Atene, Peloponneso e isole Ionie

Su e giù da mille autobus per scoprire una Grecia inaspettata
Scritto da: marimila
atene, peloponneso e isole ionie
Partenza il: 14/07/2012
Ritorno il: 25/07/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Budget

Cifre da intendersi a testa viaggiando in 2; Volo, pernottamenti, trasporti (autobus e metro, traghetti, scooter, carburante) e pasti: 750 € aggiungendo ogni altro tipo di spesa, dall’organizzazione del viaggio a casa fino al rientro, quindi incluse guide, ingressi, souvenir, drinks: 950€

Info generali

Prefisso internazionale: +30

Presa elettrica: per le spine bipolari italiane (senza la terra) non c’è la necessità di nessun adattatore, mentre x le spine con la terra sì. Ogni tanto si può trovare la presa senza il foro centrale.

Fuso orario: 1 ora in più rispetto l’Italia.

Volo: c’è parecchia scelta, ma in estate i voli vanno prenotati per tempo se si vogliono avere buone tariffe.

Spostamenti: il viaggio è itinerante e la distanza tra la partenza e l’arrivo è molta e soprattutto con numerosi traghetti nel mezzo, quindi abbiamo optato per i trasporti locali, puntualissimi ed efficienti

Accomodations: come il solito preferisco sistemazioni che sacrificano a volte i fronzoli a vantaggio della praticità della posizione. Evitando le alte stagioni la Grecia non è di certo un paese caro. In questo paese adoro affidarmi alle stanza che i greci offrono nelle loro case oppure a piccole pensioncine o guest house.

Pasti: in Grecia la carne e le insalate la fanno da padroni… Altre pietanze decisamente importanti sono i sottoli e sottaceti, le olive, le salse, la moussaka (simile alle melanzane alla parmigiana), ovviamente nelle zone costiere il pesce e la onnipresente feta. Per quanto riguarda il cibo, la Grecia è decisamente più economica rispetto l’Italia, un pasto costa circa 30% in meno, anche se molto dipende dalla stagionalità e dalla “turisticità” del luogo.

Telefonia: non ho acquistato alcuna sim locale, mi sono limitato ad usare quella italiana in roaming approfittando di qualche connessione wi-fi qua e la.

Sabato 14

Finalmente di nuovo Grecia! Uno dei miei più grandi amori! Peccato che la situazione economica sia così mal messa. Nel momento in cui dico che vado in Grecia sono in molti a chiedermi se sono convinto della scelta e se non ho paura. Devo dire che invece il viaggio andrà benissimo e non avremo alcun problema con le persone, anzi le troveremo amichevoli e gentili come sempre. Qualcuno scoprendo che siamo italiani ci chiederà com’è la situazione nel nostro paese, ma noi non abbiamo nulla di cui vantarci, anzi, e forse di questo un po’ si rincuorano. Col cambio d’orario arriviamo ad Atene alle 14.10. La lunga metropolitana che collega il centro città col nuovo aeroporto è comodissima e in breve siamo nell’unico hotel prenotato da casa. Prendiamo possesso della stanza, lasciamo i bagagli e via subito per il centro. La prima tappa ci porta subito a quella che secondo molti è l’unica attrazione di Atene: la mitica Acropoli. Anch’io, devo ammettere, avevo sentito parlare molto poco di altri luoghi di interesse ad Atene e quindi ero abbastanza convinto che fosse la verità. Ho iniziato a ricredermi quando ho iniziato a pianificare questa vacanza, ma soprattutto in questi due giorni passati nella capitale ellenica. La città ha saputo stupirci positivamente oltre ogni aspettativa. La metropolitana ci porta comodamente fino a destinazione: alla base della collina dell’Acropoli, ma la salita va fatta a piedi, oppure coi classici trenini turistici che fanno il giro della città.

Di questo sito c’è ben poco di non ovvio da dire, è stupendo come c’è lo si aspetta, con bellissimi scorci per le foto e un magnifico panorama sulla città. Peccato che alcune parti proprio del Partenone siano chiuse per restauri. Ho sentito dire che sono chiuse da anni. Mi sa che con l’aria che tira non hanno i fondi. È un opera perfetta: per annullare l’illusione ottica della prospettiva gli architetti di 2500 anni fa hanno studiato alcune correzioni davvero ingegnose. Ogni colonna, ad esempio, è leggermente inclinata verso l’interno e presenta un rigonfiamento centrale, come anche la base del tempio è più alta in centro rispetto alle estremità.

Scendiamo dal monte dell’Acropoli e sfioriamo uno dei due stupendi quartieri di Atene che più ci hanno sorpreso: Plaka. Il quartiere più antico di Atene, anche se ormai le case antecedenti al periodo ottomano non sono più molte. Questa zona della città mantiene la propria atmosfera residenziale malgrado gli innumerevoli turisti e numerosi ateniesi che si recano nelle sue tipiche taverne. Lambiamo questo paradiso con direzione stadio Kallimarmaro ripromettendoci di tornare l’indomani per un pasto. Per arrivare allo stadio panatenaico passiamo davanti al Tempio di Zeus. Questo è, o almeno era, il tempio più grande della Grecia, addirittura più mastodontico del Partenone. Malgrado rimangano solo 15 delle 104 colonne alte 17m, riescono ugualmente a dare un’idea della sua maestosità. Eccoci allo stadio che ha ospitato la prima, ed alcune successive, edizioni delle olimpiadi moderne, oltre a numerose dei giochi panatenaici. Mi piace considerare anche questo come uno dei numerosi templi di Atene: il tempio dello sport. Dopo le solite foto di rito in pose plastiche da atleti, lasciamo anche questa perla di Atene e ci incamminiamo attraverso i giardini nazionali verso la sede del parlamento: il Voulì.

Il parco dei giardini molto amato dagli ateniesi si estende per oltre 16 ettari. Al suo interno sono presenti oltre 15 mila specie di piante fatte arrivare dalle regina Amalia nel 1840 servendosi addirittura della marina. Il parco è uno dei luoghi più tranquilli della città e, con le temperature estive, i suoi vialetti ombreggiati rendono difficile allontanarsi da questa frescura. Attraversato il parco arriviamo all’edificio del parlamento giusto in tempo per il cambio della guardia davanti al monumento al milite ignoto. Molto particolari le uniformi dei soldati con tanto di caratteristica fustanella (gonnellino) e babbucce con la punta ricurva e suole chiodate che emettono un forte rumore quando battute a terra durante la cerimonia. Proprio lì di fronte c’è la fermata della metro che ci riporta in hotel. Per oggi le visite sono finite, ma non le sorprese che ci riserva Atene. Dopo esserci rilassati in camera, infatti, ci rechiamo a Monastiráki per la cena. Questo quartiere la sera è semplicemente spettacolare. Si scende dalla metro in una stazione a cielo aperto che già fa presagire ciò che ci aspetta. Infatti, già dai binari basta guardare in alto, al di là della balaustra in ferro battuto, che si scorgono decine di tavolini delle taverne con persone in festa che mangiano.

Monastiráki è un quartiere che vive all’aperto, tutte le locande hanno grandi e rumorosi dehor che si affacciano sulla via principale che scorre lungo l’antica Agorá. Ogni posto a sedere gode di una bellissima vista sull’Acropoli e sull’Agorà e ognuno dei templi è magnificamente illuminato. Mi fa piacere notare che non è un posto per soli turisti, anzi gli ateniesi che mangiano in questo paradiso sono la maggioranza rispetto gli stranieri, almeno in questa stagione. Ai greci piace cenare fuori e far festa. Tutte le vie della zona, anche quelle un po’ più defilate, sono disseminate di ristorantini e di bancarelle che vendono prodotti artigianali tipici. I porta candele di rame che abbiamo comprato quella sera sono ancora tra le mie preferite. Passeggiamo perdendoci per le vie di questo quartiere fino a che non viene ora di rincasare in hotel, ma questo sarà il primo luogo che visiteremo domani mattina, visto che la domenica c’è il mercatino delle pulci.

Prima di rientrare però vogliamo gustarci Atene illuminata dall’alto e allora taxi e funicolare per il Licabetto: una delle colline su cui si adagia Atene e da cui si ammira un fantastico panorama sulla città millenaria.

Domenica 15

Rieccoci a Monastiráki. Questo quartiere è magico anche di giorno. La sua piazzetta con la piccola Chiesa ortodossa bizantina dà il benvenuto ai visitatori non appena escono dalla pittoresca stazione della metropolitana.

Imbocchiamo subito a sinistra Ifaistou, che prende il nome da Efeso, dio del fuoco e fabbro degli Dei. Percorriamo questo vicoletto fino a Plateia Avissynias, dove ogni domenica si tiene il mercatino delle pulci. Qui si vende di tutto, ognuno può trovare qualcosa che lo colpisca davvero. A me stupisce una distesa di “forme” per creare scarpe e un banchetto che vende decine di modellini di ogni tipo. Navi, aerei, auto, mezzi da guerra…c’è persino un maxi modello dell’aereo dei fratelli Wright. Ci intratteniamo almeno un oretta girovagando in questo mare di cianfrusaglie appese, esposte sui banchi o semplicemente sparse a terra.

Quando ne riusciamo ad uscire ci avviamo verso il le rovine dell’Agorà romana dove si trova la famosa Torre dei Venti. Per arrivarci passiamo vicino a numerosi resti romani come la biblioteca di Adriano. Il tutto sempre sotto la sorveglianza del Partenone che ci osserva dall’alto. Da li ci incamminiamo verso l’antica Agorà di Atene, passeggiando tra resti romani e greci. Certo l’Acropoli è quella famosa, ma non sono sicuro che l’Agorà abbia qualcosa da invidiarle. È molto più verde e tra la tipica vegetazione del Mediterraneo più caldo sorge il tempio conosciuto come Efaistieion, molto meglio conservato rispetto al Partenone, anche se più modesto. Il caldo è devastante e l’ombra degli ulivi e le fontanelle sono l’unico modo per sopravvivere.

Usciamo da questo parco arsi dal sole e ci rituffiamo tra le viuzze ombrose di Monastiraki, direzione Plaka. Per oggi basta cultura, vogliamo solo lasciarci cullare da Atene, dalle sue stradine acciottolate, dalle sue taverne, chiacchierare con i suoi cittadini e dividere con loro le preoccupazioni sull’euro e sulla situazione economica. Purtroppo questo è l’argomento sovrano in questo periodo, in Italia come in Grecia e nel resto dell’Europa. Ormai la nostra visita ad Atene sta volgendo al termine e la granita gustata tra i vicoli di Plaka ha un sapore un po’ amaro, ma scopriremo presto che la Grecia ha ancora molto da offrirci.

Torniamo in hotel e proprio lì davanti saliamo sul primo degli innumerevoli autobus che prenderemo in questa vacanza, direzione bus station e da lì poi la mitica Micene, proprio quella dei libri di storia dell’arte delle medie. Durante il viaggio avremo anche la possibilità di vedere il famoso canale di Corinto.

L’autobus non ferma proprio a Micene, ma all’incrocio tra la strada principale, dove l’autobus continua la sua corsa, e l’incrocio con la strada che conduce alla città studiata da tutti noi e conosciuta soprattutto per la sua porta dei Leoni. Ovviamente in corrispondenza dell’incrocio c’è il solito baretto che fa anche da piccolo emporio. Seduto ad uno dei tavolini che gioca a carte c’è anche il fratello della titolare che guarda caso ha il taxi parcheggiato lì fuori… “Ok ragazzi aspettatemi per la prossima mano, accompagno loro a Mikina e torno”. Si poteva fare a piedi, ma 4 km sotto questo sole con gli zaini, anche no!! Eccoci alla prima ricerca di una sistemazione per la notte, ovviamente la più economica, che sarà anche la preferita di Cri di tutta la vacanza. Al via le contrattazioni tra le varie pensioncine lungo la strada, tempo 20min e tutto il paese conosceva l’italiano con la testa “flat” che cercava ricovero per la notte, mentre Cri aspettava all’ombra con gli zaini. Alla sera ci hanno persino offerto l’aperitivo e la connessione ad internet nell’unico baretto del paesino con un po’ di vita, dove ormai conoscevo tutti… Troviamo sistemazione in quella che capiamo aver dato alloggio a Heinrich Schliemann, il più famoso archeologo che lavorò agli scavi di Micene e da quello che c’è scritto sulla porta deve aver dormito proprio nella nostra stanza. Non è tardi, gli autobus in Grecia sono perfetti e puntuali e grazie a loro abbiamo ancora buona parte del pomeriggio da sfruttare. Purtroppo a quest’orario non ci sono più i trasporti per salire alla collina della città antica, ma riuscire a visitarla in queste due orette abbondanti prima che chiuda sarebbe perfetto, il sole non è più molto alto, non fa più caldissimo e la luce per le foto è perfetta. Decidiamo di fare un tentativo, ma siamo troppo stanchi per la salita a piedi. Ci mettiamo sulla strada davanti alla nostra pensione a fare autostop, il gestore sta bagnando il piccolo piazzaletto antistante e promette di fermare qualche conoscente che passi in auto per farci dare un passaggio, ma sia le sue, che le mie nuove amicizie sono tutte provviste solo di motorini. Per fortuna dopo cinque minuti si ferma un personaggio alquanto eccentrico: un giovane padre belga professore di arte che viaggia con i suoi due ragazzini in un furgone pseudo improvvisato camper e così con loro saliamo fino alla città antica facendo addirittura tappa al tesoro di Atreo a metà strada.

Il tempo per la visita è perfetto ed usciamo che mancano ancora 10 minuti alla chiusura, purtroppo, come previsto dobbiamo fare il ritorno a piedi, ma in discesa e con questa temperatura è davvero piacevole. Siamo stati fortunati, domani mattina potremmo partire subito, abbiamo guadagnato una mattinata che ci permetterà di vedere Epidauro e il suo mastodontico teatro e, ciliegina inaspettata, la cittadina di Napflio. Di Micene, posta sul cucuzzolo della collina e circondata dalle sue famose mura ciclopiche non rimane più molto, ma essere lì sotto la porta dei Leoni dopo averla vista in mille foto e disegni e averla studiata in tutte le salse fa sicuramente effetto. Da quassù la vista è splendida e spazia su decine di colline ondeggianti piene di ulivi. Si capisce dalle rovine che era una città perfettamente organizzata. Dopotutto se la civiltà micenea si è sviluppata in questa piccola cittadina ed è diventata così famosa per le sue conquiste, il suo alfabeto e le sue architetture, forse non erano proprio gli ultimi arrivati.

Lunedì 16

La mattina dopo siamo nuovamente alla fermata del bus con una coppia di vecchietti greci e altre due backpackers. L’autobus ci porta ad Argos e da lì si cambia e si arriva a Napflio. È da questa cittadina sul mare che partono poi i trasporti per Epidauro e il suo famoso sito archeologico dove si è perfettamente preservato il teatro greco che viene definito come il più perfetto e straordinario del mondo. Napflio è una stupenda sorpresa, credevamo sarebbe stata per noi solo la stazione di cambio tra i bus, invece si è rivelata la più “greca” delle cittadine visitate. Quando dico la più greca non voglio togliere nulla all’autenticità degli altri luoghi visitati, tutti davvero molto genuini malgrado il turismo. Forse gli unici due troppo commerciali si sono rivelati un piccolo centro su Zante e qualche angolo di Corfù, dove è concentrata la maggior presenza di turisti anglosassoni, ma si sa che loro ricercano la solita little UK ovunque vadano. Con quella espressione intendo dire che in Napflio si ritrova la tipica atmosfera delle isolette greche. Spero possiate capire quello che intendo, non di certo le case di calce bianca e le finestre blu delle isole dell’egeo, ma l’atmosfera che tutti abbiamo in mente quando pensiamo alla Grecia. Spero che guardando le foto possiate farvi un idea e comprendere ciò che intendo. Ma forse l’errore lo facciamo noi quando vogliamo pensare alla Grecia intera paragonandola alle poche isole famose viste e riviste nelle foto di amici o sui cataloghi turistici. Il bello di questo paese è proprio la varietà, ogni gruppo di isole e ogni parte del continente ha una suo carattere, una sua diversità e una sua propria bellezza.

Il teatro di Epidauro è qualcosa che lascia a bocca aperta: un gigante marmoreo adagiato sulla collina di questo antico sito dedicato al culto per Asclepio. La sua acustica lo ha reso famoso come “Il teatro greco” per eccellenza, sono in molti a fare la prova lasciando cadere una moneta al centro della scena facendo risuonare il tintinnio fino agli ultimi posti in alto senza minima distorsione. Ogni tanto qualche coraggioso intona anche qualche canzone e il piacere dell’ascoltare la melodia che arriva alle nostre orecchie uguale identica a come è uscita dalla sua bocca è davvero tanto. Ho provato a convincere anche Cristina viste le sue ottime capacità, ma si è limitata a qualche nota. 🙁 Stavolta l’autostop di ritorno da Epidauro a Napflio non ha avuto fortuna e abbiamo dovuto ripiegare sul solito autobus; peccato, sarebbe stato bello fare qualche altra conoscenza interessante. Ancora una passeggiata per Napflio dalla quale non vorremmo mai allontanarci, ma è giunta l’ora di avventurarci sui prossimi 3 pullman che ci permetteranno di attraversare tutto il Peloponneso e di arrivare in serata alla mitica antica Olimpia. La sistemazione per la notte nella cittadina di Olimpia è perfetta: in pieno centro e soli a cinque minuti a piedi dal sito della città antica che aprirà domattina alle 9, e chi saranno i primi due ad entrare per godere di un sito deserto e del sole basso poco sopra l’orizzonte? In serata ci godiamo una passeggiata nella cittadina tipicamente turistica in quella che sarà l’ultima serata torrida della vacanza. Infatti è curioso come in ogni luogo dove siamo stati finora anche la sera le temperature rimanessero elevate e si sentisse il terreno emanare tutto il calore immagazzinato durante il giorno. Mentre appena lasciato il continente e arrivati sulle isole lo sbalzo termico tra giorno e notte si farà sentire e non poco.

Martedì 17 e Mercoledì 18

Olimpia antica è fantastica, anche qui purtroppo si tratta ormai di sole rovine, ma rendono decisamente l’idea di quello che fosse questo complesso. La palestra, il ginnasio, le terme, gli spogliatoi, il mitico stadio, gli alloggi per gli atleti e molti luoghi di culto: questa era la sede dell’amministrazione e dei giochi olimpici che si tenevano ogni quatto anni in onore di Zeus. Finita la visita torniamo all’hotel a prendere gli zaini e riusciamo a malapena a saltare sull’autobus per Pirgos, lì prenderemo poi quello per il porto di Killini da dove partono i traghetti x Zante. Attenzione perché almeno per la nostra esperienza gli autobus in Grecia non sono mai in ritardo, anzi partono spesso qualche minuto prima del previsto. Pranziamo al porto di Killini e poi eccoci sull’unico mezzo di trasporto che ancora mancava in questa vacanza: il traghetto. Dopo aereo, metro, mille autobus e qualche passaggio in autostop, il prossimo sarà lo scooter e poi li avremo provati tutti…

Sbarchiamo in una Zante che nel suo capoluogo Zacinto riflette tutta l’influenza veneziana. La cittadina è semideserta, è tutto chiuso, sono tutti in spiaggia oppure in pausa pranzo. Per l’alloggio non resta che affidarci all’unica signora che, come al solito in Grecia, aspetta i turisti al porto per offrire le sistemazioni nella propria casa. Devo dire che siamo fortunati: è una casa isolata poco a nord di Zacinto sulla strada costiera proprio di fronte al mare. La nostra stanza è nella mansarda al terzo piano e tempo di rinfrescarci e organizzarci ed è già arrivato il nostro scooter pronto per iniziare a gironzolare tra le spiagge dell’isola. Tra le Ionie Zante è quella che inizialmente ci colpisce di meno, molto turistica. Questa è solo la prima impressione che abbiamo, ma dovremo ricrederci presto. Forse, ho fatto il solito errore di aspettarmi le isole greche stile Cicladi, queste invece hanno manufatti meno appariscenti, quindi i paesini risultano meno “tipici”. Le spiagge e i paesaggi però, sono decisamente migliori rispetto le cugine dell’Egeo, si tratta solo di uscire dai soliti circuiti e lasciarsi trasportare nei luoghi più remoti. Inizialmente ci rechiamo nella spiaggia più gettonata: Gerakas, dove le tartarughe vengono a deporre le uova. Come quando sono stato a Lampedusa non ho visto l’ombra di una tartaruga, ma tanta tanta gente al sole su questa seppur lunga e magnifica spiaggia.

Il segreto di queste isole, secondo me, è stare un po’ in spiaggia a rilassarsi, ma poi con l’aiuto anche di una buona guida, lasciarsi condurre dalle stradine, in luoghi non tanto turistici. È così che arriviamo al faro di Keri per sorseggiare il nostro Ouzo per aperitivo mentre il sole tramonta regalando alle scogliere colori magnifici. Oppure ci ritroviamo a pranzo il giorno dopo al porto di Limnionas in una piccola taverna proprio a strapiombo sulla piccola caletta…

Questi sono solo due dei luoghi che hanno fatto magica per noi Zante. Anche se non ci siamo privati della classica gita in barca alla famosissima spiaggia del Relitto, nel cuore ci resterà forse di più la cenetta nel paesino antico di Bochali proprio sopra Zacinto. Il tavolo scelto e prenotato al pomeriggio sotto la pergola di quel ristorante ci ha regalato una vista e dei momenti indimenticabili. Dopo due giorni di girovagare tra le spiagge assolate di Zante è venuto il momento di cambiare isola e traferirci su Cefalonia. Dedicheremo due giorni ad ogni isola cambiando ogni giorno numerose spiagge, visitando paesini incantevoli e luoghi indimenticabili.

Giovedì 19

Cefalonia è l’isola del film del Mandolino del Capitano Corelli. Sbarchiamo al porto di Pessada, chiamarlo porto è un eufemismo, non è altro che una strada che finisce sull’unico molo a cui attracca il traghetto da Zante. Il modo dista qualche kilometro da Argostoli, ma già sulla nave trovo la sistemazione per la notte. Uno dei marinai ha nella sua casa una stanza con ingresso indipendente adibita agli “ospiti”, una usanza alquanto comune in Grecia. Così appena sbarchiamo lui va a casa in moto e torna in macchina a prenderci. La casetta è molto carina, una villetta indipendente appena ristrutturata dove vive con la moglie e la figlioletta. Staremo davvero bene qui, tempo di posare i bagagli e rilassarci un pochino poi il nostro nuovo amico ci accompagnerà in paese dove potremo affittare lo scooter e partire per la scoperta di nuove spiagge. Il traghettino che fa la spola tra Argostoli e Luxuri sta salpando, ma facciamo ugualmente in tempo a far riabbassare la rampa e “saltare su” così evitiamo la lunga e tortuosa stradina che ci gira intorno alla baia che divide le due cittadine.

Luxuri sembra anche più carina della sua “concorrente” sull’altra sponda, ma il nostro obbiettivo sono la spiaggia e il sole. La prima è Xi beach e dopo aver pranzato in uno dei locali appena sopra la spiaggia scendiamo per rosolarci un pochino. Xi è famosa per le essere delimitata da alte pareti di argilla e per essere frequentata da numerosi personaggi biancastri che passeggiano su e giù completamente ricoperti dalla fanghiglia nell’attesa che questa si asciughi e indurisca purificando la loro pelle… 🙂

La spiaggia che visitiamo quando ci stufiamo della caotica Xi è l’esatto opposto. Vatsa beach è una piccola baia isolata, con qualche capanna di bambù usata come riparo per il sole e un piccolo baretto. Stiamo qui finché non viene ora di tornare a prendere il traghetto di ritorno. Una volta tornati sull’altra sponda ci avventuriamo sulle colline fertili dell’isola. È una vera sorpresa, sembra quasi un paesaggio prealpino con tanto di boschi di pini e altre aghifoglie. Cefalonia è anche famosa per il suo vino, ma purtroppo arriviamo alla famosa casa vinicola troppo tardi, non è più possibile visitare le vigne, è rimasta aperta solo la cantina dove poter assaggiare e acquistare il vino. Trascorreremo poi la serata rilassandoci ad Argostoli, dove ceniamo in uno dei numerosi ristorantini lungo il mare.

Venerdì 20

Il mattino del giorno dopo facciamo un giretto con lo scooter tra panorami fantastici sulla baia fino alla spiaggetta di ciottoli di Agia Kiriakh. Un tranquillo angolino di paradiso che al mattino presto è deserto.

Poi ci trasferiamo a Sami e ancora scooter e spiagge. Andiamo a Andisamos bay: la famosa spiaggia set di alcune scene del Mandolino del Capitano Corelli. La spiaggia attrezzata con numerosi ombrelloni e lettini è abbastanza affollata, ma appena si inizia la passeggiatina sulla destra la folla diminuisce parecchio. Ci godiamo il sole e la musica sui lettini fino a che la temperatura diventa più gradevole e il sole inizia a calare un pochino. La tappa “extra-spiaggia” di oggi è il lago di Melissani. Si tratta di un laghetto all’interno di una grande grotta con una cupola circolare altissima che è in parte crollata. Dal grande buco a parecchi metri sulle nostre teste filtrano i raggi del sole che illuminano in modo surreale questo luogo magico. Con delle piccole barchette colorate è possibile raggiungere tutti gli angoli della grotta, compresa la “stanza” laterale dove la volta è ancora intera. I rematori che canticchiano le solite canzoncine per i turisti rendono l’esperienza ancora più carina.

La serata ci riserva una inaspettata sorpresa. Con lo scooter arriviamo ad Assos, un altro tipico paesino da cartolina della Grecia che tutti ci immaginiamo. Prima scattiamo qualche foto tra le viuzze del minuscolo villaggio poi ci spostiamo sulla banchina del piccolo porticciolo dove ogni taverna ha apparecchiato i suoi tavoli. Cenare in questa atmosfera credo sia una delle sensazioni più belle provate in questa vacanza.

Sabato 21 Oggi ci aspetta l’ennesimo trasferimento, quello verso l’isola di Lefkada. Ma il traghetto è nel tardo pomeriggio, quindi abbiamo tutto il tempo di goderci le due superstar di Cefalonia: il paesino di Fiskardo e la spiaggia di Mirthos.

Fiskardo è il villaggio più a nord dell’isola, come Assos è il tipico paesino greco, forse anche più bellino del suo concorrente, ma più grande e ancora più turistico, quindi meno intimo.

Mirthos beach invece è per Cefalonia quello che la spiaggia del relitto è per Zante. Sui cataloghi e sulle pubblicità dell’isola c’è sempre almeno una foto dall’alto di questo spettacolo. Rispetto alla sorella di Zante, questa spiaggia è raggiungibile con una strada, quindi è per un tratto stata attrezzata e sono presenti alcuni servizi come un bar, le docce ecc. Questo può essere un bene sotto certi versi, ma la rende sicuramente più affollata. C’è però da dire che ogni volta che sono stato in Grecia ho notato che al contrario di molti altri paesi, non sfruttano all’esasperazione le loro spiagge. Quando sono presenti lettini e ombrelloni sono per la maggior parte gratuiti ed in numero tale da non deturpare la bellezza delle spiagge. Solo nelle più famose sono a pagamento anche se ad un prezzo ridicolo rispetto, esempio, alle spiagge italiane, ed in ogni caso non occupano mai tutta la spiaggia. Qui a Mirthos, esempio sono presenti solo nella parte centrale, lasciando almeno due terzi di spiaggia libera. Anche se io sono sempre stato in Grecia in bassa stagione credo che questa sia più o meno la norma anche in alta stagione. Dopo aver pranzato al baretto della spiaggia ed esserci ben ben cotti dal sole rientriamo verso Sami dove aspettiamo il traghetto per Leukada in uno dei numerosi locali lungo il porto. Leukada è, a mio avviso, l’isola con le spiagge più belle. Almeno 4 o 5 sono degne di nota, e sono concentrate soprattutto nella parte sud, sulla penisola di Lefkata.

Sbarchiamo a Vassiliki, il centro maggiore del sud dell’isola. Questa è anche la località delle Ionie per eccellenza di kiter e windsurfer. Purtroppo sono troppo scarso sul kite per queste condizioni ed è passato troppo tempo dall’ultima volta. Ci limiteremo ad usare le strutture di questa spiaggia e a goderci l’atmosfera dei surfisti domani nel tardo pomeriggio per sorseggiare qualcosa nell’attesa dell’autobus per trasferirci a Lefkada. Appena sbarcati dal traghetto troviamo un bell’appartamentino con vista sul porto e sulla spiaggia. Affittiamo lo scooter come al solito, anche se avremmo potuto uscire a piedi per cena. Tutta la banchina intorno al porto e il centro del paese è un susseguirsi di osterie, baretti e taverne, ma è molto turistico ed animato. Preferiamo tornare qui per il “drink afer dinner”, mentre per la cena ho letto di un centro qui vicino, dove si fermano per la notte i velisti con le loro barche. Sivota è un piccolo porticciolo con un atmosfera a metà tra lo chic dello yacht club e il paesino greco, è privo di spiaggia, ma è contornato da numerosi ristorantini e negozi di prima necessità per le imbarcazioni.

Domenica 22

Oggi è completamente dedicato alle spiagge, l’autobus per Lefkada è quasi in serata, quindi abbiamo tutto il tempo per goderci a pieno la penisola di Lefkata e le sue famose spiagge. Sono porto Katsiki, Egremni e Gialos e sono una dopo l’altra a breve distanza. La strada corre in alto lungo la penisola e offre panorami mozzafiato sulle spiagge di sotto. Inutile descriverle, molto meglio guardare le foto. Solo un paio di consigli e considerazioni: porto Katsiki è una caletta un po’ stretta e quindi un pochino affollata, mentre Egremni è una spettacolare distesa lunghissima dove, allontanandosi dalla strada si rischia di sentirsi in una spiaggia deserta. A Gialos invece, potete fermarvi a dormire in tenda o col camper in spiaggia se avete un po’ di spirito di adattamento e se volete passare la serata con hippies di altri tempi. Con l’autobus arriviamo a Lefkada solo in tarda serata, ma la cittadina è così bella che non possiamo trattenerci da uscire a bere qualcosa. È forse il centro più bello di tutte le Ionie.

Le case col secondo piano in legno o in lamiera ondulata color pastello ricordano vagamente i paesini delle isole caraibiche. Il centro è popolatissimo, tutti passeggiano su e giù per la via centrale tra i vari locali. Il nostro alberghetto è una chicca in pieno centro con il balcone in legno che affaccia proprio sulla passeggiata principale: la Agorà

Lunedì 23

Oggi niente mare purtroppo, con lo scooter girovaghiamo un po’ intorno a Lefkada. Quest’isola è collegata alla terraferma da un ponte mobile che si muove per consentire il passaggio delle imbarcazioni. Percorreremo il ponte più tardi con l’autobus per Iumenitsa, per ora continuiamo sulla strada lungo mare. La strada divide la laguna dal mare aperto. Sulla spiaggia si alzano delle piccole dune che somigliano a quelle dei lungomari danesi del mar del nord. Continuiamo a salire sulle colline dietro Lefkada, avventurandoci nell’entroterra tra paesini per nulla frequentati dai turisti alla ricerca di qualche foto autentica.

Finito il giretto, vogliamo tornare a goderci questo angolo di Caraibi nel centro di Lefkada. Passeggiamo in centro fino a quando il gentilissimo gestore dell’albergo, che scopriamo aver studiato all’Aquila, ci accompagnerà alla stazione degli autobus.Il pullman ci condurrà fino al porto di Iumenitsa, dove prenderemo l’ultimo traghetto della vacanza per Corfù. Purtroppo anche quest’avventura sta per giungere al termine.

Corfù è forse l’isola che ha un po’ deluso le aspettative. Si sbarca in una vera e propria città: Kerkira.

Il centro è grande e si sviluppa intorno al porto. Anche tutto il resto dell’isola è decisamente meno “caratteristico” e più sfruttato dal punto di vista turistico. Il centro della città è forse uno dei luoghi più carini da vedere: ricorda quello di molte altre città portuali e la sera è piacevolmente animato in linea con l’atmosfera greca.

Martedì 24

Corfù vanta solo un paio siti di grande fama, ma è interessante girovagare per l’isola alla ricerca di qualche angolino suggestivo. L’isola ricca di ulivi, però, è molto verde e il contrasto col blu del mare e l’azzurro del cielo crea panorami mozzafiato. Partendo da Kerkira ci avventuriamo per un giro seguendo la costa del nord con un paio di “deviazioni” nell’entroterra. Ci arrampichiamo su per una salita tutta a curve e tra le colline scoviamo un paesino davvero strano. Dopo la seconda guerra mondiale Paleo Perinthia è stato abbandonato, ma negli ultimi anni qualcuno degli anziani abitanti è tornato e ora c’è qualche taverna. Si cammina tra vecchie rovine e qualche edificio ancora intatto e l’atmosfera è davvero suggestiva. Un vecchietto ci accoglie sotto la pergola fiorita del suo minuscolo barettino che in realtà sono 3 o 4 tavolini all’ombra di una buganville di fronte a quella che sembra essere la cucina di casa sua. È davvero carino e gentile e si offre di farci delle foto, qui prendiamo il miglior yogurt con miele e noci di tutta la vacanza. A malincuore lasciamo questo villaggetto e ci rituffiamo giù per la discesa tutta a curve fino a giungere nuovamente al mare.

La nostra prossima tappa è Sidari. Questa località purtroppo è saldamente in mano britannica con tutto ciò che ne consegue. L’attrazione principale sono le bianche scogliere nelle quali il vento ha scolpito il canal dell’amour. Fino al 2007 queste scogliere erano attraversate da un tunnel chiamato il canale dell’amore dove col mare calmo si poteva nuotare. Si diceva che le donne che lo avessero attraversato a nuoto pensando ad un uomo lo avrebbero poi sposato. La spiaggia a cui le scogliere fanno da cornice sarebbe molto carina, ma è davvero troppo affollata anche in questo periodo di bassa stagione. Decidiamo quindi di non fermarci e continuare il nostro giro fino al punto panoramico sopra Capo Drastis. Il panorama è bellissimo e i giochi di colori di sabbia, acqua e roccia sono davvero notevoli, ma a parte la vista non c’è molto da fare qui, quindi scattate le foto rientriamo sulla strada principale passando tra uliveti davvero selvaggi.

Ci arrampichiamo su un’altra collina alla ricerca di un altro paesino che ho letto avere una della piazzette più belle delle Ionie. Liapades sembra un tuffo indietro nel tempo, ma dove sono i giovani? Gli uomini sono tutti seduti in piazza, chi in uno dei due barettini, chi sui vari scalini. Girovagando un po’ per le stradine alla ricerca di qualche scatto mi imbatto nelle donne… Anche loro sono sedute sugli scalini o su delle sedie portata da casa, ma stanno tra di loro e in disparte in una viuzza defilata. Davvero sorprendente come immagine. Continuiamo verso quello che è un altro luogo famoso di Corfù: la spiaggia di Paleokastritsa. Si tratta di un isoletta collegata con una lingua di terra sui cui lati si sono sviluppate due spiaggette. Dall’alto è molto suggestiva, ma le spiagge in se non sono nulla di eccezionale. Decidiamo ugualmente di fermarci qui e rilassarci un pochino in attesa dell’orario giusto per andare a vedere il tramonto al Sunset point. Ho letto sulla guida di questo punto, dove addirittura l’imperatore tedesco Guglielmo era solito ammirare il tramonto. Qui il sole non si tuffa in mare, ma va a nascondersi dietro il pendio di una montagna. Torniamo a Kerkira ed ecco un’altra giornata di relax piena di colori, emozioni e paesaggi che giunge al termine con la consueta cenetta consumata all’aperto in una delle tante taverne tanto care ai nostri cugini mediterranei

Mercoledì 25

Eccoci al nostro ultimo giorno di vacanza. Dobbiamo godercelo il più possibile, quindi solo una tappa prima dello “svacco” sui tappeti e sulle amache dei beach bar sulla spiaggia di Agios Georgios Argiradon.

Prima di raggiungere la spiaggia ci fermiamo in quello che è sicuramente il luogo più fotografato di Corfù: il monastero di Vlacherna. Questo sorge su un isoletta collegata con un ponticello alla terra ferma e con la luce del mattino senza la calca dei turisti è un posto davvero magico. Stiamo in spiaggia il più possibile, ma ormai è giunta l’ora della doccia e di rientrare in città per restituire lo scooter, riprendere le valigie in hotel e saltare su un taxi per l’aeroporto.

Che dire di questo viaggio?… Atene è sicuramente stata una sorpresa positiva, come anche il Peloponneso. Credo meriti da solo una vacanza, magari in camper. Le ionie, me le aspettavo diverse, ma non hanno affatto deluso le aspettative, molto più verdi e con spiagge molto più di rilievo rispetto alle cugine conosciute per le casette bianche. Qui c’è anche molto meno vento e la temperatura dell’acqua è già più gradevole anche in questo periodo.

Che dire della Grecia? Per me è un po’ come l’Africa: ogni volta che le faccio visita, la ritrovo come una donna affascinante e irraggiungibile e io torno a casa ogni volta più innamorato. Le persone, il cibo, il clima, il mare, i colori: è un susseguirsi di emozioni, che spero di tornare a provare molto presto. potete guardare alcune immagini del viaggio sul mio sito: https://sites.google.com/site/viaggiatoreda2soldi/i-viaggi-fatti



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