Anniversario speciale in Val Senales

Tra le valli, i colori e i profumi delle Alpi del Trentino Alto Adige
Scritto da: MARISOL
anniversario speciale in val senales
Partenza il: 18/09/2016
Ritorno il: 25/09/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Dopo una lunga estate passata a lavorare, finalmente un po’ di relax: partiamo per una settimana di vacanza in Val Senales, precisamente a Maso Corto, in provincia di Bolzano. Trascorreremo qui ben otto giorni di riposo ma anche di avventura girando nei dintorni. Il viaggio è piuttosto lungo, quindi partiamo di buon mattino. In questo periodo c’è poco traffico e la strada corre veloce. Dopo alcune soste, nel primo pomeriggio arriviamo a destinazione: la strada finisce a Maso Corto, dove ci sono solo strutture alberghiere ed impianti di risalita, il tutto circondato dalle montagne. Ci troviamo a più di 2000 metri s.l.m. direttamente sulle piste da sci, che ci hanno detto essere qui tra le migliori in assoluto! Ci sistemiamo nella struttura scelta: abbiamo una camera molto grande, tipo miniappartamento, con la sua bella veduta sui monti e parte della valle. Il tempo di sistemarci ed è già ora di cena: il ristorante è a buffet e c’è pochissima gente, dato che ormai siamo un po’ fuori stagione. Ci sono tante cose interessanti da mangiare, soprattutto le zuppe sono buone e varie. Ne ricordo una in particolare, con gamberetti e succo d’arancia: un accostamento insolito, ma decisamente gustoso! Il tempo di un caffè al bar ed un breve relax, poi ce ne andiamo a dormire, dato che siamo stanchi del lungo viaggio, circa 800 km. da casa.

L’indomani, il 19 settembre, scopriamo che la vallata è in festa perchè è il 25° anniversario del ritrovamento della famosa mummia Otzi, datata circa 5300 anni fa e ritrovata proprio qui in Val Senales, a circa 6 km. in linea d’aria da dove ci troviamo noi. In hotel ci spiegano che nel vicino paesino di Madonna di Senales, c’è un museo dedicato a questo importante ritrovamento, ed oggi si entra gratis con guida compresa. Naturalmente non vogliamo perdere questa magnifica occasione di partecipare all’evento e nel primo pomeriggio andiamo a vedere di cosa si tratta. Ci avviamo verso il museo e lungo la strada c’e il bellissimo lago di vernago. Qui la prima sorpresa: ci sono dei lama! Rimaniamo esterrefatti nel trovare qui questi animali. Al museo, mentre aspettiamo il nostro turno per entrare, possiamo ammirare una ricostruzione di capanne preistoriche e palafitte in una zona che si sta ulteriormente ampliando con altre costruzioni preistoriche: infatti c’è una parte chiusa dove si vede che ci sono i lavori. Finalmente arriva la nostra guida ed entriamo. Questa brava ragazza di nome Simona, ci illustra minuziosamente tutti i particolari del ritrovamento casuale di Otzi: in un primo momento si pensava addirittura che si trattasse del corpo di un uomo deceduto durante la Prima guerra mondiale. Infatti il recupero non fu delicato e si utilizzarono addirittura i bastoncini degli sci, per cui ci furono danni irrecuperabili. Troppo tardi ci si rese conto che ci si trovava davanti a qualcosa di estremamente prezioso ed unico! Ora la mummia è conservata a Bolzano, in una stanza in particolari condizioni climatiche che ne permettono il mantenimento. Nel museo sono stati ricostruiti gli abiti e gli oggetti che aveva indosso. Le spiegazioni sono precise ed inoltre Simona risponde anche ad alcune nostre domande: queste mutazioni climatiche che stanno recando problemi di scioglimento dei ghiacciai, sono paradossalmente un vantaggio per gli archeologi che ritrovano tanti reperti che erano rimasti sepolti. Ed è proprio il caso di quest’uomo dei ghiacci. Sono ancora in corso vari studi su questo ritrovamento eccezionale;

Per esempio è stato analizzato il contenuto dello stomaco: ebbene questo ha permesso di studiare anche le piante ed i cereali di quel tempo e stabilire che quest’uomo aveva intolleranze ai latticini. L’abbigliamento era molto curato, sicuramente il nostro amico apparteneva ad un alto rango. Ce lo dice per esempio l’ascia di rame, dato che il rame era particolarmente pregiato ed era un segno distintivo. Gli studi naturalmente continuano ancora e sicuramente avremo altre sorprese da quest’uomo venuto dal ghiaccio. Trascorriamo un bellissimo pomeriggio interessante ed inaspettato. Fanno bene i valligiani ad essere orgogliosi di questo eccezionale ritrovamento, tanto da aver tagliato l’erba a forma di data del ritrovamento: 19-9.1991. Che strana combinazione! Solo numeri 1 e 9: c’è qualcosa di magico in quest’uomo! Trascorriamo un pomeriggio veramente interessante ed inaspettato. Rientriamo in hotel, quindi una buona cena ed andiamo a riposare.

Il nuovo giorno ci regala ancora un bel sole e poco freddo. Giriamo per Maso Corto mentre veniamo avvolti da quell’arietta frizzantina tipica di montagna. Tutt’intorno a noi solo montagne, le strutture alberghiere, gli impianti di risalita e mucche con i loro campanacci, pecore e cavalli. Siamo immersi nella natura ed è una bellissima sensazione di benessere e pace con il mondo intero! Dopo pranzo ci dirigiamo verso il paese di Naturno, distante poco meno di 30 km. Questo bel paesino di circa 6000 abitanti ha vari negozietti lungo la via: passeggiamo in un caldo e solare pomeriggio d’autunno, facendo anche qualche piccolo acquisto di prodotti tipici. E così finisce un altro bel giorno di pace e tranquillità. Per l’indomani abbiamo già un programmino per il pomeriggio.

La mattinata infatti, è dedicata alla passeggiata nei dintorni, ammirando le montagne e soffermandoci vicino agli animali: ci sono dei cavalli bellissimi col pelame chiaro, mucche e pecore che pascolano. Ora è tutto verde, ma d’inverno qui la neve ricopre ogni cosa. Nel pomeriggio scendiamo verso Monte Santa Caterina, a circa 1200 m.s.l.m. quindi ben più giù di Maso Corto. Anche questo paesino è un centro di villeggiatura, con il suo clima più mite rispetto alle alte vallate. È tutto tranquillo, non gira nessuno per le stradine e ci sembra quasi di profanare questo bel silenzio. Qui c’è la casa estiva di Messner, il famoso scalatore, casa che ospita anche un bel museo. Ci dirigiamo verso la chiesetta, con il suo alto campanile a cuspide e vicino il cimitero che si affaccia sulla valle, incredibilmente bello in questo contesto. Attorno alla chiesa la Via Crucis che termina con la resurrezione di Cristo. Girando per le stradine, raccogliamo momenti di vita dei paesani: una casetta con il suo bel giardino e vicino al portoncino d’ingresso ci sono delle ciabatte, pronte ad essere usate per rientrare in casa. E poi un grande tavolo con le sue panche e tanti, tanti fiori! Mentre ci avviamo in macchina, troviamo la strada bloccata da mucche che stanno rientrando nella loro stalla: rimaniamo incantati a guardare, cercando di catturare più immagini possibili con la macchina fotografica e la telecamera.

La tappa successiva è Madonna di Senales ed andiamo a visitare lo splendido santuario con la statua della Madonna molto venerata dai valligiani. Si tratta inoltre del più antico luogo di pellegrinaggio del Tirolo, risalente al 1765. Rientriamo in hotel per gustare un’altra buona cena, ma dopo usciamo per un giretto notturno. Non fa freddo, si sta benissimo ovviamente col cappotto, e così ci dirigiamo verso la chiesetta di Maso Corto che la sera ha i contorni illuminati da una cornice di lucine. Sembra di essere in un presepe ed il tutto è suggestivo e semplicemente bello! Facciamo tante foto, ma il ricordo più bello è stampato nella nostra memoria. Ecco un altro giorno: gustiamo una buona colazione con marmellate e dolci rustici e siamo pronti per l’ormai abituale passeggiata mattutina. L’aria è fresca, ma non fredda ed il suo pregio è che ci fa sempre venire fame! Oggi abbiamo programmato la visita al paese di Certosa. Il paese si è sviluppato attorno all’antica Certosa di Monte degli Angeli, fondata dai certosini nel lontano 1326. Nel 1782 il convento venne chiuso e venduto ai contadini e commercianti della zona. Nel corso degli anni venne costruito questo paese unico nel suo genere, nel quale possiamo ancora vedere tracce della presenza dei monaci. Intanto è denominato anche “Il paese del silenzio” e come monito sulla fontana in piazza c’è una scultura che rappresenta una fila di monaci che invitano al silenzio. Visitiamo l’antico chiostro su cui si affacciano le celle dei monaci, quindi l’orto dove ancora si coltivano erbe officinali, mentre non c’è nulla del vecchio cimitero. Visitiamo il Santo Sepolcro, a cui si accede attraverso una porticina che costringe il visitatore ad inchinarsi per oltrepassarla, come segno di devozione. Ci dirigiamo poi verso le cucine, che ora ospitano un’abitazione e quindi non vi si può accedere. Da fuori è visibile solo l’enorme camino che la caratterizza e su una delle pareti c’è scolpito un serpente ed un uovo, il cui significato non è stato chiarito. Non esiste più lo stagno dei pesci, perchè i certosini non mangiavano carne e quindi avevano a disposizione diverse varietà di pesci per l’uso quotidiano; venivano pescati nell’Adige o nel lago di San Valentino e trasportati vivi in grossi barili di legno. Il pesce è infatti uno dei simboli del cristianesimo. Su una delle numerose targhe disseminate lungo questo percorso si legge: “ Il sentiero dei Certosini invita ad ascoltare il silenzio come fosse un concerto. Nelle pause tra il cinguettio degli uccelli, il mormorio dell’acqua ed il brusio delle automobili in lontananza, il silenzio si percepisce distintamente. Forse di tanto in tanto anche i certosini percorsero questo cammino, alla ricerca di suoni e rumori, quando talvolta il silenzio diventava troppo anche per loro”. Molto bello è il gruppo della crocifissione, realizzato verso la fine della vita del convento: vi sono raffigurati Gesù, Maria, San Giovanni e la figura inginocchiata di Maria Maddalena. L’ultimo giorno di vacanza trascorre troppo velocemente, con la rituale passeggiata mattutina, respirando l’aria fresca ed il pomeriggio dirigendoci a Castelbello di Ciardes. Lungo la strada per arrivare, ci sono vari rallentamenti dovuti a grandi trattori che trasportano le mele; infatti questo è periodo di raccolta. Il paesino di circa 3000 abitanti è caratterizzato dal castello di Castelbello, risalente al 1200 ed ora ben conservato dopo vari restauri e da una bella chiesetta con il suo cimiterino annesso. Giriamo per le vie silenziose scaldati da un bel sole autunnale. Ed ecco il nuovo giorno, l’ultimo di vacanza: siamo pronti per la partenza: ci attendono parecchie ore di viaggio, quindi ci incamminiamo presto. Ancora uno sguardo a queste bellissime montagne, un saluto agli animali e si va. Portiamo a casa il profumo della natura e questo silenzio avvolgente e rilassante: abbiamo fatto un pieno di natura e speriamo che duri a lungo!



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