Appunti di un apprendista marinaio: La Croazia

26/07/03 Spalato Avevano capito che sebbene non fossimo mai saliti su una barca a vela, potevamo affrontare il mare. E poi….qualche braccia in più a bordo fanno sempre comodo….la moglie parla due lingue….lui poi fa le foto…… magari anche troppe ma le fa…..a cucinare non sono male ……non soffrono il mal di mare…….sanno...
Scritto da: Luca Ravagli
appunti di un apprendista marinaio: la croazia
Partenza il: 27/07/2003
Ritorno il: 02/08/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
26/07/03 Spalato Avevano capito che sebbene non fossimo mai saliti su una barca a vela, potevamo affrontare il mare. E poi…Qualche braccia in più a bordo fanno sempre comodo…La moglie parla due lingue…Lui poi fa le foto… magari anche troppe ma le fa…A cucinare non sono male …Non soffrono il mal di mare…Sanno nuotare…E così eccoci qua, questo è la nostra seconda vacanza in barca a vela. Sono al supermarket della Marina Aci di Spalato, un bugigattolo di quatto metri per quattro, un carrello stracolmo di schifezze come salatini al bacon, patatine, coca cola, arachidi salate, nutella, sprite …A contemplare la lunga fila di carrelli incolonnata fuori dal negozio. Anch’essi carichi delle stesse schifezze che mai mangeresti durante tutto l’arco dell’anno. Rifletti che forse anche la polenta fritta alla paprica in sacchetto confezione famiglia fa parte del sapore della vela come le strambate le virate e l’odore del mare. Ti chiedi perché una grande Marina come questa abbia un negozio così piccolo, dove una signora sudaticcia vistosamente in sovrappeso posta accanto alla cassa, solleva ad uno ad uno i prodotti che frettolosamente hai accatastato nel carrello, lo guarda, medita, spara una cifra espressa in cune (la moneta locale) e lo ripone diligentemente su un tavolo. Accanto, l’aiutante altrettanto diligentemente annota la cifra su un foglio di carta. L’italiano, il tedesco lo spagnolo con i loro carrelli stracarichi di sacchetti contenenti salatini aromatizzati al rosmarino, a bocca aperta, in silenzio, senza protestare contemplano quello che effettivamente sembra uno spettacolo d’altri tempi. Ma forse tutto ciò non è che un piccolo spaccato di Croazia dove a volte si incontrano e si scontrano modernità e passato, ricchezza e povertà, vecchie abitudini da statalismo iugoslavo e liberismo occidentale.

La signora italiana del carrello dietro si lamenta perché sugli scaffali non trova la miscela di caffè per la moka ma solo Nescafè. Ormai non più matricola del mare vorresti dire ma taci, anche perché la signora continua a lamentarsi perché i biscotti non sono della sua marca preferita, l’olio non è italiano, la nutella è solo in confezione piccola, i pomodori non sono freschissimi, la carta igienica non è doppio velo… Pensi con angoscia a quel povero skipper che dovrà sopportarla per una… forse due settimane.

Spingi sulla banchina il tuo pesante carrello chiedendoti quale mente contorta e perversa abbia mai potuto concepire la ricetta dei crachers al gusto di chili, quando vieni distolto dalle tue riflessioni dalla ragazza della barca accanto. Ferma sulla banchina, tacchi a spillo e beauty stretto nella mano destra, punta col dito indice della mano sinistra la stretta passerella che collega la terra ferma alla barca e con voce stizzita urla al compagno a bordo <...E io dovrei passare di lì????> In rapida successione ti chiedi : 1) il suo ragazzo riuscirà mai a portare la barca fuori dal porto? 2)se lo farà dove andranno? 3)se andranno da qualche parte staranno ancora insieme quando torneranno? Qualche settimana fa una trasmissione televisiva consigliava la vacanza in barca a vela a chi è alla ricerca di romanticismo. Probabilmente chi ha realizzato il servizio non è mai stato in barca a vela dove gli spazi sono molto ristretti, un po’ di mal di mare può sempre capitare, l’acqua a volte scarseggia e il ritmo della vacanza spesso è frenetico.

I nostri scarni bagagli sono ancora depositati sulla banchina vicino alla barca. L’anno scorso alla prima esperienza nautica Sabrina ed io non avevamo ben chiaro il concetto di “preparare ciò che occorre per la vacanza in barca a vela”. Mi ero un po’ preoccupato solo al momento in cui la consorte aveva pronunciato la fatidica frase <...Puoi caricare i bagagli in macchina...> Mi attendevano due zaini da montagna e quattro enormi valige, di quelle non rigide ma rigorosamente in tela, come ci avevano consigliato i veterani…Per poterle facilmente ripiegare e stipare nell’apposito gavone sotto il letto una volta imbarcati …Dopo aver sistemato il loro contenuto nell’ apposito armadio situato nella cabina in posizione attigua al letto… Cosa mai poteva aver messo in quei sei enormi colli? Avevo con circospezione tentato di indagare. Partii per la settimana in barca a vela con due giubbotti leggeri e uno pesante, tre felpe colorate da intonare cromaticamente ad altrettante paia di bermuda, otto polo per la sera e altrettante per il giorno…Un sacco a pelo da scalatore in puro piumino d’oca…Tre paia di scarpe, due paia di sandali, una miriade di calzettini, boxer e magliette della salute…Debolmente avevo tentato di oppormi ma era ormai troppo tardi. La consorte inviperita dalle mie obiezioni, riguardo all’eventualità di lasciare a casa almeno uno dei suoi tre vestiti da sera corredato da altrettante scarpe e accessori rigorosamente abbinati, minacciò che se proprio fosse stato necessario saremmo partiti con a seguito solo i suoi bagagli. La scala che dalla banchina del porto di Ancona ci portava al ponte del traghetto sembrò un calvario. Ogni tre gradini, ansimando mi fermavo ma la folla inviperita da dietro spingeva e qualcuno acidamente osservava <...Ma dove va?... Con tutti quei bagagli?> Il trasporto o per meglio dire il trasloco dal porto di Spalato al Marina ACI fu compito di un facchino reclutato di nascosto…In disparte… Senza fargli vedere cosa avrebbe dovuto caricare sul suo carretto. Scegliemmo strade secondarie, dovemmo aiutarlo a spingere e una volta arrivati, per farci perdonare offrirgli una birra e una lauta mancia. Penso si ricordi ancora di noi.

Giunti euforicamente a bordo del Modea, Sabrina entrata nella nostra cabina, indicando enigmaticamente l’armadio a forma di comodino (o per meglio dire il comodino a forma di armadio) posto a fianco del letto, non riuscì a dire altro che <...E questo sarebbe l'armadio?> Fu rapidamente concordato di asportare dalle valige quelle poche cose che avrebbero potuto esserci utili durante la settimana e di rinchiudere (e fu vera impresa!) nel gavone sotto il letto tutto il resto dei bagagli, fino al termine del viaggio.

Ore 21 Dopo aver completato l’imbarco sul Modea ci dirigiamo verso il centro di Spalato. La città vecchia è ancora più affascinante che di giorno. Cena a base di carne. Veramente ottima. Per quanto possibile si va a letto prima che si può, la giornata domani sarà pesante, ci attendono molte miglia da percorrere.

27/07/03 Da Spalato all’isola di Korkula (cittadina di Korkula) 6,45 Partenza da Spalato.Dobbiamo compiere 65 miglia che ci separano dalla città veneziana di Korkula, non c’è una nuvola e fa molto caldo, il consumo di coca cola, acqua e the si eleva di ora in ora… L’equipaggio quest’anno è composto da Marco (lo skipper) classe “63”il marinaio che vorresti sempre avere accanto in navigazione, con qualsiasi tipo di mare ma soprattutto quando le onde ti danno qualche preoccupazione riguardo alla loro altezza e il vento non è proprio una brezza; Gianni classe “56” il marinaio che vorresti sempre avere accanto nella scelta del ristorante, abbiamo elaborato una formula perfetta che non concede errori riguardo all’individuazione della cucina di alta qualità ;Dodo (Leonardo) classe “97” il marinaio che vorresti sempre avere accanto nei momenti critici, per tirarti su di morale (tipo mare forza 6, vento a 35 nodi, tu PIETRIFICATO SUL WINTCH e lui che grida <...Ancora, ancora...Un altro cavallone...È meglio che a Mirabilandia!!!!!>) ;Luca (il sottoscritto) classe “61” il marinaio che mai vorresti avere come capo scout, nelle discese a terra non c’è meta raggiungibile a piedi che sia troppo lontana, qualsiasi montagna non è mai troppo alta, qualsiasi sentiero non è mai troppo impervio, dubitate sempre di lui quando tornando alla barca dice ; Barbara, il marinaio che vorresti sempre avere accanto quando il mare è mosso, hai quella lievissima sensazione di nausea e ci sarebbe da scendere sotto coperta per prendere una certa cosa, Barbara è assolutamente immune dal mal di mare; Sabrina, il marinaio che vorresti sempre avere vicino quando giungi in un porto straniero e l’unica frase in inglese che conosci è “the book is under the table” frase che ricordi dalla scuola, che in mare ha un’utilità praticamente nulla e che oltre tutto e pure ridicola; Modea (la nostra barca) è il secondo hanno consecutivo che la prendiamo a noleggio e anche se sono stato preso in giro per questo, giurerei di averle visto scodinzolare affettuosamente il timone al nostro arrivo.

0re 12 Primo bagno della vacanza in mare aperto. Dodo è diventato un espertissimo tuffatore.

Ore 13 Pranzo a base di pasta al tonno Ore 14 Si issa lo spinnaker, bello, colorato, imponente, la velocità raddoppia. Luca ha deciso che insegnerà a Dodo (classe 97) a giocare a scacchi.

Ore 15 Il vento cade e samo costretti ai procede a motore Ore 16 Il caldo è torrido ci concediamo un altro bagno in mare aperto Ore 17 Ormeggio da manuale a Korkula. Marco incunea il Modea fra le barche con una sola manovra…Da applauso! La città mostra le sue mura veneziane che si affacciano direttamente sul mare, gli imponenti torrioni sormontati dal leone di San Marco, le viuzze lastricate di marmo, i mercatini locali… Messo piede a Korkula io e Gianni dopo una prima visita della cittadina abbiamo iniziato l’arduo e faticoso compito della selezione del ristorante per la sera. L’operazione si sa…Richiede un periodo notevole di tempo e un non indifferente dispendio di energia fisica e mentale. Si tratta di entrare in sintonia con lo spirito di ogni locale per coglierne lo stile e la tipologia di clientela a cui si propone. Si inizia con lo scartare innanzitutto ogni locale sulla cui entrata siano presenti scritte come “fast-food” “menù internazionale” e roba simile. Poi vengono esclusi i locali con insegne del tipo “pizza” “spaghetti” “italian food”, tali locali sono rivolti ad una tipologia di clientela italiana che non osa abbandonare i sapori a cui è affezionata. E’ straordinario il numero di ristoranti sparsi per il mondo espongono tali insegne. Non sai se ciò non è che una conseguenza del fatto che la cucina italiana è molto apprezzata all’estero, oppure non dipenda dal fatto che gli italiani sono un popolo di vacanzieri in maggioranza poco propensi alla scoperta di nuovi sapori, per cui il mercato della ristorazione si è di conseguenza adeguato alle loro esigenze.

Vengono poi depennati i ristoranti troppo facilmente raggiungibili, troppo in centro, troppo a due passi dall’attrazione turistica principale. Si da per scontato che poiché acquisiscono regolarmente e senza sforzo un gran numero di turisti, i cuochi non debbano spremersi le meningi più di tanto. Tale regola a parte qualche rara eccezione è diventato per Gianni un assioma che come tale non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni. Drasticamente devono essere poi esclusi senza alcuna possibilità di appello tutti i ristoranti che abbiano nel proprio menù gli “SPAGHETTI ALLA BOGNESE” un piatto senza alcun senso, che non ha alcuna ragione di esistere e che reca pubblica offesa ai buongustai napoletani ed emiliani. Chi mai è stato il creatore di questa accozzaglia di gusti? Sicuramente non un cuoco italiano. Anche la zuppa inglese non ha alcuna origine anglosassone ma è sicuramente di gusto gradevole e rivela una notevole dose di fantasia ed arte culinaria. Gli inglesi penso siano fieri e anche sorpresi dell’attributo dato a questo ottimo dolce che è comunissimo trovare nei menù dei locali della riviera romagnola. Il sapore degli spaghetti alla bolognese non so quale sia e mi rifiuto di poterlo eventualmente conoscere in futuro. Il solo pensiero di abbinare degli spaghetti a delle polpette al sugo mi provoca un istantaneo bruciore allo stomaco.

Fra i locali sopravvissuti alla scure di Gianni la scelta diventa più difficile. A questo punto è qui che si nota la classe del buon gustaio, bisogna cogliere il particolare, l’attimo fuggente, lo sguardo della cuoca estorto dopo aver sbirciato nella cucina, il modo con cui il cameriere trasporta i piatti, il tipo di tavolo nella sala e il modo con cui è apparecchiato, l’aroma di un piatto carpito all’ingresso, il numero di clienti seduti ai tavoli… Il locale a cui ci si può sedere deve essere: non troppo in centro, non avere insegne al neon o troppo sfarzose, avere un aspetto decoroso e pulito, avere un cuoco-cuoca di mezza età un po’ grassoccio-grassoccia che lavora appassionatamente con le maniche rimboccate, avere decori di buon gusto alle pareti (rispecchiano l’animo del gestore), possibilmente non avere i menù stampati al computer, avere come ospite ai propri tavoli persone che a colpo d’occhio riconosci essere non turisti ma persone del luogo.

Fatte tutte queste debite considerazioni la scelta cade sulla taverna di Marco Polo, che a proposito… È di Korkula lo sapevate? La scelta anche questa volta prova che la formula funziona. Per raggiungerlo dobbiamo percorrere una stradina in salita che dalla camminata sulle mura si addentra dentro la città vecchia. Ci portano insalata di polpi, sgombro e ricciola ai ferri, assolutamente perfetti. A fine pasto ci servono un liquorino mai sentito prima a base di pere selvatiche, il Krurkovac, ce ne innamoriamo e continueremo ad assaporarlo durante le varie tappe del viaggio.

28/07/03 Da Korkula all’isola di Mljet (baia di Pomena) Ore 7,30 Sveglia per metà equipaggio. Gianni, Luca e Sabrina fanno colazione con: fette biscottate, Nutella e Nescafè con dolcificante ipocalorico (conosco psicanalisti che con pazienti che accusavano sintomi ambivalenti molto meno importanti di questo, si sono fatti l’attico a Cortina) Gianni Luca e Sabrina approfittano del sonno della rimanente parte dell’equipaggio per approfondire la conoscenza di Korkula. E’ veramente splendida! Una piccola Venezia senza canali.

Ore 10,30 Anche lo Skipper si è svegliato. Partenza alla volta di Mljet Ore 11,45 Bagno in una verdeggiante insenatura nell’isola di Korkula. Barbara si esibisce in una serie di eleganti tuffi.

Ore 12,30 Pranzo a base di insalatone, lo skipper avrebbe preferito la pasta… Ore 16,15 Arrivo a Mljet (Baia di Pomena).Non c’è posto nel porticciolo per cui si ormeggia alla fonda nella baia con cima a terra. Vento lieve da sud.

Ore 21 Dopo il rientro dall’isola al centro dell’isola viene scelto il ristorante. Cena a base di polpi, scampi e totani alla griglia. Squisiti… 29/07/03 Dall’isola di Mljet all’isola di Lastovo Ore 10,30 Si salpa da Pomena dopo aver effettuato un bagno nella baia.

Ore 11,30 Tutto fiocco al lasco. Le onde sono lente e regolari, il vento è fiacco e spira da poppa. L’equipaggio è messo a dura prova… Già l’anno scorso al primo noleggio del Modea ti eri chiesto perche? Perché il progettista aveva concepito quella strana protuberanza lunga un metro e alta 15cm, che attraversava il pavimento del pozzetto da prua a poppa? Di nessuna utilità pratica e anzi fonte di numerose inciampature da parte di tutto l’equipaggio. Vento da poppa, onde alte, lunghe e di frequenza regolare, l’ideale per farti venire quel po’ di nausea che si sa può sempre colpire…Anche il marinaio più provetto.

Mare ideale per spedire Barbara sottocoperta a prelevare qualsiasi cosa ti passi in quel momento per la testa. Marco aveva detto e tu, malgrado il fastidioso lento beccheggio avevi risposto ma tu forse pensavi che sarebbero state le manovre per issare lo spinnaker… ideali ad accentuare il tuo mal di mare. Poi mentre lenta la barca sballottava, il tuo piede destro aveva maldestramente incontrato quella maledetta protuberanza…Ideale per procurarsi una dolorosissima storta. Mentre constatavi che era solo una storta e ringraziavi il cielo per aver portato da casa un paio di provvidenziali confezioni di ghiaccio istantaneo, in quel momento ideali per non gonfiare la caviglia… il regolare, lento, afoso e sudaticcio dondolio del mare, mieteva vittime fra l’equipaggio. Sabrina seduta sulla pedana a poppa per subire il meno possibile i malefici altelenanti influssi esclamava Si, effettivamente quello che laggiù, saliva e scendeva sulle soporifere onde del mare non poteva essere che Orada , il nostro gommoncino…Anche perché a voler essere proprio pignoli…Non c’era più nessun gommone legato alla nostra barca! Momento ideale per perdere il tender. Orada beatamente in libertà, come un cagnolino che ha strappato il guinzaglio, si nascondeva laggiù, dietro a un prato dondolante e blu. Ma il mezzo marinaio va in pezzi e si perde fra le onde… e Orada scondinzola lontano. Alla seconda manovra (senza mezzo marinaio) Gianni lo recupera e lo lega nuovamente al guinzaglio.

Mentre l’intera ciurma ringraziava il cielo, come primo motivo perché Sabrina era andata a sedersi proprio là… sulla pedana a poppa, nel momento ideale per vedere Orada prima che scomparisse all’orizzonte, come secondo e ancor più importante motivo …Perché a legare il guinzaglio del tender alla barca non era stato nessuno di noi ma lo skipper…Venivo punto al mignolo della mano destra da una vespa, che come clandestina aveva scelto il Modea, barca ideale per trasferirsi dall’isola di Mljet a quella di Lastovo! Ore 17 Arrivo alla baia di Lastovo. Sembra di essere in un lago, le isolette poste davanti all’entrata della baia impediscono la visuale del mare aperto. Le colline che circondano la baia sono verdissime, l’acqua è immobile e limpida, il panorama è veramente mozzafiato! Pomeriggio dedicato al nuoto e alla scoperta in tender delle baiette. Gianni e Sabrina cominciano a fantasticare di acquisti di terreni e case a prezzi stracciati.

Ma a che età comincia la terza età? Te lo chiedi al ristorante, quando facciamo conoscenza con un pensionato tedesco ex ingegnere meccanico. Ha 60 anni, ha lasciato la moglie in Germania ed è partito in navigazione solitaria da Pola con una barca a vela di 30 piedi per raggiungere la Turchia. Viaggia preferibilmente di notte. In Turchia si unirà ad un equipaggio di altre tre persone su di un’altra barca che inizierà il giro del mondo!

30/07/03 Dall’isola di Lastovo all’isola di Korkula (cittadina diVela Luka) Ore 8 Sveglia. I primi come al solito sono Gianni e Sabrina, che convinti che le case da queste parti le regalino, decidono quasi per scherzo di provare a trattare per un eventuale acquisto.

Il turista italiano all’estero viene preso dalla frenesia di fare acquisti. L’italiano all’estero è alla perenne ricerca di quello che i romagnoli chiamano con un termine quanto mai azzeccato “la bazza” che deve essere pronunciato con la zeta morbida di zanzara. E’ la ricerca spasmodica della bazza che spinge gli italiani in vacanza alle Baleari ad assieparsi davanti ai negozi che espongono collane di perle coltivate, o in Grecia a prendere d’assalto i negozi di oreficeria. Tralasciando il fatto che ciò che trovi ad un prezzo minore rispetto ai negozi di casa spesso è dovuto ad una bassa qualità del prodotto. Ma l’italiano in vacanza tralascia questi particolari, a volte li nasconde, il tutto per giustificare l’acquisto della “bazza” l’oggetto che una volta a casa servirà a rendere più affascinante il racconto del proprio viaggio agli amici. Il turista italiano lo riconosci da lontano, a Londra come a Parigi a Vienna come a Madrid, viaggia in piccoli branchi che si ritrovano schierati davanti alle vetrine di Gucci, Armani o Versace o davanti alle oreficerie che espongono i Rolex. Le donne sono sempre elegantissime e puntigliose nella scelta dell’abbigliamento più idoneo ad intonarsi al luogo da visitare. Gli uomini sono più omogenei nella scelta degli abiti; vestono esclusivamente capi vistosamente firmati; generalmente hanno sofisticatissimi cappellini con visiera; occhiali da sole all’ultima moda e non importa se è nuvolo e sta per piovere; camice a manica lunga rimboccata, portate fuori dal pantalone, marca Polo Ralph Loren, a volte di colore sgargiante ma sempre in rigoroso abbinamento al colore del cappellino e del pantalone; scarpe rigorosamente di tendenza; esibiscono accessori come orologi sportivi piuttosto ingombranti, telefonini che emettono suonerie fantascientifiche, macchine fotografiche ultimo grido esclusivamente di marca Nikon e telecamere Sony semiprofessionali. Uomini e donne italiane passano gran parte della loro vacanza a confrontare i prezzi dei prodotti esposti in vetrina con i prezzi degli stessi prodotti visionati in Italia. Sono perennemente alla caccia della “bazza”. La stessa forsennata ricerca della “bazza” ha colpito Gianni e Sabrina dopo poco che siamo sbarcati a Lastovo. Il luogo è talmente bello e desolato che viene spontanea la domanda Così convinti di essere dei novelli Marco Polo sbarcati in un nuovo continente, decidono che è necessario, anzi è di vitale importanza acquistare un pezzo di terra in un posto dove pensano che nessuno prima d’ora abbia mai posato gli occhi.

Io, Marco, Barbara e Dodo li assecondiamo e spaparanzati sulla barca assistiamo alla loro gita turistico immobiliare, accompagnati dal Boss dell’isola, rapidamente contattato dalla hostess del Marina (la figlia del boss) a cui si erano rivolti per informazioni. Il Boss parla correttamente italiano, ha lavorato per 25 anni in Australia, ha sposato una Siciliana e da quel poco che si riesce a capire prima che i due novelli imprenditori edilizi spariscano a bordo della Scenic prontamente (troppo prontamente!) giunta in porto, è proprietario di mezza isola…

Passeggio sulla stradina che costeggia la baia di Lastovo, lo sbocco al mare è invisibile, alcune isole sovrappongono le loro sagome in modo tale da rendere la visione del mare impossibile. Sembra di essere all’interno di un lago, circondato da montagne verdeggianti di pini e macchia mediterranea che dalle cime si spande verso il basso, fino a lambirne le sponde. Su una villetta a due piani di recente costruzione sono dipinte due palle da tennis, e la scritta “…Dù palle…” che l’accompagna non lascia adito a dubbi riguardo all’origine romana del proprietario.

Vengo affiancato da un signore sulla sessantina, le mani dietro la schiena. Scruta la mia macchina Nikon, la maglietta rossa marca Champion, i miei occhiali Ray-Ban, dice solo ma come ! mi ha riconosciuto…? cerco di difendermi riflette… Eravamo un popolo di Santi artisti e navigatori, siamo diventati un popolo di turisti, turisti che si muovono ovunque e comunque. Ore 12 Gianni e Sabrina rientrano accompagnati dal boss, dalla loro gita turistico immobiliare. Il loquace affarista li ha tenuti in ostaggio per tutta la mattinata raccontandogli tutta la sua vita e cercando di rifilargli catapecchie in posti isolati e desolati. Si decide di rimandare l’acquisto… e il Modea FINALMENTE può ripartire.

Prima di abbandonare Lastovo decidiamo di visitare con la barca alcune baie che si dipartono dalla baia principale in cui avevamo ormeggiato. In una di queste scopriamo l’ex porto militare, ora in disuso. Le casermette pericolanti sono quello che sono… ma Gianni e Sabrina continuano a fantasticare di Bazze con la B maiuscola <...Si potrebbe contattare il governo croato per vedere se è possibile acquistare una di quelle catapecchie...Non è più porto militare!...Guardate! ci sarebbe già l'ormeggio...> A scanso di ulteriori perdite di tempo Marco parte a tutto motore alla volta di Korkula.

Ore 16 Arrivo a Triluka, bagno e spaghettata. Ricetta inventata dal sottoscritto (Luca) con quello che c’è. Ottima. Viene subito battezzata “spaghetti alla tri-luka”.

Stupito dalla domanda gastronomico-erudita di Dodo stai per rispondere che …La “glassa” con la “l” e non la “gassa” ! è la copertura lucida di zucchero che si dà ad una vivanda…Per renderne più gradevole e appetitoso l’aspetto…

ma Dodo prendendo una corda inizia il tormentone <...Questa è la testa del serpente, questa è la tana del serpente, il serpente entra nella tana...Esce dalla tana...Fa un giretto attorno alla tana...Entra nella tana...Esce dalla tana...> Ci provi ma lo sai è inutile…E Dodo implacabile Non ci riuscirai mai! Tu appartieni a quella categoria di marinai creativi per cui il nodo deve essere qualche cosa di unico ed irripetibile, una creazione che non lasci spazio a possibili duplicati. Che cosa sono mai i nodi marinai se non una convenzione? Una rigida e ottusa convenzione? Chi mai ha dettato queste assurde regole per cui una corda deve aggrovigliarsi in un modo invece che in un altro? Ore 17 L’ormeggio non è sicuro e il mare diventa mosso. Lo skipper decide per abbandonare l’ormeggio e di compiere una navigazione di qualche ora che ci porterà in porto a Vela Luka. Onde altissime, traversata di bolina, con le vele ridotte si toccano i 9 nodi. Lo skipper è bravissimo.

Marco ha detto e chi si muove? è da mezz’ora che sto abbracciato al wintch, non che sia sia stato improvvisamente folgorato dalla sua bellezza…È che proprio non riesco a muovermi, io onde così alte non le avevo mai viste, in televisione forse…O comodamente in poltrona sul ponte di un traghetto, eppure Marco è tranquillo…Gianni pure…Barbara sale e scende dalla dinette…Dodo si diverte come se fosse al Luna Park…Solo io e Sabrina siamo un po’ pallidini…Basta uno sguardo per capirsi…Siamo sicuri di essere nel posto giusto?…Un bello sdraio sulla spiaggia di Riccione forse era meglio?…Luca tira su la randa e il fiocco?…Come sarebbe a dire tira su la randa e il fiocco?…A parte che si dovrebbe dire “issa” la randa e il fiocco, semmai…Ma con questo vento?…E con queste onde?…Lo skipper è forse impazzito?…Incredibile! con randa e fiocco “tirate su” e senza motore andiamo molto meglio di prima…Mai pensare di poter mettere in discussione quello che dice lo skipper! Ore 19 Arrivo al porto di Vela Luka. In 5m d’acqua l’ancora ha frenato bruscamente…Troppo bruscamente. C’è un po’ di preoccupazione per il giorno successivo quando dovrà essere disincagliata.

Ore 21 Cena nell’ennesimo eccellente ristorantino di periferia a cui segue un bicchierino di Kruskovac in un bar del centro.

31/07/03 Dall’isola di Korkula (cittadina diVela Luka) all’arcipelago di Paleknico (Marina ACI di Palmizana) Ore 8,30 Acquisto del nuovo mezzo marinaio per sostituire quello perso nel recupero del tender. L’ancora malgrado le preoccupazioni fortunatamente viene issata a bordo senza inconvenienti.

Ore 9,30 Partenza. A vele spiegate lo skipper da il meglio di sé, fra bordi ribordi, vento da nord-est e andatura di bolina.

Ore 10,30 Ore 10,33 <... Ma quelli?> Il Modea viene circondato da un branco di delfini, lo spettacolo è veramente incredibile. Iniziamo a fare rumore percuotendo le parti metalliche della barca, e più facciamo rumore più si avvicinano. Sono delfini di una razza di dimensioni notevoli. Nuotano a fianco del Modea offrendo immagini indimenticabili.

Ore 12 L’isola di Hvar è vicina, il vento soffia di bolina e presto dovremo attraversare parte dello stretto che separa l’isola di Hvar dal gruppo di isolette che compongono l’arcipelago di Paleknico, per andare ad ormeggiare alla marina ACI di Palmizana, un porticciolo turistico già visitato l’estate scorsa.

La barca corre veloce, il vento ti sbatte dritto in faccia.

Ore 13 Procediamo bordeggiando Ore 14 <...Ma vi rendete conto...Siamo gli unici con le vele su...Tutti gli altri con il motore acceso...E noi? ...Gli unici con le vele su!...> Ore 15 Ore 16 Ormeggio effettuato.

Mai lasciare sulla terraferma la guida scout da sola! Mai farla sbarcare senza qualcuno che metta freno alla scelta dei suoi percorsi terrestri, sempre alternativi, fantasiosi e inevitabilmente ripidi. Mai abbandonarla a se stessa, libera di arrampicarsi ove più gli aggrada. Soprattutto se costretta in mare non vede salite da una settimana, ha le gambe un po’ intorpidite e magari si sente anche gravata da un incarico che nessuno gli ha dato ma che con gioia ha fatto proprio .

<...Più tardi si potrebbe andare a piedi a fare il bagno in qualche baietta...Poi bisorrà trovare un ristorantino per la sera...> La guida scout a questo punto è già scesa sul pontile. L’equipaggio è assonnato, qualcuno pigramente rigoverna, qualcuno è sdraiato sulle panchine del pozzeto.

La guida scout attraversa l’isola in lungo e in largo. Dapprima seleziona il ristorantino, ovviamente quello più lontano dal molo, dall’altra parte dell’isola rispetto al Modea, con un aspetto ruspante e pulito, un terrazzo panoramica su di un piccolo golfo, foglie di palme ad ombreggiare i tavoli e una cucina perfetta. L’ha ispezionata personalmente, sotto gli occhi sbalorditi della cuoca! Poi seguendo il vero fiuto dello scout (e alcuni segnali gialli e rossi dipinti sulle pietre) scova al di là di una montagnola, l’unica spiaggetta della Croazia con acqua color smeraldo e sabbia bianca. Assolutamente deserta. Mozzafiato! Il vero scout è cosa risaputa, non ama i sentieri tracciati, la pianura, le stradine frequentate, i segnali della civiltà. Così, tornando alla barca, avendo intuito l’esistenza di una scorciatoia in mezzo ai rovi, con sommo piacere, in quattro salti discende i dirupi e si presenta all’equipaggio, fiero delle proprie scoperte. Avendoli rapidamente convinti della bellezza della spiaggia con acqua color smeraldo, si mette alla testa del manipolo…Ma una domanda lo frena…La solita maledetta domanda che gli viene inevitabilmente posta ogni volta che si reca in avanscoperta Il tempo si sa, è qualche cosa di relativo. Una settimana a Riccione può essere lunghissima spesa fra ombrellone pensione e giornalaio, una settimana in barca passa in un attimo. Come si fa a rispondere ad una domanda del genere? bisorrebbe commisurare la capacità che ognuno ha nel porre il proprio passo uno dopo l’altro, fare poi una media statistica fra i vari componenti del gruppo…Roba da laurea in matematica. Ecco perché la guida scout ha sempre una sola ed unica risposta Ai rovi la guida scout non aveva proprio fatto caso. Ripercorrendo a ritroso la scorciatoia, dalle retrovie cominciano a levarsi le lamentele e gli improperi . E più si sollevano le maldicenze più la guida scout per non udirle aumenta il passo <...Ma dove diavolo sei?...> Le guide turistiche nelle città d’arte per non perdere il gruppo sollevano ombrellini colorati o bandierine del paese di appartenenza. Sopra il gomitolo di rovi a Paleknico una pinna nera indica al gruppo la via da seguire… Giunti alla spiaggia l’ammutinamento è scongiurato. Anche se a fatica, tutto l’equipaggio è costretto ad ammettere che effettivamente, malgrado tutto <...Ne valeva veramente la pena!> Al ritorno la guida scout per non subire conseguenze imprevedibili alla propria incolumità fisica, segue il normale sentiero, tenendo però a precisare…Che senza scorciatoie, la strada così è molto, molto più lunga! Ore 21 Altra camminata…Per raggiungere il ristorantino selezionato dalla guida scout. Scampi alla Buzzara…Da leccarsi le dita.

Ore 23 Stremati a letto 01/08/03 Dall’arcipelago di Paleknico a Spalato Lo skipper e Dodo stanno ancora dormendo. Il Nesca è finito e l’equipaggio in coro si è rifiutato di comprarne un’altra scatola, visto che per il rimanente giorno di navigazione i bar sarebbero stati a portata di mano. Io, Barbara, Sabrina e Gianni abbandoniamo la barca pregustando il gusto di un caffè fatto a terra. Ci sediamo al bar del Marina…Il cameriere si avvicina…Noi restiamo in silenzio…Ci lancia un rapido sguardo… <...Quatro...Café...Espreso...!!> non è una domanda ma una affermazione. Siamo sicuramente italiani. Non possiamo volere altro che del caffè espresso di cui siamo drogati. E’ bastato un colpo d’occhio. Per lui non siamo altro che un miscuglio cromatico, un insieme di lenti e calzature eleganti, tessuti firmati e fibbie colorate. Siamo una chiazza multicolore che sprigiona italianità da ogni poro. Come imbarazzati e quasi sottovoce ribattiamo che gli espressi in realtà sarebbero solo tre…E che ci sarebbe anche un cappuccino e nel dirlo rimarchiamo bene la doppia “p” e la doppia “c” a voler sottolinearne inconsapevolmente la corretta pronuncia di ciò che l’italiano assieme al caffè espresso ama di più quando è al bar, e di cui sente maggiormente la mancanza quando si trova all’estero.

Il Nescafè non è che un succedaneo del caffè, un qualcosa che è necessario assumere per mantenere alto il livello di caffeina nel sangue, livello a cui siamo assuefatti e che contribuisce, ne sono sicuro a caratterizzare lo spirito vivace, chiassoso e irrequieto che ci appartiene. Spirito universalmente riconosciuto come italico e che subisce inevitabilmente un crollo al di là dei confini, se non supportato da opportune dosi di caffeina.

Ricordo un viaggio nelle campagne della Loira quando saliti sul pullman che da Parigi avrebbe dovuto condurci alla scoperta dei castelli, una signora marchigiana frettolosamente alzatasi dalle ultime file ci raggiunse prima ancora che ci fossimo seduti. Incredibilmente teneva in mano una bottiglia di plastica, di quelle per l’acqua minerale, stracolma di caffè. Era ovvio, per i soliti motivi ci aveva riconosciuto cromaticamente come italiani ancor prima che salissimo. Garantiva che era ottimo caffè espresso…Aveva riempito la bottiglia il giorno prima a Ventimiglia! Comprendendo la crisi caffeinica che inevitabilmente colpisce il compatriota in terra di Francia, gentilmente e simpaticamente ce ne offriva due tazzine. Il marito, macellaio a Macerata, crocefisso d’oro appeso al collo, riprendeva il tutto con una telecamera Sony professionale con cui si sarebbe tranquillamente potuto girare un film. Tutto ciò non era che uno spaccato di inconfondibile italianità.

Ore 10 Completata la colazione all’italiana con caffè espresso e brioche, perché come dice Gianni “la vita dura ci piace…Ma con tutte le sue comodità”. Si parte destinazione Spalato (purtroppo) Ore 11,45 Sosta in una bella insenatura per un lungo bagno e pranzo a bordo.

Ore 14 Si riparte (a motore) Ore 14,30 Si issano le vele.

Ore 19 Arrivo a Spalato. Un’ora di coda per rifornire di carburante il Modea prima della consegna.

Ore 20 Ormeggio a Spalato.

Hai appena cercato di prestare il tuo aiuto nelle manovre di ormeggio. Qualche barca più in là una donna di mezza età, capigliatura biondo patinato, lo sguardo assorto e sofferente, le labbra serrate a soffocare chissà quale grido… Le braccia aperte, le gambe divaricate…Sospesa fra il cielo e il mare…

<...Ancora un passo!...Dai che ce la puoi fare!...Dai...Dai...Non guardare giù!... Si...Si... così...Ancora un passetto...> C’è chi la tiene stretta per la mano dalla barca, c’è chi la tiene stretta per l’altra mano da terra. Ma i piedi sembrano inamovibili, incollati alla passerella da chissà quale miracoloso collante. Sarebbe interessante sapere se il gruppo è in partenza o se hanno appena terminato il viaggio.

Due signore discorrono sul pontile di ormeggio. Stessa capigliatura finto biondo, trucco pesante, sigaretta accesa . Misteri della navigazione.

I bolognesi della barca accanto raccontano le loro disavventure da lupi di mare.

Noleggeranno la barca a Spalato anche il prossimo anno? La ragazza con beauty e tacco a spillo, incontrata sul molo la settimana prima, ha vinto la sua personale battaglia con la passerella. E’ rilassata, a bordo della barca che presto dovrà lasciare e negli occhi gli si legge già un po’ di malinconia. Marco con una certa dose di malizia indaga Hanno percorso un itinerario commisurato alle loro possibilità. Lo skipper ha scelto un tipo di navigazione facile, si sono divertiti molto senza strafare. La prima vacanza in mare può voler dire tutto, potrai amare od odiare la vela per sempre. Marco a questo punto infierisce.

Domani il traghetto dal porto di Spalato ci ricondurrà ad Ancona. Lo stesso caos dell’anno scorso per i bagagli, la stessa fila infinita per i biglietti, la stessa enigmatica attesa di due ore insieme ad altri mille italiani sigillati e compressi in uno stanzone dove la temperatura raggiunge i 40°, gli stessi sintomi che precedono la sincope, gli stessi cori da stadio dopo la prima ora di tortura lo stesso arrivo della polizia croata, lo stesso prelevamento a casaccio di qualche ragazzo fra quelli meno inclini alla sopportazione, lo stesso furore italico risvegliato dall’offesa recata al connazionale, lo stesso sguardo spaventato del poliziotto croato sommerso da indecifrabili improperi delle mamme dei ragazzi prelevati, la stessa ritirata della polizia…Ciao Croazia, alla prossima!



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