Antigua e Barbuda, belle e possibili

Il fascino dei Caraibi più puri
Scritto da: paolomonica6469
antigua e barbuda, belle e possibili
Partenza il: 02/03/2013
Ritorno il: 11/03/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €

Premessa

Dopo molte letture, molte recensioni, molto internet, Io, Monica, Cristian e Cristina (Cri- Cri) decidiamo che la nostra meta per l’inverno 2013 sarà Antigua, una delle isole più settentrionali dell’arcipelago delle Antille.

Sarà una vacanza all’insegna del “fai da te”, quindi escludiamo da subito l’idea di passare la vacanza “chiusi” in un resort; e ce ne sono tantissimi. Vogliamo essere liberi di poter girare in lungo e largo l’isola, rimanendo il più possibile a contatto con il territorio, la gente.

Dico subito che la scelta, per noi, sarà vincente. I due cottage del Sunset Terrace Guesthouse di Richard White saranno la base per la nostra vacanza in movimento. Antigua non deluderà le nostre attese risultando un’isola aperta, disponibile e sicura; fatta di paesaggi e spiagge incantevoli, di un mare impressionante e di gente buona e cordiale.

Sabato, 2 Marzo 2013

Dopo giorni di intensi preparativi, finalmente si parte. Abbiamo optato per un volo di linea British Airways che parte da Venezia e fa scalo a Gatwick (sosta di una notte), preferendolo al volo diretto della Blu Panorama, viste le non buone recensioni trovate su internet.

Così trascorriamo la prima notte di viaggio a Gatwick, al Premier Inn, rigorosamente prenotato da casa. Il Premier Inn si trova a 100 metri dall’uscita dell’aeroporto (terminal nord) e sarà comodissimo per la partenza l’indomani mattina.

L’hotel è molto moderno e automatizzato, con il self check in all’arrivo. Il personale è gentile, giovane e molto disponibile. Per una notte abbiamo speso 80,00 euro (coppia) con colazione inclusa.

La sera ceniamo al ristorante dell’hotel, ottimo anche questo, poi tè in camera e via a riposo in attesa della partenza del giorno seguente.

Domenica, 3 Marzo 2013

Il nostro volo per Antigua parte in orario alle ore 10.20. Dopo un tranquillo viaggio (a parte qualche lieve turbolenza iniziale) di circa 9 ore finalmente arriviamo a St. John’s, la capitale di Antigua. L’isola ci accoglie con una giornata splendida; appena fuori dall’aereo siamo infatti colpiti da un vento caldissimo che in pochi secondi ci porta nella nuova realtà dell’estate caraibica.

Le formalità per l’ingresso ad Antigua sono abbastanza rapide e così in breve tempo siamo fuori dall’aeroporto alla ricerca di un taxi che ci porti alla nostra destinazione sull’isola: Johnson Point, Sunset Terrace Guesthouse. Ci accordiamo subito per il passaggio spendendo 35 USD, lasciando poi anche la mancia, vista la gentilezza del tassista che in prossimità della casa di Richard, telefona allo stesso perché ci venga a prendere.

E Richard infatti ci aspetta ai margini della stradina sterrata che porta alla sua casa con il suo pick up americano (un Dodge dal motore potentissimo), pronto a farci fare i 100 metri di salita ripidissima che ci separano dai nostri due cottage. Arrivati ci voltiamo verso il mare e il panorama che ci si prospetta davanti è veramente superbo. Veniamo accolti anche da Darrah, la figlia di Richard, che assieme al padre ci fornisce le prime istruzioni sui cottage e ci da numerose informazioni sull’isola.

Richard e Darrah sono due persone meravigliose, accattivanti e disponibili fin dal primo momento. Lo saranno per tutta la durata del viaggio.

Prendiamo subito possesso dei due cottage che si trovano sul lato destro della casa di Richard, uno leggermente più in alto dell’altro. Sono carini visti da fuori, immersi nel verde e fra i fiori. Dentro invece il primo impatto ci fa dire: ma sono piccoli!!! E in effetti lo spazio è veramente ristretto, il letto, il bagno, un piccolo angolo con frigo e due poltrone giuste giuste per appoggiare le valigie. Paghiamo un po’ questo flash iniziale, ma non siamo venuti ad Antigua per vivere in una camera extra lusso, in fondo si tratta solo di adattarsi e infatti ci adatteremo in fretta. I due cottage sono quanto basta per due (+2) persone che vogliono solo dormire di sera per poi passare il resto della giornata fuori, a girare l’isola.

Richard ci avvisa subito che a causa della siccità (non piove da novembre) potremo aver problemi con l’acqua; siamo un po’ perplessi, ma decidiamo di soprassedere per il momento, anche se la mancanza dell’acqua potrebbe essere veramente un problema, soprattutto per le ragazze e i loro capelli.

Abbiamo tanta voglia di vedere il mare e la spiaggia, così scendiamo subito alla spiaggia posizionata davanti ai ns. cottage, Turner’s Beach. La spiaggia è sicuramente bella, ma siamo verso il tramonto e i colori sono un po’ tenui. Camminiamo a piedi nudi sulla sabbia fino a raggiungere sulla destra il ristorante OJ’s, dove ceneremo la sera.

Al rientro percorriamo la Old Road (fare molta attenzione, qui sfrecciano come dei pazzi) e poi su fino ai nostri cottage per prepararci per la prima sera ad Antigua. Subito il problema dell’acqua si manifesta, dalle docce ne esce veramente poca. Siamo un po’ confusi, ma l’OJ’s ci aspetta!

OJ’s è un tipico ristorante caraibico in riva al mare, molto caratteristico, con tanto di orchestrina che suona durante i fine settimana. Mangiamo bene e beviamo anche del buon vino immersi in questa calda atmosfera mitigata dalla brezza del mare che è veramente a due passi. La serata trascorre serenamente pensando alle cose da fare e godendo di questa soffusa e calda atmosfera. Ma siamo un po’ stanchi, quindi riprendiamo la strada per casa, pila in mano, per segnalare la nostra presenza agli automobilisti e ce ne andiamo a dormire.

Lunedì, 4 Marzo 2013

Dopo l’abbondante colazione preparataci da Richard, quest’ultimo ci porta subito con il suo pick up a Coco Bay, dove c’è un piccolo noleggio di auto praticamente a due passi dalla spiaggia. Qui conosciamo Benjamin, il noleggiatore. Dopo aver trattato un poco sul prezzo alla fine noleggiamo per tutta la settimana un Daihatsu Terios per un importo pari a 380 USD, compresa l’assicurazione (necessaria). Per guidare ad Antigua serve anche una licenza di guida che viene rilasciata immediatamente dal noleggiatore e che costa 20 dollari. Stabiliamo subito all’unanimità che l’autista della settimana sarà Cristian, vista la sua rinomata baldanza alla guida.

La nostra prima sensazione è che ora si comincia a fare sul serio, adesso siamo liberi di muoverci come vogliamo; insomma prende anima e corpo la nostra vacanza. Partiamo subito dunque alla volta della capitale St. John’s. La strada che porta a St John’s non è per nulla ostica, anzi, siamo così tranquilli nel percorrerla che abbiamo la possibilità di ammirare subito il paesaggio. St. John’s invece è un agglomerato un po’ intricato di strade che conducono quasi tutte verso i due poli turistici principali in prossimità del porto; Heritage Quay e Redcliff Quay. Qui la vita è intensa, i traffici sono pressanti, c’è movimento, vita, gente.

La capitale vive essenzialmente per il turismo, un turismo nuovo, croceristico, fatto di un mordi e fuggi quotidiano, che si arresta solo verso le 16.30 del pomeriggio, quando le navi da crociera salpano dal porto. Allora la capitale si svuota, la vita rimane nei pochi locali aperti per la cena, fra questi l’Hemingway’s Cafè che noi frequenteremo domani.

Per la sera infatti siamo attesi da Richard per il brindisi di benvenuto o meglio per la cena di benvenuto!

Un giro per St. John’s soddisfa la nostra seta di vedere come vivono gli antiguani, come pulsa la vita in questa isola caraibica. In città scopriamo presto l’indole buona e gentile della gente, sempre pronta a darti una mano in caso di richieste o necessità. La capitale è bella, con molte case colorate, il mercato locale vivacissimo e con angoli veramente interessanti, oltre le due già citate vie dello shopping sfrenato (e free tax).

Salutiamo St. John’s passando attraverso una zona piena zeppa di banche, dove finalmente capiamo il perché questo paese venga considerato un paradiso fiscale. Qui fra case di legno colorate, qualche baracca e qualche abitazione tipica, albergano quasi tutte le più grandi banche del mondo. E’ una stortura, ma qui convivono fianco a fianco baracche e ricchi edifici di proprietà delle banche, insomma funziona così.

Ma abbiamo tutto il pomeriggio da trascorrere e ci dirigiamo verso la nostra meta, Ffreys Bay percorrendo a fondo Valley road. La strada è agevole, non abbiamo particolari problemi, anche perché il nostro pilota, Cristian, è un vero asso del volante, sembra quasi un antiguano.

Freys Bay è una spiaggia bellissima, divisa in due parti separate da un piccolo promontorio al di sopra del quale vi è un ottimo bar/ristorante, Il Dennis Bar.

Freys Bay diventerà, nel corso del nostro viaggio, la nostra spiaggia di riferimento, quella dove andare anche per trascorrere sole poche ore, la spiaggia dei tramonti, dei cocktail preserali. Il mare e la spiaggia qui sono veramente superbi. La vista poi dal Dennis bar è meravigliosa. Qui si mangia anche molto bene, senza spendere molto e infatti, chicken salad e Wadadli (la birra locale) ci accompagneranno per tanti nostri spuntini di mezzogiorno.

La sera la passiamo in compagnia di Richard e di tutta le sua famiglia. Aperitivo/cena con varie specialità preparate dalle sapienti mani di uno dei cuochi preferiti da Lady Diana quando, volendo fuggire dallo stress di corte, si rifugiava a Barbuda, presso il resort della stilista italiana Krizia, il K Club, ora in vendita.

Mangiamo a sufficienza, allietati dalla compagnia di Richard e della figlia Darrah, due persone veramente speciali.

Martedì, 5 Marzo 2013

Sveglia, come sempre, alle 6.30 del mattino per essere pronti per la colazione delle 8.00. E puntuale Richard ci propone le sue specialità; pane tostato, marmellate varie, frutta fresca, tè, caffè e dolci.

Subito ci dirigiamo verso Jolly Harbour. Oggi con la massima tranquillità possiamo vedere bene lungo la strada i colori del primo mattino, il sole che accende letteralmente il mare di Darkwood Beach, una lunga spiaggia che corre parallela alla strada, molto frequentata soprattutto dagli isolani che durante il weekend poi la trasformano in una sorta di balera all’aperto dove passano ore a chiacchierare, mangiare, bere e ballare in allegria.

Jolly Harbour è una zona residenziale di alto livello con case e villette bellissime, con tutti i possibili servizi (bar, ristoranti, negozi, supermarket), un po’ commerciale sì, ma molto chic ed elegante. E’ anche un ottimo porto dove attraccano molte belle imbarcazioni di livello, pronte a salpare per la visita alle varie isole caraibiche. Pochi passi più in là ecco la spiaggia del Jolly beach resort. Jolly beach è una spiaggia incantevole, un po’ affollata, non tantissimo, con a sinistra, zona del resort, un piccolo mercatino dove si può trovare di tutto, anche chi ti cucina le aragoste appena pescate, e a destra invece una zona molto ricca di lussuose ville che si affacciano sul mare. Quando arrivi sulla spiaggia, che qui assume vari nomi, la sensazione è stupefacente; i colori sono vivissimi, accesissimi, sia quelli del mare che della spiaggia che della vegetazione.

Passiamo tutto il giorno a Jolly beach con successiva visita a Jolly Harbour alla scoperta dei vari angoli del porto, dei negozietti e dei ristoranti; insomma, vogliamo vedere come gira la vita in questo bel posto. La gente si diverte parecchio qui dove quasi tutti girano con le loro macchinine tipiche dei campi da golf, in un’atmosfera veramente vacanziera e dove non fa strano vedere qualche arzillo vecchietto gironzolare, in maniera un po’ sostenuta, capelli al vento nelle loro caddy. La sera ci si sposta verso il porto, prima per l’aperitivo, poi per la cena nei vari bei locali.

Questa sera però noi la passiamo a St. John’s, all’Hemingway cafè, tappa obbligatoria, secondo varie recensioni lette, per chi viene ad Antigua. Mangiamo bene qui, sulla terrazza del locale che si affaccia direttamente sulla strada, a lume di candela, in una incantevole atmosfera caraibica. Il personale è molto gentile e anche la qualità del cibo si fa apprezzare. Rimaniamo molto soddisfatti della cena nella capitale; facciamo due passi nella città ormai vuota, in cerca di qualche attrazione che non c’è, e quindi decidiamo di ritornare a “casa”.

Mercoledì, 6 Marzo 2013

La meta di oggi è Dickenson bay, la tanto decantata, in internet, spiaggia del Sandal’s.

Anche oggi il sole bacia il nostro cammino. Per strada fronde di bambini vestiti con i loro grembiulini da scuola, vengono portati da un numero immenso di pulmini colorati nelle tantissime scuole fuori e dentro St. John’s. Rimarranno a scuola fino a tardi e infatti difficilmente li trovi in giro per le strade, nelle spiagge. L’istruzione qui, si percepisce, è tenuta in seria considerazione.

Tanti sono i bambini, tante le scuole e tante sono anche le chiese che contornano le vie che attraversiamo per arrivare alla nostra meta. Antigua è infatti la patria delle religioni più disparate, ce ne sono una infinità così come le chiese!

Superata St. John’s arriviamo a Fort Bay; spiaggia molto ampia, fresca e dal mare un po’ mosso. Facciamo qualche foto e poi via sulla strada per Dickenson Bay.

Non è bella la strada verso la nostra meta, in buona parte desolata, sterrata e piena di buche, ma alla fine arriviamo. Qui domina incontrastata la grande struttura del Sandal’s che ha davanti a se la spiaggia più commerciale dell’isola. È anche un po’ strettina la spiaggia, ma anch’essa però dai colori intensi e vivaci. C’è molta gente, molti svaghi per turisti e molti che ti chiedono se sei interessato alle cose più disparate. La persona che più ci ha colpito è stata sicuramente il venditore di aloe “spremuto” all’istante. Sembra sia davvero un toccasana per le pelli scottate dal sole. Anche qua noleggiamo lettini e ombrellone a 5 USD al pezzo e passiamo tutta la mattinata a goderci lo spettacolo della natura, con qualche bella passeggiata lungo la spiaggia.

Sicuramente Dickenson Bay non è ai primi posti nella lista delle nostre spiagge preferite, un po’ troppo frequentata, al di sotto delle nostre aspettative anche se sembra apprezzata dai moltissimi turisti americani. Mangiamo nell’ottimo ristorante messicano in riva al mare ed è qui che per la prima volta durante la nostra vacanza arriva il classico “shower” caraibico. Dura poco, il tempo del pranzo, poi torna di nuovo il sole a riaccendere il colore del mare e della sabbia.

Ci congediamo da Dickenson Bay senza tanti rimorsi, anche perché il lato sinistro della spiaggia è un po’ trascurato con erbe e sterpaglie che offuscano la bellezza della spiaggia vergine.

Il pomeriggio lo passiamo a St. John’s a fare shopping. Qui ci lasciamo sedurre dal mercato locale, ricco di colori e di gente cordiale che ti offre qualsiasi tipo di souvenir. I turisti sono tanti, molto ben disposti a spendere. Visitiamo anche i vari negozi duty free di Heritage Quay e Redcliff Quay. Indubbiamente per chi ha voglia di spendere qui si trova di tutto, gioielli, diamanti, orologi da favola, occhiali e tutto ciò che riguarda il lusso.

Fatto qualche piccolo acquisto, prendiamo la strada per Johnson’s Point e stanchi decidiamo che la cena sarà all’ OJ’s senza correre ancora. La scelta non sarà molto felice, infatti questa sarà l’unica sera in cui non mangeremo bene ad Antigua. La delusione di questa seconda volta all’OJ’s (può capitare una serata storta) è

Mitigata solo dal pensiero che l’indomani Richard ci porterà in escursione in una delle più belle spiaggie di Antigua, Rendevouz Bay, spiaggia quasi inaccessibile se non sei portato da qualcuno del posto.

Giovedì, 7 Marzo 2013

Dopo la solita abbondante colazione nella nostra fantastica terrazza ci prepariamo per l’escursione con Richard a Rendezvous bay.

Percorriamo verso sud la Old Road e poi per la prima volta ci addentriamo nella famosissima e tanto decantata Fig Tree Drive. La strada corre in mezzo ad una piccola foresta pluviale, contornata qua e la da piantagioni di banane e moltissimo alberi di mango.

Richard ci porta in alcuni punti strategici dai quali possiamo ammirare Carlise Bay, la bella spiaggia del Curtain Bluff (resort decisamente fra i più lussuosi di Antigua) e il panorama su Falmouth Harbour. Proseguendo prendiamo una piccola stradina sterrata che comincia a salire in mezzo ad una fitta vegetazione. Corriamo decisamente piano con il nostro Dodge e a volte il percorso diventa veramente duro con sobbalzi non da poco. A metà strada incontriamo due americani che si sono fermati con il loro fuoristrada, impossibilitati ad andare avanti. Così li carichiamo sul retro del nostro pick-up e dopo molti scossoni finalmente arriviamo a Rendezvous Bay.

La spiaggia vergine è deserta, siamo solo noi. Lo spettacolo è immenso, il mare limpidissimo e azzurrissimo, la spiaggia bianca e soffice. A sinistra vi è una zona rocciosa con ampi tratti di spiaggia dal colore delicatamente rosa. Passiamo tutta la mattina a Rendezvous Bay, in questo paradiso solitario dando sfogo alla nostra sete di fotografare poi ripartiamo, consapevoli di aver visto una delle spiagge più belle di Antigua. Ricorderemo a lungo questa fantastica esperienza e non finiremo mai di ringraziare Richard per la disponibilità mostrata.

Nel pomeriggio torniamo alla nostra spiaggia, Ffreys Bay dove ci aspetta il pranzo e poi il cocktail di metà pomeriggio; verso sera torniamo ai nostri cottage per prepararci per la nostra prima sera a Jolly Harbour, meta il Melini’s restaurant.

Il ristorante vanta il nome di essere “italiano”, ma troverete ben poco di italiano in questo ristorante, solo il nome di alcuni piatti, la pizza (sconsigliata) e qualche buon vino. Suggeriamo di prenotare prima la cena, onde evitare di attendere anche qualche ora per trovare un tavolo disponibile. Per fortuna il nostro tempo di attesa questa sera sarà solo di un’ora. Passeggiando per il porto il tempo però passa in fretta e alla fine finiamo per cenare a lume di candela, in una calda atmosfera, circondati da bella gente con sfondo sul bel porto pieno di yacht. Il cibo è ottimo, abbiamo mangiato pesce, l’ambiente chic e raffinato, insomma, proprio un bel posto dove cenare. Spendiamo circa 50 dollari a testa, soldi spesi bene in definitiva.

Venerdì, 8 Marzo 2013

E’ il giorno della visita a Barbuda. Richard ci aveva prenotato il ferry due giorni prima, prenotazione necessaria onde evitare di rimanere a terra. Arrivare al molo da dove parte il Barbuda Express non è complicato. Il parcheggio è sul molo. Dopo il breve check in a bordo partiamo. Sono 90 i minuti di navigazione che dovremo fare con questo strano catamarano, ma ci consola che il mare oggi è veramente calmo, per fortuna. A metà strada circa, l’equipaggio del ferry avvista una balena, suscitando così l’emozione di tutti i gitanti.

Approdiamo a Barbuda dopo un viaggio tranquillissimo (non sempre, ci hanno raccontato, è così). Qui ad attenderci una schiera di tassisti pronti a portarti ovunque. Noi scegliamo di andare a Coral Group Bay fuori dalla meta classica che prevede taxi fino a Cadrington, la capitale di Barbuda, poi altra barca per raggiungere Palm Beach e il santuario delle Fregate. Noi vogliamo passare il nostro tempo in spiaggia, non in movimento continuo. La nostra scelta fuori dagli schemi si rivelerà azzeccata. Arriviamo infatti a Coral Group Bay e siamo soli. Qui prenotiamo subito per il pranzo da Uncle Roddy’s e poi ci tuffiamo letteralmente in quel mare meraviglioso. Il sole batte fortissimo sulla spiaggia bianchissima, per fortuna alcune piante ci forniscono ogni tanto un sollievo dalla canicola potente. Facciamo numerosi bagni di mare, molte foto alla spiaggia, poi all’ora di pranzo attraversiamo la strada sterrata ed eccoci pronti per gustare la freschissima aragosta grigliata preparata al momento. Con 25 USD abbiamo mangiato la più buona aragosta di sempre, condita da ottime verdure e dalla fresca e immancabile “wadadli”. Consigliamo vivamente di prenotare prima dell’escursione da Uncle Roddy’s perché il pesce viene pescato, saggiamente, in base alle prenotazioni, per essere gustato freschissimo. Non prenotando in anticipo si corre il rischio di dover mangiare solo …verdure come successo ad altri turisti di ritorno da Palm Beach e venuti a gustare le fresche aragoste di Uncle Roddy’s. Oltretutto su questo tratto di costa Uncle Roddy’s è l’unico ristarante! Il pomeriggio vola via tranquillo tra bagni di sole e di mare. Anche oggi infatti il tempo è stato magnifico.

Alle 16.00 in punto il nostro tassista ci viene a prendere per il ritorno. Il ritorno col ferry sarà un po’ più fastidioso dell’andata per via del moto ondoso, ma nulla di paragonabile ad altre esperienze che qualche altro turista incontrato sull’isola ci ha raccontato.

Conclusioni: vale la pena di visitare Barbuda, ma gli 80 dollari a testa che si spendono per il passaggio fra le isole, a mio parere, sono troppi. Barbuda è un’isola dove non c’è assolutamente nulla, tolto naturalmente il sole, il mare e la spiaggia. Attenzione invece ai sandflies che qui, al contrario di Antigua, sono veramente presenti e terribili.

Al rientro non perdiamo l’occasione per rituffarci nella calda atmosfera di St. John’s per qualche ulteriore piccolo acquisto. C’è aria di festa nella capitale oggi. Tutti, ma veramente tutti, festeggiano la festa della donna. E’ un tripudio di gente per strada, di musica che esce da ogni dove, di movimento. L’euforia è veramente contagiosa. Ci tuffiamo tra la gente e assaporiamo fino in fondo anche questo momento inaspettato.

La sera saremo ospiti di Richard. Per 25 dollari infatti ci prepara, come solo sa far lui , una deliziosa cena a base di pesce, a lume di candela, sulla sua magnifica terrazza con vista sul mare. Mangiamo dell’ottimo pesce preparato con cura dalle sapienti mani di questo grande chef. L’ottimo vino rallegra la serata. E’ impossibile descrivere la bellezza di questo momento, le sensazioni, il clima fantastico che ci accompagna per tutta la serata. Le ore trascorrono liete e veloci anche se vorremmo non passassero mai. Che dire, grazie Richard per averci donato questo!

Sabato, 9 Marzo 2013

E’ il giorno del viaggio verso l’ovest dell’isola. Partendo da Johnson Point, via Old Road ci immergiamo di nuovo nella magica atmosfera della Fig Tree Drive, poi passando per la Pares Village Main Road arriviamo a Long Bay, la meta della mattina. Un cartello all’ingresso della spiaggia ci da il benvenuto affermando che ci troviamo davanti alla più bella spiaggia di Antigua. Così non è, secondo noi, ma rimane pur sempre una bellissima spiaggia con un mare anche qui incredibile.

A sinistra della spiaggia si trova il Pineapple resort, a destra il Verandah, al centro le mille sfaccettature di un mare brillante di varie tonalità di azzurro.

Ci attrezziamo per lo snorkelling, infatti dicono che qui ci sia la possibilità di vedere un po’ di barriera corallina, ma rimaniamo un po’ delusi. Poca barriera e pochi pesci ci fanno quasi subito desistere; insomma, ai caraibi, si fa fatica a trovare reef paragonabili a quelli delle Maldive o del Mar Rosso, ma questo lo sapevamo.

Ci crogioliamo al sole tutta la mattina e dopo un po’ di shopping in riva al mare (anche qui gente cordiale e gentile) in un piccolo mercatino locale prendiamo la strada per Devil’s Bridge. La strada che conduce al ponte non è asfaltata ed è piena zeppa di buche, ma dura poco. Devil’s Bridge si trova poco dopo una bella baia ricca di ville lussuose mentre la zona attorno sembra un paesaggio lunare che sprofonda verso l’oceano, qui pieno di vigore e forza. Non è una grande attrazione; un ponte di roccia dove l’acqua dell’oceano si infila con enorme forza penetrando a lungo nelle viscere della roccia stessa e dove qua e la escono dei piccoli zampilli quando l’acqua riesce a trovare sfogo verso l’alto. Certi strani rumori che si odono quando l’acqua penetra all’interno danno l’idea del perché venga chiamato il ponte del diavolo, tutto qua. L’orizzonte è tuttavia sublime, l’azzurro del mare e il celeste del cielo qui si fondono in un tutt’uno destando in noi una profonda meraviglia.

Il pomeriggio lo passeremo ad Half Moon Bay, la spiaggia della mezzaluna perfetta. La strada per arrivare è molto panoramica e consigliamo di fermarsi per scattare delle belle foto dall’alto. Prima dell’arrivo un vecchio ristorante (dove è solito passare il nostro Silvio Berlusconi) e poi d’improvviso la fantastica veduta di questa spiaggia bellissima. C’è poca vegetazione ad Half Moon Bay, quindi conviene attrezzarsi con ombrelloni o almeno un riparo per il sole che qui è veramente cocente. La spiaggia è molto ampia, con il mare mosso al centro, più calmo e tranquillo sul lato destro. Questo lato è però un po’ deturpato a livello paesaggistico dalle rovine di un resort abbandonato dopo la devastazione di un uragano di passaggio sull’isola. Nel complesso però la spiaggia è affascinante, da cartolina anche se in alcuni tratti il mare è increspato, se non mosso.

Passeggiamo lungo la battigia con il fragore dell’oceano a pochi passi sotto un sole rovente come non mai e qui incontriamo dei ragazzi, che conosciamo, e fra questi un italiano che vive a St. Martin. In un attimo ci ritornano in mente posti visti nel nostro precedente viaggio ed è facile fare immediatamente dei paragoni. La discussione su quale sia l’isola migliore è vivace e alla fine conveniamo che Antigua e St. Martin sono due eguali paradisi dei caraibi!

Dopo i saluti ripartiamo verso Ffreys Bay, la “nostra spiaggia”, per l’ultimo tramonto ad Antigua.

Percorriamo con estrema facilità la All Saint’s Road , che ci porta veramente in breve tempo a St. John’s , scoprendo in questo caso un po’ velocemente l’entroterra dell’isola. Un sonoro scroscio di pioggia ci accompagna nel tragitto ma arrivati a Freys Bay il sole ricompare per illuminare ancora una volta la nostra spiaggia. Sogneremo spesso i tramonti di Antigua ed è veramente inutile dire che li porteremo per sempre nel nostro cuore!!

La sera decidiamo di passarla nella calda e bella atmosfera del Melini’s a Jolly Harbour e non rimaniamo delusi. Qui c’è gente molto bella in giro, gente di mare, composta, che sa godere della dolce notte di Antigua, ancora una volta tiepida e mitigata da una leggera brezza. Le luci del porto, le bellissime barche attraccate, la bellezza del posto rendono tutto indimenticabile.

Domenica, 10 Marzo 2013

E’ il nostro ultimo giorno ad Antigua. Preparate in fretta le valigie usciamo per la riconsegna della macchina. Dopo le zero formalità della riconsegna ci fermiamo fino alle 14.00 a Freys Bay. Oggi il mare è molto mosso, con onde impetuose, talvolta pericolose e in effetti anche noi corriamo qualche rischio di farci del male, vero Cristian? La spiaggia, la nostra spiaggia, oggi è diversa dagli altri giorni e facciamo veramente fatica a riconoscerla. Il mare mosso l’ha rimodellata in maniera diversa da come eravamo abituati a vederla, ci sembra più piccola e per lunghi tratti la soffice sabbia bianca ha lasciato il posto ad una lingua di sabbia resa più compatta e meno suggestiva dalla penetrazione del mare. Anche il tempo oggi è un po’ incerto e questo ci rende un po’ nostalgici, ma ci consoliamo pensando che per tutta la settimana il sole è stato dalla nostra parte, baciando ed illuminando sempre il nostro cammino.

Alla fine arriva Richard a riprenderci. Adesso si che la nostra vacanza è veramente finita.

Alle 16.00 siamo pronti per partire verso l’aeroporto, ma prima salutiamo con passione e un pizzico di tristezza la nostra famiglia Antiguana.

Richard, Anella, Darrah sono una famiglia meravigliosa e auguriamo a tutti di fare una bella esperienza come noi abbiamo fatto con loro. Richard è un vero maestro di ospitalità, un uomo intelligente e generoso, che sa capire al volo le esigenze dei suoi ospiti, anche le loro difficoltà, non facendo mai mancare il suo inimitabile sorriso. Do un 10 sincero a lui e a tutta la famiglia, ma abbiamo capito che sono tanti gli Antiguani come loro.

E’ un mesto viaggio quello che ci riporta all’aeroporto. C’è silenzio. Anche Richard è taciturno, tradendo così una sorta di emozione per la nostra partenza. Un lungo abbraccio con l’uomo che ci ha permesso di vivere una vacanza indimenticabile suggella la fine della nostra vacanza ad Antigua. Con lui rimarremo “friends forever”.

E’ stato tutto fantastico;

Il sole, il mare, il bel vento, i paesaggi incantati, i sapori, i profumi, la gente buona e disponibile, la compagnia; insomma un viaggio da incorniciare che ci ha mostrato il fascino più profondo di un’isola caraibica, Antigua, bella e veramente possibile per tutti.

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