Astrofili a Cerro Paranal

L´idea di un viaggio in Cile nacque casualmente, un sera d´inverno, durante una cena in famiglia. Si commentava una foto a grande campo di Orione, scattata pochi giorni prima, inesorabilmente velata dall´inquinamento luminoso e venne spontaneo chiederci perché non andare a fare qualche bella foto al cielo australe, in un posto veramente buio....
Scritto da: Andrea Sabatini 1
astrofili a cerro paranal
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
L´idea di un viaggio in Cile nacque casualmente, un sera d´inverno, durante una cena in famiglia. Si commentava una foto a grande campo di Orione, scattata pochi giorni prima, inesorabilmente velata dall´inquinamento luminoso e venne spontaneo chiederci perché non andare a fare qualche bella foto al cielo australe, in un posto veramente buio. Nove mesi più tardi, intorno alle 17h del 20 novembre 2000, il comandante dell´aereo sul quale stavamo volando annunciava che era iniziata la discesa verso l´aeroporto di Antofagasta. Finalmente, dopo più di trenta interminabili ore di viaggio il gruppo composto da me, mio padre Luciano, Marco Facchini, Marco Bilenchi, Carlo e Gabriella Pagni sbarcava in Cile. La prima impressione che ne ebbi fu l´essenzialità del paesaggio. Intorno c´era il colore uniforme del deserto, interrotto bruscamente all´orizzonte dall´azzurro intenso del cielo e un vento proveniente dal Pacifico, molto forte, che non ci avrebbe mai abbandonato. Null´altro. Un ambiente molto suggestivo, tanto diverso da ciò a cui siamo abituati. Poco è lo spazio per raccontare tutti i luoghi visitati, le esperienze e le emozioni di quelle due settimane trascorse nel Deserto di Atacama. Voglio però consigliare a chi in futuro vorrà ripetere la nostra esperienza di visitare la caratteristica San Pedro di Atacama nelle cui vicinanze si trovano i geyser del Tatio e di non perdersi per nessun motivo al mondo il tramonto nella Laguna Chaxa nel Salar di Atacama e nella caratteristica Valle della Luna. Indimenticabile è poi, più a sud, la visita in barca all´isola di Pan de Azucar dove centinaia di pinguini saltellano sugli scogli con la loro caratteristica goffa andatura. E poi c´è l´Osservatorio del Cerro Paranal, un monumento alla tecnologia, circondato solo da centinaia di chilometri di arido deserto. Impossibile è capire senza esserci stati la sensazione che dà il percorrere per quattro ore una strada sterrata senza incontrare nessuno e poi, improvvisamente, scorgere da lontano una linea nera e sottile che interrompe l´armonia di colori tra deserto e cielo: una strada perfettamente asfaltata che senza nessun motivo apparente si stacca a destra della via principale e si inerpica verso il monte più alto. Ma lasciamo la parte per così dire turistica del viaggio. Il nostro programma prevedeva l´immediato trasferimento con un furgoncino a noleggio da Antofagasta a San Pedro di Atacama, dove avremmo trascorso tre giorni; poi, ripassando da Antofagasta, ci saremmo diretti verso il Cerro Paranal, da qui ancora verso sud per una terribile strada in alcuni tratti anche sabbiosa a Taltal e poi fino a Copiapò, per verificare le caratteristiche del cielo anche in quella zona. Da qui, risalendo lentamente la Panamericana, saremmo rientrati ad Antofagasta. Scopo del viaggio, oltre alla visita del VLT, era l´astrofotografia che già in Italia io e mio padre pratichiamo con buoni risultati. Per questo motivo, l´attrezzatura che ci accompagnava era principalmente rivolta alla fotografia. Strumento di punta era un Pentax 75 SDHF, comprato per l´occasione e che si è dimostrato all´altezza delle aspettative; seguivano poi un obiettivo Nikkor 180 mm f/2,8, un Sigma per Canon 105 mm f/2,8, un Nikkor 50 mm f/1,2, un Canon 24 mm f/2,8 e un Sigma per Nikon 16 mm f/2,8 fisheye, montati sui miei tre corpi macchina Nikon F2, Nikon FM2 e Canon EOS 50. La montatura era una Vixen Great Polaris motorizzata. Strumento di guida era il Pentax e, quando questo doveva servire per fotografare, utilizzavamo il piccolo C90 di Carlo. Oltre a questo ci eravamo portati anche il C8 dell´associazione “Quasar” ma l´abbiamo utilizzato poco. La pellicola usata per le fotografie astronomiche è stata la Kodak PJ400. La prima e tanto attesa serata osservativa si svolge il 22 novembre, nei dintorni di San Pedro di Atacama, sulla strada che porta alla non lontana Valle della Luna. Il cielo è bello, però non come speravamo. Le stelle sono numerosissime, ma appaiono come impastate, forse a causa della polvere sollevata dal forte vento che, incessante, aveva spirato tutto il giorno e che infine ci aveva costretti a ricercare una posizione riparata dalle raffiche. Dopo aver effettuato il puntamento al Polo Sud con il metodo della deriva in declinazione decidiamo che non è il caso di fotografare e facciamo un po´ di osservazioni visuali con il C8. Indimenticabile la visione dell´ammasso globulare 47 Tucanae. Purtroppo il giorno dopo è nuvoloso: sottili velature ci consigliano di soprassedere e così è anche il giorno successivo (e c´è chi dice che in Cile è sempre sereno!). Le prime fotografie riusciamo a scattarle la sera del 24 quando da Antofagasta, in cerca di un cielo buio, ci dirigiamo verso sud. Il problema è trovare una piazzola. Sembra incredibile, ma per un´ora percorriamo una strada sterrata senza riuscire a individuare un punto dove poter piazzare il cavalletto. Finalmente lo troviamo, a circa 50 km dalla città e a un´altezza di 1000 m: il cielo è decisamente migliore e sono ben visibili le stelle fino all´orizzonte. Fortunatamente il vento è quasi assente, ma in compenso ogni tanto per la strada passa un camion a tutta velocità che solleva una nube di polvere impressionante. In ogni caso, al termine della nottata il primo rullino è fatto. Il 25 novembre arriviamo al Cerro Paranal. La visita dell´Osservatorio ci carica di entusiasmo e d´euforia. Dopo averci spiegato tutte le fasi di progettazione e illustrato le difficoltà di costruzione, veniamo accompagnati alle cupole. Il telescopio è veramente imponente. La nostra guida ci spiega che ormai nei telescopi moderni non esiste più la figura dell´astronomo chinato all´oculare e che le immagini arrivano direttamente tramite il computer. Non c´è più spazio per l´astronomia “romantica” dei tempi andati: qui si respira tecnologia e scienza, all´ombra di una struttura colossale che intimidisce al solo guardarla. Dopo il telescopio ci mostrano la sala di controllo, una specie di consolle da astronave tappezzata da monitor di computer e percorsa da una ragnatela di cavi che li collegano alle cupole. Alle 17h finisce la visita: ci allontaniamo di un paio di km e ci prepariamo a trascorrere la nottata in uno dei posti più famosi al mondo per chi come noi si diletta di astri. Purtroppo tira fortissimo il vento e quasi si fatica a stare in piedi; dobbiamo cercare un punto riparato, perché siamo comunque intenzionati a fare qualche foto da questo sito. In attesa della notte assistiamo a un tramonto straordinario, con l´orizzonte che si fa rosso intenso e il Sole che sprofonda lentamente in un anello di nubi. Quando inizia a imbrunire il vento cala. Scende il buio. Mai visto un buio più cupo. Si vedono nitidissime le stelle sorgere e tramontare, la Via Lattea invernale è intagliata su uno sfondo che più nero non si può, la Nebulosa Rosetta è ben visibile a occhio nudo e le due Nubi di Magellano, verso sud, sembrano caderci sulla testa. La notte passa velocemente, indimenticabile. Poi la luce, interrompendo la magia, inizia a schiarire l´atmosfera: è l´ora di smontare. Il tempo di assistere all´alba e poi via verso Taltal. Questa notte da sola vale le fatiche del viaggio. L´ultima nottata osservativa ce la concediamo il 29 novembre vicino a Copiapò, lungo la strada sterrata che attraverso il passo di San Francesco conduce in Argentina. Decidiamo di fermarci a circa 70 km dalla città a un´altezza di 1600 m, in un punto riparato dal vento, ancora fastidioso. Il cielo è ottimo, assai migliore di qualunque cielo italiano, ma visibilmente peggiore di quello del Cerro Paranal; in particolare, l´orizzonte è molto più chiaro. Iniziamo a fotografare e ancora una volta le ore volano veloci fino all´alba, quando, malinconicamente, iniziamo a smontare, consci che è la fine di un bellissimo sogno.

Informazioni pratiche Nelle zone da noi visitate il Cile non presenta alcun problema di sicurezza. Non ci sono problemi alimentari e non occorre fare alcun vaccino. La vita costa molto meno che in Italia; gran parte della spesa complessiva del viaggio se ne va per l´aereo. Dovendo noleggiare un furgone o un´automobile è opportuno fare la prenotazione direttamente dall´Italia. Le gente è cordiale (soprattutto nei paesi) e i paesaggi sono straordinariamente belli. Facilissimo è trovare alloggio. Fare fotografie astronomiche non è semplice a causa del vento che soffia sempre forte, fa vibrare la montatura e alza molta polvere, la quale si infila dappertutto e rischia di danneggiare le componenti meccaniche ed elettroniche di obiettivi, macchine fotografiche e montature (una videocamera si è inceppata per colpa della polvere). L´unico posto davvero straordinario per fotografare è il Cerro Paranal: non manca il vento, ma il terreno è ghiaioso e la polvere non si solleva facilmente. Per visitare l´Osservatorio del Cerro Paranal occorre prenotare perlomeno due mesi prima indicando i nomi dei componenti del gruppo. Le visite sono possibili solo alcuni sabati (informarsi bene prima di pianificare il viaggio, si rischia di doverlo stravolgere). Noi abbiamo prenotato con un semplice e-mail. In ogni caso è possibile reperire altre informazioni al sito: http://www.Eso.Org/paranal/ (Le foto di questo viaggio le trovi su http://freeweb.Supereva.Com/andreasabatini/)



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche