Australia, atto Secondo

AUSTRALIA….ATTO SECONDO 04 Agosto / 28 Agosto 2006 “….se durante un tremendo temporale tu senti il tuono, vuol dire che il fulmine non ti ha colpito……” dalla tradizione orale aborigena Il nostro precedente viaggio in Australia risale all’estate del 1999 ed, ovviamente, dato l’immensità del territorio, non...
Scritto da: stefano04
australia, atto secondo
Partenza il: 04/08/2006
Ritorno il: 28/08/2006
Viaggiatori: in coppia
AUSTRALIA…ATTO SECONDO 04 Agosto / 28 Agosto 2006 “…Se durante un tremendo temporale tu senti il tuono, vuol dire che il fulmine non ti ha colpito…” dalla tradizione orale aborigena Il nostro precedente viaggio in Australia risale all’estate del 1999 ed, ovviamente, dato l’immensità del territorio, non avevamo potuto visitare alcune zone che ritenevamo, a ragione, molto interessanti e così abbiamo deciso di colmare questa lacuna, almeno in parte, perché qualcosa resta sempre da vedere e ciò è un bene in quanto alimenta il desiderio di ritornare.

1° giorno – Venerdì 04 Agosto: PISA – ROMA – BANGKOK Con il solito anticipo ed usufruendo di un “passaggio” dei nostri amici, Lidia e Danilo, alle 09:00 siamo all’aeroporto di Pisa.

Abbiamo appena fatto il check-in sul volo di linea Alitalia (AZ) 1666 diretto per Roma alle ore 11:15 (Aeromobile: AT7 – Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 1h00 – Volo operato da Alitalia Express) quando, per un movimento brusco o semplicemente perché doveva accadere, sono assalito da un fortissimo dolore alla “vita”. Mi impasticco immediatamente ( la busta con le medicine è sempre nello zaino che viaggia con noi ) ed incrocio le dita perché mi aspetta un lungo viaggio che non è certo il rimedio migliore per il “mal di schiena”; fortunatamente abbiamo mandato le valigie direttamente a Sydney.

Partenza con il “normale” leggero ritardo ma, nessuna preoccupazione, per la coincidenza a Roma abbiamo tempo a sufficienza. Volo tranquillo e l’ Alitalia si rovina offrendoci un gelato da passeggio, quello piccolo con lo stecchino.

Arrivo a Roma Fiumicino – Terminal A – alle ore 12.15. Sbarcati ci rechiamo al Terminal C al banco accettazione del volo di linea Thai Airways (TG) 945 diretto per Bangkok alle ore 15:20 (Aeromobile: Boeing 747-300 – Servizio a bordo: rinfreschi, cena e colazione – Tempo di volo: 10h25 minuti), e ritiriamo le carte d’imbarco relative ai voli Roma / Bangkok e Bangkok / Sydney mostrando il “baggage tag” consegnatoci a Pisa per far prendere in gestione il bagaglio alla nuova compagnia. Scopriamo che i posti che avevamo prenotati (51a e b) non sono come ci era stato assicurato in una “fila a due” in quanto, su questo tipo di aereo due sole poltrone sono alle file 69, 70 e 71. Dobbiamo solo sperare che lo sconosciuto che occuperà la poltrona “corridoio” sia “umano”. Fortunatamente è così ed il tempo del viaggio trascorre velocemente. L’aereomobile è vecchio ma ben conservato, il vitto è buono, il servizio discreto ma molto peggiorato rispetto a quanto ricordavo ma…Erano altri tempi. Ci sorbiamo, rigorosamente in inglese, l’ultima Missione Impossibile, decisamente esilarante, troppo assurdo per essere appena, appena credibile.

2° GIORNO – Sabato 05 AGOSTO: BANGKOK – SYDNEY Arrivo a Bangkok – Terminal 1 – alle ore 06:30 locali, con un buon quarto d’ora di anticipo, e rapidamente raggiungiamo, sempre all’interno del Terminal 1, il cancello d’imbarco del volo di linea Thai Airways (TG) 993 diretto per Sydney alle ore 08:10 (Aeromobile: Boeing 747-400 – Servizio a bordo: rinfreschi e pranzo – Tempo di volo: 9h00). Eravamo stati molto in ansia per l’eventualità di perdere questa coincidenza dato che tra arrivo e partenza intercorrevano solo un ora e venticinque minuti, invece siamo in anticipo e dobbiamo attendere prima d’imbarcare.

Volo molto tranquillo, con standard simile al precedente. Riusciamo anche a dormicchiare per cui all’ arrivo a Sydney – Terminal 1 International – alle ore 20.10 locali siamo in buone condizioni psicofisiche. Le formalità d’ingresso nel paese sono sbrigate velocemente ma i problemi arrivano al ritiro bagagli : una delle valige (la mia per precisione) non è arrivata.

Io mi fermo per la denuncia di smarrimento mentre Luciana esce dall’area doganale per incontrare l’incaricato dell’agenzia Southern World Australia, corrispondente locale dell’agenzia di viaggi Oasis di Lucca assieme alla quale abbiamo organizzato questo viaggio. E’ una giovane ragazza che parla bene l’italiano ma che non sa niente del nostro programma e dopo averci fatto compagnia nella “navetta” gratuita (all’ arrivo) dell’ hotel Holiday Inn Sydney Airport , dove avevamo prenotato per una notte con trattamento di pernottamento e prima colazione, ci consegna frettolosamente i documenti originali di viaggio e non sa rispondere neppure all’ unica semplice domanda che le poniamo circa la necessità o meno di riconferma dei voli interni. Ci da anche una grossa busta contenente materiale informativo a seguito della richiesta che avevamo fatto di procurarci carte stradali, “piantine” di città, e quanto altro fosse possibile per aiutarci nel percorso stradale. Quando, saliti in camera, l’apriamo scopriamo che la grossa busta contiene una ”free map” di Adelaide (bontà loro), due voluminosi cataloghi di alberghi (che non ci servono perché gli alberghi sono stati già tutti prenotati ) ed alcune brochures riguardanti il centro dell’Australia (dove non andremo)!!!!!!!!!!!!!!!!! La camera è perfetta. Il mal di schiena non mi fa soffrire troppo. Prendiamo la Melatonina e dormiamo 3° GIORNO – Domenica 06 AGOSTO: SYDNEY – ADELAIDE – KANGAROO ISLAND Alle 06:30 ci apprestiamo a consumare il “Full Breakfast” ( che a differenza del “Continental Breakfast” ti obbliga a mangiare uova, bacon, pomodori, salsicce e fagioli ) ed alle 07:00 prendiamo la “navetta” per l’aeroporto ( AU$ 5,00 a persona).

Alle 07:15 siamo al Terminal 3 – Domestic Departure – banco accettazione del volo di linea Qantas (QF) 739 diretto per Adelaide alle ore 08:25. (Aeromobile: Boeing 737 – Servizio a bordo: rinfreschi e colazione – Tempo totale di volo: 2h15 minuti).

Tutte le successive fasi si svolgono con precisione cronometrica e ci troviamo in volo a consumare la seconda “prima colazione” della giornata; pazienza salteremo il pranzo.

Il tempo di fare una partita a carte ed alle 10:10 sbarchiamo.

Proprio di fronte al nastro del ritiro bagagli c’è il bancone della Budget dove presentiamo il voucher, la patente nazionale, la patente internazionale e la carta di credito ritirando le chiavi dell’auto prenotata di categoria “Fcar”; è una Yara ed ha poco posto per il bagaglio ma, data la mancanza della mia valigia, va benissimo.

Il tempo è splendido e la temperatura mite e noi partiamo alla scoperta di Adelaide prendendo confidenza con la guida “a sinistra” facilitati dal fatto che, essendo festa, il traffico è scarso anche in città. Facciamo prima un giro orientativo in macchina fermandoci a “Light’s Vision” in cima a Montefiore Hill dove è collocata la statua di bronzo del colonnello Light che da quel punto decise dove sarebbe stata costruita la città. Parcheggiamo in centro ed, a piedi, percorriamo la North Terrace fino al Giardino Botanico, che visitiamo, e ne vale la pena. Fotografia d’obbligo alla Ayres House non tanto, perché ritenuta il miglior esempio di architettura stile Reggenza in Australia, quanto perché residenza dell’uomo in onore del quale l’Uluru fu ribattezzato Ayres Rock. Torniamo indietro lungo Rundle Mall e Hindley Street. Nel complesso si tratta di una simpatica città, pulita, ordinata e tranquilla dove sicuramente è piacevole vivere.

Approfitto del fatto che molti negozi sono aperti per comprare alcuni capi di vestiario “pesanti”; non ho molte speranze di rivedere la mia valigia.

Intorno alle 14:30 rimontiamo in macchina e dalla West Terrace ci immettiamo sulla Anzac Hwy (A5) e poi sulla A13. La M2 e chiusa e quindi procediamo sulla A14 verso Sud. Ci fermiamo per uno spuntino “al sacco” a Sellick Beach, la prima di molte altre bellissime spiaggie.

Alle 16:45 siamo a Cape Jervis ed alle 17:30 ci imbarchiamo sul ferry della Sealink mentre il sole sta tramontando. Partiamo in perfetto orario e dopo 45 minuti sbarchiamo a Kangaroo Island, e precisamente a Penneshaw L’albergo che abbiamo prenotato, il Kangaroo Island Seafront Hotel è a due passi dall’imbarcadero, talmente vicino che procedendo di slancio lo superiamo; il paese è composto da dieci case per cui torniamo indietro e lo troviamo.

La sistemazione è in Cottage Room (con trattamento di pernottamento e prima colazione) che consiste in un cottage bifamiliare composto da due camere un bagno ed una cucina completamente attrezzata e fornita anche di stoviglie e piccoli elettrodomestici. Il servizio prevede il cambio giornaliero degli asciugamani ma dobbiamo rifarci il letto da soli.

All’arrivo il proprietario ci omaggia con un biglietto per assistere a “la parata dei pinguini”, che ha luogo ogni sera alle 19:30 ed alle 20:30. A lui spieghiamo il problema della valigia smarrita dandogli tutti i dati in nostro possesso e pregandolo di telefonare a Sydney per avere notizie.

Qui la cena viene servita dalle 18:00 alle 20:00 per cui dobbiamo sistemarci in fretta e assaggiamo una bistecca di canguro che sarebbe buonissima se non fosse ricoperta da una salsa dolciastra. Questo è il primo esempio, ma non sarà l’ultimo, che la cucina australiana non ha fatto grandi passi in avanti in questi ultimi anni a differenza del vino che ha raggiunto uno standard eccellente.

Alle 20:37 arriviamo al Centro Guide di Christmas Cave per assistere a “la parata dei pinguini” ma in questa nazione la puntualità non è un optional e troviamo il cancello chiuso perché il “tour” è iniziato alle 20:30. Siamo attrezzati con una torcia e facciamo due passi scoprendo, ai lati della strada principale del paese in mezzo alla bassa vegetazione, la presenza di numerosi pinguini; i piccoli si affollano pigolanti intorno ai genitori che, rientrati dal mare, rigurgitano il cibo nel loro becco. Non sembrano disturbati dalla nostra presenza ne dalla luce del flash.

E’ ancora presto per concludere la giornata e, saliti in macchina, andiamo alla ricerca di canguri (l’idea non è mia !!!!). Prendiamo la strada per il faro di Cape Willoughby inizialmente asfaltata e poi sterrata. Guidiamo lentamente per evitare scontri con la fauna locale non certo per il traffico che risulta inesistente. Incontriamo due canguri che “brucano” a lato della strada e che, al nostro avvicinarsi, si allontanano lentamente.

Per oggi può bastare.

4° GIORNO – Lunedì 08 AGOSTO: KANGAROO ISLAND Separata dalla Fleurieu Peninsula dal profondo stretto conosciuto come Backstairs Passage, Kangaroo Island è la terza dell’Australia in ordine di grandezza ed è un vero paradiso per gli amanti della natura, con i suoi paesaggi costieri ancora intatti e le numerose specie animali. La maggior parte dei turisti arriva in traghetto al piccolo porto di Penneshaw sulla Dudley Peninsula all’estremità orientale dell’isola. Christmas Cove, situato a ovest del porto, è popolato da pinguini. Kingscote, sulla Nepean Bay, conserva tracce del suo passato nell’Hope Cottage, che risale al 1859. Una strada asfaltata conduce oltre l’aeroporto nell’entroterra, ma i posti più interessanti dell’isola si trovano sulla costa meridionale. Il Seal Bay Conservation Park ospita la più grande colonia di leoni marini del Paese, animali che sembrano indifferenti ai numerosi osservatori. Più a ovest, nell’entroterra, si può ammirare il meraviglioso mondo sotterraneo delle Kelly Hill Caves, scoperte grazie a una cavallo di nome Kelly, che scomparve nelle profondità delle grotte, tuttora inesplorate. Le acque impetuose a Cape Du Couedic all’estremità sud-occidentale dell’isola sono abitate dalla lontra marina della Nuova Zelanda. Nei pressi del promontorio si può anche ammirare l’Admirals Arch, ponte naturale scavato nelle scogliere di calcare, mentre a est si trovano le Remarkable Rocks. Questi enormi blocchi di granito, situati sullo sfondo di un promontorio levigato, hanno assunto in seguito all’erosione forme variegate. Il Flinders Chase National Park offre un immagine di com’era gran parte dell’isola molto tempo fa: un’enorme distesa di eucalipti e arbusti. Gli uffici del parco hanno sede a Rocky River, dove si possono incontrare canguri, wallaby ed emù che cercano di rubare il cibo ai turisti. Sugli alberi si possono osservare anche i koala, mentre gli ornitorinchi sono più difficili da ammirare. Un faro isolato si erge all’estremità nord-occidentale dell’isola a Cape Borda. A est si estende una costa spettacolare, accessibile tramite un percorso accidentato, con scogliere alte 200 m. E deliziose insenature sabbiose.

Siamo i primi a far colazione alle 06:30 ma le cose da vedere su questa isola sono molte ed il sole tramonta troppo presto, intorno alle 17:20.

La giornata è bellissima, non una nuvola in cielo, e decidiamo di fare il giro dell’isola in senso orario, partendo dal sud dove sono concentrate le cose più interessanti.

Prima fermata a Prospect Hill con salita di innumerevoli gradini fino a raggiungere una piattaforma dalla quale si gode il panorama di due mari.

Altra fermata a Seal Bay con visita guidata (non è permesso andare da soli) dai ranger per vedere i leoni marini in un ambiente molto bello.

Subito dopo Little Sahara. Il nome rende bene l’idea del luogo ma non dice che la sabbia è bianchissima. Lunga passeggiata fra le dune.

Proseguendo verso Ovest andiamo a Point Ellen per gustare il panorama di Vivonne Bay.

Sulla strada il traffico è pressoché inesistente, ma ho dovuto frenare molto bruscamente per l’attraversamento di una Echidna. Siamo scesi precipitosamente di macchina per inseguirla e fotografarla prima che sparisse nel sottobosco. E’ un incontro che, anche qui, dicono sia piuttosto raro anche se noi avremo la fortuna di vederla da vicino ancora un paio di volte.

Saltiamo Kelly Hill Caves perché non le riteniamo interessanti e puntiamo direttamente su Flinders Chase National Park. Paghiamo volontariamente il biglietto d’ingresso al parco e ritiriamo un opuscolo con la guida e le informazioni dei sentieri. Spieghiamo il “volontariamente”. Sulla strada non esiste un cancello o un qualsiasi sbarramento con esattore, ma, entrando al Visitor Centre un cartello informa i visitatori che per accedere al parco si deve pagare un biglietto…..

Nelle immediate vicinanze del Visitor Centre una immensa radura con, sullo sfondo, meravigliosi, grandissimi alberi : sembra uno scenario finto; l’erba è rasata, non per intervento umano, ma per la presenza di un numero incredibile di un tipo di anitra dall’aspetto, per noi, un po’ insolito.

Ci dirigiamo verso Cape Du Couedic e visitiamo prima Remarkable Rocks ed il sito, stupendo, ci impressiona per la grandezza dei massi modellati dal mare e dal vento, poi Admirals Arch, un interessante arco di roccia proprio all’estremità della penisola dove vive una “maledorante” colonia di Foche Della Nuovazelanda. Non ci facciamo mancare neanche una passeggiata al faro che non ha niente di particolare ma dove riusciamo a scattare una foto che lo valorizza enormemente, grazie alle condizioni atmosferiche decisamente favorevoli.

Da questo punto inizia il viaggio di rientro e facciamo nuovamente sosta al Visitor Centre per percorrere il Discovery Walk, un breve sentiero in mezzo ad un folto bosco di eucalipti dove dovrebbero vivere i koala. Non li vediamo ma il sentiero ci conduce in fondo alla “radura” sopradescritta dove, oltre alle “anatre” troviamo due canguri che si lasciano avvicinare e fotografare.

Sono le 16:40 ed a malincuore abbandoniamo questo angolo paradisiaco in direzione Est.

Optiamo per un rifornimento di benzina a Kingscote (dove c’è l’unica “pompa” dell’isola aperta fino alle 20:00) anche se ciò allunga il percorso ma non sappiamo a che ora chiude il distributore a Penneshaw. In questa parte del mondo i negozi chiudono molto presto, tutti gli orari sono diversi da quelli ai quali siamo abituati e serve un briciolo di attenzione.

Abbiamo anche scoperto che, su quest’ isola è meglio portarsi il pane dal continente perché non ci sono fornai ed il pane “fresco” arriva la mattina intorno alle 10:00 con il traghetto e si esaurisce velocemente; in loco è prassi normale la vendita di pane congelato da cuocere nel forno di casa.

Al rientro in albergo ci informiamo se ci sono notizie del bagaglio scomparso e ci dicono che è stato ritrovato e che doveva arrivare in aereo alle 18:00 ma così non era stato e quindi sarebbe arrivato certamente l’ indomani alla stessa ora. Speriamo ma non ci crediamo.

5° GIORNO – Martedì 08 AGOSTO: KANGAROO ISLAND Dopo una ricchissima colazione facciamo una breve passeggiata lungo un percorso attrezzato che si snoda sulla scogliera di fronte all’albergo. Il tempo si mantiene al bello anche se in cielo c’è qualche nuvola, l’aria è frizzante e serve pullover e giacca.

Decidiamo di “prendere” la Playford Hwy (nome altisonante per una strada asfaltata a due, strette corsie ) puntando verso Nord-Ovest per arrivare direttamente a Cape Borda. Unica fermata, lungo la strada, al Parndana Wildlife Park da dove veniamo scacciati perché entriamo alle 08:48 mentre l’apertura è alle 09:00. Non amiamo visitare questo tipo di parchi che in sostanza sono degli zoo, ma desideravamo vedere l’ornitorinco che sicuramente non riusciremo ad incontrare allo stato libero.

Arrivati a Cape Borda Lighthouse (costruzione abbastanza insolita ) siamo accolti, prima da un canguro isolato che si dilegua immediatamente, e poi da un nutrito gruppo di canguri che ha continuato tranquillamente a mangiare e saltellare, anche perché non ci siamo avvicinati ed in giro non c’è anima viva che possa disturbarli !!! Una breve passeggiata “Clifftop Hike” ci porta ad un belvedere a picco sul mare dal quale si ammira la costa frastagliata e scoscesa perennemente battuta dai marosi. La vegetazione è bassa tipo la “macchia mediterranea” con la differenza che le piante che la compongono sono della famiglia degli eucalipti. Tornando troviamo ancora i canguri che non si sono spostati di molto.

Risaliamo in macchina e facciamo il percorso a ritroso per circa 18 km. Fino ad incontrare, sulla destra, una strada sterrata ( Shackle Road) che percorriamo fino a raggiungere il parcheggio del Platypus Waterholes Walk.

Platypus significa ornitorinco e questo è il luogo dove vive ma, riuscire a vedere questo animale in assoluta libertà è difficilissimo ed infatti non lo vediamo, ma la passeggiata, ad anello, è comunque da fare visto l’ambiente bellissimo ed insolito nel quale si snoda.

Ci spostiamo, per fare altri due passi, a Snake Lagon dove…Non incontriamo ne serpenti ne umani.

Giunti al Flinders Visitor Centre percorriamo nuovamente il Discovery Walk ma, di koala, neanche l’ ombra.

Proseguiamo verso Est sulla South Coast Road ( è nell’interno e la costa non si vede ) e facciamo un po’ di fatica ad individuare il primo dei due Koala Walk segnati sulla cartina. E’ situato all’interno di un campeggio sul lato sinistro della strada. Non c’è da pagare l’ingresso ed il percorso è malamente segnato. Dato per scontato le abitudini dei koala è chiaro che non è facile individuarli così ben mimetizzati nell’ambiente. Riusciamo a vederne solo uno ma in compenso ci imbattiamo in un gruppetto di piccoli canguri che si riposano (sono circa le 14:00 ) all’ ombra sotto la fitta vegetazione.

Riprendiamo la macchina e dopo pochi chilometri, sulla destra, anche in questo caso non molto ben segnalato, c’è il secondo Koala Walk.

Al parcheggio un cartello avverte che per accedere ai due viali di eucalipti dove albergano gli animali c’ è da pagare la somma di AU$ 2,00 a persona da depositare in una cassetta di legno posta lì accanto. No comment.

Qui di koala ne vediamo tantissimi quasi uno ogni albero. Che meraviglia. Il posto è ameno, dotato anche di panchine, per cui ci fermiamo per consumare il pranzo a sacco.

Riprendiamo il viaggio verso Est e dopo pochi chilometri facciamo una deviazione a destra per raggiungere Hanson Bay. Altra insenatura bellissima con spiaggia bianca ed acqua turchese. Vi sfocia il South West River che trasporta acqua rossastra che man mano che penetra in mare si scolora fin quando il turchese ha il sopravvento.

La fermata successiva è a Kelly Hill, non per vedere le “Caves” ma per fare due passi e rendersi conto dell’ambiente. Se ne può fare a meno.

Adesso basta fermate perché vogliamo arrivare a Kingscote prima delle 17:00. Arriviamo con 15 minuti di anticipo per cui ne approfittiamo per dare una occhiata a questa minuscola cittadina piacevole e sonnacchiosa.

Sul porto tutti i giorni alle 17:00 c’è uno spettacolo nato forse per caso ma ormai è diventata una forte attrazione turistica : un pescatore offre del pesce ad un folto gruppo di “pellicani” ed al banchetto partecipano anche i “gabbiani” che afferrano i grossi pesci al volo ma non riuscendo a trattenerli nel becco li lasciano cadere, in acqua o tra gli spettatori.

Si è fatto buio e prendiamo la strada per Penneshaw. Giunti in albergo la magnifica sorpresa: è arrivata la mia valigia ! Da non credere ai propri occhi !!!! Ceniamo presto ed alle 19:30 andiamo a quella che viene pomposamente chiamata : “La parata dei pinguini”. E’ uno spettacolo sempre piacevole anche se non si può minimamente paragonare a quello offerto a Pinguin Island, vicino a Melbourne, che rimarrà indelebile nella nostra memoria.

6° GIORNO – Mercoledì 09 AGOSTO: KANGAROO ISLAND – ADELAIDE – BRISBANE Alle 06:20 colazione ed alle 7:00 siamo pronti per imbarcarci sul traghetto. Altra bella giornata con cielo azzurro ed aria frizzante.

Partenza puntuale alle 07:30 ed alle 08:15 arriviamo a Cape Jervis. Da qui proseguiamo lungo la costa in direzione Est fino a raggiungere Victor Harbor.

Qui c’ è una piccola isola “Granite Island” collegata alla terraferma da un ponte percorribile a piedi o su un caratteristico trenino trainato da un grosso cavallo. Noi andiamo a piedi e poi percorriamo un sentiero che compie il periplo dell’isola. Si dovrebbero avvistare le “balene”, ma a noi non è successo; il paesaggio è bello e l’isola, come è chiaro dal nome, è un enorme blocco di granito con una vegetazione “schiacciata” dal vento. In cielo le nubi viaggiano a grande velocità addensandosi minacciose e poi sparendo. Cadono anche alcune gocce di pioggia : le uniche di tutto il viaggio.

Dopo aver preso visione dell’interessante laguna di Goowa non abbiamo tempo per ulteriori esplorazioni e ci dirigiamo verso Adelaide.

Ultimo giro in città per vedere Victoria Square, aggiunta o tolta la quale si rimane tali e quali, e poi alle 13:45 siamo in aeroporto e più precisamente al banco della Budget per restituire l’auto.

In questi quattro giorni abbiamo percorso 1.104 km.

L’aeroporto di Adelaide è nuovissimo, praticissimo e molto confortevole. Il chek-in si fa alle macchine automatiche (c’ è un addetto che aiuta i viaggiatori inesperti ) che rilasciano le carte d’imbarco e successivamente, chi le ha, consegna le valige al banco della compagnia aerea. All’interno oltre ai soliti negozi ampie zone per l’attesa dotate non solo di divani ma anche di tavoli e sedie. Compriamo una carta stradale ed incontriamo il primo di molti italo-australiani.

Quindi trasferimento al Main Terminal per il disbrigo delle formalità d’imbarco sul volo di linea Qantas (QF) 664 diretto per Brisbane alle ore 15:10. (Aeromobile: Boeing 737-400– Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 2h15 minuti).

Arrivo a Brisbane alle ore 17:55. La differenza di fuso orario è di soli 30 minuti.

Ritiriamo i bagagli ( ci sono tutti) ed, usciti dall’aeroporto raggiungiamo il banco della Budget dove ritiriamo l’auto categoria “Fcar” che risulta enorme, vecchiotta, ma superaccessoriata.

Per raggiungere Hamilton ( sobborgo di Brisbane a poco distante dall’aeroporto ) avevamo una piantina ricavata da internet e sembrava un percorso facilissimo, ma sbagliamo uscita dalla Hwy e ci troviamo nel nulla, strade buie prive di indicazioni ed in giro nessuno. Con un po’ di “naso” ed un po’ di fortuna ritroviamo la strada perduta e poco dopo il Quality Hotel Airport International dove abbiamo una camera prenotata per una notte con trattamento di pernottamento e prima colazione continentale.

La zona non ci fa una buona impressione, ma uscendo a piedi alla ricerca di un ristorante ci rassicuriamo perché al posto di malintenzionati incontriamo famiglie e coppiette.

7° GIORNO – Giovedì 10 AGOSTO: BRISBANE – HERVEY BAY (km. 372) Nonostante la colazione sia di tipo “continentale” è estremamente abbondante ed alle 07:05 partiamo in direzione Nord.

Questo diceva il programma di viaggio : Al mattino partenza in auto in direzione nord alla volta di Hervey Bay lungo la Sunshine Coast, che si estende da Brisbane fino a Noosa.

La splendente Sunshine Coast avvolge una serie di città costiere e parchi nazionali disseminati lungo lo scintillante Oceano Pacifico, su un magnifico sfondo verde-azzurro. La regione è un paradiso per gli amanti del surf, del nuoto, della pesca e dell’avventura, o per chi, semplicemente, vuole allontanarsi per qualche tempo da tutto.

Lungo il percorso: Caloundra, di fronte alla Bribie Island; Mooloolaba; Nambour tra le piantagioni di canna da zucchero; Noosa dominata da un promontorio di ineguagliabile bellezza, delimitato dalla foce del Noosa River e da una striscia di sabbia a sud. Molto amata dai primi surfisti negli anni sessanta, è il punto di partenza per le gite dirette al Cooloola National Park ed a Fraser Island.

Si entra qui nella Great Sandy Region, che ospita gigantesche dune di sabbia, foreste, sabbie colorate e laghi d’acqua dolce. Il Cooloola Nat.L Park, spesso trascurato e superato senza soste, ha molto da offrire se si ha un po’ di tempo. La parte meridionale è dominata dalla bellezza del Noosa River che forma due laghi, mentre l’interno è ricoperto da boschi di alberi da legna e sclerofille secche, che lungo la spiaggia si trasformano in dune ricoperte da brughiera. La spiaggia si estende verso nord fino a Double Island Point, poi curva fino a Raimbow Beach. Alle sue spalle si ergono scogliere di sabbia colorata.

Ma noi non ci allontaniamo dalla “A1” fino alla deviazione per Maryboroogh e Hervey Bay. Abbiamo fretta di arrivare perché oggi pomeriggio vogliamo partecipare ad un “tour” per vedere le balene. Siamo quasi arrivati quando sbagliamo strada ed allunghiamo il percorso di una ventina di minuti ma alle 11:10 siamo a Dundownram Beach, uno dei sobborghi in cui è divisa Hervey Beach la quale si estende su un fronte mare di circa 10 km.

Abbiamo prenotato al Best Western Ambassador Motor Lodge con trattamento di solo pernottamento. L’albergo è situato lungo l’Esplanade che è la strada lungomare e qui abbiamo una sorpresa : il mare non si vede in quanto la vista è impedita da una fitta vegetazione costiera. Tale caratteristica è quasi la norma in tutto il Queensland ma risulta strana per noi europei. Altra caratteristica, che diventerà una costante, è data dal fatto che le spiagge, se non sono paludose, sono incantevoli mentre il mare ha, sotto costa, un colore giallo/marroncino. Ci dicono che non è sempre così e che il fenomeno è causato da recenti intense, piogge nell’interno con conseguenza che i fiumi portano al mare acqua sporca di terra. Ci sembra poco credibile ma sta di fatto che in tutto il Queensland non abbiamo trovato, lungo la costa, acqua azzurra che invogliasse a fare il bagno. Diverso è il discorso per le isole ma ne parleremo a tempo debito.

Alla reception un signore gentilissimo prenota per noi sia il “Whale watching” dl pomeriggio con “Tasman Venture”, sia la gita di un giorno a “Fraser Island”, per l’indomani con “The Fraser Island Company”.

Il tempo di prendere possesso della camera ed alle 12:45 passa il bus che ci porta a Urangan Harbour da dove salpiamo alle 13:30.

Il battello, molto veloce, è dotato di “idrofono” per localizzare i cetacei. Si tratta della specie “Humpback Whale” da noi chiamata “Megattera”. L’avvistamento è garantito pena restituzione del prezzo del biglietto. Il mare è calmo nella Platypus Bay e la giornata è splendida. Dopo circa trenta minuti di navigazione il comandante ci informa che in zona ci sono tre gruppi di balene. Da quel momento è iniziato uno degli spettacoli più emozionanti ai quali abbiamo assistito. Dire che abbiamo visto le balene è riduttivo, possiamo affermare di aver parlato, di aver giocato con loro !!!!. Evidentemente nella baia si è stabilito un clima di fiducia fra uomini e balene per cui si lasciano avvicinare e sembrano contente di esibirsi con ripetuti salti, nuotate sul dorso, saluti con pinne pettorali e di coda, fuoriuscite dall’acqua con la testa, il tutto accompagnato da “canti” ai quali, noi umani, dalla barca, rispondevamo emettendo suoni onomatopeici e gesticolando.

Per ore è stato un susseguirsi d incontri e separazioni fino a quando siamo dovuti rientrare in porto. Senza tema di smentita ci sentiamo di affermare che questa gita, da sola, vale il viaggio. Sono le 18:00 quando ci riaccompagnano in albergo.

A sera nuova esperienza di vita. Abbiamo percorso l’Esplanade fino a Torquay (uno dei quartieri che con Scarness, Urangan e Pialba formano Hervey Bay ) e ci siamo fermati al Pepper Bistro del Torquay Hotel. Si mangia sia all’esterno ( nonostante non sia un caldo afoso…) sia all’interno; su una lavagna è scritto il menù, si ordina , si paga ricevendo un numero posto su un’ asta di ferro, ci si siede dove ci pare. Sarà una cameriera che ci identificherà dal numero sul tavolo per portare, appena pronto, ciò che abbiamo ordinato. Le bevande si acquistano separatamente al bar. Abbiamo mangiato abbastanza bene con ottimo rapporto qualità/prezzo, in un ambiente allegro e rilassante.

Una annotazione che può essere utile : questo è l’unica città, fra quelli dove ci siamo fermati, nel quale la quasi totalità degli alberghi esponeva il cartello “no vacancy”.

8° GIORNO – Venerdì 11 AGOSTO: HERVEY BAY – GLADSTONE (km.291) La “Deluxe Quality Room”, al 2° piano, è bella, grande ed accessoriata con frigorifero, bollitore, tostapane etc., etc., per cui…Colazione in camera con pane tostato e marmellata.

Alle 08:25 passa il pulmino per prelevarci e portarci all’imbarcadero del traghetto che attraversa il Great Sandy e ci sbarca a Moon Point su Fraser Island. Qui giunti ci “imbarchiamo” su un pullman con quattro ruote motrici costruito appositamente per muoversi su questa isola sabbiosa. Incontro ravvicinato con un “dingo” che sparisce velocemente alla vista : ha più paura lui di noi. Percorriamo fra i sobbalzi, la cintura di sicurezza deve essere allacciata ben stretta, strade strette ed in pessime condizioni di fondo fino a quando ci fermiamo per una breve passeggiata all’interno della foresta pluviale di Ydney. Semplicemente splendida. Risaliti in pullman andiamo a Happy Valley, un centro con alcune strutture abitative fra le quali il “Wilderness Retreat” dove ha luogo il “all you can eat buffet lunch” in verità abbastanza spartano. Appena ripartiti siamo sbucati su una spiaggia infinita che percorreremo per una quindicina di chilometri fino ad arrivare a scogliere non di roccia ma di sabbia pressata ( dal tempo ) e colorata, dette “Pinnacles” o “The coloured sands”. Molto interessanti.

Sulla via del ritorno ci fermiamo prima al relitto del Maheno ( se ne potrebbe fare benissimo a meno) e poi ad Eli Creek un rio di acqua cristallina e, dicono, potabile ( non ci è sembrato indispensabile assaggiarla ). E’ consuetudine farci il bagno o almeno una passeggiata. Breve sosta ad Happy Valley e poi trasferimento al “Lake Garawongera” per il bagno. Sembra strano ma a Fraser Island il bagno è possibile farlo solo in uno dei 200 laghi di acqua dolce, molti sono “laghi sospesi” cioè formati dal depositarsi dell’acqua piovana su un sottile strato di terra impermeabile. Bagnarsi in mare non è consigliabile ( con eccezione di Champagne Pools ) a causa di forti correnti e della presenza di squali voraci.

Noi non facciamo il bagno nel lago ma una passeggiata intorno allo stesso in un ambiente piacevolissimo; la sabbia è bianca.

Dopo una sostanziosa merenda riprendiamo la via del ritorno fino a Moon Point, poi il traghetto ed infine il bus ci riporta in albergo. Il sole è già tramontato ed assistiamo al volo di “volpi volanti”.

In albergo ci aspetta la nostra auto con i bagagli a bordo e sono le 18:30 quando partiamo per raggiungere Gladstone.

Ieri al momento dell’arrivo abbiamo notato alla reception un cartello con l’orario di servizio : dalle 7:00 am alle 8:00 pm. Ed, a fianco, un campanello con l’indicazione “da usare in caso di necessità”. Da ciò il sospetto, rivelatosi esatto, che fosse consuetudine di molti alberghi del Queensland ( e non solo) di non tenere la reception aperta 24 ore. Avevamo quindi fatto telefonare all’albergo di Gladstone per avvertire che saremmo arrivati fra le 22:00 e le 22:30 e ci era stato assicurato che avrebbero atteso fino alle 22:00 e nel caso che avessimo tardato dovevamo avvertire.

Con questa premessa, che non vuole essere una scusante, ci siamo mossi con estrema rapidità ed, approfittando del fatto che la strada era ottima ed il traffico praticamente inesistente ho premuto sull’ acceleratore non rispettando il limite di velocità di 100/km-ora.

Tutto procedeva a meraviglia quando all’improvviso un’ auto che viaggiava in senso contrario ha acceso sul tetto fari roteanti multicolori; era una macchina della polizia che ha eseguito una inversione a U e si è posizionata dietro di noi. Ho accostato ed atteso. Un poliziotto si è fermato dalla parte del passeggero mentre l’ altro è venuto da me e mi ha chiesto gentilmente la patente. Mi ha domandato se sapevo che il limite di velocità fosse 100Km/orari ed alla mia risposta affermativa mi ha informato che viaggiavo a 116Km/orari. Ho replicato che non lo sapevo in quanto guardavo più la strada che gli strumenti di bordo. Si è informato se avessi avuto dei motivi validi per superare i limiti di velocità al che ho risposto che non ne avevo e che non mi ero accorto di aver superato i 100km/orari ma che sarei stato più attento per il proseguimento del viaggio. Ho anche implorato clemenza ma il suo atteggiamento gentile ma fermo mi ha sconsigliato di insistere. Mentre il mio interlocutore mi ha chiesto di rimanere in macchina mentre scriveva il verbale, l’ altro mi ha fatto soffiare in un tubicino per accertarsi del mio tasso alcolico che è risultato a zero perché non avevo bevuto niente di alcolico durante tutta la giornata. Mi hanno consegnato la multa di AU$ 150,00 informandomi che avevo 24 giorni di tempo per pagarla. Sempre gentilissimi mi hanno restituito la patente, hanno salutato, sono risaliti in macchina, hanno spento i fari, hanno fatto una inversione a U e sono spariti nel buio della notte.

Avevo letto ed ero stato informato circa l’efficacia della polizia in questo Stato, sapevamo tutto delle macchine fotografiche funzionanti piazzate nei punti strategici ma nessuno ci aveva informato che il pericolo maggiore era costituito dalle “pistole laser” montate sulle auto. C’è da aggiungere che le macchine sono normalissime vetture bianche ed i lampeggianti sul tetto sono dello stesso colore per cui quando le riconosci…È troppo tardi. Sono rimasto veramente male ed il pensiero di aver preso una multa è stata una cipolla che ho impiegato diversi giorni per digerirla. Inoltre il giorno dopo ho scoperto che la nostra auto disponeva del “pilota automatico”, Sto parlando di quel dispositivo di cui non conosco il nome che, sulle auto con cambio automatico, consente di mantenere una velocità costante, scelta dal guidatore, togliendo il piede dall’ acceleratore; è praticissimo sulle strade con scarso traffico, per viaggiare alla massima velocità consentita. Toccando il freno o l’accelleratore il dispositivo si disinserisce e si ritorna alla guida normale.

Alle 09:30, in leggero anticipo sulla tabella di marcia, raggiungiamo Gladstone ma incontriamo qualche difficoltà a trovare l’albergo a causa di una carenza di informazioni. Ci fermiamo ad un distributore per chiedere aiuto ed una gentile signora, che faceva rifornimento, si presta a farci da guida e seguendola arriviamo al Best Western Camelot Motel.

Scendo di macchina ed entro in albergo. Mi viene incontro un signore che mi dice in perfetto italiano: “ Stefano, sei arrivato prima del previsto”. E’ facilmente intuibile che sono rimasto qualche attimo sconcertato. Poi ho contraccambiato il caloroso benvenuto ed in cinque minuti Mario Iacuone mi ha raccontato di essere nato in Australia da genitori abruzzesi che, a distanza di 56 anni dal loro arrivo, a casa, parlano la lingua natale e così l’ hanno insegnata ai figli; ha rilevato l’albergo da pochi anni e conta di gestirlo ancora per una decina d’anni e poi ritirarsi sulla Gold Coast dove possiede una casa. Ama l’ Italia con il cuore ma rimane a vivere in Australia per la libertà, la tranquillità, la qualità della vita. E’ stato un incontro simpaticissimo ed, anche se se di breve durata, da ricordare.

9° GIORNO – Sabato 12 AGOSTO: GLADSTONE – AIRLIE BEACH (km. 592) Sveglia alle 07:00 e colazione in camera che anche questa volta è grande , bella e dotata di ogni “conforts”. Alle 07:40, salutato Mario e la moglie Helena ( di origine italiana, nonostante il nome ), partiamo per la lunga tappa di trasferimento che che ci condurrà ad Arlie Beach sempre seguendo la “A1”. Attraversiamo la linea ideale del Tropico del Cancro più o meno a Rockhampton, ma non esiste nessuna segnalazione in tal senso. Il tempo è splendido. La strada corre lontana dalla costa ed il paesaggio è bello ma costante. Il traffico è quasi inesistente appena ci allontaniamo dalle piccole città che incontriamo, tutte linde e ordinate con tanto verde anche se hanno l’aria un po’ dimessa, con le dovute eccezioni, quali, per esempio Mackay.

A Proserpine, sede di aeroporto, lasciamo la “A1” e prendiamo una strada sulla destra e dopo circa 30 km. Raggiungiamo Airlie Beach, la porta di accesso all’ arcipelago delle strafamose Isole Whitsunday. Sono le 15:40.

Troviamo facilmente il B&B che abbiamo prenotato tramite internet e scopriamo di essere stati molto fortunati. Il Whitsunday Moorings B&B è situato in posizione strategica a picco sul porto, la costruzione è immersa in un giardino tropicale e la camera, piccola ma dotata di tutto ciò che serve ed arredata con gusto raffinato, ha una veranda con tavolino e sedie che si affaccia sul mare. Ci costa AU$ 120,00 per pernottamento e prima colazione quindi un rapporto qualità/prezzo eccellente.

Ci accoglie gentilissimo Peter al quale affidiamo due incarichi : a) telefonare a “Whitehaven Xpress” per avere conferma della prenotazione per la gita di domani effettuata tramite internet. B) telefonare all’albergo di Townsville per informarli che domani sera arriveremo tardi.

Il tempo di aprire le valige di rinfrescarsi che Peter ci informa che per la gita è tutto ok, e aggiunge che la navetta passerà a prenderci alle 08:30 e ci preparerà la colazione per le 07:30; per quanto riguarda l’arrivo in tarda serata la reception è aperta fino alle 21:00 e se arriveremo più tardi troveremo la chiave della camera in una cassetta blu posta all’ingresso.

Andiamo a piedi, cinque minuti di strada, nella Main Street, duecento metri di negozi e ristoranti. Atmosfera chiassosa e cosmopolita, molto piacevole.

Prima del tramonto e dopo tante ore trascorse in macchina vogliamo camminare e quindi ci spostiamo a Shute Harbour dove c’è un sentiero di circa 2 km. Per arrivare a Coral Beach; il nome evoca scenari da sogno ma la realtà è diversa in quanto la spiaggia è formata da sassi in mezzo ai quali si trovano pezzi di barriera corallina.

Per cena decidiamo di andare da un “vecchio amico” : “FCK” , che non ci delude offrendoci il miglio pollo fritto dell’ universo.

10° GIORNO – Domenica 13 AGOSTO: AIRLIE BEACH – TOWNSVILLE (km. 280) Alle 07:30 troviamo, in veranda, la tavola apparecchiata con tovaglia di lino, porcellane, cristalli e adornata da fiori. Peter ci prepara una sontuosa colazione ed alle 08:40 veniamo prelevati da un pulmino che ci conduce a Adel Point dove ci imbarchiamo ed alle 09:00 partiamo per le Whitsundays Islands (le Isole della Pentecoste).

La barca è velocissima e lo “sballottamento” notevole. Molti dei circa trenta partecipanti soffrono il mal di mare. Prima fermata a Hook Island dove in una baia riparata (Mantaray Bay) facciamo il bagno in acqua calma e trasparente su formazioni di coralli piene di pesci. I coralli hanno dimensioni enormi. L’acqua è molto fredda ma lo spettacolo è magnifico, l’ unico rammarico è che ci fermiamo solo 30 minuti. Seconda fermata a Whitsunday Island. Con il gommone ci portano a terra dove c’ è un sentiero che conduce a Hill Inlet Lookout dal quale si gode una vista spettacolare di Whitehaven Beach e relativa baia. Terza fermata di fronte alla spiaggia di Whitehaven che raggiungiamo con il solito gommone e dove ci tratteniamo per circa due ore per nuotare, camminare, prendere il sole e fare il “BBQ Lunch”.

Parlare di questa spiaggia, unica al mondo ( Cala Violina è una parente alla lontana), di sabbia bianchissima, formata da silicio quasi puro, che canta se pressata con le mani o con i piedi, è difficile perché non si possono trovare parole per descriverne adeguatamente la bellezza. Noi avevamo letto molto, al riguardo, e visto innumerevoli foto, ma esserci è completamente diverso.

Fortunatamente il sole è caldo e possiamo fare ripetuti bagni nel breve tempo a disposizione. Il BBQ non è particolarmente buono e la quantità limitata ma non siamo certo qui per il cibo. Durante il pasto riceviamo anche la visita di un “lucertolone” lungo oltre 150 cm. (Goulds Gonna).

Alle 16:50 rientriamo ad Airlie Beach ed il pulmino ci riporta al nostro albergo dove recuperiamo l’auto con i bagagli a bordo ed alle 17:10 partiamo alla volta di Townsville dove arriviamo alle 20:30. Troviamo facilmente il Best Western Cluden Park Motor Inn dove abbiamo prenotato, per una notte con trattamento di solo pernottamento, una camera che risulta in linea con l’ottimo standard B.W..

Anche la gita di oggi vale da sola il viaggio.

11° GIORNO – Lunedì 14 AGOSTO: TOWNSVILLE – PORT DOUGLAS (km. 567) Oggi ci aspetta una lunga tappa di trasferimento che noi allungheremo ulteriormente con una deviazione alle Wallaman Falls, ma ne vale la pena perché lo spettacolo è notevole così come tutto lo scenario circostante. Ma andiamo con ordine.

Sveglia alle 06:30, colazione in camera ed alle 07:30 partenza. Prima di lasciare l’albergo abbiamo pensato che fosse opportuno telefonare a Cape Tribulation per prenotare la gita alla “Grande barriera corallina”, ma è troppo presto e l’ufficio risulta chiuso. L’impiegata della reception si offre di ritelefonare più tardi e noi le lasciamo tutti dati necessari anche se un po’ scettici sul fatto che lo faccia realmente.

Viaggiamo sempre verso Nord e sempre sulla “A1” , il panorama cambia molto lentamente ed il tempo è sempre bello. Siamo su un verde altopiano quando arriviamo a Ingham. Ci fermiamo all’ufficio turistico e facciamo conversazione con due simpatiche ed attempate signore di origine italiana. Per le Wallaman Falls c’ è solo una strada che lì termina e quindi sono 40 km. Per andare ed altrettanti per tornare.

Riconquistiamo la “A1” e proseguiamo verso Nord attraversando piccoli paesi molto simili in un paesaggio piacevole ma costante.

Per il pranzo a sacco ci fermiamo a Cardwell, sotto gli alberi in riva al mare di fronte a Hinchinbrook Island. Il posto è molto bello peccato che il mare sia di colore marroncino.

Avvicinandoci a Cairn il traffico si fa molto intenso, quasi caotico, ma appena attraversata la città continuiamo pressoché in solitudine. A Yorkeys Knob ci immettiamo nella Capitan Cook Hwy ed alle 17:00 siamo a Port Douglas una bella ed animata cittadina con splendidi viali di palme, tanto verde e negozi eleganti.

Siamo al Best Western Lazy Lizard Motor Inn, dove abbiamo prenotato per una notte con trattamento di solo pernottamento. La camera, oltre a essere grandissima e completamente attrezzata, è anche arredata, in stile marinaresco, con eleganza e buon gusto.

Alla reception chiediamo di telefonare a Cape Tribulation per avere notizie dalla prenotazione alla gita sulla barriera ed abbiamo conferma che è stata fatta; l’impiegata di Townsville è stata di parola. Crediamo che in pochi altri posti al mondo possa capitare un fatto simile.

12° GIORNO – Martedì 15 AGOSTO: PORT DOUGLAS – CAPE TRIBULATION (km. 143) Colazione in camera e partenza alle 07:30 sempre in direzione Nord; oggi il percorso è breve ma le soste saranno molte perché desideriamo esplorare dettagliatamente la foresta pluviale più antica del mondo. Relitto delle epoche cretacee di oltre 100 milioni di anni fa, la giungla all’estremo nord del Queensland fu risparmiata dalle eruzioni vulcaniche che distrussero altre foreste primitive della regione e, pertanto, riveste un’importanza unica del punto di visto geologico e botanico. Arrivati a Mossman deviazione a sinistra per Mossman Gorge dove ci fermiamo per una piacevolissima passeggiata in una fitta foresta lungo il fiume cosparso di massi granitici. Ritorniamo sulla Cook Hwy e, poco dopo, entriamo nel “Daintree National Park” e qui la foresta pluviale è di una bellezza sconvolgente.

Arrivati al bivio per il Daintree Village e Cape Tribulation optiamo per la prima destinazione e dopo pochi chilometri ci fermiamo ( sono le 09:25 ) per partecipare ad una crociera di 90 minuti sul Daintree River. Vediamo, a distanza ravvicinata, alcuni “coccodrilli d’ acqua salata oltre a varii uccelli ed anche un serpente comodamente acciambellato sul ramo di un albero proteso sul fiume!!! Proseguiamo arrivando al Villane, che non dice niente. La strada asfaltata termina e noi torniamo indietro fino al bivio e prendiamo a sinistra per Cape Tribulation. Fatta poca strada troviamo il “Daintree River Ferry” che fa continuamente la spola fra le due rive. Leggiamo un cartello che dice “solo andata AU$ 8,00, andata e ritorno AU$ 16,00” e chiediamo un biglietto di sola andata. L’addetto ci chiede se ritorneremo per la stessa stada ed alla nostra risposta affermativa ci informa che dobbiamo acquistare l’altro tipo di biglietto perché dalla parte opposta del fiume non c’è biglietteria. Foto ricordo con statua (in gesso) policroma del “cassovary”.

Una volta traghettati ci sono 35 km. Di strada perfettamente asfaltata, per Cape Tribulation, abbastanza stretta e con molte curve ma in un bell’ambiente con splendidi panorami. Le cose da vedere sono molte e molte sono anche le deviazioni dalla strada principale. La prima ci porta a Cape Kimberley con la solita spiaggia da sogno, deserta, e con mare giallastro.

Qui al parcheggio c’è solo una macchina oltre la nostra. Faccio marcia indietro in tutta tranquillità e becco, con il dietro dell’auto, un albero posizionato in mezzo alla piazzola di sosta.

Fermata ad “Alexandra Lookout” e poco dopo al “Discovery Centre” un parco attrezzato con camminamenti ed un alta torre che sovrasta la foresta e consente di vedere, da vicino, gli alberi in “seconda fila”; tutti gli alberi , in questa parte di foresta, sono altissimi ed ospitano piante parassite molte delle quali sono veri e propri alberi che nascono a metà del tronco ospitante. Fra le piante parassite che nascono da terra ci ha particolarmente impressionato il “Fico Strangolatore”.

Proseguendo di pochissimo si giunge a “Jindalba Boardwalk” dove facciamo una ulteriore piacevolissima passeggiata. Alcuni alberi hanno radici di dimensioni enormi con lunghezze che superano i venti metri. Incredibile.

Altra deviazione per Cow Bay, spiagge da sogno, mare giallastro. Poi “Marrdja Boardwalk”, sgambatura di circa 1500 metri. Poi Noah Beach. Poi incontriamo il famoso “Cocanut Rainforest Lodge”, dove non abbiamo trovato posto, e continuiamo ad andare avanti fino al termine della strada asfaltata, qui siamo a Cape Tribulation, e qui inizia la “pista” per Cooktown”.

Altra bella spiaggia ed un sentiero, breve, che porta ad un ennesimo lookout.

Questo è il punto più a Nord, nel Queensland, da noi toccato.

Sono le 17:00 e torniamo a Sud per giungere, dopo pochi chilometri al “Iga Pk’s Jungle Villane” con farmacia, supermercato e negozio di souvenir.

In una strada sterrata, sulla destra (Camelot Close), dopo trecento metri il Ferntree Rainforest Lodge dove abbiamo prenotato una “Garden Room” per due notti con trattamento di pernottamento e prima colazione.

Sistemazione molto piacevole; non si tratta di un albergo ma di un “villaggio” con reception, ristorante, due piscine e tante villette mono e bifamiliari affogate nel verde della foresta. Ci assegnano l’alloggio n. 12 con due camere, un grande bagno ed una veranda.

Ecco gli orari tanto perché possiate regolarvi : Reception 7:00am- 6:00pm, Colazione 6:30am – 9:30am, Pranzo 12:00pm – 1:30pm, Cena 6:00pm – 8,00pm.

Noi siamo andati a cena alle 19:00 e siamo stati fra gli ultimi clienti. Non siamo stati male ma il servizio è lentissimo e per domani sera troveremo una soluzione diversa.

Dopo cena passeggiata, con l’ausilio di una torcia, per ammirare l’esposione di stelle brillantissime in un cielo che più neo non si può.

Anche oggi è stata una giornata memorabile.

13° GIORNO – Mercoledì 16 AGOSTO: CAPE TRIBULATION Colazione a buffet al “Cossowary Cafe”, questo il nome del ristorante del lodge, non ottima ne abbondante in varietà di offerta ma c’ è da considerare che siamo “alla fine del mondo”.

Alle 08:30 passa il pulmino per accompagnarci a “Cape Tribulation Bay” dove ci imbarchiamo sulla “ OdysseyH2O “ per la gita di un giorno alla barriera corallina; è questo il punto dove la “Grande Barriera” è più vicina alla costa con la foresta pluviale che arriva fin sulla spiaggia.

E’ un posto da sogno.

Tutti sanno perché il Capitano Cook chiamò questo promontorio Cape Tribulation ma solo chi ha partecipato a questa gita sa il motivo per cui la barca si chiama così . Ora vi sveliamo questo piccolo segreto.

Alle 09:00 imbarchiamo tramite un piccolo gommone che fa la spola fra la spiaggia (dove abbiamo lasciato le scarpe in apposito cesto) e la barca ormeggiata in rada. Il mare appare calmo ma un vento costante ed intenso che che soffia verso terra lo agita formando piccole ma frequenti onde che aumenteranno di volume man mano che procederemo in mare aperto. Quando tutti siamo a bordo restiamo fermi, si fa per dire, per una ventina di minuti per la presentazione dell’equipaggio e per la spiegazione di ciò che faremo nella giornata. I primi effetti del movimento marino si notano già ed alcuni passeggeri si spostano a poppa mentre viene servito il “morning tea” con biscotti.

Finalmente si parte. La barca fila velocissima per raggiungere “Mackay Reef”, un minuscolo isolotto di sabbia, al riparo del quale ci ancoreremo per cinque ore in un mare calmo e trasparente. Il tragitto è stato per molti una vera “odissea” e poiché la cosa si deve ripetere quotidianamente ecco che la barca viene chiamata “OdysseyH2O”.

La velocità dell’imbarcazione accentua il moto ondoso e passiamo da un “salto” sulla cresta dell’onda ad un “affondamento” nell’onda successiva che copre completamente la barca. Una buona metà dei trentadue partecipanti soffre il “mal di mare” ed è spostato a poppa dove, respira meglio, ma viene costantemente bagnato dall’ acqua che arriva sia lateralmente che dall’ alto. Il tutto dura 45 minuti. Non è possibile scendere sull’isolotto per non disturbare gli uccelli che ci abitano. Dopo una breve, ma ci sembra non finire mai, spiegazione su come funzionano pinne e maschera, su come dobbiamo nuotare, su cosa non dobbiamo fare, su dove dobbiamo nuotare, finalmente possiamo indossare le “mute” (wetsuit) ed entrare in mare mentre un membro dell’equipaggio sale di vedetta sul pennone.

In mare, lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è indescrivibile. I coralli hanno mille forme e colori mentre il numero e la varietà dei pesci è grandissima.

Risaliamo a bordo per il pranzo, ma noi spelluzzichiamo appena perché desideriamo tornare subito in acqua; a proposito l’acqua è molto fredda e la “muta” indispensabile. Dopo pranzo dobbiamo attendere che un membro dell’equipaggio termini una conferenza sui pesci della “barriera” che probabilmente è anche interessante se riuscissimo a capire ciò che sta dicendo.

Finalmente possiamo tuffarci e restiamo in acqua fino a quando non ci impongono di risalire a bordo per il ritorno. Abbiamo visto di tutto e di più. Nuotato con tartarughe e razze. Un raro caso in cui la realtà ha ampiamente superato la fantasia.

Prima di mettersi in moto ci rifocillano con bevande calde ed inoltre, il “convento” offre una merenda a base di formaggio e crakers; ne approfittiamo avendo praticamente saltato il pasto.

Il ritorno è stato meno penoso perché, avendo il vento in poppa la barca correva veloce sulle onde facendo solo ( si fa per dire ) grossi salti.

Sbarchiamo sulla spiaggia tramite gommone, recuperiamo le scarpe, saliamo sul pulmino che ci riporta in albergo. Arriviamo alle 16:45.

C’è ancora luce e ne approfittiamo per fare una passeggiata fino alla spiaggia più vicina, “Myall Beach”, che dista appena 10 minuti di cammino. Tanto per cambiare è immensa, bellissima e…Deserta. Ne percorriamo un buon tratto e poi continuiamo lungo il “Dubuji Boardwalk” immerso in una palude/foresta di mangrovie; è uno scenario cupo e tenebroso che pare uscito da “Il Signore degli Anelli”. Insolito e bellissimo.

Ci siamo attrezzati per cenare in camera. Poi usciamo per ammirare ancora una volta il fantastico cielo stellato.

Spiacenti di ripeterci ma questa giornata, da sola, vale un viaggio.

14° GIORNO – Giovedì 17 AGOSTO: CAPE TRIBULATION – CAIRNS (km. 154) – DARWIN Alle 06:30 siamo a far colazione e alle 07:30 partiamo in direzione Sud. Tutte le “fermate” le abbiamo fatte all’andata per cui puntiamo direttamente su Cairns per uno shopping sfrenato.

Strada facendo decidiamo di fare una breve sosta a Mossman per andare in tribunale a pagare la multa.

A Cairns arriviamo alle 10:30 e parcheggiamo in Lake Street quasi all’incrocio con Florence Street a due passi dal lungomare, ed il mare si è ritirato lasciando un pantano nauseabondo dove “ibis” ed altri uccelli vagano alla ricerca di molluschi.

A Cairns ritroviamo la stessa aria da “paese dei balocchi” che avevamo notato durante il precedente viaggio. E’ la Rimini del Queensland e nonostante l’atmosfera piacevole siamo ben lieti di lasciarla preferendo luoghi meno frequentati.

Alle 16:30 siamo in aeroporto e lasciamo l’auto al parcheggio della Budget. Dall’ aeroporto di Brisbane all’aeroporto di Cairns abbiamo percorso 2.423 km.

Ci rechiamo agli uffici della Budget per restituire le chiavi dell’auto e facciamo la denuncia per i danni alla macchina. Ci addebitano immediatamente l’intera franchigia di AU$ 2.750,00 dicendo che appena effettuate le riparazioni ci avrebbero mandato il conto e l’eventuale rimborso. Meno male che siamo in Australia e quindi esiste la ragionevole speranza di ricevere realmente indietro la somma pagata in eccesso.

L’aeroporto è piccolo e veloci sono le formalità, al Domestic Terminal, per l’imbarco sul volo di linea Qantas (QF) 800 diretto per Darwin alle ore 18.40. (Aeromobile: Boeing 737-400– Servizio a bordo: rinfreschi e cena – Tempo di volo: 2h35 minuti).

Ottima cena, anche se leggera, e viaggio tranquillo.

Arriviamo a Darwin alle ore 20.45 ( differenza fuso orario 30 minuti) e mentre Luciana attende i bagagli io vado al banco della Territory Thrifty Car Rental per il disbrigo delle formalità di ritiro dell’auto a noleggio, di cat. Icar. Stavolta stipulo l’ assicurazione supplementare SLI per ridurre la franchigia a AU$ 380,00 ma il costo è di AU$ 160,00 e non sono comunque coperti dall’assicurazione i danni alla scocca ed al tetto, non sono coperti i danni causati dall’acqua, non sono coperti i danni provocati da un impatto con animali se questo si verifica dopo il tramonto o prima dell’alba. Queste sono le regole e non si discute.

Una cortesissima impiegata mi ricorda che in città il traffico è controllato anche con macchine fotografiche e che qualsiasi infrazione dovesse essere loro recapitata ci sarebbe stata addebitata con un supplemento di AU$ 20,00 each ; mi fornisce anche una cartina della città e mi indica il percorso più breve per raggiungere l’albergo.

Non c’ è assolutamente traffico ed in 15 minuti arriviamo al Saville Park Suites Darwin dove ci viena assegnato un “ Superior Apartment Harbour View”. Trattasi in effetti di un appartamento, con quattro posti letto, formato da salotto, camera, bagno e cucina, quest’ ultima completamente attrezzata di stoviglie e dotata oltre che dei normali piccoli elettrodomestici, di lavastoviglie, lavatrice, centrifuga e “pilozzo “ per il lavaggio a mano; la ciliegina sulla torta è la “vista porto” : siamo arrivati alle 22:45 e ripartiremo prima delle 07:00 e non avremo luce sufficiente per vedere il panorama.

15° GIORNO – Venerdì 18 AGOSTO: DARWIN – KATHERINE (km. 546) Sveglia alle 05:50, ricchissima e buonissima prima colazione ed alle 06:55 partiamo in direzione Sud lungo la mitica Stuart Hwy. I chilometri da percorrere oggi sono molti ed inoltre, strada facendo, ci sono cose interessanti da vedere.

Dopo circa 70 km. deviamo girando a destra in direzione di Batchelor che raggiungiamo dopo 14 km.. Ancora una ventina di chilometri e si entra nel Litchfield National Park caratterizzato da molte cascate, che scendono dai margini dell’altopiano circostante, e formano laghetti, circondati dalla foresta pluviale, in molti dei quali è possibile fare il bagno. Seguire alla lettera le istruzioni dei cartelli che segnalano puntualmente cosa è permesso ed i pericoli ai quali si va incontro.

Non tutte le cascate sono raggiungibili con auto normali ma quelle facilmente raggiungibili sono sufficienti per rendono bene l’idea dell’area. Prima delle cascate si incontrano i “termitai magnetici”, una incredibile distesa di termitai grigi di notevoli dimensioni, poi in sequenza “Buley Rockhole”, “Florence Falls”, “Tolmer Falls” e “Wangi Falls”. Sono tutte visitabili facilmente e distano pochi minuti di cammino dai rispettivi parcheggi. Durante queste passeggiate ci capita di vedere alcuni “canguri degli alberi” ed un “pitone verde” lungo un paio di metri. Non facciamo il bagno, come è consuetudine, ma, alle Wangi ci rinfreschiamo entrando in acqua fino alla coscia.

E’ molto, molto caldo e questa è una spiacevole sorpresa. Tutte le guide e tutte le informazioni raccolte dicevano che, in questa stagione, la temperatura nel Top End e nel Kimberley era mite e piacevole. Noi abbiamo trovato un caldo infernale che ci ha limitato, e non poco, nei movimenti. Non siamo in grado di dire quale temperatura fosse ma, data la scarsissima umidità, azzarderemmo superiore a 40°.

Terminata la visita al parco ritorniamo sulla Stuart Hwy. E continuiamo il viaggio in direzione Sud. Il paesaggio è semidesertico con scarsa vegetazione ma si vedono i primi “Boab”, parenti dei “Baobab africani”, e per noi sono una novità che li rende interessanti. Il terreno è cosparso di piccoli termitai di colore marrone. Il traffico è pressoché inesistente ed incrociamo alcuni “Road Train” veramente mostruosi, impressionanti le cisterne di benzina con quattro rimorchi.

Molto dopo Pine Creek incontriamo la deviazione per le “Edith Falls” e la imbocchiamo procedendo fino al parcheggio; qui un cartello informa che le cascate distano 5 km. E noi rinunciamo alla passeggiata a causa del caldo.

Sono le 16:40 quando arriviamo a Katherine e troviamo facilmente il Best Western Pine Tree Motel dove abbiamo prenotato per due notti con trattamento di pernottamento e prima colazione continentale.

Il paese è piccolo ma animato dal turismo, presente tutto l’anno, ed inoltre è situato all’incrocio fra la Stuart Hwy ( per Alice Spring ) e la Victoria Hwy ( per Broome ).

Dall’ albergo prenotiamo la gita per domani a Katherine Gorge ( Nutmiluk National Park ) e facciamo un giro orientativo in paese mentre i negozi stanno chiudendo ma non perdiamo molto. Da segnalare all’interno dello “shopping centre” un panificio eccezionale : “ Brumbies”.

Per cena abbiamo disertato il BBQ in albergo per andare dal tanto reclamizzato “ Starvin’ “ dove non si mangia male ma non aspettatevi niente di lussuoso anzi l’ambiente è modestissimo e spartanamente arredato. Frequentato sia da turisti che da locali : atmosfera rilassata, abbigliamento molto casual.

16° GIORNO – Sabato 19 AGOSTO: KATHERINE (km. 89) Oggi potremmo dormire un po’ di più ma siamo ormai abituati ad alzarci presto, ed andiamo talmente presto aletto, che alle 07:00 siamo a far colazione di tipo “ continentale” il che significa che sono esclusi uova, bacon, salsicce, pomodori e fagioli ma comprende cereali, yogurt, frutta fresca, dolci varii, pane, burro e marmellata; non si soffre certo la fame.

Un cenno particolare merita la sala da pranzo di questo albergo, con le tendine di plastica, i vasi con fiori finti pendenti da appliques con lampade colorate ; incredibile !. Da noi un ambiente simile poteva, forse, esistere 60 – 70 anni fa.

Percorriamo a velocità moderata i 30 km. Per raggiungere Katherine Gorge da dove alle 09:00 parte la crociera lungo un canyon di 12 km., scavato nel Katherine River attraverso l’altopiano di Arnhemland; spesso descritto come le “tredici gole”, è in realtà un unico canyon continuo, che curva a destra ed a sinistra lungo linee di faglia perpendicolari ed è suddiviso in più tratti da barriere rocciose durante la stagione secca. Dopo molti pensamenti abbiamo scelto quella di 4 ore e, fatto strano, non sappiamo dire se è stata la scelta giusta. Le modalità sono le stesse per tutti i tipi di tour, ci si imbarca su chiatte, si percorre un tratto di fiume fino alle “rapide”, si sbarca e si percorre su un sentiero attrezzato un brevissimo, facilissimo tratto di strada, ci si imbarca nuovamente su un’ altra chiatta e così di seguito. Visitiamo tre “gole”. Nel complesso è una gita piacevole ed abbastanza spettacolare. Forse la soluzione migliore sarebbe prendere a nolo una canoa per mezza giornata e fare, da soli, lo stesso percorso delle chiatte.

Il tour termina alle 13:00 e la temperatura, altissima, ci sconsiglia qualsiasi attività fisica; a fatica arranchiamo fino al “centro visitatori” per dare un’ occhiata e fare uno spuntino.

Rientrati a Katherine e scartata l’idea di fare una passeggiata lungofiume pensiamo che potremmo noleggiare una canoa e ci rechiamo a “Low Level Nature Riserve”, una località a 5 km. Dal centro con area attrezzata per la pesca, il picnic ed il nuoto. Non troviamo il fiume interessante ed abbandoniamo l’idea della canoa. Proseguiamo fino a “Springvale Homestead” una delle “antichità” australiane che risulta, come al solito, di nessun interesse mentre sul prato antistante ammiriamo un “boab” con una enorme circonferenza ed altri alberi secolari.

Ritornando verso il centro ci fermiamo a “Katherine Hot Spring” e restiamo particolarmente colpiti. Immaginate un bosco di eucalipti e palme in mezzo al quale scorra un piccolo torrente di acqua calda, largo appena 2 metri. ; il tratto dove è possibile bagnarsi è lungo una sessantina di metri ed a metà percorso c’ è anche una cascatella. Decidiamo di fare questa esperienza e, dopo essere andati in albergo a metterci il costume, ci immergiamo ; ci sono tre accessi attrezzati con scalette metalliche, l’altezza dell’acqua varia da 50 a 200 centimetri e la corrente non è forte ma si fa sentire. Il posto è frequentato solo da “locali” e noi siamo gli unici stranieri presenti. Diversivo insospettato e piacevolissimo.

In paese facciamo provviste per l’indomani notando la presenza di molti aborigeni che se ne stanno, a gruppi, oziosamente seduti per terra sotto gli alberi a bere a fumare : noi europei non siamo riusciti ad annientarli completamente ma i sopravvissuti alle guerre ed alle malattie sono quasi tutti dei disadattati.

17° GIORNO – Domenica 20 AGOSTO: KATHERINE – KUNUNURRA (km. 667) Oggi lunga tappa di trasferimento dal “Top End” al “Kimberley” e quindi alle 06:20 colazione e prima delle 07:00 partenza in direzione Ovest sulla Victoria Hwy.

La giornata è bellissima e fa già caldo. Il paesaggio, semidesertico, è bello anche se ripetitivo. Il traffico è inesistente e non c’ è limite di velocità, salvo dove è segnalato, ma questo non significa che si può correre perché il pericolo di trovare animali ( canguri, mucche, cavalli etc.Etc.) sulla strada è costante.

Fermata a Victoria River per far rifornimento ( a proposito nessun problema con il carburante basta fare il pieno quando si trova un distributore). Altra fermata al “Keep River N.P.”. Il parcheggio è a 5 km. Dopo aver lasciato la Hwy. Svoltando a sinistra. A due passi la “Cockatoo Lagoon” quasi interamente ricoperta da ninfee e frequentatissima da uccelli e trampolieri ; non abbiamo visto coccodrilli anche se la loro presenza è segnalata. Luogo idilliaco anche perché…Non c’ è nessuno. Picnic sotto un albero attorniati da uccelletti richiamati dalle briciole.

Arriviamo al confine con il Western Australia dove esiste un posto di blocco per la “Quarantena” ; praticamente non si possono introdurre in W.A. Frutti, semi, verdure e piante. Ad un solerte poliziotto mostriamo le foglie ed i semi che abbiamo raccolto nel corso del viaggio chiedendo se possiamo tenerli ma risponde che non è possibile e che dobbiamo lasciarli li in un apposito contenitore. Successivamente effettua una sommaria ispezione dell’auto e del bagagliaio e ci lascia proseguire.

Sette chilometri dopo il confine una strada asfaltata, sulla sinistra, ci conduce dopo 35 km. Sulle sponde del Lago Argyle. Molto, molto bello. Non potendo muoversi a piedi, data l’altissima temperatura, ci spostiamo, dove possibile in macchina e lo ammiriamo da diverse angolazioni.

Torniamo indietro fino alla Hwy. E giriamo a sinistra per Kununurra che dista ormai solo una quarantina di chilometri.

Abbiamo prenotato al All Seasons Kununurra una camera Superior per due notti con trattamento di mezza pensione. Ottimo resort con le camere situate in un giardino tropicale.

Alla reception preghiamo di prenotare un tour in idrovolante alle “ Bungle Bungle Ranger “ per domani alle 14:30, ci informiamo anche dove possiamo trovare una gelateria e ci suggeriscono di andare da “Barra Barra” appena fuori dal centro cittadino.

Seguiamo la “piantina” e, dopo una decina di chilometri, troviamo una fattoria con coltivazione di banane, manghi ed altri tipi di frutti esotici, che produce gelati artigianali buonissimi. La vendita avviene in un capannone di lamiera con annesso giardino tropicale e laghetto corredato da animali acquatici. Il tutto ispira pace e tranquillità. Già che siamo di strada proseguiamo per Ivanhoe Crossino, dove la strada riservata alle 4 x 4 attraversa il fiume su una “pescaia”, e raggiungiamo la distilleria Hoochery rientrando in città lungo la Weaber Plains Road. E’ un giretto di 50 km. Che costeggia i campi coltivati a canna da zucchero.

Siamo all’imbrunire per cui pensiamo bene di dare solo una breve occhiata al “Mirima N.P.” tanto per rendersi conto di cosa si tratta e ci torneremo domani all’alba.

In albergo, a cena, mangiamo bene perché la carne è ottima ed hanno il buon gusto di servirla con le salse a parte… 18° GIORNO – Lunedì 21 AGOSTO: KUNUNURRA (km. 100) Alle 06:30 siamo tra i primi a far colazione ma, con il fresco, vorremmo visitare accuratamente ed a piedi il “Mirima N.P.” un parco dove curiose tondeggianti formazioni rocciose sono attraversate da profonde gole. Qui commettiamo il grave errore di non portare con noi l’acqua e soffriamo letteralmente la sete in quanto la temperatura sale rapidamente ed sole è implacabile, mentre i tratti di cammino in ombra limitati. Il parco è molto bello e le passeggiate che si possono fare sono facili ed interessanti.

Ritorniamo in centro e facciamo un giro per negozi andando anche in gioielleria per vedere i famosi diamanti dai diversi colori ma l’impressione è decisamente negativa; probabilmente il nostro gusto è mentalmente legato alla tradizione che concepisce il diamante come un cristallo trasparente e vederlo giallo o rosa non ci piace.

Kununurra è una cittadina costruita all’inizio degli anni Sessanta per servire il progetto di irrigazione alimentato dal Lake Kununurra ed è stata tutta progettata sulla carta prima di essere edificata e gli urbanisti l’ hanno caratterizzata creando strade in curva quasi a raggiera. Il risultato è più che piacevole.

Continuiamo il giro nei dintorni visitando il “Celebrity Tree Park”, il “Lions Park” e la “Zebra Rock Galery” dove viene lavorata una pietra multicolore molto particolare e carissima.

Saliamo anche al “Kelly’s Knob” una collina dalla quale il panorama della città e della zona agricola circostante dovrebbe essere particolarmente interessante ma il nostro giudizio non concorda con quello della guida.

Alle 14:00 passa a prenderci in albergo il pulmino della “Alligator Airways” guidato da “one man band” infatti oltre che autista sarà la guida ed il pilota dell’idrovolante oltre che l’incaricato dei servizi a terra. Con lui una coppia di australiani che saranno i nostri soli compagni di gita.

Ovviamente non andiamo in aeroporto ma sul fiume all’interno del “Golf Club” dove troviamo ormeggiato l’idrovolante. E’ la prima volta che ci serviamo di questo mezzo di trasporto; volevamo provare il decollo e l’atterraggio sull’acqua. Sembra più semplice e più dolce che sulla terraferma. Ci dirigiamo a Sud sorvolando il Lago Argyle e lo spettacolo è notevole con il contrasto fra il colore rosso delle rocce ed il colore turchese dell’ acqua, il tutto incorniciato da un cielo azzurro privo di nuvole. Dopo circa 90 minuti arriviamo alle “Bungle Bungle Ranger” sulle quali il pilota effettua numerosi passaggi volando a quote abbastanza basse.

I Bungle Bungle o Purnululu Nat.L Park è una delle più splendide meraviglie naturali d’Australia. Avvolti da un’aura di mistero e magia paragonabile a quella dell’Uluru (Ayers Rock). Data la natura delicata delle cupole di roccia striata e la difficoltà di pattugliare il parco isolato, limitare l’accesso la parco ai fuoristrada ha fatto risparmiare soldi ed ha salvaguardato l’ ecostruttura del parco. Le cupole, disgregate dall’azione degli agenti atmosferici e simili ad alveari, hanno strisce orizzontali di silice (arancioni) e lichene (grigie), che insieme formano una fragile crosta che ricopre l’interno polveroso e costituiscono una vista davvero insolita. Sulla via del ritorno sorvoliamo la “Argyle Diamond Mine”, la miniera di diamanti più grande al mondo ( ed il buco dello scavo è impressionante visto dall’alto ), e poi “atterriamo” ( o meglio “allaghiamo”) sul Lago Argyle, nella zona delle isole. Proseguiamo per circa un chilometro come fossimo un motoscafo e poi ci alziamo nuovamente in volo per far ritorno a Kununurra.

Siamo completamente soddisfatti ed i “Bungle Bungle Ranger” meritano di essere visti, certo non sono facili da raggiungere, e questo, forse, spiega perché il flusso turistico è limitato. Non solo i turisti sono in numero esiguo ma sono anche quasi tutti australiani. Tutto il Kimberley è escluso dal grande giro del turismo di massa e per questo conserva un aspetto selvaggio e fuori dal mondo, anche se ha tutte le comodità che rendono più che piacevole il viaggio.

19° GIORNO – Martedì 22 AGOSTO: KUNUNURRA – HALLS CREEK (km. 506) Sono le 07:00 quando partiamo e, dato che la tappa di oggi sarà breve e con poche occasioni di fermarsi, pensiamo bene di allungarla andando a visitare la cittadina di Wyndhame.

Lasciata Kununurra in direzione Ovest percorriamo la Victoria Hwy. Per 35 km. Fino a incontrare la Great Northern Hwy.; giriamo a sinistra e dopo 8 km. Incontriamo, a sinistra, l’inizio della mitica Gibb River Road che, riservata ai veicoli 4 x 4 attraversa tutto l’interno del Kimberley.

Noi proseguiamo a diritto per pochi chilometri fino ad incontrare, a sinistra, la segnalazione per “The Grotto” e la seguiamo fino al parcheggio. Lasciata la macchina procediamo su un sentiero per alcune decine di metri e poi scendiamo i 140 gradini di una scalinata ricavata sui fianchi a strapiombo di un canyon fino a raggiungere una pozza d’acqua incassata tra le rocce e circondata dal verde; una specie di oasi nel deserto ma con in più le montagne : molto suggestivo. Ben mimetizzato sulle rocce fa bella mostra di sé un “lucertolone” di oltre un metro di lunghezza che rimane immobile anche quando lo avviciniamo per fotografarlo.

Per dare un’ idea della solitudine e della vastità del territorio un piccolo particolare : in auto teniamo la radio accesa, sperando di ascoltare musica country particolarmente adatta all’ambiente, ma appena ci si allontana da una piccola città il segnale cessa per riprendere all’avvicinarsi della cittadina successiva, Non siamo mai riusciti ad ascoltare quello che, ufficiosamente è l’inno nazionale australiano : “Walzing Mathilda” scritta da Andrei “Banjo” Paterson.

Prima di arrivare a Wyndham, sulla destra, c’ è una curiosità : il cimitero afgano. Nei primi tempi della colonizzazione del paese venivano usati i cammelli, come mezzo di trasporto, ed i loro guidatori erano afgani.

All’ingresso della città una enorme statua (in cemento) di un coccodrillo marino per ricordare a tutti che qui c’ è uno dei due allevamenti del Western Australia di tali animali. Inevitabile una foto ricordo ed un sorriso.

Altre statue raffiguranti una famiglia locale sono nel Warriu Dreamtime Park. Non è comune trovare statue in piccole cittadine come questa. Non ci sono molte attrattive e la città sembra semiaddormentata, ma vale la pena di salire, su strada asfaltata, al Monte Bastion (altezza 330 metri) dove c’ è il Five River Lookout dal quale si gode un panorama a 360° di cinque fiumi che si gettano nel Cambridge Goulf. Qui il fenomeno delle maree è sensibile visto che il dislivello fra alta e bassa raggiunge gli 11 metri. L’immenso golfo si trasforma, in alcune ore del giorno, in una immensa distesa di fango. Se non facesse tanto caldo ci sarebbero anche alcuni sentieri da percorrere a piedi.

Risaliti in macchina invertiamo la rotta e procediamo verso Sud attraversando territori semidesertici con la costante presenza di numerosi piccoli termitai ed alberi “boab”.

Raggiungiamo Halls Creek un minuscolo centro abitato, sperso nel nulla; poche case, alcuni negozi e tre alberghi, ma moltissimi aborigeni nullafacenti.

Ci fermiamo a scaricare i bagagli al BW Halls Creek Motel dove abbiamo prenotato una camera (SPA Room) per una notte con trattamento di pernottamento e prima colazione continentale, poi andiamo al centro informazioni. Non c’ è molto da vedere, nei paraggi, ma quel poco è tutto in un’unica direzione sulla Duncan Road, una strada sterrata in pessimo stato di conservazione con buche profondissime. Dopo 6 km. Troviamo China Wall, una vena di quarzo che disposta verticalmente al terreno, forma un muro che sembra opera dell’uomo mentre è opera della natura. Dopo 15 km. Caroline Pool, una piscina naturale dove nella stagione delle piogge si nuota, ma al momento attuale risulta piena di cartacce, bottiglie e lattine…; purtroppo abbiamo dovuto prendere atto che nei luoghi frequentati dagli aborigeni c’ è una costante presenza di sporcizia. Ancora un paio di chilometri e si arriva a Old Halls Creek ; le rovine di questa città costruita con terra e paglia alla fine del 1800 dai cercatori d’oro si stanno sgretolando.

Per oggi basta, torniamo indietro a velocità bassissima.

Ceniamo in albergo, non azzardandoci ad uscire di notte, con un abbondante anche se non ricco buffet.

20° GIORNO – Mercoledì 23 AGOSTO: HALLS CREEK – FITZROY CROSSING (km. 354) Tappa brevissima oggi perché il corrispondente australiano della nostra agenzia ha voluto assolutamente che ci fermassimo a Fitzroy Crossino. Pazienza, forse una giornata meno faticosa del solito non guasta anche se noi avremmo desiderato proseguire fino a Derby.

Colazione continentale e partiamo. La strada corre monotona nel solito paesaggio semidesertico. Ancora tempo splendido e temperatura elevata che limita la nostra voglia di passeggiate esplorative. Prima del paese troviamo il Fitzroy River Lodge dove abbiamo prenotato una camera (Riverview Studio) per una notte con trattamento di solo pernottamento.

Alla reception ci informano che la camera sarà pronta non prima delle 14:00 e così andiamo a fare un giro in paese che risulta ancor più desolato dei precedenti. Le attività principali sono la pastorizia, il turismo, le miniere e piccolo artigianato aborigeno. Parlando di turismo si intende la pesca al “barramundi” nel Fitzroy River ma soprattutto Geikie Gorge, una gola scavata dal fiume nelle rocce vecchie di 350 milioni di anni.

Torniamo al lodge a prendere possesso della camera e scopriamo che si tratta di una sistemazione lussuosa. Nella immensa struttura, che prevede varie soluzioni di alloggio, gli “studios” sono solo due. Questo che ci viene assegnato si chiama “Jabiru” ed è un cottage su palafitte dotato di “ queen size bed, large spa, kitkenette, air conditioner, telephone and modem line, DVD player & mini DVD library, ensuite/open bathroom format & large balcony with BBQ”. L’ arredamento è sofisticato con tappeti, piani in granito, quadri etc., etc. La vista sul fiume sarebbe interessante, peccato che in questa stagione (DRY) il fiume sia ridotto ad una fila di pozzanghere, mentre durante il WET (la stagione delle piogge) il fiume non riesce a contenere l’acqua che invade per chilometri il terreno circostante.

Decidiamo di approfittare delle comodità che abbiamo per riposarci un po’ ed attendere che la temperatura esterna diminuisca. Infatti vogliamo andare a vedere Geikie Gorge, che dista solo 20 km. Da Fitzroy, e di non fare la crociera sul fiume, ma un paio di passeggiate naturalistiche ed i ranger consigliano per le escursioni “ early morning or late afternoon”.

Il programma risulta moderatamente piacevole ma è vivacizzato da ripetuti incontri con canguri che fuggono veloci nella boscaglia.

Visto che disponiamo di BBQ pensiamo di sfruttarlo ed apparecchiamo in veranda salvo rifugiarsi, poco dopo, in camera causa il numero degli insetti che, attirati dalla luce, letteralmente ci assalgono.

21° GIORNO – Giovedì 24 AGOSTO: FITZROY CROSSING – BROOME (km. 495) Ieri ci siamo quasi riposati per cui stamani sveglia prima dell’alba, colazione in camera ed alle 06:45 partenza.

Il paesaggio non muta, terreno semidesertico con formicai e boab; anche il tempo continua ad essere bellissimo e la temperatura sale rapidamente ad alti livelli.

Dopo circa 215 km. In direzione Ovest deviamo a sinistra per raggiungere Derby situata di fronte al King Sound e famosa per la più alta marea in Australia ed una delle più alte del mondo : ben 11 metri e 80 centimetri.

Derby è anche punto di partenza per l’esplorazione del “Buccaneer Arcipelago” e delle sue “cascate orizzontali”. Sette chilometri prima del paese incontriamo “Boab Prison Tree/Myall’s Bore & Cattle Trough Pool”. L’albero che pare sia servito come prigione per gli aborigeni catturati ed utilizzati nella pesca delle perle è vecchio di almeno 1500 anni ed ha una circonferenza di 15 metri ; il pozzo è profondo oltre 300 metri mentre l’abbeveratoio è lungo oltre 120 metri. Reperti storici.

Attraversiamo tutto il paese, che non ha molto di particolare da offrire, per raggiungere il “Wharf”. Lasciata la macchina al termine di Loch Street, la strada principale, percorriamo a piedi la Jetty Road, una strada costruita su pali di legno che emergono dal fondo per 14 metri di altezza. Al momento è bassa marea e quindi il fondo melmoso è perfettamente visibile con alcune pozze nelle quali nuotano pesci di piccole dimensioni. Lo spettacolo è impressionante soprattutto pensando che quando sarà il momento dell’ alta marea tutta l’immensa pianura che abbiamo dinanzi, e che arriva all’orizzonte, si riempirà d’acqua.

Riprendiamo il viaggio e, senza fermarsi al “Joonjoo Botanic Trail”, proseguiamo per Broome dove arriviamo nel primo pomeriggio.

La prima impressione è quella di una cittadina, conta 15 mila abitanti, molto estesa che, fatta eccezione per la zona centrale chiamata “Chinatown”, dove caratteristici edifici in legno e lamiera ospitano negozi, ristoranti, gallerie d’ arte, per la parte residenziale ha case ad un piano separate fra loro da larghi spazi verdi.

Andiamo in albergo Tropicana Inn Broome dove abbiamo prenotato, per tre notti, una camera Superior con trattamento di pernottamento e prima colazione. La camera è ampia e confortevole mentre il resto dell’albergo avrebbe bisogno di un lifting.

Lasciati i bagagli ci mettiamo subito in movimento e puntiamo su Gantheaume Point. Situato a 7 km. A Sud di Broome è un “capo” dove termina Cable Beach e dove una spettacolare scogliera erosa dal vento e dal mare assume le più svariate forme mostrando magnifiche stratificazioni di colore rosso, ocra, giallo. L’acqua è di un azzurro intenso. Da qui si gode in pieno la vista della lunghissima spiaggia di Cable Beach con la sua sabbia bianca ed un mare con tantissime sfumature di colori che vanno dall’ azzurro pallido al blu intenso. Uno spettacolo indimenticabile.

Percorriamo Gubinge Road a poi Cable Beach Road, il mare è nascosto alla vista da alte dune sabbiose, fino alla fine della strada dove ci sono ampi parcheggi ed i principali accessi al mare. La fama che la precede è ampiamente meritata: Cable Beach è una delle più belle spiagge che abbiamo mai viste. Facciamo una lunga passeggiata lungo la “battima” interrotta solo da un tramonto infuocato, degna conclusione di questa giornata.

Per cena andiamo da “Bloom’” ; ottimo rapporto qualità prezzo.

22° GIORNO – Venerdì 25 AGOSTO: BROOME Alle 06:10 siamo a far colazione e sul vaucher non è precisato se “continental” o “full”. Dal ristorante chiedono lumi alla reception che non da risposta per cui ci dicono : fate voi. Noi mangiamo di tutto e di più.

Dall’ Italia abbiamo prenotato per oggi una escursione di un giorno a Cape Leveque, la punta estrema della Dampier Peninsula, con Chomley’s Tours. Alle 07:00 passa a prenderci Roger Chomley alla guida di un fuoristrada che traina un rimorchio con tre ruote di scorta e tutto l’occorrente per rendere confortevole la gita. I compagni di avventura sono una giovane ragazza de La Reunion ed una attempata coppia di australiani. Appena lasciata Broome la strada asfaltata diventa una “pista” molto sconnessa ; sarà così per i prossimi 230 km., salvo brevi tratti, ed impiegheremo circa 3 ore e mezza per percorrerli.

La pista di sabbia color rosso fuoco corre in mezzo ad una bassa boscaglia, il fondo stradale è pessimo ed alterna banchi di sabbia a buche ed avvallamenti. E’ solo grazie alla cintura di sicurezza ben allacciata che rimaniamo al nostro posto. Dopo circa un ora foriamo ma Roger cambia agevolmente la ruota grazie all’ausilio di un “crik” ed uno “svitadadi” giganteschi.

La prima fermata che facciamo è alla comunità aborigena di Beagle Bay per vedere la Chiesa del Sacro Cuore l’interno della quale è decorato con conchiglie ed ha l’altare letteralmente tappezzato di madreperla. Breve sosta con te, caffè e dolcetti.

Seconda fermata alla comunità aborigena di Lombadina dove una guida locale ci prende in consegna e ci accompagna a visitare gli edifici più rappresentativi della vita sociale.

La terza fermata è al villaggio di Cape Leveque dove facciamo una breve sosta in prossimità della spiaggia mentre Roger va a diminuire la pressione dei pneumatici. Il posto è già molto, molto bello, ma il meglio deve ancora venire. Risaliti in auto ci dirigiamo verso Est, sulla spiaggia, fino a raggiungere una baia riparata dove ci fermiamo per il pranzo. Siamo le sole presenze, la sabbia è bianca, il mare ha tutte le sfumature dell’ azzurro e, pur essendo calmo, vi sono, sotto costa, forti onde di marea con le quali è piacevole giocare. Sia in mare che sulla spiaggia pezzi di coralli e conchiglie in quantità industriale ed è pure consentito raccoglierle. Un altro paradiso terrestre.

Mentre alterniamo lunghe nuotate, l’acqua è a giusta temperatura ed il sole è caldo, a brevi passeggiate Roger ha montato il campo ed ha preparato la tavola. Vitto ottimo, variato ed abbondante.

Smontato il campo procediamo lungo la spiaggia fino a Hunter’s Creek e qui facciamo una passeggiata sul bordo delle scogliere piene di mangrovie per vedere la marea decrescere velocemente e per cercare l’ornitorinco che, ovviamente, non troviamo.

Rientriamo a Cape Leveque Villane per rigonfiare le gomme e poi andiamo ad Ovest per ammirare un altro capolavoro della natura : le Red Cliffs. L’ambiente è di una bellezza che ammalia e non è esagerato dire che ci vuole forza di volontà per abbandonarlo.

Sono le 16:20 e siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia.

Carichiamo un’ altra coppia ( sempre attempata ) di australiani che hanno trascorso qui alcuni giorni (beati loro ), e prendiamo la strada del ritorno.

Dopo il tramonto ci fermiamo al lato della “pista” per “afternoon tea” e pasticcini ; risolviamo anche uno dei misteri cosmici che ha tormentato i nostri soggiorni nell’emisfero australe : la prima stella che appare brillante e luminosa in cielo è…Il pianeta Giove.

Mancano pochi minuti alle 20:00 quando arriviamo in albergo. La stanchezza è tanta, ma la sentiremo domani, per il momento abbiamo negli occhi e nella mente le troppe meraviglie viste oggi. Mi accorgo di essere ripetitivo ma…Cape Leveque vale, da solo, un viaggio.

23° GIORNO – Sabato 26 AGOSTO: BROOME (km. 125) Ci concediamo una mezz’ ora di sonno in più ma ormai abbiamo preso la sana abitudine di alzarci presto, prima che suoni la sveglia. Al ristorante ci riconoscono e ripetono : fate voi… Il primo appuntamento di oggi è al mercato : tutti i sabato mattina all’esterno del tribunale ( se non fosse scritto sulla mappa non lo definireste tale ) c’ è un vivacissimo mercato dell’artigianato e dalla produzione agricola locale. E’ divertentissimo per la varia umanità, fra gli espositori e fra gli acquirente se ne vedono veramente di tutti i colori.

Recuperiamo l’ auto ed andiamo a visitare Mangrove Point ( Town Beach ) nella Roebuck Bay e scopriamo che è un posto piacevole anche se non c’è nessuno. Di seguito ci rechiamo al porto dove camminiamo fino in cima al molo. Come tutti i moli del mondo è frequentato da numerosi pescatori che catturano grossi e colorati pesci di specie a noi sconosciute.

Proseguiamo per Entrance Point dove ci sono belle scogliere e due scivoli per mettere le barche in mare.

Torniamo indietro fino a trovare, sulla sinistra, Kavite Road. Una strada in terra battuta (rossa ovviamente ) che porta a Gantheaume Point ; dalla strada il mare non si vede ma ci sono diversi accessi, con parcheggi, per Reddell Beach, pochissimo frequentata, ma è una bellissima spiaggia con scogliere incantevoli.

Ci fermiamo nuovamente a Gantheaume Point per ammirare il panorama e per una breve passeggiata in mezzo alle falene multicolori.

Prossima fermata per un bagno ristoratore : Cable Beach.

Arriviamo che sono circa le 12:00 e siamo al culmine dell’alta marea. La spiaggia che due pomeriggi fa era larga diverse centinaia di metri è ridotta ad una striscia di una decina di metri, ma mentre facciamo il bagno l’acqua comincia a ritirarsi ed il movimento è così rapido che risulta visibile. Dopo appena trenta minuti la spiaggia è gia larga un centinaio di metri.

Qui non siamo soli, l’ area della bagnazione è limitata, c’ è un servizio di vigilanza, c’ è un commerciante che affitta ombrelloni e sdraie e, divertentissimo, pianta gli ombrelloni avanzando man mano che la marea si ritira : gli ultimi saranno i primi !!!!.

Ci è rimasta un po’ di curiosità per i coccodrilli e, visto che non possiamo proprio star fermi a crogiolarsi al sole, andiamo in pomeriggio al Broome Crocodile Park per una visita guidata ad assistere al pasto di questi animali. Non si ha la stessa sensazione di quando si scorgono nei fiumi ma certamente si vedono meglio e questo parco ne ospita di decisamente grandi.

Prima del tramonto torniamo a Cable Beach per vedere una ultima curiosità : la passeggiata dei cammelli sulla spiaggia con alle spalle il sole che si tuffa in mare. Notiamo un altro particolare che abbellisce lo spettacolo : in mare, fra i cammelli ed il sole, un vecchio veliero molto caratteristico che, a sole tramontato, ammaina le vele e si dilegua a motore. Brava Pro-Loco.

La nostra permanenza a Broome non ha coinciso con le date della “Staircase to the moon”. E’ questo un buon motivo per ritornarci ??? 24° GIORNO – Domenica 27 AGOSTO: BROOME – PERTH – BANGKOK – ROMA Ieri siamo anche passati in aeroporto per vedere la strada da percorrere ed abbiamo constatato che è praticamente in città. Da Chinatown 10 minuti a piedi e dal nostro albergo 5 minuti in auto.

Alle 08:30 riportiamo la macchina a Territory Thrifty Car Rental senza un graffio in più.

Da Darwin a Broome abbiamo percorso 2.882 km. L’ aeroporto di Brome è costruito secondo i canoni dell’ architettura tropicale, molto piacevole, minuscolo vi si respira un atmosfera cordiale e rilassata. Partenza con volodi linea Qantas (QF) 1927 diretto per Perth alle ore 10.10. (Aeromobile: Boeing 717– Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 2h30 minuti – Volo operato da Qantaslink).

Fortunatamente si è trattato di un volo breve. Luciana era al finestrino io a fianco ed accanto a me una giovane mamma con in braccio un pargolo di circa due anni vivace come nostro nipote Lorenzo. Non ci vuole molta immaginazione per capire come sono stato bene.

Arrivo a Perth alle ore 12.40 – Terminal 2. Sbarchiamo e ritiriamo i bagagli poi, tramite un “telefono di cortesia”, chiamiamo il servizio navetta per il trasferimento al Terminal 1 – International. Qui ci presentiamo al banco accettazione del volo di linea Thai Airways (TG) 998 diretto per Bangkok alle ore 16.50 (Aeromobile: Airbus 333– Servizio a bordo: rinfreschi e cena – Tempo di volo: 7h00), ritiriamo le carte d’imbarco relative ai voli Perth / Bangkok e Bangkok / Roma, e chiedendo che il bagaglio venga spedito direttamente con destinazione Pisa.

L’aereo non è del tutto “completo” ma non ne traiamo vantaggio perché su questo tipo di veivolo le poltrone sono disposte 2 – 4 – 2 per ogni fila e noi siamo ben sistemati “finestra” e “corridoio”.

Il servizio a bordo è migliore che all’ andata ed il pasto che ci offrono è decisamente buono : Ham with pineapple and coleslaw, chicken with grain mustard sauce, rosted potato, butterei spinaci, carrot, roll ( calda), crackers, butter, cheese, chocolate and coconut cake, ice cream.

Il tempo scorre veloce fra partite a carte, lettura e film e, puntuali come i classici orologi svizzeri, sbarchiamo a Bangkok – Terminal 1 – alle ore 22.50 e senza nessun problema ci spostiamo al cancello d’imbarco del prossimo volo. Se avessimo avuto più tempo ci sarebbe piaciuto soffermarci nell’area dei negozi che parevano interessanti e certamente offrivano merci diverse da quelle che, ormai sempre uguali, si trovano in tutti gli aeroporti del pianeta.

Facciamo anche un quarto d’ ora di attesa prima del bording sul volo di linea Thai Airways (TG) 942 diretto per Roma alle ore 00.05 (Aeromobile: Boeing 747 – Servizio a bordo: rinfreschi, cena e colazione – Tempo totale di volo: 11h30).

Dobbiamo complimentarci col la Thai Airways per i limitatissimi tempi di attesa delle coincidenze sia all’andata che al ritorno. Era questa una delle preoccupazioni maggiori di questo viaggio.

L’aereo è strapieno ed i posti assegnateci sono al finestrino e “in mezzo”; sul lato “corridoio” una cortese signora italiana, italiana come quasi tutti i rimanenti passeggeri di questo volo… Subito dopo il decollo prendiamo 10 gocce di Mielin e proviamo a dormire. Riusciamo nell’intento e, sia pure ad intermittenza, dormiamo fino alle 05:00. Ci sveglia il profumo dei croissant messi nei fornetti a scongelare e cuocere. Avendo saltato la cena di mezzanotte abbiamo fame e ci gustiamo una ottima omelette, giardiniera di vegetali con salsicce alla griglia e fricassea di funghi; per concludere croissant, pane, burro e marmellata. Tutto ottimo a parte quanto non nominato e cioè un imbevibile caffè ; sembra che fra le compagnie aeree ci sia una gara a chi lo fa più cattivo e…Sono tutte vincitrici ex-equo.

Un altro “pisolino” ed atterriamo a Roma in perfetto orario alle ore 06:35. Constatiamo, con soddisfazione, che siamo riposati.

25° GIORNO – 28 AGOSTO: ROMA – PISA Con tutta calma passiamo dal Terminal C International al Terminal A, banco accettazione del volo di linea Alitalia (AZ) 1665 diretto per PISA alle ore 09:35 (Aeromobile: AT7 salvo variazione – Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 1h05 minuti).

Telefoniamo a nostra figlia per avvertirla che, salvo impedimenti nell’ultima tratta, stiamo arrivando.

Partiamo con trenta minuti di ritardo ed il dubbio è : “sarà perché siamo in Italia ? o sarà perché voliamo Alitalia ? “. Ai posteri l’ardua sentenza.

Recuperiamo poco durante questo breve tragitto ma alle 11:00 sbarchiamo a Pisa e, gridando al miracolo ritiriamo i bagagli che sono arrivati con noi. Ad aspettarci troviamo nostro genero e nostra figlia che ci accompagnano a casa dove arriviamo 33 ore dopo aver lasciato la camera d’albergo a Broome Siamo appena appena stanchi ma molto soddisfatti per ciò che abbiamo visto. E quasi impossibile fare una graduatoria ma diremmo di mettere sulle stesso piano, in ordine strettamente cronologico, queste meraviglie : INCONTRO CON LE BALENE, WHITSUNDAY, BARRIERA A CAPE TRIBULATION, CAPE LEVEQUE.

Un ringraziamento particolare all’ Agenzia …, nelle persone delle Sig.Re Renza e Rita, che ci hanno aiutato, con professionalità e competenza, ad organizzare il viaggio.

Appendice : Nel mese di Novembre abbiamo ricevuto dalla Budget il rimborso della differenza fra l’importo della “franchigia” trattenuta e l’importo del danno.

RIEPILOGO DISTANZE PERCORSE IN AUTO : Totale 6.409 Km.

CAMBIO EURO 1 = AU$ 1,683 AU$ 1 = Lit. 1.150 Au$ Euro Lire Au$ Euro Lire Au$ Euro Lire 0,10 0,06 115 17,00 10,10 19.558 335,00 199,05 385.413 0,20 0,12 230 18,00 10,70 20.709 345,00 204,99 396.918 0,30 0,18 345 19,00 11,29 21.859 355,00 210,93 408.423 0,40 0,24 460 25,00 14,85 28.762 365,00 216,87 419.928 0,50 0,30 575 35,00 20,80 40.267 375,00 222,82 431.433 0,60 0,36 690 45,00 26,74 51.772 385,00 228,76 442.938 0,70 0,42 805 55,00 32,68 63.277 395,00 234,70 454.442 0,80 0,48 920 65,00 38,62 74.782 405,00 240,64 465.947 0,90 0,53 1.035 75,00 44,56 86.287 415,00 246,58 477.452 1,00 0,59 1.150 85,00 50,51 97.791 425,00 252,53 488.957 1,50 0,89 1.726 95,00 56,45 109.296 435,00 258,47 500.462 2,00 1,19 2.301 105,00 62,39 120.801 445,00 264,41 511.967 2,50 1,49 2.876 115,00 68,33 132.306 455,00 270,35 523.472 3,00 1,78 3.451 125,00 74,27 143.811 465,00 276,29 534.977 3,50 2,08 4.027 135,00 80,21 155.316 475,00 282,23 546.481 4,00 2,38 4.602 145,00 86,16 166.821 485,00 288,18 557.986 4,50 2,67 5.177 155,00 92,10 178.326 495,00 294,12 569.491 5,00 2,97 5.752 165,00 98,04 189.830 500,00 297,09 575.244 5,50 3,27 6.328 175,00 103,98 201.335 600,00 356,51 690.292 6,00 3,57 6.903 185,00 109,92 212.840 700,00 415,92 805.341 6,50 3,86 7.478 195,00 115,86 224.345 800,00 475,34 920.390 7,00 4,16 8.053 205,00 121,81 235.850 900,00 534,76 1.035.439 7,50 4,46 8.629 215,00 127,75 247.355 1.000,00 594,18 1.150.487 8,00 4,75 9.204 225,00 133,69 258.860 1.100,00 653,59 1.265.536 8,50 5,05 9.779 235,00 139,63 270.364 1.200,00 713,01 1.380.585 9,00 5,35 10.354 245,00 145,57 281.869 1.300,00 772,43 1.495.633 9,50 5,64 10.930 255,00 151,52 293.374 1.400,00 831,85 1.610.682 10,00 5,94 11.505 265,00 157,46 304.879 1.500,00 891,27 1.725.731 11,00 6,54 12.655 275,00 163,40 316.384 1.600,00 950,68 1.840.780 12,00 7,13 13.806 285,00 169,34 327.889 1.700,00 1.010,10 1.955.828 13,00 7,72 14.956 295,00 175,28 339.394 1.800,00 1.069,52 2.070.877 14,00 8,32 16.107 305,00 181,22 350.899 1.900,00 1.128,94 2.185.926 15,00 8,91 17.257 315,00 187,17 362.403 2.000,00 1.188,35 2.300.974 16,00 9,51 18.408 325,00 193,11 373.908 2.100,00 1.247,77 2.416.023 RIEPILOGO VOLI PRENOTATI 04.08 PISA – ROMA AZ 1666 11.15-12.15 04.08 ROMA – BANGKOK TG 945 15.20-06.45 05.08 BANGKOK – SYDNEY TG 993 08.10-20.10 06.08 SYDNEY – ADELAIDE QF 739 08.25-10.10 09.08 ADELAIDE – BRISBANE QF 664 15.10-17.55 17.08 CAIRNS – DARWIN QF 800 18.40-20.45 27.08 BROOME – PERTH QF 1927 10.10-12.40 27.08 PERTH – BANGKOK TG 998 16.50-22.50 28.08 BANGKOK – ROMA TG 942 00.05-06.35 28.08 ROMA – PISA AZ 1665 09.35-10.40 RIEPILOGO HOTELS PRENOTATI 05 AGOSTO Sabato in Italia ore 12:00 SYDNEY in New South Wales ore 21:00 HOTEL HOLIDAY INN SYDNEY AIRPORT Cnr Bourke Road & O’riordan Street MASCOT, SIDNEY SUBURBS, NEW SOUTH WALES Tel. 0061 2 9330 0600, Fax. 0061 2 9667 4517 www.Holiday-inn.Com/sydneyairport hotel@holidayinnsydneyairport.Com.Au

06 AGOSTO Domenica in Italia ore 12:00 PENNESHAW in South Australia ore 20:30 KANGAROO ISLAND SEAFRONT HOTEL 49 North Terrace PENNESHAW 5222, SOUTH AUSTRALIA Tel. 0061 8 8553 1028, Fax. 0061 8 8553 1204 www.Seafront.Com.Au holiday@seafront.Com.Au

07 AGOSTO Lunedì PENNESHAW KANGAROO ISLAND SEAFRONT HOTEL 08 AGOSTO Martedì PENNESHAW KANGAROO ISLAND SEAFRONT HOTEL

09 AGOSTO Mercoledì in Italia ore 12:00 HAMILTON (BRISBANE) in Queensland ore 21:00 QUALITY HOTEL AIRPORT INTERNATIONAL 528 Kingsford – Smith Dve BRISBANE (HAMILTON) 4007, QUEENSLAND Tel. 0061 7 3268 6388, Fax. 0061 7 3268 7395 www.Choicehotels.Com.Au info@airportmotel.Com.Au

10 AGOSTO Giovedì in Italia ore 12:00 HERVEY BAY in Queensland ore 21:00 B.W. AMBASSADOR MOTOR LODGE 296 Esplanade Dundownran Beach HERVEY BAY 4655, QLD Tel. 0061 7 4124 0044, Fax. 0061 7 4124 8199 www.Bestwestern.Com.Au/ambassadorlodge ambassadorlodge@bigpond.Com 11 AGOSTO Venerdì in Italia ore 12:00 GLADSTONE in Queensland ore 21:00 B.W. CAMELOT MOTEL 16 Agnes Street GLADSTONE 4680, QLD Tel. 0061 7 4979 1222, Fax. 0061 7 4979 2700 www.Bestwestern.Com.Au/camelot camelotmotel@bigpond.Com 12 AGOSTO Sabato in Italia ore 12:00 AIRLIE BEACH in Queensland ore 21:00 WHITSUNDAY MOORINGS B&B 37 Airlie Crescent AIRLIE BEACH 4802, QLD Tel./Fax. 0061 7 4946 4692 www.Whitsundaymooringsbb.Com.Au info@whitsundaymooringsbb.Com.Au

13 AGOSTO Domenica in Italia ore 12:00 TOWNSVILLE in Queensland ore 21:00 B.W. CLUDEN PARK MOTOR INN 147 – 149 Stuart Drive WULGURU (TOWNSVILLE) 4811, QLD Tel. 0061 7 4778 4555, Fax. 0061 7 4778 2154 www.Bestwestern.Com.Au/cludenpark cludenparkmotorinn@bigpond.Com

14 AGOSTO Lunedì in Italia ore 12:00 PORT DOUGLAS in Queensland ore 21:00 B.W. LAZY LIZARD MOTOR INN 121 Davidson Street PORT DOUGLAS 4877, QLD Tel. 1800 995 950, Fax. 0061 7 4099 5105, Tel. 0061 7 4099 5900 www.Bestwestern.Com.Au/lazylizard info@lazylizardinn.Com.Au

15 AGOSTO Martedì in Italia ore 12:00 CAPE TRIBULATION in Queensland ore 21:00 HOTEL FERNTREE RAINFOREST LODGE Lot 36 Camelot Close CAPE TRIBULATION 4873, QLD Tel. 0061 7 4098 0033, Fax. 0061 7 4098 0047 www.Ferntreelodge.Com.Au travel@voyages.Com.Au 16 AGOSTO Mercoledì CAPE TRIBULATION HOTEL FERNTREE RAINFOREST LODGE 17 AGOSTO Giovedì in Italia ore 12:00 DARWIN in Northen Territory ore 20:30 HOTEL SAVILLE PARK SUITES 88 The Esplanade DARWIN 0800, Northen Territory Tel. 0061 8 8943 4333, Fax 0061 8 4943 4388 www.Savillesuites.Com info.Darwin@shg.Com.Au 18 AGOSTO Venerdì in Italia ore 12:00 KATHERINE in Northen Territory ore 20:30 BEST WESTERN PINE TREE MOTEL Third Street KATHERINE 0856, N.T.

Tel. 0061 8 8972 2533, Fax. 0061 8 8972 2920 www.Bestwestern.Com.Au/pinetree pinetree2@bigpond.Com 19 AGOSTO Sabato KATHERINE BEST WESTERN PINE TREE MOTEL

20 AGOSTO Domenica in Italia ore 12:00 KUNUNURRA in Western Australia ore 19:00 HOTEL ALL SEASONS Messmate Way KUNUNURRA 6743, WESTERN AUSTRALIA Tel. 0061 8 91681455, Fax. 0061 8 9168 2622 www.Accorhotels.Com h1899-re01@accor.Com 21 AGOSTO Lunedì KUNUNURRA HOTEL ALL SEASONS

22 AGOSTO Martedì n Italia ore 12:00 HALLS CREEK in Western Australia ore 19:00 BEST WESTERN HALL’S CREEK MOTEL 194 Great Northern Highway HALLS CREEK 6770, WA Tel. 0061 8 9168 6001, Fax. 0061 8 9168 6044 www.Bestwestern.Com.Au/hallscreek hallscreekmotel@westnet.Com.Au

23 AGOSTO Mercoledì in Italia ore 12:00 FITZROY CROSSING in Western Australia ore 19:00 HOTEL FITZROY CROSSING RIVER LODGE Great Northern Highway P.O. Box 102 FITZROY CROSSING 6765, WA Tel. 0061 8 9191 5141, Fax 0061 8 9191 5142 www.Kimberleyhotels.Com.Au fitzroyriverlodge@bigpond.Com

24 AGOSTO Giovedì in Italia ore 12:00 BROOME in Western Australia ore 19:00 HOTEL TROPICANA INN Cnr Robinson & Seville Street BROOME 6725, WA Tel. 0061 8 9194 0300, Fax. 0061 8 9194 2583 www.Tropicanainnbroome.Com.Au stay@tropicanainnbroome.Com.Au 25 AGOSTO Venerdì BROOME HOTEL TROPICANA INN 26 AGOSTO Sabato BROOME HOTEL TROPICANA INN

Tutti coloro che hanno avuto la costanza e la pazienza di leggere, fino in fondo, quanto sopra meritano un premio. Qui di seguito una serie di indirizzi web, selezionati fra le centinaia presenti in rete, che pensiamo possano essere molto utili Ufficio turistico australiano www.Australia.Com Ufficio turistico Sud Australia www.Australia.Com/sa Ufficio turistico Nord Australia www.Australia.Com/nt Ufficio turistico Queensland www.Australia.Com/qld Ufficio turistico Western Australia www.Westernaustralia.Com.Au Ufficio turistico Nord West Australia www.Australiasnorthwest.Org.Au Ufficio turistico Adelaide www.Visit-southaustralia.Com.Au Ufficio turistico Broome www.Broomevisitorcentre.Com.Au Ufficio turistico Derby www.Derbytourism.Com.Au Ufficio turistico Barriera Corallina www.Gbrmpa.Gov.Au Ufficio turistico Sidney www.Viewsidney.Com Ufficio turistico Kangaroo Island www.Tourkangarooisland.Com.Au Informazioni varie www.Auinfo.Com Informazioni varie www.Australiaforyou.Com Gibb River Road in autobus www.Gibbriverbus.Com.Au Gite Whitsunday www.Whitehavenxpress.Com.Au Gite Whitsunday www.Cruisewhitsundays.Com Gite Whitsunday www.Oceanrafting.Com Arlie Beach www.Airliebeach.It, www.Arliebeach.Com Gite Harvey Bay www.Seefraserisland.Com Gite Harvey Bay www.Fraserventure.Com Gite Harvey Bay www.Fraserexplorertours.Com.Au Nolo Auto www.Budget.Com.Au Traghetto per Kangaroo Island www.Sealink.Com.Au Voli Darwin – Broome www.Airnorth.Com.Au Voli Darwin – Broome www.Skywest.Com.Au Voli Adelaide – Coober Pedy www.Regionaleexpress.Com.Au Voli Adelaide – Coober Pedy www.Rex.Com.Au Gite Katherine www.Travelnorth.Com.Au Gite Coober Pedy www.Desertdiversity.Com Voli nel Kimberley www.Alligatorairways.Com.Au Voli nel Kimberley www.Slingair.Com.Au Voli nel Kimberley www.Goldenagleairlines.Com/kimberley.Html Gite Cape Leveque www.Chomleystours.Com.Au Gite Cape Leveque www.Safaris.Net.Au Gite Cape Leveque www.Kimberleywild.Com Alberghi speciali www.Voyages.Com.Au



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