Asia e Oceania

Mezzo giro del mondo
Scritto da: pablecido
asia e oceania
Partenza il: 11/01/2015
Ritorno il: 07/02/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

11 gennaio

La nostra avventura inizia col volo della easy jet Cagliari/Malpensa, dove facciamo tappa fino all’indomani mattina. Alloggiamo presso l’Aer Hotel di Oleggio, che mette a disposizione un comodo servizio di navetta gratuita da e per l’aeroporto di Milano Malpensa. Da bravi esploratori, non perdiamo l’occasione di spostarci, e con un breve viaggio in treno di circa mezzora, ci dirigiamo nella vicina Novara, della quale apprezziamo il centro storico, la stupenda Cattedrale e l’ottima pasticceria. Nell’aria ancora l’atmosfera natalizia, nonostante le feste siano ormai finite.

12 gennaio

La mattina sveglia all’alba, alle sette siamo a già alle partenze internazionali di Malpensa, pronti ad imbarcarci sul nostro volo Emirates con destinazione Singapore. Facciamo uno scalo tecnico di due ore a Dubai, giusto il tempo per apprezzare il modernissimo e sfavillante aeroporto. Il viaggio è stellare: aerei bellissimi e servizio a cinque stelle, degno del primato mondiale della compagnia di Dubai per la qualità del servizio.

13 gennaio

Arriviamo a Singapore alle 8,30 (ora locale), dopo circa 14 ore di viaggio. L’aeroporto di Changi, uno dei migliori del mondo, ci accoglie con la sua moderna efficienza e sbrighiamo rapidamente il controllo passaporti e il ritiro del bagaglio. Per la valuta (dollaro di Singapore) nessun problema: un veloce prelevamento al bancomat ci garantisce la liquidità che ci servirà nella nostra breve permanenza. Alloggeremo per una notte nella zona di Geylang, quartiere semicentrale, dominato da locali a luci rosse ma molto tranquillo, giorno e notte. La città ci accoglie con il suo caldo afoso, siamo a meno di 200 km dall’equatore e ci regala un breve ma intenso giro turistico, che si snoda dal modernissimo centro, coi suoi grattacieli e centri commerciali (in primis Marina Bay), fino ai quartieri etnici (cinese e indiano) coi loro deliziosi mercatini e templi indù, fino alla zona coloniale, retaggio della dominazione britannica. Un consiglio: se volete gustare la Singapore autentica abbandonate il centro moderno ed occidentale, per addentrarvi nei quartieri più etnici e tradizionali.

Una tappa la dedichiamo anche all’isola di Sentosa, una sorta di grande parco divertimenti, dove vediamo il punto più meridionale dell’Asia e ci cimentiamo in un emozionante corsa in macchina, dalla cima fino alla base della montagnetta che domina l’isolotto. Spostarsi a Singapore è semplice ed economico, grazie alla fitta di rete di trasporto pubblico bus e metropolitana, che collega anche la città con l’aeroporto. I biglietti costano poco, ma se volete potete fare un comodo pass giornaliero a costi davvero contenuti; anche i taxi hanno prezzi concorrenziali. Notiamo come gli abitanti di Singapore siano molto tecnologici: praticamente tutti camminano con gli occhi attaccati al loro smart phone. Il cibo locale risente molto dell’influenza orientale; mi dispiace troppo per quelle piccole rane chiuse in una teca e pronte a finire in pentola (qui il porridge di rana è una delle specialità).

14 gennaio

La notte seguente il nostro arrivo siamo già pronti ad imbarcarci su un nuovo aereo – questa volta appartenente alla Malaysia Airlines – con destinazione Sydney. Il viaggio è tutto sommato comodo, anche se gli standard Emirates sono ineguagliabili; arriviamo veramente stanchi ed i lunghi controlli alla frontiera australiana ci danno il colpo di grazia.

Nella metropoli australiana avremo la nostra base nella zona universitaria, poco lontano dal centro, in un vecchio college convertito in hotel; non è un granché ma per gli standard (ed i prezzi) di Sydney dobbiamo adeguarci.

16/23 gennaio

La settimana è dedicata all’esplorazione in lungo e largo della città più popolosa e famosa dell’Australia; le tappe immancabili sono le crociere sulla baia (tra cui una notturna per ammirare le luci della metropoli dal mare ed un emozionante corsa in motoscafo a tutta velocità), il centro modernissimo, il museo delle cere e l’acquario (francamente non sono niente di che….), lo zoo che ci permette di vedere da vicino i canguri ma soprattutto il bellissimo koala, uno splendido e dolcissimo orsacchiotto intento a mangiare foglie di eucalipto arrampicato sul suo tronco d’albero. Un must è la passeggiata sul grande ponte che domina la baia (per i più ardimentosi c’è anche l’arrampicata fino in cima) e l’escursione sulle blue mountains, che ci permettono di vedere il bellissimo paesaggio selvaggio australiano (foreste e cascate) e di conoscere da vicino gli aborigeni. Sydney vanta alcune belle spiagge, tra cui le più famose sono Manly e Bondi, quest’ultima collegata con Coogee attraverso una meravigliosa passeggiata panoramica a picco sul mare. Approfittando del clima estivo, dedichiamo qualche giornata al mare ed alle spiagge dei surfisti, anche se le forti correnti, le meduse e gli squali assieme alla temperatura dell’acqua non molto caldo ci dissuadono dal fare il bagno.

Le spiagge sono costantemente vigilate, non a caso, da squadre di baywatch.

Una bella esperienza è l’ascesa alla sky tower, altissima torre da cui si gode di un panorama a 360 gradi della città e della baia.

Una visita meritano anche i giardini botanici, all’interno dei quali si può visitare la galleria d’arte della città (ingresso gratuito) e la zona vecchia di the rocks, dove si tiene il sabato un grazioso mercatino.

Per muoversi, visto che i trasporti in città sono molto cari (come il costo dei parcheggi per le auto) il mio consiglio è di scegliere il multipass (abbonamento ai mezzi, compresi i traghetti, per sette giorni: girerete senza problemi e risparmierete molti soldi!

Per le principali attrazioni turistiche (musei e zoo) esistono offerte su internet, vi consiglio di informarvi in anticipo o di ricorrere ai buoni sconto contenuti in guide e pubblicazioni, ottimo modo per risparmiare.

Nota dolente: il cibo! Gli australiani non mangiano benissimo, spesso i fast food sono una salvezza (entrate in un supermarket e capirete cosa intendo dire!).

24 gennaio

La prossima tappa è Melbourne (volo Jet star), la seconda città dell’Australia, che però (non me ne vorranno i suoi abitanti) sfigura rispetto alla splendida Sydney; una tappa merita la great ocean road, strada panoramica sull’oceano pacifico.

Il centro si gira a piedi o con il comodo (e gratuito) tram circolare, che fa tappa in tutte le principali attrattive della città.

25/28 gennaio

Un nuovo volo Jet Star (la ryanair australiana) ci conduce in Nuova Zelanda, a Auckland per la precisione, una piccola città molto carina, circondata da graziosi isolotti di origine vulcanica.

Visitiamo con alcuni traghetti le isole di Rangitoto, piccolo e rigoglioso atollo vulcanico e Whaeneke, un piccolo paradiso di spiaggette e villaggi (anche se per noi sardi trovare un mare bello come il nostro non è facile);

In città una menzione (e visita) merita sicuramente il bellissimo memorial museum, con un’ampia sezione dedicata al mondo aborigeno (i Maori).

Una altissima torre domina la città e la baia, dalla cui sommità si gode di una vista davvero spettacolare.

La Nuova Zelanda si presenta più selvaggia, verde ed autentica rispetto alla vicina Australia, ed i paesaggi vulcanici e naturali ci affascinano; la fauna è assai meno ricca (e pericolosa) di quella australiana.

Il kiwi, piccolo uccello di colore marrone, è il simbolo del paese ed un modo di chiamare i suoi abitanti.

Una altissima torre domina la città e la baia, dalla cui sommità si gode di una vista davvero spettacolare.

Dopo quasi quattro settimane in giro per il mondo, arriva anche il momento di tornare a casa, ma sulla via del ritorno non perdiamo l’occasione di concederci un’ultima tappa, approfittando di un lungo scalo tecnico a Dubai e dedichiamo la nostra ultima giornata di viaggio alla moderna e lussuosa città araba, dove visitiamo i centro e i grattacieli più alti del mondo, ma anche le spiagge ed i deliziosi caratteristici mercatini.

Onestamente non ci piace più di tanto: al di là del lusso sfrenato e del clima caldo (in Italia ci attende un brusco ritorno all’inverno), è troppo artificiale ed opulenta per i nostri gusti.

Il ritorno a Milano è segnato dal freddo e dalla neve, un bel cambiamento di clima (e di fuso orario), oltre che un ritorno alla normalità che richiederà inevitabilmente qualche giorno di “adattamento”, sempre in attesa di una nuova avventura.



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