Argentario, la Toscana mediterranea
Si parte nel primo pomeriggio di un sabato d’estate. Direzione Monte Argentario. Ci piacciono le digressioni strada facendo. Un affaccio al minuscolo borgo di Paganico per dare un’occhiata agli affreschi della chiesa di San Michele, poi direttamente a Grosseto.
Rapida sistemazione in un accoglientissimo B&B dentro le mura e poi subito a fare quattro passi nel centro storico. Gradevole e veloce da girare. Bella la piazza principale con il duomo (chiaramente restaurato in tempi recenti) e il palazzo Aldobrandeschi. Al centro il monumento a Canapone, un gruppo scultoreo dedicato al Granduca Leopoldo II di Lorena. Molto vivo il corso Carducci che dalla piazza raggiunge l’area della cinta muraria. A proposito, una delle cose più interessanti di Grosseto è proprio la quasi perfetta conservazione delle mura cittadine, un forte segno storico-urbanistico che poche città possono vantare.
La cena, in una trattoria tipica, non è stata male, ma ci si aspettava di meglio.
L’indomani, intorno alle 10.00 lasciamo la città per dirigerci al tombolo della Giannella dove abbiamo prenotato una camera doppia per tre notti in una pensione ospitale e prospiciente il mare.
Senza perdere tempo, abbiamo abbandonato i bagagli in camera e – viste le alte temperature – ci siamo buttati in un’acqua trasparente e invitante per restarvi in ammollo per un bel po’.
Verso le sei del pomeriggio abbiamo fatto un giro ad Orbetello che con la sua laguna e il delizioso centro storico ha allietato le ore del tramonto. Ricco di negozietti il corso Italia che conduce fino alla bella piazza Eroe dei due Mondi con il Palazzo del Podestà purtroppo in restauro al nostro passaggio. Affascinante la facciata del Duomo, ma quello che più ha catturato la nostra attenzione è stato – sulla via del ritorno verso l’auto parcheggiata in un’area pubblica a soli 10 centesimi l’ora (!) – il Mulino Spagnolo del ‘500. Con un sole infuocato che moriva alle sue spalle, ci si è fermati abbastanza a scattare un bel po’ di foto.
Su suggerimento di alcuni amici, abbiamo mangiato a base di pesce presso il ristorante della pensione dove alloggiavamo. Voto: un sette meno meno…
Il giorno dopo per il mare abbiamo scelto ‘La Cantoniera’ una piccola spiaggia situata poco prima di Porto Santo Stefano. Mare stupendo tra ciottoli e scogli. Abbiamo ritenuto l’attrezzatura (un ombrellone e due lettini) abbastanza cara, ma considerato che il parcheggio era gratuito i conti sono tornati…
Rapido momento di relax in albergo e poi un giro in auto su per il Monte Argentario. Pensavamo di arrivare a Porto Ercole percorrendo l’intera strada Panoramica, ma purtroppo a metà percorso abbiamo dovuto fare inversione di marcia a causa di interruzioni dovute a frane e cedimenti stradali.
La cena a Porto Ercole, in un ristorantino tipico del porto, è stata eccezionale. Ottimo pesce fresco a prezzi tutto sommato ragionevoli. Il borgo non ci ha meravigliati più di tanto, a parte la zona all’estremità settentrionale della piccola baia ricca di imbarcazioni.
Il giorno seguente è stato dedicato totalmente al mare. Una passeggiata a Porto Santo Stefano (architettonicamente il centro lascia un po’ a desiderare, ma bisogna ricordare che è stato quasi completamente raso al suolo durante la seconda guerra mondiale) e poi gita in barca all’isola del Giglio e a Giannutri. Incluso nel prezzo anche un buon primo piatto di pesce.
La sosta al Giglio è stata breve ma utile a convincerci di organizzare un bel weekend lungo in totale relax, magari la prossima estate. Abbiamo fatto il bagno alle ‘Cannelle’ in un acqua che farebbe invidia ai mari della Sardegna. S’è poi dato uno sguardo a Giglio Porto dal cui molo non si poteva evitare di notare (ahimé) il relitto della nave che negli ultimi mesi ha riempito le prime pagine di quotidiani e TG.
Anche la selvaggia Giannutri ci ha riservato un momento spettacolare di natura e relax. Attenzione agli scogli pieni di ricci…! Nei complessi turistici semiabbandonati trapela chiaramente un felice periodo di frequentazioni dell’alta borghesia risalente ormai a qualche anno fa.
Il rientro è stato anticipato di una mezz’ora causa di repentini cambiamenti delle condizioni del mare.
Per cena abbiamo scelto un buon ristorante adocchiato due giorni prima ad Orbetello. Le pietanze ci hanno lasciati più che soddisfatti.
L’ultimo giorno lo abbiamo organizzato in questo modo. In mattinata ancora relax in spiaggia alla Giannella. Poi un’insalata al bar dell’albergo e partenza verso le 16.00. Un rapido fuori programma al convento dei Padri Passionisti sul Monte Argentario da cui si gode un panorama mozzafiato sull’intera laguna. A onor del vero vale poco la pena visitare la chiesa. Piccola e senza punti di particolare rilievo.
Decidiamo di tornare a Firenze passando per Massa Marittima. Il centro storico è tenuto benissimo ed è molto suggestivo. La Cattedrale, dedicata a San Cerbone, è senz’altro la perla della cittadina. Bella la facciata in marmo e travertino, ma incantevole è anche l’interno a tre navate, con un rosone in controfacciata di mirabile fattura.
Prendiamo una bibita fresca in piazza e dopo dritti a casa, contenti di aver trascorso 4 giorni in un bel territorio meritevole di ulteriori visite…