Aria di libertà a Valencia
Per me, per quattro giorni, il centro è stata Plaza del Ayuntamiento, metro Colon o Xativa, dove è stato costruito l’hotel in cui ho alloggiato. Quest’ultimo era dotato di una terrazza panoramica sulla piazza che di notte diventava il posto ideale dove fare delle scenografiche fotografie. Subito, nemmeno il tempo di posare i bagagli, che riprendendo un pulman pulito e accogliente mi dirigo presso la Ciduad de Las Artes Y Ciencias. Prima di arrivare, però, sono incuriosita dai ponti che vedo dal finestrino del bus e decido di scendere. Mi aspetto, allora, di trovare un fiume o almeno un corso d’acqua su cui quei ponti svolgono la loro naturale funzione. Con mio grande stupore quello che vedo è ben diverso: un ricco parco che occupa il letto di quello che era il fiume Turia, che venne spostato per evitare le inondazioni che colpivano frequentemente la città. Il parco è attrezzato con campetti da calcio e da tennis, c’è lo splendido Palau de la Musica e ci sono persino gli attrezzi che di solito troviamo dentro le palestre e non sicuramente in un parco. Riprendo la mia camminata perchè sono attratta dai profili bianchi che si ergono all’orizzonte. Sono i capolavori di Calatrava, gli edifici che ospitano l’Oceanografic, l’Hemisferic, il Museu de Les Ciencies e il Palau de Les Arts. Visito l’Oceanografic perchè non ho mai visitato un acquario di queste dimensioni. Il prezzo è abbastanza alto e alcuni animali, come i Beluga, mi fanno impressione perchè mi sembrano troppo grandi per stare in delle vasche. Se siete delle persone sensibili vi sconsiglio di andare a vederle. Comunque la visita è positiva ed esco felice di aver visitato questo grande mondo sommerso.
Il secondo giorno esco presto per fare colazione e seguo il ritmo del risveglio della città. Mi fermo in una delle tante ‘panetterie’ del centro dove gusto un’ottima colazione e un pane croccante. Cartina alla mano mi dirigo verso l’arena di Plaza de Toros dove sono state e sono svolte le corride con i toreros più famosi di Spagna. Vicinissima alla Plaza c’è la Estacion del Norte (La stazione del Nord), una modernissima quanto antica stazione ferroviaria. La facciata mi colpisce molto per le elaborate decorazioni in ceramica ma anche l’interno, pulito e arioso, esula dal concetto stesso di stazione come crocevia di uomini e di mondi perchè ha più l’aspetto di un enorme sala da te.
Decido allora di prendere un bus turistico che fa il giro panoramico della città con partenza e arrivo direttamente dall’arena. Scendo alla fermata Las Arenas e visito le spiaggie di Valencia (La Malvarrosa, Las Arenas ed El Cabanal) che distano dal centro solo una quindicina di minuti. Per andare in spiaggia si passa dal circuito urbano di Formula1 realizzato vicino al porto dove si è svolta anche l’America’s Cup nel 2007.La giornata non è molto calda e così posso fare una passeggiata sulla larga e bella spiaggia di Valencia. Ritorno in centro verso l’ora di pranzo e vado al Mercat Central. Anche in questo caso mi colpisce l’architettura esterna del mercato, rivestito interamente di azulejos ovvero le ceramiche colorate valenciane. L’interno, poi, è una festa di colori e suggestioni per il palato e per gli occhi. Tra banchi di frutta, di formaggi, pesce, prosciutti e dolci c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Acquisto un panino che faccio imbottire con il buonissimo prosciutto iberico e per dolce delle dolcissime ciliege. Provo anche l’horchata che ha un gusto forte e deciso, un pò troppo per me.
Dopo questo viaggio nel gusto visito la Lonja de la Seda che si trova dietro al mercato. La lonja era un antico luogo di commercio della seta dichiarato patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Se chiudo gli occhi posso immaginare il vociare e la moltitudine di gente che commerciava e acquistava seta in questo luogo, in cui le altezze dei soffiti fanno pensare ad un posto senza tempo. E’ un luogo molto suggestivo da non perdere. Dalla Lonja mi dirigo verso Plaza de la Virgen dove la fontana del Turia la fa da padrone. La piazza è uno dei punti di ritrovo della città e infatti è gremita di persone di tutte le età. Molto interessanti sono le fontanelle pubbliche che erogano acqua solo se vengono schiacciati dei pulsanti o con i piedi o con le mani. Vado a cena in Plaza Redonda dove provo il baccalà fritto e ne rimango deliziata.
Il terzo giorno, vista la mia passione per fiori e piante in generale, visito il giardino Botanico. Prima di arrivare noto che su numerosi palazzi, ingresso del giardino botanico compreso, ci sono delle opere di street art di famosi artisti (Escif, Hyro, Fasim ecc). Anche gli angoli meno belli della città in questo modo sono più felici o almeno più colorati. Quello che mi colpisce è questo senso di allegria che si respira nelle strade. La crisi, in Spagna più che altrove, è stata molto forte ma ciò non ha tolto il sorriso dalle labbra delle persone che mi appaiono serene e sorridenti. Dopo un paio d’ore al giardino botanico vado a visitare una delle torri della città: Torres de Quart. Sulla facciata sono ancora oggi evidenti i segni delle cannonate di epoca napoleonica e salendo i numerosi scalini sembra di fare un viaggio indietro nel tempo. Si fa ora di pranzo e vado verso un altro bel mercato il Mercado de Colon. L’atmosfera non è come quella del mercato centrale ma è comunque suggestivo, con il suo enorme mosaico sulla facciata principale. Mi colpiscono i chioschi dei fiori posti ai quattro angoli del mercato. Il pomeriggio visito il Museo Nacional de Ceramica Gonzalez Martiax. La spettacolare facciata scolpita nell’alabastro in cui la Vergine e i fiumi Turia e Jucar si uniscono in una complessa composizione vale da sola la visita. All’interno mi accolgono delle guide che, con entusiasmo e orgoglio, mi fanno scoprire la storia di Valencia attraverso l’evoluzione della ceramica. Dopo questo affascinante viaggio tra il gusto e la storia della comunità valenciana cerco un posto dove poter assaggiare qualcosa di ‘tipico’. Sono fortunata perchè proprio in quei giorni c’è una bella manifestazione che si tiene al Mercado de Tapineria. Il luogo, con dei colorati ombrelloni appesi sui balconi dei palazzi, ospita dei negozi temporanei che ogni settimana cambiano. Nel momento in cui capito io sono presentati i prodotti enogastronomici valenciani e posso così degustare l’Agua de Valencia, piatti di salumi e di formaggi, baccalà fritto e dolci a volontà accompagnati dalla musica dal vivo. Tutto questo per la modica cifra di cinque euro!!!
L’ultimo giorno in città lo dedico alla visita della Catedral in cui la leggenda vuole sia conservato il Santo Graal. Salgo, poi, sulla torre campanaria El Micalet: 207 scalini ma da quassù Valencia può essere osservata a 360 gradi. Pranzo da ‘100 Montaditos’ una catena che è giunta anche in Italia. Le ultime ore in città le passo tra il Museo Aqueologico de la Almoina, Almudin, e vado a fare un pò di shopping da El Cort Ingles. Non ho il tempo di visitare il Museo Fallero in cui sono conservate Las fallas… sarà per la prossima volta.
Arrivederci Valencia.
Serena Vaccaro