Argentina querida, by Beatrice e Vittorio

Viaggio in Argentina e dintorni, tra sapori, colori e sensazioni. By Beatrice e Vittorio
Scritto da: strugny
argentina querida, by beatrice e vittorio
Partenza il: 01/08/2009
Ritorno il: 21/08/2009
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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ARGENTINA QUERIDA – by Beatrice e Vittorio

Da anni sogno il Perito Moreno, le balene, i paesaggi andini, la calda lingua spagnola… comincio a guardare le tariffe aeree, mentre tormento Vittorio che non è molto convinto! Prezzo del volo aereo un po’ alto per agosto: si va sui 1.100 euro, ma non mi arrendo. La ricerca iniziata a novembre termina i primi di marzo quando, incredibilmente, trovo un’offerta imperdibile di Alitalia con partenza da Firenze e via Roma per Buenos Aires a soli 500 euro. Vittorio non può tirarsi indietro e blocco i voli!

L’operazione successiva è creare l’itinerario migliore che comprenda anche la città Salta nelle Ande, le cascate di Iguaçu e il sud con la Patagonia e la Terra del Fuego. Ricerco le migliori combinazioni per i voli interni, che sono numerosi e non economici, considerando anche il costo della vita in argentina. Non importa se spendiamo quasi 1.300 euro a testa: ne vale sicuramente la pena!

1 AGOSTO

Partenza da Firenze, si inizia subito male perché il volo è in ritardo di due ore; piena di angoscia sono rassicurata da una gentilissima hostess dell’Alitalia che ci assicura che 6 volte su sette il volo da Roma parte in ritardo… benedetta lei! Arriviamo al gate di Fiumicino affollato, non è iniziato ancora l’imbarco! Finalmente saliamo suul’aereo, peccato che non funzioni il mio schermo tv: non vedrò niente per tutto il viaggio ma l’importante è arrivare!

Facciamo il volo con una signora che abita qui a Firenze e che torna a casa dai familiari! Arrivati a Buenos Aires cambiamo un po’ di soldi in aeroporto – ma conviene di più farlo in banca – e poi ci dirigiamo verso il centro con la macchina di un amico della signora che per 100 pesos ci accompagna all’hotel Dazzler Libertad (102 $ a camera). E’ un tragitto di circa un’ora di macchina con poco traffico perché è domenica. L’hotel è centrale, in una piazza tranquilla a lato della maestosa Avenida Libertad! Il tempo di farsi una doccia e una dormita, anche se sono le otto di mattina!

2 AGOSTO

All’ora di pranzo, riposati e cambiati d’abito con look invernale, ci dirigiamo verso la Plaza de Mayo e il quartiere di san Telmo.

Non c’è molta gente per strada, siamo ancora intontiti dal viaggio e ci fermiamo a mangiare da un Mc Donald perché in giro gli altri locali sono chiusi. Si spende leggermente meno che da noi, ma poi scopriremo che anche i ristoranti sono molto economici!

Proseguiamo a piedi, le strade sono quasi deserte, viali enormi ed edifici moderni che si alternano a palazzi in stile coloniale. Siamo in Plaza de Mayo che presenta gli edifici più importanti: la Casa Rosada, sede del presidente, la Cattedrale ed il Cabildo. Questa piazza è legata a tristi eventi ma oggi ci sono solo dei piccoli banchetti con poche persone che ricordano i desaparecidos.

Visitiamo la Casa Rosada e siamo gli unici stranieri in mezzo agli argentini, per lo più coppie e famiglie. Le guardie si alternano alla guida e ci accompagnano nei vari saloni. Capiamo alla perfezione lo spagnolo, è molto simile all’italiano. Dopo la visita della cattedrale, che ha una facciata neoclassica, ci dirigiamo verso un altro viale dove si sta svolgendo una colorata parata della comunità boliviana, molto numerosa nella capitale argentina. Ci soffermiamo a vedere le danze e contempliamo l’entusiasmo e l’allegria di persone che hanno lasciato il loro paese per cercare una vita migliore.

Ci avviamo verso l’animatissimo quartiere di San Telmo dove la domenica si tiene il mercato e dove si trovano tutte le persone che hanno lasciato libere le strade: finalmente il tango e numerosi ballerini si esibiscono per strada! Non so descrivere l’emozione!

Resistiamo alla tentazione: per oggi nessun acquisto!

Torniamo verso l’hotel con la metro, il biglietto costa 3 pesos!

Per la prima cena in argentina decidiamo per un ristorante nei pressi dell’albergo, dove abbiamo visto un grande camino e il manzo…

Iniziamo a mugolare non appena assaggiamo il bife de lomo accompagnato da un ottimo vino rosso locale: il Malbec. Ristorante La Chacra, costo 200 pesos in due. Andiamo a dormire molto soddisfatti!

3 AGOSTO

Oggi abbiamo in programma una escursione prenotata dall’Italia, molto turistica ma divertente: la visita all’esatancia Don Silvano. Si trova a circa 30 km da Buenos Aires ed è una fattoria in cui mostrano le attività dei gauchos e poi si mangia e si beve a volontà!

Attraversiamo i quartieri più moderni e vediamo anche lo stadio del River Plate; sul nostro autobus ci sono delle girls-scout inglesi, una coppia anziana di cileni, e una coppia venezuelana. Come molti, la guida è un ragazzo che ha il nonno italiano: pensate che il 50% degli argentini è di origine italiana!

Facciamo sosta in una specie di autogrill molto simile ai nostri, ma ahimè c’è pure un negozio che vende prodotti di pelletteria: mi sa che la febbre da shopping sta per iniziare!

Arrivati all’estancia ci accolgono subito con un bicchiere di vino tinto o blanco e con una empanadas, una specie di pasta fritta ripiena di carne; poi chi vuole può fare un giro sui cavalli! Sarò montata a cavallo due volte in vita mia, ma questa esperienza non me la voglio perdere. Prima sale Vittorio mentre gli faccio un reportage fotografico, poi è il mio turno, ma come sono in alto! Il cavallo va per conto suo, chissà come sarà seccato, pure il gaucho che mi affianca non ha voglia di fare conversazione perché alle mia domande risponde con un secco “ no intendo nada”. Visitiamo anche la vecchia casa padronale, le scuderie che son diventate stanze di albergo e poi ci dirigiamo a tavola. Vassoiate di carne di tutti i tipi: dal bife, alla salsiccia, al maiale, insomma una vera bontà. Dopo segue uno spettacolino e vengono intonati i canti delle nazioni degli ospiti. A noi italiani ci tocca “o sole mio”, all’estero siamo sempre identificati con il sud: ma “la porti un bacione a Firenze” non la sa nessuno?!?

In un vecchio vagone ferroviario è allestito un negozio carinissimo dove prendiamo borse, cinture portafogli e anche un cappello! Prezzi molto economici!

Abbiamo anche la forza ed il coraggio di fare merenda con torta e il tipico mate che gli argentini succhiano in qualsiasi posto!

Torniamo molto soddisfatti in hotel, io resterei anche senza cena ma Vittorio non può perdere un pasto e così andiamo dietro l’hotel in un locale molto carino pieno di foto e con un’atmosfera retrò, ma per me solo un’insalata dopo l’abbuffata del pranzo!

4 AGOSTO

Prendiamo un taxi che ci porta all’aeroporto domestic flyes e vediamo il Rio della Plata: Vittorio non riesce ad accettare che si tratti di un fiume, data la sua immensità!

Il volo della Lan per Iguaçu è un po’ in ritardo ma alla fine atterriamo con una differenza notevole di temperatura e con un sole stupendo! Abbiamo prenotato all’interno delle cascate allo Sheraton; costa 80 euro a testa ma ne vale la pena. Il taxi ci porta all’interno del parco, paghiamo un ingresso di 60 pesos a testa e, lasciati i bagagli in camera e messi di nuovo abiti estivi, corriamo a vedere lo spettacolo delle cascate. In effetti qui in Argentina è molto più bello; anni fa ero stata sul lato brasiliano, che è bello dal punto di vista panoramico ma sul lato argentino si cammina su delle passerelle a picco sulle cascate e si ricevono anche gli schizzi ed il rumore poi è assordante!

Un panino veloce al bar e poi prendiamo il trenino che ci porta alla Garganta del Diablo: spettacolo mozzafiato!

Siamo fortunati, sono notti di plenilunio, così prenotiamo l’escursione del “Paseo della Lluna Plena“ e, con 130 pesos cadauno, ci danno anche la cena!

Ci mettiamo il pile perché la notte c’è umidità e accompagnati da guide ed insieme a tantissimi turisti ci dirigiamo di notte verso la Garganta del Diablo; siamo al buio ma rischiarati dalla luce della luna piena. Sembra di essere su un altro pianeta ed al ritorno vediamo anche un bagliore rosso nel cielo: è una stella cadente!

Poi ceniamo degnamente in un self service all’ingresso.

5 AGOSTO

Lo spettacolo inizia subito a colazione: la visuale degli schizzi delle cascate è notevole e poi c’è anche una scimmietta che si aggira indisturbata tra i tavoli esterni. Siamo nella natura selvaggia!

Oggi dall’Italia abbiamo prenotato una escursione alla missione di S. Ignacio Mini, il luogo che ha ispirato il bellissimo film “Mission” con Robert De Niro. Prima facciamo tappa alle miniere Wanda dove, appena scesi dall’autobus, ci appiccicano addosso un bollino con il numero tredici. Infatti tutti i visitatori vengono divisi in base alla nazionalità. La guida è un orefice lucchese che fa la spola tra l’Italia e l’Argentina per il commercio delle ametiste. Ci imbattiamo nei primi gitanti italiani: c’è un torinese che continua a ripetere che i toscani sono dappertutto, una piccola comitiva di Viareggio con un ultrasettantenne che ci racconta delle sue scalate sulle Ande ed i soliti romani caciaroni!

Osserviamo il tutto con grande interesse e poi shopping: ho in mente di prendermi una bella ametista, che ha il mio colore preferito. Certo farsela vendere da un lucchese in Argentina non è il massimo, ma la spesa è limitata!

Arriviamo alla missione che è già l’ora di pranzo. Ci portano in un localino alla buona proprio davanti all’ingresso dell’area museale, prendiamo pollo e bife con due birre Quilmes ghiacciate, il tutto per ben 70 pesos!

La missione era molto grande e purtroppo oggi restano solo dei ruderi in fase di restauro: peccato! L’atmosfera però è affascinante, i prati sono ben tenuti, ci sono grandi cactus ed il cielo è azzurrissimo. Visitiamo le casette degli indios ed i resti della grande chiesa.

Verso sera torniamo sfiniti allo Sheraton dove ceniamo per una cifra piuttosto alta, considerata la media dei pasti precedenti.

6 AGOSTO

Stamani il cielo è coperto, anche se fa sempre molto caldo; abbiamo comunque in programma un’esperienza avventurosa: saliamo su un gommone che ci porta vicino alla cascata, ho paura! Comincio ad urlare non appena indosso il salvagente e mi domando se sia davvero sicuro!

Ci fanno scattare qualche foto e poi ci sigillano le macchine fotografiche in un saccone… le onde e la corrente sono notevoli e poi facciamo una doccia completa passando sotto le cascate! Rientriamo in stanza con appena il tempo di fare una doccia e cambiarsi che dobbiamo dirigerci all’aeroporto con destinazione el norte andino: Salta!

Nell’attesa del volo riceviamo un’altra visione: un coloratissimo tucano su un albero: stupendo!

Torniamo a Buenos Aires per cambiare volo e atterriamo a Salta di sera. Il tempo di lasciare i bagagli all’hotel Salta, sulla piazza centrale a 350 pesos a notte, che ci dirigiamo al Solar del Convento, ristorante consigliato dalla guida Lonley Planet che è semplicemente favoloso! C’è un’atmosfera andina, musica, maschere alle pareti, colori sgargianti delle tovaglie e il personale presenta i tratti somatici delle Ande: se ripenso al bife de lomo ho ancora l’acquolina in bocca! Spesa esigua di 160 pesos!

7 AGOSTO

Dopo colazione ci fermiamo all’agenzia dentro l’albergo per fissare un paio di escursioni e scegliamo il viaggio del Tren a Las Nubes, Humahuaca e dintorni. Spendiamo circa 170 euro in due.

Oggi invece abbiamo la giornata a disposizione per visitare con tutta calma la bella cittadina coloniale di Salta della anche “La Linda“. Il tempo non è bellissimo ma non fa freddo. Gironzoliamo per le strade ed entriamo nei vari negozietti dove si vendono gli oggetti tipici dell’artigianato andino. Visitiamo un paio di chiese: quella di San Bernardo mostra un portale lavorato nel 770 a mano da un indio che è un vero spettacolo. Per fortuna viene fuori il sole e così ci dirigiamo a prendere una teleferica per salire sul cerro e vedere il panorama della città.

C’è una fila di bambini che vengono accompagnati dalle maestre, approfitto per chiedere alle colleghe qualche notizia sulla scuola in Argentina. I bambini sono abbastanza educati e silenziosi, anche se non manca quello più agitato: tutto il pondo è paese!

Nella nostra cabina ci sono due ragazzi argentini in visita da Buenos Aires e, mentre ci facciamo scattare qualche foto, finiamo inevitabilmente a confrontare i prezzi di delle macchine fotografiche in Italia e in Argentina.

Dalla sommità del cerro si gode di un ottima vista e scattiamo foto a più non posso anche davanti alla famosa poesia “Salta la Linda”!

Dopo riprendiamo la funivia e ritroviamo i bambini con le maestre: ma come non restano a pranzo?

Ci fermiamo a pranzo in un locale dove ci scoliamo due litri di birra Quilmes e ci facciamo fuori empanadas di vario tipo e una famosa zuppa del nord argentino, il tutto per 90 pesos!

Nel pomeriggio andiamo al museo antropologico dove si trovano delle mummie trovate sulle Ande ed ovviamente è proibito scattare foto!

Che strano: creature umane sacrificate agli dei, per lo più ragazzini di 12 o 13 anni. Per riprendere un po’ di allegria ci avviamo a piedi verso il mercato artigianale che non è vicinissimo, perciò al ritorno prendiamo un bus. Cena sempre al Solar del Convento, ancora più sublime a 120 pesos!

8 AGOSTO

Sveglia alle sei per trovarsi alle sette alla stazione per salire sul treno che ci porterà a c.a. 4.000 metri sulla Polverilla!

Facciamo colazione con tutta calma e quando siamo in ascensore, Vittorio mi chiede l’ora. Con tutta calma rispondo che sono le 7.10, lui mi dice che è impossibile, sono ancora fra il sonno, ma non mi sono sbagliata.

Ah! Il treno è partito! Disgraziato, ha puntato male la sveglia, e ora, che si fa? Di corsa prendiamo un taxi che ci porta alla stazione, ma c’è solo un capostazione che ci dice che ormai il treno carico di turisti è partito!

Non fa fermate, ma passa da alcune cittadine e quindi decidiamo di tentare una rincorsa al volo del treno. Il taxista, molto cortese (evidentemente gli facciamo proprio pena!) ci porta a un’oretta di strada in paese sperduto nel nulla. E’ ancora buio, attraversiamo strade sterrate, se ci ribaltiamo, col cavolo che ci ritrovano! Arriviamo nel paese, ma non ci son cartelli che indicano la stazione, né tanto meno passa anima viva per chiedere un‘informazione.

Alla fine becchiamo qualcuno che ci indica la strada. Corriamo alla minuscola stazione ma c’è solitudine e silenzio! Vedo una luce in una stanza e comincio a bussare. Vittorio è rimasto col taxista, sempre più paziente e gentile.

Dopo dieci minuti viene fuori un tizio, molto seccato e molto addormentato. Mi dice che il treno sta arrivando ma naturalmente non si ferma: è sprangato ed ha la scorta! Lui non può farlo fermare, non ha nessuna autorità! Nel frattempo arriva Vittorio insieme al taxista e, a forza di insistere, ci fa telefonare con il nostro cellulare a Salta dove, grazie a Dio, otteniamo il permesso di far fermare il terno. Il taxista a questo punto ci saluta con un “che le vada bien”: migliori parole non poteva usare! Lo ricompensiamo con un’adeguata mancia.

Per prima arrivano delle jeep con personale armato e poi il treno, tutto chiuso tipo quello di Cassandra Crossing! Di corsa saliamo e finalmente ci sistemiamo nel nostro vagone. Il viaggio per arrivare alla Polverilla è lungo, si raggiungeranno i 4.200 metri! Meglio farsi un mate de coca per prepararsi. Abbiamo l’animazione, canti e balli. Ci sono persone di varie nazionalità e anche una simpatica coppia di anziani italiani!

Pranziamo nel vagone ristorante dove parliamo con altri italiani e con una ragazza austriaca che parla un ottimo spagnolo ma con accento decisamente teutonico!

Dopo aver attraversato la Polverilla (a proposito: è il ponte ferroviario sospeso nel vuoto più alto del mondo!) torniamo indietro e facciamo sosta su un picco per fare le foto. C’è un gruppo di indios che vende maglioni e cappelli di lana. Mamma mia: come faranno a stare qui, tutta la vita con questo vento!

Facciamo poi sosta a San Antonio de Los Cobres, paese formato da qualche casa di lamiera. Anche qui c’è un piccolo mercatino e un vento pazzesco.

Il viaggio di ritorno è lungo, si arriva a mezzanotte ma ci siamo divertiti a cantare, ballare e abbiamo fatto molte amicizie!

9 AGOSTO

Stamani la sveglia è ok e siamo noi ad aspettare che arrivi la guida che ci porterà in giro per la Quebrada de Humahuaca e dintorni.Visitiamo un sacco di paesini pieni di mercati e di colori; l’aria è tersa, il cielo è azzurro. Vittorio viene riconosciuto da una signora argentina che era insieme a noi sul treno ieri e che si ricorda che lui canta molto bene anche in inglese!

Nel nostro gruppo ci sono solo argentini ma tutti con parenti italiani; ci chiedono notizie, vogliono sapere di Berlusconi, dello scandalo con le donne del “bunga bunga“. A me interessa immergermi nel paesaggio, fotografare gli enormi cactus. A pranzo mangiamo carne di lama: Vittorio lo prende in umido e io alla milanesa: buono, è tipo la cotoletta alla milanese. A Maimarà ci sono diversi europei che vendono chincaglieria varia. Si vede che si sono stabiliti lì lontano dal mondo, nella pace più totale.

Al rientro a Salta non possiamo fare a meno di cenare per l’ultima volta nel nostro ristorante preferito, ovvero il Solar del Convento. Vittorio sceglie la parillada completa e con il suo proverbiale stomaco riesce a spolverare tutto, ottenendo anche i complimenti stupiti del cameriere!

10 AGOSTO

Ultimi giri e acquisti per Salta e poi all’aeroporto. Ci fermiamo all’ufficio postale per comprare i francobolli e – miracolo! – ci fanno evitare una coda pazzesca;la guardia giurata alla quale avevamo chiesto dove si potevano acquistare i francobolli chiama addirittura il direttore, “ son turistas, quieren postales”…. fallo in Italia, se ti riesce! Peccato che le cartoline, spedite dall’aeroporto di Bariloche, poi non siano mai arrivate a destinazione in Italia: davvero l’unica pecca dello stupendo viaggio!

Oggi voliamo con Aerolineas Argentinas, dobbiamo cambiare a Buenos Aires per prendere il volo che ci porta a Trelew, nella penisola Valdes.

Prendiamo un taxi che porta a Puerto Madryn; la strada è affollatissima ed il taxista va troppo veloce: piano,non c’è fretta!

L’hotel Las Maras, 70 $ a notte, è quasi vuoto ma la camera è grande e il bagno è supermoderno.

11 AGOSTO

Dall’Italia avevamo prenotato un tour per visitare la penisola Valdes a 150 pesos a testa, da cui è esclusa la barca per vedere le balene (120 pesos) e l’ingresso al parco (45 pesos).

A Puerto Piramide ci bardano con incerata, salvagente e ci chiedono anche il passaporto: ma sarà sicuro?

Ci fanno salire su un enorme gommone che viene spinto in mare da un trattore mentre siamo scortati anche da un paio di cani curiosi: l’avventura in mare comincia!

Ci dicono di avere pazienza e che vedremo le balene australi che sono presenti nel golfo per riprodursi. Il cielo è grigio, l’acqua è scura, ma dopo poco si vedono le prime code e le prime teste. Spengono i motori, una balena curiosa si affianca ad un metro dal gommone e ci saluta: è vicinissima, che impressione!

Abbiamo la fortuna di vedere anche un gruppo con i piccoli: è davvero entusiasmante! Poi sulla costa intravedo i pinguini, ma no, che abbaglio: sono cormorani!

Tornati a terra riprendiamo il bus per arrivare a Punta Delgada, dove vediamo da lontano sei leoni marini che stanno dormendo beati sulla spiaggia; non è il loro periodo e quindi ce ne sono pochi. Meno male che è venuto fuori il sole e che il panorama è bellissimo!

Attraversiamo un campo dove pascolano delle pecore belle grasse. Vittorio pensa che per il pranzo sceglierà cordero!

Vediamo una volpe che si aggira indisturbata vicino al ristorante…

A ritorno ci fermiamo ad una specie di museo dove c’è un enorme scheletro di balena!

Per cena andiamo da Ambigù e mangiamo degli ottimi gamberi per 147 pesos.

12 AGOSTO

Oggi avremmo visto volentieri i pinguini di Punta Tombo ma la spiaggia è vuota, dato che non è ancora stagione. Così andiamo ancora una volta in gommone in mare aperto per vedere i delfini. Siamo in mezzo al mare in balia delle onde e ogni tanto appare qualche delfino per mezzo secondo. Non mi piace granchè ed ho paura, il gommone stavolta è piccolo e siamo nell’oceano. L’unica sorpresa positiva è l’avvistamento di un povero pinguino solitario che sta nuotando in mezzo alle onde!

Scesi a terra, andiamo a visitare il museo paleontologico di Trelew che è davvero interessante e poi la colonia gallese di Gaiman. In effetti non sembra proprio di essere in Argentina, specialmente quando arriviamo ad una casa del tè dove ci accoglie del personale con aspetto e modi decisamente britannici. In questa famosissima casa da tè ci sono le foto di Lady Diana, che in passato fu ospite e prese il tè proprio come noi!

Veniamo serviti da una sosia della mamma di Bridget Jones che ci somministra tè, pastine di tutti i colori e sandwiches tipicamente inglesi. Sono quasi le tre e una sosta rifocillante ci sta proprio bene.

Torniamo a Puerto Madryn dove facciamo un po’ di acquisti, tra i quali anche un bellisimo pile con scritto Patagonia. Abbiamo anche il tempo di passeggiare sulla spiaggia ed ammirare un gruppo di fenicotteri che sta cenando tranquillamente a base di gamberetti.

La sera scegliamo ancora pesce a El Nautico (140 pesos).

13 AGOSTO

Stamani ripartiamo da Trelew dove ci attende l’aereo che ci porterà nella Terra del Fuoco nel paese di Ushuaia. L’atterraggio è uno spettacolo: montagne innevate tutt’intorno, acque interne che si mescolano con l’oceano ed una piccolissima pista d’atterraggio in messo la mare!

Il taxista ci dice che siamo fortunati: l’aeroporto ha riaperto da poco a causa delle abbondanti nevicate! Lasciamo i bagagli all’Hosteria Malvinas e usciamo. C’è un sole stupendo ed il paesaggio è mozzafiato e poi siamo alla fine del mondo: dopo ci sono solo ghiacci antartici!

Ci sono ovunque resti della nevicata ma non è freddissimo. Fissiamo le escursioni per il giorno dopo nella zona del porto, all’agenzia Rumbo Sur: il canale di Beagle in crociera a 100 pesos a testa e la gita nel parco della terra del fuoco a 108 pesos a testa.

All’agenzia ci regalano anche un tagliando per bere una cioccolata calda e così facciamo anche merenda al Laguna Negra.

La sera scegliamo il ristorante El Estancia dove mangiamo carne, ma non la migliore sino ad oggi (130 pesos).

14 AGOSTO

Stamani abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il proprietario dell’hotel, il cui padre era abruzzese. E’ una persona che sta bene, è felice, ma rammenta l’Italia con grande amore. Quanto siamo fortunati!

L’escursione inizia dal Tren de la Fin del Mundo, un piccolo convoglio costruito dai carcerati che hanno fondato questa cittadina. L’atmosfera è turistica, ci sono persone di tutto il mondo, anche qualche italiano. Il bosco è ricoperto di neve, i vetri si appannano dal freddo, ma sono molto felice. Ci fanno fare una piccola sosta e scendiamo per scattare delle immagini indimenticabili di boschi innevati e cascate ghiacciate.

Poi al ritorno riprendiamo il pulmino e ci immergiamo in un paesaggio montano che ricorda quello svizzero. Invece siamo agli antipodi, si vedono anche delle vette cilene. Qui nel parco si può campeggiare durante l’estate, ma siccome siamo in inverno ci prendiamo una cioccolata calda per riscaldarci.

Riprendiamo il pulmino che ci porta fino a Baia la Pataia, altro luogo incantevole che segna il termine della lunghissima strada Panamericana. Resterei ancora a guardare lo splendido panorama e a sognare ad occhi aperti. Questo parco, insieme ai ghiacciai, saranno i ricordi più belli dell’Argentina.

Torniamo in città e pranziamo velocemente alla Botrega Fuegina dove ci sono assaggi tipici della zona, solo che non abbiamo molto tempo perché ci attende la crociera sul canale di Beagle.

L’aria è tersa ma tira un vento fastidioso che ci costringe a rimanere al coperto. Solo un intrepido coreano scatta foto dall’esterno rischiando il congelamento!

Sugli isolotti ci sono tantissimi leoni marini che dormono in continuazione, incuranti del nostro passaggio. Attraversiamo il faro della fine del mondo: immaginavo fosse più maestoso!

Scendiamo per una camminata su un isolotto ricoperto da una vegetazione spugnosa e morbida: fantastico!

La sera ceniamo da Chicos: pesce non stupendo, ma eravamo ancora pieni!

15 AGOSTO

Prima del volo abbiamo il tempo di festeggiare il ferragosto in una maniera insolita: la slitta sulla neve trainata dai cani!

Fissiamo in hotel un taxi che ci lascia in mezzo al nulla, c’è solamente un cartello che indica la valle de Los Lobos!

Il taxi è un bus che porta anche gruppi di sciatori verso le piste, che sono a circa trenta km da Ushuaia.

Nevica fortissimo e arriviamo a piedi ad una specie di rifugio che è circondato da cucce di cani. Sembra di essere in Alaska e fa un certo effetto pensare che invece siamo dall’altra parte del globo. Spendiamo 150 pesos a testa per fare un percorso di circa mezz’ora. Ci fanno accomodare seduti davanti sulla slitta; nevica di brutto, non abbiamo coperta, quindi ci bagneremo. Alla partenza sembra di essere sulle montagne russe, è tutto un avvallamento e i dieci cani tirano come turbodiesel e corrono all’impazzata. Il nostro pilota comincia ad urlare i comandi ai cani ma, strano a dirsi, usa il giapponese. Poi ci dice che i cani hanno nomi giapponesi: effettivamente mi sembrava una lingua diversa dallo spagnolo!

L’esperienza è veramente esagerata: una corsa sulla slitta con i cani quando ti ricapita?

Torniamo al punto di ritrovo con il taxi, ma non passa una macchina! Vittorio si diverte a fare il verso del lupo, tanto per ingannare l’attesa.

Comunque il richiamo ha funzionato perché poco dopo arriva il taxista, che si scusa ma ha tardato a causa di un incidente che ha bloccato il traffico!

Salutiamo il paese più al sud del mondo e cominciamo a risalire con il volo verso El Calafate.

All’aeroporto un tassista molto gentile ci accompagna a prenotare l’escursione per l’indomani sul lago argentino e poi concordiamo che ci accompagni al ghiacciaio del Perito Moreno per 350 pesos.

L’escursione al lago argentino costa 710 pesos a testa ma li vale tutti; caso mai vi consiglio di portarvi dei panini perché le provviste al bar di bordo si esauriscono velocemente!

Al rientro il taxista ci consiglia anche il ristorante La Tablita per la cena, dove ceniamo ottimamente per 190 pesos.

16 AGOSTO

Dormiamo profondamente nella camerina dell’hotel Michelangelo, che sembra uno chalet svizzero. Alle 7.20, quando è ancora buio ci vengono a prendere per portarci a Punta Bandera, da dove partono i catamarani per l’escursione ai ghiacciai.

Quando arriviamo all’imbarcadero siamo circondati da tantissimi turisti, fa freddo ed è ancora buio, ma l’esperienza dell’alba sul lago argentino è bellissima. Appena imbarcati, quasi subito cominciano ad apparire gli iceberg di varia grandezza, tanto che a volte il capitano è costretto a fare difficili manovre per superarli. Si scattano foto a più non posso, specialmente quando arriviamo di fronte al ghiacciaio Spegazzini.

Arriviamo alla Baia Onelli dove ci fanno scendere per fare una passeggiata in mezzo al bosco. I colori sono stupendi, l’aria è tersa, si sentono solo le voci dei turisti. Presi dalle bellezze della natura rimandiamo il pranzo e quando chiediamo al bar della barca è tutto finito: Vittorio mi vorrebbe strozzare, ma la mancanza di energia glielo impedisce!

Torniamo in serata all’hotel convinti di aver visto una delle meraviglie della natura. Bissiamo la cena alla Tablita con la grigliata completa!

17 AGOSTO

Il taxista è puntuale ed è a nostra completa disposizione per tutto il giorno. Oggi siamo diretti al ghiacciaio del Perito Moreno che si trova sempre all’interno del parco de Los Glaciares, per cui dobbiamo pagare di nuovo l’ingresso di 30 pesos a testa.

Il Perito Moreno è come me lo sono sempre immaginato, quante volte ho sognato di vederlo con i miei occhi e finalmente ci siamo. Lo spettacolo è fantastico, il colore del ghiaccio è quasi blu, ogni tanto si sentono degli schianti improvvisi con dei boati spettacolari: sono pezzi enormi di ghiaccio che si staccano e finiscono in acqua. Decidiamo di prendere anche un battellino per vederlo da vicino. C’è una singolare famiglia di Buenos Aires che per scattare le foto indossa le magliette dell’Estudiante (squadra di calcio che ha vinto il campionato) e del San Lorenzo!

Al ristorante beviamo birra cilena, al posto della Quilmes; chissà un giorno faremo tappa anche oltre le montagne che ci stanno davanti.

Torniamo malvolentieri indietro: è triste lasciare questo paesaggio. Ma un’altra tappa ci attende!

Il volo ci porta a Bariloche, rinomata località sciistica, paragonata a Saint Moritz. In effetti molte costruzioni ricordano le nostre Alpi ma ci sono anche enormi grattacieli, che francamente stonano con l’ambiente.

Il nostro viaggio sta volgendo al termine e mi sento un po’ affaticata e molto raffreddata: speriamo bene! Dopo aver preso possesso della stanza all’hotel Tyrol (nemmeno 60 euro a camera) ceniamo al ristorante La Marca con piatti tipici montani. In hotel prenotiamo l’escursione per l’indomani, ovvero il circuito Chico per 40 pesos a testa.

18 AGOSTO

Viaggiamo su un minibus insieme ad altri turisti, l’autista-guida è una vera macchietta e solleva l’ilarità di tutto il gruppo. Vediamo il lago con l’hotel superlusso Paolo, saliamo sulla seggiovia che ci porta al Cerro Campanario e beviamo una cioccolata corretta per scaldarci.

Torniamo in hotel per l’ora di pranzo e decidiamo di pranzare al Tarquinio, che sembra in tutto e per tutto la casa degli hobbitt. Il bife de lomo è sublime e non potremo scordarlo mai più nella nostra vita! Dato che la salute non è al meglio, nel pomeriggio rimaniamo in camera a vedere i preliminari di champions league che, in diretta televisiva, danno la partita della nostra amata Fiorentina. Da queste parti appena sentono nominare la squadra di Firenze subito rammentano il grande Omar Gabriel Batistuta che in Argentina è quasi un eroe nazionale del calcio, oltre che ad essere attualmente anche un valente campione di polo.

Dopo il match (ovviamente stravinto…), malgrado non sia in forma decidiamo comunque di uscire per vedere il centro di Bariloche ed il centro civico. La cena la facciamo al Boliche de Alberto ma, se paragonata con il pranzo, seppure buona non è un granchè.

19 AGOSTO

Spediamo le cartoline dall’aeroporto di Bariloche che, purtroppo, come detto non arriveranno mai in Italia e torniamo con il volo a Buenos Aires.

Torniamo all’hotel Dazzler Libertad, velocemente sbrighiamo il check-in e andiamo in taxi al quartiere della Boca.

Il cielo è grigio ma il quartiere è allegro, con tutte quelle case colorate ed i moltissimi negozi, ma è praticamente deserto. Evidentemente si affolla solo durante il fine settimana. Ci perdiamo per i negozi e compro una stampa da una signora di origine siciliana, che incomincia a decantarci le bellezze della nostra Firenze: “ho piangiuto quando ho visto il Davide”, ci dice e poi ricorda i suoi parenti italiani ormai deceduti da tempo. C’è sempre malinconia nelle parole degli emigrati!

Per vincere la tristezza della fine del viaggio compro le ultime cose, forse in qualche modo cerco di portare con me ricordi più intensi. Lo stadio della Boca è in mezzo al quartiere, ci viene incontro un tifoso che ci illustra la storia calcistica dell’impianto sportivo e ci mostra le stelle dei calciatori più importanti incastonate sul marciapiede, sulle quali naturalmente svetta quella di Diego Armando Maradona!

Nei dintorni incontriamo anche un sosia di Maradona, naturalmente con la maglia del Boca Junior!

La sera ceniamo e contemporaneamente assistiamo allo spettacolo di tango a El Operandi. E’ un locale forse un po’ turistico ma l’ambiente così retrò è davvero affascinate!

20 AGOSTO

Oggi abbiamo deciso di fare un salto in Uruguay, sconfinando attraverso il Rio de la Plata. Prendiamo l’aliscafo al Buque-bus e per circa 40 euro a testa arriviamo a Colonia del Sacramento, città coloniale in Uruguay.

Dopo circa un’ora di viaggio raggiungiamo questa meta, il centro storico è stato restaurato e mostra dei bellissimi edifici coloniali molto colorati. Camminiamo per le stradine sotto uno splendido sole e visitiamo anche alcuni musei con un biglietto cumulativo. L’ultimo museo è sperduto in mezzo alla campagna ed è praticamente una stanza, dove due studenti stanno riordinando dei piccoli fossili. Menomale che i bus sono frequenti!

Torniamo a Buenos Aires in serata e scegliamo di cenare a Puerto Madero al famosissimo Siga la Vaca, dove puoi divorare tutto quello che ti va ad un prezzo fisso. In effetti si fa una grande abbuffata per soli 100 pesos. Vittorio ovviamente da il meglio di se e sparecchia una buona parte della parilla (la griglia sulla quale cuociono i vari tipi di carne) in più riprese. Decidiamo poi di camminare per smaltire la cena. La zona di Puerto Madero è stata totalmente ristrutturata ed erano i vecchi docks, dove ancora si possono ammirare le gru. Ci ritroviamo con un gruppo di ragazze conosciute sul treno a Las Nubes – con le quali siamo tutt’oggi in contatto tramite Facebook – e concludiamo il nostro viaggio bevendo e chiacchierando!

Domani il nostro volo ci ripoterà in patria.

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Casa Rosada

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Asado e Parilla

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Argentina Buenos Aires

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Slitta con i cani

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Tango

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Balene

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Perito Moreno

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Addio, Buenos Aires



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