Asiago, il magico altopiano dei cimbri

Venerdì 13 giugno 2003 Partiamo per Asiago (VI), ridente località posta nell’altipiano dei sette comuni, a circa 1100 mt s.l.m. Imbroccata l’autostrada per Venezia, giunti in prossimità di Vicenza imbocchiamo la Valdastico, dopo pochi km l’autostrada termina ed uscendo subito sulla destra, senza interruzione di continuità si trova una...
Scritto da: lelebanfi
asiago, il magico altopiano dei cimbri
Partenza il: 13/06/2003
Ritorno il: 18/06/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Venerdì 13 giugno 2003 Partiamo per Asiago (VI), ridente località posta nell’altipiano dei sette comuni, a circa 1100 mt s.L.M. Imbroccata l’autostrada per Venezia, giunti in prossimità di Vicenza imbocchiamo la Valdastico, dopo pochi km l’autostrada termina ed uscendo subito sulla destra, senza interruzione di continuità si trova una strada che indica Asiago, mi trovo su un’ampia carreggiata a salire i tornanti che rapidamente mi portano in altura, improvvisamente in basso si scorge la valle e mi rendo conto di quanto sono salito in poco tempo, proseguendo sull’agile strada arriviamo ai primi pianori, le prime case, le prime indicazioni dei paesi, proseguendo verso Asiago, sembra distante, lontano, la strada scorre agevole, ad un certo punto dopo avere attraversato un paese (Roana) la strada scende con un tornante, si apre un rettilineo al cui fondo appare Asiago, leggermente in discesa trovo una costruzione ed un’enorme forma di formaggio, un po’ il simbolo dell’altipiano. Guardo le indicazioni e vedo il nome dell’albergo Bellevue, seguo la strada che esce, girando a destra, da Asiago e, tra pascoli tagliati, comincia di nuovo a salire, le indicazioni sono visibili e rende facile il giungere all’albergo. Posteggiamo e troviamo due simpatici gestori che ci assegnano la camera. Posta al primo piano, è ampia, spaziosa, tre letti, tre armadi, bagno ed anticamera, balcone con vista sull’altipiano di Asiago, veramente bella. La vacanza inizia bene.

E’ ora di pranzo, dove mangiare?? Chiediamo in albergo (la prenotazione è solo per notte e prima colazione, in quanto l’albergo aprirà solo da martedì 17 giugno), ci danno delle indicazioni, riscendiamo ad Asiago e seguendo le informazioni ricevute troviamo un ristorante, ci fermiamo per il pranzo; bigoi all’anatra, baccalà alla Vicentina, per me e bigoi ai funghi porcini ed insalata per Francesca, il tutto “bagnato” da un buon prosecco e merlot.

Terminato il pranzo si va al centro turistico per informazioni, apre alle 14,30, siamo in anticipo, seduti sui gradini del marciapiede possiamo gustare la bellezza dell’idioma vicentino, nonché cominciare a guardare la struttura stradale di Asiago. Entriamo presso l’ufficio del turismo e prendiamo degli opuscoli di riferimento ed anche una cartina dove sono riportati gli eventi bellici della guerra 1915-18.

Il pomeriggio trascorre riposando e leggendo, rientrato in albergo, dal balcone della camera, col binocolo osservo il paesaggio prativo dove i contadini stanno, con l’ausilio di trattori, tagliando l’erba, girandola per essicarla e raccogliendola per immagazzinarla per l’inverno, il lavoro sembra quasi a catena, ma racchiude una cura meticolosa dei vari passaggi per la corretta conservazione del fieno. I cavalli e le mucche al pascolo, con il tintinnio delle loro campanelle, rendono piacevole l’osservazione del paesaggio. I dolci pendii dell’altopiano si perdono in lontananza, lo sguardo vorrebbe spaziare all’infinito ma è fermato dalle montagne che non appaiono chiaramente, si vedono solo alcuni pendii, la foschia e la calura limitano la vista.

L’ora di cena sopraggiunge e seguendo le indicazioni dei gestori andiamo a cenare in un rifugio posto a qualche km dall’albergo, la strada che sale verso il rifugio è nascosta nei boschi di conifere, da dove sprigiona un incredibile profumo di resina, verso la sommità del monte, le piante lasciano spazio ai pascoli e superata una malga, arriviamo al rifugio Rubelek. Posteggiata l’auto in un piazzale con al centro una lapide commemorativa degli scontri avvenuti durante la guerra, entriamo nel rifugio, sembra immenso, due, tre quattro sale ci appaiono dinanzi, ci accomodiamo vicino ad una finestra dove si può osservare dall’alto Asiago, prendiamo una grigliata mista di carne che sembra infinita … in un tavolo vicino al nostro portano uno stinco di mucca, è enorme saranno quasi 2 kg di carne, alla vista dello stinco tutti ridono, gli unici che restano attoniti sono i commensali a cui lo stinco è destinato, sembrano dire con lo sguardo “ma chi lo mangia???” Poi iniziano il taglio dell’enorme stinco.

Terminata la cane usciamo all’aria fresca, è piacevole restare seduti sul piazzale a fumare e sentire il fresco che sale dal basso, poco lontano dei fulmini, annunciano un temporale, ma sembrano non annunciare l’arrivo dell’acqua, la temperatura anche se fresca è umida e crea un po di disagio, ma è sempre meglio che in pianura.

Rientriamo in albero ed a nanna, il giorno dopo voglio fare qualche giretto …

Sabato 14 giugno 2003 Mi alzo, apro la finestra e guardo fuori, i prati, le montagne, le colline, i boschi che il giorno prima erano parzialmente nascosti dalla foschia appaiono in tutta lo loro bellezza e pienezza, in lontananza si vedono sterminati boschi di conifere, in alto le montagne appaiono brulle, il cielo è azzurro ed invita a godersi la giornata all’aperto.

Si scende a fare colazione, guardo i possibili itinerari da fare durante la giornata, sono combattuto, vorrei andare a vedere i luoghi del grande conflitto, ma dagli opuscoli pubblicitari indicano che ci sono chiese, musei, paesi di grande interesse da vedere, resto indeciso sul da farsi, comunque l’importante è muoversi e non star fermo. Mentre guardo una cartina acquistata in loco indicante anche le direttrici degli eventi bellici che hanno profondamente segnato l’altipiano, si avvicina un signore (poi scopro che è un noto avvocato di Vicenza) e ci consiglia di fare un giro verso Passo Vezzena, non riesco a trovarlo sulla cartina, ma le indicazioni che l’avvocato mi da sono precise, decido di partire per l’itinerario consigliato. Ripercorro parte della strada che il giorno prima ho fatto per giungere ad Asiago, devio sulla destra, mi perdo, chiedo informazioni e mi indicano una stradina laterale stretta, tortuosa. Dopo pochi metri la strada, matenendo la sua tortuosità si addentra in un fitto bosco, è anche piacevole guidare all’ambra dei larici, il bosco sembra incantato, è fresco, a tratti anche buio, qualche ciclista rallenta ostruisce parzialmente la strada facendomi procedere a bassa velocità, ne approfitto per godermi lo spettacolo offerto dal bosco. La strada termina ad uno stop dove ci immettiamo su una strada decisamente migliore. La carreggiata è ampia, permette una guida agevole, si sale abbastanza velocemente, dopo qualche km si arriva ad una zona prativa, è il regno dei fondisti (come tutto l’altipiano), ampi spazi prativi, qualche malga, più in alto i boschi di conifera. Raggiungiamo Passo Vezzena, ci fermiamo presso il Bar Verle (nome di un forte risalente alla guerra mondiale) e dopo un caffè iniziamo l’escursione verso i forti austriaci.

La salita si presenta subito dolce, dopo poco si giunge al primo forte, l’imponente costruzione in cemento armato è testimone della distruzione che la guerra ha portato sull’altipiano. Si prosegue nella salita seguendo una strada forestale, dopo circa 1 ora giungiamo su un pianoro in quota, la malga sulla sinistra, una pozza d’acqua sulla destra rendono il paesaggio fiabesco, scatto qualche foto, poi si riprende il cammino, si prosegue ancora per un’altra ora, non arrivando al rifugio e non avendo indicazioni precise, decidiamo di ritornare, la discesa è veloce, prima delle 15 siamo al punto di partenza, dove mi disseto con della fresca birra. Nel pomeriggio proseguiamo per vedere un piccolo paese dove si parla ancora il cimbro (l’antico dialetto autoctono), si ritorna sui verdi pascoli e si rientra in albergo per una doccia. Il sole dei 1700 mt lascia, il segno, sembro un gambero, la crema lenisce lievemente l’arrossamento creato dal sole.

Cena in un ristorante molto carino, dove la qualità permette di gustare dei cibi veramente raffinati.

Domenica 15 giugno 2003 Decidiamo di andare a trovare i parenti di Francesca a Campagnari, un piccolo paese vicino a Bassano del Grappa. Prima di scendere ci fermiamo a Asiago ad acquistare un dolce, dopo aver girato in lungo ed in largo il centro, finalmente troviamo una pasticceria che ha l’aria di produrre buone torte, ne acquistiamo una ancora calda e partiamo per Bassano. Lasciare l’altopiano, quando tutti salivano per trovare un pò di frescura mi sembra d’essere in controtendenza e lo sono, chi è quel pazzo che scende nella calura ??? IO … Arriviamo da Vittorio, Marilena ed il piccolo Antonio (5 anni), la domenica trascorre piacevolmente tra chiacchiere, un buon pranzo, dell’ottimo vinello fresco. Nel pomeriggio si decide di tagliare l’anguria fresca, dopo di che riparto per l’altipiano, di calura ne ho presa abbastanza. Durante il ritorno sembra che il cielo minaccia pioggia, qualche goccia, ma niente di più, si arriva verso Asiago quando un serpentone infinito d’auto lascia l’altopiano si dirige verso la pianura. La sera trascorre tranquilla.

Lunedì 16 giugno 2003 Vista la bella giornata, decido che l’obiettivo è il monte Zebio, teatro della grande guerra. Dopo colazione si fa un giro per Asiago ad acquistare una cartina scala 1.25.000, quindi abbastanza dettagliata. Visitiamo anche l’ossario realizzato nel 1937, imponente, tragico, tetro, lugubre, drammatico, non so che altro aggiungere pensando che sono racchiuse le spoglie di oltre 33.000 persone. Esco un po triste da qual luogo, il sole m’invita a salire, prendo la strada per Gallio, un piccolo paese vicino ad Asiago, cerco di trovare la strada per la val del m.Te Zebio, trovo delle indicazioni, non sono convinto, mi sembra d’essere un po spostato verso nord-ovest, fa nulla seguo la strada, passo degli impianti di risalita, mi fermo a guardare la cartina, sono su una valle laterale, questa valle porta all’Ortigara, altra grande montagna tristemente tragica per la guerra. Proseguo finchè la strada non diventa sterrata, giro l’auto, altro tentativo su altra strada, anche qui lo sterrato non da tregua, ritorno indietro mi fermo presso il rifugio di Campomulo, sembra un bel luogo, centro di fondo nel periodo invernale, ora appare come un grande posteggio, lascio l’auto e m’incammino verso un colle che è nei paraggi, trovo una mulattiera militare, la seguo, dopo poco trovo tracce di trincee e di baraccamenti, sembra un salto nel passato, è anche drammatico fermarsi a guardare i luoghi dove italiano ed austriaci hanno combatto, pensando alle battaglie che ci sono state e le migliaia di morti, quei luoghi anche se incantevoli, assumono un tocco di lugubre, quasi fossero dei luoghi sacri da rispettare.

Minaccia pioggia, è meglio ritornare, vogliamo fermarci a mangiare qualcosa, scendiamo ed arriviamo al rifugio … “Chiuso per ferie” avverte il cartello, si prosegue un posto per pranzare lo si trova, ci avviamo e poco dopo trovo un cartello che indica una malga, Malga Busa Fonda, chiedo se è possibile mangiare qualcosa e la signora ci avverte “qui carne non c’è né, solo formaggio, sopressa, polenta e pane” va benissimo, ci porta Asiago fresco e stagionato, della sopressa, pane e polenta, del merlot e dell’acqua … Che si vuole di più dalla vita??? La Malga è pulitissima, gli animali sono lontani ed è piacevole rimanere nel cortile sotto il sole che a tratti è nascosto dalle nuvole.

Rientriamo in albergo mentre scende qualche goccia, poi inizia a piovere più copiosamente ed il cielo sopra l’altipiano è tutto coperto.

La sera andiamo ad Asiago a mangiare una pizza …

Martedì 17 giugno 2003 Pioggia primaverile dalle 5,30 della mattina, sembra il tempo per andare a cercare lumache. Decidiamo di dedicare la giornata a visitare chiese e musei, comincoamo con la chiesa di Foza, un piccolo centro a 15 km da Asiago, un bel dipinto del ‘500 di scuola Bassanese, poi rientro ad Asiago per un caffè, si prosegue per Roana, c’è il museo sulla Grande Guerra, impressionante per i reperti conservati e per la potenza distruttrice che avevano elaborato i due eserciti. Proseguiamo con delle pale in una chiesetta di Roana e poi giù per la valla d’Assa a vedere le incisioni rupestri, una bella discesa ed una salita sotto il sole che nel frattempo è riapparso. Pranzo in una trattoria, poi visita ai cimiteri (italiano-austraico ed inglese della guerra) in Val Magnaboschi, dove si sono avuti aspre battaglie.

Rientro pomeridiano ad Asiago per negozi e librerie, trovo un libro di storia che potrebbe piacermi, lo acquisto, usciamo e ci fermiamo sotto un telone a prendere un caffè, comincia a piovere, entriamo nel bar, la pioggia diventa temporalesca, passa oltre 1 ora, il libro lo sto divorando, le pagine scorrono mentre la pioggia cade. Dopo 2 ore di lettura decido che è ora di rientrare in albergo.

Durante la cena consumata in albergo (che ha aperto ufficialmente oggi) un temporale di un’intensità tale che a memoria d’uomo non nessuno ricorda, si è abbattuto sulla zona, tuoni, fulmini, lampi, grandine, vento, sembrava essere arrivata la fine del mondo. Dopo 30 minuti gli elementi naturali si sono calmati e la serata è stata piacevolmente assorta dalla lettura del libro che prima di coricarmi era terminato.

Mercoledì 18 giugno 2003 Si parte per il rientro, ci si ferma ad acquistare del formaggio e della carne, poi ci si dirige verso la casa di Vittorio, dove avevamo previsto di fermarci per una grigliata e poi rientrare a casa. Arriviamo in tempo per cuocere la carne che abbiamo acquistato ad Asiago, squisita !! Veramente tenerissima, sono contento d’aver fatto una bella figura con la carne (l’intingolo per condirla lo avevo preparato al momento…). Il pomeriggio dopo aver dato una mano a Vittorio a fare dei piccoli lavoretti a casa si rientra, traffico sulla Bergamo Milano, comincio odiare la Lombardia, preferisco altre regioni meno affollate … Verso il veneto o il trentino, sulle zone collinari sarebbe veramente l’ideale… Arriviamo a casa, la calura è tanta, abituati al fresco, sembro un pesce che boccheggia, sono a cena dai miei e malgrado il ventilatore che funziona, il caldo è veramente tanto.

Ormai la vacanza è terminata, si rientra nel quotidiano, ma per poco, fra qualche settimana è previsto un viaggio nei paesi dell’est europeo (Ucraina e Russia). Occorre documentarsi per capire cosa si va a vedere, il tempo non è molto, e m’immergo nello studio delle guide…



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