Argentina Patagonia Terra del fuoco
Dom 16: volo Roma-Madrid Madrid-Buenos Aires Lun 17: Buenos Aires ore 9,30 Aeroporto internazionale Pistarini.
Trasferimento in taxi all’ Aeroparque Newberry Ore 12,00 volo Buenos Aires – Trelew (120Eu). Arrivo alle 13,30 e trasferimento in taxi a Puerto Madrin (60km) ore 14,30. Sistemazione in hotel prenotato telefonicamente da Buenos Aires, nolo auto per giorno dopo ed acquisto volo per il 20 dic presso agenzia delle Aerolinas Argentinas.
Mart 18 : Partenza in auto per la Riserva faunistica Penisola Valdes (a 100km) e percorso completo della penisola (altri 300km di strada non asfaltata). Punta Degada e la colonia di leoni marini, Porto Piramides (da li’ partono le escursioni in barca per vedere la balene visibili solo da giugno ad inizio dicembre) Caleta Valdes e la grande colonia di pinguini, Punta norte e la colonia di leoni ed elefanti marini, in stagione si possono vedere anche le orche che si avvicinano alla spiaggia minacciando i leono marini ed i pinguini): Rientro in serata a Puerto Madrin.
Merc19 : Punta Loma (15km da Puerto Madrin) e la colonia di leoni marini. A punta Tombo (a 100km da Trelew, 160 da Puerto Madrin si può visitare una grande colonia di pinguini, ma in quel caso è meglio pernottare a Trelew e visitare anche il paesino scozzese di Gaiman).
Giov 20: Puerto Madrin-Trelew aeroporto in taxi, Ore 16.00 volo Trelew – Ushuaia (120Eu).
Arrivo in serata ad Ushuaia e pernottaneto in Hotel prenotato telefonicamente dall’aeroporto di Trelew.
Ven 21: Ushuaia, Navigazione del canale Beagle in barca a vela (durata 4/5ore) con escursione acquistata presso il molo (compagnia 3 Marias). Escursione sull’isola H (riserva protetta), visita a colonia di leoni marini. In serata Nolo auto per partenza giorno dopo (4 giorni con consegna El Calafate 500Eu). Se fossimo rimasti 1 giorno in piu’cè la possibilità di fare trekking nel Parco Nazionale Terra del fuoco poco distante dalla città. Sab 22: Partenza in auto da Ushuaia, sosta a Rio Grande (Terra del Fuoco Argentina),attraversamento dell frontiera Cilena con formalità doganali (1/2 ora),dopo aver percorso 150km di strada non asfaltata siamo arrivato allo stretto di Magellano, ed abbiamo attraversato lo stretto in circa 45 minuti ma purtroppo con un’attesa di 2 ore per la lunga fila di camion che venivano fatti passare per primi. Notte di sosta a Punta Degada (Patagonia Cilena).
Dom 23: Partenza da Punta Degada, attraversamento della frontiera Argentina (1/2ora di sosta) poi imboccata la RN3 verso Rio Gallegos (Patagonia Argentina) , a pochi km dala città abbiamo deviato per Cabo de Virgenes (il capo all’estremo sud del continente argentino) dove siamo arrivati dopo 150km di strada non asfaltata. Pranzo al faro sulla costa ventosa e visita all’area protetta di Cabo Virgenes ed alla Pinguinera, dove da settembre a marzo nidificano i pinguini di magellano (ce ne sono a centinaia).
In serata arrivo a Rio Gallegos con pernottamento.
Lun 24: Rio Gallegos-ElCalafate (300km strada asfaltata). Sistemazione in Hotel.
Mart 25: El Calafate- Perito Moreno in auto (80km), escursione sul lago in barca fino sotto al ghiacciao, sosta lungo le rive del lago per ammirare l’immnsa parete di ghiaccio dalla quale ogni tanto si staccano dei blocchi e cadono in acqua con impressionante fragore.
Merc 26: El Calafate, consegna dell’auto, acquisto del biglietto aereo per Puerto Iguazzu’con cambio a Buenos Aires (290Eu) per venerdi’28. Partenza in pullman ale 13,00 per El Chalten (4 ore di Ruta 40 non asfaltata).Pernottamento ad El Chalten.
Giov 27: Trekking ai piedi del Fitz Roy. Sentiero Cerro Torre (8h a/r) con arrivo al ghiacciaio Cerro Torre che si tuffa nel lago in quota. (In alternativa il sentiero Los Lagos, durata 10h a/r , con vista completa del Fitz Roy ma solo nei giorni sereni). Ven 28: El Chalten- El Calafate Aeroporto sempre in bus circa 4h con arrivo dopo le 16.
El Calafate -Buenos Aires (con pernottamento).
Sab 29: Buenos Aires-Puerto Iguazzu’, arrivo ore 12.00 in hotel prenotato telefonicamente da El Calafate. Nel Pomeriggio a Puerto Iguazzu’ abbiamo prenotato il Cama Bus (bus dotato di poltrone letto) per Salta, ed Informazioni varie per visita alle cascate.
Dom 30: Visita alle cascate dal lato Argentino (6/8 ore solo a piedi+trenino) con breve escursione in barca direttamente sotto le cascate.
Lun 31: Visita alle cascate dal lato Brasiliano. In Bus da Puerto Iguazzu’(Ar) a Foz Iguazzu’ (Br) in circa 1 ora, poi con un’autobus da Foz alle cascate (altri 45 min), le formalità alla frontiera Brasiliana sono piuttosto veloci.
Mart 1: Puerto Iguazzu’-Salta in Cama-Bus, Partenza ore 11, durata viaggio 23 ore per c.A. 1.500km.
Merc 2: Arrivo a Salta alle 10,30, sistemazione in hotel prenotato telefonicamente da Puerto Iguazzu’, noleggio auto per giorno dopo, prenotazione bus per Buenos Aires.
Giov 3: Salta-S.Antonio Los Corbes-Salta (400km a/r) in auto su strada al 50%non asfaltata. Breve visita al paese a 3.700mt d’altezza fino quasi ai piedi del ponte del famoseo treno delle nuvole la cui strada ferrata incrociamo piu’ volte lungo la strada (meglio noleggiare un fuoristrada).
Ven 4: Salta- Parque National Los Cardones – Chachi- Salta (300km a/r) in auto su strada 50%non asfaltata. Breve sosta per il pranzo a Cachi, caratteristico paesino andino a 2.300mt d’altezza.
Sab 5: Salta, visita alla città, ore 15,00 partenza in bus per Buenos Aires (20 ore).
Dom 6: Buenos Aires arrivo ore 9,30, sistemazione in hotel, visita al quartiere di S.Telmo ed al caratteristico mercatino della domenica. Pomeriggio nel quartiere Microcentro.
Lun 7: Buenos Aires Pomeriggio in piscina serata a Palermo veja Mart 8: Buenos Aires, quartiere Boca e recoleta con cimitero monumentale.
Merc 9: Buenos Aires Partenza dall’ereoporto internazionale Pistarini alle ore 14,00 Giov 10: Arrivo a Roma in tarda mattinata e treno per Bologna.
DESCRIZIONE DEL VIAGGIO Quando si arriva in questo paese non si ha l’impressione d’aver attraversato mezzo mondo perché l’incontro con Buenos Aires è con una città molto “europea”.
Buenos Aires infatti , primo impatto con l’Argentina, può sconvolgere per le sue dimensioni, ma di primo acchito sembra un’ angolo un po’ confuso d’Europa con un po’ d’architettura francese,grandi boulevard,cibo italiano,facce europee e niente palme o animali esotici. Buenos Aires è una miscela rassicurante di familiarità dovuta all’innegabile influenza della vecchia Europa ed ai suoi immigrati.
E’ solo allontanandosi dalla città che si scoprono paesaggi e spazi sconvolgenti per nulla simili alle piccole, ordinate e curate distanze europee.
Un viaggio in questo paese è vivere un’emozione continua nella varietà della Natura insolita e prorompente.
Spaziando dalla “fine del mondo” ai ghiacciai spettacolari della Patagonia, agli straordinari paesaggi delle Ande, agli spazi desolati e senza confini della Patagonia argentina fino a nord dove, immersi nella lussureggiante foresta tropicale, ci si ritrova in uno scenario straordinario assordati dalle spettacolari cascate Iguazzù, ho sfidato il concetto personale che avevo dell’orizzonte.
La vera anima di questo paese l’ho trovata negli incontri con le persone, sugli autobus nei lunghi percorsi di migliaia di chilometri, nei bar e nelle strade ma soprattutto nel loro orgoglio e nella voglia di parlare del loro paese. Ho lasciato la mente ed il cuore aperti per permettere che fossero loro a farmi capire questa grande nazione. Buenos Aires l’abbiamo lasciata per ultima, ci siamo subito spinti oltre, in Patagonia nella Penisula di Valdes.
Giunti a Puerto Madryn e noleggiata l’auto ci è sembrato d’arrivare in un deserto spazzato dal vento. La penisola è infatti piatta e povera di vegetazione ed un cielo straordinario ti avvolge a 360 gradi. E’ una delle piu’ interessanti riserve faunistiche dell’America meridionale dove si può vedere tranquillamente una spiaggia affollata di leoni ed elefanti marini, passeggiare tra i pinguini di Magellano o farsi tagliare la strada da guanachi (parenti del lama) o nandu’ (simili a struzzi) che appaiono improvvisamente lungo i 300km di strada non asfaltata che abbiamo percorso per girare l’intera riserva. La principale attrazione è la balena franca australe che viene in questa zona per riprodursi ma che è visibile solo da giugno a fine novembre. Puerto Madryn è una cittadina tranquilla e protetta in un’insenatura con una vivace spiaggia frequentata da argentini. Il clima dalla penisola in questo periodo è secco,oscilla dai 35 gradi senza vento per abbassarsi di dieci gradi improvvisamente appena inizia il vento incessante. Anche il cielo segue continue mutazioni ed è un caleidoscopio di colori.
Il Natale è sentito molto di piu’ dal punto di vista religioso, poche sono le decorazioni ed i festeggiamenti per strada. La sera i ristoranti sono spesso affollati da intere famiglie che uniscono il gusto della cucina semplice a prezzi modestissimi (un’ ottimo filetto argentino con contorno a 15€) al piacere di stare insieme con tanto di numerosi bambini. Non siamo riusciti ad arrivare a Punta Tombo per visitare la numerosa colonia di pinguini perché piu’ vicina a Trelew che a P.Madrin. Dalla Penisola Valdes con un volo interno siamo giunti ad Ushuaia, la città piu’a sud del mondo.
Anche in questo luogo l’attore principale è il cielo. Cè luce fino a mezzanotte, il sole è basso all’orizzonte e le nuvole si alternano a squarci di luce tra grigi ed azzurri. Il clima è estremamente mutevole. L’escursione in barca a vela avviene in un mare sempre agitato e dominato dal vento, anche se ci sono 10 gradi la sensazione di freddo aumenta per gli spruzzi d’acqua e l’aria incessante. Dopo aver avvistato il faro della baia, passiamo accanto ad un’isolotto dove a farla da padroni cè una numerosa colonia di leoni marini e cormorani.
La città di Ushuaia è incoronata dalle montagne incappucciate di neve anche in questa stagione, che è la loro estate, e la proteggono dalle temperature rigide invernali. E’una città un po’ disordinata e piuttosto turistica e ci si imbatte in gente che proviene da ogni parte del mondo. Oltre la navigazione è possibile fare trekking nel parco nazionale della terra del fuoco tra laghi e foreste facendo attenzione a calcolare bene i tempi per ed il clima che cambia in continuazione.
Ad Ushuaia, affittata l’auto con tutte le pratiche relative all’attraversamento del Cile e la riconsegna ad El Calafate, abbiamo valicato le montagne che circondano la città piu’ a sud del mondo per attraversare l’Isola Terra del Fuoco argentina, entrare in quella cilena e passare lo stretto di Magellano. Il viaggio è spettacolare, con un paesaggio che subito si addolcisce e degrada verso il mare ma sempre spazzato dai venti dell’Atlantico che si fronteggiano con quelli del Pacifico. Tappeti verdi di pascoli punteggiati da migliaia di pecore ci accompagnano riservandoci la sorpresa di tanto in tanto di un gruppo di guanachi che ci attraversa la strada. Dopo una tappa per il pranzo in un’affollata e caotica tavola calda frequentata da lavoratori delle industrie petrolifere locali e relative famiglie a Rio Grande, attraversiamo il confine Argentino e la zona franca per arrivare nel territorio cileno. Le formalità doganali fanno perdere un po’ di tempo e le file di camion rallentano il traffico. Percorrendo la strada deserta che poi diventa ghiaiata per 140km, sembra che l’orizzonte sia scomparso, il cielo ci avvolge con nuvole bianche che corrono con noi e lo spazio sembra infinito, intorno il nulla, a parte qualche gruppo di pecore. Arrivati allo stretto di Magellano ci attende una nuova fila di camion ed alcune ore d’attesa. I doganieri cileni accettano senza pudore regali e mance dai camionisti per passare per primi e le nostre proteste vengono ignorate. Finalmente alle 22,30 c’imbarchiamo, cè ancora luce, bassa e radente, un gruppo di delfini segue il traghetto per i 45 minuti dell’attraversata con il colori del cielo che passano dal rosa al blu. Arriviamo sfiniti a Punta Degada e pernottiamo nel primo postaccio che troviamo (un bar in lamiera con alcune camere sul retro) anche perché la mezzanotte è arrivata. Abbiamo percorso circa 550km. Il giorno seguente, dopo pochi km ci aspetta di nuovo la frontiera cilena con le sue burocrazie e file di camion, per poi imboccare la RN3 alla volta di Rio Galegos, siamo nella Patagonia Argentina.
Ma cè ancora tempo per la città dove pernotteremo, una deviazione ci porta verso Cabo deVirgenes, la punta piu’ a sud del continente sudamericano. La strada che porta al Cabo (140km) è ghiaiata e passa a fianco di numerose Estancias, ossia fattorie dedite all’allevamento nelle quali si svolge tutta la vita (scuole comprese) delle famiglie che ci vivono e lavorano. Alcune sono fiere delle loro origini europee, alcune addirittura conservano il mobilio d’epoca dei parenti giunti ad esempio dall’Inghilterra o dalla Scozia. Pernottare lì è quasi impossibile, quelle che fanno questo tipo di servizio sono prenotate da tempo e piuttosto care.
Anche l’industria petrolifera lascia i suoi segni, infatti ogni tanto in distanza si avvistano solitari pozzi di trivellazione. L’imponente faro domina il Cabo e li’ mangiamo in una deliziosa tavola calda con vista mozzafiato a picco sul mare, deserta ma animata dalle simpatiche cameriere con le quali inneschiamo l’immancabile conversazione.
Poco distante cè un Pinguinera (riserva di pinguini) dove sbalorditi passeggiamo in mezzo a centinaia di pinguini di Magellano che quasi c’ignorano.
La serata a Rio Gallegos è allietata da una squisita bistecca Bife de Lomo ,contorni e dolci con i soliti 15€ a testa.
El Calafate è la destinazione successiva dopo circa 300km. La cittadina è prevalentemente turistica, ed è la base per visitare il ghiacciaio Perito Moreno. Tutto si sta preparando per la “Noce Buena” la notte di Natale. In questa occasione tutte le famiglie si riuniscono per il tradizionale Asado (grigliata mista di carne) tutti portano un pezzo di carne e si mangia fino a tardi davanti all’immenso braciere che può essere sul balcone come nel giardino. Quasi tutti i ristoranti chiudono, cosi’ come negozi ed attività commerciali, troviamo un posto per miracolo in un ristorante che sembra italiano.
E’il giorno di Natale e a 80km ci aspetta il mitico ghiacciaio Perito Moreno nel Parque Nacional Los Glaciares Sud. Lo spettacolo del Moreno è eccezionale, non solo è una esperienza visiva ma anche uditiva, per il rumore che emette dal suo avanzare e dal distacco dei blocchi di ghiaccio. Il ghiacciaio è lungo oltre 30km ed entra nel lago argentino con un muro dal quale si staccano ripetutamente blocchi che poi cadono in acqua. Da una serie di passerelle si può vedere da vicino cosi’ come pure da escursioni in barca oltre che dalla riva del lago sulla quale si può sostare. Consegnata l’auto si parte in bus attraverso la Ruta 40, ancora non asfaltata, per El Chalten nel Parque Nacional Los Glaciares Nord, li’ ci aspettano le vette del grande Fitz Roy.
Lungo la strada non mancano gli originali che con i mezzi piu’ impensati, dalle Vespe ai fuoristrada o furgonati, affrontano il mitico percorso della Ruta 40 che attraversa tutta l’Argentina da Nord a Sud e che ha la particolarità d’essere piuttosto accidentata. El Chalten è un disordinato villaggio di frontiera isolato da tutto dove non funzionano neppure i cellulari, frequentato da trekker, anche un po’ hippy, campo base ideale per affrontare il Fitz roy ma anche l’imponente Cerro Torre. Si può pernottare nei grandi ostelli, ma anche le locande ed hotel non mancano. Il Fitz è spesso circondato da nubi e raramente se ne libera per farsi ammirare nella sua maestosità. Affronto il sentiero Laguna Torre che dopo circa 4 ore mi presenta di fronte lo spettacolo del lago in quota che ospita il ghiacciaio Torre con il suo imponente muro di ghiaccio. Il sentiero si snoda tra i boschi con alberi contorti ed i tempo cambia ogni mezz’ora con fortissime raffiche di vento che sulla cresta che domina il lago rischia piu’ volte di buttarmi a terra.
Anche il Cerro Torre è spesso coperto dalle nuvole e devo aspettare un po’ prima di ammirarlo completamente. Sono montagne imponenti che però hanno la particolarità d’avere alla loro base i laghi con i ghiacciai, veramente uno spettacolo. La sera alla Taverna siamo in compagnia di personaggi un po’ originali. Trekker di ogni nazionalità bruciati dal sole, fricchettoni, fotografi e scrittori solitari che cercano qui un’ angolo di pace assoluta in contatto con la natura. Concludiamo la serata ridendo di una fotografa francese con la sua Nikon sul tavolo che si divora una bistecca sufficiente a sfamare una famiglia. Il Bus ci riporta ad El Calafate dove c’imbarchiamo sul volo per Iguazzu’ che però fa scalo nella notte a Buenos Aires, per ammirare le fantastiche cascate. A Puerto Iguazzu’ ci accoglie un clima caldo ed umido. E’ una città di frontiera con edifici fatiscenti e grandi alberghi per turisti e bambini in strada che chiedono soldi.
Le Cataratas del Iguazzu’ sono un spettacolo straordinario che colpisce per l’imponenza, le dimensioni ed il rumore. Scrosciano all’interno di un parco tra Brasile ed Argentina formato da una foresta pluviale pullulante di flora e fauna uniche. Si possono vedere le cascate da ambo i lati brasiliano ed argentino.
Le cascate del lato argentino si visitano in 1 giorno. L’aria è umida e piovosa ma non compromette la spettacolarità del luogo dominato dal ruggito della Garganta del diablo (gola del diavolo). Da quel lato si può andare molto vicino alle cascate, in certi punti sembra d’esserci dentro.
Con un bus il giorno dopo abbiamo poi raggiunto l’ingresso del parco dal lato brasiliano, da qui la visione è piu’ completa ed ugualmente spettacolare, ma ci si avvicina meno alle cascate e l’intero percorso si fa in mezza giornata.
Salta all’occhio la differenza delle condizioni sociali tra Brasile ed Argentina. Il Brasile è ricco ed offre posti di lavoro, la brasiliana Foz è grande, ricca di moderni palazzi e grandi alberghi. Anche i prezzi sono molto piu’ alti in Brasile.
Si cambia mezzo di locomozione, da ora ci spostiamo nei grandi Cama Bus (autobus con sedile che si trasforma in semi-letto).Sono molto utilizzati in Sudamerica,in assenza dei treni, perché permettono di coprire lunghe distanze ed avere la comodità di dormire. Il nostro viaggio con destinazione Salta, nel nord ovest del paese, durerà 23 ore ininterrotte per percorrere oltre 1500km inizialmente costeggiando il fiume Paranà che separa Argentina e Paraguay (secondo fiume in lunghezza dopo il Rio delle Amazzoni), su strade che attraversano piantagioni d’ananas, campi di meloni e cocomeri ma soprattutto estese coltivazioni d’erba Mate, principale risorsa della zona. E’un’erba che viene essiccata ed utilizzata in un’ apposito contenitore per farsi in ogni momento della giornata un’ infuso caldo. Ha proprietà eccitanti tipo caffeina ed è curioso come gli argentini si spostano o passeggiano costantemente equipaggiati con l’attrezzatura (thermos, erba e contenitore) per bersi l’infuso a qualunque ora. E’ su questi mezzi che s’incontra l’Argentina. Le persone che affrontano questi viaggi si spostano per visitare i parenti che abitano molto distanti, oppure per un lavoro in una zona piu’ricca (il nord è piuttosto povero mentre il sud e la Patagonia sono piu’ ricchi), oppure i piu’ distinti per affari. E’ osservando queste persone, le loro grandi scatole che si portano appresso, i loro visi rigati di lacrime i lunghi saluti ed abbracci alla stazione che ti rendi conto dei sentimenti di questa gente. Amor Amor è spesso il saluto che accompagna dal finestrino la partenza delle persone o i lunghi interminabili baci fra coppie sui sedili in tutte le ore di viaggio. Dal finestrino scorrono ininterrotti pascoli di vacche e cavalli, e verso sera assistiamo al tramonto sul Rio Paranà appena fuori da Corrientes. I bambini si tuffano dai ponti senza remore nelle acque torbide e gli abitanti delle città sfuggono al caldo allontanandosi con sedie e sdraio nei luoghi di verde ai bordi della strada o lungo il fiume. Salta è senza dubbio la città piu’ vivace dell’Argentina settentrionale. Grande quantità di giovani, luogo di passaggio per i viaggiatori diretti verso la Bolivia. Circondata da edifici coloniali, Piazza 9 de julio, dove abbiamo pernottato, è suggestiva ed è delizioso oziare seduti ai suoi caffè all’aperto guardando la gente che passa. Con l’auto a noleggio il primo giorno ci spingiamo nel cuore delle Ande, lungo il tragitto del famoso “Tren a las Nubes” (treno delle nuvole) che però è in funzione solo nella stagione secca che qui va da marzo a novembre, destinazione oltre San Antonio de los Cobres paesino a 3750 mt d’altezza. Il tragitto è favoloso attraverso canyon di roccia colorata e pendici di montagne coperte da enormi cactus. La strada è solo in parte asfaltata ed in alcuni tratti piuttosto stretta, a picco sulle valli, franata ed accidentata. L’impresa piu’ ardua è quando s’ incontrano camion o altri veicoli per farli passare. In piu’ aquazzoni improvvisi rendono la stada ancora piu’ instabile e pericolosa. Quando piove come in questa stagione, le strade si allagano completamente e formano tanti piccoli fiumiciattoli ed allagamenti che in certi casi ci costringono a scendere per verificarne l’accessibilità, 3 ore per fare circa 150km! Il paesino minerario di Sant Antonio è estremamente povero ed al nostro arrivo ci corrono incontro gruppi di bambini e anziane donne che chiedono e cercano di vendere qualsiasi cosa. Sono di razza Quecha, hanno la pelle scura e bruciata dal sole dell’altezza.. Fuori dal paese ci fermiamo da un bimbo che vuole venderci una caciotta di formaggio, vive dall’altra parte della valle, vicino al fiume ci dice con tutta la sua famiglia che lo manda lungo la strada a vendere qualche cosa ai turisti di passaggio per far quadrare il bilancio famigliare. Impietositi gli diamo qualche pesos ma lui non capisce il perché del denaro senza nulla in cambio e rimane come paralizzato, allora faccio finta di ricompensarlo scattando una foto e lui se ne va soddisfatto.20km dopo si può arrivare fino sotto all’imponente viadotto del treno dove la ferrovia raggiunge i 4500mt. Ma il punto è particolarmente inaccessibile se non con un fuoristrada che noi non abbiamo. Dopo aver raggiunto oltre i 4000mt seguendo la strada, dobbiamo tornare indietro con la nostra Fiat Palio che ormai non ne può piu’, sotto lo sguardo incuriosito di molti gruppi di lama ai bordi della strada. Non sembra ma l’altezza si sente e nell’ultima corsa fatta fuori per controllare la stabilità della strada torno con un fiatone che mi costringe a coricarmi sul sedile un attimo.
Le valles Calchaquies rappresentano una delle maggiori vie di comunicazione attraverso le Ande per raggiungere Cile e Peru’. Magnifici sono gli scenari naturali con le roccie che vanno dal giallo al rosso intenso per poi coprirsi di verde e che possiamo scoprire il giorno successivo attraversando queste valli diretti nella piccola cittadina di Chachi a 2300mt d’altezza. La strada è sempre piuttosto impegnativa asfaltata solo in parte e con tratti difficili pericolosamente in bilico sugli strapiombi sottostanti. A Chachi si respira un’ atmosfera senz’altro piu’ vivace che nella polverosa San Antonio.Le strade sono lastricate e gli edifici coloniali si alternano alle case povere fatte con mattoni cotti al sole che qui usano molto.
Al ritorno l’ennesimo improvviso temporale ci coglie di sorpresa mettendoci in difficoltà con la povera Fiat costretta ad affrontare guadi e voraggini del terreno…Ci voleva proprio un fuoristrada accidenti! Stanno comunque lavorando, ci sono diversi cantieri che lascia supporre che forse un giorno queste vie di comunicazione saranno piu’ sicure.
E’ arrivato il giorno di salutare a malincuore Salta dove abbiamo trascorso 3 giorni tranquilli e con un clima piacevole, ultimo giro sulla funivia che ci porta sulla montagna che domina la città e dalla quale si gode il panorama della valle. La destinazione ultima è la città di Buenos Aires dalla quale ci separano oltre 1500km ed oltre 20 ore di Bus. Nonostante quello che si possa pensare, questo modo di viaggiare non stanca e si riesce anche a dormire, il servizio dei camerieri e dei pasti è buono e non manca nulla.
La stazione degli autobus, altro luogo pieno di storie e di sentimenti. Interi gruppi famigliari con pacchi e bagagli per affrontare un cambiamento o un trasferimento in un’altra città. E’ da poco trascorso il capodanno e molti tornano alla vita di sempre magari affrontando un viaggio verso la captale. A Buenos Aires c’attende la morsa del caldo, 38 gradi! E’ domenica e ci immergiamo tra la folla che si accalca al mercatino di San Telmo, caratteristico quartiere dove passiamo anche la serata tra le strade affollate di ballerini di Tango. Le rappresentazioni sono ovunque, seduti nella graziosa ed affollata piazzetta un’ ubriaco con il suo cane insiste per parlare, tutti qui vogliono raccontare le loro storie. La notte è calda e la musica non cede fino a tardi con la gente che balla allegramente. Tre giorni ci sono sufficienti per farci un’idea della città, assaporare quell’aria europea d’inizio secolo ancora evidente nei vecchi caffè d’epoca come il cafè Tortoni, dove nel seminterrato ogni sera ci sono esibizioni di tango, osservare i palazzi imponenti che ricordano la Parigi degli anni venti, o passare una serata nell’elegante quartiere Palermo seduti ad un ristorante serviti con ottima carne ad un prezzo che a casa ce la sogniamo. E poi ancora passeggiare tra le tombe dei personaggi illustri al Cementerio della Recoleta o tuffarsi nelle caotiche vie commerciali di Avenida Florida che offrono uno spaccato della vita cittadina.
Questa straordinaria esperienza è ormai finita, ma ci lascia qualche cosa oltre al ricordo. Durante il viaggio la mente si libera dal pensiero del futuro, pensi solo in che posto nuovo sarai domani o che nuove esperienze di viaggio avrai nell’immediato, nei progetti c’è già la meta successiva, ma il tuo orizzonte temporale non va oltre. Perdi un po’ i riferimenti della società nella quale sei abituato a vivere, hai valori nuovi di socializzazione, solidarietà e comprensione, voglia di conoscere e di capire. E’ la situazione ideale per renderti conto del posto in cui sei. PER FOTO E DETTAGLI VISITA IL MIO BLOG : www.Ideediviaggio.Blogspot.Com