Atene: Il Mandarino degli Dei

Sembra incredibile, quando non hai ancora disfatto la valigia del viaggio precedente, ecco che sbuca l’occasione di ripartire, anche solo per pochi giorni. Cerchi una meta e ancora una volta te ne esci dall’agenzia con un po’ di perplessità con dei biglietti in mano per tutta un’altra destinazione, non sapendo che vivrai anche questa...
Scritto da: HENRY II
atene: il mandarino degli dei
Partenza il: 08/12/2005
Ritorno il: 11/12/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
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Sembra incredibile, quando non hai ancora disfatto la valigia del viaggio precedente, ecco che sbuca l’occasione di ripartire, anche solo per pochi giorni. Cerchi una meta e ancora una volta te ne esci dall’agenzia con un po’ di perplessità con dei biglietti in mano per tutta un’altra destinazione, non sapendo che vivrai anche questa esperienza con stupore e sorpresa per la bellezza e il fascino antico dei luoghi visitati… signori si riparte per… Atene: la Città degli Dei.

Con un volo favorevolissimo per orario e luogo di partenza, da Venezia partiamo alla volta di Atene con l’Alitalia.

Due ore circa di viaggio, con un breve scalo a Roma Fiumicino, e ci ritroviamo in suolo greco dove si respira ancora l’aria delle Olimpiadi appena passate. Recupero bagagli e l’avventura inizia con la ricerca del collegamento che ci porterà dall’aeroporto al centro della capitale.

Ah, dimenticavo non ci siamo presentati: io sono Enrico e gli altri compagni di viaggio sono Filippo Cristina e Giorgia.

Recuperiamo fuori dall’aeroporto un ticket del treno espresso che porta a Larissa Station, la stazione dei treni di Atene: in circa quaranta minuti attraversiamo colli e pianura e da subito facciamo l’incontro con le tipiche case bianche greche con gli stipiti delle finestre e delle porte color turchese come di solito mostrano le foto delle isole greche. Dal finestrino proviamo ad immaginare dove si trova l’Acropoli ma non si riesce a vedere; vediamo invece che le costruzioni si arrampicano fin su sulle colline circostanti e ciò non risulta essere proprio un bel paesaggio. Il tempo è dalla nostra, fa caldo ci sono circa venti gradi e per essere Dicembre ci va a meraviglia.

Arriviamo, scendiamo e ci dirigiamo a piedi verso l’hotel che in teoria dev’essere vicino alla stazione e a dieci minuti dal centro città, e così è! Prendiamo stanza all’Oscar Hotel, un carino e discreto tre stelle superiore con vista sull’Acropoli, depositiamo i bagagli ci sistemiamo un po’ e poi via subito alla scoperta della capitale.

Iniziamo a dirigerci verso il centro che il Sole è ancora alto, sono quasi le quattro e non abbiamo ancora mangiato, decidiamo quindi di fermarci a mangiare in un ristorantino un po’ spartano affacciato su Plateia Karaiskaki, le ragazze ordinano della buona carne e patatine fritte Filippo della feta greca e io faccio il mio incontro con il famoso baklava e il caffè: ecco basta prenderlo una volta per rimpiangere il nostro espresso, tuttavia… Rimpinguate le pance ripartiamo alla volta di Piazza Omonia circondata da grandi edifici, negozi e ristorantini, una strana opera d’arte moderna;é parecchio trafficata e piena di gente che va in tutte le direzioni. Dalla piazza si intravede tutta illuminata la collina di Lykavitós ( collina dei lupi) collegata tramite funicolare che parte dal quartiere elegante di Kolonaki.

Da Omonia proseguiamo verso Syntagma su la gran via Panemistimiou e passando davanti al Metropolis Megastore, allo splendido Titania Hotel incontrando baracchini che vendono dolcetti e pane al sesamo, banchi di frutta colorata e banane; incontriamo alla nostra sinistra e stupendamente illuminati in stile neoclassico la Biblioteca Nazionale con libri antichi, l’Università e il Palazzo delle Belle Arti: sono costruzioni davvero monumentali! Proseguendo la nostra camminata serale alla ricerca dell’Acropoli filmando e facendo foto a go-go sulla sinistra ci troviamo un palazzo bianco enorme illuminato a giorno: è l’Attica che il giorno dopo grazie ai cartelloni pubblicitari dell’underground scopriamo essere un grande magazzino, tipo Harrods, più grande ma alla portata di tutti…Otto piani di shopping, le ragazze impazziscono e noi maschietti le minacciamo di abbandonarle a sé stesse se solo provano ad entrarci! Restiamo soli, no dai scherzo! Proseguiamo fino ad arrivare a Plateia Syntagma (Costituzione) dove ha sede il Palazzo del Parlamento, come il Montecitorio ma quattro volte più grande e illuminato a dovere data l’importanza, ex palazzo reale fino al ’35; nello spazio antistante c’è il monumento al milite ignoto con soldato morente sorvegliato da guardie speciali (evzones) che danno luogo al cambio della guardia ad orari predefiniti. La piazza è centro nevralgico della città ed ospita l’Hotel Grande Bretagne, d’alto lusso che risale all’800 e che fu parte integrante della storia moderna (attentato a W. Churchill e quartier generale dei nazisti), parcheggiato fuori dall’hotel sorvegliato a vista da guardie armate stimiamo, per le auto presenti, più di qualche miliardo delle vecchie lire: vi rendete conto? Proseguiamo e increduli troviamo un’indicazione per la Plaka e l’Acropoli: ma la camminata è ancora lunga e ci perdiamo a guardare vetrine di ogni sorta dall’antiquariato al centro fitness e la gente che passa per strada. Giungiamo davanti a delle colonne bianche illuminate dal basso all’alto e scopriamo essere parte del Tempio di Zeus Olimpo, il tempio più grande mai esistito e di fronte a questa sorge l’Arco di Adriano: questi due monumenti segnavano il confine tra la parte greca e quella romana della città, simpatiche le incisioni che si trovano ai lati dell’arco! Dall’arco partiva la strada che portava al monumento a Lisicrate ancora oggi esistente nel quartiere di Anafiotika giusto sotto l’acropoli.

Dopo aver dato uno sguardo a questi monumenti facciamo il tanto atteso incontro con l’illuminata Acropoli che dall’alto della collina domina e sovrasta imponente e circondata da antichi miti la città moderna. È illuminata a giorno da fari che le donano un colore aureo, vista una volta questo immenso colosso di storia antica mondiale non vi lascerà per tutta la durata della vostra permanenza quasi a sentirsi addosso il fiato degli dei che ti scrutano dall’alto. Davvero formidabile ancora una volta “stupore” perché riesci a vedere, ammirare qualcosa di cui hai sempre sentito parlare, di cui hai studiato, letto, fantasticato e poi ti ritrovi lì a due passi dall’ennesimo sogno realizzato, come quella volta a Londra, Parigi, Chichen-Itza e via via per tutta l’Europa e oltre e ti rendi conto che non ci sono emozioni irripetibili e anche se sarò un po’ venale, non ci sono soldi spesi meglio di quelli per un “viaggio”! Non resistiamo e decidiamo di camminare lungo il percorso che gira attorno al complesso dell’acropoli e osserviamo e scattiamo foto ad ogni angolo del Partenone e dei Propilei. Ritorniamo a Plateia Omonia e andiamo a mangiare all’Athinaikon un mezedopolio che esiste dal ’32 che offre varietà di antipasti, pesce e carne a buon prezzo. L’atmosfera è rilassata, d’altri tempi e il locale è sempre molto frequentato.

Giorno seguente dedicato alla visita dell’Acropoli. Ci muniamo di daily ticket del metrò che costa tre euro e si può accedere a tutti i mezzi pubblici tranne gli espressi per l’aeroporto. Dalla stazione di Larissa in cinque minuti arriviamo alla fermata Acropoli: il metrò ha delle buone linee che coprono tutta la città e dintorni i treni sono puliti e sicuri. Appunto doveroso! Scendiamo e sotto il Sole la città alta risplende in tutto il suo chiarore dato dal marmo pentelico utilizzato per costruirla. Ci fermiamo e riusciamo ad entrare nel Teatro di Erode Attico che ancora oggi ospita rappresentazioni teatrali nel periodo estivo, foto di rito e via. Nota di cronaca: prendiamo il biglietto all’Acropoli perché così con soli 12 euri abbiamo la possibilità di visitare gratuitamente gli altri siti archeologici della zona (Agorà romana e Antica; Keramikos; Tempio di Zeus Olimpo; Teatro di Dionisio) per ben quattro giorni.

Anche senza guida si può visitare qualsiasi sito e museo perché ad ogni angolo si trovano iscrizioni e tabelle illustrative e descrittive di quello che vedete, scritte in almeno quattro lingue diverse (italiano escluso giustamente); ma noi siamo fortunati perché abbiamo due guide cartacee e una guida parlante, molto parlante: la nostra Giorgina! Entriamo con molto rispetto dai propilei e subito all’interno assistiamo alla ricostruzione del Tempio di Atena Nike (quella delle scarpe! Scherzo!), sembra incredibile poter calpestare millenni di storia dove praticamente è nata la scienza e la cultura che c’ha portato fino ai giorni nostri… e toccare con mano le maestose colonne, impensabile e difatti vengo subito fischiato dal guardiano perché mi sono permesso di sfiorare le colonne d’entrata dell’Acropoli: giustamente avevo sotto il naso un cartello enorme con scritto “Don’t touch” e non si riferiva di certo al mio Breil! Proseguiamo, la storia del Partendone e dell’intera acropoli la tralascio, ma non posso fare a meno di dirvi dell’emozione immensa che si prova quando si scopre che in tutte le foto e le cartoline è immortalato il “fondoschiena” del Partendone: proprio così la parte che si vede sempre è il retro del tempio, la facciata vera è dalla parte opposta! Continuiamo il nostro giro e dopo le varie foto panoramiche e di gruppo ci dirigiamo verso Eretteo dove le famose Cariatidi sostengono il portico: grande emozione nel vedere le famose cariatidi studiate in storia dell’arte, ma soprattutto quante volte abbiamo sentito dire “Sei proprio una Cariatide!” rivolto a qualcuno non più giovane? E invece le Cariatidi sono belle donne in marmo conservate meglio di noi e gli originali rimasti si possono visitare al Museo dell’Acropoli (gratuito) che si trova leggermente sotto il Partenone ed è l’unico edificio d’epoca moderna costruito nella città alta.

Passano le ore e in poco tempo ci rendiamo conto che è già pomeriggio: ultime foto e lasciamo l’Acropoli entusiasti e un po’ increduli per visitare l’Antica Agorà.

L’Antica Agorà, luogo di mercato e di assemblea era il centro civile e del governo e di tutte le attività sociali dell’antica Atene (tribunali e mercati), e scopriamo che qui Socrate espose il suo pensiero filosofico e San Paolo professò il cristianesimo. Dell’Agorà fanno parte il Tempio di Efesto “Thisseion” dedicato al dio della metallurgia che costruiva scettri a Zeus e armi ad Achille; la Stoà di Attalo che ospita un museo (gratuito) che praticamente corrispondeva ad una galleria di negozi eleganti e luogo di ritrovo per l’aristocrazia del tempo: un po’via Condotti a Roma o via Montenapoleone a Milano dell’antica Grecia. Dalla Stoà si poteva assistere alla processione panatenaica. Nel sito sono conservati anche i resti di altri edifici importanti e la statua acefala di Adriano, nonché la statua dell’Odeon di Agrippa.

Visitiamo il Museo della Stoà dove troviamo delle schede elettorali incise di Socrate, Ippocrate, risalenti all’ostracismo.

In un’ora abbondante visitiamo il sito e quando è ormai sera prendiamo il metrò a Thisio e decidiamo di fare una capatina al Pireo. Passiamo di fronte allo stadio Olimpico e in 10 minuti siamo nel famoso porto a gustarci un bel tramonto invernale, passeggiatina tra le bancarelle e ristorantini; per essere un porto la zona è tranquilla tutta addobbata a festa per il Natale, e abbiamo il tempo di fermarci ad ascoltare le parole di un sacerdote ortodosso che se ne escono da una bellissima chiesa bizantina.

Tornati in hotel ci prepariamo per la cena e decidiamo di tornare dall’Athinaikon e passiamo una piacevole serata ridendo e scherzando. La sera ad Atene quando soffia il Melteni l’aria diventa gelida, quindi portatevi sempre una felpina con voi.

La mattina seguente, una volta riusciti ad alzarci dal letto e dopo una abbondante colazione necessaria per reggere il peso della storia e della cultura ce ne andiamo verso il Teatro di Dionisio che risale al VI secolo B.C. poteva ospitare 15.000 persone e venivano rappresentate scene di lotte e spettacoli drammatici dedicati al Dionisio. A confronto del Teatro di Erode Attico e meno ben conservato ma ha comunque il suo fascino e potete divertirvi, come noi ad improvvisare scenette o a sedervi nelle poltrone in marmo dove un tempo sedevano i gran signori di Atene. Dal teatro di D. Si prende il percorso del Peripato dove si possono vedere altri resti in ricostruzione che fanno parte sempre del complesso dell’acropoli: Tempio di Asclepio, Stoà Dorica e Romana, altare delle offerte e Stoà Ionica; non succede di rado di trovare qua e là qualche capitello di vari stili ed è divertente ripensare alle tavoli disegnate per educazione artistica alle medie inferiori…

Prima di andarcene raccolgo un mandarino che mi accompagnerà fino al rientro in Italia: pensate i giardini dell’Acropoli sono decorati da Ulivi e alberi di Mandarini dal color arancione intenso.

Ora di pranzo dedicata ad una passeggiata attraverso i negozietti di souvenir di Anafiotika e la Plaka per fare shopping e poi visitare il Tempio di Zeus Olimpo e vedere di giorno l’Arco di Adriano per poi visitare lo Stadio Panathenaico.

Lo Stadiou Panathenaico costruito in marmo fu sede delle prime Olimpiadi moderne del ’96, ospitava gare su pista, al tempo di Adriano le lotte tra gladiatori, ora può ospitare oltre 50.000 persone; nel 2004 ha ospitato la gare di tiro ed è stato punto di arrivo per la Maratona. Visto il teatro siamo scesi con l’autobus verso Syntagma per prendere la metro: la stazione di Syntagma ospita, come la maggior parte delle stazioni metro, un museo con reperti originali e ospitano opere di arte moderna; qui potete ammirare tombe antiche e l’Orologio del metrò di Theodoros opera del 2000-2001. Dalla metro ci dirigiamo verso Monastiraki dove ha luogo il mercatino delle pulci e tanti tanti negozietti di souvenir di ogni genere e tipo, davvero per tutti i gusti. Inoltre potete trovare numerosi ristorantini tipici a prezzi modici: noi optiamo per il Thanasi ristorante che offre varietà di Souvlaki gyros o kebab servito con la pitta una salsa a base di formaggio. L’odore del souvlaki pervade tutta la zona che è sempre molto frequentata di giorno e di notte con un bel sottofondo musicale offerto dagli artisti di strada che mette allegria in tutto il quartiere. Poco distante un altro ristorante verso la piazza centrale offre dei buoni spuntini.

Mangiamo lungo via Mitropoleos che sono le cinque del pomeriggio: ad Atene non ci sono orari fissi per mangiare e la sera si cena tardi verso le dieci. Dopo questa buona rifocillata, riprendiamo il cammino con i nostri shopping bag giriamo tra le bancarelle facendo acquisti sempre sotto l’ala protettrice dell’acropoli illuminata e passiamo a visitare la cattedrale di Atene chiesa arcivescovile greco-ortodossa molto sontuosa e la più piccola e carina chiesa bizantina intitolata alla Vergine pronta ad ascoltare costruita sui resti di un antico tempio con pezzi di monumenti cristiani antichi e meno.

È già giunta l’ora di cenare e ce ne andiamo in un ristorantino vicino la piazza di Monastiraki dove assaggiamo un buon moussaka, che corrisponde alle nostro pasticcio veneto, però fatto con una base di patate e verdure cotte, della feta e ci abbandoniamo al piacere delle patate fritte le french fries, da bere ordiniamo una mithos.

Non contenti dopocena ce ne torniamo a Syntagma e ci prendiamo un cappuccino e qualche abbuffino un dolce alla cioccolata in un elegante bar davanti al Parlamento e sotto il Grande Bretagne, non ricordo il nome ma lo potete riconoscere perché ha una grande vetrata all’ingresso e subito all’interno è arredato con dei comodi divanetti; l’atmosfera è molto accogliente e la panna del cappuccino è molto buona.

Torniamo a Larissa e ce ne andiamo a letto perché il giorno dopo ci aspetta un’interessante visita al Museo Archeologico Nazionale, dove Giorgina si è potuta sbizzarrire in tutta la sua conoscenza.

Ultimo giorno: Museo e subito ci rendiamo conto che siamo fortunati, la prima Domenica del mese gli ingressi nei musei sono gratuiti e la cosa che più colpisce è che spopolano di famiglie intere, nonni che portano i propri nipotini al museo. Mamme e papà che raccontano la storia antica ai propri figli; è la prima volta che mi capita di notare questa cosa.

Il museo ospita la più grande collezione di antichità greche, vanno dal Neolitico in poi (ca. 7000 a.C.) con stupende ceramiche gioielli, affreschi e utensili delle varie età. Notevole la collezione di sculture, una delle più importanti al Mondo: potrete e non dovrete perdervi il Kouros alto tre metri che proviene dal santuario di Poseidone a Soùnio; la statua in bronzo alta due metri che dovrebbe raffigurare il Poseidone o Zeus; la statua in marmo che ritrae Afrodite il Pan ed Eros; la famosa maschera mortuaria di Agamennone in oro che risale a circa il 1600 a.C. Presente nel museo anche una collezione egizia e statue del Canova, come l’Afrodite; il Perseo in bronzo il Nettuno e tanti tantissimi vasi di varie epoche con le famose rappresentazioni di lottatori greci.

Bello il museo ovviamente bisogna essere un po’ appassionati perché altrimenti per alcuni potrebbe risultare una “pizza” e tempo perso.

Usciamo, e prima di prendere l’aereo la sera, nel primo pomeriggio pranziamo in uno stupendo ristorante greco giusto sotto l’acropoli ad Anafiotika, il Diogene, in via Epimenidi, vicino al monumento a Lisicrate: il ristorante è ricavato in una abitazione antica che si pensa fosse la residenza di Diogene. Il cibo è buono e non particolarmente costoso per dove si trova e l’atmosfera è davvero d’altri tempi, con l’accompagnamento di un’orchestrina greca che ravviva il locale.

Dopo pranzo ci dedichiamo allo shopping dell’ultimo minuto e saccheggiamo un megastore olimpico che vende i gadgets olimpici a metà prezzo; compriamo l’ouzo in un periptero e poi per l’ultima volta incantati osserviamo il Partendone illuminato che sovrasta la capitale e la presenza dello Spirito degli Dei sembra proteggere la città ed i suoi abitanti.

Volo di ritorno con l’Alpieagles e per mezzanotte siamo di nuovo a Venezia.

Anche questa volta si ritorna soddisfatti a casa, contenti di questi quattro giorni trascorsi assieme.

Per me Atene è stata davvero una sorpresa perché tutti me la descrivevano sporca decadente e abbandonata a sé stessa e invece, forse complice l’aiuto delle Olimpiadi, è stato tutto il contrario. E tengo a ribadire: qualsiasi cosa possa accadere in giro per il Mondo di bello o di brutto, un viaggio non vi deluderà mai! Un saluto a Syusy e Patrizio e a tutti voi viaggiatori indipendenti e intraprendenti, e come sempre per qualsiasi domanda siamo a vostra disposizione.

Ciao Enrico, Filippo, Cristina e Giorgia.



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