza dell’ hotel con vista sulla ruota panoramica di Melbourne…Un sogno! Ci siamo addormentati contenti della nostra prima giornata australiana. Il secondo giorno ci aspettava l’escursione a Phillip Island, l’isoletta famosa per la “parata dei pinguini”. Il consiglio che vi do è di prenotare l’escursione (non solo questa ma tutte le escursioni), direttamente in loco…Costano circa la metà rispetto a quelle prenotate dall’Italia; tutti gli hotel dispongono di una bacheca nella quale ci sono pubblicità di molte agenzie che propongono diversi pacchetti di escursioni, e le guide vi vengono sempre a pendere al vostro hotel. La nostra guida, davvero simpatica e tipicamente australiana con la pelle bruciata dal sole e i capelli brizzolati, non ha smesso di parlare un solo secondo! Siamo partiti verso le 12 dal nostro hotel, il tragitto da Melbourne a Phillip Island è stato di circa un’ora e mezza. Il bus si è da prima fermato al Koala Conservation Park, un parco che come dice il nome ospita i teneri koala (oltre ad altre specie). Quando li ho visti sonnecchiare sull’albero mi sono commossa.. Uno è addirittura sceso dall’albero e si è seduto sulla balaustra accanto a noi a mangiare qualche foglia di eucalipto!!! Dopo circa un’oretta passata tra koala e wallaby, il bus è ripartito passando davanti al circuito di moto famoso per il moto GP.. Magari per gli appassionati del genere potrebbe essere una cosa carina, a me sinceramente non è che importasse molto; l’unica pecca è non aver fatto in tempo a comprare una maglietta originale del circuito per mio fratello! Il bus poi ci ha lasciato circa un’oretta e mezza per fare un giretto a piedi del centro dell’isola (dove molti cittadini di Melbourne hanno la seconda casa), per pranzare e visitare la spiaggetta (davvero carina). Ci sono molti ristoranti italiani dove potersi fermare a pranzare…Uno abbastanza consigliato è Capri. Noi ci siamo fermati in una pizzeria “Da Pino”, gestito da una signora italiana…Senza pretese ristorante discreto a prezzi medi (considerate che i prezzi sono comunque più alti essendo un’isola)… col senno di poi eviterei di perdere tempo in un ristorante…Meglio un panino take away! Risaliti sul bus ci siamo diretti verso la zona famosa dove vive la colonia di foche più grande d’Australia.. Purtroppo però non si ha molto tempo a disposizione per arrivare dalla cima della spiaggia fino alla scogliera sul mare (questo tramite una passerella di legno). Da questa passerella si possono vedere anche tutte le tane dei pinguini, la maggior parte vuote durante la giornata poiché gli adulti sono tutti in oceano a pescare. Noi abbiamo avvistato un piccolo di pinguino che usciva spaesato dalla tana…Che amore!! Peraltro Jacopo lo aveva scambiato per un gabbiano…Eh già, un gabbiano (nero!) che cammina come un pinguino con le zampe palmate! ah: ricordatevi di non fotografare i pinguini…Hanno gli occhi molto delicati e rischierebbero di diventare ciechi!! Considerando che il sole stava ormai tramontando (erano le 19) ci siamo diretti verso la spiaggia dalla quale assistere alla famosa parata dei pinguini…Lungo il tragitto abbiamo finalmente visto il nostro primo canguro saltare nell’immenso bush australiano!! I canguri infatti durante il giorno non si vedono poiché si nascondono nei boschi alla ricerca di riparo dal sole…Quindi non fate il mio errore di perdere la vista per scovarne uno…Prima delle 20.00 non li vedrete, se non purtroppo molti morti sui bordi delle strade!! Purtroppo infatti quando scende la sera i canguri si spingono verso le strade attratti dalle luci e non vengono visti dagli automobilisti!!! Da qui un ulteriore consiglio…Cercate di non mettervi alla guida durante la notte… meglio sfruttare le ore notturne per dormire e sfruttare il sole per viaggiare…Eviterete inutili rischi e salverete la vita a qualche innocente canguro! Arrivati al punto di ritrovo, ci hanno consegnato i biglietti per entrare in spiaggia, avvisandoci di non utilizzare macchine fotografiche né telecamere (e per la salute dei pinguini è giusto astenersi dal farlo…Io ho pure quasi litigato con una che continuava a fare foto…Certa gente non ha proprio cuore!!!!). Ci siamo seduti su delle scalinate di legno transennate, a circa 60 mt dalla riva… sembra quasi di assistere a uno spettacolo teatrale…Infatti la cosa un po’ mi lasciava perplessa…Comunque ammetto che, nonostante tutta quella gente, la spiaggia incontaminata, il vento e il rumore dell’oceano e il cielo che diventava via via più scuro ti fanno provare emozioni bellissime! Dopo un po’ di attesa a un certo punto in lontananza si intravede una massa di piume che corre e si agita sulla riva…Ed ecco che centinaia di pinguini nani (saranno alti 30-40 cm massimo), a gruppi chiassosi cominciano a dirigersi verso la terraferma e pian piano con quel loro modo buffo e inconfondibile di camminare raggiungono le loro tane passando proprio davanti a noi…Non vi dico le lacrime quando ho visto i pinguini cuccioli saltare dalla gioia alla vista dei loro genitori!! Appena i pinguini iniziano a camminare verso le tane, cercate di allontanarvi dalla folla e seguiteli lungo la passerella di legno…E se trovate qualche incosciente che nonostante tutto usa la macchina fotografica avvisate i range! Dopo un paio di ore abbiamo lasciato quel posto così magico, e siamo tornati al nostro hotel…Una bella doccia e a dormire! Il terzo giorno a Melbourne lo abbiamo passato tra il Museo Olimpico di Melbourne (molto carino per chi ama lo sport…Ci sono tutti i cimeli delle passate olimpiadi.. L’unico neo è che non si possono fare fotografie). Altra visita per chi è appassionato di sport è l’Arena di Melbourne che ogni anno più o meno a metà gennaio ospita gli open di tennis. Essendo appunto quasi il periodo degli open le visite erano sospese…Peccato mancasse ancora qualche giorno all’ inizio delle gare, sarebbe stato interessante assistere a qualche gara! Il caldo iniziava davvero a farsi sentire…E noi non ne eravamo ancora abituati; peraltro Melbourne ha un tempo davvero bizzarro, tipo londinese.. Si dice si possano avere le quattro stagioni nell’arco di una giornata: provato sulla nostra pelle! Vestitevi a cipolla e portatevi sempre dietro un maglioncino leggero, cappello e occhiali da sole (ad ogni modo questo consiglio vale per tutto il resto dell’Australia). Abbiamo percorso il lungofiume dello Yarra (carinissima la passeggiata al tramonto)…Dopodiché ci siamo diretti verso le Rialto Towers (che sono i palazzi per uffici più alti dell’emisfero sud)…La salita in ascensore (55 piani in 38 secondi, non a caso uno tra gli ascensori più veloci al mondo) vi condurrà sulla terrazza dalla quale si potrà osservare tutta la città da un punto vista oserei dire ineguagliabile. Non perdetevi il documentario di circa 20 minuti (trasmesso ogni mezz’ora) che illustra tutte le bellezze di Melbourne. Ad avere avuto a disposizione un altro giorno avrei tanto voluto visitare Ballarat e Sovereign Hill, a circa un’oretta e mezza di auto (o treno) da Melbourne. Ballarat è la città che meglio ricorda la sfrenata corsa all’oro: qui i ritrovamenti furono spettacolari! Sovereign Hill è il museo vivente delle miniere d’oro (si trova vicino a Ballarat). Tra le cose più interessanti la riproduzione dei metodi di scavo dell’oro. La cosa incredibile che le persone sono vestite come ai tempi della corsa all’oro, e fabbri, locandieri e fornai lavorano lungo le strade! Se qualcuno dovesse riuscire ad andarci mi faccia sapere meglio com’è.

14 Gennaio…Facciamo il check-out la mattina verso le 9, e ci dirigiamo alla Hertz vicino al nostro hotel dove dall’Italia avevamo noleggiato una macchina per 3 giorni per percorrere in piena autonomia la Great Ocean Road. Ecco da qui molte raccomandazioni: le agenzie di noleggio includono nella tariffa solo un’assicurazione di base…Se volete estenderla dovrete pagare circa 30 dollari al giorno; in questo modo sarete coperti anche per danni accidentali provocati da voi fino ad un massimale di 3000 euro…Vi conviene farla! Gli australiani come gli inglesi guidano sulla parte opposta della carreggiata rispetto a noi: all’inizio, se non avete mai guidato in qualche paese che usa questa simpaticissima eccezione (ma non potrebbero guidare come noi in tutto il mondo???), vi conviene andare piano e guardare ovunque! Noi, nonostante Jacopo avesse guidato parecchie volte a Londra, siamo riusciti a prenderci una multa di 100 euro lungo la Great Ocean Road!! Peraltro per circa 400 km avevamo incontrato solo cinque macchine (solo cinque!!!!) e avevamo guidato in contromano (ops) solo per circa 10 mt dopo una rotonda (e guarda un po’…Dopo la rotonda c’era la sesta macchina lungo il nostro percorso: quella della polizia!). Quando ci ha fermato inoltre non eravamo nemmeno riusciti a capirne il motivo…Dopo avere visto la faccia sconvolta del Range abbiamo capito cos’era successo!! A Jacopo hanno fatto pure fare il test del palloncino, ma tanto non avevamo bevuto altro che coca cola e acqua!! La polizia in Australia è davvero molto severa, soprattutto per il consumo di alcol e l’eccesso di velocità…Quindi, restate sempre nei limiti. Ad ogni modo abbiamo percorso questi tre giorni in piena autonomia, fermandoci ogni tanto per fare foto (vi consiglio una piccola sosta a Torquay, famosa per il surf), mangiare qualcosa (ad Apollo Bay e Lorne) e per fare benzina: la benzina in Australia costa circa la metà rispetto a noi…Cercate solo di non fare scendere il livello del serbatoio sotto la metà…A volte non si incontrano benzinai per 150 km!! La nostra prima tappa per il pernottamento era Mt Gambier…Col senno di poi troppo in là, (si trova a circa 500 km da Melbourne) infatti abbiamo fatto un po’ le cose di fretta…Avrei voluto dedicare più tempo alla visita di Lorne e Apollo Bay, e soprattutto, causa l’inizio dell’imbrunire, non siamo riusciti a fermarci al Parco Nazionale di Otway, che si trova a breve distanza dai Twelve Apostles. Dicono sia una foresta davvero strabiliante nella quale spendere un paio di ore di cammino per ammirare le specie della foresta tropicale meridionale. Va bhè, speriamo di tornarci prima o poi! Finalmente dopo circa 6 ore di viaggio (tra soste varie), siamo arrivati ai famosi Twelve Apostles…La cosa strana è che questi enormi faraglioni di roccia ti appaiono davanti all’improvviso…Io ho quasi tirato un urlo quando li ho visti! Ad ogni modo vederli in foto non rende per nulla l’idea…È davvero magica la sensazione che queste formazioni rocciose emanano!! Il view point si raggiunge percorrendo una passerella che scende verso il mare… portatevi dietro il solito maglioncino, tira spesso un vento freddo! Siamo stati li circa mezz’ora a contemplare queste strane formazioni geologiche…C’erano anche elicotteri che ti facevano fare l’escursione sorvolandoli dall’altro…Non ho idea però dei costi. Il tempo stringeva quindi ci siamo dovuti mettere in viaggio per raggiungere in tempo utile Mt Gambier. Siamo arrivati alle 21 inoltrate al nostro Hotel, il Presidential Quality Inn…Un albergo carino e poco costoso (se arrivate entro le 20 andate a mangiare a Fasta Pasta, lo chef è italiano, fanno una pizza buonissima e i costi sono molto contenuti). Noi ci siamo fermati solo una notte e un paio di ore di mattina per andare a vedere il famoso Blue Lake: questo lago (formatosi nel cratere di un vulcano estinto), ha un qualcosa di sorprendente: in estate (la loro estate) il lago diventa di un blu cobalto intensissimo. Esistono alcuni laghi al mondo che assumono questo colore così intenso…La cosa assurda è che di inverno il lago diventa completamente grigio…E qui l’unicità al mondo di questo lago! Gli scienziati non sono ancora riusciti a spiegare il motivo di questo cambiamento (si dice sia dovuto forse a dei micro organismi presenti nel lago che assorbono via via diverse lunghezze d’onda). Ci sarebbero tantissime cose da vedere in questa graziosa località…Se avete tempo cercate di fermarvi una giornata intera: oltre alla passeggiata intorno al cratere del lago, potete andare a visitare le numerose grotte e cave sotterranee. Noi abbiamo lasciato Mt Gambier nella prima metà della mattinata…Ad Adelaide mancavano circa 450 km. Il paesaggio che abbiamo incontrato da qui in poi è tra i più belli io abbia mai visto in vita mia: distese collinari a perdita d’occhio…Non si vedeva altro che campagna, animali al pascolo e qualche fattoria quà e là. Ci siamo fermati per pranzo a Robe: insalata greca e vino australiano (da qui in poi troverete infatti un sacco di cantine (cellar door) in cui degustare i tanti vini locali; ricordatevi però che le cantine chiudono tutte e tassativamente alle 17! Lungo la strada un altro paese che sicuramente merita una visita è Kingston (anche se noi per mancanza di tempo non abbiamo visitato). Arrivati a un certo punto la strada si interrompe e davanti a noi si apre il fiume Murray, il più largo fiume dell’Australia! Eravamo un po’ perplessi perché non vedevamo nessun ponte…D’improvviso un tratto di strada, dopo aver raccolto una decina di macchine, si stacca dalla sponda del fiume e inizia a navigare verso l’altra sponda!! Insomma, una strada galleggiante!!! Purtroppo si stava facendo buio e quindi abbiamo dovuto limitare le soste foto…Ma credetemi, ad ogni curva appariva un paesaggio da lasciare senza fiato!! Sempre col senno di poi avrei prolungato la mia permanenza nella zona intorno ad Adelaide per fare il tour della Barossa Valley.. Uno spettacolo della natura tra le colline australiane disseminate di fattorie e vigneti!! Siamo arrivati ad Adelaide intorno alle 19 e subito ci siamo resi conto della diversità rispetto a Melbourne. Adelaide è una cittadina molto più tranquilla, con circa 1 milione di abitanti…Molto più verde e con molti meno negozi. Il centro si sviluppa intorno ad una fontana, in Victoria Square, dedicata ai tre fiumi che forniscono d’acqua Adelaide: il Torrens, il Murray, e l’Onkaparinga. Il nostro hotel, l’Hilton, si trovava esattamente lì. Ora, è vero che se uno và in Australia deve limitare le spese (quindi se non siete in viaggio di nozze non vi conviene neppure prenotare gli hotel…Equipaggiatevi di un prontuario dove sono elencati tutti i back packer (piccoli motel molto economici ma senza pretese) e vi godrete in piena libertà di tempo tutti i posti), ma se potete, ad Adelaide, pernottate all’Hilton (in più se siete in luna di miele vi assegneranno la suite). Non vi dico quando siamo entrati in camera…Io ho pensato di passare i due giorni ad Adelaide in camera!!! Un letto enorme, un divano per l’aperitivo (con bottiglia di vino in omaggio) e un bagno con doccia con vista sul centro di Adelaide…Tutto questo al 18 esimo piano!! In più il bar dell’Hilton fa un cappuccino mai provato prima d’ora. La cosa simpatica è che noi siamo arrivati in macchina e quindi abbiamo trovato a nostra disposizione un parcheggiatore che ha preso la macchina e l’ha portata nel garage (con un supplemento di 25 dollari al giorno), il facchino e due receptionist! Ad Adelaide abbiamo mangiato decisamente bene. Siamo andati un paio di volte in un ristorante italiano dove porzioni, qualità e prezzo sono ottimi: si chiama Passatempo, e si trova all’angolo di Victoria Square. Un altro è un ristorante greco, un po’ più caro ma con cibo ottimo (praticamente davanti a Passatempo ma non ricordo il nome). La mattina successiva al nostro arrivo ad Adelaide approfittando della macchina siamo andati al Mount Lofty, a circa 20 minuti da Adelaide. Dai 700 mt (punto più alto) si può osservare tutta la città! Poco sotto la sommità si trova il Cleland Wildlife Park…Un’esperienza davvero da non perdere: in questa enorme riserva naturale si entra a stretto contatto con i tantissimi canguri, (un cangurino e la sua mamma hanno mangiato il cibo (acquistato all’ingresso del parco) direttamente dalle mie mani, i koala, il diavolo della tasmania, gli emù e così via… si passano ore in assoluta serenità! Al ritorno dal parco siamo andati a riconsegnare la macchina alla Hertz e abbiamo iniziato a girare un po’ per il centro di Adelaide; in realtà non c’è tantissimo da vedere. Noi ci siamo limitati al Migration and Setlement Museum, luogo che testimonia le vicende di famiglie proveniente dai vari paesi del mondo giunti in Australia in cerca di una nuova vita…(vi sono anche rappresentazioni delle prime case dei coloni); il museo è piccolo ma molto interessante, (perlopiù è gratuito)…Si trova alle spalle della biblioteca di stato. Avendo avuto il tempo e la voglia (era un po’ lontana da raggiungere) mi sarebbe piaciuto andare a visitare Ayers House, a nord di Victoria Square: questa costruzione è uno degli esempi più rappresentativi dell’architettura coloniale. Alla fine nonostante la stanchezza ci siamo concessi un giretto per l’isola pedonale gustando un ottimo centrifugato di frutta.. Ci sono tantissimi negozietti ambulanti che ti frullano frutta fresca al momento…Ed essendo in Italia inverno e in Australia estate, mi sono lanciata su pesche, angurie e ciliegie!!! Una partitina a tennis all ‘Hilton (ti forniscono loro racchette e palline da tennis) doccia e prima di cena siamo passati dal mercato centrale (sempre alle spalle dell’Hilton in Gouger St) per acquistare qualche formaggio australiano e vino da gustare come aperitivo nella nostra suite e poi cena al solito Passatempo. Il giorno dopo ci saremmo dovuti svegliare presto…Ci aspettava Kangaroo Island!! Dall’Italia abbiamo prenotato l’escursione per fatti nostri; ci siamo fatti prenotare solo il transfer hotel-Cape Jerwis (da dove parte la nave della Sealink), il tragitto in nave, e due giorni di noleggio auto a Kangaroo Island…Non si risparmia moltissimo ma almeno ci si può godere l’isola in piena autonomia (attenzione che non esistono altri mezzi oltre l’auto per spostarsi, quindi o noleggiate l’auto o un’escursione guidata). Dall’Hotel (sveglia alle 5.30) il bus (in un’ora e mezza) ti conduce al porto…Da lì, con un’altra oretta di navigazione si raggiunge Kangaroo Island. Noi avevamo prenotato un hotel nella zona di Penneshaw (zona dove attraccano le navi)… cosa che però vi sconsiglio vivamente! Meglio pernottare nella zona di Kingscote…Si trova a mezz’oretta dal porto ma almeno è una zona un po’ più viva…Inoltre dovrete comunque passare da lì per raggiungere altre località dell’isola. Se proprio doveste decidere di pernottare a Penneshaw evitate il Kanagaroo Island Seafront…È piuttosto caro e la camera vista mare non vale certo i soldi spesi…Inoltre non ci sanno molto fare con le persone!! Appena arrivati abbiamo incontrato il nostro referente che ci ha consegnato le chiavi della macchina (anche qui abbiamo aggiunto l’assicurazione extra) e una cartina dell’isola. Abbiamo lasciato i bagagli all’hotel e via! Kangaroo Island è la terza isola per grandezza in Australia…È lunga 155 km e larga 55 km. Il primo giorno abbiamo deciso di visitare il sud percorrendo spesso strade non asfaltate per raggiungere posti un po’ fuorimano. La prima tappa è stato l’Emu Ridge Eucalyptus Distillery (che si raggiunge percorrendo circa 6 km di strada rossa non asfaltata in mezzo al niente (ma davvero niente), dove non di rado ti attraversano serpenti e iguane) dove si produce eucalipto. Appena entri ti fanno accomodare su una carrozza antica dove ti fanno vedere un video che mostra la lavorazione dell’eucalipto.. Dopodichè si fà il giro (se vuoi con una guida ma non conviene) della fattoria (tempo 15 minuti) e infine c’è un negozietto dove si possono acquistare un sacco di prodotti a base di eucalipto o olio di emù…Noi abbiamo comprato oli essenziali e caramelle di eucalipto, miele e unguenti vari (accettano la maggior parte delle carte di credito). Abbiamo proseguito seguendo la strada verso sud alla volta di Seal Bay, una riserva dove su una spiaggia bellissima vivono centinaia di foche. La visita guidata dura circa 45 minuti durante i quali ti spiegano la vita delle foche e ti portano fino alla spiaggia a qualche metro di distanza da loro! In alternativa se non si ha molto tempo si può optare per la sola entrata al parco (costa pochi dollari). Si percorre una passerella che dalla cima porta fino all’inizio della spiaggia…Da qui non ci si può accedere direttamente ma comunque le foche si vedono bene. Abbiamo pranzato in un posto vicino il Seal Bay Tourist Park, purtroppo non ricordo il nome, ad ogni modo è l’unico punto di ristorazione in quella zona. Dopo questa visita ci siamo diretti verso ovest fermandoci a Little Sahara; si tratta di una spiaggia formata da dune altissime (secondo me almeno 20 metri) con una sabbia bianchissima…C’erano alcune persone che facevano snowboard (o meglio sand board); appena arrivati su lanciatevi verso valle con una corsa sfrenata…Vi divertirete da morire!! Mi raccomando però: portatevi dietro l’acqua, sembra davvero di essere in pieno deserto!! Ci siamo rimessi in viaggio poco dopo considerato che volevamo raggiungere le famose Remarkable Rocks e Admirals Arch prima che imbrunisse; le prime sono delle rocce bellissime il cui vento ha creato delle forme straordinarie…Le si raggiunge dopo una breve passeggiata dalla quale si può osservare anche un faro altissimo. Admirals Arch invece è un po’ nascosto; ci si arriva tramite una discesa di non pochi scalini e passerelle, ma credetemi, quando si arriva lo spettacolo è quasi mistico, soprattutto al tramonto!! Ad avere avuto tempo avremmo fatto una passeggiata al Flinders Chase Park.. Ah, ricordate che prima di arrivare alle Remarkable Rocks dovrete pagare l’entrata al parco ed esporla sul parabrezza…Ad ogni modo ci sono le segnalazioni che vi avvisano di fermarvi per il pagamento dell’entrata. Abbiamo deciso di tornare verso Penneshaw perché ormai erano le 17 e quando inizia a imbrunire i canguri rossi escono sulle strade alla ricerca di cibo (e quelli sono davvero grossi..C’è sempre il rischio di investirne qualcuno). Abbiamo preso la strada verso nord est e siamo tornati a Penneshaw in tempo per la cena: pizza da asporto a Isola Pizza … pizza buona e locale carino sul mare. Il giorno dopo abbiamo deciso di visitare la zona di Kingscote, Emu Bay (a detta di tutti una spiaggia molto bella anche se io ho preferito di gran lunga Island Beach) e American River. Prima di consegnare la macchina siamo passati dal supermercato di Penneshaw a compare la cena e poi via, sulla barca del ritorno destinazione Hilton di Adelaide per la nostra ultima notte nel South Australia. La mattina dopo ci siamo svegliati, colazione al solito bar dell’Hilton e mentre Jacopo era all’Hertz per un piccolo problema alla macchina io ho incontrato niente di meno che Lance Amstrong (l’Hilton di Adelaide infatti in quel periodo ospitava i ciclisti del tour down under di ciclismo)…Sono riuscita ad intrufolarmi tra la folla e ho strappato un autografo per mio suocero…Non potete capire la rabbia di Jacopo (appassionato di ciclismo) quando gli ho detto dell’incontro!!! Abbiamo chiamato un taxi e in una ventina di minuti e con una spesa di 15 dollari abbiamo raggiunto l’aeroporto…Prossima tappa… Sydney, Nuovo Galles del Sud! Siamo atterrati nella città più famosa e popolosa (oltre 4 milioni di abitanti) dell’Australia dopo un paio di ore di volo…L’aeroporto si trova a breve distanza dalla città, circa 9 km e il costo per un taxi fino in centro è intorno ai 30 dollari. Il nostro hotel, il Travelodge Wynyard, si trovava in York Street. E’ un hotel a tre stelle, un po’ vecchiotto e senza lussi, però rispetto ad altri hotel è economico e si trova in una posizione abbastanza centrale, non lontano dal Darling Harbour. Essendo arrivati alle 17 passate in hotel abbiamo deciso di fare un giretto verso appunto il centro del Darling Harbour. In questa zona (Cockle Bay Wharf), si trovano tantissimi ristoranti vista baia, dai più spartani ai più cari…E tantissimi locali per bere qualcosa. Il Pyrmont Bridge, che attraversa la baia è incantevole…Soprattutto al tramonto! In questa zona si trovano inoltre anche il National Maritime Museum (che narra la storia del continente prima e dopo gli insediamenti europei), l’acquario di Sydney, e il giardino cinese dell’amicizia, (che noi non abbiamo visitato per mancanza di tempo, ma ne vale la pena, dal fuori sembra un oasi di pace…Il biglietto di entrata è di 7 dollari), e l’IMAX, il cinema con lo schermo più grande del mondo; noi abbiamo visto una proiezione di un cartone in 3D, a me la cosa però non ha suscitato molto interesse…Se proprio decidete di andarci magari guardate il mondo sottomarino…Penso sia più coinvolgente… (ricordatevi di prendere dalle bacheche degli hotel i depliant della città, all’interno vi sono numerose riduzioni per le varie attrazioni: tipo per l’Imax c’era lo sconto del 25%). La prima sera abbiamo mangiato una grigliata di pesce in un ristornate della baia…Il pesce era ottimo e il costo intorno ai 40 euro a testa. La mattina dopo abbiamo fatto colazione allo Starbuck sotto il nostro hotel e ci siamo diretti verso la famosa spiaggia di Bondi Beach raggiungibile tramite un tragitto di circa 30 minuti di bus dal centro di Sydney, (attenzione che a differenza delle altre città il costo degli abbonamenti a Sydney è davvero elevato…40 dollari al giorno!! Considerato che tutte le attrazioni principali si trovano in un fazzoletto di circa 5 km vi conviene andare a piedi e utilizzare i biglietti per spostarvi nelle zone periferiche). Bondi Beach è un posto davvero incantevole, un misto tra la riviera ligure e quella adriatica.. Portatevi dietro asciugamano e crema solare, e se avete tempo passate qua una bella mezza giornata…È pieno di posti dove mangiare e negozietti vari…In più è carino vedere come la gente cerca di cavalcare le onde (ah, sarà che quel giorno il mare era calmo ma non ho visto onde così esagerate)… ho provato a entrare in acqua ma ho abbandonato l’idea… non amo molto il ghiaccio! Dopo qualche ora siamo tornati verso il centro e ci siamo diretti verso l’Harbour Bridge (il quale si può anche scalare…Cosa fattibile se non soffrite di vertigini) e l’Opera House… la curiosità di vedere il simbolo dell’Australia era fortissima! Quando le enormi vele di questo teatro si sono materializzate davanti a noi mi sono davvero sentita in Australia…È strano vedere qualcosa in foto e poi trovarsela davanti…Sarà che il tempo non era bellissimo, che non c’era molta gente o che mi ero fatta troppi film…Ma al primo impatto mi sembrava più bella in fotografia.. Quando siamo entrati ho però cambiato idea. Il costo per vedere il teatro all’interno era intorno ai 35 dollari… noi non abbiamo fatto la visita, ma se siete appassionati di architettura credo che valga la pena spendere un paio di orette per visitarla. Essendo ormai arrivata ora di cena ci siamo buttati dentro il primo ristorante italiano (Machiavelli, in 123 Clarence Street), gestito completamente da italiani dove siamo finalmente riusciti a mangiare un piatto di vera pasta italiana.. In alternativa a Sydney fanno dell’ottimo sushi a prezzi stracciati! Il giorno dopo ci aspettava l’escursione alle Blue Mountains. Abbiamo prenotato questa escursione direttamente in hotel perché non eravamo sicuri che avremmo fatto in tempo a spendere una giornata intera per questa gita…Molti dicono che sia meglio visitare più a lungo la città.. Per me invece la cosa più bella di Sydney è stata proprio la visita alle Blue Mountains…Dall’Italia ci avevano chiesto cifre pari al doppio di quello che abbiamo speso. Il bus è venuto a prenderci in hotel verso le 8; ci siamo dapprima fermati un’ora in un parco dove abbiamo potuto vedere tanti animali (si possono tenere in braccio koala e iguane), coccodrilli, canguri (che qui ti vengono quasi a chiedere il cibo da soli), pipistrelli e molti altri ancora. Il parco però, rispetto a quello del Cleland di Adelaide, assomiglia più a uno zoo che ad una riserva vera e propria. Dopo questa visita la guida ci ha portati verso la periferia dove in un prato enorme nascosto dai boschi, ci attendeva una signora con caraffe di the, caffè e biscotti. La metà del gruppo ha fatto lo spuntino mentre l’altra metà è andata con la guida a lanciare i boomerang… proprio così, ti insegnano a lanciare questo strano aggeggio come avevo visto fare anni prima da Georgie.. (non peraltro dopo il mio lancio la guida mi ha chiesto se facevo parte di una famiglia aborigena… in realtà tutti avevano ascoltato lui, io invece avevano memorizzato le istruzioni della bambina protagonista del cartone animato che mi ha condotto poi in Australia)…È stato divertentissimo!! Ci siamo dati il cambio con l’altro gruppo e via, di nuovo in bus.. Breve stop in mezzo alla boscaglia per ascoltare i racconti delle strane piante che popolano la foresta australiana e tutti al ristorante! Abbiamo pasteggiato a verdura e pesce (io) e carne (gli altri)…Una fetta di ottima torta e ci siamo rimessi in viaggio verso le famose Blue Mountains, così chiamate perché, soprattutto dopo la pioggia, assumono un colore blu intenso. Abbiamo preso la funivia che in 3 minuti ti porta dalla parte opposta dove inizia la foresta tropicale; la vista è spettacolare, da qui si possono vedere con tutta la loro imponenza le Three Sisters, che secondo una leggenda aborigena ricordano tre sorelle imprigionate dal padre per proteggerle da un mostro! Con una passeggiata di 30 minuti la guida ci ha narrato dei minatori e degli indigeni che un tempo popolavano questa zona, oltre a darci spiegazione delle varie piante presenti. Alla fine di questa camminata siamo saliti a bordo di un treno particolarissimo…Seduti a bordo abbiamo risalito a una velocità da brivido (e all’indietro) la montagna, attraversando la foresta e delle gole spettacolari…Sembrava di essere su una giostra in mezzo alle piante…Peccato duri pochi minuti!! Abbiamo fatto poi una breve sosta presso un candy shop e ripreso poi la strada verso Sydney. Siamo passati davanti il villaggio olimpico costruito per Sydney 2000…È un villaggio enorme e all’avanguardia. Le case (che ospitavano atleti e staff durante le olimpiadi), sono state poi vendute ai cittadini…In questo modo hanno recuperato i soldi spesi per la costruzione del villaggio…Lodevole no? Ci ha spiegato inoltre che in quell’anno, invece di dare le ferie ai lavoratori durante il periodo di agosto le hanno spostate a tutto il mese di settembre.. In questo modo le strade, congestionate solitamente dal traffico dei pendolari, erano vuote…E c’erano treni che partivano dal villaggio olimpico verso il centro città ogni 4 minuti!!!! Inoltre il governo ha permesso a chi volesse assistere alle olimpiadi gratis, la possibilità di lavorare come volontari, e… in oltre 40.000 hanno accettato…Da prendere davvero come esempio!! Se avete tempo a disposizione prendete un treno e andateci di persona a visitarlo.. Si può anche fare il giro dell’arena dove si sono svolte le manifestazioni. La nostra giornata si è conclusa con la crociera sul Parramatta River, passando sotto l’Harbour Bridge e l’Opera House. Tutto quello che vi ho menzionato (gita, pasti, funivia etc) è compreso nella quota di 120 dollari a persona…Fidatevi, ne vale la pena. L’agenzia si chiama Anderson! Ci rimaneva solo un giorno da passare a Sydney… la mattina siamo andati verso la zona di Paddington perché volevamo visitare i famosi mercati che espongono bancarelle provenienti da tutto il mondo…Purtroppo l’unico giorno di apertura è il sabato, e quindi essendo giovedì, siamo rimasti con un pugno di mosche in mano! Abbiamo fatto un giretto per le vie di Paddington (che è anche la zona con le vie più belle della periferia) e siamo tornati verso il centro meta il Sydney Tower Observation Deck. Questo è il punto panoramico più alto dell’emisfero australe, ben 305 metri di altezza!!! Abbiamo acquistato un biglietto combinato con lo spettacolo Oz Trek, una sorta di cinema 3D in movimento che ti porta immaginariamente in giro per l’Australia. L’ascensore è strettissimo ma in meno di un minuto sei su al 76 ° piano! Da qui la vista è davvero eccezionale, in più, per gli impavidi dell’altezza c’è la possibilità di fare la Skywalk salendo il pinnacolo della torre all’aria aperta (legati ovviamente a delle funi)… una parte del pavimento è in vetro, in questo modo sembra davvero di essere sospesi a 300 metri dal suolo!! Un paio di piani al di sotto vi sono due ristoranti girevoli…Uno à la carte l’altro a buffet (più economico, circa 60 dollari). Per cenare si deve prenotare almeno il giorno prima, o via telefono o via mail. Potrete gustare molti piatti tipici mentre il ristorante ruota lentamente permettendovi di compiere un giro di 360 gradi sulla città… vale la pena provare! La nostra avventura a Sydney volgeva ormai al termine… e in realtà ci sarebbero state tantissime altre cose da fare e da vedere…Ma avendo solo pochi giorni bisogna fare delle scelte. L’ideale sarebbe avere almeno una settimana. La mattina dopo ci avrebbe atteso la nostra ultima tappa australiana: il deserto di Ayers Rock. Tramite la reception del nostro hotel abbiamo prenotato il bus collettivo (che raccoglie i passeggeri dai vari hotel di Sydney e ti porta in aeroporto al costo di 12 dollari a persona)… prendetevi un buon margine di anticipo perché non sempre sono puntuali, soprattutto nelle ore di punta. Tre ore di volo da Adelaide e ci siamo ritrovati nel pieno centro dell’Australia, nel famoso deserto rosso. Dalla pista dell’aereo, durante l’atterraggio abbiamo visto il famoso monolito. Appena le porte dell’aereo si sono aperte ci siamo subito resi conto che quella parte dell’Australia era completamente diversa sia come temperatura che come vita! Dapprima un caldo tremendo, quasi 40 gradi! L’aeroporto è molto piccolo, in pieno deserto e si trova a circa 10 minuti dalla città di Yulara, l’unico centro abitato (abitato si fa per dire) in quella zona, a circa 12 km da Uluru. In attesa dei bagagli ho avuto modo di assaporare quello che mi avrebbe aspettato nelle mie 24 ore di permanenza ad Ayers Rock… una serie di simpatici scarafaggi passeggiavano tranquillamente all’interno dell’edificio. Io, che sono fobica degli insetti, ho iniziato a sudare freddo… e ancora non sapevo cosa mi sarebbe accaduto! Abbiamo percorso il breve tragitto in bus (i quali sono gratuiti e raccolgono tutti i passeggeri portandoli verso il centro di Yulara dove si trovano i 6 resort che costituiscono Yulara), seduti vicino a delle carinissime (come no) cavallette. Arrivati al nostro Hotel, il Lost Camel (motel che vi consiglio vivamente sia per il basso costo, la pulizia, la posizione vicina al supermercato (l’unico che c’è) e la squisita accoglienza delle persone che vi lavorano), ho avuto un momento di sbandamento… Una miriade di enormi (più grandi di una mano) cavallette e scarafaggi popolavano la reception… erano ovunque, e questo non perché l’hotel fosse sporco, ma perché come mi è stato risposto: “questa è l’Australia, il paese più selvaggio al mondo”… ho pensato di non potercela fare, e infatti ci è mancato poco riprendessi il volo di rientro per Sydney.. Peccato fosse già partito e non c’erano altri voli fino al giorno dopo! Mi sono dovuta fare forza e quindi dopo un’ora, con la rete in testa (che si può acquistare al costo di 15 dollari per due retine) gli occhiali da sole e gli occhi ben chiusi, ho percorso il tragitto che conduceva alla nostra camera…Ovviamente attaccata a Jacopo! Abbiamo ispezionato la camera che fortunatamente era senza insetti (ma tenete chiusa la porta, se no vi troverete colonie di locuste, scarafaggi e ragni (grossi ragni) a dormire con voi. Ci ho messo un’altra ora buona a convincermi a partecipare all’escursione al tramonto del monolito… però non potevo essere arrivata fino al centro dell’Australia per rintanarmi in camera, quindi, con il terrore negli occhi, Jacopo mi ha preso sotto braccio, e abbiamo raggiunto la reception dove alle 15.30 avevamo l’appuntamento con la guida per la visita a Uluru. Abbiamo prima fatto un salto al supermercato per comprare qualcosa da mangiare (anche se il villaggio è provvisto di bar e ristorante)…Credevo che almeno il supermercato fosse esent-insetto e invece vicino al bancone del latte c’era la fila di scarafaggini e cavallette… considerato che nessuno pareva curarsene ho cercato di non pensarci e guadare oltre! Il bus è passato a prenderci puntuale e sorpresa: eravamo gli unici due partecipanti! Abbiamo pagato oltre al costo dell’escursione, 25 dollari per l’entrata al parco nazionale di Uluru. Se avete poco tempo vi conviene acquistare l’escursione già dall’ Italia (tramite agenzia o internet) altrimenti tutti gli hotel possono prenotarvela direttamente in loco, e il costo risulta essere un po’più basso. La nostra guida era un simpatico signore australiano di Melbourne che durante i mesi estivi, lavora come guida del monolito. Abbiamo trascorso qualche ora in piacevole compagnia fermandoci dapprima alla Galleria Maruku, una galleria aborigena che vende dipinti e oggetti di arte indigena. Il popolo aborigeno vive qui da oltre 30.000 anni dedicandosi tuttora all’arte rupestre (consiglio: sistemate bene la retina sopra la vostra testa se no non riuscirete nemmeno a respirare data la mole delle moschine). Con il bus ci siamo poi fermati proprio sotto il monolito: non so spiegarvi l’emozione che si prova quando si arriva alla base di questo enorme masso rosso e si alzano gli occhi verso la sua cima.. Sembra davvero di essere in un altro mondo!! Uluru (chiamato con il termine inglese Ayers Rock in onore di Sir Henry Ayers, colui che finanziò i primi viaggi alla scoperta dell’Australia centrale), si trova nel parco nazionale di Uluru-Kata Tjuta a circa 460 km a sud ovest di Alice Spring. Questo enorme masso di arenaria (unico blocco sopra la pianura), è alto oltre 340 m e largo 2,4 m!! Si è formato grazie all’accumulo di sedimenti in un territorio coperto (centinaia di milioni di anni fa) da un mare interno. La guida ci ha raccontato che ben 45 persone hanno perso la vita nella scalata a Uluru (comunque vietata dopo la pioggia e quando la temperatura supera i 36 C°). Ci ha spiegato che molte persone sottovalutano la difficoltà di scalata (che richiede circa due ore), non bevendo acqua a sufficienza (andrebbe bevuto 1 litro di acqua ogni ora!!). La maggior parte delle persone infatti, giovani e meno giovani, sono morti per infarto. Altri invece sono purtroppo precipitati; in alcune parti infatti la superficie del monolito è molto liscia (soprattutto dopo la pioggia), ed è capitato che folate di vento improvvise e molto forti hanno fatte cadere al di sotto alcuni scalatori. Considerato inoltre che la scalata a Uluru è per gli aborigeni un’offesa alla loro cultura (è per loro un luogo sacro che scalano solo in occasione di importanti cerimonie), sconsiglio vivamente di scalarlo! Purtroppo non siamo riusciti a fare il giro completo a piedi del monolito perché io stavo quasi impazzendo per le moschine che mi erano entrate nelle orecchie e negli occhi. Gennaio, essendo il mese più caldo, è il mese peggiore per recarvi nel centro dell’Australia.. Nei mesi più freschi vi sono molti meno insetti e la passeggiata risulta certo più piacevole. Era quasi il tramonto e la nostra simpaticissima guida ci ha portato in un posto in mezzo al bush, dove era stato istituito un piccolo banchetto con vino, salatini e frutta secca (dove c’erano altri gruppi di persone) con vista sul monolito. Al tramonto infatti il colore di questo masso cambia in modo repentino passando dall’arancio al porpora al rosso… scattate una foto ogni dieci minuti (così come suggeritoci dalla guida), e vi renderete conto della differenza di colore. Il tramonto nel deserto è valso tutto il viaggio in Australia… Ti pervade un’emozione da capogiro! Siamo rientrati in albergo verso le 21 e siamo caduti in un sonno profondo…La mattina dopo ci aspettava l’aereo di rientro per Sydney! Ci siamo svegliati, abbiamo fatto una colazione un po’ spartana in camera con caffè solubile e biscotti (non che non ci sia il bar ma fuori le cavallette aspettavano la mia uscita), e siamo andati in reception ad aspettare il bus…15 minuti di tragitto ed eccoci in aeroporto! Nel decollo ho salutato con un sospiro di sollievo (sperando di non aver portato con me qualche serpente), ma anche con tanta nostalgia quel paesaggio così magico. Ovviamente 24 ore non sono sufficienti se si vuole visitare la zona di Uluru. Sarebbe stato bello fare anche l’escursione alla base del monolito all’alba, la cena nel deserto, per osservare il cielo australe in pieno deserto (anche se il costo della cena è alto e per chi non mangia carne come me non è l‘ideale) o andare un giorno ai vicini Monti Olgas (a 42 km da Uluru). Oltre i Monti Olgas si estende un vastissimo deserto e per andarci serve un permesso del Central Land Council e tutto il materiale per la sopravvivenza (oltre a un buon fuoristrada). Siamo arrivati a Sydney con un po’ di ritardo e abbiamo fatto una bella corsa per raggiungere il bus che ci avrebbe portato al terminal delle partenze internazionali…Avevamo solo 40 minuti prima che il volo per Bangkok decollasse lasciandoci a terra! Fortunatamente avevamo spedito i bagagli dall’aeroporto di Ayers Rock direttamente all’aeroporto di Bangkok! Abbiamo preso in tempo il volo. L’aereo stava decollando, e le lacrime non hanno tardato ad arrivare.. Quel posto così lontano dalla nostra cara Italia aveva lasciato un segno profondo nel mio cuore. La costa di Sydney si allontanava piano piano e noi, abbiamo salutato l’Australia con una promessa. La settimana che ci rimaneva l’abbiamo trascorsa in Thailandia (anche qui, come per Hong Kong, ci sarà modo di raccontarvi bene i nostri giorni thailandesi) poichè volevamo riposarci un po’ e visitare le Isole Similan. L’Australia richiede davvero tante energie, e soprattutto tanti cambi di hotel, fusi orari, e città, infatti quel che vi consiglio è di portarvi il minimo indispensabile perché farete e disferete la valigia ogni tre giorni, e anche perché al ritorno avrete la borsa piena di souvenir! Ogni hotel ha il phon e tutto l’occorrente per la doccia; ricordatevi solo i medicinali di suo comune e un antibiotico a largo spettro in caso di necessità. In Australia gli ospedali sono di livello eccelso, e tra il loro e il nostro paese vige una convenzione mediante la quale tramite tessera sanitaria nazionale si può accedere gratuitamente ai servizi ospedalieri non privati; inoltre in ospedale ci sono degli interpreti per ogni lingua…Davvero lodevole!! Qualche giorno di stop a metà strada ci voleva anche se forse avrei passato volentieri qualche giorno in più nel continente down under… ma ero soddisfatta: il mio sogno di quando ero piccola si era ormai avverato! Manterrò comunque la promessa fatta decollando lontano dall’Australia… arrivederci sognata terra dei canguri!



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