Australia da ovest ad est

Fino a 10 giorni prima niente lasciava intendere che il viaggio sarebbe stato con destinazione l’Australia, per cui tutto è risultato poco studiato, poco pianificato a tavolino, la meta della giornata veniva decisa la sera precedente, se non addirittura durante la giornata stessa, in base a quanto emergeva dalle innumerevoli guide che avevamo...
Scritto da: Giampietro Nozza
australia da ovest ad est
Partenza il: 06/02/2002
Ritorno il: 04/03/2002
Viaggiatori: fino a 6
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Fino a 10 giorni prima niente lasciava intendere che il viaggio sarebbe stato con destinazione l’Australia, per cui tutto è risultato poco studiato, poco pianificato a tavolino, la meta della giornata veniva decisa la sera precedente, se non addirittura durante la giornata stessa, in base a quanto emergeva dalle innumerevoli guide che avevamo appresso, all’ispirazione che una località ci forniva, o semplicemente per convenienza.

Uniche eccezioni sono stati i vincoli imposti dai tre voli interni prenotati dall’Italia tramite la formula “Boomerang Pass” che Quantas, la compagnia aerea scelta per tutti i voli, offriva: la possibilità di cambiare giorno ed orario ma non percorso dei tre voli ha imposto che il percorso originario ipotizzato in Italia non potesse subire grosse modifiche in … corso d’opera.

Vi descriverò ora il nostro viaggio.

Il primo incontro con l’Australia, dopo un viaggio Milano – Roma – Bangcock – Melbourne ed un ulteriore volo verso la costa occidentale, giungiamo a Perth, moderna città che offre subito il meglio di sé con l’affollata area del centro, piena di negozi ma anche di verde, di ristoranti, di pubs e di vita notturna. L’arrivo della nuova settimana ci ha rivelato le vere abitudini degli australiani: abbiamo infatti scoperto che normalmente i negozi chiudono alle 17.00 (tutti tranne quelli per turisti), i ristoranti alle 21.00 (in città più piccole addirittura alle 20.00) ed i pubs alle 23.00, segno che i divertimenti sino alle ore piccole sono un’attività prettamente del fine settimana, mentre la “vita normale” è più tranquilla e (a mio parere) più sana, con grandi spazi per sé e per la famiglia all’interno della giornata.

Dopo avere trascorso una giornata tra Fremantle e le spiagge di Perth, siamo poi partiti per il nord tramite la superstrada A1, destinazione Monky Mia.

Dopo un viaggio di circa 900 km (strada ottima, traffico inesistente, limiti di velocità sempre presenti) siamo giunti a Denham, piccolo paesino a 27 km dalla nostra meta, Monky Mia, e proviamo ad alloggiare in uno dei famosi Backpaker (ostelli con camere e camerate di vario tipo e misure), ricavandone una buona impressione. Dopo una doccia, usciamo alla ricerca di un locale per mangiare un boccone, e troviamo fortunatamente ancora aperto un piccolo ristorante dal nome accattivante “Old Pearler”. Scopriamo che è costruito con blocchi di conchiglie compresse provenienti dalla famosa Shell Beach, una delle nostre mete, e sperimentiamo per la prima volta il Bring Your Own (BYO), la formula adottata da molti ristoranti australiani che, non avendo licenza per vendere alcolici, ti offre la possibilità di … portartelo da casa! Rinfrancati da una buona dormita, giungiamo a Monky Mia in tempo per assistere all’arrivo a riva di alcuni delfini (principale attrazione del luogo) che iniziano a giocare con il ranger in mezzo metro d’acqua.

Dopo un bagno ristoratore ed un po’ di riposo al sole, iniziamo il nostro rientro a Perth (differentemente dell’andata, il rientro sarà a tappe) fermandoci a godere dello spettacolo di una spiaggia composta unicamente di conchiglie delle dimensioni di un cent, che degrada verso il mare sino ad entrarvi per molti metri, con un’acqua che più calda non si può e sotto un sole a picco: Shell Beach. Dopo un paio d’ore di cottura, fotografie e raccolta di souvenirs, si riparte, destinazione Kalbarry, ridente cittadina posta all’interno di una bellissima baia, e destinazione finale della tappa giornaliera.

Il giorno seguente riprendiamo la strada discendendo la strada costiera che da Kalbarry porta a Port Gregory, una costiera con scorci suggestivi e che termina nei pressi della Rose Lagoon, una laguna salata in cui crescono delle alghe utilizzate in cosmetica e che danno all’acqua un incredibile colore rosa-arancio.La tappa termina a Cervantes, il paesino che sorge nei pressi del deserto dei Pinnacoli, formazioni calcaree incredibili , in un paesaggio molto bello. Il pernottamento presso il backpacker più bello e ben tenuto che abbiamo visto, conclude la serata facendoci dimenticare la delusione per la fallita attesa del tramonto ai Pinnacles a causa delle nuvole che hanno oscurato il cielo portando anche qualche goccia d’acqua.

Dopo una fermata e qualche degustazione di vino bianco, specialità della Swan Valley, il giorno seguente rientriamo a Perth, ove terminiamo la giornata e ci imbarchiamo per il primo volo interno, destinazione Ayers Rock, dove troviamo 42°C ed un sole che spacca le pietre. L’idea è di utilizzare i due giorni previsti per visitare il monolite ed i Monti Olgas, tentare delle fotografie con alba e tramonto (ambedue fallite ancora per il maltempo), e fare i 10 km del percorso attorno alla roccia. Dopo la prima sera in cui abbiamo cenato utilizzando la formula Take Way (poco entusiasmante), la seconda sera ci siamo recati al Pioneer Lodge, una specie di camping attrezzato anche con bungalows, e qui abbiamo trovato una specie di self service sotto un pergolato, in cui si acquista la carne (anche di canguro) che si preferisce e che poi, autonomamente, ci si cuoce su grandi griglie, con grande divertimento di tutti.

Riprendiamo l’aereo, destinazione Adelaide. Dopo una notte trascorsa nella capitale dello stato del South Australia, ci muoviamo verso sud, destinazione Kangaroo Island. E’ un’isola grande, raggiungibile sia in traghetto che in aereo, ricca di parchi naturali, con una colonia di leoni marini, popolata da Koala canguri e pinguini. Tornati sulla terra ferma abbiamo puntato ad est, per raggiungere la Great Ocean Road che ci porterà a Melbourne offrendoci, lungo il tragitto, lo spettacolo dei Dodici Apostoli, grandi faraglioni di roccia a picco sul mare, e di tratti di foresta pluviale simile a quella che si può trovare nel nord dell’Australia.

Da Melborne, l’ultimo volo ci porta a Brisbane, da cui ci allontaniamo subito, destinazione Noosa, località marina della Sunschine Cost, capitale del surf dagli anni sessanta, cittadina balneare preferita dagli australiani per la tranquillità e l’eleganza con cui si contrappone alle rumorose ed affollate località della Gold Cost. Qui vi trascorriamo quattro giorni di riposo, dopo di che iniziamo la discesa verso Sidney, fermandoci a Byron Bay, cittadina piena di vita e di giovani vacanzieri e che è la località più ad est dell’intera isola, ed a Manly, una delle due spiaggie più belle di Sidney, per un ultima giornata di mare.

Cosa dire infine di Sidney, ultima località del nostro viaggio: grande città che come le altre si compone di due zone distinte, la periferia residenziale, composta da casette unifamiliari con giardino, ed il centro, occupato da banche, uffici privati e governativi, alberghi di ogni genere, ristoranti e teatri in grandi costruzioni e grattacieli. I simboli di Sidney, il ponte Harbour Bridge e L’Opera House sono splendidi, bello il Giardino Botanico bellissimo l’acquario, e sicuramente bisogna fare la gita con il battello, unico modo per vedere la lunghissima baia.

Spettacolo che avviene una sola volta l’anno, abbiamo poi potuto vedere la sfilata del Mardì Gras, una sfilata di carri allegorici e di gruppi organizzata dalle associazioni gay e lesbo, che richiama ogni anno centinaia di migliaia di spettatori.

Nel nostro viaggio mordi e fuggi, abbiamo dovuto però rinunciare a qualche cosa: il Nord e la barriera corallina, che saranno sicuramente le prime destinazioni di un nostro futuro viaggio.



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