Australia in libertà

Il viaggio che volevo fare da tanto tempo tra grandi città e distese immense, natura selvaggia e mare limpido.
Scritto da: andrea70
australia in libertà
Partenza il: 07/08/2010
Ritorno il: 27/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Quest’anno avevamo pensato di andare in Messico, poi varie circostanze i hanno fatto cambiare idea e un’offerta Air Etihad mi ha spinto a proporre: Australia ? E vaiiii !! Prenoto i voli interni via internet e molti hotel tramite Booking.com, sito serio ed affidabilissimo, lo utilizzo da anni e non ha mancato una prenotazione. Partenza il 7 Agosto da Malpensa, purtroppo dovremo fare 2 scali e rifare il check in a Francoforte perchè la prima tratta la fa Lufthansa che non può farci le carte di imbarco anche di Etihad, pazienza almeno i bagagli andranno diretti a destinazione. Facciamo scalo a Francoforte e poi ad Abu Dabhi , Aerei non proprio comodissimi, l’anno scorso con Emirates si stava molto più larghi ma servizio buono, qualche film e un paio di dormite aiutano a far passare le 22 ore di volo complessive (soste agli scali escluse), atterriamo a Sydney alle 6 e 20 dell’8 Agosto.Un pò di burocrazia per entrare nonostante avessimo fatto il Visa on line con esito positivo, ci chiedono (e come a noi a molti altri italiani) altri documenti di identificazione per controlli aggiuntivi (assurdo: la nostra patente lì non vale e per noleggiarti l’auto devi fare quella internazionale, la carta d’identità stessa cosa quindi….???), perdiamo mezz’ora poi ci mettono in file separate a seconda di quanto dichiarato sul foglio di ingresso compilato in volo, dichiariamo che abbiamo dei medicinali (il minimo indispensabile per un viaggio : tachipirina…) ci chiedono quali e grazie ai suggerimenti trovati in altri diari di viaggio mostriamo il foglio firmato dal medico con tipo di medicinale, posologia e principio attivo tutto in inglese: perfect! il loro commento: Possiamo andare con un certo sollievo visto che ad altri meno scrupolosi hanno fatto aprire i bagagli completamente in cerca di chissà cosa: attenzione è severamente vietato portare cibi di qualunque tipo applicano una sorta di quarantena severissima. Usciamo dall’area arrivi dell’aeroporto alle 8 meno male che i bagagli sono arrivati dopo pochi minuti, cambiamo un pò di soldi, pochi perchè il tasso di cambio applicato dagli exchange in aeroporto è pessimo e vogliono pure 10 $ di commissioni , in città troveremo di meglio e senza commissioni. Prendiamo un taxi link per l’hotel (non conviene: se siete almeno in 2 un normale taxi costa meno e non siete costretti ad aspettare che riempiano il mini bus di turisti per partire facendo poi sosta in 5-6 alberghi diversi prima del vostro…). Alle 9 e qualche minuto siamo in Hotel, Great Southern Hotel , in pieno centro (George Street), una doccia veloce e via alla scoperta di Sydney.

9 Agosto: in 20 minuti raggiungiamo a piedi l’acquario di Sydney, è proprio sulla baia quindi appreziamo anche il panorama. Al primo impatto mi pare più bello quello di Genova, poi arriviamo ai tunnel immersi in una immensa piscina nella quale nuotano anche squali e mante di dimensioni notevoli . Dal tunnel completamente trasparente ti trovi a pochi centimetri da questi mostri marini , davvero da brivido… : Lasciamo l’acquario e dato che abbiamo acquistato un biglietto cumulativo per entrare in 4 attrazioni (conviene) passiamo dal World Nature li accanto dove ci sono un pò di animali da vedere. Ci rechiamo poi all’Opera House , simbolo di Sydney , l’interno è molto meno affascinante della Scala di Milano, da fuori fa la sua scena e dalla banchina di fronte si ha una vista splendida sul Sydney Bridge. Andiamo alla Sydney Tower che è quasi buio e spero di fare foto da copertina della città dall’alto e illuminata : delusione immensa perchè l’observation desk è chiuso da vetri ( e fin qui niente da eccepire…) con una serie di pannelli pubblicitari luminosi all’interno. Il riflesso finisce sui vetri e devi fotografare appoggiando l’obiettivo al vetro (ovviamente sporco…) per evitare di fotografare Sydney con i riflessi del Mac Donald come compagnia, prendo un appunto di ritornarci di giorno. Andiamo a mangiare qualcosa e , come ci aspettavamo leggendo i racconti degli altri turisti , scopriamo che alle 18 i negozi sono tutti chiusi e gli australiani mangiano presto (anche prima delle 18) . La cucina australiana è molto influenzata dal vicino oriente, ci sono un’infinità di take away cinesi , giapponesi e vietnamiti , fish & chips sembrano il piatto forte. Ovviemente si trova anche qualcosa di meglio ma in quel caso i costi salgono vertiginosamente. Sydney di sera è molto bella perchè le principali attrazioni sono tutte illuminate , andate alla banchina davanti all’Opera House e godetevi il Sydney Bridge pieno di luci con la baia illuminata a sua volta : uno spettacolo ! Peccato che sia una meraviglia deserta e silenziosa… Si perchè alle 9 di sera per strada eravamo noi e …i parchimetri…sinceramente è un aspetto un pò desolante alla lunga , non si tratta solo di Sydney , scopriremo più avanti che tranne qualche rara eccezione (la meravigliosa Brisbane) è così in tutta l’Australia . Andiamo a nanna presto quindi .

10 Agosto: in aeroporto avevamo prenotato un’escursione alle Blue Mountain , vengono a prenderci davanti all’Hotel puntuali e con un comodo bus della Grey Line Tours iniziamo il giro. Purtroppo piove con una certa insistenza , d’altronde qui è pieno inverno, arriviamo al punto panoramico e si scorgono i tre picchi delle Three Sisters avvolti dalla nebbia. Tutta la parte della gita riguardante la foresta e la natura è in parte rovinata dal tempo inclemente e dalla nebbiolina che sale dalla vallata (ma la nebbia non c’era solo a Milano???), anche la splendida visuale delle Katoomba falls . Bello il Featherdale Wildflife Park dove si posso vedere ed accarezzare gli animali tipici australiani all’interno di appositi recinti all’aperto. Tenerissimi Koala che si lasciano accarezzare docilmente e in qualche caso allungano la zampetta per essere presi in braccio e i piccoli Wallaby (della famiglia dei marsupiali come i canguri ma più piccoli ). Rientriamo a Sydney in traghetto e la vista della baia dal mare è notevole. La sera facciamo un bel giro della città spingendoci attraverso Chinatown fino al quartiere di The Rocks per poi tornare alla baia a fotografare l’Opera House ed il Sydney Bridge illuminati.

11 Agosto: volo Quantas per Alice Springs , tappa obbligata se volete visitare l’Outback sfuggendo il più possibile dai prezzi folli di Ayers Rock . Gli australiani ci sanno farre nulla da dire, in queste zone che attraggono molti turisti costa tutto molto di più , dagli alberghi alla benzina. Alice Spring più che una città è un paesello che sembra un posto di frontiera costruito apposta per fare da base di partenza verso l’Outback : hotels super lussuosi con piscina e casino all’interno, autonoleggi in serie , un saloon stile vecchio west e niente altro. Alle 17 tutto chiuso tranne il saloon e un paio di ristoranti: una desolazione. Consiglio : noleggiate l’auto direttamente in aeroporto perchè molti hotel sono abbastanza distanti dal centro (2Km ) e su uno stradone isolato e male illuminato per cui la sera vi toccherebbe prendere un taxi per spostarvi (10 $ a corsa). Alloggiamo al Lasseter Hotel Casino, appunto un pò fuori mano, elegante , pulito , camere enormi , servizio impeccabile .

12 Agosto : di buon mattino ci rechiamo da Thrifty per ritirare l’auto a noleggio prenotata da casa via internet . “ci dispiace ma la macchina che ha prenotato (Toyota RAW4WD o similare) non è disponibile…se vuole abbiamo una Jets” Cooosaaaaaaaa?????????? Ok tanti saluti vado da Hertz qui accanto…” va beh abbiamo un pick up 4WD allo stesso prezzo…” Prendiamo il pick up dopo aver avuto anche la spiacevole sorpresa di scoprire che il navigatore GPS prenotato era un modello senza braccetto per fissarlo al vetro (forse era stato restituito così dal precedente cliente e volevano rifilarcelo lo stesso), ovviamente il GPS è rimasto all’autonoleggio e mi hanno restituito i soldi…per il giro che avevamo in mente basta una buona cartina, le strade sono poche e diritte per centinaia di Km …non puoi sbagliare…Il pick up è comodissimo, sembra di guidare un aereo e sigh…consuma come tale! Ci fermiamo per un rifornimento di carburante a Eldrunda e dato che è ora di pranzo assaggiamo delle strepitose patatine fritte nel locale take away. Riprendiamo il viaggio in mezzo a quello che è il paesaggio che ci accompagnerà per centiania di Km : una strada al centro e attorno una distesa immensa di terra rossa e vegetazione che crea un contrasto di colori meraviglioso. Per non parlare del senso di pace che ti da il silenzio assoluto che ti colpisce se ti fermi , siamo noi la natura e nulla altro, a volte a distanza si sente il rombo del motore di un auto in avvicinamento , arriverà dopo alcuni minuti e questo da la misura delle distanze da cui il silenzio naturale porta i suoni. Questa nella sua semplicità è una delle esperienze più emozionanti di tutto il viaggio. Arriviamo a Yulara al Desert Inn Hotel, si trova all’interno di un enorme complesso di alberghi e ristoranti uno accanto all’altro. Camera Ok e pulita , lasciamo i bagagli, sono le 15 . Ci dirigiamo all’Ayers Rock Park (ingresso 25$ a testa , pass valido 3 giorni), sono chiaramente indicati i posteggi con punto panoramico per pullmann e auto (separati). Ci fermiamo, posizioniamo la macchina fotografica con cavalletto davanti al monte Uluru e aspettiamo che si avvicini il tramonto. Tramonto che inizia poco dopo le 18, e allora vedi i colori del monte cambiare e un’ombra salire dal basso verso l’alto a cambiarne il colore e la luce. Bellissimo.Rientriamo in hotel mettendoci diligentemente in colonna , ora c’è una fila di macchine che esce dal parcheggio , in Agosto cercate di arrivare un’oretta prima o poi i punti panoramici migliori sono occupati. Ceniamo con un hamburger veloce in un caffè all’interno del resort e andiamo a letto presto per l’alzataccia del giorno dopo .

13 Agosto : abbiamo deciso di andarea fotografare l’alba (informatevi prima a seconda del mese in cui andate a che ora sorge il sole, l’apertura del parco è regolata di conseguenza). Dato che il sole sorge sul lato opposto c’è una diversa area panoramica di nuova costruzione. Sono passate da poco le 6 fa molto freddo, sorge il sole e l’intervallo dei colori sembra davvero il contrario di quello del tramonto, devo dire che ho preferito quest’ultimo, se le alzatacce vi turbano potreste pure evitare…Facciamo poi un giro attorno alla montagna, scegliamo di non salire come chiedono gli indigeni , cortesia inutile perchè l’ascesa è chiusa comunque probabilmente perchè nel frattempo al temperatura è salita parecchio e fa caldo.Sempre rimanendo all’interno del parco prendiamo la strada per Kuta Tujia, bellissime formazioni rocciose a 45Km da Uluru.C’è la possibilità di fare dei bei percorsi a piedi tra queste montagne, scegliamo quello da 2,6Km (solo andata), arriviamo all’imbocco di una gola da cui si vede tutta la vallata ,panorama splendido . Da li torniamo indietro perchè il punto panoramico successivo è ad alcuni Km, si parla di punti panoramici ma in certi momenti sembra veramente che ogni passo che fai sia un punto panoramico. Torniamo alla macchina e partiamo all volta del Kings Canyon. Arriviamo nel pomeriggio, anche li puoi scegliere vari percorsi all’interno del parco, data l’ora e pensando che quello più lungo ci porterebbe a finirlo al buio optiamo per oggi per quello da breve. Carino ma nulla di più. Alloggiamo al Kings Canyon Resort , posto costosissimo ma l’alternativa è una tenda o sotto le stelle accanto ai canguri …Da casa ho prenotato uno stanzone a 4 letti, peccato non mi sia accorto che non ha il bagno (ecco perchè le lodge costavano così tanto meno…) . Sono sistemazioni ideali per chi vuole risparmiare qualcosa facendosi anche da mangiare da solo (c’è un ampio locale cucina adiacente le stanze). I bagni sono in una costruzione indipendente, nulla da dire: puliti, c’è tutto dallo spogliatoio alle docce , Wc , lavandini.

14 Agosto : di mattina ci rechiamo al Canyon di buon’ora . Non c’è alcun ingresso da pagare ( ma dai!!) e iniziamo il percorso di 6Km. Si passa all’interno del canyon e poi sul costone dello stesso con scorci di panorama davvero belli, il completamento del percorso viene stimato dalle guide turistiche in 3,5 ore e sulla base di questo avevamo rinunciato il giorno prima. Abbiamo impiegato poco più di 2 ore incluse numerose soste per le foto e per ammirare il panorama per qualche minuto cercando di fissare nella memoria delle immagini di questi posti immersi in silenzio, pace , serenità da riportare a galla una volta ritornati nel caos della nostra vita quotidiana in città. Torniamo verso Alice Spring dove arriviamo nel primo pomeriggio , lasciamo i bagagli al Lasseter e ci rechiamo appena fuori città a vedere la vecchia stazione telegrafica. Hanno in pratica ricostruito un villaggio dell’epoca con tanto di stazione del telegrafo, alloggi del telegrafista, scuola, stalle . E’ il primo posto dove riusciamo da incontrare dei canguri in libertà, nello spiazzo di deserto accanto al parcheggio 2 cangurini ci osservano incuriositi quanto noi, poi al nostro approssimarci saltellano via rapidi. Riportiamo la macchina all’autonoleggio e andiamo a cenare al Saloon . Cena a base di grigliata mista del bush (canguro, cammello , Emù…) e poi di nuovo in Hotel. Al casinò interno provo l’ebrezza di vincere 2$ alla slot machine , li riperderò nei 3 minuti successivi… Nel complesso questa dell’Outback rimarrà la tappa che mi ha lasciato di più dal punto di vista emozionale , la vastità e la bellezza dei luoghi, il senso di serenità. Se prima di partire avevo qualche perplessità perchè pensavo ad Uluru come ad un grande gianduiotto in mezzo al deserto, sono felice di aver accettato la sfida… Qui ho cominciato anche a notare una cosa che mi ha fatto un pò di tristezza : le condizioni degli aborigeni. Li riconosci rispetto al resto della popolazione per i tratti somatici (spesso per la fronte sporgente) ma soprattutto per le loro condizioni, mi sembrano ai margini della società. Li vedi vagare per le strade dimessi nell’aspetto e molte volte rumorosi (qualche australiano sostiene che siano spesso vittime di alcool e droghe). Vengono sfruttati per il turismo, ovunque trovi negozi che vendono articoli “aboriginal art” e via dicendo ma gli aborigeni ? Ho assistito ad alcuni episodi dai quali mi pare evidente che sono per lo più ignorati e mal tollerati .

15 Agosto : volo Quantas per Melbourne. Arriviamo nel primo pomeriggio, alloggiamo al Victoria Hoel in centro. Prendiamo lo Sky Bus dall’aeroporto alla central statiion e da li facciamo un pezzo a piedi fino all’hotel. E’ una bella giornata e cominciamo ad apprezzare una città che sembra avere una distribuzione più omogenea di cose interessanti da vedere rispetto a Sydney (dove è quasi tutto concentrato lungo la baia). Molto bello il giro serale che pure conferma la scarsa propensione alla vita notturna degli alustraliani. Facciamno il percorso a piedi suggerito dalla Lonely Planet e ci rechiamo al Turist Center per prenotare l’escursione del giorno successivo lungo la Great Ocean Road. Ceniamo in un localino italiano (da Tano’s mi pare si chiami) e come sempre a letto presto.

16 Agosto : il pullman del tour ci viene a prendere davanti all’Hotel alle 7 e 30 . Sarà un tour di una giornata, in realtà fare tutta la Great Ocean Road richiederebbe 2 giorni con sosta e pernottamento poco dopo Port Campbell per dirigersi magari verso Adelaide . Abbiamo deciso di escludere Adelaide dal giro e da altri commenti ci pareva evidente che la parte migliore della Great Ocean Road fosse fino a Port Campbell appunto. Molto belli i panorami di Bells Beach, del Gibson Steps, del Loch Ard Gorge e soprattutto dei Twelve Apostoles. Peccato che spesso un pallido sole lasciasse il posto ad una fastidiosa pioggia , motivo per cui abbiamo rinunciato al possibile tour in elicottero (7-8 minuti…) sopra i Twelve Apostoles. Rientro in Hotel in tarda serata (intorno alle 20) , giusto in tempo per la cena ed un altro giretto per le strade di Melbourne.

17 Agosto : volo JetStar per Hobart. Inizia la nostra avventura in Tasmania, isola a sud dell’Australia , di cui fa comunque parte, regione con una sua storia tutta particolare per cui è stata ribattezzata Van Diemen’s Land. Piccola parentesi sulle compagnie Low Cost australiane, noi abbiamo utilizzato 4 volte Jet Star. Negli aeroporti più grandi ti da la possibilità di farti il check in da solo inserendo il solo numero di prenotazione o il cognome su appositi terminali presenti in quantità. Se hai dei bagagli da imbarcare con la tua boarding pass già stampata (in 30 secondi) vai al banco boarding bags (quello che sarebbe il vecchio banco check in ) dove in altri 30 secondi prendono il bagaglio, gli mettono l’etichetta con la destinazioe ed è tutto fatto. Gli aerei sono tutti nuovi , le hostess carine da morire , il servizio puntuale ed impeccabile (a bordo le bevande e il cibo sono tutti a pagamento ). Gli aerei sono sempre partiti ed arrivati in orario perfetto, anzi ad Airlie Beach mi hanno pure telefonato per avvisarmi che il volo dell’indomani sarebbe partito in leggero anticipo …i bagagli imbarcati arrivavano sul tappeto in pochi minuti. Arriviamo ad Hobart e in aeroporto veniamo sottoposti ad annusata prolungata da parte di un bellissimo esemplare di razza Beagle alla ricerca di articoli alimentari (che non si possono portare). Noleggiamo una Jets (per la Tasmania va bene) alla Budget (Thrifty non mi becca più…) e andiamo a lasciare i bagagli in Hotel (Leisure Inn Hobart Macquaire) , davvero carino, vicino al centro. Facciamo un giro per la città che è di dimensioni ragguardevoli. L’aspetto di molti palazzi è tipicamente coloniale, carina la zona di Salamanca Place con una serie di bar , ristorantini e bistrot aperti fino a tardi . Dopo aver effettuato il tour a piedi consigliato dalla Guida Lonely Planet ,ceniamo nella zona del porto in un bistrot suggerito dalla stessa : MURES. Al primo piano c’è un raffinato ristorante, al piano terra appunto il vivace bistrot dove prendiamo 4 cestelli di pesce (in 2…) spendendo circa 25$ a testa birra inclusa. Porzioni e qualità buone, prezzo onesto, uno dei pochi posti in cui abbiamo mangiato per cui valesse la pena spendere 2 righe.

18 Agosto : partiamo presto con l’intenzione di arrivare a Launceston in serata dopo aver visitato un pò di luoghi di interesse. Passiamo dal grazioso villaggio di Richmond con il suo ponte sul fiume datato 1823 e dove troviamo la più antica chiesa cattolica di Australia (St John 1836). Da li raggiungiamo Pirate Bay con bellissimi scorci della baia e poi la colonia penale di Port Arthur. La colonia penale è stata ricostruita o conservata al meglio, si fa un interessante tour che tocca i vari edifici della colonia e la ripercorre le tappe della sua triste storia. C’è la possibilità di fare un giro in battello , sinceramente si poteva evitare non aggiunge nulla visita, forse il tempo incerto ha acuito il senso di disagio di fronte a questo inquietante posto il cui affacciarsi sul mare sembra una beffarda ironia. Riprendiamo il percorso con l’intenzione di andare a vedere Wineglass bay, non avevamo fatto i conti con il tempo che ci ha portato via Port Arthur (ce ne andiamo da li intorno alle 14) , la pioggia che inizia a battere incessante rendendo ancora più difficoltosa la circolazione sulle strette strade della Tasmania tutte curve e saliscendi. La Jets in salita arranca paurosamente e di salite e discese ce ne sono in continuo, arriviamo al punto panoramico per Wineglass Bay che sono le 17, comincia ad avvicinarsi il tramonto, scopriamo che il punto panoramico ha una bella visuale ma della Wineglass bay si vede poco o nulla. Dovremmo adeentrarci per altri 10 Km e poi fare un percorso a piedi di un’ora almeno, si arriverebbe che è buio pesto e siamo a 200Km dalla nostra destinazione per la notte. Amarezza tremenda. Siamo anche stanchi morti , nelle vicinanze non ci sono città che promettano di poterci offrire ospitalità per una notte per ritentare l’indomani mattina presto, così optiamo per rientrare a Lanunceston , quando arriviamo…arriviamo…non vi dico l’impresa, strade buie, non illuminate, strette…tutte curve . Si procede con prudenza, ci imbattiamo in un incidente (2 auto nel prato una terza di traverso sulla carreggiata) dove un autentico folle fa segno con la mano di evitare l’auto in mezzo alla strada stando pure lui in mezzo alla strada senza giubbotto catarifrangete , meno male che andavamo piano…Pochi Km più avanti evitiamo per poco un grosso animale in mezzo alla nostra corsia di marcia , questo si sposta in tutta fretta quando lo illumino con i fari, freno e vedo la carcassa di un animale più piccolo in mezzo alla carreggiata: ho interrotto la cena a qualcuno . In Australia è frequente imbattersi in animali morti lungo le strade , soprattutto canguri , questi animali la notte vagano liberamente e attraversano le strade non illuminate dove sono vittime degli autoveicoli. Arriviamo a Launceston dopo le 20, troviamo un Hotel consigliato dalla Lonely (Sandor’s on the park), per fortuna alla Budget ci hanno dato un navigatore GPS come si deve. Entro e chiedo se hanno una stanza x 2 notti, la receptionist simpaticissima ci trova posto e dato che è tardi per andare a cercare un posto dove cenare in città ci suggerisce il bistrot dell’Hotel. Ottime scelte entrambe, l’hotel ha anche il parcheggio interno gratuito e al bistrot mangiamo dignitosamente.

19 Agosto: l’idea è arrivare fino al punto estremo di The Nut per ritornare a Launceston in serata. Partiamo presto e facciamo tappa alla Cataract Gorge , ovviamente piove a dirotto, sembra una nuvola dispettosa che ci segue in tutte le escursioni. Lasciamo l’auto e prendiamo la seggiovia che ci porta all’inizio del camminamento panoramico. La gola è suggestiva, così pure il ponte sospeso, molto meno l’anonimo King Bridge che segna la fine del percorso panoramico. Per fortuna durante il percorso di ritorno smette di piovere e fa capolino un timido sole, almeno la traversata in seggiovia non ci costerà una doccia…bellissima la gola tra due mura di roccia vista dall’alto. La strada da Launceston in poi è molto più scorrevole di quelle a sud, c’è addirittura un lungo tratto di autostrada (si va beh… 1 corsia x senso di marcia a volte 2 ma almeno non sembra il passo dello Stelvio…) costeggiato dal amre. Nel frattempo il sole si è fatto strada tra le nuvole ed il panorama ne trae enorme giovamento. Ci fermiamo più volte a fotografare il mare, baie e scogliere, sembra un altro posto rispetto al grigiume del giorno precedente. Superiamo Table Cape e arriviamo a Stanley poco dopo l’ora di pranzo . La cittadina è piccola e graziosa molto vecchio stile , affacciata sul mare , divoriamo un cestello di calamari fritti al caffè accanto all’Hursey Seafood e poi percorriamo la strada che porta al punto panoramico dove si apprezza The Nut , formazione vulcanica alta 152m . Possiamo prendere con calma la via del ritorno, apprezziamo così i pascoli di pecore accanto alla strada e poi di nuovo giù verso l’autostrada costeggiata dal mare. Arriviamo a Launceston che sta iniziando a fare buio e optiamo per bissare la cena al bistrot dell’hotel dove ci avventuriamo (folli) ad assaggiare qualcosa di croccante e saporito che nelle intenzioni dovrebbe essere pizza (che pretese anche noi!!).

20 Agosto: in mattinata prendiamo il volo Jet Star per Brisbane. Alloggiamo al Chifley at Lennon’s a pochi passi dal centro e con una bellisima vista sulla città dalla nostra stanza al 20° piano. La città è bellissima , per certi versi mi è piaciuta più di Sydney, la zona intorno al Victoria Bridge è davvero bella per non parlare della vista da cui si gode dal Southbank, il paesaggio è quello delle cartoline , di sera poi con tutte le luci ed i loro riflessi nell’acqua è qualcosa di indimenticabile.La cosa che ci ha colpito è la vivacità della città rispetto a quanto sperimentato finora in Australia, negozi ancora aperti alle 19, una vita notturna intensa, con alcune vie del centro popolate di giovani fino alle 2 di notte , locali aperti , luci , musica insomma : vita! Per completare il tutto una cena come si deve da Mellino’s , ristorantino italiano in Brunswick Street (affollatissima) dove il gestore è un simpaticissimo siciliano emigrato lì 59 anni fa che ad un certo punto si è seduto al tavolo con noi a chiacchierare della sua avventura e di un pizzico di nostalgia della sua terra natale. Peccato che Brisbane sia stata solo una tappa di avvicinamento ad Hamilton Island , anche rimanendo solo un giorno abbiamo visto molto e ci è rimasta impressa nella memoria e nel cuore più di altri luoghi in cui ci siamo soffermati maggiormente , meritava ci fermassimo di più.

21 Agosto: breve volo Jet Star per Hamilton Island per goderci le meraviglie della barriera corallina. Le sistemazioni da Hamilton Island costano parecchio così optiamo per la più economica Airlie Beach (Airlie Beach Hotel). L’aeroporto è sul mare la pista inizia a pochi metri dall’oceano, in fase di atterraggio ci è sembrato che l’aereo volesse atterrare direttamente in mare, stupefacente. All’arrivo in aeroporto i bagagli vengono scaricati dall’aereo direttamente sotto un porticato dove ognuno prende dal carrello la sua valigia. Prenotiamo un traghetto per Airlie Beach, partirà alle 15 e sono appena le 13,30 ci sediamo su uan panchina dove veniamo di li a poco raggiunti dai passeggeri del volo successivo . Alcuni si fermano a dormire ad Hamilton Island che ha un piccolo resort estremamente lussuoso e costoso, addirittura li vengono a prendere con una serie di Audi A8 da sponsorizzazione per portarli al resort…sciuponi! Airlie Beach assomiglia a tante altre piccole cittadine turistiche affacciate sul mare, due lunghe vie parallele di negozi, ristoranti, agenzie turiustiche che propongono escursioni, non sfugge alla triste regola australiana, alle 18 negozi chiusi dalle 20 in poi tristezza…Facciamo 2 passi , prenotiamo un’escursione alle isole vicine per il giorno dopo e andiamo a cena nell’affollato Beaches , prezzi buoni, porzioni pure mangiamo delle penne alla boscaiola di cui il boscaiolo non conosce l’esistenza …(ricetta stravolta ma buone e abbondanti) , prendiamo altre 2 birre (in qualche modo bisogna affogare la tristezza di queste sere …) dal bottle shop accanto all’hotel e ce le scoliamo davanti alla tv che tasmette una partita di calcio australiano, uno sport a metà tra il calcio ed il rugby , popolarissimo qui e in cui pare si giochi sempre perchè ogni giorno in TV ti imbatti in una serie di partite , molto peggio che con il calcio da noi.

22 Agosto: il pullmino della Whitheaven Cruises ci preleva davanti alla reception e ci porta all’imbarcadero dove saliamo su un battello da crociera a 2 piani . Non è affollato, siamo in bassa stagione. Prima tappa Hook Island dove scendiamo in spiaggia e facciamo un pò di snorkeling vicino alla riva, si comincia a vedere un pò di barriera corallina e un’infinità di pesci. Il lunch buffet a bordo è modesto freddo per fortuna ci pensa Whiteheaven beach a riscaldare l’anima. Cosa dire…si sente spesso parlare di spiagge bianche ed acqua cristallina e poi si scopre che non è proprio così, non è questo il caso. La sabbia è di un candore incredibile, al tatto è finissima , sembra farina, il mare trasparente , la spiaggia si estende per un paio di Km, li percorriamo tutti facendo due chiacchiere con una coppia di australiani di Melbourne pure loro in gita , il marito ci racconta di avere perfino un bisnonno italiano. Ritorniamo ad Airlie Beach dopo mare , sole e paesaggi splendidi decisi a ripetere l’esperienza il giorno successino. Prenotiamo infatti con la stessa compagnia l’escursione alla barriera corallina. Cena al Beaches e solite 2 birrette in camera davanti alla Tv .

23 Agosto: abbiamo rischiato seriamente di rovinarci la giornata per la sbadataggine di qualcuno. Dovevano passare a prenderci davanti alla reception dell’hotel alle 7 e 25 come il giorno precedente. Ci posizioniamo con un certo anticipo perchè non si sa mai ma alle 7,45 ancora non si vede nessuno. Il traghetto parte all 8 . Mi preoccupo, entro in hotel e chiedo al signore alla reception se per favore psosso fare una telefonta. Gli spiego la situazione e mi dice ci penso io. Chiama la compagnia che prima prova sostenere che sono passati e non eravamo sul posto poi di fronte alle nostre decise rimostranze e alla conferma del receptionist sul fatto che eravamo sul posto in netto anticipo glissano. Ok mi dice il receptionist , il pullimino è solo in ritardo , ora arriva. Come no, in 3 minuti arriva un autobus a prenderci, guarda caso…vuoto!!Si erano dimenticati e via radio hanno mandato il primo autobus sul percorso. Arriviamo al molo alle 7.58 giusto in tempo per salire su un enorme traghetto a tre piani . Dopo un’oretta di navigazione attracchiamo al Pontoon, in pratica una banchina in mezzo all’oceano , al piano inferiore c’è tutta una zona per prepararsi alle immersioni , mute, bombole, attrezzatura varia. Al piano superiore una terrazza scoperta con sdraio e tavolini per rilassarsi e prendere il sole.Mi lascio convincere a fare la prima esperienza di Diving in vita mia. L’istruttore prende letteralmente per mano me e una ragazza brasiliana e ci porta fino a circa 8 metri di profondità. Bella la fase della vestizione con muta bombole, pesi, pinne, maschera , il tutto preceduto da un briefing di una mezz’ora su cosa fare e cosa non fare (in primis NON TOCCARE NIENTE) . Inutile dire che è stata un’esperienza fantastica , la barriera corallina è un ‘insieme stupefacente di formazioni coralline, colori, poi ci sono un’infinità di pesci, alcuni coloratissimi, siamo passati a pochi metri da uno squalo che è andato oltre ignorandoci (non ci tenevo a farmi notare…). Sono stati 30 minuti davvero emozionanti. Dopo un fugace luncha a base di frutta mi sono concesso anche un’oretta di snorkeling. Per chi voleva era a disposizione un battello con il fondo di vetro trasparente per andare a vedere le meraviglie della barriera coralllina senza entrare in acqua. Una gita davvero bellisima, siamo rientrati ad Airlie Beach mentre tramontava il sole facendo altre bellissime foto dal traghetto. Solita cena al beaches e birrette in camera.

24 Agosto : la mattinata è libera abbiamo il volo nel pomeriggio, facciamo 2 passi per Airlie Beach e scriviamo le cartoline affacciatri sulla spiaggia. Alle 14.55 volo Jet Star rientriamo a Sydney, arriviamo alle 17 , prendiamo un taxi fino all’hotel. Una doccia e via a fare un giretto per Sydney, ceniamo in un pizza hut perchè abbiamo deciso che una pizza fatta male è meno peggio delle schifezze che mangiano qui…

25 Agosto : abbiamo tutto il giorno per visitare Sydney. Cominciamo con il Taronga Zoo a cui si arriva prendendo il Ferry dal Wharf 2 . In pochi minuti si arriva poi una funivia ti porta dentro lo zoo. Se vi siete persi qualche animale questo è il posto giusto per recuperare . C’è una zona dedicata agli animali australiani ed una per quelli africani. Bellissimo il recinto con i piccoli Wallaby , in pratica sono in un enorme recinto che ricostruisce il loro ambiente naturale con alcuni Emù ed altri piccoli animali, c’è una doppia porta di accesso per evitare che possano fuoriuscire mentre qualche visitatore entra. I visitatori camminano accanto a loro e se non si fanno movimenti bruschi si riescono anche ad accarezzare senza problemi perchè sono animali comunque docili, l’importante è non spaventarli con scatti improvvisi o atteggiamenti aggressivi altrimenti scappano in quattro salti. La visita allo zoo richiede quattro ore buone ma se ci andate con dei bambini preparatevi a passarci la giornata perchè ci sono tanti spettacoli con gli animali preparati proprio per i più piccoli. Da alcuni punti dello zoo c’è una vista splendida sulla baia di Sydney. Rientriamo al Quay di Sydney e da li prendiamo un altro traghetto per Manly Beach descritta come una delle più belle di Sydney. Direi che i superlativi che si sprecano per questa spiaggia sono esagerati, carina con un bel viale pedonale che la raggiunge dal molo dove attracca il traghetto ma niente più. Utiliziamo il quarto ingresso del pacchetto acquistato a Sydney il primo giorno per vedre Ocean World, una riproduzione in piccolo dell’acquario di Sydney con tunnell in mezzo alla vasca degli squali. Rientriamo a Sydney che è ancora chiaro e giusto in tempo per tornare sulla Sydney Tower a fare qualche foto con la luce del sole. Rimaniamo sull’oservation desk fino al tramonto che sopraggiunge rapido e furtivo poi a cena e in hotel.

26 Agosto: facciamo un rapido giretto al Market City di fronte all’hotel per prendere qualche souvenir, alla reception ci hanno gentilmente concesso un late check out alle 11, poi per 2$ a bagaglio ci tengono le valige in uno stanzone fino alle 12. Attraversiamo la strada e raggiunta la Central Station prendiamo un taxi per l’aeroporto. Il volo è massacrante , 14 ore e mezza fino ad Abu Dabhi, poi 6 e mezza per Francoforte . Li dobbbiamo uscire dall’aerea arrivi e rifare il Check in al banco Alitalia che fa la tratta di ritorno fino a Milano (Linate stavolta). Nel complesso non abbiamo dormito praticamente nulla perchè i posti sull’aereo erano stretti , ci siamo affogati di film ma quelli in italiano erano pochi ed ero troppo stanco per volermi concentarre a capire quelli in inglese. Siamo arrivati a Milano abbastanza provati ma felici e soddisfatti di un’esperienza davvero unica. L’Australia è un paese enorme, con posti meravigliosi e distanze notevoli, in 20 giorni abbiamo preso 6 voli interni, fatto 2500Km in macchina , visitato molti luoghi diversi , qualcuno troppo in fretta . Ci sono anche i lati negativi: i prezzi sono elevati nonostante il cambio favorevole, il viaggio è davvero impegnativo e stancante (col senno di poi spenderei qualcosa in più ma facendo un solo scalo, due per di più col check in da rifare sono un massacro), andando tra Luglio ed Agosto che è il periodo di ferie in Italia si arriva durante l’inverno australiano e in certi posti (Tasmania) fa davvero freddo ed il tempo è inclemente, incomincerete a comprendere l’inglese degli australiani dopo un paio di settimane prima dovrete farvi ripetere le cose due volte (sono stato in molti posti di lingua inglese e non ho mai fatto tanta fatica capire). Però…siamo rientrati da un giorno e un pò mi dispiace di non aver fatto qualche giorno in più…il senso di libertà di alcuni luoghi è unico, al natura è selvaggia , ti senti davvero in viaggio verso l’avventura, insomma già mi manca e ci tornerei !!



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