Antigua: salsa, merengue, cocco e rum

Decidiamo di partire per Antigua solo tre giorni prima e in men che non si dica ci ritroviamo quindi su un volo Milano/La Romana/Antigua quasi senza rendercene conto; la partenza è quindi lasciata un po’al caso e, perché no, all’avventura. Meglio, speriamo di essere piacevolmente impressionati. Alloggiamo al Jolly Beach Hotel, prodotto...
Scritto da: Luisa Gulluni
antigua: salsa, merengue, cocco e rum
Partenza il: 04/02/2006
Ritorno il: 12/02/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Decidiamo di partire per Antigua solo tre giorni prima e in men che non si dica ci ritroviamo quindi su un volo Milano/La Romana/Antigua quasi senza rendercene conto; la partenza è quindi lasciata un po’al caso e, perché no, all’avventura. Meglio, speriamo di essere piacevolmente impressionati.

Alloggiamo al Jolly Beach Hotel, prodotto tipicamente americano, con una buona struttura, ottimi ristoranti à la carte e soprattutto con un ottima posizione: la spiaggia è sicuramente la più lunga di Antigua e i colori dei tramonti imperdibili.

Ma se siete in cerca di luoghi super romantici e tranquilli, potete visitare altri resort.

Ad ogni modo su questa isola, l’alloggio conta poco perché l’importante è stare fuori: noleggiamo una macchina per 2gg., una bella jeep (scelta che si rivelerà vincente dato lo stato delle strade) e ci dedichiamo alla visita dell’isola: fra le spiagge visitiamo DickensonBay (bella, con piccole dune e molto selvaggia), Carlise Bay e Fraisle Bay (qui tira molto vento) per addentrarci nella foresta pluviale attraverso la Fig Tree Drive, una lunga strada costeggiata da alberi di gomma, di cocco ecc.

L’itinerario prosegue verso English Harbour, storico porto in tipico old british style dove è possibile visitare le antiche costruzioni oggi adibite a sedi dei più disparati sponsor nautici; la presenza di bellissime barche a vela e l’evento della “Antigua Race Week” rendono degni di nota questo antico porto; da qui è possibile salire al punto panoramico per eccellenza dell’isola, Shirley Heights, dove si può decidere di restare per cena o semplicemente godersi il panorama che, nelle giornate limpide, può spaziare fino a Guadalupa.

Il secondo giorno invece decidiamo di visitare il lato ovest dell’isola e passiamo quindi attraverso l’American Road per raggiungere “Betty’s Hope” la vecchia piantagione di canna da zucchero con i vecchi mulini e proseguiamo verso quella che viene definita la più bella spiaggia di Antigua, Half Moon Bay.. In effetti è molto bella e protetta dalla barriera che dona all’acqua una trasparenza invidiabile! Purtroppo i repentini cambiamenti del tempo caraibico (sole, pioggia, sole e ancora sole…) ci fanno muovere verso altra destinazione: Harmony Hall (decantato solo per la presenza di un rinomato ristorante italiano dove tutti i classici “gruppi vacanzieri” si recano, ma che noi abbiamo opportunamente evitato nonostante l’ottima posizione sulla baia); da qui con 10 $ a testa potete raggiungere via barca Green Island una piccola isola con mare cristallino circondata dalla barriera e con la possibilità di fare un po’ di snorkeling A tale proposito, devo avvisare tutti gli amanti di questo sport che qui c’è ben poco da vedere (soprattutto se avete avuto la fortuna di visitare già posti come le Maldive) quindi non vale la pena di perderci troppo tempo.

Concludiamo il giro con un aperitivo a English Harbour sul pontile! Da non perdere un giro in barca intorno all’isola: noi abbiamo fatto l’Ecotour che ci ha portato a visitare l’isola degli uccelli, fare un po’ di snorkeling e vedere le zone più selvagge e naturali della costa (il tutto per 100$ cad. Pranzo compreso).

Sicuramente vale una visita Barbuda, l’isola vicina : noi purtroppo non siamo riusciti a visitarla perché all’ultimo la barca si è rotta e i tempi antiguani di organizzazione sono un po’ lunghi…(non tenete nulla per l’ultimo giorno!) ma vi consiglio l’aereo, prenotabile direttamente telefonando alla Royal Carrib e che vi porterà sull’isola per soli 74$.

Quel che più mi è piaciuto di Antigua è sicuramente l’atmosfera che si respira: i colori gli odori, il rum, la gentilezza e simpatia degli isolani, questo lento incedere che permea tutta la loro vita…E la musica! In ogni angolo se ne sente e sono sempre tutti pronti a ballare.

Insomma, una bella boccata di ossigeno che ci ha regalato la conoscenza di un piccolo pezzo di paradiso in più di questo fantastico mondo.

Arrivederci Carabi! Luisa e Alessandro gullunil@yahoo.Com



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