Attenti all’osso
Facciamo in tempo a visitare il vllaggio (che in un primo momento ci appare, si nuovo ed immerso nel verde, ma un po’ freddino) e la spiaggia che si raggiunge tramite un tunnel, non é niente di chè ma d’altronde sapevamo che era l’oceano e non il mar dei caraibi. Insomma non siamo troppo entusiasti della scelta ma come spiegherò nei giorni successivi ci dovremmo ricredere. Ia cena è, come anche la colazione ed il pranzo, a buffet e neanche troppo malvagia, anzi si mangia molto meglio che in altre esperienze. La sera, come le seguenti, vista la poca vita notturna della città la passiamo tra il casinò, affianco al villaggio ed il teatro.
DOMENICA Dopo colazine decidiamo di andare avedere lo sporting club LE PALMAREE, una parte distaccata del comprensorio, raggiungibile in navetta, dove si possono praticare svariati sport: nuoto in una bella piscina,tiro con l’arco, tennis, calcetto, bocce, equitazione e golf ( ci sono due campi da 18 buche). Alle Palmaree è possibile anche pranzare dal lunedì al venerdì. Il pommeriggio prendiamo parte alla nostra prima escursione (visita di Agadir 19 €):visitiamo per prima la CASBAH o per meglio dire le rovine visto che un terremoto negli anni sessanta a letteralmente raso al suolo tutto. Qui ci sono numerosi e insistenti TUAREG pronto a farsi fotografare con i loro cammelli e altri animali, noi rifiutimamo e ci limitiamo al paesaggio ( essendo il sito in alto é bellissimo), quando uno di essi mi mette letteralmente come sciarpa un serpente e si inpossessa di una nostra macchina fotografica e scatta, così che dobbiamo dargli 2 €.
Finita la dissavventura, ritorniamo in bus per poi fermaci, dopo un giro panoramico della città, a visitare una moschea: purtoppo solo da fuori poichè una legge dello stato (solo in Marocco, anche se uno dei paesi islamici più laici e moderati, ed in Arabia Saudita, ci spiega la guida) vieta ai non musulmani di entrare nelle moschee. Altra tappa il Suk dove vediamo e sentiamo i veri colori e sapori del paese che ci ospita.
LUNEDI’ Visto la giornata precedente decicidiamo di tornare alle Palmaree, mattina di sole e poi escursione a cavallo: non ero mai stato ma dopo 5 minuti sapevo i comandi minimi e governavo da solo l’animale, peraltro docilissimo. Gli istruttori, molto simpatici e disponibili, specie con le ragazze, ci dicono che i nostri cavalli hanno partecipato nientemeno alle riprese del film IL GLADIATORE. L’ora, hai noi, passa in fretta e ci pentiamo di non avere prenotato per più, unica controindicazione il male all’interno cosce e soprasella ma ne vale veramente la pena.
MARTEDI’ decidiamo di dedicare l’itera giornata alla spiaggia, il tempo però ci si mette contro annuvolandosi, così che dopo un veloce bagno nelle freddine acque dell’oceano, dopo pranzo decidiamo di girare a piedi per la città, ci facciamo un bel pezzo di lungomare, poi visitiamo un piccolo zoo, una passeggiata sulla spiaggia (la sabbia è marrone, ma finissima) poi toniamo al villaggio con il trenino.
MERCOLEDI’ sveglia alle 5,00 per l’escursione a Marrachesh, 80€. Potevamo spendere molto meno andando con una agenzia privata ma fidandoci poco preferiamo andare con gli accompagnatori ufficiali del villaggio, anche loro molto disponibili alle nostre numerose domande. Dopo quattro ore di viaggio (per fortuna è RAMADAN ed il traffico è poco) arriviamo a destinazione, visitiamo il palazzo del gran visir, il quartiere ebraico, quello musulmano ed un fabbrica di tappeti, poi preanzo in un lussuoso albergo; riprendiamo con la visita della antica scuola Coranica (una vera e propria università dei tempi), una farmacia berbera poi ci tuffiamo nel SUK.
Il mercato è un vero e proprio labirinto ma ogni merce a la sua zona e ben presto riusciamo ad orientarci cosi che nelle due successive ore libere lo attraversiamo in lungo ed in largo.
Oa e da sapere che alcuni islamici non amano essere fotografati (bisogna sempre chiedergli il permesso), perciò Alessio che voleva fotografare un macellaio intento a tagliare delle costate di manzo nel suo bel banco all’aria aperta, si è beccato un bell’osso di 1/2 chilo nella schiena tiratogli da ques’tultmo.
La visita è proseguita in piazza dove ai soliti banchi si aggiungevano incantatori di serpenti, venditori di acqua e cibo, fachiri, saltmbanchi ed altre svariati personaggi fra cui con nostro sbigottimento venditori di dentiere usate. Alle 19,00 ottima cena marocchina a base di cous cous, riso e carne di montone e cammello (squisita e tenera). Rientro al villaggio ore 24,00 GIOVEDI’ Siamo riandati alle Palmaree dove abbiamo anche pranzato (meno scelta ma forse più buono, specie il tangine di pollo). A metà pomeriggio torniamo al villaggio e decidiamo di andare in giro per compere. I negozzietti intorno offrono una vasta scielta, specie la pelletteria, ma per lo più sono negozi per turisti, così decidiamo di tornare al suk da soli (20 minuti a piedi). Arrivati veniamo avvicinati da un tizio che ci dice essere un poliziotto addetto ai turisti mostrandoci anche un tesserino, insste per farci da guida, ma ci porta solo dove vule lui. Riusciamo a comprare alla fine quello che vogliamo ma il “mariulo” , così l’abbiamo soprannominato insiste per tenerci le borse. Sentiamo sempre più puzza di bruciato e infine quando un ragazzo marocchino mi suussurra all’orecchio di stare attenti gli strappo letteralmente la merce dalle mani e ce ne torniamo in hotel a gambe levate.
VENEREDI’ Sveglia alle 7,00 escursione ad ESSAUIRA 50€.
Arriviamo a destinazione dopo un panoramico viaggio fra mare, montagna e boschi di ARGAN dove vediamo le “capre volanti” che si arrampicano come gatti sugli alberi per brucare. La città è affacciata sul mare con un porto ricco di imbarcazioni e pescatori, le case sono tutte bianche e blu e le vie del mercato qui non sono labirintiche ma perpendicolari l’una alle altre, un vero gioiello. Dopo il pranzo a base di pesce (buono, ma il fritto l’ho digerito il giorno dopo) abbiamo avuto 2 ore di libertà per poter cosi spendere gli ultimi soldi rimasti in svariate cianfrusaglie ( è doveroso trattare, anche perpochi spiccioli). Il rientro è stato un pò burrascoso inquanto all’autista era venuta la sindrome di Gilles Villnouve e al nostro arrivo a parecchi gitanti si era improvvisamente sbiadita l’abbronzatura.
SABATO Ore 6,00 sveglia, colazione e poi rientro in Italia, interminabili le ore in treno.
Alla fine devo dire che l’esperienza è stata positiva, anche se non amo la vita da villaggio. Il luogo alla fine è molto ospitale, gli animatori erano simpatici e per fortuna non ti assillavno ogni minuto, se dici no non ti rompono più. Consiglio di lasciare ogni tanto il villaggio ed incontrare la gente del luogo, parlarci, capire per quel che si può la loro cultura.