Australia classica

Australia, il mondo Down-Under, sotto sopra... Ed in effetti... Quando da noi e' estate, la' e' inverno e viceversa.... Anche il fuso orario, non scherza, dalle 8 alle 12 ore in più, rispetto a noi (in estate). Una terra grande come gli Stati Uniti e abitata da Sedici Milioni di abitanti, come direbbe qualcuno, "si sta larghi".... Programmare un...
australia classica
Partenza il: 10/08/1997
Ritorno il: 13/09/1997
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Australia, il mondo Down-Under, sotto sopra… Ed in effetti… Quando da noi e’ estate, la’ e’ inverno e viceversa… Anche il fuso orario, non scherza, dalle 8 alle 12 ore in più, rispetto a noi (in estate). Una terra grande come gli Stati Uniti e abitata da Sedici Milioni di abitanti, come direbbe qualcuno, “si sta larghi”… Programmare un viaggio in Australia non e’ facile: al sud, c’e’ un clima continentale, abbastanza simile al nostro, con estati ed inverni definiti; al nord sei a poche centinaia di chilometri dall’ Equatore, e di conseguenza anche il clima e’ tipico, umidita’ costante, Estati calde e piovose (anche troppo…) Inverni secchi (per quel che riguarda la pioggia… L’umidita’ c’e’ sempre…) e torridi. Consiglio, comunque di andarci quando la’ e’ inverno, se volete girare un po’ dappertutto,perche’ nella loro estate il Nord e’ quasi impossibile da girare, infatti, come dicevo prima, quando piove s’allaga tutto, anche l’unica strada che stai percorrendo, e fermarsi con 2 metri d’acqua davanti (i fiumi NON hanno argini) e 300 Km di nulla alle spalle non e’ “simpatico”.

L’ Australia, inoltre richiede molto spirito di adattamento e d’avventura, perche’ se e’ vero che e’ molto ben attrezzata come strutture alberghiere in certe zone, in altre vi troverete fino a 300 KM di nulla (si’, neanche un Autogrill o una casa, solo ciuffi d’erba a perdita d’occhio ed un nastro d’asfalto senza fine davanti e dietro). Molte strade sono sterrate, ed alcune bellezze obbligano a percorsi da “Camel Trophy”. Una visita abbastanza completa richiede circa 60-70 giorni, ecco perche’ e’ l’unico posto in cui ci siamo tornati prontamente. In questo viaggio abbiamo privilegiato le citta’ e il classico giro turistico, nell’ altro abbiamo preferito fare un giro “inconsueto” (Australia 1998). Gli Australiani (Aussies) sono dei buzzurri (non per niente sono discendenti dei galeotti che dall’ Inghilterra spedivano qua) pero’ sono gentili, gioviali e chiacchieroni, molto altruisti e informali ed anche la delinquenza e’ quasi sconosciuta, anche se guardando i loro sport, non si direbbe… Realta’ scomoda (secondo me, solo perche’ siamo dall’altra parte del mondo, non se ne e’ parlato tanto) gli Aborigeni, prima schiavizzati e sterminati, ora appena appena sopportati, da pochi anni contati a livello di abitanti (prima erano “dimenticati”). Gli Aborigeni abitano qui da piu’ di 23.000 anni, si stimavano, fino al ‘700, piu’ di 3000 tribu’ e piu’ o meno tutte in pacifica convivenza, dediti alla caccia ed alle belle arti (moltissimi i disegni rupestri). All’ arrivo degli Inglesi sono stati letteralmente “annullati”, prima schiavizzandoli, poi relegandoli nei deserti ed infine ubriacandoli. Si’, avete capito bene, li hanno talmente imbevuti di alcool, che ne sono schiavi, tuttora specialmente. Quello che ti fa incazzare, pero’, e’ la loro totale mancanza di reazione a tutto questo, non reagendo cioe’, come gli indiani o i neri del Sudafrica, ma isolandosi sempre piu’, senza il benche’ minimo tentativo di far valere i propri diritti. Tuttora, se incrociate un aborigeno per strada, si fara’ da parte, abbassando lo sguardo. I loro lineamenti sono veramente sgraziati, con naso e guance sproporzionati al resto del viso. La cultura aborigena prevede che se una cosa sia di loro gradimento, debba essere portata fino alla completa distruzione. Un vestito, per esempio, lo portano sempre, fino a che non si sia completamente distrutto, e cosi’ com’e’. Cioe’ non lo lavano mai. I “Paracanguri”: Tutte le macchine degli Australiani sono dotati di “Paracanguri” ossia di rinforzi tubolari posti a protezione dell’ avantreno. Non essendoci guardrail, recinzioni o protezioni tra le strade ed i campi, i canguri s’incrociano facilmente sulla strada, il problema e’ che si incantano a guardare le macchine che vanno verso di loro, e gli Australiani, che non li amano per niente, li tirano sotto. Solo che alcuni pesano anche 200 chili, e senza protezioni le macchine si sfascerebbero. Il mare, gia’… Eh, sicuramente e’ la cosa piu’ pregiata, pero’ bisogna fare attenzione nei mesi estivi. Infatti in questi mesi (oltre agli squali, che pero’ con opportune barriere difficilmente arrivano a riva) esiste un vero, serio pericolo: le Box Jelly Fish, meduse che hanno effetti devastanti sul corpo umano, e a cui si puo’ rimediare solo con bagni di aceto (sempre presenti bottiglioni a riva) ed anche in fretta. Bastano, infatti 2 minuti di “avvinghiamento” perche’ il veleno dei tentacoli di queste meduse risultino letali. Percio’, in estate, fate il bagno con la muta. Anche la tintarella puo’ risultare letale, qui infatti abbiamo la piu’ alta percentuale di tumori della pelle. In questo viaggio abbiamo “preso le misure” agli alberghi: conviene, ve lo consiglio seguire le catene alberghiere: spesso sono disseminate in tutto il paese, hanno tutti uno standard qualitativo di buon livello (puliti, abbastanza nuovi e tranquilli con confort discreti, comunque tv, bricco del caffe’ e bagno assicurati). Ce ne sono varie, dalla Best Western alla Flag alla Budget Motel Chain, a cui noi ci siamo affidati quasi esclusivamente, per il miglior rapporto qualita’ – prezzo. Ed ora un po’ di cronaca.

10 Agosto, Comincia malissimo: il volo Parigi-Honk-Kong ce lo sorbiamo nei posti centrali (e sfondati) di una delle file laterali. Dopo 12 ore, due Aussie buzzurri e chiaccheroni, 3 valeriane, sono all’ esaurimento… 11 Agosto, Hong Kong: Il Duty Free e’ una farmacia, praticamente… Tutti i piu’ strani medicamenti cinesi, anche quelli che dovrebbero essere illegali (qualcosa inerente alle Tigri) ci sono. Creme, polveri, infusi di ogni tipo sono li’ a portata di mano. Naturalmente le creme “rivitalizzanti” del basso ventre maschile fanno la parte del leone, ma anche quelle per i dolori muscolari sono decine. In tutto l’Aeroporto NON si fuma, salvo un angolino di 10 metri per 10, dove ovviamente ci stiamo tutti, circa 2000 persone…

12 Agosto., Perth: Sorpresa, in hotel c’e’ il bricco del caffe’, e la colazione (l’avevamo comunque ordinata) discreta, ed anche se abbiamo perso molte ore di sonno, con la melatonina non ci sentiamo stanchi. Dovete sapere, anche, che qui si guida a sinistra. Bene, noleggiate una macchina con cambio manuale, a sinistra, e buttatevi nel traffico di una grande citta’ stile americano, con tutta la guida invertita… Al posto della freccia partiva il tergicristallo, anziche’ la prima mettevo la retro, tutte le svolte finivo contromano, insomma nei primi chilometri sono stato salvato dall’ assemblea plenaria dei santi e dei beati. Comunque, siamo fuori da Perth… E te ne accorgi: il vuoto. Cioe’, prima case, casette, negozi, ipermercati… Poi d’un botto il niente, come se avessero detto: “Da qui niente!”. Impressionante: una strada, di qua e di la’ sabbia rossa, con arbusti di media altezza e palme. Per due ore tutto cosi’. Poi la deviazione per The Pinnacles, un parco di spuncioni (migliaia!) di roccia. Non sono effetto del vento, e’ il terreno che cedendo attorno, li ha creati.

14 Agosto, Monkey mia (860 Km a nord di Perth): Siamo qui per vedere i delfini (mbeh? All’Aquarium di Rimini ne vedi finche’ vuoi…), gia’, ma non delfini selvatici, che spontaneamente, tutte le mattine, vengono a riva per farsi coccolare, mangiare e sguazzare con i bambini. Stamattina arrivano Piccolo e sua mamma, il Ranger li riconosce dalla pinna, e non ci fanno pentire di aver fatto tutti questi chilometri.

16 Agosto, Darwing: Il clima e’ stupendo, forse un po’ caldo, ma che meraviglia! La citta’ e’ estesissima, fatta tutta di piccoli sobborghi, dove, una volta tanto, la vegetazione soffoca le case. Seppur con difficolta’ abbiamo trovato una Holden Commodore nonsoche’, insomma un’ Opel Omega Station wagon prodotta qui, con cambio automatico, ad un prezzo folle, lire 180.000 al giorno.

17 Agosto, Kakadu Park: Mosche di giorno, appiccicosissime, e zanzare di sera/notte, un paradiso…Per loro. Inoltre il parco, che ha un solo albergo, fatto a forma di coccodrillo -No Vacancy, Mister!-, ha qualche campeggio e null’altro, percio’, presa una piazzola, benedetta la sw, ci mettiamo a dormire nei sacchi a pelo, fra l’allegro ronzio di una moltitudine di zanzare. Il parco, percorso da moltissimi corsi d’acqua, e’ infestato di coccodrilli d’acqua salata, carnivori, voraci ed enormi, con una spiccata attrazione per l’uomo, percio’ sono vietati i bagni in qualunque corso d’acqua, anche quelli fluviali, perche’ si adattano benissimo all’acqua dolce. Oltre ai coccodrilli, in una gita fluviale scopriamo anche che qui ci sono oltre 300 specie di uccelli e numerose piante autoctoni. Comunque l’impressione generale e’ che i parchi siano stati creati recintando un pezzo enorme di terreno, e chi era dentro era dentro, chi era fuori era fuori… Al ritorno ci fermiamo a dormire all’ Adelaide River, dove rumina tranquillo il bufalo di Crocodile Dundee, Charly.

20 Agosto, Alice Spring: Siamo al centro quasi esatto dell’ Australia, dove noleggiamo un fuoristrada da 12 posti, ma era l’unico disponibile, volendo fare un lungo pezzo di sterrato. L’albergo e’ bellissimo, inoltre e’ dotato di cucina (scopriremo che e’ molto comune, qui) e pertanto, finalmente, comprata la pasta, il sugo (molto simile ai nostri) ci facciamo una scorpacciata di spaghetti… Non solo, scopriamo che la frutta e la verdura hanno standard di qualita’ molto elevata, e ne approfitteremo spesso. 22 Agosto, Uluru-Kata Tjuta (Ayers Rock e Olgas): E’ la’, il monolito piu’ grosso al mondo, rosso, imponente…A seconda dell’ orario e’ rosso, arancio, viola… Da non perdere. E’ luogo sacro per gli Aborigeni, a cui e’ delegata la “gestione” turistica, ed in molti punti e’ vietato fotografare. Anche la salita, pur possibile, e’ sconsigliata. Infatti, oltre che essere faticosa e ripida, essendo luogo sacro e’ un po’ come profanare una chiesa. Per non rifare i 450 Km che ci separano da Alice Spring (c’e’ un unica strada asfaltata) ed avendo il fuori strada, ci permettiamo il “Mereenie loop”, 200 Km massacranti, tutti gibbosi e sterrati, dove ho mangiato quintali di polvere… E comunque vediamo qualcosa di meno turistico, tipo (da lontano, perche’ e’ vietato entrare) le riserve aborigene, ed altre bellezze naturali mozzafiato. 24 Agosto, Cairns: Siamo nella Australia turistica, con abbondanza di giapponesi, americani ed europei. Qui infatti inizia la “Barriera Corallina”: la piu’ lunga e (forse) la piu’ bella al mondo. Se vi piace praticare il sub non dovete lasciarvela sfuggire, da quello che ho potuto vedere io, da un sottomarino (giallo, si’) e’ veramente stupenda…

26 Agosto, Cairns: Ieri l’isoletta, una delle tante, tutte stupende, di fronte a Cairns, oggi la collina. Infatti abbiamo prenotato l’escursione in treno da Kuranda, dotata di un mercato fornitissimo e immersa nella foresta pluviale. Alle 15.30 partiamo dalla stazioncina, deliziosa e stile ‘800, di Kuranda. Il treno, pur rimesso a nuovo e’ in stile, e quindi scomodo. Il percorso e’ da infarto, tutto ponti scricchiolanti e burroni mozzafiato, condito da una velocita’ pioneristica (sui 20 all’ora…) e da frequenti soste fotografiche. Insomma 32 Km in un’ora e 40 minuti. Carla comincia ad accusare la fatica, anzi si e’ beccata l’influenza, e per fortuna le Aspirine qui costano niente (1.300 lire 20 pasticche) e speriamo bene perche’ ci aspetta il tour a Cape Tribulation (gia’ il nome promette bene…) 27 Agosto, Tour di Cape Tribulation. Premessa: Cairns e’ l’ultimo avamposto civilizzato a nord della costa est dell’Australia, ma per arrivare a Cape York, il punto piu’ a Nord di tutta l’Australia, ci sono ancora 2000 Km di foresta pluviale tagliata da una strada sabbiosa e, naturalmente, non asfaltata. Chi si vuole avventurare deve: munirsi di mezzo consono, comunicare all’ufficio turistico il percorso, la durata e il punto dove si vuole arrivare; attrezzarsi di acqua, cibo, benzina, radio e visto (si entra in teritorio Aborigeno). Insomma non e’ una passeggiata, e si e’ vivamente sconsigliati a farlo senza una guida locale. Questo, per evitare che una volta persi vi si debba venire a cercare (cosa molto frequente, in passato), inoltre, all’ ufficio turistico vi informeranno dei costi di una eventuale ricerca, piu’ o meno 1.000 dollari Australiani (1.300.000 lire) AL GIORNO, che ovviamente dovete pagare di tasca vostra. Conviene, quindi, prendere uno dei tanti tour che vi fanno assaggiare la foresta incontaminata senza troppi impicci.

1 Settembre, Fraser Island: Neanche rimessi (Carla, dai e dai, ha preso l’influenza), e via per un altro tour. Stavolta andremo nella piu’ grande isola sabbiosa del mondo. Fraser Island, appunto. Qui, proprio perche’ e’ tutta sabbia non sono ammesse auto “normali”.All’interno di quest’isola vi troviamo: un laghetto con le acque talmente pure che nessun pesce sopravviverebbe, un relitto del ’29, dei Pinnacoli sabbiosi e l’ennesima -ma diversa- foresta pluviale. Bob, la nostra guida-autista, e’ bravissimo, spiega tutto, ma io, come al solito, non capisco granche’. La lingua, gia’… Gli Aussies parlano inglese, ma come per gli Stati Uniti, hanno espressioni locali che ad un purista verrebbe l’infarto. Ricordo che “Buongiorno” e’ “Good Hi!”, “Buon Pomeriggio” si dice “Good ‘Noon” e molte espressioni ricordano i canguri, i coccodrilli, il deserto: “In bocca al lupo”, diventa “in bocca al coccodrillo”, “Sei un canguro” indica persona non proprio intelligente, e simili.

2 Settembre, Whale Watching: Eh, potevano mancare le balene (le magattere, per la precisione)? E’ il tour che Carla odia di piu’, perche’ si deve andare molto “al largo”, e delle sensazioni di liberta’ che dovrebbe dare lei non sente neanche l’odore. E, a pensarci bene, convengo con lei perche’, balene a parte, e’ stato un tour del terrore. Per circa un’oretta e mezzo tutto bene, mare calmo, ventilazione accennata. Appena superata Fraser Island… Mare agitato, vento forte… E, naturalmente le balene. Altre barche sono gia’ in zona e le balene sembrano capire che siamo li’ per loro, e ci offrono uno show. Si avvicinamo alle barche, escono con il muso fino ad altezza uomo, battono le pinne alzando spruzzi, saltano come delfini… Solo che sono bestioni di molti quintali, ed il risultato e’ che siamo tutti bagnati e il mare ancora piu’ mosso… Alla fine ne vedremo, in vari punti, 6. Il dramma, pero’, e’ che la barca e’ in balia delle onde, al punto che, anche i piu’ scafati, danno segni di cedimento. Pian piano, infatti, tanti si siedono bianchi bianchi, zitti zitti perche’ il mal di mare e’ una brutta bestia. Potevamo fare eccezione, noi? Naturalmente cominciano i sintomi all’ora di pranzo, ma bisogna sforzarsi in questi casi, percio’ appena preso il vassoio con le vettovaglie (che seppur ottime, la nausea era tale che avremmo regalato volentieri le nostre razioni…) ci tocca ANCHE l’onda anomala. Incredibilmente (e con applauso generale), in ginocchio sui gradini in posizione assolutamente innaturale, io salvo il vassoio (quando si dice l’ istinto di sopravvivenza!!!), Carla, anche, sostenuta da molte persone. Ma e’ la goccia che fa traboccare il vaso, perche’ ci siediamo e, balene o non balene, ci rialziamo solo per scendere sulla terraferma. Sei ore in balia del mare, e non chiedeteci di rifarlo, anche se non puo’ certo mancare questa esperienza.

3 Settembre, Lone Pine Koala Sanctuary, Brisbane: (Carla) La guardo e la riguardo e non ci credo. Eppure ho l’odore ancora addosso, e la foto ne e’ la prova inconfutabile. Ho preso in braccio un Koala! Ma andiamo con ordine… Oggi e’ stata una giornata molto bella, abbiamo costeggiato le piu’ famose spiagge da surf del mondo, Noosa Heads nella Sunshine coast su tutte, resa famosa da molti film. Sinceramente abbiamo fatto un po’ fatica a capire quanto sia bello il surf, in quanto le onde non erano “all’altezza”… Ed eccoci dunque a Brisbane, dove trovare il Sanctuary e’ stato molto difficile, ma e’ in posizione bellissima, in un quartiere molto somigliante a Beverly Hills di Los Angeles, con ville grandissime, super protette da giardini incantevoli. 6 Settembre, Philip Island, Melbourne: Quest’ isoletta e’ famosa soprattutto ai motociclisti, infatti si corre la prima gara del campionato mondiale di motociclismo, ma riserva una sorpresa fantastica: i Pinguini… (Carla scrive:) Abbiamo viaggiato tutto il giorno per essere qua al tramonto, senza nemmeno avere la certezza che fosse il periodo giusto. Ed invece alle 17.30, arrivati al “Penguin Parade Desk” ci convinciamo (da numerose auto e pulmann) che probabilmente i pinguini arriveranno. La Pinguin Parade e’ l’arrivo dei pinguini dal mare alle proprie tane, da dove all’alba ripartiranno, dopo il riposo notturno. Ovviamente tutto e’ curato per non disturbare troppo questi deliziosi animaletti, ma anche per far si’ che i turisti non restino delusi. Sulla spiaggia, infatti sono state costruite delle gradinate, e molto spesso i pinguini passano in mezzo ai turisti. Vietato, vietatissimo il flash, in quanto choccherebbe la fragile vista dei pinguini, ma vallo a spiegare ai giapponesi, con le loro microcamere tutte automatiche, che in questo buio anche una pellicola a 1600 ASA riporta ombre indistinte… Percio’ i Rangers hanno sempre un gran lavoro. Dopo due “arrivi”, anche per il freddo polare, siamo costretti alla ritirata.

12 Settembre, Sidney: Abbiamo passato i nostri ultimi giorni qui, a Sidney, un po’ perche’ eravamo veramente stanchi, un po’ perche’ c’e’ molto da vedere, dall’ Opera House (il teatro) a The Rocks (il quartiere portuale, rivitalizzato) , l’Harbour Bridge, il Queen Victoria Building (un grande magazzino), la George Street, la via principale, Kings Cross, il quartiere a luci rosse (con parte gay) della citta’, il Botanic Garden, il polmone verde della citta’.

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