Andare dall’altra parte del mondo senza il passaporto? Su quest’isola dei Caraibi è come essere in Europa!

Un viaggio tra il verde e il blu
Scritto da: Claudia18
andare dall'altra parte del mondo senza il passaporto? su quest'isola dei caraibi è come essere in europa!

2 su 3 senza il passaporto e questo paradiso che ci permette di viaggiare con la sola carta d’identità: Guadalupa è stata una scelta quasi obbligata, ma indubbiamente una delle migliori opzioni nei Caraibi. È un’isola abbastanza grande da offrire mare, montagna, foreste pluviali, piacevoli cittadine e pure un vulcano! Noi ci abbiamo dedicato 3 settimane, dividendole in 4 tappe:

  • 4 giorni a Basse-Terre nord-ovest;
  • 4 giorni a Basse-Terre sud-est + Les Saintes;
  • 4 giorni a Marie-Galante;
  • 9 giorni a Grande-Terre.

Basse-Terre

Arriviamo a Pointe-à-Pitre con il buio e la pioggia e, molto facilmente, prendiamo l’auto che abbiamo noleggiato on-line con Budget: super consigliato! Una delle opzioni più economiche (meno di € 100 a settimana), l’auto era nuovissima – probabilmente quello con noi è stato il suo secondo viaggio – personale cortese e disponibile, non era nemmeno richiesta la pulizia finale! Fissiamo il seggiolino nella nostra Opel Corsa, ci carichiamo la bambina addormentata e ci mettiamo in viaggio verso la nostra prima tappa: Pointe-Noire. Che, per altro, abbiamo scelto quasi esclusivamente sulla base di quello che sarà il nostro alloggio: West Indies Cottage. 6 alloggi davvero originali immersi nella natura: il nostro é un mulino a vento, con una verandina per mangiare e rilassarsi nel verde e Jacuzzi sotto le stelle. Se pensavamo che non ci fosse un modo migliore di iniziare la vacanza ci ricrediamo la mattina seguente, quando apriamo le finestre del nostro mulino su una vegetazione lussureggiante, di un verde brillante, che si estende tutto intorno e si innalza fino al cielo: questa è Basse-Terre! Pareti di vegetazione, palme altissime, il profumo tipico solo di qui, e il fracasso della natura con i cinguettii, il frinire dei grilli, lo scroscio dell’acqua delle cascatelle e dei torrenti che scorrono ovunque…

Il Chemin de la Retraite è una strada che attraversa tutta questa esplosione di vegetazione. Lungo essa si trovano alcune attrazioni interessanti per le famiglie, come il Parc des Mamelles, uno zoo ospitato nella foresta tropicale che include percorsi su ponti tibetani per adulti e per bambini (i bambini ci accedono da soli – una piccola avventura per loro!). Quelli più “danzanti” sono accessibili dai 120 cm in su. L’ingresso costa € 16,50 per gli adulti e € 11 per i bambini dai 3 ai 12 anni e la visita dura circa 2 ore.

La Cascade aux Ecrevisse è, probabilmente, una delle più semplici da visitare con i bambini piccoli: un cammino di pochi minuti, lungo un percorso asfaltato, che porta ad una piccola cascata dove ci si può anche bagnare. Le foglie degli alberi ci fanno sentire dei nani, talmente sono enormi! Arrivano pullman di gruppi organizzati, quindi rischiano di essere sovraffollate a tratti.

Più a nord, verso Deshaies – il centro maggiore in questa zona – si trova il Jardin Botanique, dove accanto all’esuberante vegetazione del luogo, si possono ammirare fiori di ogni colore e piante da tutto il mondo, oltre che nutrire le carpe Koi e le caprette, chiacchierare con i pappagalli e passeggiare accanto ai fenicotteri. L’ingresso costa € 16,70 e la visita dura circa 1 ora e mezza, ma si può allungare con una sosta al ristorante panoramico all’interno (dove il personale non è, tuttavia, particolarmente cortese – ma questa è una costante durante la nostra permanenza a Pointe Noire – e una notabile differenza con le altre zone, vuoi perché meno turistiche, vuoi perché maggiormente abitate da francesi del continente, che sono in genere più disponibili con i turisti europei).

Dato che siamo sulla costa, non possono mancare le spiagge, di ogni colore:

  • Grande Anse è una grande spiaggia di sabbia dorata. Per chi cerca la vita notturna, qui c’è un beach club alla moda, aperto fino alle 22 durante la settimana, e addirittura fino all’1 nel fine settimana (Karacoli Beach Club). Altrimenti la zona è piuttosto tranquilla, fatta eccezione per qualche ristorante a Deshaies [Dehé].
  • Petit Anse è una scenografica spiaggia di sabbia nera, che contrasta perfettamente col verde delle palme e delle mancinelle che la contornano. Polli e pellicani sono quasi più numerosi dei turisti.
  • La spiaggia di Malendure è un’altra spiaggia di sabbia nera, non particolarmente grande né affascinante, ma famosa soprattutto per gli avvistamenti delle tartarughe, per i quali è consigliabile arrivare fra le 7 e le 10 e fermarsi alla prima ansa a nord (lato destro della spiaggia): il fondale qui è piano di alghe (eh sì, che schifo, ma le tartarughe ci si fermano per mangiare…). Questa spiaggia è fra l’altro affollatissima di negozietti, furgoncini di cibo. I bokit, a proposito, sono delle fantastiche focacce farcite che troverete ovunque in Guadalupa.

Basse-Terre, il Sud di Guadalupa

Per la nostra visita del sud di Basse-Terre, abbiamo trovato comodo Capesterre-Belle-Eau come base. Se al nord, pur dovendo viaggiare un 15 minuti ogni sera, abbiamo trovato pure qualche ristorantino, a Capesterre e nei dintorni, non c’è nulla, assolutamente nulla! Bisogna perciò cucinare i propri pasti a casa, fermarsi in qualche gastronomia sulla strada per casa (in compenso qui la gente è già più gentile e sono ben felici di spiegarci e consigliarci cosa prendere – negozianti e clienti, tutti assieme!) o ricorrere ai furgoncini in centro se s’è fatto troppo tardi per un bokit o cose simili.

Per un po’ di vita notturna, bisognerebbe probabilmente fare tappa nella capitale – Basse-Terre. Anche qui troviamo una Grande Anse [Trois Rivieres], che però è una spiaggia di sabbia nera con un palmeto alle spalle che garantisce tanta ombra. La scenografia di questa spiaggia è garantita dalle onde belle importanti e dalla vista su Les Saintes.

Anche qui abbiamo delle strade che vale la pena percorrere: la famosa Allée Dumanoir, bordata di palme. E la meno famosa, ma più bucolica Route de l’Habituée, che passa tra piantagioni di banane, tornanti, saliscendi che donano viste mozzafiato, e qualche capretta che attraversa la strada. E per chi è appassionato di trekking, ci sono un sacco di percorsi di varia lunghezza e difficoltà, i più conosciuti quelli che portano alle Chutes du Carbet. Con bimba al seguito noi abbiamo optato per la seconda. Il parcheggio e l’ingresso sono comunque unici per tutte e tre, quindi con un unico biglietto i più energici possono fare più cammini. Il prezzo dell’ingresso per una famiglia ammonta ad € 7,20.

Il sentiero della Deuxième Chute si percorre in circa 30 minuti, su passerelle e ponti di legno e qualche punto di pietre, molto semplice l’intero percorso. La cascata è molto alta e visibile solo da una certa distanza. Il percorso nella foresta è davvero meraviglioso e – ancora una volta – verdissimo e, nel complesso, usciamo con un bel numero di foto, davvero!

Da Trois Rivieres ci imbarchiamo per Les Saintes; consiglio vivamente di prenotare in anticipo sia il traghetto, sia l’alloggio se volete fermarvi sull’isola, la qual cosa è assolutamente consigliata! La sera nel centro di Terre de Haute, vicino al molo, ci sono localini e negozi, colorati e originali che, sparita la ressa del giorno, ti fanno sentire davvero in vacanza ai Caraibi!

Anche il trasporto sull’isola è conveniente prenotarlo in anticipo, in particolare se volete una golf car elettrica, altrimenti scooter e bici per 2, a gennaio, si trovano anche sul posto (le strade sono abbastanza toste da affrontare in bici, però, anche se non manca chi se le fa a piedi sotto il sole!). Noi non abbiamo fatto in tempo a trovare la golf car e così ci siamo dovuti accontentare di un’auto (scomoda nelle stradine) che avrebbe dovuto essere rottamata anni prima e dalla quale non si possono staccare le chiavi dal cruscotto, altrimenti non possiamo più ripartire! Ma sull’isola nessuno ruba nulla e, alla riconsegna, non fanno certo caso alle botte e i graffi che si sono sommati durante il nostro noleggio. Però, che panorami sull’arcipelago ci siamo goduti da quelle stradine!

L’Anse de Pain de Sucre, è considerata una fra le più belle del mondo. Ed è indubbiamente bellissima, ma minuscola! Steso il telo, sei con i piedi in acqua e gomito a gomito con il vicino. Per raggiungerla, inoltre, si deve affrontare una discesa sconnessa piena di pietre – e fango, in caso di pioggia. Di ombra se ne trova un po’ la mattina, il pomeriggio è decisamente scarsa. Detto ciò, è pieno di pesci e la barriera è facilmente raggiungibile dalla riva. L’acqua cristallina, poi, assorbe tutti i colori della vegetazione circostante. Lungo la discesa che porta alla spiaggia si trova un ristorantino e, all’entrata della spiaggia, un dipendente del ristorante prende le ordinazioni per bokit, hamburger e bibite, che poi consegna direttamente al vostro asciugamano. Siate previdenti però, perché il cibo ad una certa finisce!

Al contrario, Anse de Figuier è deserta, ma noi l’abbiamo trovata piena di alghe. Plage de Pompierre è una grande spiaggia con tanta ombra e tavolini per fare pic-nic. Anche qui, purtroppo, le alghe a tratti erano fastidiose e maleodoranti.

Marie Galante

Da Pointe-à-Pitre ci si imbarca per Marie Galante, ma non sottovalutate il tempo che ci si impiega ad arrivare al molo, almeno al mattino: come minimo un’ora di coda per la strada è garantito!

Così noi perdiamo il traghetto del mattino e ci tocca ripiegare su quello delle 17. Il cambio di prenotazione riusciamo però a farlo al telefono e fra l’altro non ci fanno pagare nessuna penale, perché tanto il traghetto non era pieno – che onestà! Per chi deve lasciare l’auto, c’è un parcheggio a pagamento, circa € 10/giorno. Oppure si parcheggia gratuitamente alla stazione dei bus, lì accanto, noi non abbiamo avuto alcun problema. Per quanto riguarda il traghetto, la scelta è fra l’Express des Iles e Valmar, quest’ultimo, ci dicono, migliore per chi soffre di mal di mare, perché ha lo stabilizzatore. In ogni caso, i ponti all’aria aperta sull’Express salvano la situazione!

Per ingannare l’attesa fra il traghetto perso e quello che ci porterà a Marie Galante più tardi, ci rifugiamo nella vicina Gosier e scegliamo la Plage Datcha: acqua turchese, ombra scarsa, tanti ristorantini e furgoncini per l’asporto; e anche qualche pazzo che si aggira per la spiaggia disturbando la gente, in alcuni casi in maniera un tantino violenta. Peccato, la spiaggia è ampia e piacevole.

Marie Galante è un’isola caraibica in piena regola: spiagge meravigliose e poco frequentate, ristoranti con i piedi nella sabbia, cocktail in locali colorati con la musica fino a tardi ed avventori rasta [a St.Louis in particolare], paesaggi bucolici e rilassati, punteggiati di mulini a vento e distillerie e assenza totale di connessione internet! La zona di St.Louis è effettivamente un’ottima scelta per soggiornare, a circa mezz’ora di strada dal molo (che è all’estremo opposto dell’isola – per intenderci) e con una scelta di locali e un supermercato bello grande. Anche le migliori spiagge si trovano tutte qui.

Un’altra zona che offre locali e negozi è quella al sud, nel cantone di Capesterre, ma qui le spiagge – almeno durante la nostra permanenza – erano invase dalle alghe, che rendevano impossibile la balneazione e provocavano anche qualche cattivo odore. Abbiamo anche provato ad usare una sorta di “sargassemonitor” consigliato da una locale, ma non ci è sembrato attendibile. In ogni caso, mi ripeto, in mezz’ora si arriva dall’altra parte dell’isola, quindi in qualunque posto decidiate di soggiornare non sarete troppo lontani da ciò che vi può interessare.

Tra le distillerie di Marie-Galante, noi scegliamo la Habitation Bellevue: nella zona delle botti dei pannelli esplicativi illustrano il metodo della distillazione in modo molto comprensibile. Un vecchio mulino, un banco per gli assaggi e un negozio di rum, miele, sciroppi e souvenirs della casa completano l’esperienza. Purtroppo, qui si ritrovano i pullman carichi-carichi-di turisti di cui altrove, su Marie Galante, si avverte con piacere la mancanza e che rallentano i tempi, ma nel complesso un’ora è più che sufficiente per la visita.

In quanto ad attrazioni naturali, la principale è forse la Gueule Grand Gouffre, a nord dell’isola. Per godervi gli incredibili paesaggi, proseguite lungo il sentiero, dopo aver visto l’arco e il magnifico mare che vi passa attraverso.

Tra le spiagge, la nostra preferita è stata forse Anse Bambou, una piccolissima ansa deserta, con la sabbia bianca e un’acqua di un turchese denso, estremamente calma. Dei cartelli ci segnalano il potenziale passaggio di piccole tartarughe. Plage de Vieux Fort è contigua all’Anse de Bambou, quindi stessa acqua, ma più grande. Intorno non ci sono ristoranti, chioschi o furgoncini (che qui, mi pare, non si usano) perciò prevedete di spostarvi a pranzo o di portare l’occorrente per un pic-nic.

Anse Canot è una piccola spiaggia sempre affollatissima. Il tramonto da qui è meraviglioso! La Plage de Moustique è separata dall’Anse Canot da delle rocce. Qui il sole batte un po’ più a lungo, quindi è la scelta ideale per chi vuole abbronzarsi fino all’ultimissimo momento. Anse Mays è una spiaggia lunga e piena d’ombra. I fondali sono, però, rocciosi, portate le scarpine da scoglio!

Grande-Terre: St. François

Dopo la tranquillità di Marie-Galante, sbarcare a Pointe-à-Pitre e inoltrarsi in Grande-Terre è quasi traumatico! Il traffico la fa da padrone, a qualsiasi ora, lungo tutta la costa sud! Un’altra novità rispetto al resto dell’isola sono le sospensioni di corrente elettrica e acqua, dovute da una parte al sovvraffollamento della zona rispetto alle strutture obsolete e dall’altra a scioperi che partono da Parigi. Una gran parte di appartamenti, ristoranti e strutture turistiche si sono dotate di generatori d’emergenza, almeno per quanto riguarda la corrente elettrica, e conservare una buona dose di acqua in frigo è sempre una buona idea. Tuttavia, è sorprendente sapere che addirittura alcuni resort turistici di una certa fama, non sono dotati di nessun generatore d’emergenza per i propri clienti, che quindi si trovano a sopportare assenze di corrente elettrica per diverso tempo durante le loro vacanze.

La nostra scelta è ricaduta su St. François perché c’è qualcosa da fare la sera, in particolare attorno al porto, oppure al casinò, mentre è vicina a St. Anne, altro centro turistico, che offre inoltre tre belle spiagge cittadine. Il centro di St. François la sera è, invece, morto, mentre di giorno è piuttosto vivace, con un bel mercato dove poter acquistare prodotti locali (più convenienti che al mercato di St. Anne – e i prezzi dei venditori esterni sono più convenienti di quelli all’interno).

La più famosa è Plage de la Caravelle, dove si trova anche il Club Med: è effettivamente una bella spiaggia, piena di palme e quindi anche di ombra, l’acqua è trasparente e ci sono varie opzioni di ristoro e venditori ambulanti. Ovviamente è anche piena di gente, tanto da far fatica a stendere il telo e i parcheggi sono un po’ complessi e spesso distanti dalla spiaggia. Inoltre l’acqua è bella fino circa alla cintola, poi si fa piena di alghe (quindi ottima per chi vuole fare snorkeling, un po’ meno per chi vorrebbe nuotare). Un lato della spiaggia è battuto dai venti, e qui infatti si fa kitesurf. L’attesa per mangiare ai food truck è infinita!

Plage du Bourg St. Anne è un’altra delle spiagge cittadine, molto simile a la Caravelle, ma decisamente più vivibile, in quanto decisamente più ampia. Una zona è caratterizzata dalla presenza di mangrovie e mancinelle; la parte centrale è più bella, con l’acqua trasparente e verde acqua. La sabbia bianca offre un ampio spazio non ombreggiato. A sinistra si ha la parte più scenografica, con le palme che donano anche ombra naturale. Tutt’intorno alla spiaggia le possibilità di ristoro sono molteplici. Plage de Petite Havre è un’altra bella spiaggia della costa sud, contornata da rilievi che si tuffano in mare – a noi ricorda a tratti certe spiagge della Thailandia.

Bois-Jolan si compone di tante piccole calette, che offrono tanta ombra. Le prime godono della vicinanza ai food truck, mentre man mano che si avanza aumentano le alghe e le grigliate con musica a tutto volume e rum che scorre a fiumi. Costituita da piccole anse una dopo l’altra anche la Plage de Mancenilliers, nei pressi del ristorante Au Colombo, dove concedersi una buona aragosta. Anche questa con tanta ombra e poca gente, ma a causa delle mangrovie i fondali sono piuttosto fangosi. Plage des Raisins Clairs è un’altra spiaggia del sud che merita una visita ed è poco frequentata: sabbia bianca, acqua trasparente, pesci colorati che arrivano a riva, grosse iguane che passeggiano tra i bagnanti. Per mangiare ci sono un ristorante e un paio di furgoni, uno dei quali fa piatti più raffinati, tipo la tartare, ma mettete in conto un’oretta buona per poter mangiare ai food truck.

Anche il nord di Grande-Terre ha delle spiagge di tutto rispetto:

  • Plage du Souffleur è probabilmente la più bella di tutta Grande-Terre. L’acqua alterna i colori verde e trasparente ed è calma, la sabbia è bianca, la spiaggia è bella grande con varie opzioni di ristoro.
  • Anse Laborde è un’altra bellissima spiaggia, scenica, con il mare mosso (e attenzione al vento!), ma nel centro diventa più calmo e adatto anche ai bambini. L’acqua è trasparente, ma avanzando si trovano le rocce. Un paio di locali sulla spiaggia garantiscono il ristoro.

Per chi non si accontenta solo delle spiagge, Pointe de la Grand Vigie è un altro posto che vi trasporterà in Scozia. Il sentiero vi porta ad una certa distanza dai scenografici strapiombi e delle scarpe sportive sono consigliate, in quanto è piuttosto dissestato (affrontato comunque da una bambina di 4 anni). Pointe des Chateuax è un altro punto scenografico, composto di rocce nere e onde che vi si frantumano addosso. Anche le spiagge limitrofe sono rocciose e perciò difficilmente balneabili. Un’attrazione insolita è rappresentata dai cimiteri, che qui sono veramente opere d’arte. Noi abbiamo scelto Mourne à l’Eau, forse il più famoso. Anche se sembra poco curato, le grandi sepolture a scacchi sono davvero impressionanti.

Informazioni utili su Guadalupa

Il motto “La Guadeloupe est trop belle pour etre une poubelle” lo trovate un po’ ovunque, ma paradossalmente non si trovano cestini da nessuna parte!

Non abbiamo mai dovuto pagare il parcheggio – a dire il vero nemmeno nei parcheggi a pagamento, visto che chi doveva riscuotere i soldi non si palesava. A St. François, però, dove il parcheggio è davvero un problema, la gendarmerie gira di continuo multando le auto in divieto di sosta. Il detersivo per la lavatrice costa un’esagerazione, non meno di 11-13€!

A Grande-Terre si incontrano, sulla strada, dei ragazzini che danzano con costumi colorati e maschere paurose, fermando le auto per chiedere l’elemosina.

All’aeroporto non c’è granché da mangiare, arrivare 2 ore prima del volo è più che sufficiente. Per quanto riguarda, invece, i ristoranti dove siamo stati meglio, segnaliamo “La Bohème” e “7 Sun Sea” a Marie-Galante; “La Rhumerie” e “Les Apprentis” a St. François.

Dopo 3 settimane in giro per Guadalupa, è ora di ritornare e l’esperienza su Grande-Terre ci insegna a cercare strade alternative per non arrivare in ritardo all’aeroporto (i francesi qui usano tanto Waze piuttosto che GoogleMaps). Queste ci portano nel centro di Grande-Terre, dove ritroviamo il verde tipico di Basse-Terre, e anche dei “burroni” altissimi al lato di stradine strette e, a volte, tortuose. Questo scenografico percorso, completo di buche e dissuasori di velocità poco segnalati, è tanto bello di giorno quanto pericoloso con il buio!

Che dire, di questa destinazione, scelta un po’ per costrizione: ci è piaciuta davvero tanto, per il suo verde esagerato, la varietà delle sue spiagge e le sue acque cristalline, alla fine 3 settimane ci sono sembrate anche poche, perché c’è veramente tanto da vedere senza mai annoiarsi! Un arcipelago [un po’ caro], adatto a chi cerca relax, sport e a misura di bambini. Buon viaggio!

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