Arigatou gozaimasu di grazie, Giappone

Dalla metropoli alla montagna tra modernità e tradizione
Scritto da: scully79
arigatou gozaimasu di grazie, giappone
Partenza il: 29/06/2014
Ritorno il: 12/07/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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All’inizio dell’anno io e Massimo abbiamo stilato una lista dei luoghi che ci sarebbe piaciuto visitare in vacanza ed il Giappone era tra questi ma in fondo all’elenco perché ci sembrava il più difficile da organizzare per via della lingua e della differenza culturale ed anche il più costoso, o almeno è quello che pensavamo.

Poi ho iniziato a leggere diversi diari di viaggio e l’idea che in realtà un fai da te fosse possibile è diventata sempre più forte così come la voglia di realizzarla. Quando abbiamo trovato un volo ad un buon prezzo abbiamo deciso di acquistarlo e l’avventura è iniziata.

Vorrei cominciare con alcune considerazioni generali e consigli pratici:

TRASPORTI: è vero quanto si dice sull’efficienza e la puntualità dei treni in Giappone; tutti quelli che abbiamo preso hanno spaccato il minuto! Il modo più conveniente e comodo per viaggiare in treno è con il Japan Rail Pass, un pass ferroviario che può essere acquistato solo in Italia (o comunque nel proprio paese e solo da stranieri) in agenzie predisposte e on line su vari siti (io ho utilizzato il sito H.I.S. e in tre giorni è arrivato, spese di spedizione incluse per l’acquisto di almeno due pass). E’ disponile di 7, 14 e 21 giorni. Una volta arrivati in Giappone il voucher deve essere sostituito con il pass vero e proprio in uno degli uffici JR in varie stazioni ferroviarie. Consente anche di prenotare i posti a sedere senza nessuna spesa aggiuntiva. Permette inoltre la circolazione sulla Yamanote line della metro di Tokyo che effettua un percorso circolare della città passando per le principali zone turistiche. Noi abbiamo preso il pass di 7 giorni ed anche a posteriori credo sia stata la scelta giusta in relazione agli spostamenti fatti. Tuttavia penso che atterrando all’aeroporto di Narita e non di Haneda, come nel nostro caso, ed alloggiando in una zona coperta dalla Yamanote line, possa essere conveniente un pass di 14 gg perché consentirebbe anche il trasferimento da e per l’aeroporto e limiterebbe al minimo l’acquisto di biglietti per le altre linee della metro di Tokyo (molto efficiente ma piuttosto costosa).

Noi invece abbiamo utilizzato la SUICA, un carta ricaricabile dalla quale viene scalato automaticamente il costo del biglietto quando viene strisciata all’uscita. Il costo iniziale è di 2000 yen (1500 di credito e 500 di deposito che vengono restituiti alla riconsegna della carta direttamente all’addetto della metro). E’ sicuramente molto comoda ma forse a conti fatti sarebbero stati più convenienti dei biglietti giornalieri almeno nei giorni dedicati esclusivamente alla visita di Tokyo.

Per quanto riguarda l’utilizzo della rete metropolitana, nonostante le numerose linee, è semplice perché le fermate sono indicate oltre che con i nomi anche con colori diversi, lettere e numeri crescenti per cui è veramente intuitivo capire la direzione giusta. Quello che secondo me bisogna invece considerare sono i tempi di percorrenza, più lunghi di quelli che ci si immaginerebbe guardando la cartina per via dei lunghi percorsi sotterranei nel cambio tra due o più linee. Attenzione anche ad imboccare l’uscita giusta; sono numerose e spesso distanti l’una dall’altra e sbagliarla può rendere difficoltoso ritrovare la via che si sta cercando.

A Kyoto esiste invece una rete capillare di autobus (tariffa fissa per l’area urbana 240 yen a corsa). Anche in questo caso è conveniente il giornaliero di 500 yen. All’Ufficio del turismo della stazione centrale si trovano pratiche cartine della città con i percorsi dei bus.

ALLOGGIO: abbiamo prenotato tutti gli alberghi mediante Booking ed il prezzo è riferito a camera a notte senza la colazione. A Tokyo abbiamo soggiornato le prime 5 notti all’Hotel Grand Arc Hanzomon (65 euro): stanza non molto grande con 1 letto alla francese ma con tutti gli accessori per il bagno comprese le ciabatte ed una bella vista sulla città. Vicino alla metro, si raggiunge il centro in 15 min ma non offre molti locali dove cenare la sera.

A Takayama abbiamo scelto il Ryokan Murayama (60 euro): l’unico con il bagno in comune ed onsen ma non ce ne siamo neanche accorti perché era tutto pulitissimo ed accessoriato. Sicuramente da consigliare se si vuole provare l’esperienza unica di dormire su un tatami e di indossare uno yukata in un ryokan semplice ad un prezzo economico in un luogo magico. L’unico neo è che il centro del paese dista circa 20 minuti a piedi e non ci sono più autobus dopo le 16.30 ma la fatica è ripagata dalla bella posizione defilata vicino ad un bosco ed a caratteristiche case in legno. Ci è rimasto nel cuore.

A Kyoto abbiamo soggiornato all’Hotel Sunline Gion (56 euro): camera grande con ben due letti alla francese, bagno diviso tra zona wc e bagno/doccia, in zona centrale vicino al quartiere delle Geische, comoda sia per raggiungere la stazione che per cenare la sera.

Ultima sera di rientro a Tokyo Hotel East 21 (100 euro): sicuramente il più elegante, con una camera grande ed una splendida vista sulla città la sera, compresa la Tokyo Sky Tree.

Tutti fornivano accessori per il bagno, ciabattine, bollitore e tutto il necessario per preparare il tè. La considerazione finale è stata che anche scegliendo una fascia di prezzo media il servizio e la pulizia sono comunque ottimi.

CLIMA: eravamo consapevoli che l’estate non è il periodo migliore per visitare il Giappone perché è una stagione caldo umida con frequenti piogge ma non volevamo aspettare l’occasione che chissà se sarebbe mai arrivata, di poter andare in primavera e non ce ne siamo pentiti. Il bilancio è stato questo: 1 giorno di sereno, 2 giorni con pioggerella e schiarite ed i restanti 10 di cielo parzialmente nuvoloso e un caldo incredibilmente umido soprattutto a Kyoto o almeno è la percezione che abbiamo avuto noi. Nel complesso non è stato drammatico e l’ombrello è quasi sempre rimasto in valigia.

CIBO: assaggiare la varietà di cibi che si trovano nei ristoranti e per strada è stato divertente e ci è piaciuto pressochè tutto: sushi, sashimi, ramen (tagliolini in brodo con sopra carne o uova e verdure), soba (degli spaghetti giganti ideali quando si ha nostalgia della pasta), tempura di verdura e pesce, yakitori (spiedini), okonomi-yaki (una specie di grande frittella con dentro un po’ di tutto), gli onigiri (uno spuntino costituito da un triangolo di riso con all’interno pesce o verdure). La cucina giapponese ci è parsa più leggera della nostra, poco condita e quindi facilmente digeribile. Mangiare costa veramente poco anche perché acqua naturale e tè sono inclusi nel prezzo ed il coperto non esiste. Con 20 euro si può tranquillamente cenare in due. Ci sono ristorantini che preparano sushi e sashimi davanti a voi, seduti al bancone ed altri che lo servono su di un nastro trasportatore dal quale potete prelevare la porzione che desiderate. Abbiamo anche provato ad acquistarlo nei depachika, reparti gastronomici all’interno di grandi centri commerciali ed era comunque buono (le bacchette le forniscono loro). Da provare anche i ristoranti con la griglia incorporata nel tavolo, su cui cuocere da sé carne, pesce e verdure.

Nessun ristorante in cui siamo stati accettava carte di credito.

A Tokyo vi sono un’infinità di ristoranti con il menù anche in inglese e tanto di foto o riproduzione in plastica dei piatti che preparano, soprattutto nelle zone più frequentate da turisti.

A Kyoto una bella zona dove cenare è quella attorno a Gion dove è possibile anche avvistare le Geishe!

MONETA: noi siamo partiti con un discreto quantitativo di yen che sono stati sufficienti, quindi non sappiamo dare indicazioni sul prelievo. Per quanto riguarda il pagamento con carte di credito abbiamo utilizzato senza problemi il circuito Mastercard mentre non ha funzionato la prepagata Postepay.

TELEFONATE: il mio cellulare, un modesto smart phone dei più economici che utilizza reti 3G funzionava, mentre quello del mio fidanzato (rete 2G) era inutilizzabile. Sui costi non saprei dire perché non l’ho praticamente usato se non per ricevere messaggi. Abbiamo telefonato con il mini Ipad utilizzando skype (avevamo acquistato 10 euro di traffico per chiamare fissi e cellulari) mediante la connessione wi-fi degli alberghi, cosa che si è rivelata comoda ed economica.

I GIAPPONESI: gentili, disponibili, rispettosi ed educati. Se ti vedono con una cartina in mano ed uno sguardo perplesso ed un po’ perso, si avvicinano spontaneamente e cercano di rimetterti sulla giusta via, anche offrendosi di accompagnarti.

IL VIAGGIO

Siamo partiti il 29 giugno da Milano Malpensa con volo Lufthansa diretto a Tokyo Haneda con scalo di circa 2 ore e mezzo a Francoforte sia in andata che ritorno (600 euro a persona).

Dal 30 giugno al 5 luglio abbiamo visitato Tokyo seguendo gli itinerari della Lonely Planet.

Senza entrare nel dettaglio delle singole giornate vorrei citare i luoghi che più ci hanno colpito e che sicuramente consiglieremmo di non perdere:

– — Una mezza giornata ad Asakusa, il quartiere antico di Tokyo dove si trovano molti negozietti con i più svariati souvenir ed il tempio Senso – ji, molto venerato dai giapponesi. Da li abbiamo raggiunto a piedi la Tokyo Sky Tree dalla quale si ha una vista a 360° sulla città e da cui è possibile veder anche il monte Fuji nelle giornate limpide (non nel nostro caso ma ne è valsa comunque la pena).

– — Chi vuole avere una vista gratuita sulla città può salire sulle terrazze panoramiche del Tokyo Metropolitan Governement offices (9.30-23.30) a Shinjuku.

– — Assolutamente da non perdete una mattina al mercato del pesce. Anche evitando, come noi, la sveglia all’alba per assistere all’asta del tonno, un giro nell’area dei grossisti, aperta ai visitatori dalle 9, consente comunque di apprezzare l’unicità del mercato gironzolando fra pesci dalle forme e colori più strani e mai visti. A pranzo abbiamo mangiato dell’ottimo sushi al bancone di uno dei piccoli ristoranti all’interno dell’area.

A piedi abbiamo poi raggiunto i giardini del palazzo imperiale (Hama rikyu-tejen) dei perfetti giardini in stile giapponese sul cui sfondo svettano i grattacieli.

– — Un giro a Shibuya per vedere la fiumana di gente che transita dal famoso incrocio e curiosare tra i grandi magazzini della moda giovane giapponese.

– — Una passeggiata lungo Omote-sando-dori la via delle boutique molte delle quali hanno sede in palazzi dal design esclusivo. A piedi abbiamo raggiunto Harajuku, il quartiere dei negozi più commerciali (veramente curiosa ed alternativa Takeshita-dori). Proseguendo dritto da Omote-sando-dori si raggiunge il Meiji-Jingu un bel santuario immerso in un grande parco.

– — Il quartiere dell’elettronica in realtà non ci ha entusiasmato molto ma vale la pena fare un rapido giro per farsi un’idea della quantità e varietà di prodotti tecnologici che si possono trovare nei loro grandi magazzini oltre ai negozi di manga le cui pareti esterne sono ricoperte da immagini dei classici protagonisti dei fumetti che ricordano i mitici cartoni animati giapponesi.

– — Una serata a Shinjuku per vedere gli altissimi grattacieli, i maxischermo e le insegne al neon illuminate, le stravaganti ed affollate sale gioco.

Durante il soggiorno a Tokyo abbiamo dedicato una giornata alla visita di Nikko, un concentrato di templi e santuari immersi nel verde a circa 2 ore di treno. Molti edifici sono in ristrutturazione ma è comunque un luogo dall’atmosfera mistica che secondo noi vale la pena includere nel viaggio. Abbiamo preso il treno dalla stazione Tobu-Asakusa ed utilizzato il Nikko pass (ufficio all’ingresso della stazione) che include il viaggio A/R ed il bus per raggiungere i templi dalla stazione (2,670 yen).

Il biglietto cumulativo di 1000 yen che consentiva l’accesso ai templi principali non è più disponibile e bisogna acquistare i singoli ingressi. Noi abbiamo optato per il Rinno-ji ma non ne vale la pena a meno che non si voglia assistere ai grandiosi lavori di rifacimento.

Ci ha invece entusiasmato il Tosho-gu, un santuario molto ampio con vari edifici, immerso nel bosco.

Il 5 luglio siamo partiti alla volta di Takayama (dopo aver attivato il giorno precedente il JR pass ed aver prenotato i posti ). Partenza dalla stazione di Tokyo con lo Shinkansen e cambio a Nagoya dove abbiamo preso un treno espresso (Wide view) che segue un percorso incantevole lungo il fiume e le montagne (tempo di percorrenza: circa 4 h 30).

Splendido il centro storico di Takayama con le antiche case dei mercanti ed abitazioni tradizionali in legno che ospitano negozi di artigianato (molti quelli di sakè e di oggetti in legno).La mattina siamo andati ai “mercati del mattino” lungo il fiume che tuttavia non sono niente di speciale.

Approfittando di un pomeriggio di sole abbiamo fatto una piacevole passeggiata lungo un sentiero che parte a est della città e che attraversa vari templi e santuari in parte nascosti nel bosco.

Bellissimo il villaggio –museo di Hida-no Sato che riproduce un villaggio tradizionale dei secoli scorsi.

La mattina del 7 luglio, sotto una pioggia incessante, abbiamo ripreso il treno diretti a Kyoto con cambio a Nagoya (circa 2 h 30) sempre puntualissimo. L’impressione è stata fin da subito quella di una città a misura d’uomo, dai ritmi più tranquilli di Tokyo, più simile alle città europee.

La prima giornata è stata dedicata interamente alla visita dei templi di Higashiyama sud e nord ma sarebbe stato meglio farlo in due mezze giornate per non rischiare di fare indigestione di templi ma anche perché è fisicamente piuttosto faticoso soprattutto con il caldo di quelle giornate.

Il giorno successivo siamo andati nel quartiere di Arashiyama prendendo un treno dalla stazione di Kyoto fino a Saga Arashiyama (è possibile utilizzare il JR pass). Dopo una passeggiata nel suggestivo bosco di bambù abbiamo deciso di entrare al Monkey park che si è rivelato un ottimo diversivo. E’ un parco popolato da scimmiette che girano libere e, almeno apparentemente, felici e ben curate.

Al ritorno siamo scesi alla stazione ferroviaria Nijo che è vicina all’omonimo castello (Nijo-jo) che abbiamo quindi visitato.

Un’altra splendida giornata è stata dedicata alla visita di Nara, antica capitale e anch’essa concentrato di templi e di cervi (anche se a noi sembravano daini) che passeggiano insieme ai turisti e si fanno fotografare quasi mettendosi in posa. Da non perdere il Todai-ji che custodisce al suo interno il grande Budda, una delle immagini che più ci resterà impressa del nostro viaggio perché è veramente immenso!

Le nostre giornate terminavano sempre con una rilassante passeggiata nel quartiere di Gion o lungo il fiume. Variopinto e ricco di curiosità culinarie il Nishiky market.

L’11 luglio, un po’ stanchi ma molto soddisfatti abbiamo preso per l’ultimo volta in nostro Shinkansen Hikary che in 2 h 30 ci ha riportato a Tokyo dove abbiamo trascorso l’ultima notte prima del volo di rientro.

Per concludere, è stato un viaggio gratificante ed emozionante che consigliamo a tutti coloro che sono incuriositi dalla cultura tradizionale giapponese e dalle stranezze della modernità.



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