Appunti di viaggio nell’ “isola del sorriso”

Tra dagoba, foreste, templi, elefanti e spiagge nella "Lacrima dell'India"
Scritto da: donadony
appunti di viaggio nell' isola del sorriso
Partenza il: 02/07/2011
Ritorno il: 22/07/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Appunti di un viaggio nell’”isola del sorriso”

Seduta su una comoda poltrona del boeing 777 degli Emirates che mi riporterà in Italia, lascio scorrere davanti ai miei occhi colori, volti, immagini di un viaggio, appena concluso, in un’isola incantevole: lo Sri Lanka.

Templi, dagoba, rovine di antiche città si stagliano in una natura rigogliosa e brulicante di vita. La giungla tropicale lascia il posto al verde abbagliante delle risaie, delle piantagioni di tè e alle spiagge orlate di palme. I suoi monumenti e le sue indubbie bellezze naturali non fanno però di questa terra l’isola paradisiaca raccontata e “venduta” da tanti tour operator. Lo Sri Lanka è un paese complesso, pieno di contraddizioni, dove popoli, culture e religioni diverse fanno fatica talvolta a convivere, dove capanne di canne ed argilla si alternano a sontuose ville, dove la miseria è dilagante e costringe molte persone a cercare lavoro all’estero. Tuttavia gli abitanti di quest’isola riescono ad affrontare le loro difficoltà non perdendo mai il sorriso. E so già che sarà proprio questo l’aspetto che più mi mancherà di questo paese: il sorriso della sua gente che mi ha accompagnato ogni volta che ho chiesto un’informazione, che sono salita su un autobus stracolmo, che sono passata accanto a un bambino, che mi sono seduta su uno sgangherato vagone di un treno. Un sorriso che non chiede niente in cambio e che ha illuminato ogni giorno del mio viaggio nell’Isola Risplendente (lamka in sanscrito significa isola risplendente).

1° giorno

Colombo? Meglio Negombo

Dal momento che Negombo è più vicina di Colombo al Bandaranaike International Airport, decidiamo di iniziare da qui il nostro viaggio, evitando la caotica capitale. Con un taxi (1500 rupie), in meno di venti minuti raggiungiamo il Silver Sands Hotel dove, dopo un ottimo curry di pesce capitoliamo nel caldo tropicale della nostra spartana cameretta.

2° giorno

Il mercato del pesce

Di prima mattina ci tuffiamo nelle brulicanti strade di Negombo fino a raggiungere l’animato mercato del pesce, che si tiene ogni giorno sulla spiaggia vicino al forte olandese. Arriviamo proprio mentre i pescatori stanno tornando con le loro oruvas (canoe a bilanciere) cariche di pescato. Dopo aver girovagato tra barche e banchi stracolmi di pesci di ogni tipo, inebriati da odori e colori, saliamo su un tuk tuk (autorisciò) che, sfrecciando nel traffico, ci riporta al Silver Sands Hotel, dove ci concediamo un po’ di relax sulla lunga spiaggia di sabbia davanti all’albergo.

3°giorno

In viaggio verso Anuradhapura

Nel giardino del Silver Sand Hotel tra un piatto di frutta e un buon caffè, incontriamo Nandika, il “personal driver” che, che ci accompagnerà per i primi giorni del nostro viaggio.

Lasciamo Negombo in direzione nord verso Anuradhapura, la più antica capitale dello Sri Lanka. Lungo la strada ci fermiamo alla rocca di Yapahuwa che svetta tra il verde delle risaie. Nel caldo del primo pomeriggio ci arrampichiamo sulla spettacolare, quanto ripida scala che saliva a un tempio in cui era custodita la reliquia di un dente del Buddha. Ormai del tempio è rimasto ben poco e del dente ancora meno, ma il panorama che si gode dalla sommità vale senz’altro la fatica.

Ci rimettiamo in viaggio percorrendo una strada sempre più sconnessa che attraversa sterminate risaie e foreste lussureggianti. Arriviamo ad Anuradhapura mentre sta calando la sera, ci rimane giusto la forza per una birra gelata e un piccantissimo curry che ci viene servito nel piacevole terrazzo dell’albergo.

4° giorno/5°giorno

Bike e archeologia…poi il mare

Forse più ingenui che spavaldi tentiamo di visitare in bici la città antica di Anuradhapura. Dopo circa un’ora siamo ancora a pedalare smarriti, tra cartelli stradali in caratteri singalesi, alla ricerca dell’ingresso del sito. Esausti desistiamo e, per 1500 rupie, ci consegniamo umilmente nelle mani di una guida munita di bicicletta che ci accompagna nelle piacevoli e ombrose strade del parco archeologico alla scoperta di templi, monasteri e palazzi in rovina, enormi dagoba, e alberi sacri.

Stanchi, ma soddisfatti rientriamo in albergo dove ci aspetta il “nostro” Nandika per riprendere il viaggio verso Nilaveli, un piccolo villaggio sulla costa orientale. Percorriamo poco più di cento chilometri in quattro ore. La strada è sempre più sconnessa, ma il paesaggio è incantevole: le risaie e le foreste lasciano gradualmente il posto ad una vegetazione sempre più rada costellata di laghi e zone paludose in cui si possono avvistare uccelli di ogni tipo.

Arrivati a Nilaveli si ha un po’ l’impressione di essere giunti ai confini del mondo: dopo gli anni difficili della guerra la costa orientale si sta lentamente riaprendo al turismo, ma la ricettività è ancora scarsa e i viaggiatori stranieri da queste parti sono davvero pochi. Noi ci fermiamo al Coral Beach Hotel, un piccolo albergo con camere direttamente sulla spiaggia. Il posto è accogliente, ma forse il suo vero punto di forza è la mancanza di alternative. La posizione è comunque ideale per poter apprezzare la bellezza di questo tratto di costa e per dedicarsi ad una “frenetica” vita da spiaggia.

6°giorno

Una scarpinata sulla misteriosa fortezza rocciosa

La nostra prossima tappa è Sigiriya che raggiungiamo in tarda mattinata. Lasciati i bagagli nella guesthouse dove alloggiamo, iniziamo a vagolare, circondati da scimmie e varani, per stradelle sterrate in mezzo alla giungla alla ricerca del centro del villaggio, ma poco dopo scopriamo che il fatidico villaggio consiste in un insieme di bancarelle, negozietti e poco altro. Nonostante il caldo afoso ci inerpichiamo attraverso vertiginose rampe di scale (oltre 1200 gradini!) fino a raggiungere la sommità della misteriosa rocca dove si trovano le rovine di una fortezza, di un palazzo reale o forse di un monastero buddhista; gli archeologi stanno cercando ancora di stabilirlo. Qualunque fosse la funzione di questo luogo, il panorama che si gode dalla cima è spettacolare: ai nostri piedi l’intera cittadella e tutt’intorno l’immensità della giungla. Ci riempiamo gli occhi di tanta bellezza prima di riaffrontare la vertiginosa discesa.

7° giorno

Tra templi, dagoba e elefanti

La mattina è dedicata al sito archeologico di Polonnaruwa, una delle antiche capitali del regno singalese. Questa volta rinunciamo alla bicicletta e ci facciamo accompagnare, in auto da Nandika, nei pressi dei diversi gruppi di rovine. Circondati da sciami di pellegrini locali ci aggiriamo tra le suggestive rovine di dagoba, antichi templi hindu e buddhisti fino a raggiungere il Gal Vihara, un gruppo di gigantesche statue del Buddha, ciascuna scolpita in un unico blocco di granito.

Dopo un buon piatto di kotthu rotti (una piccante frittella di carne e verdure) consumato all’ombra di un enorme baniano, siamo pronti per il “gran safari” al Minnerya National Park. Per entrare (biglietto per due + auto con autista), sborsiamo circa 65 euro. Nonostante il costo sostenuto, la presenza di branchi di elefanti selvatici e la bellezza del paesaggio meritano senz’altro la visita. Dopo aver fotografato decine di pachidermi di tutte le taglie, grazie alla prontezza del nostro autista riusciamo a fuggire alla carica di uno di questi probabilmente innervosito dagli invadenti caroselli di Land Rover piene di schiamazzanti turisti. Torniamo alla base accompagnati da un violento nubifragio tropicale.

8° giorno

In bilico tra “sacro e profano”

Sulla strada per Kandy ci fermiamo a Dambulla, dove visitiamo un magnifico gruppo di templi rupestri con enormi e suggestive statue del Buddha. Intorno a noi decine di fedeli vestiti di bianco si riuniscono presso gli altari per lasciare un fiore o un frutto in dono. Lasciamo cotanta spiritualità per tornare sulla prosaica terra: entriamo in uno dei tanti “giardini delle spezie” nella zona di Matale. Qui veniamo accalappiati da un sedicente esperto che, fornendoci interessanti spiegazioni sulla medicina ayurvedica, ci conduce tra piante di vaniglia, noce moscata, cacao e pepe. Ovviamente al termine della visita ci vengono proposti anche i relativi costosissimi unguenti dagli effetti, pare, miracolosi. Riusciamo a liberarci della nostra solerte guida, solo dopo un’estenuante contrattazione e con in mano un misero sacchetto di curry, che poi scopriremo aver pagato uno sproposito.

Arriviamo a Kandy al tramonto, il momento ideale per visitare lo Sri Dalada Maligawa: il tempio che pare ospiti il dente del Buddha, la più importante reliquia dello Sri Lanka. È l’ora della puya (preghiera). Anche qui, come a Dambulla, stormi di fedeli avvolti nelle loro candide vesti scivolano silenziosi, deponendo fiori, davanti allo scrigno d’oro in cui è custodita la preziosa reliquia. Accompagnati da un intenso odore di incenso, con i nostri zainetti colorati e i nostri abiti tecnici, ci aggiriamo un po’ spaesati nella mistica atmosfera del tempio. Qualcuno, con un immancabile sorriso, ci porge un fiore che diligentemente deponiamo sull’altare, prima di ritornare nel caos, molto meno spirituale, delle trafficate strade di Kandy.

9° giorno

Da Kandy al verde della Hill Country

Prima di lasciare Kandy ci facciamo un giro tra gli animati vicoli pieni di negozietti della città vecchia e tra i colorati banchi del mercato centrale. Ci mettiamo poi in viaggio verso Nuwara Eliya. La strada sale dolcemente sulle montagne attraversando un paesaggio di un verde abbagliante tra piantagioni di tè, cascate e laghi. Poco prima di Nuwara Eliya visitiamo una delle tante fabbriche di tè dove, dopo aver assistito alle varie fasi della lavorazione, ci viene offerta un’ottima tazza di B.O.P.F. (broken orange peckoe fanning), la migliore qualità di tè prodotto in Sri Lanka.

Avvolti nella nebbia e sotto una pioggia torrenziale arriviamo, ormai verso sera, nella brumosa Nuwara Elia.

10° giorno

In treno tra le piantagioni di tè

Lasciamo, di prima mattina, la verde periferia un po’ “english style” dove alloggiamo, per girellare nel groviglio frenetico del centro di Nuwara Elia e tra i banchi dell’immancabile mercato di frutta e verdura.

Ci trasferiamo ad Ella in treno, un piccolo locomotore che serve ai locali per spostarsi da una piantagione di tè all’altra. Lo spostamento è lentissimo (poco più di 70 km in quasi tre ore), ma il paesaggio che si attraversa è splendido e il soggiorno al Ella Panorama Guesthouse vale da solo il tragitto fin qui. Dall’ampio balcone della nostra camera, come appollaiati su un nido d’aquila, si dominano le verdi montagne della Hill Country.

11° giorno

Il festival di Kataragama

Prima di riprendere la strada, in auto, per Tissamaharama raggiungiamo a piedi quello che dalla gente del posto viene chiamato il Little Adam’s Peak. Camminando su un ampio sentiero che attraversa una piantagione di tè, si raggiunge in poco più di mezz’ora la sommità di una collina da cui la vista spazia su valli e verdi foreste aggrappate alle cime dentellate delle montagne.

Risaliamo in auto e arriviamo a Tissamaharama dove approfittiamo subito delle bici messe a disposizione degli ospiti della nostra guesthouse per raggiungere lo sgangherato e polveroso centro del villaggio. Lungo la strada incontriamo decine di pellegrini e di famiglie singalesi che si bagnano nelle acque del Menik Ganga per prepararsi al festival che si terrà stasera a Kataragama e che noi, ovviamente, non ci perderemo. Grazie a “imperscrutabili raccomandazioni” del nostro amico Nandika, riusciamo a conquistare un posto in prima fila sugli spalti traboccanti di gente. Da qui assistiamo incantati ad una spettacolare processione: elefanti agghindati, danzatori, percussionisti, giocolieri, acrobati e quant’altro ancora sfilano sotto i nostri occhi increduli per più di due ore. Al termine risaliamo storditi la fiumana di gente che sciama verso mete a noi ignote. Noi puntiamo alla nostra: tornare nella tranquilla cameretta che ci aspetta nella guesthouse di Tissamaharama.

12° giorno

Nel “Libro della giungla”…alla ricerca del leopardo

La giornata è dedicata allo Yala National Park (biglietto di ingresso per due + auto con autista 65 euro) e all’avvistamento del famigerato leopardo.

Se non fosse per le Land Rover che si inseguono freneticamente nelle sterrate strade del parco, si potrebbe pensare di essere finiti dentro Il libro della giungla: elefanti, coccodrilli, varani, daini, manguste, cinghiali, scimmie, pavoni, pellicani e marabù vivono insieme in una natura selvaggia fatta di boschi, praterie, lagune e spiagge. Tra gli eterogenei abitanti di questo parco, all’appello manca solo il leggendario leopardo che, per noi, rimane purtroppo leggenda, ma che pare venga solitamente avvistato da turisti più fortunati.

13°/18° giorno

A zigzag tra spiagge, mercati e storia

Saliamo per l’ultima volta sull’ impeccabile auto di Nandika per arrivare nella caotica stazione degli autobus di Tissamaharama dove salutiamo il nostro “angelo custode” per continuare il viaggio da soli. Seduti su uno sgangherato autobus stracolmo di gente, accompagnati dalle litanie di mendicanti e dallo strombazzare dei clacson, raggiungiamo la costa meridionale dell’isola. Ci fermiamo nella sonnacchiosa Mirissa, dove ci sistemiamo in una deliziosa guesthouse direttamente sul mare. Qui, su una splendida spiaggia orlata di palme, tra bagni, sole e amache ci concediamo qualche giorno di relax prima di spostarci ad Unawatuna. L’impatto con la tanto decantata località costiera è abbastanza deludente: la baia è indubbiamente bellissima, ma la spiaggia è quasi interamente occupata da ristorantini e alberghetti costruiti, un po’ alla rinfusa, direttamente sulla sabbia. Tra l’alta marea e i tavolini dei kadè (chioschi) e locali vari, trovare uno spazio dove stendere l’asciugamano può diventare un’impresa ardua. Rinunciamo alla vita da spiaggia e decidiamo di utilizzare Unawatuna come base per visitare la vicina Galle. Con un autobus di linea raggiungiamo, in meno di mezz’ora, le tranquille strade della città-fortezza costruita dagli olandesi nel XVII secolo. L’impressione è quella di essere stati catapultati in un luogo incantato, lontano dagli odori, i colori e i rumori dello Sri Lanka. Vaghiamo senza meta tra chiese, moschee ed edifici coloniali in lenta decadenza, assaporando l’atmosfera un po’ irreale di questa bizzarra città e dimenticando per un po’ lo strombazzare degli instancabili tuk tuk. Dopo una piacevole passeggiata lungo le mura che circondano il Fort (quartiere antico), ci rituffiamo nel caos della città nuova dove tentiamo stoicamente di prendere un autobus per tornare ad Unawatuna, ma è l’ora di punta e gli autobus sono tutti incredibilmente stracolmi. Rinunciamo all’impresa ripiegando, per 200 rupie, su un tuk tuk. Lungo la strada ci fermiamo sulla spiaggia di Dewata per assistere al rientro dei pescatori. Lo spettacolo è magnifico: mentre il calore del giorno sta lentamente svanendo, dal mare arrivano decine di coloratissimi quanto rudimentali catamarani carichi di pesci d’ogni tipo. Un brulichio umano si affaccenda intorno alle barche arenate, alle reti distese, ai banchi stracolmi di pesce, mentre un odore intenso incombe su tutto. Rimango incantata a guardare, consapevole che nessuna foto scattata sarà sufficiente a riportare a casa il ricordo di questo momento.

19°/20° giorno

A caccia di colori e odori prima di salutare lo Sri Lanka

Al risveglio un bollente caffè e un buon piatto di frutta fresca ci danno la forza per affrontare il lungo viaggio verso Negombo. Non sono ancora le sette e siamo già seduti sulle comode poltrone (seconda classe) di un treno che, in meno di tre ore, ci porta a Colombo. Qui lasciamo i nostri, ormai pesantissimi zaini, al deposito bagagli della stazione e girovaghiamo tra i banchi del mercato, forse più caotico, dello Sri Lanka: il Pettah. Seduti in terra i venditori di frutta e verdura sono alle prese con le loro bilance, i macellai squartano gli animali sotto lo sguardo famelico di enormi corvi neri, gli artigiani intrecciano stuoie, battono il ferro, intagliano il legno mentre intorno è uno sciamare di donne avvolte nei loro colorati sari. Un po’ frastornati dal brulichio umano ci dedichiamo all’ultimo ineluttabile shopping facendo incetta di mestoli, ramaioli e utensili vari, tutti rigorosamente ricavai dal guscio delle noci di cocco.

Sazi di colori e odori, decidiamo che la nostra visita alla frenetica capitale dello Sri Lanka può considerarsi conclusa. Torniamo alla stazione dove, dopo un’interminabile attesa, partiamo, stipati su un vagone di terza classe, diretti a Negombo. Arriviamo mentre il sole sta ormai calando: ci rimane giusto il tempo per salutare questa splendida isola con un’ultima passeggiata sulla spiaggia e un immancabile, piccantissimo curry che gustiamo seduti sotto una palma con il rotolio dell’oceano indiano di sottofondo.

Itinerario

Negombo, Yapahuwa, Anuradhapura, Nilaveli, Sigiriya, Polannaruwa, Minneriya National Park, Kandy, Nuwara Eliya, Ella, Tissamaharama, Yala National Park, Kataragama, Mirissa, Unawatuna, Galle, Colombo.

Organizzazione del viaggio e trasporti

Abbiamo organizzato (io e il mio compagno) il nostro itinerario aiutandoci con l’immancabile Lonely Planet e raccogliendo informazioni dai diari di altri viaggiatori raccolti nel sito di “Turisti per caso”. È proprio grazie a questi diari che abbiamo maturato l’idea di spostarci, almeno per i primi giorni, utilizzando un’auto con autista. Pochi giorni prima di partire, abbiamo contattato un’agenzia raccomandata da un “turista per caso” ( www.camlolanka.com / kanchana@eureka.lk tel. +94112339109). Dopo un rapido scambio di mail ci siamo accordati sul prezzo e, in linea di massima, anche sull’itinerario.

Dobbiamo ammettere che inizialmente l’idea di muoverci con un autista al seguito ci lasciava molto perplessi. Temevamo che togliesse spontaneità e immediatezza al viaggio. In realtà, una volta conosciuto Nandika, il driver assegnato a noi dall’agenzia, ogni timore è stato allontanato. È infatti forse proprio grazie a lui che, oltre a parlare bene l’inglese, se la cava anche con l’italiano siamo riusciti a capire meglio molti aspetti della vita e della cultura dello Sri Lanka. Seguendo i suoi preziosi consigli abbiamo scoperto angoli nascosti di questa meravigliosa isola, a cui difficilmente da soli saremmo riusciti ad avvicinarci.

Dopo aver familiarizzato con il caos singalese, abbiamo continuato la seconda parte del viaggio utilizzando i mezzi pubblici. Le stazioni degli autobus assomigliano vagamente a gironi dell’inferno, ma armati di molta pazienza e con l’immancabile aiuto dei locali si riesce a capire quasi sempre su quale autobus salire e a quale fermata scendere, il problema è casomai la guida alquanto “allegra” degli autisti che, strombazzando all’impazzata, si lanciano in sorpassi parecchio azzardati. I viaggi in treno, soprattutto se si riesce ad acquistare un

Biglietto di seconda classe sono senz’altro meno stressanti, il problema è che i treni sono molto lenti e spesso in ritardo. Per le distanze brevi affidatevi agli onnipresenti tuk tuk, ma non senza prima aver concordato il prezzo della corsa.

Suggerimenti in ordine sparso:

Volo

Emirates Airlines (Roma-Dubai-Colombo) 741 euro , ottima compagnia servizio impeccabile!

Cambio e moneta

In quasi tutte le città abbiamo trovato sportelli ATM in cui è possibile prelevare senza difficoltà. Per quanto riguarda il cambio noi abbiamo trovato più vantaggioso cambiare nelle agenzie (1euro = 153 rupie) piuttosto che nelle banche. Comunque in entrambi i casi non sono previste commissioni.

Il triangolo culturale

Se pensate di visitare i principali siti del cosiddetto “”Triangolo Culturale” (Anuradhapura, Polonnaruwa, Sigirya) conviene acquistare i “round tiket”, il biglietto cumulativo che comprende la maggior parte dei luoghi più importanti. (25 $).

Mance

Tenete sempre a portata di mano spiccioli e banconote di piccolo taglio per le mance. Generalmente non le chiedono, ma se le aspettano.

Dove dormire

Noi abbiamo prenotato l’albergo dall’Italia solo per le prime due notti a Negombo, per il resto abbiamo improvvisato di giorno in giorno. Talvolta ci siamo fatti consigliare dal nostro driver, altre volte abbiamo scelto la sistemazione nella sezione “prezzi medi” della Lonely Planet. In entrambi i casi abbiamo sempre incontrato personale molto gentile e disponibile e abbiamo alloggiato in camere decorose anche se piuttosto spartane. Quasi tutte erano comunque dotate di aria condizionata, ventilatore e zanzariere. Abbiamo quasi sempre cenato negli alberghi e nelle guesthouse, dove si può generalmente gustare ottimi piatti di curry.

(I prezzi di seguito riportati sono da intendersi sempre per due persone)

    Negombo: Silver Sands Hotel – www.silversands.go2lk.com (H.B. con A/C 30 euro) Anuradhapura: Hotel Shalini – www.hotelshalini.com (H.B. con A/C 42 euro) Nilaveli: Coral Beach Hotel (H.B. con A/C 60 euro) Sigirya: Lion Rock Resort (H.B. con A/C 45 euro) Kandy: Nature Walk Resort – (H.B. 34 euro) Nuwara Eliya – Grosvenor Hotel (H.B. 40 euro) Ella: Gap Panorama – Tel. 057-4920069 – (H.B. 43 euro) Tissamaharama: My Village www.myvillagelk.com (H.B. con A/C 42 euro) Mirissa: Palm Villa (H.B. 42 euro) Unawatuna: See View (H.B. con A/C 42 euro) Negombo; Amaya Beach House – tel. 031- 2235919 / 077-3910635 (B/B con A/C 20 euro)

Sono a disposizione via e-mail (doniag@interfree.it) per qualunque altra informazione.

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Dagoba (monumento buddhista contenente reliquie del Buddha)

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Elefanti nel Minneriya National Park

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Pescatore su uno scoglio di Mirissa

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Uno spuntino...per le strade di Tissa

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Un sorriso per le vie del Fort (Colombo)

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Il Buddha che dorme nel tempio rupestre di Dambulla

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Oruvas (canoe a bilanciere) sulla spiaggia di Dewata



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