Argentina e Patagonia: Uno straordinario viaggio fino alla Terra del Fuoco
La Patagonia è contemporaneamente la fine del mondo e l’inizio di un’area perfetta dove tutto è estremo:
Una terra fatta di cime irraggiungibili, laghi sconfinati, ghiacciai maestosi e iceberg turchesi; dove le montagne sono isolate e le tempeste sulle Ande improvvise e violente; dove i contrasti dello Hielo patagónico e le grandi e infinite distanze da percorrere diventano incredibili e mozzafiato.
Un luogo terribile e meraviglioso allo stesso tempo: l’uomo diventa il suo ospite mentre la natura ne è padrona.
Venite con noi a scoprire la sua magia…
Giovanna, Stefano, Giulio e Roberta: 4 amici e il loro amore sfrenato di esplorare un mondo perfetto
“ognuno ha il suo Viaggio da realizzare nella vita: questo è sicuramente uno di quelli”
DIARIO DI VIAGGIO
Dopo un anno di organizzazione per uno dei “viaggi che farai una volta nella vita”, finalmente arriva il giorno della partenza: un lungo viaggio di 3 settimane che ci porterà ad esplorare la Patagonia argentina, la Terra del Fuoco per poi toccare alla fine il Brasile nelle adrenaliniche cascate Iguaçu.
24 DICEMBRE 2016 – UN ASSAGGIO DI BUENOA AIRES
Arriviamo a Buenos Aires alle 08.45 locali (-4 h dall’Italia) dopo quasi un giorno di viaggio. Ci occupiamo del disbrigo pratiche passaporto, ritiro bagagli (arrivati tutti e quattro questa volta!), cambio soldi con prelievo bancomat e poi prenotiamo un taxi per la capitale con la compagnia ufficiale TAXI EZEIZA che si trova dopo l’uscita della zona sbarco (52 euro in 4). Dopo 30 minuti di taxi, arriviamo all’HOTEL VISTA SOL che abbiamo prenotato nel quartiere MICROCENTRO. Attendiamo la camera familiare prenotata per due notti (che ci danno subito perché è la vigilia di Natale e le zone finanziarie/commerciali di Microcentro e Centro sono praticamente “vuote” per le vacanza) e poi usciamo per il primo giro dei quartieri MMICROCENTRO, CENTRO e CONGRESO. Sono già le 12.30 e, perciò, dopo mezz’oretta decidiamo di fermarci a pranzo a la “CASONA DEL NONNO” sulla via LAVALLE, una perpendicolare di CALLE FLORIDA, più famosa ma troppo caotica. Il ristorantino è un po’ turistico ma spendiamo solo 8 euro a testa per due bistecche con patatine e 2 insalatone con 4 birre, in più pranziamo fuori perché qui è estate e la temperatura media è di 30/35° nel mese di Dicembre. Al pomeriggio visitiamo l’OBELISCO, simbolo della città, il TEATRO COLON (solo esternamente perché chiuso per Natale), beviamo un cocido (tipico caffè latte argentino) nella CAFETERIA METRO sulla piazza dell’obelisco, e poi percorriamo Av. CORRIENTES e, quindi, verso sud Calle Florida, ricca di negozi di ogni genere e di argentini che continuano a nominare “cambio-cambio” per attirare i turisti al cambio valuta in nero. Merita sicuramente una visita la LIBRERIA ATLANTIC perché la più antica del paese. Proseguiamo poi fino a PLAZA DE MAIO, dove vediamo la famosa CASA ROSADA, ed, infine, ritorniamo all’hotel per riposare un po’ prima dell’aperitivo.
La sera usciamo, percorriamo calle Florida verso nord (entriamo nella GALERIA PACIFICO: grande centro commerciale di Buenos Aires con un soffitto affrescato molto bello) fino a PLAZA SAN MARTIN, dove proseguiamo alla ricerca di un famoso bar, Floreria Atlantica, che purtroppo troviamo chiuso per il periodo natalizio, come molti altri negozi (chiusura ore 15.30 per la vigilia di natale). Troviamo però una caffetteria aperta e ci gustiamo il gelato al dulce de leche e, Giulio e Stefano, due birre fresche. Torniamo in albergo e dopo una doccia usciamo in direzione PUERTO MADERO, quartiere sull’oceano con molti ristoranti. Dopo aver guardato diversi menù, decidiamo di festeggiare la vigilia di Natale al BAHIA MADERO con una PARRILLA per 4 persone (nel servizio pagato 380 AR$ sono inclusi dei cappellini natalizi, spumante e alla fine un panettone argentino): una cena da 50€ a testa che non siamo riusciti a finire per le dosi abbondanti e l’eccessiva stanchezza. Torniamo in hotel e finalmente a nanna…
25 DICEMBRE 2016 – VERSO SUD: PUERTO MADRYN
Sveglia ore 8 per il secondo giorno a Buenos Aires, ma il tempo non è a nostro favore: diluvia letteralmente. Facciamo quindi colazione con calma e decidiamo comunque di uscire per le 10 per un giro a piedi a Puerto Madero. Dopo aver comprato due ombrelli, passeggiamo e notiamo che la città è praticamente vuota: nessuno a parte noi e alcuni clochard. I locali sono tutti chiusi, dopo 6 km sotto l’acqua torniamo in albergo da cui prenderemo il taxi per la stazione degli autobus di Retiro. Arrivati in albergo ci dicono che per il taxi ci vorranno 50 minuti di attesa: panico! Il tempo è troppo poco e rischieremmo di perdere il bus per Puerto Madryn. Decidiamo perciò di prendere la metro e ci incamminiamo ma piove a dirotto e gli zaini sono davvero pesanti… Fortunatamente, lungo la strada, vediamo un taxi nero-giallo con la luce rossa accesa: è libero! Lo fermiamo e, praticamente schiacciati dagli zaini, ci facciamo portare alla stazione degli autobus. Il taxi ci ha salvato la giornata perché a piedi o in metro non ce l’avremmo fatta in tempo! A RETIRO cerchiamo da dove partirà il nostro autobus della compagnia El Condor Estrella, che in 19 ore ci porterà a PUERTO MADRYN. Imbarchiamo i bagagli dopo esserci mangiati dei panini e partiamo alle 13:05. Gli autobus argentini per i lunghi viaggi sono molto spaziosi e offrono la possibilità di prenotare dei posti primera class, cama o semicama. Per questo primo viaggio prendiamo il cama, sedile reclinabile quasi completamente. A bordo festeggiamo il Natale con un panettoncino portato dall’Italia. Dopo diversi stop e una cena che non ci aspettavamo alle 23 (siamo stati buttati giù dal bus mentre dormivamo dagli autisti che urlavano) per una pausa di circa 40 minuti per pulizia bus, continuiamo il viaggio e alle 9:00 (quasi 20 ore!!!) arriviamo finalmente a Puerto Madryn: inizia la nostra avventura in Patagonia!
26 DICEMBRE 2016 – PINGUINI OVUNQUE A PUNTA TOMBO
Dopo una colazione alla stazione degli autobus di Puerto Madryn e qualche informazione all’info point, ci dirigiamo in centro per il noleggio auto dei prossimi giorni. Ritiriamo l’auto sul lungomare verso le 10.00 e poi andiamo all’hotel GRAN MADRYN per lasciare gli zaini e successivamente partire in direzione sud per PUNTA TOMBO. Dopo una veloce spesa per prendere i panini per il pranzo, percorriamo i 180 km, di cui gli ultimi 25 di sterrato, che ci porteranno alla pinguinera di Punta Tombo. All’ingresso paghiamo il visto di 250 AR$ (circa 16 €) a testa per visitare un museo dedicato alla riserva, un punto panoramico e l’ingresso all’area protetta. La riserva si estende per 3 km, con passerelle e sentirei, dove siamo circondati da tantissimi pinguini magellano! Restiamo per circa 2 ore e il vento e il sole ci ustionano senza che ce ne accorgiamo. Lo spettacolo dei pinguini insieme ai cuccioli è assolutamente imperdibile! Rientriamo poi a Puerto Madryn, affollatissima di argentini in vacanza al mare per Natale, facciamo una rapida doccia e poi ceniamo al ristorante EL NAUTICO CANTINA con mariscos, langostinos e vino bianco. Finalmente proviamo anche il dulce de leche! Stanchi morti alle 23 ci buttiamo a letto.
27 DICEMBRE 2016 – FINALMENTE IN PATAGONIA ESPLORANDO LA PENISOLA VALDES
Oggi ci sposteremo verso la bellissima PENISULA VALDES, la prima parte più a nord della Patagonia argentina. Colazione in albergo alle 6:30 in modo da arrivare entro le 10.00 al punto più a nord della penisola Valdes, PUNTA NORTE, con la speranza di vedere le orche, come suggeritoci dai locali, in base all’andamento delle maree. Preleviamo in banca e poi ci dirigiamo a nord verso la famosa riserva naturale protetta della PENISULA VALDES. Entriamo dai cancelli dove ci danno indicazioni su dove dirigerci e una mappa dell’area. Dopo 20 km inizierà la strada sterrata che è facilmente percorribile anche senza un 4X4. Ci dirigiamo a nord come da programma, per essere alle 10.00 a punta norte per vedere le orche, ben sapendo che purtroppo, sia per quelle sia per le balene il mese ottimale per l’avvistamento è novembre o febbraio. E così è stato: vediamo tantissimi leoni marini ed elefanti marini lungo la costa a cui non si accede direttamente ma solo tramite passerelle sopraelevate, ma nessuna orca. Il vento è fortissimo e il sole brucia senza che ce ne si accorga, tanto che a fine giornata saremo tutti scottati. Qui a punta norte c’è uno dei pochi bar della penisola ma è chiuso, ed incontriamo moltissimi turisti italiani che come noi speravano di avvistare i grandi mammiferi del mare. L’area è anche famosa per gli armadilli e infatti notiamo moltissime buche scavate da questi animali, ma ogni tentativo di avvistarli risulta vano. Scendiamo allora lungo la costa e dopo 50 km di natura incontaminata e paesaggi spettacolari, dove vediamo anche molti guanaco, arriviamo a la CALETA VALDES dove si possono avvistare i pinguini magellano in riserva e alcuni elefanti marini, meglio visibili dopo 3Km a PUNTA CANTOR. Decidiamo in ultimo di recarci a PUERTO PIRAMIDES, dove alloggeremo, invece che a PUNTA DELGADA, poiché in quest’ultima dovremmo pagare l’accesso alla spiaggia privata dell’hotel per vedere leoni marini, che però abbiamo già avvistato prima. Raggiungiamo PUERTO PIRAMIDES verso le 14: è un piccolo paese di mare con due sole strade principali che si intersecano, caratteristico per i negozi con prodotti locali, qualche ristorante e la spiaggia dove poter far il bagno nella riserva Valdes. Pranziamo con insalatone e gamberi fritti (la specialità della zona) in un pub vicino alla spiaggia, e poi ci rechiamo all’ALOHA HOSTEL dove pernotteremo. L’ostello è molto caratteristico e dà la possibilità di avere stanze da 4/6 posti letto con il proprio bagno, ha un ampio patio esterno con dei tavoli e un’amaca, e una grandissima cucina e spazio comune. A fianco c’è un negozietto alimentare a disposizione, dove ci compreremo delle birre con patatine per l’aperitivo al tramonto, e vicino c’è un ristorante/pub molto caratteristico. Ci è piaciuto molto e lo consigliamo caldamente a chi dovesse soggiornare qui. L’unica pecca è che dista 20 minuti a piedi dalla spiaggia, non comodissimo in estate quando le temperature sono calde. Il pomeriggio lo dedichiamo al relax che comprende anche uno stupendo bagno nell’oceano atlantico che non avevamo assolutamente previsto nel nostro programma viaggio, dato che avevamo pensato a delle temperature non così calde qui: è stato fantastico proprio perché inaspettato! Al ritorno in ostello facciamo un giro per negozi e Giulio compra i primi souvenires: una calamita con i pinguini in legno e un portamonete in stoffa colorato. La sera ceniamo da GUANACO, vicinissimo all’ostello, una cervezeria dove mangiamo hamburger e tacos e dolci homemade: è un posto stile pub e il proprietario ci permette di pagare in euro (è stata una fortuna perché il bancomat locale è mal funzionante e in due giorni non ci ha permesso di effettuare prelievi, in più gran parte dei negozi non accetta carte di credito). Dopo la cena tutti a nanna, carichi per la giornata seguente.
28 DICEMBRE 2016 – DIREZIONE EL CALAFATE
Questa mattina sveglia alle 07.30 un po’ “acciaccati” per i letti scomodi. Cerchiamo un bar per la colazione, ma l’unica “confeteria” aperta è quella del benzinaio del paese. Prendiamo cappuccio e quattro medialunas (dei buonissimi croissant), carichiamo quindi la macchina ormai piena di polvere dal giorno prima, e partiamo per tornare a Puerto Madryn dove restituiremo il mezzo.
Ci aspettano altre 23h di pullman per arrivare alla nostra prossima meta: EL CALAFATE!
Io e Roby aspettiamo in stazione bus in modo da non dover di nuovo fare tutti la strada con i pesantissimi zaini, mentre i ragazzi consegnano l’auto con cui in 3 giorni abbiamo percorso 794 Km! Ci raggiungono in stazione, e aspettiamo il bus che ritarda di 1h. partiamo alle 15 per RIO GALLEGOS, questa volta in Primera Class, dove abbiamo dei sedili completamente reclinabili e che ci permetteranno di dormire comodamente durante la notte, oltre che avere cena e colazione compresi.
29 DICEMBRE 2016 – PASSEGGIANDO A EL CALAFATE
Alle 8 arriviamo a RIO GALLEGOS e prendiamo il secondo autobus alle 9 per El Calafate : 4h seduti nei posti davanti al secondo piano del bus per goderci al meglio lo spettacolo del panorama che dalle PAMAS ci porterà verso il LAGO ARGENTINO e le montagne della patagonia. Quando ci troviamo le Ande davanti a noi siamo sbalorditi dalla bellezza di questa natura incontaminata.
Arriviamo a EL CALAFATE, camminiamo 15 minuti carichi come sempre con i nostri zaini verso l’ostello HOSTEL GLACIER PIONIEROS, collocato appena fuori dal centro del paese, dove resteremo per le prossime tre notti. L’ostello è molto confortevole e il proprietario è un ragazzo disponibilissimo che ti dà la possibilità di organizzare tramite la loro struttura le escursioni più famose della zona o attività a piacere a seconda di quello che si sta cercando. Sapevamo di questa possibilità ma avevamo già deciso di prenotare tutto prima della partenza per avere la certezza di trovare ciò che volevamo fare e perché l’escursione principale di nostro interesse, il perito moreno, è gestita da un’unica agenzia autorizzata e l’ostello non ci avrebbe permesso di fare il trekking completo sul ghiacciaio. Abbiamo approfittato invece del servizio lavanderia, che si è mostrata un’ottima scelta dati i giorni che ci aspettavano ancora di viaggio.
Nel pomeriggio facciamo un giro nel paese: EL CALAFATE è un paese poco economico, molto caratteristico, con una via principale ricca di negozi e piccoli villaggi che vendono prodotti indios e locali, molto famoso per il cioccolato artigianale. Decidiamo di comprare il contenitore per preparare la yerba mate e la bombilla, cannuccia a filtro per berla. Verso le 19 raggiungiamo la laguna dei fenicotteri, a cui però decidiamo di non accedere perché a pagamento e per il poco tempo che avremmo avuto da dedicargli. Ci fermiamo quindi nella zona a sorseggiare quattro birre sul lungo lago, in un locale gestito da ragazzi che ci chiedono pure se la nostra tifoseria di calcio sia quella della squadra Atalanta, essendo noi di Bergamo: qui la cultura del calcio è come da noi ed è incredibile come siano tutti conoscitori di questo sport!
Torniamo in ostello e, la sera, decidiamo di cenare fuori da ESQUINA VARELA, ristorante fuori dal centro in cima a una ripida salita, ma molto più economico degli altri: zuppe tipiche e carne davvero squisite!
Ci salutiamo stanchi ma emozionati per la giornata di domani sul BIG ICE, una delle escursioni più attese di tutto il viaggio.
30 DICEMBRE 2016 – THE BIG ICE EXPERIENCE
Sveglia ore 6, colazione in ostello e partiamo per il tour HIELO&AVENTURA verso il PARCO NATIONALE LOS GLACIARES. Raggiunto il parco ci aspetta l’escursione di un’intera giornata al PERITO MORENO. Conosciuto anche come BIG ICE, è uno dei ghiacciai più grandi al mondo, il quinto della Patagonia, ma che è l’unico con la spettacolare caratteristica di essere il più esteso su una superficie d’acqua e quindi sempre in movimento con conseguente rottura di parti delle sue morene, oltre che il maggiormente visibile.Durante il viaggio in pullman facciamo mente locale su eventuali dimenticanze e quando Giulio dice “gli occhiali da sole li avete presi vero?”, io realizzo di no e capisco che sarà davvero dura sul ghiaccio senza… momento di panico, ma spero nella giornata nuvolosa che sembrerebbe non dare cenni al sole di mostrarsi.
Prima tappa alle passerelle panoramiche: qui per più di un’ora possiamo osservare il ghiacciaio e siamo sbalorditi davanti alla sua potenza: attendiamo con ansia che i pezzi di ghiaccio si stacchino dai margini per cadere rumorosamente nell’acqua (la guida spiega che quando si sente il rumore è già troppo tardi per correre a vedere dove cade, bisogna solo avere fortuna e saper aspettare). Rimarresti tutto il giorno ad osservarlo aspettando che cadano i suoi pezzi di ghiaccio con quel frastuono spettacolare che creano. Ma il tempo vola e dobbiamo imbarcarci per la navigazione di 20’ che ci permetterà di vedere il big ice dal lago nel suo punto più basso, per poi arrivare al punto di inizio del trekking che ci porterà sopra di esso. Ci dividono in gruppi e la guida spagnola ci aggrega al suo gruppo spiegandoci che capiamo anche lo spagnolo perché siamo italiani. Facciamo una prima ora di camminata nel bosco a fianco del ghiacciaio che è enorme: quando ti trovi davanti a questi spettacoli naturali capisci quanto noi siamo piccoli in confronto a cosa può fare la natura stessa! Quindi arriviamo nel punto di accesso dove mettiamo i ramponi e l’imbrago per poi salire sul ghiacciaio. Ci sono due trekking che organizza questa unica agenzia autorizzata: uno breve di 2 ore, che è vicino alla zona di imbarco del battello, l’altro di 5/6 ore che consente invece di salire nella parte più centrale del ghiacciaio e che sarà quello che faremo noi. Il trekking sopra il ghiacciaio è spettacolare e i colori che ci sono, soprattutto nei piccoli laghetti che si creano nei crateri, sono fantastici! Abbiamo in compagnia Robert, un brasiliano un po’ goffo vestito con jeans e felpa e non proprio allenato, che alla fine di tutto sarà super soddisfatto per avercela fatta, nonostante la guida e tutto il gruppo abbia dovuto sempre aspettarlo nei vari spostamenti e passaggi. La guida è molto simpatica, ci consiglia anche delle belle foto, è molto esperta e insieme a un altro suo collega conoscono il ghiacciaio molto bene. Ci spiega anche che siamo stati fortunati, non solo perché non ha piovuto, ma soprattutto perché c’è stato poco sole e per nulla vento, tipico invece di tutta la Patagonia e che può essere molto fastidioso. Esperienza stupenda che siamo davvero felici e fortunati ad aver fatto!
Rientriamo nel pomeriggio in battello e ci offrono uno whisky con ghiaccio del perito Moreno che ha la caratteristica di non sciogliersi subito. Ci guardiamo in faccia consapevoli di esserci letteralmente scottati con il tempo nuvoloso che abbiamo preso, ma soddisfatti per i 22km di trekking fatti e portandoci a casa un’esperienza e un ricordo fantastico. Torniamo in ostello e stanchi morti decidiamo di cucinarci lì una carbonara più tonno e piselli(ottima idea di Giulio) e poi di lanciarci nei letti per una bella dormita in attesa dell’escursione di domani.
NB: HIELO&AVENTURA è l’unica compagnia che ha l’autorizzazione ad eseguire escursioni sopra il ghiacciaio.
31 DICEMBRE 2016 – ICEBERG E POTENZA DEI GHIACCIAI PATAGONICI, NAVIGANDO I LAGO ARGENTINO
Anche oggi sveglia presto per una escursione in partenza alle 7 dall’ostello. Oggi andremo in navigazione sul LAGO ARGENTINO per vedere il ghiacciaio UPSALA, il terzo ghiacciaio più esteso al mondo e secondo della Patagonia, caratterizzato dalla presenza di iceberg nella parte sul lago. Infine raggiungeremo e visiteremo l’ESTANCIA CRISTINA. L’escursione è organizzata da VIVA PATAGONIA, agenzia che collabora con l’estancia cristina, una fattoria a concessione governativa, l’unica con vastissima proprietà terrena a nord del lago argentino. Arriviamo al lago e ci imbarchiamo per navigare 3 h su questo fantastico lago di un colore azzurro intenso e molto chiaro proprio perché prevalentemente di origine glaciale. Il vento è fortissimo e gelido, ma la giornata è spettacolare e soleggiata. Raggiungiamo quindi il versante ovest del ghiacciaio Upsala dove gli Iceberg che si staccano dal ghiacciaio sono di scena in quest’area e lasciano tutti a bocca aperta. Successivamente ci dirigiamo a est su un altro braccio del lago argentino e, dopo una tazza di mate con “medialuna” a bordo del battello, raggiungiamo l’Estancia Cristina e saliamo sulla jeep 4X4 che ci porterà al punto panoramico più alto e migliore per vedere il ghiacciaio Upsala.
A bordo del 4X4 con noi ci sono cinque bresciani di cui uno scopriamo essere l’ex sindaco di Brescia: com’è piccolo il mondo! Dopo un tragitto panoramico si giunge al punto di partenza per una breve camminata fino al point of view dell’Upsala. La guida ci spiega la storia del ghiacciaio e come la sua grandezza si sia ridotta estremamente soprattutto a causa dell’inquinamento e dell’effetto serra. Dopo un’ora scendiamo e andiamo all’Estancia Cristina dove abbiamo prenotato il pranzo tipico a base di CORDERO ARGENTINO e EMPANADAS. Nel tardo pomeriggio la guida ci porta a visitare l’estancia, l’area della tosatura delle pecore e un mulino. Quindi torniamo al battello e ripartiamo per due ore di navigazione durante le quali ci facciamo un’ottima dormita e programmiamo la serata in ostello che ci porterà a festeggiare il nuovo anno! Cucina home made, panettone locale, spumante e, con tanta fatica per la stanchezza, brindisi di mezzanotte e all’1 tutti a nanne! Il 2017 non poteva che iniziare nel migliore dei modi: ancora tante avventure in Patagonia per poi raggiungere le Iguazù!
NB: l’escursione che abbiamo scelto di VIVA PATAGONIA è la DISCOVERY, la più completa e della durata di un giorno intero.
01 GENNAIO 2017 – EL CHALTEN ARRIVIAMO!
La giornata inizia con una mattinata libera per El Calafate , ma purtroppo i negozi sono tutti chiusi data la festa del primo dell’anno, e il successivo trasferimento di due ore in pullman per El Chalten, prima del quale riusciamo a comprare, nell’unico negozio aperto, delle empanada di carne per il pranzo. EL CHALTEN fa da base per i grandi trekking e l’escursionismo al FITZ ROY e CERRO TORRES, perciò durante il pomeriggio cerchiamo un posto dove noleggiare racchette per i trekking che ci siamo programmati per i giorni seguenti. Dormiamo al B&B NOTHOFAGUS, molto carino e accogliente, dove abbiamo due stanze con bagno comune e colazione compresa. La ragazza dell’ostello ci consiglia dei posti dove mangiare le prossime sere e qualche negozio che vende alimentari, dove compriamo prosciutto e panini per i giorni seguenti.La sera decidiamo di mangiarci una pizza e andiamo da PATAGONICUS, pizzeria gestita da italiani immigrati in argentina. Un’ora di attesa al banco dove ci beviamo delle birre, poi pizza, un po’ più pesante come impasto rispetto alle nostre e con molto più formaggio. A letto alle 23, ma inizio ad avere lombalgia forte e mi blocco con la schiena purtroppo, sapendo che questo mi impedirà di fare l’escursione di domani verso la base del Fitz Roy, per cui mi sono preparata per mesi.
02 GENNAIO 2017 – TREKKING ALLA LAGUNA DE LOS TRES
Ci svegliamo alle 07.30 ma io sono ancora bloccata con la schiena e devo quindi rinunciare al lungo trekking per la LAGUNA DE LOS TRES. Gli altri partono con il taxi dal B&B fino all’hostaria EL PILAR a nord di El Chalten (taxi 500 $AR): seguiranno un sentiero suggeritoci dalla guida che ci ha accompagnati sul perito moreno, che ci ha spiegato un percorso differente da quello più comune e turistico nella prima parte del trekking. Mezz’ora di strada dove fanno un pit stop al negozio dove il giorno prima avevamo noleggiato delle racchette per camminare per me, per annullare la prenotazione.
Dall’hostaria el pilar si sale lungo il sentiero verso il ghiacciaio de la PIETRAS BIANCA per raggiungere poi da lì l’accampamento POINT CENOT (il percorso si può fare anche dalla fine del paese di El Chalten salendo dalla laguna Capri, anche se tutto in salita). Da qui si attraversa un fiume fino all’accampamento RIO BLANCO, per poi iniziare la salita impegnativa fino alla LAGUNA de LOS TRES (12Km di percorso con dislivello di circa 500m). Il tempo è brutto e il vento è fortissimo con folate improvvise molto potenti, tanto da spostarti anche fisicamente. Decidono di mettersi una buca tra le rocce per aspettare che le nuvole facciano spazio alla veduta del Fitz Roy sopra la laguna, ma purtroppo non si mostrerà. Delusi ma felici per il percorso fatto, tornano a El Chalten scendendo dalla LAGUNA CAPRI (Tempo totale 3h per la salita e 4 per scendere), birretta per aperitivo al B&B e poi cena al ristorante argentino COMO VACA. Abbiamo mangiato la miglior carne alla brace dell’argentina, un LOMO di 300gr, filetto che si scioglieva veramente in bocca. Posto molto carino e assolutamente da consigliare per chi passa da qui!
Nel frattempo la mia schiena inizia ad andare meglio e ci prepariamo al lungo trekking di domani.
03 GENNAIO 2017 – ALLE PENDICI DEL CERRO TORRES: LAGUNA TORRE E MIRADOR MAESTRI
Ho ancora un po’ di lombalgia, ma oggi abbiamo in programma l’hiking alla Laguna Torre e non posso perdermelo. Partiamo dopo la colazione verso le 09.20, ma anche oggi le condizioni meteo non sono a nostro favore. Ci dirigiamo all’inizio del paese, dove imbocchiamo il sentiero che per 11 km ti porta attraverso boschi e fiumi fino alla LAGUNA TORRE : qui le nuvole e la pioggia purtroppo non ci mostrano il CERRO TORRE ma solo la laguna, molto suggestiva. Decidiamo di proseguire per altri 40 minuti circa fino al MIRADOR MAESTRI dove è visibile la lingua del ghiacciaio del Cerro Torre che si immette sulla laguna, mangiamo dei panini e poi rientriamo verso il paese. La camminata è lunga ma non faticosa come dislivello tranne il tratto finale verso il mirador. Scesi al km 6, io e Stefano decidiamo di deviare verso il giro ad anello che ci permette di arrivare alla LAGUNA MADRE e FIGLIA, sapendo che la luce resterà comunque fino a tarda serata proprio per il periodo dell’anno in cui ci troviamo, in cui il sole tramonta verso mezzanotte. (Roberta e Giulio decidono di tornare al B&B perché stanchi anche per il trekking del giorno prima, molto più impegnativo). Il bosco di Nothofagus è molto fitto e non incontriamo praticamente nessuno, tanto che ad un certo punto pensiamo pure di aver sbagliato percorso, ma arrivati alle lagune, il panorama è spettacolare e, i sole, che ogni tanto ci regala la sua presenza, rende i colori stupendi. Proseguiamo poi verso il raccordo del sentiero che porta alla LAGUNA DE LOS TRES e scendiamo verso El Chalten, per altri 7km. Lungo il ritorno ci fermiamo al MIRADOR DE FITZ ROY, con la solita speranza di vederlo, dato il forte vento e il sole, ma niente da fare: la “montagna che fuma” non si mostra. Alle 19.30 siamo in albergo dopo 45 km di cammino , una doccia rigenerante e poi usciamo a cena. Andiamo da AHONIKENS, dove ceniamo con zuppa, insalatona, pollo alla griglia e due bife de cioriso. (NB: al locale, la sera, il coperto non è compreso in argentina si usa, in questo caso, dare una mancia che però noi abbiamo deciso di non dare. Il proprietario scocciato ha borbottato).
04 GENNAIO 2017 – DIREZIONE “FIN DEL MUNDO”
Trasferimento alla fin del mundo, USHUAIA. Colazione alle 06.30, anticipata proprio perché dobbiamo partire, poi a piedi fino alla stazione degli autobus (5 minuti). Alle 07.30 prendiamo l’autobus che ci porterà direttamente all’aeroporto di El Calafate (annulliamo il transfert che avevamo prenotato da El Calafate all’aeroporto perché il bus fa una deviazione e ci lascia direttamente lì anziché andare in città).
Durante il trasferimento ci fermiamo per un caffè a LA LEONA, piccolo centro sul Rio Blanco, con souvenire, e poi ci dirigiamo verso l’aeroporto dove arriviamo alle 10.30. Il volo per Ushuaia è alle 14.45, perciò prendiamo dei caffè, alle 13 pranziamo con degli hamburgeroni e poi ci imbarchiamo per il volo che in 2h ci porta alla fine del mondo.
Arrivati ad Ushuaia prendiamo un taxi (200$AR compresa mancia) che ci porterà all’appartamento in centro città. Il taxista ci racconta un po’ della città e ci fa da guida.
L’appartamento “LA VELA” è grande e apparentemente strano: siamo al 5° piano, con vista fantastica sulla baia di Ushuaia e abbiamo fatto una scelta perfetta.
Usciamo per esplorare la città, il vento è forte e fa freddo con temperature che variano tra i 2 e i 10° di giorno, raggiungiamo l’agenzia CANAL FUN, e confermiamo l’escursione di due giorni che abbiamo prenotato tramite internet. Facciamo la spesa al supermarket LA ANONIMA, ceniamo nell’appartamento con riso, bastoncini di merluzzo e verdure, e poi andiamo a nanna pronti per le due giornate che ci aspettano.
05 GENNAIO 2017 – ESPERIENZE STRAORDINARIE LUNHO IL CANALE DI BEAGLE
Sveglia ore 7 con colazione, e alle 8.15 saliamo sul minivan che ci porterà al luogo di inizio dell’escursione di due giorni “INTO THE HEART OF THE ISLAND” che abbiamo programmato con l’agenzia CANAL FUN, guidata da un team di giovani ragazzi più all’avventura rispetto ad altre agenzie locali. Dopo il giro sul canale di Beagle, l’escursione ci porterà più a nord di Ushuaia, nella terra del fuoco, per vedere l’area del parco del CORAZON DELLA ISLA.
Prima tappa di oggi è la navigazione sul CANALE DI BEAGLE, verso l’ISLA GABLE. Facciamo canottaggio su gommoni da 8/9 persone compresa la nostra guida, Edu, per circa 1h30, ben coperti e con delle tute impermeabili. Scendiamo poi per pranzo in un rustico rifugio su un’isola dove ci cucinano alla brace merluzzo pescato del giorno e lomo.
Durante il pomeriggio facciamo tre ore di trekking con l’altra nostra guida Marie, una ragazza francese che, innamoratasi della Patagonia, ha deciso di vivere lì da 5 anni. Il trekking è molto semplice, con paesaggi naturali incredibili, ricchi della macchia patagonica e in alcune zone, di lenga, tipi di nothofagus della zona . Il fango, che caratterizza la terra del fuoco e la Patagonia, ci accompagna per tutto il tragitto.
Dopo il trekking facciamo una navigazione su una piccola barca, per 1h circa, nella parte est del canale di Beagle fino alla PINGUINERIA dell’ISOLA DI MARTILLO. Qui i pinguini di Magellano sono padroni, come ne abbiamo visti nella penisola di Valdes, e riusciamo a vedere anche il pinguino imperatore con il becco arancio, e il pinguino dal collare giallo. Vento gelido e fortissimo ci accompagna nella parte più australe del mondo. Infine Il motoscafo si dirige all’ESTANCIA HARBERTON, una fattoria e riserva privata molto grande, dove ci aspetta Edu, che ci porterà in 4X4 al LAGO FAGNANO dove ci accamperemo.
Oltre a noi quattro c’è anche una signora francese, Louise, una viaggiatrice solitaria che dopo questa esperienza nella terra del fuoco, andrà in Antartide in nave.
Il viaggio è un po’ lungo e gran parte su strada sterrata, ma i paesaggi come sempre sono molto belli. Arrivati al lago Fagnano, a est della terra del fuoco e il più grande di tutta l’area, scopriamo che il rifugio che ci aspetta in realtà è una casetta di legno con all’interno solo dei tavoli, una stufa e delle panche. Ci propongono di dormire sui tavoli ma vediamo un topo, perciò scegliamo di montarci le tende fuori e di dormire a terra nel bosco, in tende a due nei sacco a pelo a noleggio.
Ceniamo alla griglia con carne , un buon vino malbec e poi io vado stanca a letto, mentre gli altri si fermano ad ascoltare Edu, che narra la storia della Patagonia e dei nativi della terra del fuoco, di cui l’ultima superstite vive ancora in un paesino della terra del fuego.
06 GENNAIO 2017 – NEL “CORAZON DE LA ISLA”: MAGICA PATAGONIA
Dormire in terra in tenda non è certo una soluzione comoda, ma ce l’abbiamo fatta, freddo a parte! La luce entra già dalle 04, ma ci alziamo alle 06.30, sistemiamo i sacchi a pelo, smontiamo le tende, facciamo colazione con panini e dulce de leche (ormai nostra manna quotidiana), succo, caffè, the e yogurt e poi partiamo per l’avventura in 4X4 di questa mattina.
Scattiamo le ultime foto sulle rive del LAGO FAGNANO e via: Edu ci guiderà sul 4X4 out-road sul lago e in zone sterrate che conosce come le sue tasche. Lui infatti vive e lavora qui da 25 anni ed è un maestro in questo lavoro: divertentissima avventura per 1h tra buche, pozze d’acqua altissime, fango, ecc …
Prossima meta della giornata sarà, dopo due ore di viaggio, il parco provinciale del CORAZON DE LA ISLA sopra il lago Fagnano.
Facciamo una tappa stop intermedia in una cittadina, TOLHUIN, set cinematografico anche di un film horror a quanto detto dalle guide, per poi deviare poco dopo a sinistra in uno sterrato, in mezzo alla steppa e ai cavalli selvaggi della terra del fuoco, che ci porterà fino all’ingresso del parco provinciale.
Qui inizia la camminata di oggi che, fuori sentiero e condotti da una bussola e dalla nostra guida Marie, ci porterà alla cima del monte da dove potremo godere la vista sulla maggior parte dei laghi sconfinati del cuore della terra del fuoco argentina. Il trekking durerà circa 1h e 30, un po’ rallentati dalla signora Louise, ed attraverseremo una steppa con cavalli, un bosco di notofaghus e lenga completamente distrutti dal forte vento persistente e ricco di guanachi, dei laghi con dighe creati dai castori (che purtroppo non vedremo), per poi arrivare alla meta e goderci lo spettacolo. Ci appare un paesaggio superlativo, ricco di laghi da nord a sud, da est a ovest, e nonostante il vento davvero fortissimo, gli scatti che realizziamo sono stupendi grazie anche alla fantastica giornata di sole. Pranziamo con dei panini e empanadas fatte da una signora di Usuhaia che collabora con Canal Fun, e dopo un’oretta ritorniamo al punto di partenza dove ci aspetta Edu.
Sulla strada del ritorno ripercorriamo la bellissima ROUTA n°3, dove il PASSO GARIBALDI ci apre la vista sul lago ESCONDIDO con un arcobaleno dopo un piccolo acquazzone.
Alle 18.30 raggiungiamo l’appartamento a Usuhaia, facciamo una doccia e usciamo a cena. Questa volta andiamo al DUBLIN, un pub irlandese sotto il nostro appartamento, che ci hanno vivamente consigliato sia il taxista sia le guide di canal fun. Aspettiamo per un’ora il tavolo, mentre ste ed io cerchiamo un punto bancomat per avere contanti per pagare al pub perché accettano solo “effetivo” e non carte di credito. Ceniamo con 2 pizze e una frittura di calamari squisita!
A mezzanotte tutti a dormire, davvero stanchi morti.
07 GENNAIO 2017 – COME ESPLORARE IL PARCO NAZIONALE DELLA TERRA DEL FUOCO
Oggi la giornata è dedicata al parco nazionale della terra del fuoco, a ovest di Ushuaia.
Dopo una difficile decisione su come visitarlo e se prendere o meno il treno della fine del mondo, (treno che accompagnava i detenuti)all’unanimità la scelta è sveglia ore 08 e noleggio auto. Il viaggio con il TRENO DELLA FIN DEL MUNDO è molto lento (1h solo per l’andata)e costeggia soprattutto la parte nord del parco sotto le montagne, in più ha un costo di 50€ a testa più l’ingresso al parco, perciò abbiamo scartato l’idea. Così, come detto sopra, decidiamo di noleggiare un auto al TIGER RENT, che ci costerebbe comunque meno che andarci in pullman o prendendo un taxi, dato che siamo in quattro. Purtroppo però non avevamo previsto che le auto non fossero disponibili perché già tutte noleggiate! Cerchiamo un’alternativa, e tramite l’agenzia REMISE TAXI troviamo l’opzione di pagare un “taxi con guida” che per quattro ore ci accompagnerà all’interno del parco nazionale e ci darà anche qualche spiegazione in merito ai luoghi che visiteremo. Il costo è di 1800 $AR (circa 115€ in 4). Opzione migliore, anche perché, l’alternativa dell’uso della bicicletta, che ci ispirava molto, non ci avrebbe permesso di visitare il parco in cosi poco tempo (il parco dista 20km dalla città e in più è vastissimo all’interno).
Alle 10.00 facciamo ingresso al “PARQUE NATIONAL DELLA TIERRA DEL FUEGO” dopo aver pagato 210 $AR cad per accedervi. Prima tappa è l’ufficio postale più a sud del mondo, emblema del parco: ci troviamo di fronte all’ISLA REDONDA nel CANALE DI BEAGLE. Non possiamo non farci timbrare i passaporti con il timbro della “correo mas austral del mundo” (50 $AR cad) da un argentino che lavora qui praticamente da tutta la sua vita, e spediamo due cartoline alle le nostre famiglie. Da qui parte un bellissimo sentiero lungo la costa del canale di Beagle che conduce alla BAHIA LAPATAIA, che noi raggiungeremo più avanti nella mattinata con l’autotaxi (il tempo a disposizione purtroppo è poco).
Prossima tappa il LAGO ROCA. Qui facciamo una breve passeggiata di 15 minuti lungo il rio lapataia e le sue paludi ricche di anatre e uccelli, fino al lago. Ci fermiamo poi per u caffè ad un hotel accanto al lago con terrazza panoramica e un museo dedicato ai nativi della terra del fuoco.
Ripartiamo poi per il MIRADOR DELLA LAGUNA VERDE, punto panoramico spettacolare su un lago e le paludi attorno alla torba circostante, dai colori verde smeraldo incredibili.
Ultima tappa è un sentiero, di circa 20 minuti, che ci condurrà al punto più a sud del parco nazionale, BAHIA LAPATAIA: a destra il Cile, a sinistra l’Argentina, davanti a noi il canale di Beagle e… l’Antartide! Siamo alla fine del mondo! È pazzesca l’emozione di aver raggiunto questo spettacolo!
Alle 14.00 rientriamo a Ushuaia e, dopo pranzo con pollo da rosticceria, dedichiamo il pomeriggio a esplorare la città e i negozi che regala la via principale. Dopo essere stati al MUSEO MARITTIMO E DEL PRESIDIO, rinunciamo a entrarci perché veramente molto caro, scendiamo al porto per fare le foto di rito con il cartello “USHUAIA FIN FDEL MUNDO” e visitiamo il mercatino dell’artigianato locale. Infine ci lasciamo un paio d’ore di shopping per i souvenires, per l’immancabile maglia dell’hardrock(qui appena inaugurato), e perdere Giulio che fa anche una puntatina la casinò.
A cena abbiamo prenotato alle 22, da bravi argentini assodati, da CHIKO, un piccolo ristorante cileno, con l’obiettivo di assaggiare il famoso granchio patagonico CENTOLLA, una specialità locale che, come avevamo previsto, non ci delude affatto!
La giornata volge al termine e quasi ci addormentiamo sui piatti, tanto che a mezzanotte e mezza, con il sole appena sceso oltre le nubi, ci abbandoniamo in un sonno profondo a letto, ben consapevoli che l’indomani ci dovremo svegliare alle 06.00 per il volo vero le Iguazù.
08 GENNIO 2017 – DA 0 A 33 GRADI: VERSO LE IGUAZU’
Sveglia ore 06.00, colazione e taxi (che ritarda di 20’ in un panico nostro generale per paura che il proprietario si fosse scordato di prenotarcelo) che ci porterà all’aeroporto per il volo delle 09.00 Ushuaia-Buenos Aires con arrivo alle 12.15. Pranziamo in aeroporto, con insalate e panini alla milanese, in attesa del prossimo imbarco alle 15.00 per il volo delle 15.30 che in circa due ore ci porterà a Iguazù. Ci prepariamo al cambio di clima!
Alle 17.00 atterriamo a PUERTO IGUAZU’ AIRPORT, prendiamo un taxi (il taxista, rinominato da noi Don Giorgio per somiglianze al don del nostro paese, guidava lentissimo!) con costo fisso di 350 $AR, che ci porterà dopo 20km alla città di PUERTO IGUAZU’. Abbiamo prenotato due camere presso VILLA 14 B&B, da una signora di nome Claudia che affitta le stanza presso la sua casa, appena fuori dal centro cittadino. La zona è molto tranquilla, a strada a fondo chiuso che dà sul rio Iguazù, e infatti siamo circondati da fitta vegetazione equatoriale e uccelli tropicali.
La temperatura caldo-umida è davvero impressionante, soprattutto venendo dai 5° di Ushuaia, e decidiamo, anche se sono le 18, di tuffarci nella piscina della villa e berci una birra fresca: ottima idea! La sera usciamo per cena alle 20.45, con la speranza faccia meno caldo, ma non è cosi perché le temperature sono davvero alte, soprattutto a causa dell’umidità. Il sole qui non tramonta più alle 23, come in Patagonia, e già c’è buio. Scegliamo di cenare su consiglio della signora Claudia e del taxista da “LA RUEDA”, un ristorante storico del paese, in centro, per provare il SURUBI’ e il PACU’, pesci tipici della zona. I piatti sono molto buoni e anche scenografici (uno rappresentava la “garganta del diablo” , la cascata più famosa delle Iguazù falls)e guarniti con ottima frutta tropicale, che qui ha tutt’altro sapore che da noi. Accompagniamo il tutto con due birre LA PATAGONICA e poi… a mezzanotte tutti a nanna.
09 GENNAIO 2017 – A BOCCA APERTA DAVANTI ALLO SPETTACOLO DELLE CATARATA DE IGUAZU’
Oggi raggiungeremo una delle sette meraviglie del mondo: le cascate dell’Iguazù!
Ci svegliamo alle 06.30, colazione alle 7.00, facciamo amicizia con il cane di nome Mora della signora Claudia, e poi via, direzione cascate Iguazù lato argentino.
Prima cosa da fare è il prelievo ATM per avere contanti per l’ingresso al parco nazionale, dato che non accettano la “targeta”, carta di credito, e la sera precedente non funzionavano i terminali. Passo successivo è prendere un taxi per il parco, consigliato sia dalla guida lonely planet sia dalla signora Claudia stessa, dato che siamo in quattro, anche perché l’ingresso argentino dista 20km circa da dove alloggiamo( L’autobus infatti ci sarebbe costato 120 £AR cad solo andata mentre il taxi 350£AR andata e 300 £AR il ritorno (spesa totale). Brutta notizia però: i terminali ATM sono ancora “vuoti” nonostante siano le 8 e la banca di Porto Iguazù sia già aperta. Ci mettiamo in coda allo sportello bancomat della banca, con i lunghi tempi argentini (40’) , ma nulla da fare, il terminale non funziona. Nel frattempo Giulio e Roberta riescono a prelevare da un altro ATM e comprano anche dei panini per il pranzo, e decidiamo di rinunciare al secondo prelievo ATM perché vogliamo arrivare il prima possibile alle Iguazù, avendo già perso molto tempo.
Il taxi ci lascia all’ingresso CATARATAS DEL IGUAZU’ – parco nazionale dell’Iguazù. Prendiamo i biglietti per la giornata (330 £AR cad- circa 20€) e finalmente entriamo! La foresta equatoriale atlantica domina tutto il parco insieme alla sua terra rossa, che abbiamo scoperto essere la fonte principale per la coltivazione del mate argentino, che cresce proprio in queste zone!
Il caldo umido è molto e il sole scotta, in più ci dobbiamo armare di repellenti per gli insetti e le zanzare che ci vengono offerti gratis al tourist office come prevenzione, data la diffusa Dengue e, in brasile, la Zika.
Decidiamo come prima cosa di prenotare il giro in gommone di 15 minuti che ci porterà sotto le cascate. Primo posto libero alle 12.20, quindi nel frattempo ci dirigiamo verso le passerelle panoramiche dei vari circuiti costruiti sopra e attorno le cascate. Il lato argentino ti permette di arrivare vicinissimo alle cascate stesse, ma non avere una visione panoramica dell’insieme di tutte queste, che invece è peculiare del lato brasiliano.
Partiamo da PASEO SUPERIORE , che permette di vedere diverse piccole e grandi catarate, tra cui il SALTO BOSSETTI, che ha scoperto proprio queste spettacolari meraviglie del mondo. In fondo a questo circuito si arriva alla CATARATA SAN MARTIN, la seconda cascata più grande e potente delle Iguazù dopo la garganta del diavolo. Dopo il giro del circuito superiore, imbocchiamo il PASEO INFERIORE, che scende sotto le cascate fino al fiume. Questo tratto è molto bello perché ti permette di ammirare e godere ancora di più della potenza dei getti di ogni cascata e di rinfrescarti con i miliardi di spruzzi che generano. Dopo un pranzo veloce con i panini, scendiamo al piccolo molo da dove partono i rib : l’attesa sotto il sole è estenuante e non hanno previso dei posti all’ombra tanto che ci scottiamo pure, ma il giro ripagherà l’attesa! Ne usciamo letteralmente fradici perché ti portano proprio sotto le cascate, tra cui quella potentissima di san martin. È un’esperienza fantastica e ci divertiamo da matti, urlando e ridendo a più non posso. Impossibile salare quest’avventura se si visita questo luogo!
Scesi dal gommone l’obiettivo era l’isoletta di San Martin , ma i traghetti gratis alle 13.30 sono ormai chiusi e l’accesso è solo per la mattina. Purtroppo dovremmo rinunciarci, quindi andiamo verso l’ultima incredibile tappa: LA GARGANTA DEL DIABLO.
La gola del diavolo è la cascata più potente e grande di tutto il parco nazionale, talmente potente che ne si vedono gli spruzzi dall’aereo mentre si sorvola la zona e non si lascia ben vedere proprio a causa dello spray generato dal suo getto d’acqua. Saliamo sul trenino verde che ci condurrà al punto di partenza della passerella che sul fiume conduce alla gola della cascate, ma…gli imprevisti ci piacciono proprio perché sono tali! Un improvviso, potente e freddo acquazzone tropicale ci travolge mentre stiamo per raggiungere la cascate nel punto finale della lunga passerella, ma ormai siamo arrivati e non ci rinunciamo: le foto scattate sono incredibili, con la pelle d’oca e la bocca spalancata ci si presenta questo spettacolo pazzesco e lacrime di gioia scendono per quel senso di liberta paurosa che la natura ci sta regalando! È straordinario quanto ci lasci allibiti l’enorme potenza d’acqua che si scatena dalla garganta del diablo proprio dietro e sotto di noi!
La tempesta tropicale non ci dà tregua e rapidamente torniamo indietro. Siamo fradici e i getti di pioggia scendono talmente forti da fare male e fa addirittura quasi freddo! pazzesco! non riusciamo nemmeno a correre perché sulle passerelle si scivola! Però, finalmente, siamo quasi di nuovo al punto di partenza del treno ma… la tempesta sta passando e di nuovo il sole sta per splendere… cosa facciamo? Ci guardiamo un attimo e ci capiamo al volo: si ritorna alla garganta per vederla con il sole. Che spettacolo! Un arcobaleno la sovrasta e lo spray dell’acqua è minore senza la pioggia. Magnifica!
Concludiamo poi tornando all’ingresso del parco nazionale, dove la gente sta uscendo perché alle 18.00 il parco chiude, e facendo qualche acquisto etnico dalle popolazioni locali, i GUARANI’, che allestiscono un piccolo mercato proprio qui il tardo pomeriggio.
Rientriamo in taxi, doccia e aperitivo in un ostello che offriva due cocktails a 60£AR, e proviamo finalmente coca e fernet, molto bevuto in argentina, e Giulio offre un secondo giro. Andiamo poi a cena al ristorante AQVA, anche quello consigliatoci dalla signora Claudia, dove mangiamo ancora il buon pesce locale, questa volta con un vino e un dolce (io prendo un dolce fatto con creme brulet al mate, mandioca caramellata, una radice a forma di mano che cucinano in diversi modi, e una crema da bere a base di cognac e mate). Tutto squisito!
A nanna alle 23.30 esausti ma sapendo che domani ci aspetta il parco dal lato brasiliano.
NB: nel parco delle cascate Iguazù vivono molti animali esotici tra cui un sacco di COATI’. Questi ultimi non sono così aggressivi come descritti, sempre se il turista non si mostra con sacchetti di cibo e soprattutto non gliene offre. Abbiamo visto un bellissimo tucano, un piccolo coccodrillo, delle scimmie cappuccino, piccole iguane e molti uccelli e farfalle.
10 GENNAIO 2017 – LO SPLENDORE DELLA VISTA PANORAMICA BRASILIANA DELLE CATARATAS DO IGUAÇU
Secondo e ultimo giorno alle Iguazù. Oggi esploreremo il lato brasiliano , a Foz do Iguaçu, situata nello Stato brasiliano del Paraná, dove entreremo al parco CATARATAS DO IGUAçU.
Saliamo sull’autobus delle 08.30, al terminal dove abbiamo comprato i biglietti la sera prima per 80£AR cad andata e ritorno (il taxi sarebbe costato 450£AR solo andata), e ci metteremo circa 1h per raggiungere l’ingresso del parco, anche se situato più vicino di quello argentino perché dovremo passare la frontiera argentina e entrare in Brasile: altro timbro sul passaporto! Sull’autobus ci sono con noi anche due ragazze di Barcellona che dormono dalla signora Claudia e ci conosciamo meglio. Arriviamo al parco e entriamo: ci sono code in ogni parte del parco, sia alla biglietteria , sia per entrare, sia per salire sull’autobus che ci condurrà alla prima tappa dei vari punti panoramici. Ci sono molti gruppi organizzati e tantissima gente, niente a che vedere con il giorno prima in argentina.
Il caldo è tanto anche oggi, nonostante la giornata più nuvolosa ma speriamo di scattare bellissime foro panoramiche e che esca un po’ di sole.
Il pullman che prendiamo è doppio e saliamo al piano superiore perché aperto e più areato: ci lascerà al primo punto d’accesso a un sentiero panoramico con visione globale delle cascate Iguazù proprio di fronte a noi, dove ieri eravamo a camminare sulle passerelle. La visione intera delle cascate ti dà l’idea della loro grandezza e maestosità ed è davvero fantastica. Dalla fine del sentiero parte la passerella di legno che ti conduce sopra il fiume fino allo strapiombo dove, in fronte a te, ti ritrovi la vista mozzafiato della garganta del diablo. Speravamo oggi di non bagnarci come la giornata precedente e invece… anche qui lo spray delle cascate è talmente forte che ci inzuppiamo completamente.
Di ritorno all’inizio della passerella, saliamo con un ascensore al punto panoramico più in alto di una torretta , dove da una terrazza si sovrastano le Iguazù. Inizia però a diluviare, e data l’esperienza di ieri, ci ripariamo nel bar dove nel frattempo gustiamo il latte di cocco direttamente da un cocco gigante verde .
Alle 12.05 ci dirigiamo poi verso la stazione dei pullman per tornare all’ingresso del parco e ovviamente non manca la fila di 15 minuti circa anche qui. Usciamo alle 12.45 di fretta dal parco per prendere l’autobus che passa ogni ora da qui con direzione Puerto Iguazù. Peccato che l’autobus delle 13 non passa, e dobbiamo perciò prendere quello delle 14. Per fortuna che siamo partiti prima ben sapendo di avere il volo nel pomeriggio per Buenos Aires: gli argentini hanno una concezione della puntualità molto differente dalla nostra. Raggiunta la cittadina e rientrati in Argentina, pranziamo alla CAFETERIA vicino alla stazione deli autobus, a buffet che paghiamo in base al peso dei piatti (circa 8€ a testa) e torniamo a prendere i bagagli da Claudia, che cortesemente ci chiama un taxi per tornare in aeroporto.
Prossima tappa BUENOS AIRES! Saliamo sul volo delle 18.00 che arriva a EZE in anticipo alle 19.30, prendiamo un taxi nero-giallo che paghiamo con gli ultimi 50€ che abbiamo (per fortuna perché i bancomat non funzionavano e nessun taxista ci prendeva la carta di credito) e raggiungiamo l’HOTEL ARGENTINO, che si trova sull’ AVENIDA JULIO 9 proprio appena prima dell’incrocio con avenida de Mayo. Usciamo per cena ma cerchiamo un posto vicino perché molto stanchi. Decidiamo per il BAR DALì, che oltre a non essere nulla di speciale non è neppure pulito. Cena e poi a letto verso mezzanotte.
11 GENNAIO 2017 – RITORNO A BUENOSAIRES: SAN TELMO E LA BOCA
Sveglia alle 08.30 e colazione in albergo inclusa. Oggi visiteremo i quartieri di SAN TELMO e LA BOCA.
Passiamo davanti alla CASA ROSADA e scendiamo verso PIAZZA DORREGO, ma facciamo una deviazione nel passaggio SAN LORENZO dove, in un cortile al 31s, troviamo un bar costruito in una vecchia chiesa. Un singolare signore europeo e che vive a Buenos Aires da anni ci spiega la storia della chiesa e ci lascia il biglietto da visita per l’affitto di appartamenti suoi che si trovano sopra il bar. Ci parla anche di “un’indulgenza plenaria” che pare si possa avere in quel luogo, ma in realtà non riusciamo a capire bene tutto ciò che ci racconta, quindi, dopo una fresca limonata, ce ne andiamo. Cerchiamo nella via, come descritto dalla guida, un locare di artigianato , ma oltre a non trovarlo, le persone del quartiere non lo conoscono proprio, e invece ci imbattiamo in un fruttivendolo che vende anche prodotti biologici, molto inusuale per a zona della città in cui ci troviamo.
Proseguiamo e visitiamo PIAZZA DORREGO con i suoi bar e tavolini all’aperto, il PARCO LIZAMA, fino a raggiungere il quartiere malfamato della BOCA. Prima tappa allo stadio la BOMBONERA : un tour guidato nello stadio del BOCA, emblema del calcio, perché Giulio, Ste e Roby sono dei super appassionati. Restiamo nello stadio 4h e pranziamo lì, mentre nel pomeriggio facciamo un giro alla zona coloratissima del EL CAMINITO. Come suggerito e avvisato in tutte le salse, prestiamo attenzione a borseggiatori, ma il quartiere è super affollato di turisti. Qualche souvenire e poi torniamo verso l’albergo. Anche oggi 28km a piedi!
Sulla strada del ritorno ci fermiamo nella PIAZZA DORREGO, beviamo una birra in uno dei bar della piazza e restiamo per ammirare dei danzatori di tango.
Dopo la doccia usciamo a cena e decidiamo di andare a mangiare al PARILLA PENA , ma…è chiuso per ferie e proprio a partire da oggi! Deviamo quindi per un altro ristorante nelle vicinanze, il TEODORO, dove mangiamo lomo e la “pasta sorrentino” al ragù. Buono ma nulla di speciale. Torniamo quindi in albergo, percorrendo la VIA CORRIENTES, ricca di cinema e teatri che pullula di gente durante le serate di movida della città.
12 GENNAIO 2017 – BUENOS AIRES: TRA I QUARTIERI DI PALERMO, RECOLETA, SOHO E RITIRO
Ci svegliamo di nuovo alle 08.30 e dopo colazione, ci accorgiamo che nella hall dell’albergo c’è un gruppo di signore di circa 65 anni che parlano italiano: sono le amiche di Pavia che abbiamo incontrato durante la cena al ristorante La Rueda alle cascate Iguazù, dove avevano pure fotografato i nostri piatti! Scambiamo due chiacchiere e poi partiamo verso le destinazioni di oggi: il quartiere PALERMO, SOHO e VEHIO, con passeggiata nel PARCO 3 FEBBRAIO.
Arriviamo in metro proprio al quartiere Palermo con il suo immenso parco. Iniziamo perciò a esplorare tutta l’area e partiamo dal GIARDINO DELLE ROSE, con il vicino lago delle anatre e le fontane. Decidiamo poi, però, di non entrare né al giardino zoologico né al parco giapponese, poiché entrambi a pagamento. La giornata è splendida e il parco nell’area di Palermo è immenso. Qui la gente viene a prendere il sole, a rilassarsi, a giocare con i bambini e a fare jogging e sport all’aperto: è davvero stupenda quest’area più agiata e benestante della città con un grande polmone verde molto particolare.
È una giornata in cui vorrei passare del tempo un po’ staccata dal gruppo, ma Stefano non è dell’idea di lasciarmi esplorare da sola i quartieri Buenos Aires. Quindi decidiamo di dividerci in coppie e ognuno di passare parte della giornata a visitare ciò che preferisce. Noi ci fermeremo ancora un po’ nel parco, poi seguirò Ste che mi condurrà nel quartiere SOHO per provare a pranzare nel famoso ristorante DON JULIO. Arriviamo lì, ma purtroppo è chiuso, e perciò pranziamo nel ristorante proprio di fronte con due hamburger e poi ci dirigiamo in taxi nella zona del CIMITERO RECOLETA.
Il CIMITERO di RECOLETA è uno degli emblemi della città di Buenos Aires: all’interno, oltre che esserci dei tour organizzati per spiegare come è strutturato e la storia di chi ci è sepolto, si trova la tomba di EVITA (EVA PERON) , patriota nazionale e amata da tutti gli argentini. Inoltre ogni tomba è creata come se fosse un monumento ed è assolutamente unico nel suo genere. Un must se si viene in città. Proseguiamo poi facendo un salto nel centro commerciale dedicato alla casa, che è stato costruito nella zona proprio sotto al cimitero e, qui, casualità, incontriamo Giulio e Roberta!
Riunito il gruppo, ci dirigiamo a piedi nell’area vicino alle università dove è stato costruito un parco- area verde in cui si trova la FLORALIS GENERICA. È un gigantesco fiore d’acciaio che ha dei petali che si aprono e si chiudono all’alba e al tramonto, favoloso anche solo da ammirare per la sua grandezza. Facciamo un riposino 15 minuti sdraiati nel prato del parco, per poi dirigerci verso il quartiere RITIRO.
Percorriamo AVENIDA ALVEAR, nota via del lusso di Buenos Aires, fino alla FIORERIA ATLANTICA. Ricordate i primi giorni in argentina che abbiamo provato ad andarci per un aperitivo ma era chiusa? Ebbene non demordiamo e ci riproviamo di nuovo, anche perché il bar nel sotterraneo è nella top 50 bar migliori del mondo del 2016 e noi siamo qui! Aspettiamo l’orario di apertura ed entriamo nel fiorista, dove una porta all’interno ci conduce nella scala che porta nel sotterraneo, dove si apre un bar favoloso! Gustiamo quattro fantastici cocktail per la modica cifra di 10 euro (e calcoliamo che siamo in uno dei 50 bar migliori al mondo) ma non ci fermiamo per cena (io prendo un cocktail a base di mate, skyii e menta) perché vorremmo provare a tornare da Don Julio a Soho.
Rientriamo in albergo stanchi morti per i km percorsi, facciamo una doccia e poi usciamo per dirigerci di nuovo al quartiere Palermo in metro. Raggiungiamo il ristorante DON JULIO per tentare di mangiare la nostra ultima PARILLAS, ma la coda fuori e a gente in attesa è tantissima! Chiediamo per metterci in lista d’attesa, ma ci dicono almeno un’ora e, un’ora per gli argentini, è sicuramente molto di più… quindi ci vediamo costretti a rinunciarvi e ci spostiamo verso la PIAZZA SARMENTE. Ceniamo in un ristorante argentino, SALVDOR, dove ordiniamo ASADO (le nostre costine), CERDO (carne di maiale) e OJO DE BIFE (carne di manzo) alla griglia.
Le attese sono sempre lunghe e, come al solito, noi quasi ci addormentiamo sui piatti dalla stanchezza. Alla fine della serata torniamo in taxi all’OBELISCO per ammirarlo illuminato un’ultima volta, e da lì, a piedi, all’hotel che raggiungiamo stanchissimi all’1 dell’ultima notte in questa città eclettica e molto calorosa.
13 GENNAIO 2017 – UN SALUTO E VIA
Ultima mattinata a Buenos Aires. Abbiamo qualche ora prima della partenza per il lungo viaggio di ritorno e quindi, dopo la colazione, facciamo un’ultima tappa nella PIAZZA DEL CONGRESSO, per poi tornare al CAFFE’ TORTONI, per ammirare all’interno la storica caffetteria- teatro della città.
Alle 11 ci aspetta il taxi per EZE, dove ci imbarchiamo sul volo di ritorno alle 14.15 con scalo a Heathrow. L’indomani mattina arriveremo a Milano alle 09.20 carichi di mille esperienze in una terra straordinaria, che ha saputo regalarci emozioni uniche e paesaggi incredibili che non troveremo da nessun’altra parte al mondo.
Grazie ARGENTINA, torneremo presto a trovarti…
Giovanna