Appunti disordinati di viaggio

Stavolta lo faccio, questo è il mio pensiero ricorrente, infatti con il permesso verbale di tutti i miei compagni d’avventura ho deciso di scrivere a turisti per caso, perché mi pare giusto mettere a disposizione di tutti la nostra esperienza. Prima di partire ho tratto, anche da turisti per caso, informazioni che mi sono state utili per la...
Scritto da: Bruno Sciuto
appunti disordinati di viaggio
Partenza il: 01/06/2005
Ritorno il: 06/06/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
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Stavolta lo faccio, questo è il mio pensiero ricorrente, infatti con il permesso verbale di tutti i miei compagni d’avventura ho deciso di scrivere a turisti per caso, perché mi pare giusto mettere a disposizione di tutti la nostra esperienza.

Prima di partire ho tratto, anche da turisti per caso, informazioni che mi sono state utili per la buona riuscita del tour che ci ha visti impegnati per Vienna. Sicuramente troverete frasi e idee confuse e disordinate, soprattutto piene di errori o come avrebbe detto Silvana “orrori”, ma a costo di essere ridicolo io, Bruno, ci provo, anche perché non costa niente.

Si COSTARE questo è il tema ricorrente di chi come me, gran tirchio almeno così dicono gli amici, vuole ottenere il massimo con il minino sforzo economico; perciò senza ulteriore indugio e tentennamento, passo alla descrizione di quello che abbiamo vissuto dal 01/06/2005 al 06/06/2005.

Siamo in cinque: Bruno, Emilia, Giuseppe (Pippo), Silvana e Pina, abbiamo prenotato nel lontano mese di gennaio 2005 dalla compagnia http://www.Skyeurope.Com al fantastico prezzo, tasse comprese, di € 67,50, con partenza dall’aeroporto Leonardo da Vinci in Fiumicino. Il problema è stato arrivare all’aeroporto in questione, considerato che noi abitiamo in uno splendido posto: paraggi di Taormina, (Siciliani semu) che dista 800 Km. Facendoci i conti decidiamo di spolverare la mia Picasso ed avventurarci nella ormai mitica A3 Reggio Calabria-Salerno. Praticamente ci siamo guadagnati il paradiso, almeno così ha detto Pippo, lui per questioni religiose sembra cavarsela egregiamente. Partenza alle ore 03,00 ed arrivo al posteggio “CONSORZIO ITALIA 92 FIUMICINO”, alle ore 12,30, naturalmente ho guidato solo io, voi vi fidereste della guida di vostra moglie o peggio degli altri che non vedono niente? Costo del posteggio € 44,00, loro dicono che è economico, loro.

Partiamo per Vienna con qualche minuto di ritardo; volo regolare con atterraggio abbastanza morbido e sarebbe stato bello continuare con serenità, invece ecco che l’imprevisto spiacevole si presenta: al ritiro dei bagagli non troviamo la nostra valigia.

Impossibile pensare che qualcuno l’abbia rubata, avevo finito di ripararla proprio il giorno prima, infatti al momento di fare chec, la signorina aveva quasi vomitato nel vederla.

Ho dovuto chiamare Emilia (mia moglie) altrimenti sarebbe stata ancora la vicino al nastro trasportatore dei bagagli ad aspettare che venisse fuori la valigia in tutta la sua bruttezza.

Quando siamo saliti sul bus a Bratislava, ho percepito un senso di ostilità nei nostri confronti: con questa storia della valigia abbiamo fatto perdere più di mezz’ora a tutti i viaggiatori della navetta che ci avrebbe condotto da lì a poco all’agognata meta.

Arrivati a Vienna ed acquistato un biglietto settimanale – da lunedì a lunedì – costo € 12,50, che ci ha permesso di usare tutti i mezzi pubblici, ci siamo recati alla fermata della metro, anzi, come la chiamano qui U-Bahn in Erdbergstrasse.

Scendiamo a Westbahnhof, prendiamo il tram, 52 o 58 e Pippo, sempre lui, vi consiglio di adottarlo come compagno di viaggio, parla inglese, tedesco e naturalmente siciliano se no come ci sarei potuto andare io, ci porta da Martin Gally, via Arnsteingasse 25, http://www.Gally.Biz (Notizia appresa da “turisti per caso”).

Consiglio ai deboli di cuore di non farsi travolgere dall’emozione che procura il prospetto di questi appartamenti, Pina non voleva neanche salire e a metà scala ha inscenato anche un finto svenimento, ma ormai era troppo tardi dovevamo dormire là. Invece ecco che succede quello che non ti aspetti appartamenti che superano i 50 metri quadri di superficie, con bagno e cucina puliti e restaurati da poco, veramente eccezionali, per la doppia occupata da me e Emilia, abbiamo pagato € 54,00, per la singola invece la pretesa è stata di € 37,00, veramente economici.

Non so bene cosa sia successo, forse ancora il trauma della valigia, ma sentite un poco cosa capita: Emilia mi sveglia “Bruno abbiamo dimenticato di avvisare il sig. Gally per la valigia, sono le 8,30, informalo adesso caso mai dovesse telefonare la compagnia aerea.” Mi faccio la doccia e mi precipito al campanello del buon Martin, nessuna risposta, magari sarà uscito per delle commissioni; quasi quasi passo da Pippo per vedere se è pronto. Quando suono alla camera 15 sento un ruggito, penso che qualcuno stia cercando di rubare, insomma ho avuto paura, invece ecco che Pippo, sempre lui, in maglietta e mutande mi chiede cosa ci faccio alle 6,30 del mattino dietro la sua porta. Vado ad ammazzare Emilia.

Finalmente usciamo dall’albergo, Silvana, nominata ad unanimità assaggiatrice ufficiale per l’anno 2005 di prodotti tipici viennesi, può affondare i suoi denti nella sachertorte; solo ora, dopo aver soddisfatto infimi desideri, possiamo dedicarci alla cultura: prima tappa il Duomo di Santo Stefano o meglio lo Stephansdom.

Lo vediamo nella sua maestosità già mentre saliamo le scale mobili della metropolitana, fermata Stephansplatz, è veramente bello, con il tetto lastricato di piccole maioliche colorate dove risalta lo stemma austriaco per eccellenza: l’aquila a due teste; all’interno l’altare maggiore ed altri particolari, ma ci colpisce pure il fatto che è nero, forse a causa dello smog o altro, comunque una bella pulita ci starebbe. Continuiamo nella nostra passeggiata ed è facile notare la costruzione Haas Haus, proseguiamo così a caso tanto se ci perdiamo ci pensa Pippo sempre lui e poi Vienna non è così grande, è facile da girare, insomma non ci si smarrisce. Passiamo davanti l’Albertina dove chissà per quale motivo non ci soffermiamo. Attraversiamo la piazza Neuer Markt e successivamente entriamo nella KapuzinerKirche alla ricerca della Kaisergruft (€ 4,00), dove sono raccolti i resti di molti nobili del passato tra cui la principessa “Sisi”, suo marito l’imperatore Francesco Giuseppe e il principe suicida Rudolf. A questo punto dobbiamo mangiare; per decidere il posto, in comune accordo, abbiamo impiegato più tempo occorso ai vescovi per eleggere Benedetto XVI; ha deciso lui, avete capito chi. Consumato frugalmente il pasto e litigato su come proseguire, chissà come ci troviamo a fare i Sisitiket (€ 19,90), relativamente all’Hofburg comprende: Appartamenti imperiali, Museo di Sisi e Museo delle argenterie di corte.

Il giudizio complessivo è ottimo, andateci è un ordine, anche se è finita con il custode che ci rincorreva perché era ormai giunta l’ora di chiusura, ore 18,00 non prorogabili, neanche se ti metti a piangere.

Le gambe non reggono più, almeno le mie e quelle di Emilia, così per riposarci saliamo sul tram n° 2, tanto insieme con il n° 1fanno lo stesso percorso lungo il Ring, cambia il senso. (TURISTI PER CASO) Lui, sempre lui, ci fa scendere ancora per l’ultimo sforzo così inanelliamo altre tre perle: Votivkirche, Neues Rathaus e Burgtheater, quest’ultimi due visitati solo esternamente, peccato ma non c’è la faccio più vado di corsa da Martin, a dormire ore 23,00, circa.

Il mattino del 03/06/2005, mentre scendevo le scale ho sentito una coppia di italiani che dormivano al piano di sotto lamentarsi:“Ho sentito un forte rumore per tutta la notte, come il grugnito di un maialino, strano”, meno male che Emilia si è abituata.

Dopo il sacro rito della Konditorei, si va a completare il Sisitiket, relativamente alla parte dello Scoenbrunn, che senz’altro merita un giudizio positivo, ho trovato la storia di “Sisi” un poco ripetitiva, comunque vale la pena di andarci, certamente non è paragonabile come qualcuno sostiene con la reggia di Versailles.

Con l’audio guida ci lasciamo condurre per le magnifiche stanze piene di argenteria e servizi di porcellana finissimi, ci ritroviamo soddisfatti ed ancora ebri di gioia decidiamo di visitare i giardini scalando la collinetta della “Gloriette”, luogo ove privilegiava rifugiarsi “Sisi”.

Vale la pena fare la scarpinata e, una volta giunti, concedersi un meritato riposo, gustando un gelato che con sfondo Vienna ristora ancor di più le nostre membra. Avviandoci verso l’uscita attraversiamo il parco dove incontriamo alcuni simpatici scoiattoli, Emilia ci tenta, ma non riesce ad accarezzarli come fece all’Hyde Park di Londra, peccato sarà la prossima volta.

Dimenticavo che Silvana e Pina, trovati due bellimbusti con costume tirolese non perdono l’occasione per farsi una foto ricordo e soprattutto ricevere una toccatina, queste cose in fondo piacciono a tutti.

Silvana ha scelto che dobbiamo andare a vedere Hundertwasserhaus, stranamente “lui” stavolta stenta un poco per trovarle e una volta arrivati sul posto non restiamo entusiasti da quello che vediamo. Il nostro parere è che la vegetazione troppo folta, presumibilmente presente nei balconi, non permette di ammirare le asimmetrie che si vedono fotografate nella guida, data in omaggio con un quotidiano, altrimenti mica l’avrei comprata! Finalmente riabbraccio la mia valigia, dopo due giorni la compagnia aerea, alla quale va un severo rimprovero, non ha fatto molto per alleviare quello che per un viaggiatore è sicuramente un notevole disagio.

L’occasione del ritrovamento del bagaglio comporta un ritorno in albergo e soprattutto il cambio della biancheria intima, qualcuno si è sentito rigenerato.

Chiusura della serata con i botti, lui, sempre lui, ci porta al 19° distretto di Vienna, ovvero il Grinzing: si mangia ma soprattutto si beve nelle heuriger, tipiche trattorie (€ 20,00) dove, con l’ausilio del vino si è sempre allegri e noi non ci siamo sottratti alla regola. Ho rischiato il divorzio, dato che ho chiesto alla locandiera di fare un ballo, Emilia con uno sguardo mi ha freddato, mi sono calmato i bollori e sono andato subito a dormire.

Sabato 4 giugno, lui, sempre lui, stavolta tradisce, cerca una scusa: “Mi sento male. Riposo un poco, magari mi riprendo e poi vi raggiungo”. Rimango da solo con le ragazze, sono un eroe. Obiettivo della giornata è il Belvedere con i suoi giardini, comunque resto di stucco quando, di fronte alla fermata del bus, osservo la magnificenza dell’ “Opera”, credo sia il maggiore teatro viennese, mi riprometto che tornerò a visitarlo senza peraltro riuscirci Del Belvedere superiore mi colpisce la facciata e l’androne dove quattro statue di uomini forzuti sembrano sorreggere tutto l’edificio. Dei giardini purtroppo segnaliamo che le fontane che formano la famosa cascatella, non sono funzionanti, peccato. Continuiamo a fare foto e, Silvana, viene ripresa in materia autoritaria da un mastino austriaco che l’ha trovata in posa mentre bivaccava sui giardini, voleva arrestarla… Magari! Quando arriviamo alla Karlkirche troviamo una piazza ombreggiata, che ci permette di riposare. Intanto s’è fatto sentire “lui, sempre lui”, presto ci raggiungerà, confessa di aver riposato ed è anche andato a visitare l’acquario. La chiesa ci sembra bella anche se internamente è in fase di restauro, il ponteggio attorno alla cupola permette di arrivare in cima e di godere un bel panorama. Io soffro di vertigini, Pina mi ha confessato che lo spettacolo ero io mentre salivo le scale: “strisci che sembri una lumaca”. Comunque sono anche belle le due colonne esterne che sono istoriate, la dx rappresenta il coraggio; la sn. La costanza, entrata € 6,00 (forse).

Karlsplatz è anche Otto Wagner, famoso architetto che progettò tra l’altro i padiglioni della metropolitana, passiamo davanti alla “Secessione”, il tempo di fare delle foto alla palla dorata che sormonta l’edificio ed ecco un bel temporale. Che fare? “Andiamo al centro alla Konditorei Aida per assaggiare le specialità tipiche locali”,così disse Silvana con l’assenso di Emilia. Introdotte altre 1000 kilocalorie e lo scampato acquazzone ci dirigiamo al …Prater. Coro unanime “non valeva la pena” alcuni sostengono che non abbiamo apprezzato a causa dell’età media della comitiva, intorno ai 40, comunque nel tram 74/A che abbiamo preso eravamo solamente noi. Un mesto sentimento ci accompagna verso il ritorna da Martin, non sapendo che il brutto doveva ancora venire: il panino “fitusu”. Non azzardatevi a comprare qualcosa di mangiareccio nei pressi dei chioschi della metropolitana Westbahnhof, Silvana ha riportato ustioni sulla lingua, pensate per due ore non ha potuto parlare. Io ho apprezzato solamente il costo € 2,90 e pensato che il copertone della mia auto in confronto era più morbido.

Ultimo giorno, 05/06/2005, ci dividiamo nuovamente. Mi piace questo: stiamo bene insieme, però ognuno di noi fa le cose che più piacciono. Lui e Pina optano per il museo ebraico ed altro. Io, Emilia e Silvana per il Kunsthistorisches Museum. E’ stata la giornata per me più bella in assoluto, la sala Egizia, piccola ma soddisfacente ci ha portato via un paio d’ore. Dalla pinacoteca io non volevo più uscire, con l’aiuto dell’audio guida erano commentate bene, secondo me, quasi tutte le opere di alcuni modesti pittori: Il Parmigianino, Tiziano, il Canaletto, i fiamminghi, davvero tempo speso bene. Ancora ho in mente il meraviglioso scalone con la statua di Perseo (mi pare) che sconfigge un centauro, tanto di cappello. Non so come ma sono riusciti a portarmi via; ci attende la Schatzkammer, dove sono raccolti i tesori di stato, altro plauso. Emilia fino a quel momento stanchissima si è ricaricata, non sentiva più le fatiche. Tra le meraviglie ricordo le corone tempestate di pietre preziose e con una punta d’orgoglio, il mantello regale manufatto a Palermo.

Ci ritroviamo con lui e Pina, dove se non alla Stephansplatz? Passiamo davanti a Demel, Silvana con estremo atto di sacrificio guarda solamente tutte quelle prelibatezze senza assaggiare niente, eroina. Nell’attesa del ricongiungimento, visitiamo quella che secondo me è la più bella chiesa visitata: la Peterskirche, una bomboniera veramente carica di bellezze. Insieme decidiamo di dare un occhiata al quartiere ebraico e la piazza Am Hof con relativa chiesa, niente di particolare. Avevamo deciso prima della partenza che per l’ultima sera saremmo andati dove eravamo rimasti impressionati maggiormente, con voto unanime Grinzing. Per i miei amici prima viene la pancia e poi il resto, non sono uomini di cultura come me. Emilia fa di tutto per cambiare locale, (locandiera), ma io riesco nell’intento ed eccoci allo stesso posto “Ausg’steckt” dove con i soliti € 13,00 mangiamo discretamente, unica delusione la mia amica non mi aspettava, sarà per la prossima volta.

Conclusione finale del viaggio: valeva la pena andarci, sono convinto che prima o poi ci ritorneremo anche se, credo, un vero turista ha sempre nuove mete (economiche) da visitare. Ciao a tutti. Sono ancora nella A3 Salerno Reggio Calabria.



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