Antille e Caraibi… in crociera

Guadalupa, Tobago, Grenada, Barbados, Santa Lucia, Martinica, Tortola, St. Maarten, St. Kitts, Antigua, Dominica. Mare stupendo, spiagge belle e capitali graziose
Scritto da: Enrico 9
antille e caraibi... in crociera
Partenza il: 16/01/2015
Ritorno il: 31/01/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Partiamo con Neos da Malpensa nel primo pomeriggio, il viaggio sarà ottimo, arriviamo a Point a Pitre (Guadalupe) in tarda serata, per via dell’ottima organizzazione Costa non tardiamo ad imbarcarci, ma sono ormai 24 ore che siamo in giro quindi dopo esserci registrati al “totem” che ci consente di addebitare ogni spesa sulla carta di credito mangiamo solo frutta ed andiamo a dormire. La nave Costa Fortuna è un po’ datata (2003) ma credo rinnovata e quindi ancora accogliente.

Il primo giorno è interamente di navigazione verso Tobago poiché la nave procede molto lentamente per dar modo a tanti turisti di fare la coda alla reception, prenotare escursioni ed informarsi su tutto: giornata campale anche per i lavoratori. Essendo i turisti tutti sulla nave si formano lunghe code anche al ristorante self service dove ci viene confermata la buona cucina Costa e sarà così per tutto il viaggio ma non per ogni settore come ad esempio la reception piuttosto disinformata in vari componenti. Difficile trovare uno sdraio libero ma domani inizieranno le escursioni: noi abbiamo scelto di non comprarne nessuna, siamo affezionati a “Costa crociere”, ma spesso le escursioni sono care e non sempre impeccabili e forse questa crociera consente di farne a meno. Almeno inizialmente proviamo un “fai da tè”, vedremo ogni mattina se riusciremo a soddisfare i nostri desideri, alternando una bella o tranquilla spiaggetta ad un proficuo giretto per le piccole ma interessanti capitali; ci siamo informati oltre che su Turisti per caso nel web in generale cercando anche qualche mappa ed abbiamo osservato Google Earth; “Toccheremo” 11 isolette, tutte toccata e fuga, ma è salutare questo bel sole nel mese di Gennaio 2015: vedremo cosa scopriremo. Nell’ordine attraccheremo a: Guadalupa, Tobago, Grenada, Barbados, St.Lucia, Martinica, ripasseremo per Guadalupa, poi ancora Tortola, St.Maarten, St.Kitts, Antigua e Dominica, per rientrare a Guadalupe dove terminerà la crociera.

TOBAGO

Il primo attracco e conseguente “sguardo dal ponte” è sulle colline di Tobago, sorella minore di Trinidad. Inglesi, Francesi, Spagnoli ed altri lottarono per il possesso di questa isoletta e molto sangue fù versato. Scoperta da C. Colombo l’isola è ora indipendente dal dominio britannico. E’ da poco mercato turistico, il governo impiega circa 50% della popolazione. Si presenta pulita, con buone strade, guida a sinistra e si parla inglese. Come in altre isole anche qui si formano gruppetti di turisti all’ultimo momento per spendere meno di taxi, quindi, incontrati un paio di svizzeri ci facciamo accompagnare a Pingeon point (20 minuti), bella spiaggia di sabbia corallina con tanta alberatura, qualche negozio ed ogni servizio. Spendiamo 10 dollari a testa per il taxi a/r e 3,50 per l’ingresso. Paghiamo solo al ritorno il tassista della Jerry’s service che viene puntualmente a riprenderci: consigliate almeno 3 ore di sosta ed anche di più, ne vale la pena. Molta ombra per le tante palme che contribuiscono ad un bel panorama caraibico. Mare caldo e turchese, possibilità di moto d’acqua ed altro. Arrivando verso le 9 (faceva già piuttosto caldo) la spiaggia era ancora godibile e fotografabile, a differenza di un paio d’ore dopo quando arrivano gli escursionisti Costa o di altre navi. Rientriamo per uscire di nuovo più tardi, mentre passando per il terminal un gruppo folcloristico suona per i naviganti. Saliamo al forte King George, una discreta scarpinata di 1400 metri in salita ma molto bello il panorama; ridiscendiamo, visitiamo i pochi banchi per turisti (alcune belle merci come infradito in pelle lavorati a mano a 40 dollari e ricamate magliette a 15) e concludiamo dicendo che Scarborough che lasciamo alle 18 offre davvero poco, quindi meglio cercare una bella spiaggia fai da tè. Al porto, tutti,turisti compresi, approfittano di internet. Dopo la cena di “Gala di benvenuto” siamo pronti per informarci su Grenada.

GRENADA

Arriviamo a St. George alle 7 e ripartiamo alle 18. Il terminal offre parecchi negozi come d’altronde il centro con molte dimore coloniali, alcune sicuramente da ristrutturare. Poiché si dice sia una delle città più carine delle isole che toccheremo (sarà così infatti), godendo di una spettacolare vista ai piedi del versante vulcanico e delle case dai tetti rossi, decidiamo di buon mattino di dedicarci ad un giro del centro. Grenada gode di tranquillità e benessere ed è indipendente dal Regno Unito. Religione principale quella cattolica, lingua ufficiale l’inglese. Stabilità politica e ricchezza di coltivazioni: tabacco, caffè, cacao, zucchero. Appena fuori dal terminal giriamo a destra, saliamo 10 minuti i gradoni che portano a Fort George, piccolo ormai in disuso. Entrata 2 dollari, alcuni cannoni che riempiono le foto che hanno per sfondo il porto e parte della città. Scendiamo e subito incontriamo la chiesa presbiteriana, semidistrutta da un uragano, è rimasto solo lo scheletro. Continuiamo per la vivace e caotica cittadina giungendo presto alla chiesa anglicana con vetri colorati con l’aspetto trasandato, ma stranamente per questo desta il nostro interesse, vale la pena entrare; più avanti la cattedrale cattolica in ottimo stato. Non c’è una nuvola e si percepiscono 35 gradi, quindi dopo vari saliscendi giungiamo al Careenage con molte barche ormeggiate ma stanchi ed accaldati torniamo presto scendendo verso il porto per Market Hill, la Costa si vede in lontananza. Facciamo una fermata al mercato di frutta e souvenir (piuttosto cari); ricordando che Grenada è l’isola delle spezie ne compriamo alcune, mentre una Coca cola da mezzo litro al piccolo chiosco la paghiamo un paio di dollari. Sole, accoglienza, bandierine ovunque, belle auto, gente d’affari ben vestita, anche un fuori programma di una anziana venditrice che uscendo dal suo piccolo chioschetto improvvisa per noi una ballata e cantata molto folcloristica: insomma una bella mattinata….però la spiaggia di Grand Anse è a soli 8 dollari (a/r), da non confondere con i dollari locali che alcune di queste isole usano e a pochi minuti come indicatoci dall’addetto ai turisti al porto, quindi prendiamo il water taxi a sinistra del terminal ed in pochi minuti siamo nella bellissima acqua chiara di una lunghissima spiaggia. Consigliamo appena sbarcati di andare a destra, dopo 200 metri meno gente, alberi per l’ombra e spiaggia bianchissima; bar, cibo, sdrai e ombrelloni a pagamento. Rimaniamo oltre 3 ore: alle 18 la nave riparte. Ottima la cena e lo spettacolo dei ballerini e cantanti di Costa Fortuna.

BARBADOS

Di origine corallina offre musica, cibi e bevande di ottima qualità. Circa 100 mila Barbadians (1/3) di lingua inglese abitano nella capitale. Bridgetown, una delle cittadine più carine è anche il porto più importante da dove partono le merci tra cui zucchero e rum. Ancora una bella giornata senza escursioni preordinate. Alle 7,30 la sala colazione è piena, scendiamo presto, notiamo che nel terminal ed appena fuori ci sono molti negozi ed i prezzi per souvenir sono accettabili. Pare anche sia la città dei tassisti, ovunque qualcuno si avvicina per chiedere se necessita un taxi. Appena scesi dalla nave prendiamo per il bel lungomare alberato, poi deviamo per visitare St.Mary Church (spesso intorno alle chiese vi sono i cimiteri), quindi andiamo per l’arteria principale della città, Broad street, vivace a tratti caotica con alcune belle costruzioni coloniali e tanti negozi e supermercati. Molto bello in pietra il parlamento (ricostruito dopo l’incendio del 1860) con una torre con orologio in piazza Trafalgar ove si trova la statua di Nelson, la fontana del delfino ed il War Memorial: godibile. A 200 metri c’è la cattedrale di San Michele, in ristrutturazione, grande ed in pietra, visitabile l’interno con balconata. Poi verso il vero centro, il Careenage, piccolo porticciolo con bar e negozi. Attraversiamo il ponte più importante, Chamberlain Bridge, mercatino nei dintorni, quindi avendola vista in google cerchiamo nei pressi Boatyard beach, che immaginiamo sarà una spiaggetta poco importante. Sbagliato, spiaggiona di sabbia bianca, in parte libera in parte attezzata, mare bellissimo, battelli ormeggiati ed alcuni ragazzi che facevano il bagno ad un cavallo: immortaliamo la curiosa scena. Dopo un rinfrescante bagno (anche quì sembra che le ore più calde, senza nuvole, siano le prime del mattino, verso mezzogiorno infatti arrivano alcune benedette nuvole bianche) nella bellissima acqua limpida e turchese e non noleggiando sdraio e ombrellone (15 dollari a testa), ci sediamo in un bar senza pretese dove si può anche pranzare e beviamo una coca alla spina (2 dollari), ci riposiamo ancora un po’ e poco dopo mezzogiorno, salutando altri ospiti Costa “fai da tè”, ripercorriamo all’inverso i 2 Km. che ci dividono dal porto, lentamente, acquistando tè al ginger ed altre cose in un supermercato oltre che alcuni souvenir. Mentre ritorniamo arriva l’escursione Costa pagata 49 euro. Soddisfatti, dopo il pranzo e breve riposo, ritorniamo al terminal per completare gli acquisti in ricordo delle Barbados. Salutiamo alle 20 questa accogliente isoletta contenti che da qui non passano uragani e ci prepariamo per St.Lucia.

ST. LUCIA

Isola delle Antille di origine vulcanica con popolazione di origine africana che parla inglese, francese e creolo; molto verde con belle spiagge. In dubbio il fatto che Colombo sia passato di quà. Arriviamo a Castries col sole, ma appena usciamo dalla nave inizia a piovere, anche fortemente. Quindi pensando agli escursionisti Costa in fila allo scoperto in attesa dei piccoli bus raggiungiamo velocemente il centro dove appena rischiara fotografiamo la chiesa ed il parco con alcune statue in Piazza D.Walcott, intorno graziose costruzioni coloniali con tenui colori. Alle 9,30 il cielo è ancora incerto e quindi visitiamo sempre in città il central market, fortunatamente al coperto, dove possiamo soddisfare la voglia di comprare alcuni souvenir come un ketchup alla banana e una bambolina in pezza che si sdoppia, ma appena rischiara ci rechiamo a 100 metri dove sono tutti i bus e prendiamo l’1A. All’autista chiediamo di portarci alla spiaggia della capitale (vista su google), credo sia Vigie beach, situata a circa 2km. nei pressi della pista dell’aeroporto (ottime le comunicazione a St.Lucia). Paghiamo 1 dollaro a testa a tratta, siedo vicino all’autista; certo che a velocità sostenuta questa guida a sinistra… ma l’autista anziché lasciarci nella spiaggia richiesta ci porta con autorità 15 minuti più avanti, in una spiaggia a suo dire migliore: la sua risolutezza ci costringe ad accettare. Scaricati ci ritroviamo in un villaggio turistico con belle ville, alberghi e camminando circa 700 metri raggiungiamo la spiaggia di Rodney bay, dove c’è anche la stazione di polizia e ci avviciniamo alla lunghissima spiaggia. Questa volta la sabbia non è bianca, bella, racchiusa tra le colline. Sorpresa: al centro della spiaggia, ammassati come sardine ci sono gli escursionisti Costa (quanto avranno pagato?), quindi andiamo a destra e vicino agli scogli ci ritagliamo uno spazio presso il Garden resort, dove si può stare liberi o richiedere le sdraio ma ci sono alberi a sufficienza che fanno ombra. Bagno bellissimo in un’acqua limpida e azzurra, in lontananza molti yacht ormeggiati in rada. Vi sono bar e ristorantini, ma anche donne locali che portano bibite fresche (2 birre 5 dollari) o cibi per uno spuntino. Restiamo 3 ore, ammirando l’incredibile mare e la collina che ci sorveglia. All’uscita dalla spiaggia piccoli bus si offrono come taxi a 6 dollari a testa, ma noi ripercorriamo i 700 metri, ci fermiamo al grande supermercato presso la statale e ci compriamo 3 coca cola per 2 dollari. Il piccolo bus sembra essere lì ad aspettarci e sorridiamo al pensiero che la nostra escursione sia costata 4 dollari. Purtroppo ripassiamo dal mercato centrale….e sono altri acquisti, poi alle 17 ci imbarchiamo per rilassarci e non ritorneremo fuori anche se la tentazione di rivedere la piazza col sole ci tenta. Anche oggi è andata davvero bene, grazie Santa Lucia! Serata a teatro con l’invito del comandate dopo la cena di Gala da lui offerta, poi dopo lo spettacolo in camera a studiarci gli appunti sulla Martinica.

MARTINICA

In indigeno “isola dei fiori”. Una delle isole più belle dei Caraibi scoperta da Colombo nel 1502 dove si parla francese e creolo: siamo comunque in terra francese, guida a destra e si spende l’Euro, infatti è l’isola un po’ più cara rispetto alle altre. L’isola è dominata dal vulcano Pelee la cui eruzione distrusse la città di St.Pierre. Capitale e centro commerciale è ora Fort de France considerata una delle 30 baie più belle al mondo. Noi scendiamo alle 8,30 e per soddisfare la nostra cultura ci dirigiamo a visitare la cattedrale di Saint Louis passando prima per la bella biblioteca Schoelcher in centro città a meno di un chilometro dal terminal, dal quale per il centro basta andare a sinistra e seguire le strisce blù. Traffico molto corretto ed ordinato; dal terminal ed in città molti giovani con gilet rosso che fungono da assistenti ai turisti: sono loro ad indicarci, dopo aver percorso un bel viale, dove trovare il caratteristico mercato coperto dove si comprano frutta, spezie, liquori ed il tipico tessuto Madras (tovaglia 10 euro). Passiamo dal supermercato Carrefour dove completiamo piccoli acquisti e compriamo una bibita fresca ad 1,50. Prendiamo quindi per la deliziosa e pedonale Rue de la Republique con casette coloniali e scendiamo al forte che si può visitare spendendo 8 euro: rinunciamo, perché proprio sotto il forte vi è la “Spiaggia dei francesi”, che non è la tipica spiaggia caraibica, però ha una location carina lunga 100 metri e larga 5, con molto prato, un bel mare con tanti yacht ormeggiati, ai lati il castello ed il lungomare, mentre dietro vi è la “Savane” un giardino botanico con belle ed alte palme: davvero un bel luogo. Ci accontentiamo quindi di un bel bagno in questa baia, non affollata e gradevole come la città di Fort de France. Chi desidera una spiaggia caraibica può andare a “Les Salines” che però dista quasi un’ora dal porto. Dal lungomare partono inoltre i “ferry” per varie direzioni, spiagge comprese. Noi siamo comunque soddisfatti della nostra decisione, abbiamo visitato la piccola capitale ed abbiamo comunque fatto un bagno rinfrescante ed abbiamo ancora tempo per il relax, per goderci finalmente un po’ la nave o per tornare in centro dopo il pranzo delle 15. Serata con cena Italiana, solo prodotti italici e finale con “O sole mio” ed altre musiche nostrane.

GUADALUPE

Giorno e notte di sosta a Guadalupe per poi riprendere ed andare stavolta verso nord. Chi ha fatto una sola settimana lascerà la nave per il ritorno. L’isola fa parte delle Antille francesi a forma di farfalla. L’Europa importò la canna da zucchero ma anche la schiavitù. Terra francese, euro e guida a destra. Abbastanza turismo che però non ha stravolto le usanze degli isolani che sono ancora prevalentemente agricoltori. Quì si trovano foreste pluviali, il vulcano, piscine naturali con getti di vapore.

Mettiamo piede a terra a Point a Pitre alle 8,30 e subito ci imbattiamo nei tassisti che stanno intrattenendo capannelli di turisti che desiderano le più diverse destinazioni. Noi avevamo visto nel web la spiaggia di Gosier, a pochi chilometri dal porto che ci hanno poi detto molto carina e forse raggiungibile con bus ma non avendo voglia di perdere tempo ci siamo aggregati ad altri 4 turisti e per 20 euro a testa a/r siamo stati accompagnati in 25 minuti di viaggio alla spiaggia di Saint-Anne, più precisamente a ”La caravelle”, dove risiede il Club mediterranèe, ma la spiaggia non è privata quindi chi vuole godere di questo chilometro di sabbia bianca con tantissime palme (l’ombrellone non serve) si può liberamente accomodare e volendo affittare un lettino. Bar e banchetti che preparano snack, acqua favolosa, 28 gradi, sole cocente ed alcune iguane che scorazzano tra i turisti. Davvero una bella baia in tipico stile caraibico. In nave alle 15 mangiamo frutta e presto ri-usciamo per andare al mercatino delle spezie (per la verità queste isole che hanno tante spezie le vendono piuttosto care ai turisti), acquistare tè e porta vaniglia e fotografare la chiesa di St.Pierre e Place de la victoire (nulla di speciale) e le solite casette coloniali. Rientriamo accompagnati dalla bella musica caraibica di un talentuoso terzetto che si esibisce tra i banchi di souvenir del terminal (usanza che si è ripetuta); spendo una parola su questo mercatino ai piedi della nave: una quindicina di banchi con cose davvero belle perché artigianali che non si trovano nelle altre isole mentre normalmente in questi mercatini gli oggetti si ripetono e sono di provenienza asiatica. La sera lo spettacolo è offerto da componenti dell’equipaggio, davvero bravi a cantare e ballare.

TORTOLA

Dopo un giorno di navigazione a passo di lumaca, pardon… di crociera, in cui le attività sono aperte (ricordo che i negozi ed il casinò della nave per motivi doganali possono lavorare e vendere solo quando la nave è fuori dal porto), quindi grandi “svendite” di braccialetti ed orologi mentre i turisti affollano le zone delle piscine, la nave getta l’ancora in rada a Road Harbour, capitale di questa isoletta delle isole vergini britanniche (la più grande di altre 40 e base della pirateria)… si torna quindi al dollaro. I tender, che non sono altro che le scialuppe di salvataggio che contengono 150 passeggeri e che sono state calate in pochi secondi, ci accompagnano al porto. Quì molti ricordi sono dedicati a Sir Francis Drake; arrivarono poi miliardari americani come Rockfeller ad investire. Centro nevralgico per feste di piazza e di spiaggia è Cane Garden bay, dove ci rechiamo scegliendo se possibile sempre le spiagge piuttosto che giardini botanici o distillerie o altro. Il prezzo praticamente fisso per giungere alla spiaggia è di 16 dollari a persona a/r su taxi collettivo. Per arrivarci attraversiamo in 20 minuti una parte dell’isola rendendoci conto della sua bellezza, dei parchi naturali, dell’impressionante vegetazione e degli scorci sul mare, visto dall’alto poichè per arrivare si sale per poi ridiscendere. In alternativa altri turisti hanno scelto l’escursione Costa o in privato costosa comunque il doppio a Virgin Gorda. E’ nuvoloso, al centro della spiaggia non larghissima ma molto lunga. Ci sono centinaia di sdraio che vengono cedute al prezzo di 2 sdraio e l’ombrellone a 13 dollari: prezzo molto onesto. Arriveranno poi anche gli escursionisti Costa a 59 euro. Lentamente appare il sole, scattiamo foto a questa bella baia racchiusa tra le colline accogliente anche per via dei chioschi con cibarie che suonano musica e alcuni banchetti di souvenir (non a buon mercato). Al largo i soliti yacht ormeggiati. Noi ci spostiamo in una zona libera sulla sinistra. Curiosi molti pellicani che tuffandosi dall’alto si nutrono dei pesci che nuotano a pelo d’acqua. La spiaggia è bianca, il mare come sempre è bello e caldo. Ci godiamo quindi 4 rilassanti ore quando all’improvviso ecco l’acquazzone caraibico; è ormai ora di andare, ed un tassista si preoccupa di chiamare il collega che ci ha accompagnato e deve incassare: gentile. Attenzione: qualche difficoltà a pagare con l’euro che non conoscono. Prima di riprendere il tender ci fermiamo mezzoretta a 500 metri dall’imbarco dove sono situate alcune casette coloratissime che fungono da negozi per souvenir. C’imbarchiamo soddisfatti di aver visitato questa gradevole isola.

ST. MAARTEN

Isola che Colombo paragonò al Paradiso, in cui arrivarono gli spagnoli, gli inglesi, i francesi e gli olandesi, ma in cui i veri dominatori furono i pirati, da Francis Drake ad Henry Morgan che forse hanno lasciato, si dice, tesori nascosti. L’isola, di cui entrando in porto si notano le colline a schiena di cammello è ora un condominio tra francesi ed olandesi che se la dividono in armonia anche se non esiste un vero confine. In nave ci dicono che la valuta è l’Euro, essendo territorio europeo, in realtà preferiscono i dollari e molti venditori equiparano il dollaro all’Euro, quindi conviene ancora pagare in dollari. Sbarchiamo a Philipsburg alle 8,30, c’è chi cerca una delle spiagge più belle ad Orient bay, oppure Maho beach famosa perché la pista di atterraggio è situata a 100 metri, quindi gli aerei in arrivo sorvolano la spiaggia a quota bassissima. Noi, pigramente decidiamo di restare sulla lunga spiaggia di sabbia bianca della capitale con il solito mare caraibico, i soliti gommoni e le solite moto d’acqua, racchiusa dalle colline della baia e con la Costa in lontananza. Dal terminal si và a sinistra, la città è vicinissima ma occorre allungare il giro, almeno per ora, e quindi ci si impiega una ventina di minuti. Subito abbiamo preso per Front street che corre parallela alla spiaggia per circa un chilometro, incontrando la chiesetta cattolica, quindi il delizioso edificio della Court House e la simpatica chiesa metodista, comunque la strada è il fulcro della vita turistica, cosparsa di centinaia di bar e negozi, dapprima un po’ sofisticati dove si comprano bene gioielli, profumi e tecnologia, poi via via più a buon mercato con tantissimi souvenir, vivace e divertente, con casette in legno colorate, alcune ricordano per la forma le case sui canali di Amsterdam: dedicarci un paio d’ore. Da lì in un attimo sulla spiaggia che ha in fondo un settore libero, ma Andy ci offre come primi clienti 2 sdraio e ombrellone a 8 dollari (mediamente da 10 a 13), come rifiutare? Poi lentamente la spiaggia si riempirà. Sia per la spiaggia (basso costo sdrai e birra a dollari 1,50) che per acquisti esempio: abitini 5 dollari, berretti belli e ricamati e di ottima fattura a 5 dollari, almeno la metà che in altre isole, set/parure di pareo, borsa spiaggia, portamonete e fermacapelli 13 dollari e tanto altro ci è sembrata nettamente la città meno cara vista sinora e che merita di essere visitata, un piccolo gioiello. Credo che anche qui siano arrivati americani col portafoglio gonfio. Nell’insieme, St.Maarten come Tortola di cui avevamo distrattamente solo sentito il nome, sono state davvero una bella scoperta. Rientriamo alle 16,30 e passiamo dal buffet per uno snack di piccoli panini e dolci.

ST.KITTS

Sappiamo veramente poco di questa isola dove il turismo non è ancora così importante, di certo abbiamo preso la prima ed ultima fregatura del viaggio. A Basseterre scendiamo alle 8,30, soliti taxi collettivi ma organizzati in agenzia che offrono tour e 2 spiagge, la vicina Friars bay a 4 dollari a testa ogni viaggio o Cockleshell bay a 7 dollari che ci dicono molto meglio; hanno tra le mani un cartello uguale per tutti col disegno dell’isola e l’ubicazione con foto delle spiagge. Dopo 20 minuti di viaggio ed aver visto qualche bel panorama sul mare, veniamo lasciati come molti altri dopo di noi nei pressi di una spiaggia….ma chiamarla spiaggia è esagerato, si tratta di pochi metri di sabbia in larghezza per circa 500 metri di lunghezza, con 2-3 bagni improvvisati con ombrelloni “fai da tè”, piuttosto sporca e come promesso praticamente senza palme (che nostalgia della riviera adriatica). Ogni metro è occupato dalle sdraio (2 fila) che danno per 2 persone a 15 euro, quindi impossibile trovare un settore libero. Restiamo un’ora ripensando alle foto viste, quindi ritorniamo con un taxi che aveva portato altri turisti. Il tassista prima della città ci mostra Frigate beach che ci dice non molto di moda e che ha perso molta spiaggia, in realtà ci sembra di gran lunga più bella dell’altra (ci vuol poco). Al terminal facciamo le nostre rimostranze ad una dirigente dell’ufficio turistico compilando un modulo e che vedendo le foto ammette che dove siamo stati non corrisponde alle foto che ci avevano mostrato, (larga spiaggia, begli sdrai ed addirittura gazebo), avviciniamo quindi un tassista col solito cartello e gli diciamo duramente quello che pensiamo: non risponde (ma si faranno grasse risate alle nostre spalle). Quindi attenti a quello che vi mostrano che corrisponda alla realtà e nel dubbio meglio Frigate bay, forse troppo vicina alla città perché i tassisti possano guadagnare e forse raggiungibile con mezzi pubblici ma che ricordo però essere sull’Atlantico e quindi non caraibica. Ricordiamo anche che in effetti la vulcanica St.Kitts, in questa zona non presenta spiagge bianche ma scure e forse le meno belle dei caraibi, quindi per una volta meglio fare un giro dell’isola o altro. Comunque dopo essere tornati, intorno alle 11, abbia fatto un giretto per Basseterre, un po’ più povera delle ultime viste, con le solite e graziose casette coloniali stile inglese. Ci siamo fatti lasciare a Independence square, più che altro un parco con statua e di fronte la chiesa cattolica e la Georgian house. Proseguiamo per Central street ed arriviamo alla bella chiesa anglicana di St.George inserita in un giardino, bella fuori e dentro, vale la pena. Scendiamo quindi per Church street dove ha sede il palazzo del governo ed alla piazzetta chiamata Circus con torre con orologio e belle costruzioni intorno. Nei pressi del museo anche il terminal del porto, praticamente unico luogo dove acquistare souvenir, ben costruito ed accattivante suddiviso in semplici banchetti e negozi veri e propri. Meglio sicuramente il centro della misera spiaggia. St.Kitts: senza rancore, but never more.

ANTIGUA

Indipendente dal Regno Unito, facente parte delle piccole Antille comprende anche Barbuda e Redonda: chi non l’ha mai sentita nominare almeno una volta? Traffici fiorenti per lo zucchero di canna, abitanti di discendenza africana eredi degli schiavi, Antigua è forse l’isola caraibica più ricca di storia ma anche con oltre 300 spiagge e non ci deluderà.

Mettiamo piede nella capitale St.John’s alle 8,45, avevamo scelto anche su consiglio la spiaggia Jolly beach, ma un gruppetto già conosciuto di romani ci chiede di aggregarci a loro per partire in fretta col taxi collettivo spendendo 16 dollari a testa a/r, 20 minuti in piano per giungere alla spiaggia di Vally Church a 2 minuti da Jolly beach e considerata la sorella. Queste sono sicuramente 2 tra le spiagge migliori di Antigua (suggerite da un componente Costa). Alcune palme ed altra alberatura, non tantissima ma sufficiente, sabbia bianca e grossa, tante conchiglia per la prima volta, a destra la collina che degrada con cottages tipo palafitte, a sinistra altra collina bassa e lunga con altri piccoli cottages: un bel vedere riempito dal più bel mare visto in questa crociera, di varie tonalità di turchese per terminare al largo in un blù intenso. Soliti ragazzi un po’ invadenti con la smania di guadagnare con le moto d’acqua, soliti ombrelloni molto bassi e lettini vicinissimi: non hanno l’arte della sistemazione, ammassano. Ci allarghiamo sulla sinistra mettendoci all’ombra di alcuni alberi e resteremo a guardare questo bellissimo mare per 5 ore tuffandoci varie volte. Sempre il K-way nello zaino perché anche oggi per 10 minuti ci è piovuto addosso. In spiaggia chi ha approfittato del ristorantino è stato contento. Puntuale il simpatico tassista arriva ed incassa l’intera cifra che ci aveva chiesto di pagare solo al termine. Al ritorno ci facciamo lasciare nei pressi della cattedrale, quindi scendiamo verso il porto ammirando le colorate casette coloniali giungendo nella zona dell’Heritage dove vi è il caffè che frequentava Hemingway e tanti negozi souvenir del Redcliff quay. Antigua ci ha ripagato della delusione di ieri. Stanchissimi saliamo a bordo per un piatto di patatine e tanta frutta.

DOMINICA

Ultimo giorno della crociera a Roseau, semplice ma carina, capitale di Dominica, indipendente, si parla inglese, si paga col dollaro. Nota come “l’isola della natura”, coperta da foreste pluviali ha la particolarità di avere un lago di vapore enorme: sorgenti geotermiche sottomarine emettono gas dando vita a bollicine calde. Spiagge? Non tanta roba, ma a cercarle ci sono, di sabbia scura; spiaggia di Meru o Shampagne beach anche per snorkeling. Noi non ci diamo troppo da fare, ci alziamo più tardi e poiché la Costa ormeggia in un molo secondario (il molo centrale in pieno centro città è occupato da Celebrity cruise) e non avendo voglia di percorrere al sole il chilometro che ci separa dal centro prendiamo la Shuttle che con 2 dollari a/r ci porta al molo principale e da lì iniziamo la visita alla città. Prendiamo per Church street e vediamo prima la chiesa metodista poi la cattedrale cattolica a pochi metri, quindi ci addentriamo gratuitamente nel bellissimo giardino botanico che giriamo per un’oretta tra palme ed alberi da fiore e croton giganti ed un vecchio bus giallo schiacciato da un enorme albero che lo sovrasta a causa di un uragano: viene lasciato a beneficio dei turisti. Dopo questa gradevole mini escursione scendiamo da Bath road, sempre seguiti dalle casette coloniali spesso in misere condizioni. Da vari sentierini si giunge sulla spiaggia di sassi, il panorama è bello guardando verso il golfo. Le persone sono estremamente gentili, ci salutano continuamente e ci offrono una sedia se ci vedono stanchi. Una bimba ci regala un sorriso per una caramella: bella sorpresa. Continuiamo il giro, siamo in Victoria street, passando per il bellissimo edificio bianco del Parlamento vediamo prima la libreria poi la chiesa anglicana e fort Young che ha mantenuto la struttura esterna ma ora è un hotel. Ed eccoci di nuovo al terminal centrale per riprendere lo shuttle, senza però prima aver sbirciato sui banchi del mercato di souvenir che attende i croceristi. La scena si ripeterà al molo della Costa, dove in un capannone sono disposti molti altri banchi. A 100 metri la spiaggetta del porto, dove comunque alcuni pigri bagnanti approfittano per l’ultimo bagno. Siamo un po’ in ritardo per il pranzo, ma in anticipo rispetto al solito. La temperatura in queste località è sempre stata sui 28 gradi, qualche breve pioggia, ordine e pulizia.

Capitali preferite a Grenada, Barbados, Martinica, St.Marteen.

Spiagge preferite: Tobago, Guadalupe, Antigua, Grenada

Souvenir meno cari: St.Marteen.

Foto di questo viaggio su www.turistipercaso.it, sul nostro sito viaggi http://poneloya25.weebly.com e foto slide su http://youtu.be/Ee_l-48QxYQ

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St.George Grenada

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Rodney beach Santa Lucia

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Castries, Santa Lucia

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Boatyard beach Bridgetown Barbados

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Bridgetown Barbados Chumberlain bridge

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Parlamento Bridgetown Barbados

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Bridgetown Barbados

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Martinica porto di Fort de France

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Rodney bay Santa Lucia

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Spiaggia di S.Geoge Grenada

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Fort S.George a Grenada

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Pingeon point Tobago

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St.George Grenada

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Ciesa anglicana S.George Grenada

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Porto a Tobago

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Pingeon point Tobago

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Pingeon point Tobago

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Fort de France Martinica

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Fort de France-Martinica

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Cattedrale di Fort de France Martinica



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