Antigua e barbuda un sogno per caso

Antigua, un’idea di viaggio per caso nata in me durante un pomeriggio domenicale di fine inverno guardando in tv la trasmissione della Colò “Alle falde del Kilimangiaro”, rafforzata dalla visita ad una serie di siti intenet, tra i quali questo molto coinvolgente e finalmente realizzata alla fine dello scorso mese di giugno dopo un’opera...
Scritto da: germo
antigua e barbuda un sogno per caso
Partenza il: 29/06/2004
Ritorno il: 06/07/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Antigua, un’idea di viaggio per caso nata in me durante un pomeriggio domenicale di fine inverno guardando in tv la trasmissione della Colò “Alle falde del Kilimangiaro”, rafforzata dalla visita ad una serie di siti intenet, tra i quali questo molto coinvolgente e finalmente realizzata alla fine dello scorso mese di giugno dopo un’opera di convincimento, per niente difficile dato l’argomento, nei confronti di mia moglie un po’ perplessa per il costo del viaggio (circa tremila euro il costo iniziale).

Ma arriviamo al dunque. Partiamo martedì 29 giugno alle ore tredici, il nostro tour operator è stato la Suntour che rispetto agli alti proponeva a parità di qualità i prezzi migliori, arriviamo ad Antigua, dopo un breve scalo a Santo Domingo, alle sette di sera (rispetto all’Italia in questo periodo ci sono sei ore in meno); ci accoglie un tempo piovoso e carico di umidità ed un aeroporto molto piccolo e ben curato dal quale sbrigate le poche e semplici formalità burocratiche inizia la nostra prima esperienza caraibica.

Un taxi ci porta al nostro hotel, il “jolly beach resort”, mostrandoci lungo il tragitto un ambiente tipicamente inglese con in più un tocco di fantasia caraibica fatto di piccole case con giardino colorate in vario modo solamente appoggiate al terreno, l’albergo si presenta abbastanza bene, è frequentato molto da inglesi ed americani ma non mancano tra i clienti un nutrito gruppo di connazionali, più di quanto mi aspettassi, la nostra permanenza è stata positiva, la qualità del cibo era mediamente buona, soprattutto nei ristoranti tipici come quello caraibico, pur non essendoci una grande varietà di piatti e in generale la qualità dell’hotel è buona. Un consiglio, per interagire bene con il personale, tutto antiguano, non è il caso di fare la parte degli italiani schizzinosi e pretenziosi che sembra siano abituati a chissà che cosa, una buona dose di semplicità e di capacità di adattamento, doti sempre valide tra l’altro, sono molto più gradite.

La spiaggia dell’hotel è una delle più grandi dell’isola ed è molto bella, di spiagge ad Antigua ce ne sono tantissime e per tutti i gusti, la sabbia bianca è ricca di conchiglie e crea uno strano effetto al tatto e il mare, di colore lattiginoso a causa della sabbia del fondale, sempre molto calmo, dopo un attimo di diffidenza, dovuta alla mancanza di cristalilinità, ti prende in maniera incredibile ( per chi non si lascia prendere c’è la piscina dell’albergo molto comoda e bella).

Il tempo ad Antigua durante la nostra settimana di vacanza non è stato eccezionale, cielo nuvoloso e frequenti piogge, anche di lunga durata, ci hanno fatto compagnia e il sole si è visto a sprazzi ma quando faceva capolino sapeva cuocerti a puntino.

La parte più bella della nostra vacanza l’abbiamo consumata facendo tre escursioni, abbastanza care e con prezzi uniformi rispetto ai vari organizzatori, che ci hanno permesso di vedere quasi tutto quello che c’era da vedere. La prima escursione, costo 120 $ a testa, ci ha portato a Barbuda una sorta di atollo con appena 5000 abitanti, dove la sabbia bianchissima e una fitta vegetazione la fanno da padrone insieme alle fregate una razza di uccelli simili alle aquile che sul posto, nella parte interna della laguna che caratterizza l’isola, fanno sosta tra una migrazione e l’altra. Barbuda che dista da Antigua circa 26 miglia marine, circa un’ora e mezzo di catamarano, è assolutamente da non perdere.

Altrettanto bello è stato il giro attorno ad Antigua, costo 80 $ a testa, fatto con un altro catamarano, con sosta a green island, un’isola deserta con un fondale molto particolare , con dei ricci che sembravano palle da bowling; questa escursione ci ha fatto vedere tutte le spiagge dell’isola anche quelle più nascoste facendoci vivere lo spirito dell’isola che dal mare mostra tutta la propria essenza.

L’ultima escursione, costo 40 $ a testa, fatta in taxi ci ha mostrato un tratto di foresta tropicale che insiste nella parte SW dell’isola ricca di piante da frutto, mango, papaia, ananas, noci di cocco, il Nelson dock yard, una ex base navale inglese oggi ristrutturata ed usata per acchiappare i turisti, Shirley Heights un promontorio dal quale si vede un panorama mozzafiato e la capitale S. John piccola e un po’ caotica, almeno di giorno, con un centro commerciale nell’area portuale creato apposta per i crocieristi nel quale vendono di tutto ed un caratteristico mercato locale.

Questa è stata la nostra Antigua, un viaggio che alla fine ha mantenuto le proprie promesse che ci ha mostrato luoghi incantevoli ed un popolo discreto e fiero della propria indipendenza, sicuramente da consigliare a chi cerca un posto che sia una via di mezzo tra le località ipersfruttate turisticamente e quelle troppo d’elitè nelle quali regna , forse, una calma eccessiva. IO e mia moglie se non fosse per la voglia di scoprire altri luoghi ci ritorneremmo sicuramente e non è detto che non lo faremo in un futuro più o meno lontano Francesco (germoglini@yahoo.It)



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