Angkor Wat
Bangkok 22 Novembre 2005, ore 8.00 partenza da Kaosan Road, quartiere delle Agenzie di viaggi a basso costo, al prezzo di 400 Bath Bus solo andata per la Cambogia città Siem Reap, per andare a visitare i magnifici Templi di Angkor Wat. Dopo 1 ora di traffico per uscire dal centro di Bangkok, eccoci sulla autostrada che ci porta al confine tra...
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Bangkok 22 Novembre 2005, ore 8.00 partenza da Kaosan Road, quartiere delle Agenzie di viaggi a basso costo, al prezzo di 400 Bath Bus solo andata per la Cambogia città Siem Reap, per andare a visitare i magnifici Templi di Angkor Wat. Dopo 1 ora di traffico per uscire dal centro di Bangkok, eccoci sulla autostrada che ci porta al confine tra Thailandia e Cambogia nella città di Arawiaprathek, il viaggio dura circa 3 ore. Il nostro bus parcheggia in un piazzale davanti ad un ristorante thailandese, scendiamo ci dicono di pranzare prima di attraversare il confine, mentre ci portano i nostri piatti, riempiamo un modulo del visto per entrare in Cambogia, al costo di 1200 Bath + una foto tessera. Verso le 14.00 arrivati in frontiera ci mettiamo in fila per la dogana, dopo qualche decine di minuti è il nostro turno per presentare il passaporto, il visto, e modulo, mentre i militari controllano i nostri documenti, vediamo una piccola Webcam che si accende e via uno scatto che viene memorizzato sul computer doganale, rimaniamo tutti un po’ sorpresi di queste abitudini. Entrando si percorre un lungo ponte di cemento sotto un sole tropicale, con bandiere su i due lati, mentre arriviamo sotto la porta d’ingresso della Cambogia in stile Khmer, vediamo tanti carretti di legno con degli spaghi sopra, vengono trascinati su e giu’ lungo i 2 confini, sono per portare i bagagli dei tanti turisti, poi ancora in quel fazzoletto di viale tanti bambini che ti vengono vicino a chiedere l’elemosina, vestiti con pezzi di stracci sporchi che coprono il loro corpo esile, poi ancora sui 2 lati da sinistra a destra grandi Palazzi colorati con grandi insegne che pubblicizzano i Casinò, (insomma tra le stalle alle stalle) si ci sono 2 grandi edifici dove i stranieri prima di entrare nelle 2 nazioni tentano la fortuna, mentre nel casino’ pieno di luci, aria condizionata, e tanto lusso, all’esterno tanti bambini poveri chiedono qualche dollaro, o qualche caramelle, per un sorriso. Passando sotto la Porta si entra in Cambogia ci accoglie una grande piazza tutta di terra rossa, dove sostano i taxi cambogiani con i loro tuc-tuc e carrettini per i bagagli, motorini, camion super carichi oltre la legalità stradale, poi tanta polvere rossa che non ci abbandonerà mai per tutta la vacanza cambogiana. Arriviamo nella zona di partenza, prima entriamo in un ufficio change per cambiare i soldi, il cambio su 1 £. 3.700 Riel cambogiani, anche se qui sono accettati piu’ i dollari. Verso le 15.00 arriva un minibus di color celeste ricoperto di terra rossa, l’autista ci invita a salire e depositare i bagagli, incredibile nel vedere l’interno di questo pulmino dei poveri, sediolini cadenti, vetri sporchi, polvere ovunque, per un attimo pensai di scendere e non andare piu’ a vedere Angkor Wat, (anche se erano anni che pensavo e aspettavo questo viaggio interessante della storia Khmer), ma decidemmo di avventurarci in questo viaggio che prometteva niente di positivo. Cosi’ ebbe inizio il viaggio inizio’ la sua traversata verso al città di Siem Reap che dista dal confine 160 Km, beh, fu’ veramente un incubo per percorrere i 160 Km. Ci si impiega normalmente al massimo 2 ore, ma arrivammo la sera alle 22.00. La strada non era asfaltata, ma piena di buche, saliscendi, tutto il percorso era di terra rossa, attraversammo tanti villaggi poveri, case fatte di capanne, animali liberi, stagni, tante risaie, ma l’immagine piu’ brutta e indimenticabile furono i tanti bambini, che ad ogni fermata ci assalivano chiedendoci di tutto, bambini sporchi, scalzi, anche loro pieni di terra rossa, ma tutti avevano una cosa in comune, stranamente erano tutti sorridenti. Il nostro pulmino dopo una breve sosta tra rifornimento di benzina fatta da bottiglie di plastica, e poi toilette per i viaggiatori, qualche bevuta, qualche sigaretta, qualche biscotto, qualche fotografia, una immagine di cartelloni colorati che invitano di fare attenzione ai pericoli di mine via si riprende l’incubo della strada di terra rossa, ogni tanto si arriva su un ponticello costruito di legno ormai vecchi e resi fragili dai tanti monsoni, ogni volta, era una scommessa attraversare quei ponti, ci vedevamo già nell’acqua, a volte ci trovavamo un altro pulmino dall’altro lato, era una gara a chi attraversava prima, ogni volta che passavamo davanti a qualche villaggio di capanne era una festa, la popolazione che ci salutava, allungando le braccia nel vuoto del cielo, quel cielo che si é dimenticato di loro, ma i sorrisi erano tanti, quando si rallentava, venivano vicino ai finestrini aperti, le loro parole sempre le stesse ormai in inglese per i tanti turisti che vedevano passare Hello, You cam from, e noi Italy, ci …Rispondevano Ciao allungavano le mani e le riempivo di caramelle……… Indimenticabile…… Il viaggio durò tanto fino la sera, ma che strada l’unica solo quella per tutta la Cambogia. Arrivammo stremati pieni di terra rossa, il pulmino ci fermò davanti ad una Guest House, io preso uno dei tanti Tuk Tuk qui sono diversi dalla Thailandia, sono tipo carrozzelle colorate aperte, eravamo su questo Taxi che viaggiavamo sulle strade larghe tanti motorini che sfrecciavano poche macchine, tanti Hotels di lusso per ospitare i tanti turisti del mondo, un piccolo fiume che bagna la città di Siem Reap, un piccolo centro cittadino con negozi ristoranti internazionali, si vede che tutto sta iniziando adesso con il grande motore turistico che si sta mettendo in moto, tra pochi anni tutto cambierà da queste parti, l’attrazione di Angkor dei Templi ormai con le televisioni e internet, nel mondo tutti sanno, arriveranno da tutte le parti del mondo, purtroppo la brutta storia politica dei Kmer rossi con il suo pazzo generale dittatore di Pol Polt morto da qualche anno e per fortuna del suo popolo di una brutta malattia, lo trovarono in una delle tante capanne nella giungla ormai cadavere, senza funerali fu’ bruciato all’istante, oggi il suo popolo che lui ha ucciso deve sudare giorno per giorno per chissà quanti anni ancora per vivere un vita normale. Arriviamo al nostro “Hotel Mom’s” diretto da Mr. Leang Chhay il suo sito web è http://www.Momsguesthouse.Com lo avevo prenotato su Internet, un buon hotel di 3 piani, pulito, al costo di 20 dollari compreso di colazione internazionale. La mattina al risveglio il cielo era grigio sembrava una giornata autunnale, dopo una ottima colazione uscendo dall’Hotel ecco pronta la nostra guida, un ragazzo cambogiano con la sua carrozzella taxi, che avevo contattato la sera prima al prezzo di 10 dollari per tutta una giornata, ci farà da guida nel grande Sito Archeologico ai Templi di Angkor Wat, uscendo dalla strada dell’Hotel, entriamo nella città tanti motorini nelle tante vie, attraversiamo il ponte del fiume della città, prendiamo una lunga e larga strada immersa nella giungla, la fitta vegetazione ci fa sentire freddo, tra il silenzio arriviamo dopo 10 Km. Eccoci un’area che sembra di stare all’ingresso di un’autostrada, non ci rendiamo conto di dove siamo, la nostra guida ci dice di attendere in fila arriviamo al nostro sportello autostradale, praticamente qui in questi gabbiotti si paga il ticket per entrare nell’area di Angkor Wat, 1 giorno si paga la bellezza di 20 Dollari, per 3 giorni 40 Dollari, i prezzi sono abbastanza cari, per la Cambogia questa scoperta avvenuta nel 1860 dal naturalista francese Pierre Mouhot, per Angkor Wat fu’ un miracolo venuto dal cielo e per tutta la povera Nazione, scatto la curiosità di molti turisti del mondo che portarono tanti e tanti dollari. Continuiamo il nostro percorso nella giungla verdissima, arriviamo in una strada che costeggia un bel fiume largo, questa grande massa d’acqua circonda il sito piu’ importante di Angkor, il nostro taxi svolta a destra e dopo 300 metri eccoci davanti all’Imponente… Templio di Angkor Wat che Emozione un momento indimenticabile, non ci si rende conto che tutto sia vero, vedere il Templio circondato dal fiume (per i Khmer era il simbolo dell’Oceano), con la sua porta d’ingresso gigante e ancora dentro un lungo viale con ai lati un parco verde, nei monumenti il color cenere è dominante, incredibile nell’avvicinarsi a questo meraviglia costruita dal popolo Khmer nella metà del 12° Secolo dal Re Suryavarman, che per costruirlo ci vollero 30 anni,. Il Templio si sviluppa su 3 livelli con rampe di scale all’interno, poi colonne, gallerie, portici, e 5 alte torri la piu’ alta 213 metri uno spettacolo unico al mondo, tanti turisti pronti a scattare la fotografia piu’ bella, di questo viaggio indimenticabile Continuiamo la nostra visita entrando nel Templio Ta Prohm questo templio è l’unico rimasto come era stato scoperto dal ricercatore francese nel 1860, entriamo dalla grande porta ad arco con i suoi giganti disegni, è incredibile… Forse questo templio é tra i piu’ belli e interessanti del sito, fatto costruire dal Re Jayavarman 7° in onore della madre, qui c’erano 260 statue e 39 torri, vedere queste grandi quercie che avvolgono i vari templi piccoli, portici, scalinate, forse parlano meglio le fotografie di questo spettacolo unico al mondo, indimenticabile…Per terminare la giornata eccoci davanti al Templio di Angkor Thom con le sue terrazze degli Elefanti, dei Lebbrosi, il Palazzo Reale, e poi ancora il bellissimo Bayon. Tutta l’area archeologica è formata da 30 Templi per visitarla tutta ci vogliono 5 giorni, il territorio è immenso ci vogliono delle guide motorizzate, bisogna fare attenzione a non sconfinare oltre il Sito, perché la Cambogia ancora non è sicura in tante zone la guerra degli anni settanta ha lasciato tantissime mine tra le terre, nel girovagare la nazione si vedono molti cittadini cambogiani mutilati, le Nazioni Unite negli ultimi anni hanno bonificato una buona parte del territorio, ma ancora ci vogliono degli anni per avere la sicurezza che tutta la nazione sia libera e sicura dalle mine. La sera la trascorriamo facendo shoppimg, qualche cartolina e per finire la giornata a cenare in uno dei tanti ristoranti cinesi. La mattina seguente riprendiamo il bus per ritornare in Thailandia farci rinnovare il visto valido per 1 altro mese, il viaggio fu’ molto meno stressante, arrivammo alle 14 alla frontiera di Poipet, sbrigate le varie formalità doganali, sul territorio thailandese ci aspettava un minibus con aria condizionata, via in 2 ore e 30 minuti eravamo arrivati a Bangkok. Questi sono appunti che volevo conservare per ricordarmi la bellezza che i miei occhi hanno potuto vedere tutto dal vivo, davanti a questo sito Archeologico Indimenticabile di Angkor Wat, ancora una volta vale il detto “E’ meglio vedere 1 volta, che sentire 100 volte” questa frase rimane incisa dentro di me nei miei viaggi, di ieri, di oggi, di domani.
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