Australia… Il sogno di una vita
Io in realtà ero già andato alcuni anni fa, ma mi ero dedicato a Perth e Adelaide e al Western in tutta la sua estensione.
Questa volta il programma prevedeva Ayers Rock, Kangaroo Island, la Great Ocean Road, Melbourne, la costiera fino a Sydney, le Blue Mountains e Sydney stessa.
Premetto che cercare di contenere i costi è stato fin dal principio uno dei cardini del nostro viaggio. Io avevo già fatto l’esperienza del camper ma non si era rivelata particolarmente economica.
Mi sono mosso con un buon margine di anticipo e ho cercato di fare tutte le mie prenotazioni direttamente su Internet: voli, alberghi e noleggio auto.
Il costo finale del viaggio si è aggirato per 3 settimane sui 3.7oo euro a testa tutto compreso, e cioè compreso i documenti che sono serviti (patente internazionale, bollo passaporto) e compresi alberghi, ingressi vari, pasti e qualche regalinoi. Per i voli ho utilizzato edreams, per le prenotazioni alberghiere ho usato XXXX, per il noleggio auto mi sono rivolto invece alla Hertz. Le scelte sono state sempre fatte cercando di ottenere il miglior rapporto qualità-prezzo.
I voli ci sono costati complessivamente poco meno di 1.6oo euro, e comprendevano le seguenti tratte: Bologna-Londra con British Airways, Londra-Singapore-Melbourne, Melbourne-Ayers Rock (via Alice Springs), Ayers Rock-Adelaide (via Alice Springs) e Sydney-Londra con la Qantas, e infine Londra-Milano con la British. Per i voli ho studiato diverse combinazioni ma ho visto che transitando da Londra si riesce a spendere un po’ di meno. Se si deve fare dei voli interni conviene utilizzare anche per i transcontinentali la Qantas perché in questo modo si riducono di molto i costi dei voli interni gestiti tutti da Qantas.
Prima di partire sono andato anche al Servizio Sanitario Nazionale per fare l’estensione per l’Australia. Viene consegnata una dichiarazione che si è iscritti al SSN, ma detta dichiarazione va poi attivata in Australia agli uffici della Health. Io non l’ho fatto perché non è così immediato farlo, ma avevo con me anche una assicurazione personale.
Qualche chicca di esperienza dal viaggio: – Preparatevi alle mosche… sono davvero tante e insistenti – La guida a sinistra non è complicata, tranne quando ci si immette le prime volte nelle rotonde e quando si deve riflettere su chi ha la precedenza. Ricordate di portare con voi oltre alla patente internazionale anche quella italiana, in quanto alle agenzie di noleggio auto la chiedono.
– Per la lingua occorre un po’ di pazienza. E’ vero che parlano inglese, ma hanno uno slang che non è sempre facile da interpretare.
– Gli australiani sono molto cordiali, al punto che se vi fermate a guardare una cartina, vedrete che qualcuno si fermerà quanto prima per chiedervi se avete bisogno di aiuto.
– Se siete nei pressi di un passaggio pedonale non attardatevi a guardare cartine o chiacchierare perché qualsiasi automobilista si fermerà per lasciarvi passare e blocchereste il traffico.
– In Australia la vita scorre con la luce del giorno, per cui appena tramonta il sole (eccezion fatta per Sydney) vedrete ben poche persone in giro e i ristoranti li troverete già chiusi, per cui organizzatevi per essere seduti a tavola al ristorante al massimo alle 19,30 o poco più o rischiate di saltare la cena… e non aspettatevi la vita notturna italiana… la non c’è alcuna forma di vita notturna.
Ma veniamo al racconto del viaggio vero e proprio.
Sabato 18 Ottobre 2008 Ore 6,45 sveglia!!! Un’ultima occhiata ai bagagli ed eccoci fuori di casa per un lungo percorso di avvicinamento all’Australia Ore 13,35 arrivo all’aeroporto di Londra Gatwick (spostare gli orologi indietro di 1 ora). Noi arriviamo al Terminal North. Cerchiamo a questo punto la corriera National Express, che ogni circa 10-15 minuti parte per l’aeroporto di Heathrow. I biglietti devono essere acquistati presso le biglietterie National Express ai terminal. Ogni biglietto costa Gbp 19 (il biglietto scontato a Gbp 17 è riservato ai viaggiatori British esibendo il biglietto). Il tempo di percorrenza è di circa 70 minuti. Il pullman fa quattro fermate: Gatwick South Terminal, Gatwick North Terminal, Heathrow terminal 5, Heathrow terminal 1,2,3,4. In biglietteria vi dicono di scendere (per chi deve andare al terminal 4) al terminal 5 e poi prendere un bus locale per andare al 4, ma è un giro inutile. Conviene fermarsi all’ultima fermata (Terminal 1,2,3) e poi cercare il treno Heathrow Connect, che ogni 15 minuti collega direttamente Heathrow centrale con il terminal 4 gratuitamente.
Domenica 19 Ottobre 2008 Trascorsa in volo.
Lunedì 20 Ottobre 2008 Finalmente alle ore 14,50 arriviamo ad Ayers Rock.
Come albergo abbiamo scelto l’Hotel Outback Pioneer Hotel & Lodge (AUD 120 a notte) per una ragione molto semplice: è l’unico dove non dovrete svenarvi per una camera. Non aspettatevi una sistemazione di gran lusso. Sono camere sufficientemente spaziose con letti a castello immerse nella natura, nel senso che la notte sentirete i rumori degli animali e delle foglie degli alberi che sbattono contro la lamiera che ricopre il tetto della struttura. Una cosa carina è la cena. Voi potete andare alla cassa, scegliervi il vostro pezzo di carne, pagarlo e poi accomodarvi a una grande griglia per cucinarvelo. Avete diritto anche a verdura e frutta a volontà. Allieterà anche la serata un musicista tipico australiano: nel complesso una piacevole serata. Ah, prima di andare a dormire allontanatevi di qualche metro (con una pila) dalla struttura, nel bush, e alzate gli occhi al cielo e vedrete tante di quelle stelle che non ricordavate da tempo.
Vi ricordo che Ayers Rock (o Uluru come viene chiamato dagli aborigeni locali) è situato all’’interno di un parco nazionale, il cui ingresso costa AUD 25 a testa e vale per 3 giorni.
In questo periodo dell’anno di giorno fa molto caldo, per cui conviene concentrare le escursioni all’inizio e alla fine della giornata. Diversi cartelli ricordanoi di prendere molta acqua e di bere molto.
Il primo giorno siamo un po’ cotti dal lungo viaggio, per cui dopo aver sistemato un po’ i bagagli ed esserci stesi un pochino sulla branda, pardon sul letto, partiamo alla volta del sogno di quasi tutti i viaggiatori: il monolite sacro agli aborigeni.
Attenzione verificate su Internet a che ora tramonta il sole per le foto..
Se pensate di vivere il tramonto come un momento mistico tra voi e il monolite scordatevelo, dovrete condividere questo magico momento almeno con altre 100-200 persone. Devo però dire che tutti sono abbastanza rapiti dal momento per cui c’è molto silenzio. Man mano che il sole scende la roccia diviene di un colore arancio-brunastro che sfuma in varie tonalità di rosso sempre più intenso fino al nerofumo.
Martedì 21 Ottobre 2008 Ore 5,00 Sveglia e partenza per andare a vedere l’alba ad Ayers Rock La scelta è vincente: l’alba non è così frequentata come il tramonto, anche se sicuramente l’impatto emotivo è diverso. Per vederne bene gli effetti tenete conto di andare sul versante opposto.
Appena il sole è un po’ alto ci dirigiamo verso il parcheggio da cui parte la passeggiata principale, quella che porta alla fonte principale di acqua del monolite, e quindi alla sua zona più sacra agli aborigeni.
La cosa buffa è il cartello di non fare il bagno nella fonte, al massimo per l’acqua che c’è potrei farci un pediluvio e con un piede alla volta. A parte questo buffo cartello il momento è davvero magico. Siamo quasi soli e la roccia assume lungo il percorso delle conformazioni davvero buffe.
Unico elemento di disturbo le mosche che ci accompagneranno per tutto il nostro viaggio in Australia.
Al ritorno dalla nostra camminata incontriamo frotte di turisti giunti in pullman forse da Alice Springs.
La temperatura è ancora bassa e così decidiamo di approfittarne per andare fino a Kata Tjuta (The Olgas), una serie di rocce che si trovano a circa 30 chilometri a Ovest di Uluru. La roccia più alta sovrasta di circa 200 metri Ayers Rock.
Andiamo a Kata Tjuta per fare il breve percorso di 2,5 chilometri (andata e ritorno) che penetra all’interno della Walpa Gorge. Questo percorso è particolarmente bello nel pomeriggio quando la luce del sole pervade l’intero canyon ma noi decidiamo di farlo al mattino per non patire troppo il caldo che già alle 10 diviene quasi insopportabile.
Al ritorno in albergo ci stendiamo nelle nostre brandine e ci facciamo tre ore di sonno. A metà pomeriggio andiamo al Centro culturale aborigeno all’interno del parco e poi di nuovo a vedere il tramonto. Solita cena al barbecue e via a nanna a recuperare il sonno perduto in viaggio, e invece una bella notte insonne, causa probabilmente il fuso orario. Mercoledì 22 Ottobre 2008 Giornata di trasferimento in aereo verso Adelaide e poi una corsa con l’auto a noleggio per arrivare in tempo a prendere il traghetto della Sealink che ci porta fino a Kangaroo Island. Il costo totale andata e ritorno è di AUD 165, prenotando su Internet, oppure AUD 173 sul posto. La traversata dura circa 45 minuti. Per la notte abbiamo prenotato il Kangaroo Island Seafront Resort. Ottima la posizione e l’albergo.
Ceniamo velocemente e poi ci prepariamo per andare alle 21,30 (c’è anche alle 20,30 e si può prenotare direttamente in albergo) alla visita guidata notturna per vedere i piccoli pinguini che tornano a terra. Di pinguini se ne vedono diversi illuminati solo con le torce a infrarossi delle guide. Fa piuttosto freddo per cui ritorniamo in albergo un po’ infreddoliti.
Giovedì 23 Ottobre 2008 Al mattino ci dirigiamo verso Ovest, attraversando la Pelican Lagoon.
A 60 chilometri da Penneshaw incontriamo Kingscote, il principale centro dell’isola. Proseguendo ulteriormente verso N arriviamo a Emu Bay (18 km. A N di Kingscote), i cui 5 chilometri di spiaggia bianca e sabbiosa costituiscono uno dei luoghi migliori dell’isola dove fare il bagno. Un piccolo passaggio attraverso alcune rocce vi porterà in una splendida spiaggia dove abbiamo fatto il bagno e ci siamo stesi al sole.
A questo punto abbandoniamo la costa N e scendiamo verso SW fino ad arrivare alla Seal Bay. Qui al costo di AUD 12,50 a testa, con l’ausilio di un ranger si può scendere fino alla spiaggia ed osservare una folta colonia di leoni marini australiani. Le visite vengono effettuate nel seguente orario: 9 – 16,15.
Proseguiamo verso W per arrivare a Little Sahara, una serie di grandi dune di sabbia bianca.
Poco distante si trova Vivonne Bay un tranquillo villaggio con un emporio e una lunga spiaggia: la più bella dell’isola.
Per la notte siamo andati a dormire a Flinders Chase Farm, una fattoria affascinante situata a circa 10 km. Di auto da Rocky River. C’è una buona cucina all’aperto, una zona per accendere il fuoco e canguri in libertà. La sistemazione è sicuramente valida, ed è davvero interessante ritrovarsi a dormire in una vera fattoria. Se avete voglia c’è anche un locale per gli ospiti dove c’è la possibilità di fare musica, suonare la chitarra e giocare una partitina a freccette o a biliardo.
Attenzione: Non commettete il nostro errore. In questa fattoria non c’è nulla da mangiare, ma se avete acquistato la carne potete cucinarla nel barbecue. L’ultimo negozio utile è a Vivonne Bay, ma chiude alle ore 18… e noi siamo arrivati 5 minuti dopo. In Australia sugli orari sono molto rigorosi, e specie nelle zone rurali i negozi chiudono molto presto.
Venerdì 24 Ottobre 2008 La giornata è quasi interamente dedicata al Flinders Chase National Park (9(10)-17), uno dei parchi nazionali più affascinanti di tutto il Sud Australia. E’ in gran parte occupato da ampie distese di macchia di eucalipti. I panorami della costa sono selvaggi e sovente molto spettacolari.
Vediamo in particolare Remarkable Rocks, una formazione rocciosa di granito scolpita dalle intemperie e Admiral Arch, un arco naturale formato dall’erosione del mare e nelle sue vicinanze centinaia di foche della Nuova Zelanda, un posto unico… però con un odore davvero forte.
Nel primo pomeriggio andiamo al centro dell’isola, al Parndana Conservation Park un parco dove è possibile toccare i canguri e dare loro da mangiare, vedere un sacco di uccelli, koala, emu, wallaby, wombat ecc… L’esperienza dei canguri merita. Sono animali docili e specialmente di giorno molto tranquilli.
Alle 17 arriviamo ad American River e ci fermiamo sul molo per assistere alla distribuzione del cibo ai pellicani. Pare che sia uno spettacolo di successo, tenuto conto di quanti turisti c’erano. Alla fine dello spettacolo vi verrà chiesto un piccolo contributo per la cena dei pellicani.
Per la notte ritorniamo sempre al Kangaroo Island Seafront Resort. Ci siamo fatti riservare per la cena il piato speciale a base di pesce. Le ostriche sono davvero squisite, così come le cozze, i gamberi alla cinese sono un po’ fuori dai nostri canoni usuali, noi italiani li preferiamo in salsa rosa.
Sabato 25 Ottobre 2008 (circa 400 km.) Questa mattina lasciano l’isola. Prendiamo, così come abbiamo fatto all’andata il traghetto della Sealink, in partenza da Penneshaw alle ore 8,30.
Ripercorriamo la Flerieu Peninsula. E’ questa la meta preferita dagli abitanti di Adelaide per il week-end. Vi è un ottimo litorale e dolci colline nell’entroterra che offrono paesaggi incantevoli. Gli abitanti della penisola e le comunità agricole dell’interno hanno mantenuto il proprio stile di vita e il loro carattere peculiare. Proseguiamo lungo la costa S fino a giungere a Victor Harbor. Con il suo lungomare orlato di pini svettanti è una località di villeggiatura molto frequentata. In pochi minuti di auto arriviamo alle famose spiagge di Middleton e Goolwa, dove vediamo numerosi surfisti cercare di prendere confidenza con le onde spazzate da un vento molto forte.
Proseguiamo fino a Port Elliot, la più affascinante tra le località costiere che sorgono su questo litorale. Ha un bel centro storico dove si respira un’atmosfera bohémien, e la bella spiaggia di Horseshoe Bay. L’Australia è estremamente vasta, e ce ne accorgeremo d’ora in avanti, quando ad esempio solo per circumnavigare il Lake Alexandrina da Goolwa fino a Meningie dobbiamo percorrere ben 150 km. Circa. L’aria è estremamente asciutta e la temperatura raggiunge in poco tempo i 33 gradi. Siamo all’inizio del Coorong National Park, una zona piena di dune, lagune, pozze d’acqua dolce e laghi temporanei, che fanno sì che questo sia considerato una degli ambienti naturali fra i più significativi al mondo, dimora di un gran numero di uccelli acquatici.
Proseguiamo ancora nel nostro percorso per altri 187 km. Fino a giungere a Robe, e qui ci fermiamo per la notte. Robe è un tranquillo e incantevole porto di pescatori che in estate accoglie un gran numero di appassionati di sole e surf. Contribuiscono al fascino della cittadina i caratteristici cottage in arenaria e la presenza di una spiaggia sicura e adatta al nuoto vicino al centro del villaggio. Il nostro albergo è: Robetown Motor Inn, in Main road al nr. 14. L’albergo è un classico motel tipico dell’Australia, cioè con le camere sviluppate in lunghezza al pian terreno, in modo tale da potervi parcheggiare l’auto davanti. La camera è bella e pulita. L’albergo ha anche una piccola piscina coperta e un idromassaggio. Il paesino è molto carino. Diversi sono i locali in cui si può cenare, noi alla fine optiamo per un pub, anche tenuto conto del fatto che tutti gli altri erano pieni. Tutto sommato abbiamo mangiato bene e speso relativamente poco.
Domenica 26 Ottobre 2008 (circa 380 km.) Ripartiamo di buon mattino alla volta della Great Ocean Road.
Dopo aver costeggiato alcuni laghi arriviamo a Beachport. Qui le acque azzurro intenso e la splendida posizione sono ideali per chi è alla ricerca di pace e tranquillità. In zona, oltre a una spiaggia particolarmente adatta ai surfisti, vi è anche la Pool of Siloam, un laghetto ad alto tasso di salinità, dove fare il bagno e restare a galla è particolarmente facile.
22 km a S del centro vi è il Canunda National Park con le sue gigantesche dune sabbiose. E’ un luogo molto isolato e spazzato dal vento, ma merita veramente la deviazione.
Proseguendo incontriamo Mount Gambier, che ha l’aspetto di una lussureggiante oasi posta sulle pendici di un vulcano estinto. Concentriamo il nostro interesse sul Blue Lake, formatosi all’interno di un cratere e le cui acque in estate assumono un colore blu zaffiro quasi incredibile. La giornata nuvolosa non ci fa godere appieno del fenomeno.
Riprendiamo il nostro percorso fino a giiungere alla Tower Hill State Game Reserve, un grande cratere vulcanico occupato da un lago con al centro un’isola formata da diversi coni lavici e collegata da due istmi, che può essere attraversata in auto. Sull’isola, il Centro Visitatori, una serie di laghetti, sentieri e un gran numero di animali. Qui abbiamo visto anche gli emu passeggiare tranquillamente tra i visitatori. Poco oltreparte la Great Ocean Road che inizia a mostrare le sue perle con London Bridge, una piattaforma collegata alla terra da un arco che però nel 1990 è caduto. Nei pressi si trova anche Arch, un arco di roccia che si trova al largo di Point Hesse.
Ma oramai è sera e ci fermiamo a dormire a Port Campbell, al Best Western Great Ocean Road Motor Inn. In questo paese è bene aver prenotato l’albergo perché altrimenti si rischia di trovare tutto completo. Per la cena la solita corsa per riuscire ad arrivare prima della chiusura dei locali alle 20. Entriamo pochi secondi prima… guardano l’orologio, ma alla fine ci lasciano cenare.
Lunedì 27 Ottobre 2008 (circa 145 km.) La giornata inizia con la pioggia e così proseguirà anche nelle ore successive. La pioggia unita a un forte vento non ci fanno godere appieno delle bellezze della zona.
La prima del tappa è Loch Ard Gorge. Su queste scogliere naufragò la notte del 31 maggio 1878 il brigantino Loch Ard, al termine della lunga navigazione dalla Scozia a Melbourne. Si salvarono solo una donna e un marinaio. A piedi si va fino alla punta del promontorio, dove c’è il Lock Ard Wreck Viewpoint, da dove si osservano l’Island Archway, la Loch Ard Gorge, l’Elephant Rock e, più a Ovest, oltre la Muttonbird Island il “blow hole” che precede Broken Head. Ritorniamo sui nostri passi e proseguiamo fino ad incontrare il parcheggio per i Twelve Apostles, una lingua di terra sospesa sul vuoto e protesa nel mare che permetta una vista perfetta sui “Dodici Apostoli” A Princetown la strada si allontana dal mare. Dopo 16 chilometri prendiamo a destra la deviazione per Moonlight Head, e tenendo la destra, dopo 4 chilometri si arriva al parcheggio (seguire le indicazioni “Wreck Beach”). Dal parcheggio un sentiero di 350 scalini ci porta alla spiaggia cosparsa di rocce nere affioranti tra la sabbia: un luogo da brivido, uno dei migliori posti, in assoluto, dove stare in totale solitudine, a tu per tu col mare. Incamminandosi a destra si arriva alle ancore incastrate nello splendido fondale roccioso a vasche e pozze.
Ritorniamo sui nostri passi e proseguiamo fino alla Melba Gully Reserve, uno dei punti più umidi di tutta lì Australia. Un percorsa di una trentina di minuti ci porta in un sottobosco davvero particolare con felci gigantesche e una cascata spettacolare. Anche qui siamo accompagnata da una pioggerellina fitta che non ci risparmia un solo attimo.
Proseguiamo lungo la strada fino ad entrare nel Otway National Park. A un certo punto troviamo una strada (C157) (Lighthouse Road) che in 8 km. Ci porta al faro. Lungo la strada vediamo alcuni koala abbarbicati agli eucalipti… ma anche questi come tutti gli altri visti dormono… sono curioso di documentarmi sulla vita dei koala… ma dormono sempre? In fondo alla strada si può salire al faro, dalla cui cima si può godere di una vista fantastica, oppure si può scendere a Parker Hill, Point Franklin e Crayfish Beach, posti isolati, fantastici per passeggiare sulla spiaggia (assolutamente vietato fare il bagno!).
Torniamo alla fine sui nostri passi e riprendiamo il nostro percorso in direzione E con destinazione Apollo Bay. Una cittadina di pescatori le cui spiagge attirano molti villeggianti durante i mesi estivi. I pendii alle sue spalle creano un fondale da cartolina, mentre il primo piano è dominato dalle spiagge di sabbia bianca. A 1,5 km. Dalla cittadina vi è il belvedere Marriners Lookout che offre una vista spettacolare sulla città e sulla costa. Dal parcheggio si arriva al belvedere con una passeggiata di una decina di minuti.
Ci lasciamo Apollo Bay alle spalle e ripartiamo alla volta di Melbourne. Arriviamo alla fine a Lorne, la cittadina più alla moda e sviluppata lungo la Great Ocean Road, con alcuni caffè e ristoranti interessanti, pub classici e viste mozzafiato. Nei periodi non di punta la vita è piuttosto tranquilla. Ci fermiamo per la notte al Best Western Lorne Coachman Inn all’inizio del paese. L’albergo non è particolarmente affascinante però le camere sono ampie e pulite. Al mattino avremo la sorpresa di essere svegliati dai pappagalli che volano fino alla terrazza. Per cena siamo andati a mangiare una pizza, non male tutto sommato essendo stata cotta nel forno elettrico.
Martedì 28 Ottobre 2008 (circa 150 km.) Di buon mattino partiamo verso Aireys, dove si trova la splendida spiaggia di Hutt Gully, su cui si avventano onde lunghissime.
Ancora un breve tratto di strada e giungiamo ad Anglesea, un’accogliente località marina molto apprezzata dalle famiglie per le sue spiagge stupende e per il campeggio. La città ruota intorno all’Anglesea River, le cui sponde sono piene di eucalipti.
Qui una guida indicava di addentrarsi nell’ Anglesea Golf Club, per ammirare i canguri che girano tranquilli e indisturbati all’interno del campo d gioco. Ora non è più possibile. Il divieto viene ampiamente segnalato da numerosi cartelli.
Proseguendo ancora verso E incontriamo diverse deviazioni per le spiagge di Bells Beach South Side, la lunghissima Bells Beach (vera capitale del surf) e la Jan Juc Surf Beach, una serie di spiagge interessanti soprattutto per i surfisti. Qui rimaniamo diverso tempo ad ammirare le evoluzioni dei surfisti.
Ed eccoci a Torquay (Edt pag. 582) e anche alla fine della Great Ocean Road. Torquay è la capitale della fiorente industria del surf australiano. Questa località è interessante solo per il surf, e per i negozi che vendono abbigliamento da surf.
Di qui rompiamo gli indugi e andiamo dritti fino a Melbourne.
Abbiamo prenotato il Best Western Atlantis Hotel – 300, Spencer Street. L’albergo è dotato di garage riservato. La camera domina la zona del Dockland e lo stadio del rugby, dove dopo un paio di giorni si dovrà giocare la partita Australia – Nuova Zelanda. Se non fossimo già partiti non ci saremmo di certo fatti sfuggire un simile spettacolo live. Di notte vedere la città dalla camera è molto spettacolare.
Una volta sistemati andiamo a fare un giro in centro nella zona di Collins Street, la via dei negozi più eleganti della città. Non ci perdiamo la zona di Federation Square, vero punto di incontro della vita di Melbourne. Per la cena questa sera scegliamo un ristorante indiano che sembra vada per la maggiore. Giudizio discreto. Mercoledì 29 Ottobre 2008 Intera giornata dedicata a Melbourne. Vi risparmio i dettagli.
Riguardo a Melbourne i pareri sono discordanti, ma noi riteniamo che valga assolutamente la pena vederla. E’ una città estremamente facile da girare, in quanto è stata costruita con criterio geometrico.
Nonostante sia una grande città non c’è assolutamente vita alla sera.
Giovedì 30 Ottobre 2008 (km. 285 circa) Di nuovo in cammino per andare a Philip Island. E’ famosa per i pinguini, ma si vedono solo alla sera e li abbiamo già visti a Kangaroo Island. Alla fine dell’isola a Point Grant c’è una passerella di legno letteralmente invasa da migliaia di berte. Con il binocolo si vedono in un isolotto di fronte numerose foche. Se avete poco tempo potete anche saltare questa visita, specie se avete già visto Kangaroo Island. Una piccola deviazione riteniamo possa meritare il circuito motociclistico.
Ci siamo poi diretti abbastanza velocemente, nel senso che a parte i paesaggi, non vi sono particolari motivi di interesse lungo il percorso, fino a Tidal River, principale nucleo abitato all’interno del Wilsons Promontory National Park. Alla reception riusciamo a trovare una sistemazione per la notte. Nulla di eccezionale, ma ha la comodità di essere all’interno del parco.
Vediamo alcune spiagge e in particolare la Squeaky Beach Nature Walk, la spiaggia cigolante. Sono veramente affascinanti, specie se le vedrete in totale solitudine. In questo parco avrete la sensazione di essere soli di fronte alla natura.
In un lookout vicino alla spiaggia abbiamo goduto di uno dei panorami più belli che mai avessimo visto. Non eravamo in totale solitudine perché c’erano con noi due giovani sposi di Sydney, di cui lei di origine friulana. E’ stato piacevole chiacchierare e capire qualcosa in più del modo di vivere australiano.
Venerdì 31 Ottobre 2008 (km. 344 circa) La giornata inizia con la famosa 90 miles beach. Il nome non è casuale, dato che da qui fino a Lake Entrance si stendono ben 90 miglia (144 km.) di spiaggia di sabbia incontaminata, con alle spalle dune, paludi e lagune. Fare il bagno è pericoloso. L’unico punto ammesso è a Seaspray. Da queste parti ci sono canguri ed emù, quindi occorre guidare con prudenza.
Riprendiamo il nostro percorso fino a giungere a Metung (Edt pag. 658), un pittoresco paese dal fascino senza tempo, con il litorale punteggiato di moli e piccole imbarcazioni di legno.
Ancora un po’ di strada e arriviamo alla nostra destinazione serale: Lakes Entrance. E’ questa una città turistica piena di gente in alta stagione. Non ha un fascino particolare, ma ciò che la salva è la sua posizione pittoresca sulle placide acque del Cunningham Arm. Cui fanno da sfondo dune di sabbia e piccole barche da pesca.
Per la notte ci fermiamo al Best Western Coastal Water Motor Inn, 635, Esplanade. Si trova sulla statale costiera quasi al centro del paese. Con la catena dei Best Western non si sbaglia mai, per cui anche questo risulta all’altezza. Le camere hanno un gusto tipicamente old english.
Sabato 1 Novembre 2008 (km. 360 circa) Qui non esistono mai giornate riposanti. Anche oggi partiamo di buon mattino riprendendo la Princes Hwy (Nazionale 1) con direzione Sydney. La prima deviazione la facciamo a Orbost, prendendo una strada a destra che ci porta a Marlo, da cui parte una bellissima strada costiera di 19 km. Che ci porta fino a Cape Conran. Questa strada tocca alcune splendide spiagge. Cape Conran è definito uno dei posti più belli di tutto lo stato del Victoria.
Ritorniamo poi sulla Princes Hwy e dritti di corsa verso lo stato del New South Wales.
La prima tappa di questo nuovo stato sarà Eden, storico porto per baleniere abbastanza pittoresco. Siamo capitati nel mezzo del Whale Festival, durante il quale le strade della cittadina si animano di maschere, sfilate e bancarelle. Lasciata Eden raggiungiamo, sempre lungo la costa, Merimbula, animato centro di villeggiatura. Nonostante il proliferare di motel, la cittadina conserva tuttora un aspetto veramente grazioso.
All’estremità orientale del molo sorge il piccolo Wharf Aquarium, che ospita in grandi vasche branchi di pesci tropicali variopinti e di squali. Da non perdere nelle zone adiacenti l’Acquario le scogliere rosse e le acque blu della Sapphire Coast.
Proseguiamo verso N e arriviamo a Bermagui, resa celebre dallo scrittore Zane Grey per i suoi racconti sulla pesca al marlin. A dormire ci fermiamo al Beachview Motel – 12 Lamont Street a Bermagui, sulla strada principale in centro. Sistemazione discreta, ma non all’altezza delle sere precedenti.
Domenica 2 Novembre 2008 (km. 230 circa) Costeggiamo lo splendido Wallaga Lake popolato da moltissimi uccelli. Poco dopo esserci immessi sulla Nazionale 1 (Princess Hwy) vediamo alla nostra sinistra Central Tilba, una deliziosa cittadina appollaiata sul fianco del Mt. Dromedary che nel XIX secolo ha svolto un ruolo di primaria importanza nella corsa all’oro.
Da Narooma risaliamo fino a Moruya, e poi prendiamo le stradine che si avvicinano alla costa, dove si trova l’Eurobodalla National Park, una zona ricca di laghi, baie e insenature costeggiate da foreste di eucalipti. E’ questo un tratto di costa ancora incontaminato. Nella zona del parco si trovano anche testimonianze archeologiche del passato aborigeno. Andiamo a vedere Bingie Bingie Point per ammirarne le incredibili formazioni rocciose.
Proseguiamo verso N oltrepassando Batemans Bay una delle località di villeggiatura più grandi della costa meridionale e prendiamo la deviazione per Pebbly Beach all’interno del Murramarang National Park. Tra le sue attrattive vanno citati i canguri selvatici e i lorichetti (pappagallini) che vengono a mangiare direttamente dalle mani. Oltre a questi animali abbiamo visto anche un rettile di cui non saprei definire con certezza la famiglia, ma della lunghezza di oltre un metro. Splendida anche la spiaggia in cui non manchiamo di fare il bagno.
A S di Huskisson troviamo Hyams Beach, una spiaggia riparata di sabbia bianchissima.
Nella parte SE della Jervis Bay, all’interno del Booderee National Park è possibile fare il bagno e praticare il surf sia sulle spiagge che si affacciano sulla baia, sia su quelle che si affacciano sull’oceano. I dintorni sono quasi interamente coperti di brughiera fatta eccezione per alcuni piccoli fazzoletti di foresta pluviale. Per la notte avevamo prenotato all’ Husky Pub (Aud 70), in quanto consigliato da una nota guida turistica, ma dopo aver visto la camera veramente indecente (faccio presente ho viaggiato con AnM in India e Nepal, per cui mi adatto abbastanza. Dopo aver salutato i proprietari ci siamo trasferiti all’adiacente Hotel Beachview, che per la cifra di Aud 135 ci hanno dato una camera davvero splendida. Per la cena siamo andati in una pizzeria dove abbiamo mangiato un enorme piatto di spaghetti, per alternare ai numerosi fritti della pseudo cucina australiana.
Lunedì 3 Novembre 2008 (km. 290 circa) Ci dirigiamo verso Berry e poi prendiamo la stradina che ci porta alla Seven Mile Beach, una lunga spiaggia costeggiata da una bellissima foresta.
Proseguiamo verso N sulla costiera e incontriamo Kiama, una graziosa cittadina costiera che vanta alcuni notevoli edifici storici, splendide spiagge e una suggestiva posizione sull’oceano.
Da non perdere il getto d’acqua che può raggiungere i 60 metri di altezza (così dicono) ed è illuminato fino a notte. Si tratta di un fenomeno naturale dovuto alla forza delle onde che si insinuano tra alcune rocce strette comprimendo l’acqua e “sparandola verso l’alto.
A questo punto ci dirigiamo con decisione verso le Blue Montains.
Inizialmente siamo un po’ delusi dalle Blue Mountains, in quanto diverso dal concetto di paesaggio montano tipico alpino, qui c’è un’autostrada che risale tutta la montagna e la ridiscende dalla parte opposta, con un traffico sempre molto intenso, più tipico della periferia di una grossa città.
Arriviamo quindi a Katoomba il cuore turistico delle Blue Montains. Nonostante l’alto numero di visitatori e la relativa vicinanza con Sydney, Katoomba conserva un’atmosfera cordiale e piacevolmente intima, accentuata dalla guesthouse e dai caffè in stile art decò e art nouveau, dalle dense nebbie e dalle occasionali nevicate.
La principale attrattiva paesaggistica della zona è costituita dall’Echo Point. Da qui si possono ammirare alcuni dei più affascinanti panorami sulla Jamison Valley e sulla superba formazione rocciosa conosciuta con il nome di Three sisters.
Per la notte abbiamo prenotato il Grand Mercure Hydro Majestic Hotel Blue Montains Great Western Highway Medlow Bath Blue Mountains Nsw 2780Australia. In realtà l’albergo non è a Katooma, ma alcuni chilometri oltre. L’albergo è di allure antico, la camera estremamente piccola, ma confortevole. Splendida la visuale dalla terrazza panoramica. Per cena andiamo a Katoomba perché qui sono concentrati tutti i principali ristoranti della zona.
Martedì 4 Novembre 2008 (km. 220 circa) La giornata è dedicata alla zona delle Blue Montains.
Prima tappa è Blackheath. Pochi chilometri a E della città si incontrano alcuni magnifici punti panoramici: Govett’s Leap e Evan’s Lookout. A S di Blackheath vi è la Megalong Valley, in parte disboscata e trasformata in terreno agricolo, ma che rimane comunque un posto bellissimo con alcune stupefacenti scarpate di arenaria. Sotto le Wentworth Falls, parte uno splendido itinerario naturalistico di 600 m. Definito Coachwood Glen Nature Trail.
Andiamo ancora a N verso Bell, dove incrociamo la Bells Line of Road. E’ questo l’itinerario più spettacolare che attraversa le Blue Montains. Lungo il tragitto è possibile ammirare spettacolari panorami della costa da Kurrajong Heights e delle pendici orientali della catena, mentre lungo il percorso che conduce a Lithgow vedremo i frutteti che si estendono a perdita d’occhio intorno a Bilpin e i suggestivi scenari offerti dai dirupi di arenaria e dal bush. A metà strada tra Bilpin e Bell si trova il delizioso Mt. Tomah Botanic Gardens (10-16) dove sono ospitate le piante che vivono nei climi freddi tra cui alcune piante himalayane.
Mercoledì 5 Novembre 2008 (km. 110 circa) Lasciamo le “Blue Montains” di buon mattino e iniziamo la nostra marcia di avvicinamento a Sydney.
Ci hanno detto che il traffico è molto caotico, per cui c’è un po’ di preoccupazione. In effetti il traffico c’è, ma per parlare di caos dovrebbero venire a vedere certe città italiane. Raramente si sente suonare un clacson.
L’l’albergo che abbiamo scelto è Chifley Hotel Potts Point – Victoria Street. L’albergo è di buon livello e soprattutto strategicamente posizionato, in quanto vi è la fermata del metro “King’s Cross” proprio di fronte all’ingresso.
Nel pomeriggio iniziamo la visita della città. In particolare ci dedichiamo alle vie del centro, per concludere con le luci del tramonto su Harbour Bridge e sull’incredibile edificio dell’Opera.
Giovedì 6 Novembre 2008 Intera giornata dedicata alla visita di Sydney.
Venerdì 7 Novembre 2008 Purtroppo il viaggio è finito. Ancora una mattinata in centro e poi inizia il viaggio di ritorno.
L’Australia è un paese splendido che ci sentiamo davvero di consigliare.