Angkor e dintorni: consigli di viaggio
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Ecco alcuni appunti e considerazioni personali che spero possano esservi utili per la costruzione del vostro viaggio.
Volo andata: Voli Emirates MPX – DUBAI e DUBAI – BANGKOK come sempre Emirates offre un ottimo rapporto qualità prezzo.
Breve trasferimento con la navetta gratuita che dal Suvarnabhumi porta al Don Mueang (qui trovate una sorta di tutorial su come prendere la navetta, confermo ogni parola di quanto scritto : gratuita, subisce gli stessi rallentamenti del traffico che subirebbe il taxi…noi l’abbiamo presa verso le 9 del mattino e ci ha messo 1 ora e 20 per fare il collegamento.
Volo AirAsia BANGKOK – SIEM REAP: abbiamo preso il volo nel pomeriggio, non ce n’erano altri di AirAsia che ci consentissero di starci con i tempi senza correre e rischiare di perdere il volo.
Con il senno di poi valuterei altre soluzioni di volo, il tempo di stop over a Bangkok è un po’ lungo (arrivati al Don Mueang alle 10.20 e ripartiti alle 15.30). Avendo a disposizione poche ore non vale la pena di organizzare una prima visita a Bangkok (troppo faticoso per noi e poi al ritorno ci siamo stati 3 giorni e mezzo) ma credo sia fattibile se si desidera sfruttare al meglio ogni istante di viaggio.
Tra l’altro fuori dal Don Mueang c’è un grande tempio che si trova proprio oltre il cavalcavia che sta di fronte all’aeroporto… io non ho osato chiedere a mio marito di portarmici ma credo che valga decisamente la pena di farci una capatina (info sulla visita reperibili su Tripadvisor Wat Don Mueang- Phra Arramluang).
Arrivati in Cambogia le formalità all’aeroporto di SR sono veloci, gli uffici dell’immigrazione sono estremamente organizzati e francamente sconsiglio di fare il visto on line come noi: l’abbiamo pagato 10 dollari in più rispetto alla tariffa che applicano in aeroporto e lì sono così efficienti che non ne vale davvero la pena. Non serve nemmeno la fototessera: ogni desk è munito di una webcam, ti scansionano e fotografano al momento e voilà il visto è fatto.
Appena usciti ci dirigiamo immediatamente nel vicoletto a destra dell’uscita e compriamo per 5 dollari una SIM card di CELLCARD (è stata una scelta ottima, 3 GB di traffico dati e telefonate in Cambogia e campo ovunque). Per orientarvi sarà sufficiente dirigersi a destra subito dopo essere usciti dall’aeroporto e fermarsi al banchetto ARANCIO di CellCard ignorando le ragazze che vi offriranno SIM di altri operatori.
Siamo arrivati al Golden Mango Inn di Siem Reap verso le 17, dopo che l’efficientissimo tuk tuk driver Tong ci ha prelevati. Il primo assaggio di Cambogia va fatto in tuk tuk, evitate di chiudervi in taxi! Tong è stato un ottimo driver e per 15 dollari al giro per i templi. Qualche considerazione sul Golden Mango Inn: ha un ottimo rapporto qualità prezzo. Abbiamo pagato meno di 50 euro per una camera spaziosissima e pulita, fronte piscina. I ragazzi della reception sono gentilissimi e disponibili a sistemare eventuali problemi (la seconda notte ci hanno cambiato camera perchè la nostra era troppo vicina alla pompa dell’acqua e si sentiva un rumore infernale). Il ristorante dell’hotel è estremamente comodo ed economico, le porzioni non abbondanti ma la tranquillità di quel giardino è rilassante. Per la colazione offrono diversi tipi di menù, sia dolci che salati. Cucinano i migliori pancake di questo emisfero!
L’albergo si trova lontano dalla zona di PubStreet ma mettono a disposizione un tuktuk per il trasporto.
Ci hanno aiutato ad organizzare l’escursione a Koh Ker ed al villaggio galleggiante di Kompong Pluck contattando per noi una agenzia locale. Inoltre ci hanno organizzato il trasferimento da SR e Phnom Penh in taxi (80 dollari, essendo altissima stagione è normale pagare così tanto).
Nei giorni successivi abbiamo seguito un itinerario insolito, che lentamente ci ha consentito di visitare in templi di Angkor in un crescendo di bellezza. In pratica abbiamo visitato prima templi più antichi e peggio conservanti per poi arrivare allo splendore dell’Angkor Wat, siamo passati dalle strutture più semplici o peggio conservate (e che quindi ti danno solo un’idea di come dovevano essere quei templi) alle più complesse e famose. Amiamo i luoghi silenziosi e le visite in solitaria ed essere riusciti a ritagliarci attimi di pace in altissima stagione ad Angkor è stata una gran bella soddisfazione!
L’itinerario l’ho studiato parzialmente a tavolino (il primo giorno a Roulos per visitare i templi più antichi, ad esempio) e parzialmente si è creato da solo per “forze di causa maggiore” ma il risultato è stato sorprendente in termini di vivacità e filo logico della visita. Cominciare da subito con il Piccolo Circuito, ovvero con l’area archeologica che comprende l’Angkor Wat e gli altri templi più scenografici rischia di rendere le visite successive ai templi “minori” meno accattivanti. Invece costruire l’itinerario come fosse un crescendo di bellezza architettonica e paesaggistica ci ha consentito un perenne senso di stupore, pietra dopo pietra.
Ecco, quindi, l’itinerario:
GIORNO 1
Nonostante fosse fuori itinerario siamo passati da Angkor per fare i biglietti d’ingresso. Abbiamo scelto di fare il biglietto da 6 giorni più costoso ma che ci ha consentito di scegliere con libertà come riempire i giorni di visita.
Zona archeologica di ROULOS
Si trova ad una mezz’oretta di tuktuk da Siem Reap. Si iniziano a scoprire i paesaggi della campagna cambogiana, si fa esperienza visiva della vita quotidiana degli abitanti di queste zone. Il trasferimento in tuk tuk è lento, con un’auto si farebbe molto prima. Ma la sua lentezza è un pregio perchè consente di godersi la vita che scorre con la giusta velocità e senza filtri.
Templi visitati: PREAH KO – BAKONG – LOLEI
Siam partiti da Siem Reap alle otto e verso le undici abbiamo terminato le visite. Lolei è piccino e mal conservato, ma lì accanto c’è un tempietto buddista ed una scuola per piccoli monaci quindi val la pena di passarci per questo motivo.
Rientro a Siem Reap per la visita di TA SOM – NEAK PEAN – PREAH KHAN ovvero di una parte del Grande Circuito.
Dopo TA SOM ci siamo fermati a pranzare nei pressi del NEAK PEAN: proprio di fronte all’accesso alla passerella che porta al tempio c’è una zona con parecchi ristorantini e con una zona RESTROOM/TOILETTE (le toilette “ufficiali” di Angkor sono inserite in casette bianche disseminate ovunque nel parco, sono pulite e gratuite… quindi nessun problema di gestione dei bisogni!).
Il PREAH KHAN è stata la perfetta conclusione di questo primo giorno di visite.
Alle 16 e 30 eravamo in albergo, merendona a base di french fries e pancake.
La sera ci siamo fatti portare per le 19.15 all’ospedale Kanta Bopha: ogni sabato sera un eccentrico personaggio (il Dottor Beat Richner, detto Beatocello) tiene un concerto-conferenza in cui alterna brani suonati con il violoncello alla testimonianza del lavoro che svolge in Cambogia per costruire ospedali per bambini. È stato estremamente pesante emotivamente ma sono felice di esserci andata.
Durante questo giorno abbiamo visto i primi templi montagna (come il Bakong, per intenderci son quelli costruiti a piramide), il primo tempietto buddista moderno (Lolei), il baray (quel laghetto artificiale tipico dell’architettura angkoriana), il primo testone tipo Bayon (all’entrata del Ta Som), il primo esempio di compenetrazione architettura-natura (al Preah Khan).
GIORNO 2
Con un tour organizzato in un piccolo gruppo di altri 3 viaggiatori siamo andati ai templi di KOH KER e BENG MALEA.
La scelta di allontanarci dopo solo un giorno dall’area archeologica di Angkor è avvenuta per caso (avevano posto solo questo giorno e non altri…) ma è stata una fortuna. Infatti abbiamo avuto una seconda e più profonda visione delle campagne cambogiane e la possibilità di visitare due templi molto diversi tra loro ma entrambi ricchi di fascino e (per lo meno Beng Malea) dotato di novità architettoniche non viste nei templi di ieri. Beng Malea lo consiglio assolutamente: è in un pessimo stato di conservazione, moltissime parti sono crollate e si riesce solo ad intuire cosa potesse essere stato in passato ma proprio per questo e per la sua somiglianza allo stile architettonico dell’Angkor Wat far precedere alla visita di quest’ultimo una visita al Beng Malea è una mossa vincente se si vuole procedere con quel crescendo di cui parlavo prima.
Koh Ker, invece, non mi ha affascinato tanto e, personalmente, non ritengo indispensabile una visita fin qui. Il tempio montagna di Bakong mi è sembrato più affascinante, tutto sommato.
Chiaramente queste sono considerazioni personali che non tengono minimamente in conto l’importanza storica ed artistica dei siti ma semplicemente le mie sensazioni e reazioni alla visita.
Il tour è partito alle 7 e siam ritornati all’albergo alle 16.
GIORNO 3
Una giornata mista, di visite ai templi al mattino e tour al villaggio galleggiante al pomeriggio.
BANTEAI SREI – TA PROHM
I siti sono indubbiamente belli, ma per i nostri gusti c’era troppa gente per consentirci una visita appagante. Banteai Srei si trova ad una mezz’oretta di tuk tuk dal Siem Reap, il trasferimento questa volta l’ho trovato un po’ noioso perchè la strada era identica a quella percorsa ieri per andare a Koh Ker. Il sito è piccolino e si visita velocemente.
E poi eccoci al Ta Prohm, il sito di Tomb Rider. Indubbiamente suggestivo, ma così pieno di turisti da far fatica a girare. Rientro in hotel per il pranzo.
Ore 14 inizio del tour organizzato al villaggio galleggiante di Kompong Pluk. Molto interessante, sicuramente turistico ma nonostante ciò “vero” e genuino. Andarci verso il pomeriggio consente di cogliere la chiusura delle attività lavorative sul fiume (pescatori che rassettano le reti, bambini che giocano con serpentelli morti, pendolari che caricano il motorino su una chiatta per attraversare il fiume…). Estremamente commerciale anche il giro tra le mangrovie con la piccola barchetta portata da una donna (ed estremamente insistente la sua richiesta di mancia…) ma d’altronde si ha la possibilità di vedere un paesaggio insolito e per me ne è valsa la pena. Tramonto sulla barca e rientro. Mi ripeto: gita interessante nonostante il taglio commerciale e turistico perchè si riescono a cogliere alcuni atteggiamenti e comportamenti di vita cambogiana genuini.
GIORNO 4: Finalmente Angkor Wat
Sveglia alle 4.30 am, oggi è il grande giorno della vista dell’alba ad Angkor Wat. C’è un sacco di gente, un sacco di telefonini e flash. Noi abbiam fatto così e si è rivelata l’ennesima scelta azzeccata per il nostro itinerario: seduti sul prato in prima fila, al buio. Ci scoliamo caffè e biscotti. Attendiamo e nel frattempo arriva molta gente. Io a momenti faccio a botte con una culona olandese che mi pesta in continuazione. Inizia a salire la luce, son le 5.30, la mia macchina fotografica non va, i flash flashano, ci son pure un po’ di nubi in cielo. Son le cinque e quaranta e vedo che qualcuno entra nel sito invece di starsene lì fare il pecorone in attesa dell’alba. È un attimo: ci alziamo, saluto la cicciona crucca e ci dirigiamo verso l’entrata del tempio. La luce è ancora poca, è necessario avere una pila. Entriamo nel primo recinto e, oltre al buio, non c’è nessuno. Surreale. Proseguiamo senza distinguere bene dove camminiamo fino a sbucare nel cortile interno. Oltre a noi ci sono 3 persone in tutto il cortile: cioè siamo nel periodo più congestionato di turisti e ci siamo solo noi. Impagabile. C’è ancora poca luce e ce ne andiamo a zonzo nel sito fino alle nove. Il sito ora è pieno di turisti, ma noi ce lo siamo goduto in santa pace, fermandoci davanti ad ogni bassorilievo senza dover chiedere permesso a nessuno. Ecco, i bassorilievi lasciateli per dopo le sette – sette e mezzo perchè son più belli se illuminati dalla luce naturale piuttosto che dalla torcia.
Ce ne torniamo in hotel, colazione e nanna.
Alle 14.30 ci facciamo portare di nuovo ai templi e facciamo BAPHUON – TERRAZZE VARIE – PHIMEANAKAS ed infine il BAYON. Arrivare al Bayon alle 16 significa avere ancora un’ora e mezza per girare a zonzo tra testoni e gallerie, con pochissimi turisti in giro. Fantastico! Lasciare per ultimo il Bayon è la giusta conclusione di questo itinerario bizzarro.
GIORNO 5: Shopping e ultime visite
Per la prima volta ci facciamo portare in pub street per fare un po’ di shopping. Alle 14.30 ultimo giro tra i templi: PHNOM BAKHENG e TA PROHM bis. Al Phnom Bakheng generalmente ci si va per ammirare il tramonto… noi siam arrivati alle 15 e siamo scesi dalla collinetta verso le 16, mentre orde di persone facevano il percorso inverso al nostro. Alle 16 eccoci di nuovo al Ta Prohm, per cercare di rivisitarlo con meno persone. Scelta azzeccatissima! Pochissimi turisti, luce calda che illuminava meravigliosamente le pietre, mille suoni provenienti dalla foresta… magico davvero. Ci siamo persi nelle gallerie buie ed abbiamo goduto della maestosità del tempio con i nostri tempi e con una sensazione di compenetrazione con il luogo unica, che la visita del mattino non ci aveva consentito di fare.
Con l’esperienza fatta il mio consiglio (se il vostro compagno di viaggio ve lo consente…) è di alzarsi ogni giorno alle 5, visitare dalle 6 alle 9, tornare in hotel per rilassarsi fino alle 14 e poi ributtarsi nei templi fino alla chiusura. Con pochi turisti si visitano molto più velocemente i templi e si ha la possibilità di cogliere particolari e dettagli che la ressa non consente di apprezzare.
GIORNO 6 e 7
Trasferimento in taxi a Phnom Penh (partiti alle 10, stop per il pranzo verso le 13 a Kampong etc ed arrivati all’hotel verso le 16).
Di Phnom Penh abbiamo visitato solo il Palazzo Reale, la Pagoda d’argento e il Wat Phnom e passeggiato qua e là. Niente Killing Fields, ma al ritorno a casa ci siam fatti un bell’approfondimento sui Khmer rossi ed i devasti che hanno perpetrato. Consiglio il Wat Phnom, molto frequentato dai locali in cui è possibile vedere da vicino come i cambogiani pregano. Abbiamo anche visitato OLD MARKET ma non ci ha colpito. Sconsigliatissimo l’hotel in cui abbiamo soggiornato ovvero il VILLA PARADISO: costosissimo e per nulla all’altezza dei soldi che chiedono!
Buona Cambogia a tutti!