Ande low cost

Le immagini del Machu Picchu hanno sempre animato le mie fantasie di viaggio verso questo magnifico paese, tuttavia nessuna di esse può rendere giustizia alla realtà. Vedere il Machu Picchu con i propri occhi è qualcosa di indescrivibile, nemmeno le 30 fotografie tutte uguali che ho scattato illudendomi di cambiare inquadratura, angolazione o...
Scritto da: simodiolbia
ande low cost
Viaggiatori: in coppia
Le immagini del Machu Picchu hanno sempre animato le mie fantasie di viaggio verso questo magnifico paese, tuttavia nessuna di esse può rendere giustizia alla realtà. Vedere il Machu Picchu con i propri occhi è qualcosa di indescrivibile, nemmeno le 30 fotografie tutte uguali che ho scattato illudendomi di cambiare inquadratura, angolazione o luce trasmettono la stessa emozione che ho provato trovandomici dentro. Il Perù è sempre stata una meta piuttosto onerosa da raggiungere, i pacchetti venduti dai tour operator sono spesso troppo cari. A me e mio marito piace moltissimo visitare il mondo e cerchiamo di muoverci più volte nel corso dell’anno, per questa ragione abbiamo sempre un budget piuttosto limitato per ogni singolo viaggio. Il Perù non rientrava nei nostri progetti….sino a che non abbiamo cercato un po’ in internet e siamo riusciti ad organizzare un tour ad hoc, modellato sulla nostra disponibilità di tempo e di soldi. Abbiamo prenotato il volo ad una tariffa promozionale di 650 euro tasse incluse! Febbraio non è esattamente il periodo migliore per recarsi in Perù, è stagione umida e si rischia di prendere un sacco di acqua, per questo costa meno! In effetti è piovuto un pò…ma soprattutto di notte, perciò ci è andata piuttosto bene! Sul Machu Pichu ci siamo persino ustionati sebbene non splendesse il sole. Per l’organizzazione del viaggio abbiamo fatto una grossissima eccezione alla regola: anziché organizzarci da soli ci siamo affidati ad un operatore locale. Troppo pochi i giorni disponibili, troppo lunghe le distanze e anche un pochino di paura a girare da soli in un paese povero del quale mi erano state riportate voci poco rassicuranti su turisti sprovveduti derubati. Abbiamo trovato su internet un sito che ci è piaciuto molto per le bellissime foto, la moltitudine di itinerari proposti e soprattutto per i costi competitivi. Immediatamente li abbiamo contattati. Ci ha risposto il titolare, un ragazzo italiano che, dopo aver girato un anno intero per il Sud America si è innamorato del Perù ed ha deciso di stabilircisi. Dopo una serie di scambi di e mail ci siamo fatti organizzare il nostro tour su misura, 10 giorni per sbirciare dal buco della serratura un pochino di magia peruviana. Certo qualche giorno in più sarebbe stato meglio ma non li avevamo, perciò il poverino ha dovuto darsi da fare per incastrare tutti i tasselli di un mosaico un po’ stretto. Ci ha accolti personalmente all’aeroporto di Lima e accompagnati alla nostra prima sistemazione peruviana nel centro storico della città. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare Lima è una città molto piacevole, dal centro ricco di musei, monasteri, chiese, al quartiere più moderno e internazionale di Miraflores con il centro commerciale sul mare. Merita sicuramente un paio di giorni. Da lì ci ha poi accompagnati lungo il nostro percorso che ci ha portati prima a Nazca, poi ad Arequipa, a Puno, Cuzco e poi di nuovo a Lima. Ci siamo quasi sempre spostati con gli autobus della linea Cruz del Sur in quanto tutte le altre linee, come ci ha spiegato Paolo, sono terribili sotto ogni aspetto, dalla sicurezza alla comodità. Si tratta sempre di percorsi piuttosto lunghi, le strade sono spesso in condizioni disagevoli per via delle piogge o del vento perciò è meglio non rischiare e viaggiare sicuri. Lungo la Panamericana che conduce da Lima a Nazca siamo passati attraverso un deserto di dune sabbiose che entravano persino in strada! Una sosta merita l’oasi di Huacachina, con la sua piccola laguna, le palme e le dune sulle quali si può fare surf, e chi si aspettava un paesaggio del genere in Perù? Dalla sabbia si passa alla roccia e quindi al deserto sconfinato dove sono visibili le famose linee di Nazca. Purtroppo c’è spesso un bel vento da quelle parti e sorvolarle come prevede il manuale del turista può essere non sempre piacevole, meglio la mattina preferibilmente prima della colazione. Arequipa è una città molto affascinante sebbene piuttosto turistica, qui si comprano molto bene i prodotti d’artigianato locale a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli di Cuzco. Paolo ci ha spiegato che da qui partono numerosi percorsi di trekking nella zona circostante, lui è un vero appassionato di trekking e vorrebbe infatti accompagnare i turisti con la sua stessa passione nelle regioni meno esplorate del Perù. Purtroppo per lui noi siamo più del genere pantofolai, perciò si limita a portarci a Puno…con mezzi locomotori. Gli spostamenti in bus sono sempre lunghi sebbene i chilometri che separano le diverse città non siano moltissimi, tuttavia le strade sono..beh, come descriverle..bisogna andarle a vedere. Mettici poi che i peruviani alla guida delle loro auto vecchie e scassate non sono proprio dei piloti provetti e che ogni tanto frana qualche pezzo di montagna. Il paesaggio è incredibilmente bello, muovendosi via terra si vedono tutti i cambiamenti dal mare al deserto alle rocce fino a iniziare la salita sulle Ande! Arriviamo a 4500 metri di altitudine sotto una pioggia battente, mi sento strana, stordita, probabilmente non mi sono mai trovata così in alto sino ad ora. Eppure sembra di stare in pianura, siamo su un Altipiano sconfinato. A Puno fa freddo, ma proprio freddo! Oltretutto Paolo ci informa che nessun hotel gode di riscaldamento. Ecco, questo è un momento tragico, io soffro il freddo in maniera viscerale, soprattutto quando cerco di dormire e sento il naso che spunta dalle coperte congelato. Con mia grande sorpresa dormo divinamente e riesco persino a fare la doccia, almeno l’acqua è calda. Meglio avere con sé un bel pigiama caldo e dei calzettoni di lana da queste parti! Considerando che a Lima si sta bene in maglietta e pantaloncini ne esce che un viaggio in Perù comporta un bagaglio piuttosto vario, dal costume da bagno alla giacca a vento. L’altitudine può creare problemi a chi non vi è abituato, noi abbiamo solo avuto un po’ di affanno nel camminare in salita, un senso di stordimento come da raffreddore e un leggerissimo mal di testa ma nulla di insopportabile. Puno è a 3800 metri, mica roba da tutti i giorni! Paolo ci racconta aneddoti interessanti circa gli abitanti della zona, lui li conosce bene in quanto ci ha abitato per alcuni mesi. Diciamo che l’immagine che ne esce non è molto edificante. Quello che posso confermare è che non ho mai incontrato gente così taccagna! Hanno cercato in ogni possibile modo di spillarci denaro, le donne e i bambini si mettevano in posa con i loro abiti colorati chiedendo da uno a dieci sol per farsi scattare una foto, oppure chiedevano 2 sol per darci un pezzetto di carta igienica per usufruire di un bagno a container pubblico. Ho visitato luoghi al mondo dove la gente muore letteralmente di fame, chiede l’elemosina e si accontenta di qualsiasi cosa le si voglia offrire. Ebbene, qui non ho visto tanta povertà, ho visto solo l’adagiarsi di un popolo sul cuscino morbido del guadagno sicuro del turismo. Da quello che ci racconta Paolo deduciamo che qui le donne lavorano nei campi, gli uomini si ubriacano di birra di pessima qualità. Nelle case della gente non c’è acqua calda o elettricità, spesso i bagni, se così si possono chiamare quei buchi in terra, sono in condivisione a più famiglie, e tutto questo solo perché considerati costi superflui. Ma le feste! Per quelle spendono un sacco, in birra soprattutto. Hanno fatto dello spillare soldi al turista una vera arte: alle isole Los Uros sul Lago Titicaca non solo si paga la barca che ti ci porta, si paga anche una tassa di ingresso che va a beneficio degli abitanti i quali a loro volta ti chiederanno di comprate i loro prodotti artigianali per garantire la loro salute. Vivono su delle isole galleggianti di terra e foglie, umide, perciò soffrono di reumatismi, devono assicurarsi una forma pensionistica. Ti portano per 10 metri circa con le loro barchette di bambù e ti chiedono un ulteriore contributo alla fatica che hanno fatto pagaiando….il contributo te lo chiedono in mezzo al lago dove non hai via di scampo. Il Lago Titicaca è splendido, le isole ed i loro abitanti colorati molto coreografici ma….tutto il contesto appena descritto mi ha un pochino delusa. Oltretutto pare che gli abitanti ci piglino pure in giro! Ridono alle spalle dei turisti perché li ritengono stupidi in quanto disposti a pagare 20 o 30 dollari per cose che ne valgono forse 1 o 2? Fortunatamente non tutto il Perù è così, la gente, fuori dai percorsi turistici è genuina e abbiamo modo di fare la conoscenza di belle contadine e splendidi bambini durante il viaggio sui mezzi locali. Cuzco è bellissima! Sarà anche vergognosamente turistica ma è la città più bella che abbia visto in Perù. Le vie strette che si arrampicano su verso le montagne, le scalinate, le tante piazze incorniciate da bellissimi edifici. Sicuramente non bisogna comprare nulla, a meno di andare al mercato locale, ad esempio, una tovaglia di quelle coloratissime che le donne peruviane usano per trasportare in spalla di tutto, dai figli ad ogni genere alimentare e non: al mercato artigianale 150 sol, a quello locale 12 sol. La stessa. L’escursione di un giorno a Machu Picchu è fattibilissima grazie a treno che in 4 ore ti porta da Cuzco ad Aguas Calientes, parti il mattino alle 6 e per l’ora di cena sei di ritorno. Certo a salire il Machu Pichu con un autobus non si ha la medesima emozione che immagino debba avere chi, dopo 3 giorno di trekking arriva affaticato dall’Inca Trail. Ma non ce ne facciamo un cruccio. Tanto il trenino quanto l’ingresso al Machu Picchu hanno un costo che aumenta vertiginosamente ano dopo anno. Il treno è gestito dai cileni che sono molto più intraprendenti dei peruviani, pare che lo stesso Machu Picu rischi di fare la stessa fine. Come ho già detto all’inizio è una vista appagante e riesce difficile pensare ad una civiltà che possa aver vissuto quassù, in un luogo così isolato e difficile da raggiungere. Una civiltà relativamente giovane, risale infatti a poco prima della scoperta dell’America, anche perché in seguito le epidemie prima e gli spagnoli dopo ne hanno distrutta ogni traccia. Si sa così poco degli Incas purtroppo. Perché Machu Picchu venne abbandonato? Colpa della epidemie o della mancanza di acqua e di cibo? La nostra guida si interroga. Per fortuna lo spagnolo è una lingua molto comprensibile per noi e quello che ho sentito parlare in Perù è veramente nitido. La vista che si gode dal treno al ritorno è favolosa, il fiume di fianco alle rotaie, le montagne verdissime con quelle forme a punta come tanti denti canini, il vento che increspa la vegetazione andina. Qui siamo a meno di 3000 metri, gli affanni dovuti all’altitudine non si sentono più, solo la pace con il mondo si impossessa di me. Intorno a Cuzco si possono visitare una moltitudine di altri siti, noi abbiamo visitato tra gli altri Tipon, con una sosta in un localino all’aperto da una signora amica della nostra guida che ci ha fatto mangiare il piatto nazionale peruviano: il porcellino d’India!!! Ottimo. Il ritorno in autobus da Cuzco a Lima dura 18 ore…motivo più che valido per scegliere di farlo in aereo. Ci eravamo fatti prenotare da Paolo due biglietti con Taca. La cucina in Perù è molto varia, come il paese stesso, abbiamo mangiato molto bene, io ho molto gradito il riso ai frutti di mare, il cheviche di pesce, la trota alla brace, le patate in ogni loro forma e sapore, l’onnipresente pollo fritto o alla brace, inoltre i frullati di papaia, mango, fragole, banana, l’ottima birra, quanto al mito del mate de coca..beh, è come bere un infuso di malva. Abbiamo sempre pernottato in hotel di media categoria, puliti ed economici, ristorantini locali il meno possibile turistici, dai quali siamo sempre usciti soddisfatti. Inoltre grazie alla nostra guida abbiamo conosciuto almeno un pochino di quel Perù che rimane al di fuori dei percorsi turistici, il Perù della gente che ci vive ogni giorno e che non conta solo sul turismo per sopravvivere ma sul lavoro duro e su quello che la terra ha da offrire. Gli abbiamo promesso che torneremo a fare uno dei suoi percorsi di trekking nel nord inesplorato ma altrettanto affascinante. Dovremo allenarci!


    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche