Australia, il vero viaggio di nozze!
13 OTTOBRE 2012
Dopo mesi di organizzazione e di attesa eccoci al Terminal 1 dell’aeroporto di Milano Malpensa, ore 22.20: decollo con la compagnia Emirates destinazione Dubai per la prima tappa del lungo viaggio alla volta dell’Australia!
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15 OTTOBRE 2012
Dopo 26 ore, comprensive di scali a Dubai e Singapore, eccoci atterrati a Melbourne alle 8.40 di mattina e catapultati alle mille domande dell’impiegato dell’ufficio immigrazione, l’Australia è un paese molto diffidente nei confronti degli ingressi dall’estero. Giunti in centro città entrando dai Docklands con l’unico servizio navetta disponibile (20 aud a testa per circa mezz’ora di tragitto) raggiungiamo a piedi la nostra sistemazione praticamente in centro a poca distanza dalla Southern Cross Station, il “Great Southern Hotel” (138 aud per 2 notti in due), camera semplice, ma pulita e dotata di servizi privati. Decidiamo di non cedere alla stanchezza e di buttarci per strada dopo una doccia veloce. Prendiamo il “City Circle Tram”, storico mezzo di trasporto su rotaia che costeggia circolarmente il centro città portandoci gratuitamente nei punti più strategici. Passeggiamo sotto un sole primaverile (siamo in ottobre) nei Falgstaff Gardens all’ombra dei grattaceli circostanti. Dalla fermata in Flinders Street Station raggiungiamo la moderna Federation Square e, attraversato lo Yarra River, arriviamo al sobborgo di Southbank con l’Eureka Tower, da qui è possibile ammirare uno spettacolare skyline di Melbourne. Ci addentriamo poi nel cuore del Central Business District (CBD) sino a raggiungere China Town da Little Bourke Street (quartiere decisamente elegante) e la Shot Tower, storico edificio posto all’interno di un centro commerciale sotto una cupola di plexiglass. Unico pasto della giornata intorno alle ore 16 al Tokyo Maki con riso e pesce, tutto piccantissimo (20 Aud). Torniamo esausti in hotel alle 19, poi sonno profondo fino al giorno dopo!
16 OTTOBRE
Sveglia alle 7 ed eccoci al Gloria Jean’s coffees per una colazione a base di muffin giganteschi e caffè lungo (10.65 Aud). Subito dopo sfruttando il City Circle Tram ci dirigiamo al “Queen Victoria Market”, lo storico mercato dove si può trovare di tutto, dai cibi freschi, in particolare pesce e frutta esotica dai colori sgargianti, alle bancarelle di souvenir made in china, alle pelli di canguro, ai take away che cucinano i prodotti del mercato. Ci fermiamo a mangiare per pranzo: wrap e ostriche con limone (15 Aud). Nel pomeriggio decidiamo di passeggiare nel centro città tra gli eleganti viali, uno tra tutti Collin Street, e di farci trasportare dalla curiosità deviando per vicoli laterali con graffiti sui muri, piccoli ristoranti e pub. Ci dirigiamo verso est per raggiungere la Parliament House, sede del Parlamento del Victoria, e la St Patrick’s Cathedral, dotata di giardino circostante con le statue di San Francesco e Santa Caterina da Siena. Poi verso sud, superando lo Yarra river, per raggiungere il Queen Victoria Gardens, un parco dotato di una splendida vista sullo skyline della City e di un orologio floreale composto da più di 7 mila fiori! In seguito The Arts Centre, uno dei maggiori centri culturali di Melbourne, sede di innumerevoli spettacoli teatrali, musicali e mostre espositive, con la sua punta che ricorda una piccola tour Eiffel. Passiamo poi di fianco al National Gallery of Victoria, ma purtroppo inizia un improvviso temporale e ci prendiamo una bella lavata (non a caso Melbourne è considerata la città delle 4 stagioni in un giorno solo!). Alla sera ceniamo all’Hu Tong Dumpling Bar nei pressi di Chinatown dove si possono ordinare moltissime varietà di dumpling (ravioli cinesi al vapore, bolliti o fritti), noi mangiamo quelli al maiale ed ai gamberi, serviti nei classici cestelli di bambù impilati uno sull’altro (spesa 36 AUD in due).
17 OTTOBRE
E’ il giorno della nostra partenza da Melbourne. Lasciamo l’albergo e ci dirigiamo a piedi verso l’ufficio cittadino della Hertz per il ritiro della nostra auto a noleggio prenotata dall’Italia. Si tratta di una Ford Focus con cambio automatico (scelta azzeccata nonostante le iniziali perplessità, data la semplicità di guida). La guida a sinistra in centro città con l’aiuto di navigatore si dimostra molto più semplice delle attese, in poco tempo usciamo da Melbourne, prendiamo la Princes Highway, superiamo Gelong e iniziamo nei pressi di Torquay la famigerata “Great Ocean Road”, una strata panormica che costeggia il litorale oceanico regalando scorci di bellezza unica. Il tempo non è dei migliori, nuvole, vento e poco sole, ma l’atmosfera è magica. Percorriamo la strada fermandoci di tanto in tanto tra cittadine, spiagge e surfisti, arriviamo per pranzo ad Apollo Bay, piccolo paesino sull’oceano dove mangiamo un piatto take away di fish&chips (18 Aud). La Great Ocean Road ha una lunghezza di circa 250 Km, noi ci fermiamo a dormire a Port Campbell nel Portside Motel, camera molto confortevole ma un po’ fredda (114 Aud). Al tramonto ci fermiamo al Gibson steps, nei pressi di P. Campbell, una spiaggia di sabbia sull’oceano raggiungibile dalla costiera a picco alta circa 70 metri tramite una scala di legno con 86 gradini. A breve distanza la visione di un enorme faraglione nelle acque oceaniche. La sera non c’è molto da fare a Port Campbell, ci sono 2 o 3 bar/ristoranti poco frequentati e nessuno in giro.
18 OTTOBRE
La mattina successiva ripartiamo sulla Great Ocean Road e subito, nei pressi di Port Campbell ci fermiamo ai Twelve Apostles (in realtà non sono 12, noi ne abbiamo contati 7 ma a quanto pare il numero varia a seconda del punto di avvistamento), degli enormi faraglioni staccati dalla costiera a picco sulla spiaggia sottostante e che piano piano vengono risucchiati dall’oceano. Una visione spettacolare soprattutto con la luce del primo mattino dal punto principale di osservazione. C’è la possibilità di effettuare delle escursioni anche in elicottero (circa 100 aud a testa). Subito a seguire sul successivo tratto di costa ci fermiamo a vedere London Bridge. Si trattava di un arco roccioso collegato alla terraferma da un ponte di roccia, crollato nel 1990 mentre vi si trovavano due turisti recuperati poi in elicottero, ora rimane l’arco roccioso sferzato dalle onde dell’oceano. Proseguendo, fermandoci di tanto in tanto sulla costa, arriviamo a concludere la Great Ocean Road, imbocchiamo quindi la Princes Highway. Superando Warrnambool ci troviamo per pranzo nei pressi del paese di Port Fairy, mangiamo pollo in umido e un’insalata fredda con riso e spezie (27 Aud). Vediamo alcuni ragazzi che fanno surf sulla spiaggia e dopo pranzo proseguiamo verso nord, attraverso pascoli con mucche ovunque e fattorie, superiamo il confine ed entriamo nel South Australia (con 30 minuti di fuso orario in meno). Attraversiamo una foresta immensa prima di raggiungere il paese di Robe, di nuovo sull’oceano, ed alloggiamo nel Robe Lakeview Motel. Bellissima camera, spaziosa, confortevole, dotata di accesso sul retro con tavolino e sedie dove sorseggiare un meritato aperitivo con vista sull’incantevole Fellmongery Ski Lake (costo 140 Aud). Alla sera cena in paese con pizza (tutti gli altri ristoranti erano già chiusi…alle 21!!) prendiamo due pizze e birra per 37 Aud.
19 OTTOBRE
Il giorno dopo ripartiamo per l’ultimo tratto di percorso che ci porterà a Kangaroo Island. Nonostante ci aspettassimo una lunga giornata alla guida per raggiungere il porto di Cape Jervis il percorso si è dimostrato molto interessante e caratteristico, snodandosi per un lungo tratto nella riserva del Coorong National park, terre paludose ed ancestrali gestite dagli aborigeni. Una serie di paludi saline sono separate dall’oceano da una lingua di terra in cui vivono centinaia di specie di uccelli acquatici, in particolare gli enormi pellicani. Percorriamo una pista sterrata di circa 13 Km, la Coorong scenic Drive, che ci permette di addentrarci nelle terre del parco e avvistare da vicino gli enormi volatili. Poi proseguiamo verso nord e ci accorgiamo che il clima cambia sensibilmente, divenendo molto più caldo e soleggiato, incontriamo per la prima volta il bush Australiano (vegetazione bassa tipo cespugli). Superiamo il Murray river su una chiatta ed attraversiamo la collinosa Fleurieu Peninsula fino a raggiungere Cape Jervis dove avevamo già prenotato dall’Italia il traghetto per Peeneshaw su Kangaroo Island (costo per 2 biglietti + la macchina A/R sui 300 euro! Non c’è alterantiva alla compagnia navale Sealink, se non l’aereo da Adelaide). Segnaliamo che l’assicurazione della macchina non copre Kangaroo Island per l’alto rischio di investire canguri o animali. Secondo la nostra esperienza per evitare l’inconveniente basta stare attenti e non guidare dal tramonto all’alba, quando gli animali escono in strada. Raggiungiamo il paese di American River, all’hotel della catena All Seasons (costo 108 Aud), dove riusciamo a cenare all’ottimo ristorante dell’hotel prima che chiuda la cucina (alle 20.00!!), mangiamo bruschetta all’olio, gamberi con garlic sauce (aglio), filetto di canguro, vino bianco australiano per 89.80 aud.
20 OTTOBRE
Il mattino seguente dopo un’abbondante colazione con prodotti locali tipo miele delle api di Kangaroo Island (Api liguri!) e yogurt, ci avviamo alla scoperta dell’isola che si rivelerà selvaggia e gremita di animali. Non solo canguri, ma anche wallaby (mini canguri appartenenti alla famiglia dei roditori), koala, echidna, uccellini colorati, pappagalli, ecc… Durante il primo giorno di permanenza visitiamo prevalentemente la costa sud dell’isola, iniziando da Seal Bay (15 aud a testa) dove ci fermiamo piuttosto a lungo. Una passeggiata di legno dalla collina sovrastante conduce sino al luogo dove una colonia di leoni marini giace sulla spiaggia. C’è la possibilità di un’escursione con guida e accesso diretto sulla spiaggia, altrimenti ci sono due punti di osservazione: il primo dalla spiaggia, il secondo da un colle che sovrasta lateralmente la spiaggia a circa 40-50 metri d’altezza. Da qui la vista sulla costa e sull’oceano è davvero spettacolare. Risaliti in auto proseguiamo il viaggio ed incontriamo il cosiddetto “Little Sahara”, un insieme di dune di sabbia fine. Ci buttiamo scalzi a correre su e giù per le dune insieme ad una coppia di ragazzi di Adelaide che usa uno una tavola di legno per fare sandboard e con cui facciamo subito conoscenza. Per pranzo ci dirigiamo al centro dell’isola dopo aver letto sulla guida di una acquacoltura di Marrons (simili a gamberi giganti di acqua dolce). Dopo una visita allo stabilimento ci concediamo, nell’adiacente “Marron Cafe”, un piatto di Marrons in salsa accompagnati da vino bianco sauvignon (50 aud, ma ne è valsa la pena). Raggiungiamo quindi la nostra sistemazione: un bungalow in campeggio al Western KI Caravan Park, nei pressi del Flinders Chase National park, il parco naturale che si estende su tutta l’estremità ovest di Kangaroo Island. Costo 232 aud per due notti. Al momento del tramonto passeggiamo nel vasto parco intorno al campeggio circondati da moltissimi canguri e wallaby che escono dai boschi per mangiare. Quando torniamo incontriamo un canguro che bruca l’erba all’ingresso del nostro bungalow e un koala che scende dall’albero con il cucciolo in spalla: incredibile! Abbiamo scoperto che in questa remota zona dell’isola non sono presenti ristoranti o supermercati quindi ceniamo in bungalow con zuppa di noodles istantanea e bottiglia da 2 litri di acqua piovana (non esiste altra acqua sull’isola), costo 10.50 aud.
21 OTTOBRE
Ingresso al Flinders Chase National park 20 aud per 2 persone per un giorno. In mattinata visitiamo Admiral’s Arch, una grotta aperta sui due lati che sovrasta un’insenatura naturale di roccia popolata da una colonia di otarie. Le Remarkable rocks, un complesso di rocce erose dai venti che hanno assunto forme bizzarre. Pranzo nel bar all’interno del visitor centre del parco con panini e poi passeggiata lungo un sentiero che parte dal centro visitatori e si estende per boschi e prati nei dintorni. Scorgiamo alberi secolari, pappagalli, echidna e qualche wallaby e canguro. Decidiamo poi di risalire la costa in auto fino a raggiungere Vivonne Bay, una baia con mare dai colori mediterranei ma acqua gelida, almeno nel periodo primaverile. Qui acquistiamo i famosi hamburgher di pesce (Kingfish) da asporto che mangiamo per cena.
22 OTTOBRE
Partenza la mattina presto per ritornare sul continente. Ripercorriamo l’isola fino a raggiungere il porticciolo di Peenashaw e poi in traghetto fino a Cape Jervis. Un’altra ora e mezza di macchina e raggiungiamo Adelaide! Salendo verso nord per raggiungere la città capitale del South Australia la temperatura cambia decisamente, divenendo quasi estiva. Ci dirigiamo subito verso il Majestic Minima Hotel situato nel quartiere di North Adelaide, a poca distanza a piedi dal centro vero e proprio (99 Aud per una notte). Nel pomeriggio facciamo una passeggiata verso il centro città passando dall’Adelaide Botanic Gardens. Adelaide ci appare una città più calorosa rispetto a Melbourne, con influenze latine date dalla presenza di molti ristoranti e pub sudamericani. Ci dirigiamo verso la scultura Mall’s Balls, due grosse “palle” sovrapposte al centro di una via del centro, passeggiamo all’interno di una galleria di negozi e visitiamo la cattedrale di St. Francis Xavier. Alla sera ceniamo in un locale orientale con zuppa di noodle e box con riso, filetto di salmone e uova per circa 20 aud.
23 OTTOBRE
In mattinata ci dirigiamo in macchina all’areoporto dove lasciamo dopo circa 1500 Km la macchina ritirata a Melbourne e decolliamo con la Quantas alla volta dell’Outback! Dopo un volo molto turbolento soprattutto in fase di atterraggio, eccoci arrivati ad Alice Springs, il centro dell’Australia nel Northern territory. Con qualche ritardo sulla tabella di marcia ritiriamo la nostra nuova macchina, una Toyota Camry Sedan noleggiata presso Apollo, una compagnia che tratta prevalentemente camper ma noleggia anche auto appoggiandosi alla Hertz con prezzi veramente convenienti. Ad Alice Springs il prezzo medio di noleggio di un’auto per tre giorni si aggirava sui 700-1000 Aud, mentre noi abbiamo speso 423 Aud con kilometraggio illimitato. Raggiungiamo il centro della cittadina per fare spesa, ci riforniamo di bidoni di acqua e acquistiamo hamburger e spezzatino di carne e verdure take away in un negozio aborigeno per 18 aud. Recuperiamo depliant e cartina presso l’ufficio informazioni turistiche e partiamo nel primo pomeriggio alla volta del Kings Canyon, che raggiungiamo in serata dopo circa 450 Km di strada nel deserto rosso dell’outback in cui non incontriamo praticamente nessuno! Il Kings Canyon, situato all’interno del Watarrka National Park, è un monte roccioso solcato in passato da un fiume che costituiva il canyon, oggi il fiume non c’è più, ma rimane la vallata circondata dalla roccia a picco. Passiamo la notte nel Campground (campeggio) del Kings Canyon Resort per 125 Aud. Cena al grill bar locale con filetto di canguro grigliato, insalatona e birra (45 Aud per una porzione sola, ma ci mangiamo in due) mentre ascoltiamo un gruppo folk con tanto di banjo che intrattiene un sacco di Gray Nomads (i pensionati girovaghi australiani)!! Nonostante sul cartello all’ingresso del bar leggiamo la scritta incoraggiante “music ’till late” ci ritroviamo alle 21 appena a chiudere la serata musicale con i pochi gray nomad superstiti! E’ la conferma che gli australiani non amano la vita notturna, questo succede anche in città.
24-25 OTTOBRE
Ci svegliamo alle 5 per la nostra escursione sul Kings Canyon. Il percorso richiede circa 3-4 ore di tempo ed incomincia con una ripida salita fino alla sommità del canyon e poi il sentiero segue il margine del canyon per circa 6 Km attraversando luoghi diversificati: un piano dalla superficie ondulata, preistorico fondo marino; un labirinto di formazioni arenarie erose dal tempo; l’Eden, un giardino che si raggiunge attraversando un ponte sospeso ricco di vegetazione in prossimità di una pozza d’acqua. Il sentiero scende poi gradualmente dopo aver compiuto un percorso circolare seguendo il Canyon verso il parcheggio delle auto. Esistono altri percorsi più brevi ad esempio quello che ricalca il corso del fiume all’interno del canyon, di durata inferiore e meno impegnativo. Dopo aver completato la nostra camminata riprendiamo la macchina e dopo altri 400 Km circa arriviamo finalmente alla meta più ambita e sognata del nostro viaggio in Australia: l’Ayers Rock, Uluru in lingua originaria. Un enorme masso rosso incastrato nel deserto circostante, dalle linee curve erose nei millenni dai venti. Le pareti presentano delle irregolarità ed insenature che sono interpretate dagli aborigeni locali come personificazioni delle forze spirituali ancestrali che crearono l’universo nel cosiddetto tempo dei sogni (viene chiamata Tjukurpa dagli aborigeni che millenni orsono si erano stanziati all’uluru ed è la storia contenente tutti gli insegnamenti sociali, politici e religiosi degli aborigeni). L’ingresso al parco Uluru-Kata Tjuta National Park costa 25 Aud a testa ed è valido 3 giorni. Noi ci fermeremo due notti dormendo nel Ayers Rock Campground, la soluzione più economica con 150 Aud per notte per un bungalow piuttosto malconcio e sporco. Per cena ci sono varie possibilità, tra ristoranti ed escursioni come la famigerata “Sound of silence” che prevede cena dopo il tramonto, vista sull’Ayers Rock e sul cielo stellato. Noi evitiamo visti il costo eccessivo, circa 200 Aud a testa, e recensioni di altri tpc. Scegliamo di cenare al Outback Pioneer BBQ Bar dove acquistiamo un piatto di carne mista cruda, tra cui canguro, salsiccia di emu e coccodrillo, da cuocere su griglie a disposizione dei turisti. Costo 34.40 aud comprensivi di birra. Il giorno seguente ci dirigiamo a visitare i Monti Olgas, distanti circa 50 Km dall’Uluru e dall’aspetto probabilmente più particolare. Si tratta di un complesso di cupole di roccia rossa all’interno delle quali si snodano percorsi percorribili a piedi. Davvero spettacolare! Nel pomeriggio ci addentriamo nella cultura aborigena al visitor centre, acquistiamo una piccola piastrella dipinta sul posto ed aspettiamo il tramonto sull’Ayers Rock dalla postazione di osservazione, sono stupefacenti i continui cambiamenti di colore dal giallo alle diverse tonalità di rosso del monolite.
26 OTTOBRE
Partenza in mattinata dall’aeroporto di Ayers Rock per un volo Quantas di circa 3 ore che ci condurrà a Sydney, dove arriviamo ormai in serata causa il fuso orario. Alloggeremo per tre notti all’Y Hotel Hyde Park nei pressi dell’omonimo parco e a due passi da Circular Quay e dalla baia di Sydney. Trasferimento dall’areoporto al nostro Hotel con pulmino taxi per 15 Aud a test. Dopo una doccia rigenerante che ci ha tolto di dosso i residui di sabbia rossa del deserto eccoci in strada a fare due passi tra i viali a ridosso del CBD, sotto i grattacieli cittadini. Ceniamo al “Din Tai Fung”: 2 porzioni di ravioli al vapore al maiale e 2 porzioni di noodle con maiale e gamberi, due bicchieri di vino (sauvignon e zilzie) per 51.70 Aud.
27 OTTOBRE
La mattina proseguiamo con il nostro girovagare per le vie della city fino a raggiungere la baia. Un altro sogno si realizza, la visione dell’Opera House e del Darling Harbour! Percorriamo il ponte da cui si può ammirare un meraviglioso panorama sulla baia, sull’Opera House e sulla banchina di Circular Quay con la Tower e gli altri grattacieli del CBD alle spalle. Poi attraversiamo l’Anzac Bridge e ci dirigiamo al Fish Market, l’enorme mercato del pesce di Sydney. Prima di entrare approfittiamo di una degustazione gratuita di vini nel piazzale del mercato. Pranziamo in una area dedicata dove alcuni mini-ristoranti cucinano il pesce fresco del mercato. Per un piatto di gamberi, ostriche e contorno paghiamo 32.50 Aud. Nel pomeriggio torniamo verso Circular Quay e accompagnati dal suono dei didgeridoo aborigeni lungo la banchina proseguiamo sul lato occidentale verso lo storico quartiere di The Rocks tra stradine e vicoli che risalgono ad inizio ‘800. Decidiamo di visitare lo splendido Museum of Contemporary Art (ingresso gratuito). All’uscita, intorno alle 17 entriamo in una festa della birra organizzata tra le vie del quartiere di The Rocks che però con nostra incredulità sta per terminare (la solita questione degli orari australiani). La sera le vie di Sydney si animano con ragazzi dai travestimenti più assurdi per la festa di Halloween. Cena al Ajisen Ramen: due ramen con gamberi e due birre per 29 Aud.
28 OTTOBRE
Domenica mattina prendiamo un battello da Circular Quay per Mainly (28 Aud per due biglietti A/R). Il tragitto ci permette di ammirare la splendida baia di Sydney dal mare e ci conduce nel sobborgo di Mainly con la sua famosa spiaggia per surfisti, alquanto dilettanti a dire il vero, rispetto ai surfisti che avevamo visto lungo la Great Ocean Road. Pranzo in una catena di fast food australiana poi rientro a Circular Quay. Giro sulla monorotaia rialzata Mono Rail che percorre la city (biglietto 5 Aud), poi a piedi entriamo a Chinatown e ci perdiamo tra le viuzze del quartiere, entrando in qualche negozietto di spezie cinesi. Cena sempre in un fast food, non riuscendo a trovare un ristorante aperto per le vie del centro.
29 OTTOBRE
Partenza per l’ultima tappa del nostro viaggio in Australia: il Queensland. Raggiungiamo l’aeroporto domestico di Sydney con la metro, fermata aeroporto a 15.40 Aud a testa, prendiamo il volo prenotato della Jet Star e raggiungiamo Cairns dopo circa 3 ore. Subito apprezziamo finalmente l’atmosfera e la temperatura tropicale del Queensland. Ritiriamo la nostra auto noleggiata sempre tramite Hertz dall’Italia e subito partiamo per Port Douglas, la nostra destinazione a circa 1.30 ore a nord di Cairns. Lungo la strada costiera ci fermiamo alla famosa spiaggia di Palm Cove. A Port Douglas alloggeremo per tre notti al Pink Flamingo (circa 550 Aud), un mini resort con poche camere dotate di vasca da bagno nel piccolo giardino privato. Dopo un giro a piedi nel piccolo paese di Port Douglas ceniamo alla “Zinc”, segnalato sulla nostra Lonely Planet, dove ci concediamo una millefoglie di gamberi con chutney di mango e cocco, linguine con zafferano e frutti di mare, zuppa di pesce con noodle e verdure, lime e salsa piccante, due bicchieri di Sauvignon per 94.60 Aud.
30 OTTOBRE
Decidiamo di dedicare questa giornata alla famigerata Rainforest australiana, la foresta pluviale più antica del mondo. Partiamo con la macchina diretti a nord. Ci fermiamo lungo il tragitto ad osservare il panorama sulla foresta dalla sommità di una collina. Raggiungiamo il Daintree River e decidiamo di effettuare un’escursione di circa un’ora sul fiume con una piccola barchetta a motore (costo 25 Aud a testa comprensivi di bibita o snack omaggio, eravamo in 4 sulla barca). Avvistiamo due coccodrilli e ammiriamo la fitta foresta e le mangrovie che si sporge sulle acque torbide del Daintree. Proseguiamo ancora verso nord attraversando su chiatta il Daintree river (23 Aud per andata e ritorno), ci addentriamo nella foresta attraverso una strada che si fa sempre più stretta fino a raggiungere Cape Tribulation, uno dei punti abitati più a nord del Queensland. La spiaggia è famosa per l’incontro della foresta pluviale e le sue mangrovie con le acque dell’oceano. Ritorniamo poi verso sud e sulla via del ritorno ci fermiamo a vedere una coltivazione di tè e nei pressi di un giardino tropicale ci concediamo un gelato prodotto con la frutta coltivata nel giardino stesso (6 Aud per una coppetta con 3 gusti). La sera, di ritorno dalla nostra escursione giornaliera e dopo un meritato bagno nella piscina del resort, ceniamo cucinando canguro alla griglia con l’attrezzatura disponibile nella nostra camera.
31 OTTOBRE
Ultima giornata a nostra disposizione: escursione sulla Great Barrier Reef! Dopo aver consultato nei giorni precedenti vario materiale informativo nell’ufficio turistico di Port Douglas e nel nostro albergo e dopo aver prenotato l’escursione ci rechiamo al porticciolo di Port Douglas per la partenza del nostro catamarano. Le escursioni sul reef partono da vari punti della costa del Queensland, le più numerose partono da Cairns e le escursioni migliori sono quelle con minor numero massimo di partecipanti. La nostra era comprensiva di colazione, pranzo e spuntini vari, possibilità di snorkeling, sub o corso di sub e prima immersione (costo circa 200 Aud a testa). Noi optiamo per lo snorkeling e raggiungiamo dopo 70 Km di oceano aperto il reef. Durante la splendida giornata ci fermiamo in tre angoli di reef differenti e possiamo ammirare l’enorme varietà di coralli, spugne e specie di pesci tropicali. E’ stata un’esperienza memorabile poter ammirare dal vivo questo ambiente naturale in continua evoluzione e purtroppo soggetto a rimaneggiamento nel corso degli anni. Il costo elevato delle escursioni sul reef australiano è dovuto anche al fatto che parte del ricavo è destinato a progetti di protezione della barriera. Di ritorno dall’escursione ultimo bagno in piscina e ultima cena con grigliata di pesce in giardino. Poi per l’ultima volta si risistemano i bagagli per la partenza del giorno dopo.
1-2 NOVEMBRE
Partenza dall’aeroporto di Cairns sempre con la compagnia Jet Star alla volta di Sydney, notte successiva passata in aeroporto e partenza alle 6 di mattina per il lungo volo di ritorno verso casa!
In conclusione possiamo dire che il nostro viaggio in Australia è stata un’esperienza indimenticabile. Porteremo sempre nel cuore la simpatia e la disponibilità della gente che abbiamo incontrato, le meraviglie della natura incontaminata e la cultura magica dei popoli aborigeni.