Australia, il sogno che diventa realtà

The best of the Land Down Under in 3 settimane
Scritto da: Silvietta12
australia, il sogno che diventa realtà
Partenza il: 02/06/2013
Ritorno il: 26/06/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
01.06.13

W gli sposiiii! J J J

02-03.06.13

Eccoci, finalmente, in partenza per IL viaggio…

Banco del check-in all’aeroporto di VR…ci danno tutte le carte d’imbarco, sulla terza c’è scritto SYDNEY…“amor, ma chi ci crede????!!!”

1° volo: Verona – Francoforte, 1,5 ore, ancora in estasi per la giornata indimenticabile del nostro matrimonio…

2° volo: Francoforte – Hong Kong, 11 ore circa… dormito niente, cibo cinese…aiuto! Ma l’Australia si avvicina…

3° volo: Hong Kong – Sydney, 10 ore circa… arriviamo di sera, vediamo le luci della città… intravisto l’Harbour bridge e l’Opera House dal finestrino…atterrati.

SIAMO IN AUSTRALIAAAAAA!!!!

Decisamente stanchi prendiamo il trenino verso il centro, City Hotel, nel cuore di Sydney, posizione strategica. Crolliamo a letto.

04.06.13

Alla scoperta di Sydney! Per prima cosa ci siamo fiondati a vedere l’Opera House, non tanto per il teatro in sé, ma perchè è in assoluto il simbolo della città…bellissima, sulla punta della baia, giornata con un sole pazzesco, della serie “Welcome to Australia!” Foto di rito davanti e dietro e di lato, decidiamo di partecipare alla visita guidata, molto interessante, sbirciamo anche le prove di un concerto… Mi faccio dare dall’omino alle informazioni un po’ di locandine…e cosa c’era in programma (ahinoi un mese fa) all’Opera House di Sydney ??? “The man who planted trees”, ovvero l’ “Uomo che piantava gli alberi” (ndr), incredibile ma vero.

Vista la super giornata ci dirigiamo al Royal Botanic Gardens dove pranziamo distesi nel prato con vista sulla baia e grattacieli. In questo parco eravamo gli unici a camminare…tutti gli altri correvano! Arrivavano a frotte, tutti in pausa pranzo, di corsa! Troppo forti, sono fissatissimi per il fisico e poi si mangiano un sacco di schifezze… 🙂

Nel pomeriggio prendiamo il bus e andiamo a Bondi Beach, nonostante sia inverno ci sono gli irriducibili surfers che sfidano onde e squali… Facciamo un pezzo della camminata lungo la costa e scattiamo già un milione di foto.

La sera torniamo in città, in questi giorni abbiamo beccato un festival fenomenale “Vivid Sydney” ovvero nei punti strategici della city c’erano spettacoli di luci, musica e giochi d’acqua. Abbiamo ammirato l’Opera House di mille colori e siamo andati a cenare a Darling Harbour, zona super con mille locali e un sacco di gente.

05.06.13 Secondo giorno a Sydney

Ci dirigiamo di prima mattina al porto dove prendiamo il primo traghetto per Manly, l’obiettivo era vedere Sydney dal mare… un’immensa baia, baciata dal sole anche oggi, con lo skyline dei grattacieli, il bellissimo ponte, l’opera house che dominava le mille insenature. Davvero bellissimo. Arrivati a Manly, piccolo paesino di mare, molto carino, anche qui pieno di surfisti che sfidano l’oceano. Torniamo in centro e passeggiamo per The Rocks, dove un pappagallo di mille colori ci fa compagnia per pranzo in un baretto. Decidiamo di salire sull’Harbour bridge, ci sono dei pazzi che salgono fino sopra sopra, noi ci accontentiamo di passeggiare sul marciapiede e fare anche qui mille foto… Scegliamo di tornare a Darling Harbour per vederla di giorno, con tutta la zona del parco appena dietro, arriviamo fino alla porta di Chinatown, foto immancabile e prendiamo il monorail per fare un giretto in mezzo ai grattacieli. Il tramonto si avvicinava e saliamo quindi sulla Sydney Tower per ammirare il panorama mozzafiato…altro milione di foto. Non ci volevamo perdere lo spettacolo delle fontane a Darling Harbour, un po’ come a Las Vegas ma molto più lungo e coloratissimo, con giochi di acqua davvero incredibili…ceniamo e poi crolliamo a nanna. Davvero bellissima Sydney.

06.06.13

Sveglia molto prima dell’alba per colpa della cinese alla reception del nostro hotel che ci ha prenotato lo shuttle bus per l’aeroporto con dieci ore di anticipo rispetto al volo…e menomale che era un Domestic Flight se no chissà… così ci ritroviamo in aeroporto a fare colazione da Pie Face, posticino carinissimo con tutti dolcetti con le faccine. Primo volo con Qantas! Cibo ottimo, colazione con i cornflakes veri. Volo per Brisbane uno spettacolo, mancava solo di vedere la baia dall’aereo… incredibilmente bellissima, il sole ci ha graziato anche oggi.

Arriviamo a Brisbane, intravediamo i grattacieli dal finestrino ma non abbiamo tempo per vedere la città, prendiamo il primo di una serie di pulmini per circa 500 km che ci porta a Hervey Bay, a nord di Brisbane. L’autista mi dice su perchè ho osato addentare un panino mentre ero sul bus…pensa te…

Ci molla giù a Hervey Bay, paesino di pescatori dove l’unica attrattiva sembrano essere gli avvistamenti di balene… ma è ancora presto per vederle, arriveranno a luglio, così dopo qualche foto al tramonto aspettiamo il traghetto che ci porta a Fraser Island. Traversata al buio, arriviamo nel nostro Resort, il Kingfisher Bay Resort, bellissimo, tutto di legno, immerso nella natura…nella hall volavano gli uccelli…fuori c’è buio pesto, andiamo nella nostra bellissima stanza e facciamo nanna.

07.06.13

Sveglia presto, oggi ci attende il giro dell’isola prenotato tramite il resort. Ci facciamo trovare nel punto indicato all’ora stabilita e aspettiamo…e non arriva nessuno…mah…strano, finora gli australiani si sono rivelati decisamente puntuali. Dopo poco arriva un tizio, dice di essere una guida e ci dice di aspettare…non capivamo proprio bene tutto, se gli americani si mangiano le parole gli australiani proprio alcune consonanti non ce le hanno, oltre al fatto che tantissime parole se le inventano, tanto che gli frega, sono un continente intero… by the way, arriva il sig Peter Meyer, nostra guida, scopriremo poi chi è… tipo smilzo dalla faccia simpatica, ci chiede se siamo soli…eh già! In pratica, un tour che doveva originariamente essere con un pullman e quindi con molte altre persone, in realtà c’eravamo solo noi due! Quindi abbiamo preso la jeep, mica il pullman, ed è iniziata l’avventura! Scopriamo che questo Peter Meyer vive sull’isola da 20 anni e fa il fotografo… ci racconta una marea di cose, sulle piante, i fiori, gli animali, come si è formata l’isola…bellissimo. Le strade non esistono, sono piste di sabbia, con dei dossi incredibili, a volte si va a passo d’uomo perchè se no la jeep 4×4 si ribalta. Passiamo in mezzo alla foresta pluviale, fitta fitta, vediamo i primi eucalipti (ma senza koala), fino alla prima tappa: delle dune di sabbia finissima, uno squarcio di deserto che si apre nella foresta. Vediamo impronte di dingo e wallaby… poi dopo un altro pezzo di strada che sembra di essere sulle montagne russe arriviamo in spiaggia. Non una spiaggia qualsiasi, la 75 miles beach…una spiaggia enorme, lunga appunto 75 miglia, circa 110 km, dritta, completamente incontaminata, larga, con le onde dell’ oceano che si infrangevano…sabbia a perdita d’occhio…paesaggio incredibile. Sole. Partiamo con la jeep a manetta, sulla spiaggia ci sono i cartelli dei limiti di velocità!!! Max 80 km\h… una figata. Incontriamo altre jeep ma la sensazione è quella di essere praticamente gli unici a godersi quello spettacolo. Arriviamo in un posto dove scorre un fiume di acqua dolce che arriva fino in spiaggia e si perde nel mare, facciamo il bagno…decisamente rinfrescante (non che ci fosse tutto questo caldo eh…). Rientriamo nell’interno, immersi di nuovo nella foresta, facciamo una bellissima passeggiata, vediamo degli alberi enormi, non come le sequoie, ma rifacciamo le stesse foto! 🙂 un torrentello di acqua cristallina scorreva in mezzo agli alberi, acqua completamente trasparente su un letto di sabbia, Non esiste roccia o terra, tutto cresce sulla sabbia, incredibile. Magia! Peter ci porta poi in un posto fantastico, nessuno in giro, un’altra spiaggia con delle strane cose sulla superficie…centinaia e centinaia di granchietti…blu! Davvero blu! Si muovevano tutti insieme, erano bellissimi. Me ne ha messo uno in mano con della sabbia e lui si è scavato la sua casetta nel giro di 5 secondi era sparito, credeva di essere nascosto…troppo buffi. Luce perfetta per foto fantastiche. Tornati vicino al resort per vedere il tramonto sulla baia, vicino al molo…dove sono sbucati i delfini!! Bellissimi. Torniamo in albergo per comprare qualche cartolina…e scopriamo che tutte ma proprio tutte le cartoline in vendita sono firmate da nientepopodimenochè… Peter Meyer. In pratica, ci siamo fatti tutto il giorno con il fotografo ufficiale dell’isola, guida fantastica e…solo noi. Botta di culo pazzesca. Mangiamo al bar del resort e crolliamo anche stasera. Unico giorno pieno sull’isola purtroppo, tempo tiranno, meritava almeno 2 giorni…ma è stato davvero incredibile.

08.06.13

Traghetto di prima mattina per tornare sulla Land, trasferimento in aeroporto stavolta ad Hervey Bay per tornare a Brisbane (aeroporto dove lavoravano 3 persone e facevano tutto, super organizzati questi australiani), aereo ad elica microscopico rispetto agli altri…arrivati a Brisbane, altra occhiata ai grattacieli dal finestrino e secondo volo della giornata direzione nord a Cairns. Arrivati nel pomeriggio e sistemati in hotel dove molto carinamente ci fanno trovare una bottiglia di spumante in camera…siamo honeymooners non dimentichiamocelo 🙂 Giretto in città per cena. Sì perchè abbiamo imparato presto che in Australia si mangia anche prima delle galline che in confronto sono delle nottambule…alle 6 si cena, alle 7 è tutto chiuso. Un po’ come in Inghilterra…per tante cose sono inglesi: il cibo, il thè, la guida a sinistra, pensa che festeggiano come festa nazionale il compleanno della regina…Elisabetta sì, proprio lei! E poi sono proprio storti, hanno i rubinetti invertiti, le serrature si aprono al contrario, the Land Down Under…e il nostro viaggio a testa in giù prosegue! Dicevo, arriviamo in città, non ci è piaciuta molto, nel senso che era un po’ finta, un sacco di locali, hotel e basta, vabeh tranqui. Ceniamo e nanne.

09.06.13

Oggi ci aspetta la gita sulla barriera corallina!!!!! Più precisamente su un isolotto chiamato Michaelmans Cay. Ci vengono a prendere e ci portano alla barca, un catamarano enorme…io mi aspettavo una barchetta…stavolta decisamente non eravamo soli, dato che appunto era il compleanno della regina, tutte le scolaresche australiane avevano ben pensato di fare la nostra stessa gita… ci ritroviamo quindi circondati da teenagers urlanti…che si sono sistemati bel belli sul ponte, che non era altro che una grata con sotto l’oceano, alla prima onda si sono lavati tutti! Che ridere! Menomale che la barca non era una barchetta perchè le onde si sono fatte sentire, io pensavo che il mar dei coralli fosse una distesa di acqua piatta e cristallina, invece era un vero e proprio oceano, di un profondo blu, con delle belle ondone…abbiamo lasciato Cairns e dopo 2 ore abbiamo avvistato l’isolotto…un vero e proprio atollo in mezzo al mare. Scopriamo che quest’isolotto è una riserva naturale dove si riproducono 3 specie di uccelli…c’erano infatti uccelli dappertutto, bianchi e neri, a migliaia. Bellissimi. Facevano su un casino pazzesco, ma erano bellissimi. Era ora di tuffarsi…non che ci fosse caldo caldo, diciamo tiepido…mi hanno gentilmente dotata di una specie di muta integrale, sembravo un topo tutto nero…pinne maschera e via! E lì si è aperto un nuovo mondo. Mai visto la barriera corallina prima…una serie infinita di coralli di tutti i colori e forme…e pesci, grandi piccoli, da soli o in branco, conchiglie…conchiglie giganti! Tipo quelle della Sirenetta, bellissime, che si muovevano! Una si è chiusa e ha fatto tutte le bolle! E poi…dopo neanche 2 minuti che eravamo in acqua, vediamo uno squalo! Uno squalo vero!!!!! Sarà stato di un metro e mezzo forse, appena ci ha visti è scappato…menomale…gli squaletti di barriera non sono pericolosi, ma diciamo che io poi ho nuotato dall’altra parte 🙂 Dopo il primo bellissimo viaggio sotto il pelo dell’acqua ci siamo messi in spiaggia, in teoria ad asciugarci…tempo 1 minuto e il cielo si è annuvolato, è venuta giù tanta di quell’acqua…ce la siamo presa tutta, salvando per miracolo la macchina fotografica. Passato l’acquazzone è tornato il sole e il caldino, abbiamo fatto un altro giro in acqua, volevamo rivedere quelle meraviglie… Siamo stati gli ultimi a lasciare l’isolotto, salutando gli uccelli. Siamo rientrati a Cairns, cena di pesce e nanna.

10.06.13

Sveglia di prima mattina (come al solito ormai) e siamo andati al porto dove dopo aver fatto il check in ci siamo imbarcati…Si perchè si fa il check in anche per andare in barca 🙂 Questa volta la destinazione era Green Island…un’isola simile al Paradiso credo. Ci hanno appiccicato sulla maglietta il bollino azzurro del Green Island Resort…ebbene si, tutti facevano la gita in giornata essendo l’isola a circa 20 km dalla costa e poi tornavano indietro nel pomeriggio…noi ci siamo concessi questo super lusso di dormire sull’isola…mai fatto scelta migliore…insomma, un po’ di honey in questa moon 🙂 Siamo arrivati sull’isola, circondata da una spiaggia bellissima, con un cuore verde verdissimo di una foresta all’interno. E’ arrivato l’omino del resort ad accompagnarci, assomigliava a Frankestin, alto con la testa quadrata…gentilissimo, ci ha praticamente servito e riverito tutto il giorno. Il Green Island Resort è semplicemente meraviglioso, la nostra suite era grande come 3 volte casina. Camera, salotto, terrazzo, bagno, anti bagno, doccia enorme, vasca gigante…insomma tutti i comfort che si potevano desiderare. Tutte le suite erano collegate tra loro da passerelle di legno coperte…avremo scoperto dopo l’utilità…avevamo anche una lounge riservata con divanetti, giornali, the e caffè a disposizione…che si affacciava sulla bellissima piscina. Ma chi se ne frega della piscina, ci siamo fiondati in spiaggia e, dotata anche qui di muta da topo nero, pinne e maschera, ci siamo tuffati nel blu… Una meraviglia. Mille pesci di tutti colori e poi…una tartaruga!!!! E’ arrivata lenta, ci è passata vicino, l’abbiamo seguita, sembrava danzare in acqua, abbiamo nuotato insieme per un po’, si faceva seguire tranquillamente…poi è andata per la sua strada. Indimenticabile. Non l’avevo mai vista io una tartaruga marina…fuori dall’acquario intendo…perchè quello era proprio un acquario…ho visto anche Dory!!! Mancava Nemo mannaggia…l’ho cercato un sacco ma non si faceva trovare il clown fish…in compenso abbiamo visto il pesce siluro, faceva ridere, e poi dei pesci davvero ENORMI. Stupendo. Oltre al mare che brulicava di vita, l’isola era un paradiso per gli uccelli, tantissimi e stranissimi, mai visti prima. C’era un uccello che sembrava un polletto, ma più figo…abbiamo scoperto poi che era soprannominato proprio “chicken”…molto più furbo del pollo però, riusciva a rubare le patatine a tutti… 🙂 andava contro il motto dell’isola ovvero “don’t feed the birds”, lui infatti si arrangiava! Nel pomeriggio è cominciato il Paradiso vero e proprio, l’isola si è svuotata…non che ci fosse la folla (una parola sconosciuta in Australia), ma insomma qualcuno c’era…se ne sono andati via tutti con il traghetto…bye bye…e noi siamo rimasti lì a goderci lo spettacolo. Verso il tramonto siamo andati a dar da mangiare ai pesci…una roba incredibile…dal molo c’era una delle guide dell’isole che lanciava in acqua del cibo…a frotte arrivavano tanti di quei pesci che non avevamo mai visto…alcuni venivano anche fuori dall’acqua per cercare di fregare il cibo agli altri. E poi è arrivato uno squaletto…e le immancabili tartarughe, simbolo dell’isola.

Dopo il romantico tramonto insieme ai pesci ci hanno offerto un drink nel bar del resort, eravamo neanche 20 persone in tutta l’isola… ci siamo messi a chiacchierare con una coppia di Brisbane. La serata romantica è proseguita con una fantastica cena di pesce (caro impestato ma buonissimo) accompagnata da un buon vino bianco australiano…serata meravigliosa…e poi, come se non fossimo stanchi, siamo anche andati a fare la walking night tour con la guida del resort che ci ha accompagnato in giro a vedere uccelli notturni, tartarughe e piante mai viste prima, tipo c’era un albero con le radici fuori e diceva che poteva “camminare” durante l’anno anche per 3 o 4 metri, alla ricerca del sole…mitico. Buona notte a Green Island.

11.06.13

Svegliati questa volta con un po’ più di calma, ci siamo diretti alla sala colazioni dove siamo stati praticamente 2 ore a mangiare di tutto e di più…tenendo a bada “sausage” un uccello famoso per rubare le salsicce dai piatti (nel mio non c’erano salsicce ma era goloso di qualsiasi cosa…) 🙂 Dopo esserci rifocillati per bene eravamo pronti per la nostra giornata in spiaggia relax. Indossato la tuta topo nero pinne e maschera ci siamo immersi stavolta vicino al molo dove ci avevano detto che c’erano i pesci più belli e soprattutto…Nemo!!! l’ho visto! Olè. Acqua non proprio calda e tempo non bellissimo oggi ma siamo riusciti lo stesso a farci il nostro bel tour nel blu dipinto di blu…tempo di sdraiarci 3 secondi sugli sdrai ed è venuto giù il diluvio universale…veniva giù a secchiate…ce la siamo presa non tutta ma quasi. Menomale che avevamo la nostra lounge riservata con docce calde e the bollente… 🙂 Nel primo pomeriggio avevamo prenotato il giro sulla glass bottom boat…ovvero la barca che vedi il fondo del mare…uno spettacolo…acqua limpidissima abbiamo visto di tutto, e la tartaruga è venuta a salutarci. Nel pomeriggio ci siamo ahimè diretti verso il traghetto che ci avrebbe riportati a terra, abbiamo salutato questo paradiso con un po’ di tristezza…preso lo shuttle per aeroporto e volo Qantas diretto a Darwin. Siamo arrivati in ostello. Proprio uguale alla suite di Green Island…doccia e nanna.

12.06.13

Svegli molto prima dell’alba, passano a prenderci con il mitico pulmino del Wayoutback per il tour di 3 giorni nei parchi di Lichtfield e Kakadu! Puntualissimi arrivano e inizia l’avventura. Ci becchiamo i posti in fondo al pulmino, già mezzo pieno, siamo ovviamente gli unici italiani, sono quasi tutti madrelingua inglese eccetto una francese, un tedesco e noi…ovvero c’erano un tedesco, un francese, un inglese e un italiano come nelle barzellette… 🙂 La nostra guida, Luke (ma scopriamo come si chiama dopo 3 giorni…) parla in modo completamente incomprensibile. Come se parlassimo in veronese stretto con un cinese. Uguale. Cmq era simpatico e bravissimo, un tuttofare, super puntuale e organizzatissimo…ma da far paura! Siamo circa in 12, partiamo con il pulmino per la prima giornata a Lichtfield. Prima sosta a delle cascate molto belle non fossero state piene di zanzare…l’unica soluzione era tuffarsi in acqua! Fuori però c’erano dei cartelli… “be aware of crocodiles”…mah…tutti fanno il bagno…Luke si tuffa, ok andiamo anche noi! Sosta breve, se ti dicono “partiamo tra 10 minuti” al nono minuto sono già tutti sul pulmino, noi ancora lì ad asciugarci… Paesaggio con terra rossa e alberi alberi alberi…la savana alberata, bellissimo. Seconda tappa altre cascate, stavolta raggiungerle è un po’ più faticoso, scendiamo circa 300 gradini…ma le cascate sono meravigliose. Mille foto. Risaliamo sui gradini di roccia e…i canguri! Vediamo i nostri primi wallaby, una famiglia intera! Bellissimi. Un’emozione. Nel pomeriggio arriviamo a Mary River dove in qualche modo abbiamo capito che avremmo fatto una “cruise” sul fiume per vedere i coccodrilli…vabeh pensavo io, roba da turisti dai, figurati se li vediamo… Saliamo su una chiatta, il paesaggio è stupendo…orario di quasi tramonto, luce bellissima, cielo terso, ninfee ovunque, acqua piatta, silenzio, solo il rumore degli uccelli…dopo 1 minuto, ecco il primo coccodrillo, lì davanti a noi!!! Si tuffa in acqua… Il capitano della chiatta sembrava proprio Mr. Crocodile Dundee…con tanto di coltello…fantastico…vedeva gli animali nascosti ovunque, si avvicinava pian piano e ci spiegava tutto… Di coccodrilli ne abbiamo visti parecchi, uno a bocca spalancata, immobile sulla riva, un altro, una bestia di 5 metri che entrava in acqua e poi quelli che nuotavano più o meno vicini a noi…sulle rive del fiume saltavano i wallaby, in cielo volavano le aquile…mancava solo Piero Angela e Quark era al completo. Davvero sensazionale.

Dopo il tramonto in questo posto spettacolare arriviamo nel nostro campeggio. Mi aspettavo una cosa più spartana invece abbiamo una tenda tutta per noi, con dentro le brandine, direi comode. Cuciniamo insieme agli altri, tentiamo di fare un minimo di conversazione con chi ha una pronuncia comprensibile e poi seguiamo la seconda guida che era con noi per una bellissima walking night… stavolta abbiamo visto davvero di tutto. Questo tizio sembrava un mago, cioè, nel buio pesto ma pesto davvero diceva “là c’è una rana!” beh, dopo 10 metri nascosta su una roccia c’era una rana stranissima…trovava uccelli appollaiati sui rami, ragni enormi sui tronchi degli alberi, una crisalide, un gufo…bellissimo. Notte stellata e limpidissima, stelle sconosciute…visto la croce del Sud! Nessun carro maggiore da queste parti…e poi la luna…storta! Luna crescente che sembrava ci facesse un sorriso.

13.06.13

Sveglia moooolto prima dell’alba, con Luke che canticchia fuori dalle tende. C’è ancora buio, facciamo colazione, buona, e in quattro e quattr’otto ci prepariamo per andare…nessuno controlla che ci siamo tutti sul pulmino…se ti perdevi via un attimo ti lasciavano lì… (anzi è quasi successo che mi lasciavano in un’area di sosta in mezzo al nulla……..). Partiamo, paesaggio super, savana alberata e piste di terra rossa…avvistati un sacco di uccelli strani, mai visti prima. Luke guidava come un matto, non si riusciva a fare le foto dal finestrino che eravamo già 10 km avanti… Oggi entriamo al Kakadu. Prima sosta a Ubirr dove passeggiamo per un sentierino piacevolissimo contornato da un sacco di rocce con pitture aborigene, caverne e pareti bellissime. C’era una pittura sulla punta di una roccia inarrivabile…sono stati gli spiriti buoni a dipingere fino lassù… Proseguiamo la camminata fino ad arrivare su un altopiano a dir poco sensazionale. Sole bellissimo e vista a 360 gradi su una vastità di verde infinita. Siamo nella dry season, tra un po’ di mesi tutto quello che vedevamo si trasforma in un lago immenso. Anche qua un milione di foto… mai visto un verde così…verde. Panorama davvero mozzafiato, luogo sacro aborigeno, molto spirituale. Scendiamo da questo posto paradisiaco e torniamo al pullmino, sosta pranzo con hamburger in compagnia e poi via di nuovo verso delle altre cascate. Breve camminata per arrivare in un altro posto spettacolare…sembrava una cartolina, anzi, come quando fai i disegni da bambino: cielo azzurro intenso, sole, cascata grande con tanta acqua che scende scrosciando, piscina naturale che si forma alla base con acqua limpida e calda, temperatura eccezionale, alberi verdi intorno… ci fiondiamo a fare il bagno. Nessun coccodrillo per fortuna J Stiamo un po’ in relax in questo posto disegnato da qualcuno per noi, poi tutti di ritorno in campeggio per preparare la cena insieme. Abbiamo assaggiato il canguro! Buono direi, assomiglia un pochino alla carne di cavallo secondo me…saporito. Nanna in tenda anche stasera.

14.06.13

Oggi, un anno fa, eravamo in mezzo al parco delle sequoie… anniversario della marriage proposal! Oggi invece siamo in mezzo al parco del Kakadu, pronti per andare in avanscoperta. Sveglia mooooolto prima dell’alba come al solito (ormai il nostro fuso orario si è adattato), tutti sul pulmino per l’avventura del giorno: destinazione Jim Jim Falls. La strada per arrivarci è a dir poco allucinante. Il pulmino è ovviamente adatto per quella strada, che non si può chiamare strada perché è semplicemente una “traccia” in mezzo agli alberi. Stupendo. Le montagne russe non sono niente in confronto. Ogni tanto sbucava fuori un dingo che ci guardava divertiti… E mentre guidava su quella pista rossa a dir poco sconnessa Luke ha messo la musica a palla e abbiamo “ballato” sul pullmino le tipiche canzoni australiane (quelle che imparano i bimbi all’asilo per capirci…) fantastiche!! J Molliamo giù il pullmino e partiamo per una breve camminata. Breve ma tosta, tutta in mezzo alle rocce, una semi arrampicata, attraversando fiumiciattoli e scoprendo mano a mano scenari da favola (comunque fattibile). Finchè arriviamo alle Jim Jim Falls…wow… una cascata di 150 metri a picco su un lago. Acqua profonda, blu intenso, stavolta fredda gelida. Scenario incredibile. Io mi sono tuffata ma dopo 10 secondi rischiavo il congelamento… Marco invece, insieme a qualche altro temerario, si è fatto i 100 e passa metri a nuoto fino alla base della cascata…e ritorno. Io avevo già puntato una bellissima spiaggetta al sole dove mi sono messa a fare la lucertola… Eravamo solo noi, quando è cominiciata ad arrivare un po’ di gente siamo tornati indietro verso il pullmino, Luke tutto felice perché era riuscito a portarci in questo posto prima di tutti gli altri gruppi… Dopo un bel pranzetto a base di wrap con mille verdure siamo ritornati ahinoi verso Darwin dove ci aspettava il nostro ostello…che oggi sembrava un hotel a cinque stelle… J Ci siamo trovati con i ragazzi la sera a cena, un po’ di saluti e scambio di indirizzi (non sapevamo ancora che Mark, un tipo canadese, l’avremo reincontrato a distanza di 2000 km…), ultime foto e nanna.

15.06.13

Oggi grande giorno…ci siamo concessi il taxi per arrivare fino in stazione dove ci aspettava nientepopòdimenochè il Ghan!! Ebbene sì, mitico treno che attraversa l’Australia da nord a sud, ovvero da Darwin ad Adelaide. Tra le prime vie di comunicazione australiane, treno ambito da tutti gli australiani (e dalla Silvia), tra le 10 cose che desiderano fare almeno una volta nella vita…”an unforgettable journey”… Facciamo il check in e saliamo nella carrozza dei red seat, ovvero la più economica, solo con il sedile reclinabile…unica carrozza su tutto il treno perché tutte le altre erano in classe gold e platinum… Ben 24 carrozze che formavano un biscione lunghissimo, treno che c’è solo 2 volte la settimana, monobinario…per attraversare tutto il deserto. Alle 10 si parte! Passiamo vicini alle strade percorse con il pullmino a tutta velocità (che andava più veloce del treno) e salutiamo pian piano i paesaggi del Kakadu. Sosta a Kathrine per vedere delle gole con un fiume che ci passava in mezzo. Qui non so bene come abbiamo fatto, in pratica non abbiamo capito, ma ci siamo ritrovati in mezzo al gruppo dei gold e platinum che avevano le gite organizzate comprese nel biglietto del treno (noi ovviamente no), ci siamo a dir poco infiltrati e siamo saliti su un pullman, l’unica certezza era che questi erano come noi passeggeri del Ghan e quindi saremmo ritornati al treno, ma cosa avremmo fatto nel frattempo era un mistero…dopo mezz’ora di pullman arriviamo alle Kathrine Gorge, ovvero queste gole e ci mettiamo in coda con il gruppo per una piacevolissima gita in barca. Anche qui l’obiettivo era di vedere i coccodrilli ma stavolta erano in miniatura, c’era una signora incavolata perché il coccodrillo che aveva visto era grande ben 10 cm!! Che ridere. Una gita da terza età praticamente, ma a noi infiltrati è piaciuta un sacco. Ci siamo anche sbafati lo spuntino con champagne e zuppa di coccodrillo in un bar molto chic! Scopriamo dopo che questa gitarella costava 130 dollari a testa… noi abbiamo fatto gli special guests!! Dopo una bellissima foto abbracciata ad un baobab siamo tornati al treno e siamo ripartiti per la nostra destinazione finale Alice Spring. Tramonto infuocato e cena nella carrozza ristorante, reclinato il sedile e buonanotte!

16.06.13

Ci siamo svegliati con l’alba che ci salutava dal finestrino, il cielo di tutti colori, il deserto e i canguri che saltellavano… Colazione nella carrozza ristorante dove il nostro amico barista ci ha anche offerto il the perché eravamo davvero dei good customers! Arriviamo ad Alice Spring in mattinata. In stazione la prima cosa che vedo è una statua di una donna sul cammello vicino al cartello di Alice…mi sembrava proprio lei, quella del libro Orme…foto immancabile. Oltre alla statua la primissima cosa che ci colpisce è…la temperatura: 12 gradi, di giorno, con il sole. Comincio a tremare solo all’idea di dormire fuori domani sera…Ma andiamo con ordine. Ci dirigiamo con calma verso la città, tanto descritta e sognata, questo posto con solo il nulla nel raggio di 1500 km in tutte le direzioni, il cuore dell’Australia. Ed era una vera e propria cittadina, alcune montagne facevano da contorno, proteggendola e facendo in modo di raccogliere l’acqua per la città. Ci sistemiamo nel motel in centro il Diplomat, molto carino e comodo, e andiamo in avanscoperta, con un po’ di calma stavolta perché avevamo tutto il giorno a disposizione. Così abbiamo fatto incetta di souvenir aborigeni, visitato tutte le gallerie d’arte locale e gironzolato tranquillamente per la città. Abbiamo comprato tanti di quei boomerang… Per strada c’erano un sacco di aborigeni, a dire la verità mi hanno fatto un po’ di tristezza, nelle città sono emarginati, gironzolano senza fare niente e la maggior parte beve… non sono molesti, si fanno gli affari loro, però dopo aver letto un sacco di cose super interessanti sulla loro cultura, vederli lì così fa un po’ effetto, nelle loro comunità dovrebbe essere molto diverso, chissà. Poi siamo saliti su una collina con vista sulla cittadina…che roba strana, una città nel cuore del deserto…bellissimo. Ci sentivamo un po’ come se fosse la nostra città: abbiamo fatto shopping, siamo andati al supermercato, abbiamo trovato una parrocchia e siamo andati a messa perché era giusto domenica, con un prete filippino che non si capiva una mazza ma vabeh, era bello lo stesso. In chiesa c’era gente di tutti i tipi, anche qualche aborigeno, a noi “visitors” ci hanno sgamato subito. Una giornata decisamente rilassante e piacevole, da sentirsi quasi “a casa”, anche se dall’altra parte del mondo.

17.06.13

Immancabile sveglia prima dell’alba, pronti per il bellissimo tour nel deserto. Ormai abituati ai pullmini aspettiamo che ci vengano a prendere…per iniziare l’Emu Run Tour!! Altro tour altro gruppo. Stavolta è più eterogeneo in fatto di età, ci sono alcune coppie di signori sui 50, una di loro festeggia i 25 anni di matrimonio, alcuni giovani come noi, altri giovanissimi e una signora sui 70 anni…ho pensato subito che se ce la fa lei ce la faccio anch’io J Anche qui siamo i soli italiani e quasi i soli non madrelingua inglese. Peggio di noi ci sono solo 2 cinesi che non so bene cosa ci facevano lì, la più giovane delle due aveva le scarpette di tela coi cuori rosa e il pigiama…uscite dall’Hilton. Dopo aver fatto il giro degli hotel per andare a prendere tutti partiamo. Lasciamo Alice Spring ancora con il buio, direzione deserto. E piano piano il paesaggio diventa più brullo, più isolato, ma non secco. Scopriamo che ha piovuto tanto anche in Australia nell’ultimo mese (mica solo in Italia…) e quindi il verde è abbastanza rigoglioso, sempre di deserto si tratta, ma ci sono zone con tanta vegetazione, alberi, erba, spunta anche qualche fiore…e poi distese infinite di spinnifex e terra rossa. Mitico. Dopo 500 km e qualche breve sosta in posti assolutamente dimenticati da tutto e da tutti arriviamo ad Ayers Rock, Uluru per gli aborigeni, che significa semplicemente “water hole”, perché gli aborigeni sono così, se tu gli chiedi cos’è quello? Lui ti risponde dicendoti esattamente quello che hai indicato, mica tutto l’insieme, e quella volta avevano indicato un buco con dell’acqua dentro, sopra la montagna sacra. La sagoma famosa si staglia all’orizzonte, ci avviciniamo e visitiamo per primo il centro culturale aborigeno, con tutte le loro storie, la loro cultura e la richiesta di non scalare la montagna. Da qualche parte avevo letto che sarebbe stato come se qualcuno venisse a casa tua e salisse con le scarpe sul tuo divano, a me darebbe un po’ fastidio… Insomma, per loro è uno dei luoghi più sacri della loro storia decidiamo di non scalare Uluru (che poi non l’avremo fatto comunque perché è davvero pericoloso, se scivoli e sei lassù buonanotte, non c’è assolutamente niente che ti ferma, eppure tanta gente sale su…). Cominciamo la passeggiata tutto intorno alla roccia, scopriamo anfratti bellissimi dove scende acqua, a volte con delle cascate. La roccia non è proprio rossa rossa, ma perché il cielo è nuvoloso, quindi per noi rimarrà impressa come marrone…ma davvero bellissima. Camminiamo tutto intorno per non mi ricordo quanti km, davvero un bel giro. Con questo monolite in mezzo al nulla. Arriva l’ora del tramonto, ci portano in un posto sovraffollato (dove ovviamente incontriamo Mark) per ammirare lo spettacolo…che purtroppo non è dei migliori a causa del tempo, sempre più nuvolo. Solo per qualche secondo il cielo si libera un pochino e fa filtrare i raggi del sole. Allora si che si vede la roccia cambiare colore! E’ durato poco ma è stato bello. Nel frattempo facciamo un po’ più amicizia con la gente del nostro gruppo, c’è Gabrielle, la signora che è davvero forte, Australiana di Melbourne. E poi Colette, scozzese trapiantata in Nuova Zelanda. E Ryan, la nostra guida australiana. E Katy, che viene da Honololulu!!!! Già mi immaginavo Mago Merlino che parte a razzo nella spada nella roccia J che storia. Un giapponese, le 2 cinesi, l’immancabile tedesco, 2 inglesi e noi. Stavolta capiamo molto di più tutti quando parlano, sarà che un po’ ci siamo abituati, sarà che davvero gli altri parlavano malissimo…chissà. La temperatura scendeva sempre di più e noi ci siamo diretti nella nostra “suite”…ovvero l’area del campeggio dove abbiamo acceso un bellissimo fuoco! Ah sì, perché di mattina, per strada, eravamo andati a fare legna… Così, dopo aver mangiato l’immancabile chicken con qualche salsa era ora di andare a dormire…nello swag! Ero terrorizzata di morire di freddo. Ci saranno stati 6 gradi. E invece…mitico swag lo voglio anche a Verona. In pratica è un materassino ricoperto di stoffa pesante dove dentro si mette il sacco a pelo. Ryan ha detto: meno vi vestite e più avrete caldo dentro lo swag…adesso, vaben tutto, ma io mi sono tenuta il pile e ho dormito da Dio. Con il berrettino. Peccato per le nuvole, stavolta niente croce del sud…ma i dingo che ululavano sì. Buonanotte sotto le stelle…sotto le nuvole! Notte speciale.

18.06.13

Indovinate un po’? Sveglia prima dell’alba! Per forza direte, eravate fuori…in realtà avrei dormito come un ghiro e non volevo più uscire da quel tepore… Colazione in compagnia, zaino e via! Direzione monti Olgas, ovvero Kata Tjuta (“molte teste” in aborigeno, perché effettivamente sono delle montagne tonde come delle teste che spuntano dalla terra), per vedere l’alba. Anche oggi nuvolo mannaggia, però lo spettacolo è stato lo stesso bellissimo. Vedavamo Uluru in lontananza, ma neanche troppo considerato che eravamo a 50 km circa…l’aria limpida, sembrava fosse molto più vicino. E il cielo ha cominciato a colorarsi…dappertutto. E’ così in Australia, mica si colora solo da una parte, si colora ovunque, e di colori diversi. Sembra dipinto. Bellissimo. Anche oggi posto affollato di gente che come noi si gode lo spettacolo, però c’era più silenzio, sarà stato il sonno…ma è stato un bel momento. Con il sole ormai sorto ci dirigiamo verso l’interno degli Olgas. Tira un vento pazzesco, freddissimo. Cominciamo a camminare, piano piano la giornata si riscalda ed esce il sole. Facciamo una camminata bellissima, saliamo, tra queste rocce strane, sembrano levigate e stratificate, fino ad una specie di forcella dove abbiamo una vista a 360 gradi su tutti i monti e tanto tanto verde. C’è un sacco di acqua, e un sacco di vita. Uccelli, piante, canguri! Li vediamo saltare via, bellissimi. Riscendiamo ed il paesaggio cambia ancora, più ampio, sempre molto molto verde. Torniamo al pulmino, altra strada per arrivare ad un altro campeggio, accendiamo il fuoco e Ryan comincia a cucinare il tipico pane australiano e le patate, dentro il fuoco. Prima di cena facciamo un giro nel campeggio perché in realtà è una specie di fattoria…con i cammelli, ebbene sì ci sono! E tanti anche. E nel loro recinto facevano i numeri! C’era il cammello più piccolo, lo sfigato del gruppo, che era rincorso da tutti gli altri che volevano prenderlo a morsi…poverino, sembrava un po’ calimero. E poi, nello stesso recinto dei cammelli, c’era uno stormo di pappagalli grigi e rosa che si sono alzati tutti insieme, nello stesso preciso istante, saranno stati un centinaio, tutti sopra di noi per volare sopra un albero… bellissimo.

La cena è stata ottima, abbiamo fatto un po’ di chiacchiere intorno al fuoco, con i dingo in sottofondo…finchè non ha cominciato a piovere, ebbene sì, nel deserto… e quindi ci siamo rifugiati in tenda, niente swag sotto le stelle stasera…

19.06.13

Sveglia ormai acquisita, colazione in velocità e trasferimento a Kings Canyon per iniziare una bellissima camminata anche oggi. Paesaggio interessante, siamo scesi nel canyon e poi risaliti con delle scalette appese via…e ovviamente abbiamo incontrato Mark che ci ha fatto le foto dall’altra parte del precipizio. Il canyon era molto grande e profondo, insomma bello ma se paragonato con il Grand Canyon il confronto non regge. Comunque passeggiata piacevolissima.

Ritornati al pullmino ci siamo ahinoi diretti verso Alice Spring, per strada abbiamo avvistato un aquila… enorme… appollaiata su un ramo secco, tipo come nei film, Ryan ha detto che aveva un’apertura alare di 2 metri e mezzo…impressive. Poco prima di arrivare in città facciamo l’ultima sosta in una camel farm…e abbiamo fatto un giro sui cammelli! Super divertente, abbiamo fatto anche un pezzo di corsa, che ridere. Bello. Arrivati in città ci risistemiamo nel nostro lussuosissimo motel e facciamo finalmente una doccia bollente… poi usciamo a cena con gli altri in una bettola vicina al centro, bella serata in compagnia. Anche qui scambio di indirizzi e saluti con tutti. Finita l’avventura nei tour. One week left…

20.06.13

Oggi inizia una giornata da cronometro. Volo da Alice Spring per Adelaide (ovvero “Adl”, come si dice da queste parti…). In aeroporto indovinate chi incontriamo? Colette, la scozzese, e l’immancabile Mark. In aereo vediamo il deserto dal finestrino, un’immensa distesa rossa…meraviglioso. Facendo i conti avevamo circa 3 ore da quando atterravamo ad Adelaide per:

– Ritirare le valige

– Ritirare la macchina a noleggio (capire bene cosa comprendeva l’assicurazione, eccetera…)

– Capire come si guida a sinistra con il volante a destra

– Uscire da Adelaide all’ora di punta (perché in Australia lavorano molto meno e quindi l’ora di punta è alle 4.30 circa…)

– Fare circa 120 km

– Arrivare all’imbarco del traghetto a Cape Jervis per Kangaroo Island (avevamo prenotato ovviamente l’ultimo traghetto della giornata, poi non ce n’erano più…)

Cominciamo con un ritardo dell’aereo di circa mezz’ora. Ottimo… ritiriamo i bagagli e ci fiondiamo da Car Europe, dopo esserci assicurati che se un canguro ci saltava sulla macchina non avremmo pagato un dollaro abbiamo ritirato la macchina. Magicamente l’orologio segnava mezz’ora di ritardo…ebbene, è spuntata fuori mezz’ora di fuso orario che devo ancora capire. Sempre meglio… Usciamo dall’aeroporto: fermi in coda. Unica strada in mezzo alla città, completamente bloccata per il traffico. Non ce la faremo mai. Piano piano e dopo qualche manovra da ritiro patente immediato riusciamo a svicolare il traffico. Ora, se tutte ma dico tutte le strade in Australia sono dritte, questi benedetti 120 km erano una curva dietro l’altra, e strette anche! Marco sembrava Schumacher. Io me la sono vista brutta in un paio di punti quando i paletti a bordo strada mi sembrava entrassero in macchina…ma correndo come dei pazzi siamo arrivati all’imbarco del traghetto con ben 8 minuti di anticipo. Un miracolo. Tra l’altro la strada percorsa era a dir poco meravigliosa, campi coltivati, vigneti a perdita d’occhio (mezzi secchi però, è inverno!), pecore, pecore, pecore, spazio, spazio, spazio, verde verde verde. Finalmente ci rilassiamo a bordo, dove mangiamo i nostri panini e guardiamo fuori diventare tutto buio. La giornata non era finita, arriviamo a Kangaroo Island e il nostro hotel era a circa 2 ore di strada da dove siamo sbarcati. I cartelli di pericolo canguri erano uno dietro l’altro, e infatti appena usciti dal paese ne vediamo un sacco, morti, in mezzo alla strada…e poi anche un sacco di canguri vivi e vegeti che saltellavano qua e là, abbagliati dai fari. E poi delle specie di procioni che ci attraversavano la strada, e altre cose non ben identificate…uno zoo insomma. Arriviamo alla nostra bellissima Flinderchase Farm, una fattoria, alle porte dell’omonimo parco, erano ormai le 8 di sera, ora improponibile in Australia dove tutto si ferma alle 6.30 di sera. Ad aspettarci infatti non c’era un’anima viva, solo dei bellissimi canguri in giardino. E l’immancabile messaggio sulla porta della reception: Silvia, your room is n° 7. E le chiavi? Non servono, era tutto aperto. Tanto in giro ci sono giusto i canguri… Entriamo nella nostra cameretta tutta di legno, apriamo la porta del bagno e…siamo fuori, cioè, il bagno era nostro privato ma era praticamente all’esterno, con tanto di piante enormi che sbucavano di fronte al wc. Bellissimo, se non fosse che c’erano circa 8 gradi. Accendiamo la stufa a manetta e crolliamo a nanna sotto 3 caldissimi piumini.

21.06.13

Sveglia prima dell’alba. Scopriamo dopo che la mezz’ora di fuso orario era tornata indietro. Colazione in camera con Tim Tam al cioccolato (fantastici biscotti made in Australia) e poi via alla scoperta di Kangaroo Island. La mia prima esperienza di guida a sinistra! Che storia. Cominciamo dal Flinder Chase Park, il tempo non prometteva nulla di buono, luce stranissima e bellissima, arcobaleno… Arriviamo sulla punta a sud dell’isola dove troviamo una bellissima colonia di foche spiaggiate su delle rocce dove si infrangevano le onde oceaniche. Appena in tempo per qualche foto perché dopo è venuta giù tanta di quell’acqua…ce la siamo presa tutta prima di riuscire a rifugiarci in macchina e attaccare il riscaldamento a palla per asciugarci. Seconda tappa lì vicino, Remarkable Rocks, ovvero delle formazioni rocciose stranissime, scavate dall’erosione di migliaia di anni, davvero belle. Inutile dire che non c’era nessuno nel raggio di km e km… Proseguiamo nel nostro giro, era arrivata l’ora di andare a vedere i koala! C’era un posto, la koala walk, ovvero un viale di eucalipti, pieni di koala… delle palle di pelo appallottolate sui rami più improponibili…a dormire. E dormono tutto il giorno! Troppo belli. In questo parco poi c’erano un sacco di pappagalli coloratissimi e gli immancabili canguri, siamo riusciti anche ad avvicinarci abbastanza per fare delle super foto! Mai troppo vicini però altrimenti saltellavano via, che belli che sono, e poi si appoggiano sulla codona per andare avanti quando non han voglia di saltare…mitici. Dopo i koala siamo andati a vedere una zona chiamata Little Sahara. Ed è proprio così, un piccolo deserto in mezzo al verde. Delle dune altissime con la sabbia finissima…davvero molto bello. Poi è stata la volta dei leoni marini a Seal Bay, una baia protetta dove si poteva andare solo con la guida, noi non ci siamo fatti mancare niente e ci siamo aggregati al gruppetto che andava fino sulla spiaggia dove c’erano decine di leoni marini. Maschi e femmine: le femmine prendevano il sole, i maschi cercavano di attirare la loro attenzione facendo di tutto…ma loro continuavano imperterrite a riscaldarsi…ahah J poi c’era anche un cucciolino di pochissimi mesi! Troppo bello. Era strano trovarsi lì in mezzo al loro habitat, totalmente indisturbati, ad osservarli. Nella natura più totale. Dai leoni marini passiamo alle più comuni pecore! Ebbene sì, il paesaggio di Kangaroo Island non sarebbe lo stesso senza le migliaia di pecore che ci sono ovunque…in mezzo a tutto quel verde, le colline, gli alberi, sembrava un po’ come essere in Irlanda (compresa la pioggia spray), ma poi saltellava qua e la qualche canguro e volavano pappagalli… Siamo entrati in una fattoria di pecore giusto in tempo per vedere la mungitura, abbiamo assaggiato formaggi e yogurt davvero buoni. Il giro prosegue fino a Kingscote dove approfittiamo di qualche anima viva e un micro paese per fare un po’ di spesa, poi arriviamo sul molo dove fatalità c’era un tizio che stava dando da mangiare ai pellicani…ma tantissimi!!!! E per poco non si mangiavano anche lui!!!! Questi si pappavano il pesce intero che saltellava nella pappagorgia…come in Nemo J Bellissimi. Ci mancavano solo i pinguini da vedere…ma il tempo peggiorava, è venuta giù un’acqua da paura e c’erano tipo 10 gradi…così i pinguini li abbiamo visti soltanto sui cartelli stradali (!) e siamo ritornati verso la nostra fattoria. Abbiamo cucinato il polletto nella cucina della fattoria, fuori, senza un’anima viva, solo con i nostri amici canguri che saltellavano qua e la…

22.06.13

Oggi ci svegliamo e c’è quasi luce! Si perché volevamo vedere la nostra fattoria per una volta non al buio…e scopriamo che la nostra camera si affaccia su un prato infinito pieno di pecore… Facciamo i bagagli e riprendiamo la strada verso l’imbarco del traghetto. Arriviamo all’imbarco e guardiamo l’oceano, non promette bene… saliamo a bordo e l’omino ci dice che sarà un viaggetto “a little bit bumping” ovvero “si ballerà un po’”…vabeh dai, tanto sono solo 50 minuti. Marco entra in fase concentrazione-per-non-star-male, si aggrappa al tavolo e fissa l’orizzonte. Io tranquilla faccio un po’ di foto… la situazione peggiora, ci sono onde alte dei metri, la barca (che era un traghetto enorme, ci stavano anche i camion sopra) andava ovunque tranne che dritto, pensavamo già che la nostra I20 a noleggio fosse finita in mare… morale della storia: i 50 minuti più lunghi dell’universo e vomitato anche Natale 1995.Mai successo. Marco invece è riuscito a resistere. In qualche modo ritorniamo sulla terra ferma e riusciamo a ripigliarci un po’. Ci mettiamo in strada, direzione Mount Gambier, distanza da percorrere circa 400 km. Magicamente dopo poca strada ci si è presentato uno spettacolo incredibile: un arcobaleno meraviglioso, intero, un arco perfetto, limpido, con i colori nitidi e illuminato da una luce bellissima. Un regalo. Passiamo attraverso il Coorong National Park, un parco bellissimo con laghi, prati, pecore, uccelli di tutti i tipi, spazio spazio spazio, …e il tramonto che si avvicinava e dipingeva il cielo di tutti i colori. Strade dritte all’orizzonte e nessuno in giro, in pratica si poteva tranquillamente inchiodare in mezzo alla strada e scendere per catturare il paesaggio con qualche foto… Siamo arrivati in serata a Mount Gambier (alle 8 cioè tardissssssimo), infatti nessuno ci aspettava alla reception (chiusa) e le chiavi erano sotto il tappetino davanti alla stanza. Tranqui.

23.06.13

Oggi ci aspetta la vera Great Ocean Road, destinazione Apollo Bay. Ci mettiamo in marcia con la nostra macchinina (ottima), prima sosta a Portland per prendere un po’ di info al Visitor Centre. La tipa ci fa: “hanno avvistato delle balene circa un’oretta fa qui vicino (a 30 km…)” . Perchè no? Tanto 30 km in più o in meno ormai… chissà magari le vediamo, magari no… Arriviamo nel luogo dell’avvistamento, un promontorio su una spiaggia enorme, bellissima, con delle onde galattiche lunghissime che si infrangevano sulla spiaggia formando una spuma leggera leggera che si fondeva con il cielo…e lì in mezzo all’oceano, dritto davanti a noi, una balena!! Saltava fuori dall’acqua!!! Giocava, faceva le piroette, spruzzava su l’acqua…meravigliosa. Foto foto foto. Botta di culo pazzesca, la balena che ci aspettava. Abbiamo ripreso la strada, splendeva un sole meraviglioso. Breve sosta a Port Fairy, paesino carinissimo con casettine piccine e un braccio di mare che forma un grazioso porticciolo. Cominciano pian piano a spuntare fuori i cartelli dei look-out per vedere le scogliere. Il primo che abbiamo incontrato è stato davvero di effetto…è un po’ come al Grand Canyon, quando ti avvicini ti avvicini ma non vedi niente finchè non sei proprio sul bordo e allora ti si apre una vista meravigliosa…e qui uguale…le scogliere a picco, frastagliate, con l’oceano che ci batte contro. Wow. Sosta panino a London Bridge, ne è caduto un pezzo tempo fa adesso ne resta metà ma è lo stesso molto imponente. E sotto c’erano le orme dei pinguini che salivano dal mare… Abbiamo fatto delle brevi passeggiate per raggiungere tutti i look-out a disposizione, in un posto dove un tempo sono affondati un sacco di vascelli (te credo). Arriviamo finalmente ai famosi 12 apostoli. Prima però siamo scesi fin sulla spiaggia con i Gibson Steps (un tipo che a picconate a costruito gli scalini per scendere dalla scogliera…mitico). Così ci siamo visti il paesaggio da sotto in su, con una luce bellissima. Per il tramonto ci siamo appostati davanti ai 12 apostoli, pieno di turisti (strano che non ci fosse anche Mark J ), ma abbiamo trovato il nostro spazietto in mezzo a mille giapponesi. E ci siamo goduti lo spettacolo del sole…che anche oggi ha dipinto tutto, con questi bellissimi faraglioni (ne rimangono 8 ma fa lo stesso) che resistono alla forza dell’oceano. Bellissimo. Temperatura calata di brutto senza il sole ma volevamo vedere i pinguini che risalivano dal mare dopo il tramonto. Così siamo rimasti lì a congelarci finchè i pinguini siamo diventati noi…perché mica sono arrivati questi disgraziati! Le orme c’erano però… J Ultimi 100 km fino ad Apollo Bay, motel bellissimo (Beachfront Motel) a prezzo modico, davvero da consigliare (prenotato con Booking). E anche oggi è andata, domani ultimo giorno….sigh.

24.06.13

Oggi arriviamo fino a Melbourne (ovvero “Melbn” come si dice qui…). Prima sosta a Kenneth River, sulla Lonely planet (che consiglio ma fino a un certo punto, solo perché la Routard dell’Australia non esiste) c’era scritto che il paesino era pieno di eucalipti…e quindi di Koala. Ed era proprio così! Era presto, nel paesino nessuno (ma va?), c’eravamo solo noi e i koala, in questo viale, un po’ ripido con vista oceano. E loro lì a sonnecchiare sui rami al sole…che belli. Abbiamo fatto un video e uno si è anche svegliato apposta per noi! Ciao koala!! La strada prosegue, sempre bellissima, salutiamo anche i canguri, padroni di un campo da golf lì vicino…che storia, tu giochi a golf e loro lì che saltellano. Questi però erano un po’ più addomesticati di quelli visti finora… ma tanto belli lo stesso. Foto ricordo insieme J Lasciamo la costa e ci addentriamo verso l’interno, diretti in città. Piano piano le strade si allargano, compare Melbourne sotto una cappa grigia di smog e cielo cupo, strada a sei corsie, super trafficata. L’impatto è stato notevole, dopo quasi 3 settimane in mezzo alla natura più totale ritrovarsi in una metropoli da 5 milioni di abitanti è abbastanza scioccante…e poi era la nostra ultima tappa quindi eravamo già un po’ tristi, con questi grigio poi ancora di più. In realtà Melbourne è bellissima. Dopo aver fatto un po’ di giri per riuscire a mollare giù la macchina abbiamo mollato le nostre cose in hotel (in centro centrissimo – Cause Way Inn On The Mall) e siamo andati alla scoperta. Una griglia di strade strapiene di locali e negozi, la piazza principale molto grande e bella e poi una zona sul lungofiume, lo Yarra River, con lo skyline dei grattacieli e la passeggiata pedonale…Bello. Siamo saliti sull’Eureka Tower per goderci lo spettacolo poco prima del tramonto finchè non è calato il sole e si sono accese tutte le luci dei grattacieli…bellissimo. Non abbiamo avuto molto tempo per vedere Melbourne ma questo assaggio ci è piaciuto. La sera abbiamo contato i dollari rimasti in contanti e abbiamo deciso di spenderli in un’ottima cena in uno dei ristorantini a South Bank, serviti e riveriti con vista sui grattacieli. Ottimo pesce e vino rosè per me, ottima carne e birra artigianale per Marco. E immancabile dolce al cioccolato! Passeggiata romantica anche se faceva freddo freddo e poi nanna…

25.06.13

Oggi si parte….buuuuuaaaaaaah! sigh sob! Salutiamo l’Australia. Abbiamo giusto il tempo per andare a fare colazione in un posticino vicino al nostro hotel che ci avevano consigliato i nostri vicini “Caffè e Torta” dove abbiamo colazionato/pranzato molto bene. A Melbourne si mangia ottimamente (ma ti pelano J). Prendiamo le valigie, lo skybus per l’aeroporto, compriamo gli ultimi souvenirs e decolliamo…ciao Australiaaaaaaaa!!!!!! Che tristezza. Avevo il mio libro da finire, “Quando vedi un emu in cielo”, e fatalità l’ho finito esattamente quando sotto di noi l’Australia finiva…anche gli spiriti aborigeni ci hanno salutato…

Che dire, un viaggio di nozze meraviglioso… non proprio rilassante J ma dir poco stupendo e assolutamente indimenticabile.

PS: per dovere di cronaca finisco le tappe del viaggio. Melbourne – Hong Kong dove siamo arrivati di sera, col buio e la città era illuminata a giorno, salivano le luci oltre le nuvole, bellissimo… E poi Hong Kong – Francoforte, arrivati con più di 1 ora di ritardo, fatto i numeri per passare i controlli dei crucchi (tralascio qui dettagli di un’incazzatura fotonica con un tedesco che voleva far esplodere la mia macchina fotografica e rischiava di farci perdere l’ultimo aereo…dopo che avevamo fatto 22 ore di volo…no comment) e arrivati a Verona dove la mia valigia è apparsa subito, sana e salva, quella di Marco invece non è arrivata… Stava tentando di tornare indietro, era piena di boomerang J J J

Un grandissimo grazie a:

-tutti quelli che ci hanno supportato (in tutti i sensi) per fare questo fantastico e meraviglioso viaggio sognato da tantissimo tempo

-alle persone che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio che ci hanno fatto apprezzare ancora di più questa bellissima avventura

-agli autori/autrici dei libri che mi hanno accompagnato e fatto sognare (anche molto prima che partissimo) e “ri”trovare l’Australia tanto desiderata e immaginata

-al mio maritino che mi ha seguita ovunque in questo viaggio da pazzi! J

Un po’ di numeri:

21 giorni effettivi in Australia (escluso viaggio)

Visitato 5 stati su 6 (mancava il West mannaggia…prossimo giro…)

11 aerei in totale di cui 5 voli interni

1500 km in treno

11 tipologie di barche (dal traghetto, all’aliscafo, alla chiatta…)

1900 km in macchina

Una valanga di km in pullmino

Temperatura minima: 3 °C Mount Gambier – South Australia

Temperatura massima: 32 °C Darwin – Northern Territory

1 trolley piccolo da 10 kg e 1 zaino bagaglio a mano da 9 kg (uno x ciascuno J)

Letture in tema decisamente consigliate:

“Quando vedi un Emu in cielo” – Elisabeth Fuller

“Orme” – Robyn Davidson

“Australian Cargo” – Alex Roggero

“E venne chiamata due cuori” – Marlo Morgan

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Kakadu National Park



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