Antichi borghi e costiere selvagge

Istria in bici - diario di viaggio (By Angelo) Due anni fa, durante un viaggio in Croazia, avevo sfiorato anche l'Istria: ne ero rimasto incuriosito, tanto che, nel tempo, è maturata l'idea di esplorare questa regione con la bicicletta. L'Istria mi ha accolto bene: il suo tormentato paesaggio collinare, come immaginavo, non si è lasciato...
Scritto da: CrazyBiker59
antichi borghi e costiere selvagge
Partenza il: 08/06/2009
Ritorno il: 19/06/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Istria in bici – diario di viaggio (By Angelo) Due anni fa, durante un viaggio in Croazia, avevo sfiorato anche l’Istria: ne ero rimasto incuriosito, tanto che, nel tempo, è maturata l’idea di esplorare questa regione con la bicicletta.

L’Istria mi ha accolto bene: il suo tormentato paesaggio collinare, come immaginavo, non si è lasciato conquistare tanto facilmente, ma ogni volta, la fatica veniva premiata con una scoperta: poteva essere un tranquillo borgo medievale, una chiesa con splendidi affreschi, un tranquillo angolo ombroso… Ovunque arrivassi, ripetevo, come in un ritornello, che ne era valsa la pena! Ma un posto bello, non sarebbe indimenticabile se non ci fosse stata la gente a renderlo tale: in questa regione, dalla località turistica al più sperduto paesino, ho trovato, quasi ovunque, disponibilità ed accoglienza. Questa è la storia, in breve, di questo viaggio! 08/06/2009 Partenza in treno da Torino verso Trieste: per mancanza di treni adatti al trasporto della bici, è stato necessario trasportare la medesima smontata come bagaglio a mano. Sono arrivato a Trieste alle 16,30, in perfetto orario, neanche dieci minuti dopo ero nell’ alberghetto che mi ospiterà per due giorni: comodo, vicino alla stazione, unico neo, un ascensore antidiluviano dove occorreva fare il contorsionista per salire con la mia fedele bici al seguito! 09/06/2009 Giornata turistica, dedicata alla visita di Trieste e dintorni: – P.Za Unità d’Italia, circa 500 m. Dalla stazione, affacciata sul mare, con splendidi edifici barocchi, una delle più belle piazze d’Italia, quasi di fronte, si protende sul mare il molo “Audace” chiamato così perchè, agli inizi del secolo scorso, vi approdò la prima nave battente bandiera italiana, chamata appunto Audace.

– Canal grande: è un vecchio porto-canale che è diventato uno dei punti più frequentati per le passeggiate serali: vi si affacciano edifici notevoli, come la chiesa di S. Giovanni taumaturgo, che ne chiude l’estremità , la chiesa serbo-ortodossa di S. Spiridone, alcuni edifici ottocenteschi… Lungo il canale, chiuso al traffico, vi sono diversi locali, che rendono suggestiva la zona.

– Castello, cattedrale di S: Giusto, rovine romane: qui, occorre avere buone gambe, dal centro storico, passando vicino alle rovine del teatro romano, si arriva sulla collina che domina Trieste, da visitare il castello del XIII° secolo, più volte rimaneggiato, che ospita il museo delle armi e il museo delle lapidi con steli funerarie, mosaici, fregi di epoca romana. La piazza sovrastata dal castello conserva resti di colonne facenti parte, molto probabilmente, di una basilica romana, a lato si erge la bella chiesa romanica di S: Giusto, con pregevoli mosaici e notevoli quadri.

Pomeriggio dedicato alla visita (ciclistica) dei dintorni di Trieste.

10/06/2009—prima tappa da Trieste a Umago (70 km) Salite moderate dopo Muggia, più impegnative verso il confine croato. Cielo parzialmente nuvoloso, caldo in aumento – Muggia: cittadina costiera subito dopo la periferia di Trieste, merita una visita per la bella piazza con palazzi in stile veneziano, vicoli caratteristici, bella veduta sul golfo di Trieste.

– Belpoggio (salita con strappi ripidi, ex confine con la Slovenia, ambiente collinare con ulivi e piante da frutta) Evitata Capodistria per la confusione, su piste ciclabili e percorrendo lunghi tratti di lungomare sono arrivato ad Isola, altro bel borgo costiero, molto tranquillo.

– Da Isola, in direzione Portoroz, trovo una ciclostrada, la D8, che per un lungo tratto evita la strada, piuttosto trafficata.

– Oltre Portoroz, nuovamente sulla strada costiera, mi avvicino alle saline di Sicciole, notevole zona naturalistica, sul cui bordo corre una lunga e suggestiva pista ciclabile, e da cui è possibile avvistare numerosi uccelli. Le saline, ancora parzialmente in attività con i metodi tradizionali, sono visitabili a pagamento.

– Oltre il confine con la Croazia, si sale con pendenze impegnative per circa 3 km, quindi si attraversa una zona in leggera discesa che conduce ad Umago, città con un bel centro storico proteso sul mare, ed una baia su cui si affollano ristoranti, locali, negozietti di souvenir. L’alloggio si trova 4 km oltre Umago in direzione Novigrad, è una bella casetta immersa nel verde, unico neo, la distanza da Umago che costringe a servirsi della bici. ottima cena in un grill incontrato lungo la strada per Umago, ad un paio di Km dall’alloggio, prezzi modici ed ottima qualità.

11/06/2009 – seconda tappa da Umago a Pazin (65 km, comprese deviazioni) La tappa più impegnativa per il caldo e le numerose salite.

– Buje: prima tappa di questo viaggio, raggiunta dopo una salita lunga ed impegnativa , si staglia su di un colle in bella posizione panoramica. Suggestivo borgo, anche se un poco dimesso, con due chiese ed un centro storico sofferente per lo stato di abbandono, comune purtroppo a tanti altri paesini dell’interno. – Una strada con moderati saliscendi raggiunge Groznian, altro splendido borgo, isolato su una collina. Questo borgo, a differenza di Buje, è quasi completamente ristrutturato ed “invaso” da artisti, in gran parte musicisti, provenienti da mezza Europa. La presenza di questi musicisti, unita al gran numero di bottegucce ed atelier artistici, hanno valso a questo piccolo borgo il soprannome di “città degli artisti”. Splendida vista sulle colline circostanti.

– Discesa (su strada sterrata), verso l’ampia valle della Mirna; un lungo tratto pianeggiante conduce fin sotto la collina su cui è edificato Montona (Motovun), uno dei più bei paesi dell’Istria: si raggiunge dopo una salita di circa 4 km, che, da una quota prossima al livello del mare, porta a circa 300 m. Questo paese è ancora protetto dalla cinta muraria medievale, di cui è possibile percorrere il cammino di ronda, lungo quasi mezzo km, che racchiude la chiesa ed alcuni bei palazzi.

– Proseguendo con marcati saliscendi verso Pazin, si attraversano alcuni paesini minori, quindi una discesa vertiginosa porta in una nuova, ampia vallata ed al minuscolo paese di Beram.

– Più che il paese merita una visita la bella chiesa che si incontra dopo 1 km (di salita, ovvio!): in splendida posizione, all’ombra di un boschetto, è abbellita da straordinari affreschi del 1400: per la visita, occorre chiedere in paese (l’italiano, in queste zone, è molto parlato).

– Tornati indietro, si sale verso Pazin, che possiede un notevole campanile, un centro storico interessante ed una vertiginosa gola, la Fojba, teatro di atroci uccisioni nell’immediato dopoguerra. Da Pazin si deve ancora salire (3 km) per raggiungere Lindar, piccolo borgo quasi abbandonato dove si trova l’affittacamere che mi ospita stasera; a 2 km, vicino alla strada principale, vi è un’ottima pizzeria (e l’unica della zona, senza scendere a Pazin) Rannuvolamenti serali con temporale notturno e temperature più basse il giorno dopo.

12/06/2009 – terza tappa da Lindar a Pola (60 km) Tappa che permette di recuperare le fatiche di ieri, prevalentemente pianeggiante ed in graduale discesa da Kanfanar a Vodnjan. Temperature più fresche dopo il temporale, cielo sereno.

– Altopiano con fenomeni carsici ben visibili dalla strada andando verso Zminj, campi coltivati e boschetti di quercia.

– Zminj: bella torre entrando nel paese vecchio, a fianco della chiesa principale vi è una cappella più piccola che conserva affreschi molto belli del 14° secolo .

– Sv Petar u Sumi: una deviazione pianeggiante di 6 km conduce a questo monastero dei frati paolini sperduto in mezzo alla campagna: notevole l’arredo interno della chiesa, si prosegue poi, su strada sterrata (e qualche bivio non ben segnalato), verso Kanfanar, privo di edifici notevoli a parte il campanile.

– Setvincevat: continuando verso la costa, ancora su strade secondarie, si arriva a questo paese caratterizzato da un castello imponente e ben conservato, nonostante lo stato di parziale abbandono; il castello chiude un lato di una notevole piazza su cui si affacciano altri edifici antichi, non ben conservati, ed una loggia veneta, restaurata.

– Una strada più ampia, sempre in leggera discesa, porta a Tinjan, altro bel paese: bella la piazza principale con eleganti palazzi veneti con le caratteristiche finestre a sesto acuto, il fitto reticolo di stretti vicoli che circondano la piazza e la maestosa chiesa, che possiede uno dei più alti campanili dell’Istria. La chiesa ospita un importante museo di arte sacra e le spoglie mummificate di tre santi… Per gli amanti del macabro! Una strada nell’entroterra porta in 12 km a Pola: l’alloggio di stasera era nell’ostello della gioventù, che si trova entrando in Pola e costeggiando la zona del porto: superato il teatro romano, occorre continuare paralleli alla costa in direzione di Fiume per circa 3 km, si trovano poi le indicazioni.

Nota bene: il traghetto Pola – Lusinj compie un’unica corsa alle sette di mattina, tutti i giorni domenica esclusa; i biglietti si acquistano al molo vicino alla zona del teatro romano (biglietterie a terra, presso gli uffici di cambiovaluta che si vedono fronte porto).

13/06/2009 da Pola all’isola di Losinj in traghetto Tappa di trasferimento da Pola a Veli Losinj (Lussinigrande): in totale, oggi ho percorso circa 8 km in bicicletta e tre ore di navigazione. Tempo sereno, caldo in aumento.

– Da Pola a Mali Losinj in traghetto: partenza da Pola alle 7 (NB: è l’unica corsa giornaliera, prendere o lasciare, la nave effettua soltanto servizio passeggeri, il biglietto per l’isola costa 50 Kn, circa 7 euro). Non effettua servizio la Domenica! Tempo soleggiato e caldo, vento assente e mare calmo.

– Mali Losinj (Lussinipiccolo) è il borgo principale dell’isola, il più turistico e, a conti fatti, il meno interessante, anche se il porto attorniato dalle case variopinte della zona vecchia è molto pittoresco.

– Veli Losinj (Lussingrande), è il centro minore, più antico e decisamente più pittoresco: si raggiunge con una bella strada costiera di 4 km di lunghezza o, in alternativa, con una bella passeggiata panoramica che si può prendere circa un km dopo l’abitato (dal bivio che si trova uscendo dal paese). Piccolo porticciolo con casette variopinte e negozietti, decisamente meno affollato di Lussinipiccolo; l’ostello si trova al termine di una scalinata che parte di fianco alla chiesa.

– Molto belle le passeggiate che da V. Losinj vanno verso M. Losini e Rovenska, con spettacolari vedute delle scogliere.

14/06/2009 Giornata “Jolly” passata a curiosare lungo la parte meridionale dell’isola…Naturalmente, in bici! – Una prima escursione mi ha portato nella zona di Artatore (12 km in direzione Cres, più altri 3 per arrivare all’aeroporto), zona senza particolari attrattive.

– Meglio è andata esplorando la zona di Otok Losinj (la parte meridionale di Veli Losinj). Da Mali Losinj, dirigersi verso il bivio per Veli losinj, proseguire in salita prendendo quota per una ripida strada. Superata una poco attraente discarica, alcuni ripidi tornanti portano in quota sul crinale dell’isola, molto panoramico, che si può percorrere per alcuni km, in una successione di saliscendi (alcuni faticosi). Io mi sono fermato alla bella chiesetta di SV Ivan (appena visibile dalla strada il tetto della chiesa) che regala stupendi panorami sulle isole).

– Ritornando verso Veli Losij, anziché la strada ho percorso il lungomare (sentiero attrezzato con lastre di cemento, splendidi scorci sulla costa) percorrendo senza difficoltà, e con un occhio di riguardo per i pedoni… tutto il tratto da Valdarke (subito dopo M. Losinj, indicazioni sulla strada), fino a Rovenska (baia dopo Veli Losinu). Oltre, si continua con maggiori difficoltà su sentiero via via più difficile, vale la pena esplorare la zona, ci sono insenature bellissime e deserte.

– Cena in ristorante vista mare a Rovenska, piccolo borgo ancora più suggestivo di Veli losinj… provare per credere! Da V. Losinj a Rovenska sono venti minuti a piedi, sul lungomare…Suggestivo! 15/06/2009 – quarta tappa da V. Lusini a Cres (60km) Tappa non lunga ma faticosa per il caldo: strada costiera fino a Osor, con saliscendi non faticosi, poi si sale decisamente nell’interno dell’isola di Cres, brullo e semidesertico, con tratti faticosi, discesa finale a Cres, senza altre sorprese.

– La strada costiera verso Osor è molto bella: rifatta recentemente, si mantiene per lunghi tratti vicino al mare, che si vede dall’alto al di sopra di ripide scogliere, sconosciute dai turisti.

– Osor è un bel paese posto di guardia al ponte girevole che separa l’isola di Losinj dall’isola di Cres: la separazione è artificiale (una volta una stretta lingua di terra univa le 2 isole, si pensa siano stati i romani ad aprire il canale navigabile su cui ora è stato costruito il ponte). Nel paese, ornato di statue raffiguranti musicisti, rimangono tracce delle mura medievali (resti delle porte d’ingresso con lo stemma veneziano), begli edifici e la splendida piazza con la chiesa: il tutto merita una visita… Ed un riposo all’ombra, indispensabile perchè, da qui in avanti, l’ombra scarseggia! – Subito dopo Osor, inizia una lunga salita che guadagna un altopiano brullo e arido, caratterizzato da ambienti rocciosi su cui si allineano infiniti muretti a secco: è l’ambiente più desolato dell’intero giro, ed il più inquietante: traffico scarso, e paesi distanti fra di loro! – A metà strada fra Osor e Cres appare, a sinistra della strada, infossato in una ampia conca, il lago di Vrana, vero fenomeno naturale: in un ambiente arido come questo è eccezionale la presenza di un bacino d’acqua dolce tanto grande, con una caratteristica che lo rende unico: se il pelo libero dell’acqua è sopra il livello del mare, il suo fondo è ad una quota inferiore, eppure, non vi è mescolamento delle acque! Per questo motivo il lago rappresenta una preziosa fonte di acqua dolce per tutti i comuni dell’isola: va da sè che è vietata ogni attività sulle sue sponde, non vi sono strade d’accesso e nessun tipo d’infrastruttura… Un paradiso tutelato! – Con meno caldo… Penso così, ogni volta che, procedendo faticosamente alla volta di Cres, incontro un bivio: ai lati di questa strada che percorre il centro dell’isola, si staccano percorsi secondari che portano ai paesini costieri, (sembra siano molto belli!) che a malincuore evito: non me la sentirei, col caldo che fa oggi, di risalire alla strada principale! Chissà, una prossima volta, magari col camper…

– Cres appare dall’alto, con il suo porto, adagiata in un ampio golfo naturale: pur non essendo suggestivo come V. Losinj, la zona ha il suo fascino: attorno a Cres la natura è pressochè intatta, e la città conserva molte testimonianze del suo passato: fregi, stemmi, architravi, che si scoprono passeggiando nei suoi labirintici vicoli, scoprendo innumerevoli, pittoreschi angoli… Da gustare nel tardo pomeriggio, in attesa della cena! 16/06/2009 – quinta tappa da Cres a Krsan (in mezzo c’è il traghetto da Porozine) 25km + 12 Altra tappa corta ma faticosa per le salite e per il caldo che aumenta anche oggi.

– La strada, da Cres, inizia subito a prendere quota, fino ai 500 m. Circa: tratto spettacolare, panorama mozzafiato sull’intera isola di Cres, e sulla vicina isola di Krk: in fondo, la costa croata con le sagome delle montagne e, forse, del Velebit, maggiore elevazione croata e cima calcarea di tutto rispetto.

– Alternanza curiosa di vari tipi di vegetazione, dall’arido panorama calcareo attraversato ieri, si passa alla macchia mediterranea, con tantissimi cespugli aromatici (timo, salvia, rosmarino), terminando a sorpresa, nel versante rivolto verso Fiume, con un bosco di conifere… Quasi alpino! – Tratti spettacolari sospesi fra cielo e mare dopo Predoscica, piccolo paese in mezzo ad una verdissima vallata in mezzo ad un altopiano arido! Contrasto unico…, quindi discesa verso Porozina, altre belle vedute della costa.

– Traghetto verso la terraferma (parte ogni ora, prezzo, circa due euro), e mezz’ora dopo già risalgo faticosamente la ripida strada che guadagna rudemente quota fino ad incontrare la più tranquilla costiera che da Pola va verso Fiume.

– Sosta d’obbligo a Plomin, piccolo paese che conserva un borgo medievale quasi intatto, seppur abbandonato, con splendida vista sul fiordo sottostante che si prolunga per un paio di Km nella terraferma… e pazienza per la mostruosa centrale a carbone che ci hanno costruito sul fondo! – In fondo ad una discesa lunga, ma morbida, arrivo ad un bivio: svoltando a sinistra si sale verso Labin, altro paese (già visto due anni fa) che merita una visita (prevedere per la visita una salita di 10 km) – Diritti, invece, in meno di 3 km si arriva a Krsan, dove stanotte dormo. Krsan merita un discorso a parte, sia per l’eccezionale “apartamani” che mi ha ospitato, e per i non meno eccezionali gestori, simpaticissimi e generosi, che mi hanno messo a disposizione, per 20€, una vera e propria casa, col fascino delle cose vecchie e vissute: confortevole, fresca, rilassante (senza scordare le birre fresche bevute sul patio e la colazione offerta il giorno dopo!) – Krsan ha un borgo medievale, abbandonato ma molto suggestivo: dieci minuti di cammino dal piccolo “borgo nuovo”, e ci si trova indietro di un secolo: le case, che conservano testardamente le tracce dell’antico splendore, sono sovrastate dal massiccio castello, possente nonostante l’abbandono, e dalla bella chiesa romanica: il tutto riposa ai limiti di un bosco di querce che sembra incantato, da cui emergono inquietanti formazioni calcaree… Assolutamente da vedere, quando il sole scalda di meno e l’aria è satura di suoni e di profumi! 17/06/2009 – Sesta tappa da Krsan a Pazin Nuvole e temperature fresche… meno male perché, anche oggi, le salite non sono mancate! – Dopo l’ubriacatura di mare e di caldo, da oggi si ritorna nell’entroterra istriano, piacevolmente fresco e verdeggiante: la prima meta odierna è il piccolo borgo di Pican, appollaiato su una collina, al termine di una salita abbastanza lunga e faticosa. Anche questo tranquillo borgo merita una visita: pur non possedendo la bellezza di Motovun, o l’elegante piazza di Tinjan, fra le sue viuzze si respira un’atmosfera di calma e raccoglimento, peccato che anche questo bel borgo sia semiabbandonato.

– Un breve saliscendi porta al successivo paese, Gracisce, anche questo molto pittoresco, vanta ben 4 chiese, oltre ad una serie di notevoli edifici ed una bella loggia del XIV° secolo molto ben conservata.

– Si ritorna a Pazin, si prosegue poi per la fertile valle della Fojba fino al paese di Cerovlje. Da qui, svoltando a sinistra per una strada secondaria, si riprende a salire, su pendenze moderate, entrando in una vallata che si inoltra in una zona boscosa e collinare; scavalcata un’altura si vede, adagiato su un promontorio, Draguc, altro bellissimo paesino, caratterizzato dalle casette allineate ai bordi dell’unica via, rettilinea, che taglia in due il paese.

Alcuni alti cipressi, che ornano il camposanto, danno a questo posto un’aria di calma solennità, accentuata dall’imponente mole della chiesa e della cattedrale, poste ai due estremi del borgo.

– Un’alternanza di alture e piccoli paesi caratterizza il tratto di strada successivo, in un ambiente collinare che richiama certe zone delle Langhe… Non a caso si sta per arrivare a Buzet, la patria del tartufo! – Buzet si mostra adagiato su una collina, circondato dai quartieri nuovi che gli sono cresciuti attorno: dall’albergo Fontana, che mi ospita stanotte, parte una lunga e ripida scalinata che porta alla città vecchia, un poco decadente, che conserva tratti della vecchia cinta muraria, oltre ad alcuni edifici medievali… In realtà la visita di questo borgo è stata un poco deludente, il tutto comunica un’atmosfera di abbandono, neanche mitigata, come ho riscontrato in altri borghi, dalla presenza di botteghe artigiane, negozietti, piccoli ristoranti. 18/06/2009 Ultimo giorno di viaggio da Buzet a Trieste 40 km: tempo sereno, e, incredibile! freddo boia! Tappa senza storia ed un poco malinconica: si torna a casa e, nonostante i posti che sto attraversando siano ancora belli, la malinconia, e la stanchezza, si fanno sentire. In serata arrivo a Trieste, mi improvviso meccanico e rimetto in valigia, a pezzi, la mia fedele compagna.

– Il giorno dopo, una levataccia alle 5,30 mi permette di prendere il primo treno utile per Mestre, e da lì, il rapido per Torino.

– resta, come al solito, un bagaglio di ricordi che un testo scritto o una foto sono insufficienti a rendere per intero. In particolare, di questa terra, al di là dei posti, veramente belli e, penso sconosciuti ai più, è stata la grande gentilezza e disponibilità della gente a colpirmi. Attraverso questo racconto intendo ringraziare tutti gli affittacamere, i gestori di ostelli, alberghi e ristoranti, le persone comuni cui ho chiesto informazioni, che si sono dimostrate aperte e cordiali… E questo, in definitiva, rende indimenticabile un viaggio già bello!



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