Arrivando a korkula

KORKULA - CROAZIA – AGOSTO 2006 Quest’anno ormai ero ormai entrata nell’ottica del non fare le ferie o per lo meno quella misera settimana, concessami proprio perché costretti, passarmela a casa. Già mi vedevo boccheggiante in cerca di ombra nella calura imperante di questo Luglio 2006. Insomma rassegnazione era il mio...
Scritto da: kitegirl
arrivando a korkula
Partenza il: 06/08/2006
Ritorno il: 12/08/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
KORKULA – CROAZIA – AGOSTO 2006 Quest’anno ormai ero ormai entrata nell’ottica del non fare le ferie o per lo meno quella misera settimana, concessami proprio perché costretti, passarmela a casa.

Già mi vedevo boccheggiante in cerca di ombra nella calura imperante di questo Luglio 2006.

Insomma rassegnazione era il mio credo!!!!! L’avvincente proposta buttata là a inizio giugno da una coppia di amici “Andiamo a Barcellona in moto” era praticamente infattibile per chi come me aveva una settimana secca da gestire e così a malincuore ho rifiutato.

Quando invece all’improvviso la persona, da me conosciuta circa 1 mese prima, mi convince che, con un po’ di impegno, anche io posso farmi un viaggetto senza troppe pretese ovviamente e ancor più ovviamente senza spendere grosse cifre.

Non ci siamo stati nemmeno a pensare su troppo immediata e unisona è stata la scelta : CROAZIA.

Ma non la solita meta italiana facilmente raggiungibile e dotata di ogni confort, non la solita formula all-inclusive sbandierata da ogni tour operator che si rispetti (e non), non la solita auto con clima e stracolma di vestiti/scarpe/creme/cremine.

Insomma volevamo una vacanza più zingaresca, più “avventurosa”, più nostra in poche parole.

Dal partorire l’idea, al fiondarsi a prenotare il traghetto Ancona-Spalato il passo è stato breve, inutile dire che in linea con l’idea zingaresca ho aborrito cabine e/o poltrone optando per il classico passaggio ponte sul classico traghetto lento.

Direi che la spesa, considerando essere stata la prima settimana di agosto (più esattamente partenza domenica mattina 6 agosto e ritorno sabato notte 12 agosto), è stata onesta: 239€ per 2 persone e 1 moto.

Quindi carichi come due formiche, con il minimo indispensabile e forse anche meno, per sopravvivere 1 settimana siamo partiti alla volta di Ancona, dove ahimè abbiamo avuto il primo assaggio di partenza non propriamente intelligente .

Al box Jadroljnia dove dovevo solamente ritirare i biglietti prenotati c’era una fila allucinante, una massa informe che procedeva in maniera altrettanto informe nella piu’ totale anarchia. Erano circa le 8,15 di mattina la partenza della nave prevista per le 10 e davanti a me circa 200 persone.

Per una persona leggermente e dico leggermente (ah vi ho detto che sono una ragazza con un gran senso dell’ironia????) ansiosa come me è stato un calvario, a nulla valevano le rassicurazioni dei miei compagni di sventura, per me non era poi così ovvio che la nave sarebbe sicuramente partita in ritardo e che quindi non rischiavo di rimanere in Italia.

Le mie palpitazioni aumentavano proporzionalmente alla fila di fronte a me, dal momento che gli ultimi arrivati con una faccia di bronzo da far invidia a chi forgiò i più famosi di Riace, invece di accodarsi si infilavano bellamente ai lati a metà fila.

L’aria era molto pesante e non solo per il fatto che senza aria condizionata e con una densità per mattonella di circa 7/8 persone sembrava di essere nello spogliatoio della nazionale dopo i 90 minuti + i supplementari della finale mondiale.

Il personale della biglietteria devo dire non era molto efficiente addirittura nonostante chiedessero di mostrare i documenti sono riusciti a dare i biglietti di una signora ad un’altra omonima, scatenando un quasi incidente diplomatico.

La brutta notizia, una volta essermi appropriata dei miei biglietti (esattamente alle ore 10,45 dopo due ore di purgatorio), è stata che ora dovevo far la fila per il timbro della dogana sulla carta d’imbarco, non ci volevo credere, e con il mio miglior sorriso e profilo mi sono girata in cerca della telecamera aspettandomi la classica frase “SEI SU CANDID CAMERA”!!!!!!!!!!!!!!!!! Consiglio vivamente di presentarsi alla biglietteria con molto molto molto anticipo e di mettere anche qualche altro familiare o una sagoma di cartone a fare la fila per la dogana, visto che la situazione fila era più allucinante che in biglietteria. E MI RACCOMANDO portate con voi acqua, io ho rischiato la disidratazione.

Finalmente imbarcati ci siamo appropriati di un posticino fuori ben riparato e dove potevamo anche riposarci un po’ visto che il viaggio con il traghetto lento dura dalle 10 alle 11 ore minimo. (quello veloce ne impiega circa la metà ma costa esattamente il doppio e non è esente per questo anch’esso da ritardi).

Prima di Spalato la nave fa tappa a Starigrad e molti dei passeggeri italiani scesero su quest’isola, battuta dal classico turismo di massa da cui noi stavamo cercando di scappare.

Nel frattempo si intravedevano lampi minacciosi e da lì a pococpoco è piovuto, meno male che al momento di sbarcare aveva smesso perché ovviamente il nostro scarno equipaggiamento non prevedeva tute antipioggia (ammettiamo di non essere propriamente dei centauri, per me era la prima volta che facevo la vacanza in moto e per Franz quasi) promettiamo che per i nostri prossimi viaggi ci attrezzeremo un pò di più. E magari seguiremo i consigli di chi più esperto.

Unica accortezza intelligente è stata forse quella di prenotare la prima notte in un alberghino pococpoco fuori Spalato, considerando che siamo arrivati che era ormai mezzanotte (visto le 2 ore di ritardo del traghetto, scordatevi in questi periodi le partenze svizzere) è stata una manna dal cielo poterci stendere subito in un letto comodo. Difatti il posto palesemente ristrutturato se non addirittura eretto da pococpoco era carinissimo cosiììcosì come la proprietaria che ha atteso sveglia il nostro arrivo per portarci generi di primo conforto ACQUA FRESCA.

Anche se la camera dava proprio sulla strada litoranea con la finestra chiusa e l’aria condizionata abbiamo dormito benissimo (giuro sono stati gli ultimi lussi che ci siamo concessi).

La mattina è stato un piacere trovare la colazione pronta sotto un portico ricoperto di bouganville.

L’albergo ha comunque prezzi diciamo “europei” ed una stanza doppia ci è costata 75€ (ma è possibile pagare sia in euro che con carta di credito), e la signora gentilissima ha funto persino da cambio valuta, avevamo con noi ancora solo euro e per le piccole spese tipo sigarette o benzina sarebbero servite le Kune di lì a poco.

Finita la colazione siamo partiti alla volta di Dvrenik da cui ci si imbarca per Korcula , la nostra agognata meta.

Il percorso è praticamente obbligato, l’asfalto un po’ scivoloso e il traffico abbastanza sostenuto per alcuni tratti (anche abbastanza lunghi) praticamente diventa vera e propria fila ferma (occhio e croce direi da pococpoco prima di Omis fino quasi a Makarska), attenzione i Croati guidano come se dovessero guadagnarsi la pole (il brutto è che ci sono parecchi camion in “gara” e non vanno piano per niente nemmeno loro) e per alcuni tratti manca il guard-rail.

Però in compenso per me, passeggero, il panorama è veramente mozzafiato, alla mia destra il mare alla mia sinistra i monti e se non avevamo i minuti contati per arrivare in tempo all’imbarco behhbeh mi sarei già tuffata in questo mare dalle sfumature verde smeraldo, peccato per il mio compagno impegnato alla guida, si è perso degli scorci da sogno, lui appassionato di fotografia, che ha dovuto lasciare a casa la sua Reflex per motivi logistici ripiegando su una digitale compatta…Ok meglio non descrivergli il paesaggio…Acqua in bocca mi raccomando, lasciamolo concentrato sulla strada.

Passando per il centro di Omis o di Makarska abbiamo notato che sono molto affollate di turisti, paragonabili ad una Rimini in miniatura.

Acceleriamo e ce le lasciamo alle spalle non è quello che stiamo cercando.

Non ho notato attraversando i vari villaggi segni del conflitto recente, e mi sono chiesta se qui è stato avvertito meno o se proprio grazie al turismo siano riusciti a riprendere le loro vite più velocemente che in altri posti. Ricordo, in un mio precedente viaggio in Croazia nella Dalmazia Settentrionale, i fori di proiettili nelle facciate delle case, le case bombardate e persone indurite da ciò che hanno visto e vissuto. Nel frattempo il tempo un po’ ballerinoriserva momenti di sole a momenti di cielo alquanto velato. Ma per il momento non ce ne preoccupiamo molto (avremo ahimè tempo per preoccuparcene).

Arriviamo a Dvrenik senza accorgercene, tantè che lo passiamo e dobbiamo fare inversione, ci aspettavamo un paese un po’ più grande dal momento che vi partono traghetti e invece è un piccolo borghetto con una spiaggia affollatissima.

L’attesa per il traghetto è breve e il costo del biglietto abbordabilissimo (130 Kune l’equivalente di poko più di 18 euro). La traversata dura all’incirca 3 ore e proprio mentre stavamo per sbarcare al porto di Korcula improvvisamente il tempo è cambiato, minacciose nuvole nere si avvicinavano sempre più.

Le abbiamo sfidate e ci siamo comunque messi in viaggio (Franz dirà che la colpa è mia ma non dategli retta…È un uomo…) per raggiungere i paesini sulla costa ovest ma a metà strada la pioggia ci ha costretto ad un frettoloso pit-stop sotto la tettoia di un mini-market. (sacre tute antipioggia dove siete!!!!!!!! Però in compenso saprò cosa regalargli a Natale).

Qui abbiamo incontrato una coppia di ragazzi di Bologna che aspettava l’autobus per rientrare in paese e che gentilmente ci ha dato un paio di dritte su dove andare a cercare alloggio, su dove mangiare o su che spiagge andare a vedere, peccatoccpeccato che ci hanno anche informato di essere sull’isola da già una settimana e di aver avuto solamente 2 giorni di tempo bello in quanto una perturbazione arrivata dalla Polonia era in stallo sulla Croazia e pareva non volerne sapere di andarsene (ma chi è sta tuttologa?!?!?!?).

Nel rumore della pioggia forse nessuno ha sentito il tonfo della mia mascella contro l’asfalto o la sonora grattata di … Del mio compagno.

Appena iniziato a spiovere salutiamo con una mano (l’altra vi lascio immaginare dove l’abbiamo piazzata) la gentile coppia esperta del luogo (lei sicuramente ha ingoiato una guida prima di partire) e ci dirigiamo verso il villaggio di cZavalatica.

Guardando la cartina sembra essere esattamente a metà fra i due estremi dell’isola: Korcula e Vela Luka.

Appena arriviamo ci mettiamo alla ricerca di un appartamentino da 4 (ah dimenticavo di dirvi che una coppia di amici, proprio quelli che avevano proposto Barcellona, ci sta raggiungendo, anche loro in moto, ma sono sicura come mi chiamo Nadia molto più attrezzati di noi), ci fermiamo in tutte le case dove vediamo la scritta Sobe (deduciamo voglia appunto dire camere/appartamenti) purtroppo tutti ci dicevano (in inglese per lo più, qualcuno azzardava anche qualche parola di italiano) di essere “full”.

Ammettiamolo, siamo onesti, un po’ di sconforto ci stava assalendo, il viaggio abbastanza sfiancante per raggiungere l’isola e la pioggia di certo hanno contribuito al nostro stato d’animo, però i paesani erano veramente gentili e si chiamavano per telefono l’un l’altro pur di trovarci un posto per dormire.

E infatti proprio grazie a questo passaparola ci hanno detto di aspettare 5 minuti che sarebbe arrivata una persona su una “rossa car” e ci avrebbe mostrato un appartamento.

L’uomo alla guida (subito da noi simpaticamente ribattezzato Mel Gibson) ci ha fatto segno di seguirlo, l’appartamento è all’imbocco del paese, da fuori sembra ancora in costruzione ed eravamo un po’ titubanti, non tanto per noi, io personalmente nei miei viaggi ho dormito in posti molto peggiori, ma per i nostri amici.

Comunque l’uomo, che per inciso non spiaccica una parola né di inglese né di italiano, ci fa entrare in casa e sorpresa dentro è molto più carino che dall’esterno.

Il bagno è grande (ma scordatevi di trovare il bidet a meno che non sia l’Hilton), c’è una camera matrimoniale e nella sala un altro letto matrimoniale, abbiamo la cucina dotata di vasellame vario e il “patio” per mangiare fuori, a gesti ci fa capire che possiamo parcheggiare la moto nel suo ingresso così sarà al sicuro.

Insomma a me sta più che bene ora dobbiamo solo sapere quanto ci costerà al giorno, l’omino, che intanto è stato raggiunto dalla moglie, ci fa segno 3oo kune, io credo di non avere capito bene e glielo richiedo anzi glielo scrivo sul display del cellulare “si si 300”, ma a testa???? No no 300 kune è il prezzo al giorno dell’appartamento (scatta la ragioniera che è in me: 300K=40€ circa / 4 = 10€ a testa al giorno) ACCETTIAMO. Sorrisi, strette di mano….Tutti felici. Chiediamo se li vogliono subito, ma “nema problema” (questa frase la sentirete un po’ ovunque, per quello che abbiamo potuto constatare in questa settimana abbiamo trovato una popolazione molto calma, con ritmi lenti …Insomma tutto era “nema problema”) possiamo saldare quando ce ne andiamo, nel frattempo la moglie è andata in casa loro ( che è attaccata al nostro appartamento) e rispunta con due caraffe di vino bianco e rosso. Che carina!!!!!!!! Intanto il marito ha convinto Franz a salire in macchina con lui perché vuole fargli vedere dov’è la “plagio” (presumibilmente che voglia dire spiaggia?????) e la moglie mi sta chiedendo se ho fame e se vogliamo cenare, cerco gentilmente di dirle che non si deve disturbare che non abbiamo fame, che abbiamo mangiato per strada ma questo non la fa desistere e di lì a pococpoco eccola fare il suo ingresso con due piatti in mano colmi di non so bene cosa.

Lascia i piatti sulla tavola mi saluta e se ne và.

Quando Franz torna non crede ai suoi occhi ora il problema è che realmente non abbiamo fame e quello che c’è nel piatto non ha un aspetto molto invitante almeno per il nostro palato.

Solo che sono stati così gentili che non vorremmo offenderli, così Franz prova ad assaggiarlo (si rivela essere una specie di stufato con una specie di purè di patate ed un peperone ripieno di carne macinata e riso), ci dispiace ammetterlo ma la maggior parte della pietanza è finita nella pancia (felice) eldel gatto dei padroni di casa (che poi è rimasto nei paraggi tutto la settimana affezionandosi morbosamente a noi).

Dopo aver sistemato le nostre poche cose e dopo aver dato un’ulteriore pulita al bagno (più per scrupolo mio che per reale bisogno) scatta l’operazione esplorazione.

Il paese è veramente piccolo, la strada principale arriva fino al porticciolo, dove sono ancorate alcune barchette e gommoncini, c’è un solo piccolo ristorantino (Konoba Albert), un mini market (ma più che fornito, hanno anche la pasta Barilla) e proprio sul molo un bar.

Franz è a dir pococpoco entusiasta di aver trovato un posto così “selvaggio”.

Facciamo una piccola spesa giusto il necessario per la colazione in attesa dei nostri compagni di avventura e poi torniamo a casa.

Inutile dire che, dato che è la prima sera e che siamo un po’ stanchi dal viaggio, stasera si cena da “Albert’s” per l’appunto.

Terrazza sul mare, veranda di legno con viti rampicanti, tavoli che si contano sulle dita di 2 mani e menù molto semplice FANTASTICO, ordinare pesce è quasi un obbligo morale, così come un bel litro di vino bianco locale (korculaska). Tutto squisito e il cuoco/padrone Albert si è anche accomodato al ns tavolo per spiegarci come sceglie il pesce per il suo ristorante.

Per fortuna che abbiamo potuto pagare in euro, perché in tutta questa lunga giornata ci siamo proprio dimenticati di cambiare i soldi (non in tutti i locali si può pagare con carta di credito e non tutte le carte di credito sono accettate).

Il cielo stellato promette bene e così stanchi ma felici ce ne andiamo a dormire (l’appartamento non ha l’aria condizionata solo due ventilatori ma secondo me non serve nemmeno accenderli).

Evviva ci svegliamo con uno splendido sole e ci fiondiamofiondiamofiondiamo subito alla spiaggia sotto casa, quella che ci aveva indicato il padrone di casa, ed è proprio ma proprio carina, con un’acqua azzurra da rimanere senza fiato. La spiaggia vera e propria è di ciottolini ed è abbastanza piccola ma tutt’intorno è circondata da scogli abbastanza lisci da potersi stendere. La prima sorpresa è che è pieno di ricci per fortuna che nel mio scarno bagaglio ho messo le ciabattine di gomma (meglio sarebbero state le scarpine di gomma ma soprassediamo) e così con un po’ di attenzione si riesce a scendere in acqua tranquillamente. Nel frattempo i nostri amici ci hanno raggiunto (la sistemazione è andata bene anche per loro) e la giornata scorre fra bagni di sole e bagni per rinfrescarsi perché i raggi picchiano.

Consigli? Semplice protezione solare abbastanza alta e munirsi di bottiglie di acqua e vivande perché nelle vicinanze non ci sono bar, non siamo mika a Rimini gente mia.

La sera siccome avevamo bisogno di fare il pieno alle moto e il tempo non prometteva pioggia siamo andati in cerca di una stazione di servizio, nelle città principali non è un problema trovarne, però all’interno l’unica è a Brna e non è segnalata adeguatamente, infatti non l’abbiamo vista e abbiamo perciò proseguito per Vela Luka (attenzione i distributori chiudono alle 20,00). Visto che ormai eravamo lì abbiamo cercato un ristorantino che ci ispirasse e abbiamo cenato (ancora pesce perché ne vale veramente la pena).

Logicamente nei posti più turistici i prezzi sono leggermente più alti ma direi che un’abbondante antipasto a testa e una magnifica grigliata di orate e dentici a 27/28€ a coppia non la definirei una spesa esosa per nulla.

Purtroppo non abbiamo avuto modo di visitare Vela Luka perché lampi all’orizzonte ci hanno convinto che era meglio tornare verso casa, e infatti siamo arrivati proprio a “pelo”e qualche goccia ce la siamo presa.

I paesaggi che si incontrano sono a dir poco incantevoli, si passa dalle splendide spiaggie di acqua cristallina, a scorci di montagne a picco sul mare, peccato non poterli immortalare con una “macchina decente” come dice Franz…Le strade, sempre a detta di Franz e dell’altro amico motociclista sono fantastiche, ben tenute, larghe, senza buche. In più sull’isola si viaggia tranquillamente, senza casco e senza dover badare ai limiti perché tranne nei due paesi principali, non esistono pattuglie di polizia.

Nei successivi due giorni il tempo è stato proprio inclemente, siamo stati costretti il mercoledì a non muoverci per niente. Abbiamo fatto la spesa e ci siamo organizzati per il pranzo a casa.

Mentre il giovedì abbiamo azzardato un’escursione alla cittadina principale Korcula.

La città è veramente carina merita proprio soprattutto la parte vecchia con i suoi vicoli che spuntano in piazzette in cui è chiara l’influenza veneziana (piccoli terrazzi, decorazioni sulle case), da visitare la torre di Marco Polo, si dice infatti che la famiglia dell’esploratore veneziano sia nata qui e addirittura si contendono anche la paternità stessa di Marco Polo, attorno allo torre ci sono negozietti e ristorantini che portano il suo nome. Soprassediamo su queste attrattive per turisti (mentre non ho potuto fare a meno di entrare nella chiesa al centro delle mura, molto bella e c’è pure un piano a coda che chiunque può suonare, atmosfera alquanto suggestiva) e ci sediamo a bere qualcosa in uno degli innumerevoli bar che sorgono nella via attorno alle mura.

Si gode di un panorama stupendo.

Io e Franz ordiamo birra, quella croata è buona e costa veramente un’inezia (nel bar sul molo a Zavalatika 10 Kune), mentre i nostri amici oggi si concedono qualcosa di più internazionale e chiedono un mojito che a conti fatti costa quasi come in un qualsiasi bar di Milano Marittima (45 kune= 6 €).

Bighellonando per le vie (c’è un bellissimo e fornitissimo mercato ortofrutticolo e tantissime bancarelle di cianfrusaglie dove però compriamo un paio di pinne e le scarpine da scoglio per Monia) veniamo attirati da un’agenzia di “Rent a car”, ma questo renta qualsiasi cosa gli chiedi, a noi interessa noleggiare una barchetta/gommone per una giornata. Il ragazzo dell’agenzia fa un paio di telefonate e ci trova per il giorno dopo un barchino a 300 kune dalla mattina fino a sera. Non stiamo a sindacare sul prezzo se penso che l’anno scorso in Sardegna un gommoncino per un paio d’ore c’è costato un centinaio di euro!!!!!!! Ok lasciamo un acconto ma il ragazzo gentilissimo ci dice che se dovesse essere brutto tempo ci restituirà tutto.

La nostranostranostra giornata a Korcula si concude con un’acquazzone che ci costringe ad aspettare in un bar che smetta. Che peccato il morale così va sotto ai piedi (a nulla valgono le rassicurazioni che comunque anche in Italia il tempo fa schifo).

Appena possibile ritorniamo verso casa. Stasera ceniamo a casa, dopo cena si giocherà a carte bevendo birra e uno speciale liquore di korcula che Franz dice miracoloso per la diuresi  La mattina successiva ci svegliamo con il sole. EUREKA!!!!! La gita in barca si fa, ci attrezziamo di tutto punto e si parte. A Korcula all’agenzia ci aspetta il proprietario del barchino, Emil (Emilio per noi), il mezzo assomiglia molto ad un piccolo gozzo ha un motore di 4/5 cavalli e il tendalino a righe verdi (ci scappa da ridere speravamo in un mezzo più moderno ma dai che va bene lo stesso). Emil ci dà un paio di dritte sull’utilizzo del barchino ci dice che nel serbatoio c’è il pieno ma assolutamente non è da riconsegnare con il pieno, gli chiediamo a che ora è da riconsegnare ma “nema problema” basta che non sia buio, quando arriviamo in porto lo rimettiamo dov’era ormeggiato e gli facciamo uno squillo tutto qui. Infatti ci lascia il suo numero per qualsiasi evenienza (e ne avremo bisogno purtroppo il barchino ci lascia a piedi).

Ok partiamo in esplorazione, Franz che si è studiato la cartina nei minimi dettagli traccia la rotta, Thomas si mette alla guida e io e la Monia facciamo le sirene…Insomma finalmente una giornata come si deve.

La velocità di crociera lascia un po’ a desiderare ma in compenso così non ci sfugge nulla del paesaggio, l’acqua è azzurrissima e anche dove profonda riesco a vedere il fondo che spettacolo. Scegliamo un’isoletta piccolina e ormeggiamo (qualche difficoltà l’abbiamo avuta con l’ancora dal momento che è del tipo da roccia ma il fondale qui è sabbioso).

È ora finalmente di tuffarsi…E via…Mannaggia l’acqua è abbastanza fredda, sarà colpa dei giorni di brutto tempo sarà che qui il mare è più aperto alle correnti…Però è veramente fredda, ma nuotando ci si scalda e non c’è problema.

Ripartiamo verso un’altra isoletta (nel tratto di mare davanti a Lumbarda ce ne sono veramente tantissime), ma il motore del barchino a questo punto ci abbandona.

Ora che fare? Gli uomini decidono prima di tutto che è meglio raggiungere a remi l’isoletta vicina in modo da renderci conto di cosa sia successo ed eventualmente porvi rimedio e da questo momento scattano le comiche.

Appurato che i remi ci sono il problema insorge dal momento che però non ci sono gli scalmi (ora mi accerto che si scriva così).

Quindi pare che l’unico modo per riuscire in qualche modo a muovere sta trappola sia quella di remare a “marcia indietro”, e quindi per noi spettatrici credo siano stati i 15 minuti più divertenti della nostra vita. E non solo i nostri ma anche di tutti quelli che erano ancorati in zona, c’è stato perfino qualcuno che ha fatto delle foto al nostro natante e ai suoi prodi marinai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Siamo riusciti ad avvicinarci ad un’isoletta e a gettare l’ancora, dopo una breve occhiata da parte anche di una simpaticissima famiglia in gommone (la stessa che ci aveva fotografato nemmeno fosse stato l’affondamento del Titanic) di sicuro molto più esperta di noi, abbiamo deciso di chiamare in aiuto il padrone Emil, in un mezzo inglese/italiano Thomas e Franz sono riusciti a spiegargli dove eravamo, a parte che era facile perché siamo proprio di fronte all’isola di Badija.

“Nema problema” fra poko Emil arriverà con grossa barca per riparare il guasto, unico problema (anzi catastrofe visto i risultati di poc’anzi) ci chiede di raggiungere l’attracco di Badija. Vedo uno sguardo di terrore sul volto di Franz e un ghigno alla Shining su quello di Thomas, ma meno male che la cara famigliola in gommone si sente in dovere di sdebitarsi per lo show gratuito a cui hanno assistito e per il probabile introito derivante dalla messa in onda del filmato su Real Tv anzi Paperissima e ci getta una cima per rimorchiarci fino al porticciolo.

Non finiremo mai di ringraziare questi buoni samaritani. E a proposito di samaritani nell’isola di Badija c’è un vecchio monastero ora trasformato in albergo e pure una spiaggia naturista (ma questo ai nostri uomini non l’abbiamo detto).

La riparazione è più lunga del previsto e Emil ci incoraggia (ma ci vuole pocopocopoco a incoraggiargi a simili cose) ad aspettare al piccolo bar/ristorante che è proprio vicino al molo e di berci una birra che a tutti i costi ci vuole offrire.

Vista anche l’ora ne approfittiamo per ordinare due piatti di gamberetti fritti (il servizio è molto lento sarà probabilmente dovuto anche al fatto che tutti i tavoli sono pieni), nel frattempo Emil ha riparato il danno ed è venuto a sedersi con noi e a scambiare 2 chiacchiere, così scopriamo che ha lavorato in Italia nel settore navale, ha abitato a Trieste e ora passa l’estate a Korcula affittando barchette. È veramente un tipo simpatico e alla mano ci consiglia pure dove andare a mangiare. Non sente ragioni paga le nostre birre ci saluta e se ne va. Dopo pranzo ripartiamo a zonzo per gli innumerevoli isolotti. Inutile ribadire la bellezza delle varie calette e la limpidità dell’acqua. Il mare era talmente piatto che ci è scappato pure un pisolino.

E così ridendo e scherzando rientriamo in porto a Korcula che sono ormai le 19. Giusto il tempo per un caffè corroborante e ritorniamo a casa, siamo tutti molto stanchi e non vediamo l’ora di fare una doccia calda e poi di andare a cena.

E’ l’ultima sera in Croazia per me e Franz domani ripartiamo per Spalato dove ci aspetta il traghetto per tornare a casa. Andiamo a mangiare dal nostro amico Albert, sarà che è venerdì sera ma il locale è pieno di persone, (ahimè tutti italiani fra cui una tavolata molto caciarona di napoletani che pare festeggino un compleanno), ci sediamo e non facciamo in tempo ad ordinare che inizia a piovere (no di nuovo) per fortuna leggermente così riusciamo stringendoci tutti sotto il pergolato e a mangiare quasi indenni. Ordiniamo 2 bottiglie di vino bianco (il solito korciulanska che non è affatto male) brindiamo alla vacanza per noi terminata, i nostri amici proseguiranno per altri 3 giorni sperando in un miglioramento meteorologico, intanto il diluvio aumenta e siamo costretti a ripararci all’interno del ristorante se vogliamo bere il caffè e mangiare un dolcetto.

Ora il problema è come tornare a casa, anche se il tragitto è breve non possiamo permetterci di bagnarci i vestiti, non si asciugherebbero per il giorno dopo e quindi io e la Monia decidiamo di farcela a piedi, passando un po’ sotto gli alberi un po’ sotto le tettoie di sicuro ci bagniamo meno che in moto, mentre i nostri baldi uomini non esitano a spogliarsi dentro al ristorante per almeno salvare i jeans (ci siamo perse lo streep molto apprezzato dal tavolo dei napoletani la festeggiata voleva a tutti i costi che si fermassero, in mutande, a mangiare la torta con loro!!!!!!!!!!!!!!!!!! Roba da chiodi proprio) e così in mutande ci hanno raccattato al volo e siamo arrivati a casa praticamente incolumi, tenendoci la pancia dal ridere.

La notte un’inizio di diluvio universale ci lascia quasi 6 ore senza corrente elettrica.

La mattina non piove più però il cielo è coperto, incrociamo le dita sperando che nel tragitto per raggiungere il porto non ricominci.

Purtroppo, probabilmente dovuto anche al fatto che i nostri padroni di casa non ablano inglese, hanno già riaffittato il nostro appartamento ma Thomas e Monia non partono con noi loro hanno bisogno di un altro tetto sulla testa. Il padrone di casa e sua moglie si fanno letteralmente in 4 per trovare loro una sistemazione e dopo nemmeno 20 minuti hanno scovato un appartamentino a meno di 100 mt dal nostro.

La partenza è triste, i nostri amici ci salutano, compare pure il gatto “nick” che per tutta la settimana è stato in nostra compagnia, mangiando come non mai in vita sua sia per qualità ma soprattutto per quantità, a salutarci…E via si parte…Prima korkula – spalato su traghetto interno. Poi da Spalato prendiamo per Ancona e poi a casa nella tranquilla romagna. Totale 25 ore di viaggio…Neanche fossimo andati in Australia…Ma alla fine ne è valsa la pena Non smetterò mai di dire quante persone gentili abbiamo incontrato in questo viaggio. In primis di sicuro questa famiglia che ogni sera aveva un piccolo pensiero per noi dal cocomero al vino passando per la zuppetta di pesce ai fichi appena raccolti. Addirittura prima che partissimo ci hanno regalato due bottiglie di olio fatto da loro (sia chiaro non che fosse extra vergine di oliva etc etc…Ma il pensiero è stato troppo dolce) che purtroppo non abbiamo potuto prendere con noi (io e Franz) perché in moto era impossibile trasportarle.

Oh ma gente dove lo trovate un trattamento simile in una qualsiasi località turistica italiana !?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?



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