Australia fai da te: un sogno realizzato di parte 2
Alle 8.30 siamo in aereoporto per prendere il nostro volo Tiger airways per Melbourne. Prima sorpresa negativa del nostro viaggio: Gli addetti al checkin ci comunicano che l’aereo deve ancora arrivare e avrà quindi un ritardo non ancora definito! Siamo presi dal panico: rischiamo di perdere l’escursione a Phillip Island prevista per le 17.00 da Melbourne. Passa una mezzoretta e ci viene comunicato che l’aereo partirà con circa 6 ore di ritardo! Passato lo choc telefoniamo al tour operator che organizza l’escursione per comunicargli che non potremo prendervi parte causa ritardo aereo e questi, molto gentilmente, ci dice che ci verrà rimborsato quasi l’intero importo pagato a suo tempo. L’attesa dentro l’aereoporto di Alice Springs diventa estenuante… l’unica soddisfazione è quella di non patire i 45 gradi dei giorni precedenti. Finalmente si parte: in mancanza dell’escursione a Phillip Island rivedo il programma che quindi prevederà passeggiata serale con cenettina in centro a Melbourne. Il nuovo programma non ci delude, anzi, Melbourne ci sorprende in positivo contrariamente a qualche giudizio letto in precedenza.
Il pullmann ci porta dall’aereoporto di Avalon alla stazione di Southern Cross e qui imbocchiamo Flinders street, poi attraversiamo il fiume Yarra che costeggiamo. Siamo impressionati dai grattacieli… sembra di tornare a Sydney… e da quanta gente affolla la passeggiata lungo fiume e i ristorantini adiacenti. Dopo 3 giorni infernali è come ritornare in paradiso: decidiamo di mangiare qualcosa in uno dei tanti locali poi, verso le 11 prendiamo un tram in St Kilda road per raggiungere il nostro ostello. Il Lords Lodge backpackers è in una villetta vittoriana che ci entusiasma, peccato passarci solo una notte. Prima di dormire do un’occhiata alla posta elettronica collegandomi con il portatile ed ecco una nuova brutta sorpresa dalla Tiger airways: il nostro volo di rientro da Cairns a Sydney via Melbourne del 2 febbraio viene annullato e ci piazzano su quello del 3 che arriva solo poche ore prima del nostro volo Cathay per rientrare in Italia!!! Visto il precedente ritardo del volo Tiger, la notizia mi mette non poche preoccupazioni e mi costringe a rivedere i programmi dedicando un giorno in più al Queensland e uno in meno a Sydney! Comunque sia cerchiamo di goderci lo splendido ostello di Melbourne.
Venerdì 28 gennaio – Melbourne
La mattina è dedicata alla visita della città seguendo l’itinerario consigliato dalla Lonly planet: Federation Square, Flinders st., i centri commerciali storici nelle “arcade” più prestigiose , St Paul e St Patrick Cathedral, la chinatown e poi, dopo un breve spuntino, vogliamo ammirare la città dall’alto salendo sul grattacielo più alto: l’Eureka tower con i suoi 88 piani. Lo spettacolo è stupendo, ammiriamo la città fino al mare, i suoi enormi parchi i suoi stadi tra cui la Rode Lever Arena in cui si stanno disputando gli Australian open di tennis. Tornati a terra con un tram raggiungiamo la spiaggia cittadina di St. Kilda… il pomeriggio non è caldissimo e ci limitiamo a sdraiarci in spiaggia. Il vento rinforza e appaiono decine di appassionati di surf a vela che intrecciano acrobazie tra le onde. Dopo un paio d’ore rientriamo in ostello a prendere il nostro bagaglio: ci attende il trasferimento alle 21.50 per Cairns e non vogliamo rischiare di perdere il volo. In aereoporto la Tiger ci fa prendere qualche altro spavento: vediamo tutta una serie di voli cancellati senza capirne il motivo; il nostro viene posticipato un paio di volte e, quando ormai temiamo il peggio, improvvisamente ne annunciano l’imbarco immediato! Sospiro di sollievo: andiamo a Cairns! Ovviamente a Cairns arriviamo in ritardo, cerco di contattare il nostro ostello per sfruttare il pickup gratutito che questi ci offrono, ma nessuno mi risponde al telefono! Comincio a imprecare… ok, il trasferimento ce lo paghiamo con l’ultimo shuttle che parte per la città… ma non basta: l’ostello è sprangato e nessuno viene ad aprirci!!! In qualche modo riusciamo a forzare l’entrata… siamo dentro… ma nessuna traccia della nostra chiave di camera. Disperati, ci attacchiamo a un numero telefonico trovato per caso su un bigliettino lasciato dalla vigilanza notturna… questi mi spiegano che proveranno a contattare i responsabili… ci credo poco, ma verso l’una appare una vecchina uscita da qualche film dell’orrore, con un mazzo di chiavi… forse bestemmia in australiano… capisco solo che dice di essere la prima volta a trovarsi a lavoro a quell’ora… ci consegna le chiavi, ci indica la camera e ci da la buonanotte: non ci speravo più abbiamo la nostra camera!
Sabato 29 gennaio – escursione alle Frankland Islands
La prima notte al Caravella Backpackers passa bene… il posto è anche carino e abbiamo già dimenticato l’incomprensione della sera prima, anzi, ci affrettiamo a chiedere una notte supplementare causa lo spostamento del volo Tiger dal 2 al 3 febbraio. La nostra richiesta non crea problemi … non sembra essere un periodo da tutto esaurito … nel Queensland è la stagione delle piogge e il turismo non è nel periodo di punta. Alle 7.40 passano a prelevarci gli organizzatori del tour alle Frankland Island. Con un pulmino veniamo condotti a circa 40 km a sud di Cairns dove ci imbarchiamo con un battello ormeggiato sul fiume Mulgrave. Il primo tratto di navigazione sul fiume è alla “caccia” di coccodrilli, ma solo un esemplare piccolo si mostra ai nostri sguardi. Entrati in mare aperto, tempo 20 minuti, siamo sull’isola di Normanby del gruppo Frankland. La nostra scelta su quest’isola è dovuta al fatto che vi è un unico tour operator che ha l’esclusiva dei tour e quindi il numero dei visitatori è limitato al contrario di altre isole al largo di Cairns notoriamente sovraffollate di turisti. Le aspettative non vengono deluse: l’isola corallina è disabitata e noi siamo un piccolo gruppo, proviamo l’emozione dello snorkeling, poi la visione del fondale da un apposito battello, ci concediamo un pranzo a base di frutta e pesci poi ancora un po’ di snorkeling e giro dell’isola. Verso le 17.00 siamo di rientro a Cairns felici di aver visto un’isola da sogno sulla barriera corallina australiana. La serata la dedichiamo a Cairns: passeggiata sul lungo mare scelta del ristorantino… Cairns non ci pare così brutta come in tanti resoconti letti in precedenza … certo non offre nulla di particolare, ma è un’ottima base per visitare il nord del Queensland.
Domenica 30 gennaio – escursione a Kuranda
Alle ore 8.30, puntuali, siamo alla stazione ferroviaria di Cairns dove prendiamo il famoso trenino “Kuranda scenic railway” che dopo un percorso di circa 20 km ci porta al paesino di Kuranda . Questo treno storico risale ai primi del 900 e la linea serviva a rifornire i centri dell’interno dove si erano insediati cercatori d’oro. Oggi, questo percorso spettacolare, ha più la funzione di far ammirare al turista alcuni aspetti naturalistici propri del Queensland come la foresta pluviale e le numerose cascate dei torrenti gonfi dalle piogge estive. Il tratto viene percorso in circa 2 ore, con tanto di fermata presso le Barron falls per ammirare queste splendide cascate. Arrivati a Kuranda ci concediamo una passeggiata nel paesino, ormai diventato centro turistico pieno di negozini e souvenir. Qui accade un fatto che ha dell’incredibile, ma che penso ogni tanto possa capitare a tutti noi durante un viaggio pieno di escursioni. Per la terza volta ci troviamo davanti a una coppia di turisti spagnoli conosciuti nell’isola di Kangaroo e poi rivisti all’arrivo in aereoporto a Alice Springs!!! Nel salutarci per la terza volta ci aggiorniamo dei nostri spostamenti e quasi vogliamo chiederci se le tappe future possono prevedere un quarto incontro!!! Così non sarà, ma resto l’eccezionalità del triplice incontro! Il rientro lo effettuiamo con lo Skyrail, la teleferica che compie il percorso inverso riportandoci al paesino di Caravonica non lontano da Cairns. Dopo aver visto la foresta dal basso, ora l’ammiriamo dal cielo, facendo un paio di soste “panoramiche” durante il percorso. A Caravonica, con un bus di linea, raggiungiamo il vicino villaggio di Palm Cove noto per la sua spiaggia spettacolore. Un breve ma intenso scroscio d’acqua ci ricorda che siamo nella stagione delle piogge, anche se per il momento questo non ci ha comportato nessun inconveniente. Col solito bus rientriamo a Cairns dove ci dedichiamo a una passeggiatina e all’incombenza dell’acquisto dei regali da riportare a casa. In serata cenettina in un pub convenzionato col nostro ostello poi davanti a un maxi schermo veniamo catturati dall’evento sportivo dell’anno che nessun australiano può perdersi: la finale degli Open di tennis. Noi assistiamo solo agli ultimi games , in fondo il torneo lo sentiamo un po’ nostro visto che ci ha accompagnato durante tutta la permanenza in terra australiana.
Lunedì 31 gennaio – escursione a Cape Tribulation – 1° giorno
Arriva il giorno dell’escursione più attesa tra quelle nel Queensland se non altro per la consapevolezza di andare in posti non facilmente raggiungibili e quindi l’attesa di trovarli incontaminati, quasi inesplorati. Il tour operator di turno ci preleva, come concordato, dall’ostello verso le 7.30 e percorrendo un tratto costiero verso nord raggiungiamo il Daintree River: mentre il pullmino viene imbarcato su una chiatta per attraversare il corso d’acqua, noi veniamo fatti accomodare su una barca e zigzagando tra le rive cerchiamo di scorgere qualche coccodrillo: ci appare solo un piccolo esemplare, la guida si affretta a spiegarci che questa non è la stagione più propizia per vederli. Risaliti in pullmann il percorso continua a nord del Daintree, la strada è sempre più stretta, dopo una breve pausa per mangiare qualcosa in un bar, siamo finalmente a Cape Tribulation. Veniamo alloggiati al Cape Tribulation beach house, una struttura di bungalows in legno sotto la vegetazione proprio a poche decine di metri dalla celebre spiaggia. Il posto ci incanta e, posato il bagaglio, siamo subito in marcia con in mano una mappa dei possibili percorsi da poter effettuare. La giornata è stupenda, calda, niente pioggia, l’immensa spiaggia di Cape Tribulation ci appare in tutta la sua massima estensione causa la bassa marea . In breve ci ritroviamo soli; degli altri partecipanti nessuna traccia, chi è rimasto al bungalow, chi al bar, chi in piscina, chi ha scelto altri percorsi… insomma siamo io e Simona da soli nella natura incontaminata. Decidiamo di percorrere la spiaggia in direzione sud fino al Capo. La bassa marea ci incoraggia a tenere i piedi in acqua: non avvistiamo nessuna temutissima medusa e i coccodrilli devono essere a profondità più rilevanti. Una volta giunti al Capo, lo bypassiamo attraverso un sentiero interno che spunta all’inizio della Myall beach e di qui ancora verso sud attraversando un piccolo corso d’acqua, il Mason Creek. Dopo un’oretta di marcia decidiamo di goderci lo spettacolo sdraiandoci in spiaggia all’ombra delle mangrovie … forse dormiamo un pochino… al risveglio siamo tentati di proseguire, ma Simona decide che può bastare, sente forse qualcosa e decidiamo per il rientro. Rispetto all’andata, la spiaggia si è fatta molto più stretta e questo ci rende un po’ nervosi… già, la marea… allunghiamo il passo senza parlarci ma forse con gli stessi pensieri in testa. Rieccoci al Mason Creek e qui veniamo presi dal terrore: il livello dell’acqua di quel fiumiciattolo è salito di quasi un metro! Non che non lo si possa attraversare, ma con quel flusso diventa a rischio coccodrilli! In un minuto decido per il guado, da farsi nel punto più profondo, ma più breve… 30 secondi di terrore e siamo dall’altra parte: quei coccodrilli che finora non eravamo mai riusciti a vedere nelle nostre “battute” lungo i fiumi ci hanno risparmiato! L’ultimo tratto prima di raggiungere la beach house è non meno da incubo… La marea ha ridotto ulteriormente il tratto di spiaggia praticabile e in alcuni punti temiamo che ormai l’acqua abbia raggiunto la folta vegetazione impedendoci il passaggio. Fortunatamente non è così e nel vedere l’insegna che ci indica il punto di accesso ai bungalow tiriamo un sospiro di sollievo! In serata pensiamo di meritarci una cenettina al bar della struttura, dove io assaggio il famoso pesce australiano Barramundi… si, insomma, una specie di sogliola… molto meglio le nostre orate o spigole.
Martedì 1 febbraio – escursione a Cape Tribulation – 2° giorno
Il dormire in un bungalow sotto la foresta tropicale ci emoziona, durante la notte siamo svegliati da forti piogge, ma al mattino tutto sembra tranquillo e ci apprestiamo a goderci Cape Tribulation programmando qualche altro possibile percorso (con attenzione allo stato della marea!). Durante la colazione al barrettino siamo informati di un evento che ci sconvolgerà l’intera giornata, ma che oggi possiamo raccontare con l’aria di chi ha scampato una calamità devastante. Mentre siamo a sedere, veniamo avvicinati da un ragazzo della struttura che, con molta calma, ci comunica che le autorità locali hanno iniziato a diffondere bollettini con cui si porta a conoscenza dell’imminente arrivo di un ciclone tropicale di forza 4/5 dagli effetti devastanti in un’area del raggio di 700km da Cairns. L’arrivo del ciclone Yasi a Cairns è previsto entro 36 ore, ma i venti distruttivi comincerebbero già dalla prima mattinata del 2 febbraio. Il mio pensiero va subito al volo aereo di rientro a Sydney via Melbourne (quel volo sfigato che già la Tiger ci aveva posticipato di 24 ore…). Facendo un rapido calcolo vedo che l’orario del volo e quello dell’arrivo del ciclone coincidono perfettamente! Siamo nel panico: perdere quel volo vuol dire perdere l’aereo della Cathay che il 3 ci riporta in Italia! Lo stesso ragazzo della beach house aggiunge che comunque la nostra escursione non avrà variazioni di programma, cioè, nessun rientro anticipato a Cairns dove quindi saremo “solo” alle 17.00 di oggi e avremo pochissimo tempo per organizzare una “fuga”. Ci mettiamo l’animo in pace e, impotenti a organizzare qualcosa, pensiamo comunque di goderci il 2° giorno di Cape Tribulation. Facciamo un salto in spiaggia: l’acqua arriva a soli 2 metri dalla vegetazione! Alta marea: nessun percorso percorribile! Siamo quasi impauriti e la mente torna al rischio corso il giorno prima. Passiamo allora la mattina nella piccola piscina della Beach House… ore 11.00 nuovo bollettino sul ciclone: arriverà prima del previsto, sarà di intensità più forte e sicuramente non risparmierà Cairns! Certo, le notizie non ci incoraggiano. Alle 13.00: come previsto, l’organizzazione passa a riprenderci dalla struttura con il pullmino e qui nuovo evento presagio di sfiga: il mezzo non è lo stesso del giorno precedente e io vi avevo lasciato le mie scarpe da tennis che pensavo di non usare dentro la struttura così ora sono solo con dei miseri infradito! La guida, imperterrita, segue il programma con precisione estrema: riattraversiamo il Daintree sulla chiatta, a Mossman ci fermiamo ad ammirare le Mossman Gorge e infine facciamo tappa a Port Douglas dove, strappo alla regola, anziché visitare la ridente cittadina, siamo catapultati dentro un centro commerciale per approvvigionarci in vista di dover stare chiusi 2 giorni in hotel causa ciclone. Alle 17.00, finalmente, siamo al nostro ostello a Cairns. La città è già “fantasma”, a 24 ore dall’”evento” le strade sono deserte e i locali sono tutti chiusi e messi in “sicurezza”. Alla reception del Caravella tanto panico: si diffonde la voce che la struttura non reggerà all’impatto dei venti a 260km/h, che il mare a soli 20 metri la ricoprirà per cui “pare” che verremo sfollati in qualche centro di emergenza già entro le 20.00 di stasera. Incontriamo una ragazza italiana nelle nostre condizioni, cerchiamo una soluzione e ci scambiamo le informazioni: non vi sono più treni in partenza, i pullmann sono presi d’assalto e poi non ci porterebbero fuori dai 700km a rischio, in mattinata l’aereoporto verrà chiuso e il nostro volo cancellato! Piuttosto che stare con le mani in mano, prendo una decisione che sento può essere l’unica via di uscita: andare a tutti i costi all’aereoporto prima che venga chiuso. Dalla donnina del Caravella (quella che avevamo fatto svegliare per darci la camera 3 giorni prima…) ci facciamo chiamare lo Shuttle per l’aereoporto. Nell’attesa arriva con una macchina scalcinata un ragazzotto… suona il clacson … ci saluta … scende e viene verso di noi … ma certo! È la guida del tour di Cape Tribulation! … Scorgo qualcosa tra le sue mani… non ci posso credere!!! Le mie scarpe da tennis!!! Mi spiega che ha controllato in tutti i pullmini di rientro dalle escursioni e quando le ha trovate si è catapultato per restituirmele!!! Non ho parole per ringraziarlo, se solo fosse arrivato 5 minuti più tardi non ci saremo mai incontrati visto che stava giungendo lo shuttle per l’aereoporto! Al di là del valore delle mie Nike, questo episodio l’ho preso come un segno del destino… chissà… forse voleva significare qualcosa… Ore 19.00: entriamo in aereoporto. Confusione totale. I 3 aerei di cui è ancora prevista la partenza sono ovviamente full booked da giorni, inutile offrire cifre ai responsabili degli imbarchi. Veniamo colpiti invece dalla fila lunghissima ai banchi della Qantas, la compagnia nazionale, e siamo avvicinati da alcuni responsabili che, tranquillizzandoci, ci spiegano che la Qantas ha dirottato in via straordinaria su Cairns 3 velivoli che porteranno a Brisbane quanti, recandosi in aereoporto, hanno deciso di lasciare la città. Finalmente!!! È quello che volevo sentire!!! Avevo fatto la scelta giusta, se fossi rimasto in hotel a cercare qualcosa su internet non avrei mai saputo dei voli straordinari!!! Non sono mai stato felice di fare una fila così lunga come in questa occasione: alle 2.00 del 2 febbraio il nostro è stato l’ultimo aereo che ha lasciato Cairns, l’aereoporto sarebbe stato chiuso alle 5.00.
Mercoledì 2 febbraio – rientro a Sydney
Alle 4.00 del mattimo atterriamo a Brisbane, qui compriamo un altro biglietto per il primo aereo per Sydney. Ore 8.30 telefoniamo al nostro ostello di Sydney: abbiamo diritto al pickup gratuito e non vogliamo rinunciarci. Ormai la fuga da Cairns è completata quindi andiamo a goderci la splendida giornata estiva con un orecchio ai notiziari… Alla fine risiamo a Sydney come voluto inizialmente, ossia la mattina del 2 così possiamo farci l’intera giornata a Manly e goderci le spiagge a nord della baia. Rivedere il nostro Travellers Rest for backpackers dopo oltre 15 giorni ci fa un effetto strano… comunque con la metro raggiungiamo Circular Quay e di qui in 40 minuti di ferry boat siamo a Manly. La prima spiaggetta antistante il molo dei vaporetti è nostra. Mare trasparente, sabbia fine e una bella vista. Mangiamo un panino, entriamo in acqua facendo attenzione a qualche piccola medusa poi crolliamo: dobbiamo recuperare la notte movimentata tra gli aereoporti… alle 15.00 siamo di nuovo “operativi”. Noleggiamo 2 bici per vedere una vasta zona di spiagge, laguna e promontorio attorno a Manly. In una di queste spiaggette ci fermiamo per un bel bagno: questa volta siamo finalmente soddisfatti, niente coccodrilli, niente squali, niente meduse, niente maree, niente onde da surfisti, niente vento, tanto caldo e acqua cristallina. Restituite le bici facciamo una passeggiatina nella zona pedonale per poi riprendere il ferry boat ed essere in centro a Sydney per le 19.30. A piedi raggiungiamo Darling Harbour rivedendo scorci già apprezzati 15 giorni prima… cenettina in un bel locale non distante dall’Acquario e poi a nanna.
Giovedì 3 febbraio – rientro in Italia
E’ arrivato il giorno del rientro l’aereo della Cathay partirà alle 15.40 e non vogliamo buttar via la mattinata a disposizione. Percorriamo la via del nostro ostello Victoria St., costeggiamo la baia di Woolloomoolloo e di qui entriamo nei giardini botanici per attraversarne un’area non ancora visitata. Ci limitiamo a vedere l’Opera House e l’Harbour Bridge a cui diamo un ultimo saluto per poi raggiungere la grande Martin Place che attraversiamo e lasciamo in direzione del Queen Victoria Building, lo storico edificio in stile bizantino che ospita le più belle gallerie di Sydney, piene di negozini eleganti e particolari. Entriamo nelle gallerie, le giriamo in lungo e in largo poi con la metro ritorniamo all’ostello a prendere i nostri bagagli e di qui, alle 13.00 siamo in aereoporto. Il resto è tutto senza sorprese, aereo per Hong Kong, nuovo aereo per Milano dove arriviamo alle 6.30 del 4 febbraio. In treno poi facciamo rientro nella nostra Cecina trovando una bella giornata di sole neppure molto fredda.
Conclusione.
Questo viaggio stupendo ci lascia tantissimi ricordi che non finiremo mai di raccontare a parenti e amici. In 16 giorni abbiamo attraversato zone così diverse da sembrare di esser stati via 3 mesi! Non siamo pentiti di aver voluto vedere “tutto” quel che era umanamente possibile vedere, questo fa parte del nostro modo di concepire i viaggi. Siamo anche contenti di tutte le piccole e grandi disavventure, finite comunque bene, che hanno dato quel pizzico di sorpresa a un viaggio “programmato” scrupolosamente a tavolino e interamente costruito “da soli” dalla prima all’ultima prenotazione. Siamo sicuri che ci sarà una seconda puntata in cui potremo completare quanto tralasciato in questo primo viaggio e chissà … Magari spingerci ancora più lontano! Speriamo in queste righe di essere riusciti a trasferire le nostre emozioni e che magari, nel leggere questo resoconto, a qualcuno possa venire la voglia di trasformare il sogno in realtà…
Simona & Maurizio
Spacecowboy2305@virgilio.it