Andalusia, una terra magica

Le perle di questo angolo di Spagna: Malaga, Granada, Siviglia e Cordova a primavera tra arte e tradizioni
Scritto da: girovaga54
andalusia, una terra magica
Partenza il: 21/03/2015
Ritorno il: 29/03/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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… ovunque, il profumo intenso dei fiori d’arancio.

Era da tanto tempo che desideravamo visitare l’Andalusia, affascinati dai racconti di viaggio dei nostri conoscenti: ma non era mai il momento giusto.

Mi spiego: in inverno, Granada ha un clima troppo freddo vista la vicinanza con la Sierra Nevada; nei mesi estivi fa troppo caldo e visitare città e monumenti con una temperatura di oltre 40° non è il massimo; nei periodi della “Semana Santa” e della “Feria di Abril” i prezzi lievitano a dismisura. Alla fine, sono riuscita ad incastrare tutto ed ora eccomi qui a raccontare questa fantastica esperienza.

Sabato 21 Marzo

La partenza è prevista dall’Aeroporto di Ciampino con il volo RYANAIR FR 6138 per Malaga delle ore 10:15. Il volo parte in ritardo di una mezz’ora ma, come consuetudine della Compagnia aerea, non si sa come, arriva nell’orario previsto alle 13:00.

Il tempo, come annunciato, è bruttino: piove e fa freddo. Vista l’ora, facciamo uno spuntino in aeroporto da “Dehesa S. Maria”, spendendo € 9,50 per uno sfilatino grande con chorizo da dividere in due e le bevande.

Appena usciti, di fronte ai terminal, troviamo facilmente l’autobus linea “A” che è giusto in partenza (biglietto € 3,00): ci porterà fino al Paseo del Parque, da dove, in dieci minuti a piedi, raggiungeremo il nostro B&B “La Casa Azul”, in Avenida de Pries n. 20 (www.lacasaazulmalaga.com).

Il B&B è gradevole, gestito da un giovane molto simpatico e situato sicuramente in una buona posizione per visitare il centro storico di Malaga e i suoi principali monumenti, nonché, per chi, andando nella giusta stagione, volesse raggiungere le spiagge: pulitissimo, ottima la colazione, unico neo che mi sento di rilevare è che la nostra camera (la Camera Argento), ha il bagno non provvisto di porta, bensì di un paravento che francamente mi sembra fuori luogo, anche se, leggo altrove, molte strutture spagnole non disdegnano di ricorrere a questa usanza. Ogni modo, le altre camere sono provviste di tutto e quindi l’alloggio è sicuramente consigliabile (il costo di una camera, colazione compresa, è di € 79,00 a notte).

Ci riposiamo un po’. Poi, approfittando del sole, dopo una breve puntata piegando a sinistra, appena usciti dal B&B per dare un’occhiata al lungomare, ci dirigiamo senza altro indugio verso il centro storico, raccolto, ma molto gradevole e ben conservato. Passeggiamo lungo l’alberato viale del Paseo del Parque, da cui si gode della vista dell’Alcazaba che sovrasta dall’alto: prima tappa, la Cattedrale, detta la Manquita (monca), per via della mancata costruzione della seconda torre. L’ingresso costa € 5,00 a persona.

Subito dopo raggiungiamo l’ingresso dell’impressionante edificazione dell’Alcazaba, palazzo-fortezza dei governanti musulmani della città, costruito in salita sulla collina in gran parte nell’XI secolo, adattandolo alla topografia, in continuità al Castillo de Gibralfaro. L’ingresso è di € 4,20 a persona.

E’ il nostro primo approccio con l’arte araba: è solo un pallido accenno di quello che visiteremo in seguito, però anche l’Alcazaba di questa piacevole città non è da trascurare, tutt’altro, anche se bisogna essere consapevoli che quanto si visita è stato notevolmente ricostruito nel 1930.

Usciamo dall’Alcazaba intorno alle 18:00 e girovaghiamo senza un programma fisso fino all’ora di cena, quando ci ritroviamo con i nostri amici che hanno preferito visitare il Museo Picasso. Scopriamo così la colorata facciata del Palazzo Arcivescovile, piazzette e slarghi, assaggiando delle fantastiche ciambelline in una panetteria-pasticceria di Calle Molina Lario, la strada “in” della città.

Per cena, la scelta cade su “El Meson de Cervantes”, in Calle Alamos n. 11, un ristorante di gestione italiana che propone cucina spagnola: un posto discreto dove però spendiamo la cifra più alta di tutta la vacanza: € 50,00 in due.

Ci avviamo infine a casa passeggiando tranquillamente.

Domenica 22 Marzo

Paghiamo il conto dell’alloggio, lasciando in custodia i bagagli che riprenderemo più tardi, al momento di partire per Granada. Il cielo è coperto, ma decidiamo di salire ugualmente al Castillo de Gibralfaro, la fortezza che domina la città appollaiata sul monte, che sembra più antica dell’Alcazaba ma in realtà costruita solo nel XIV secolo, proprio per proteggere la prima che risultava indifesa dai colli che la sovrastavano e alla quale fu collegata da un passaggio murato chiamato “Coracha” che oggi, anche se ancora ben delineato, non è possibile percorrere. Per via delle minacce di pioggia e dello scarso tempo a disposizione, noi arriviamo al belvedere sotto il castello in taxi, in un quarto d’ora e al costo di € 5,00. In realtà, ci si arriva con l’autobus n. 35 che passa proprio nei pressi del B&B e fa capolinea nel piazzale del castello. Del Castillo (biglietto di ingresso € 4,20 a persona) non rimane molto da visitare, se non percorrere interamente il perimetro delle mura, godendo della ricca vegetazione e del panorama di Malaga in tutte le direzioni. All’interno è allestito un buon museo che comprende un modellino del complesso difensivo dell’epoca araba, uniformi militari, strumenti di navigazione e cartografia. Comunque, un luogo molto piacevole dove trascorrere un paio d’ore.

Ritorniamo in città con l’autobus n. 35 fino al Paseo: c’è tempo per un’ultima occhiata ai negozi di souvenir in centro e poi, con un taxi, visto che sta piovendo e abbiamo le valigie, raggiungiamo il Paseo de Los Tilos, dove si trova la stazione degli Autobus della Compagnia ALSA. In condizioni di bel tempo, la stazione è comodamente servita dagli autobus n. 4 o 19.

Facciamo in tempo ad acquistare i biglietti per l’autobus per Granada in partenza alle ore 13:00 al costo di € 11,43 a persona.

Il viaggio è comodo, all’inizio il paesaggio montano, di tanto in tanto costellato da piccoli villaggi bianchi, i cosiddetti Pueblos Blancos. E’ piuttosto interessante, poi però diventa monotono con chilometri e chilometri di uliveti a perdita d’occhio. Mai viste tante piante di ulivo tutte insieme!

Puntualissimi, alle 14:45 arriviamo alla Stazione degli Autobus di Granada, già ammirando in lontananza la Sierra Nevada completamente imbiancata: probabilmente sta nevicando in diretta, considerato il freddo che avvertiamo appena scesi dall’autobus.

Sempre in taxi, essendo in quattro risulta piuttosto conveniente, arriviamo in Gran Via de Colon, l’arteria principale di Granada, dove al n. 44 c’è l’edificio che ospita il nostro nuovo alloggio: “Suites Gran Via” (www.suitesgranvia44.com). Abbiamo la suite n. 35 al terzo piano, un magnifico appartamento composto da un bel saloncino con zona pranzo e zona relax, cucina completamente attrezzata, una gradevolissima camera da letto, disimpegno con armadio a muro e un bel bagno tutto verde. Scopriamo poi che l’appartamento non è solo bello esteticamente, ma curatissimo in ogni particolare, con prodotti di ottima qualità: veramente un indirizzo da non perdere, oltretutto centralissimo, a cinquecento metri dalla Cattedrale e, non da trascurare, gestito da personale eccellente.

Usciamo quasi subito, anche perché nella fretta di partire da Malaga, non abbiamo mangiato niente: quasi di fronte all’appartamento c’è solo l’imbarazzo della scelta e ci rifocilliamo al volo nella Pasticceria Olympia 2, buon assortimento di dolce e salato, giusto per arrivare all’ora di cena.

Il tempo è migliorato, il sole ci concede di visitare Granada godendo dei colori caldi dei suoi edifici. Svoltando a destra sulla Gran Via di Colon, subito dopo la Pasticceria, siamo già all’ingresso della Capilla Real (€ 4,00 a persona), ovvero la cappella che ospita i resti dei Re Cattolici, Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia, nonché della loro figlia Giovanna la Pazza e del marito Filippo il Bello. La Cappella è notevole e possiede anche un piccolo museo dove sono custoditi, fra gli altri, lo scettro del re e la corona della regina.

Si esce dalla Cappella Reale, si gira l’angolo e si entra questa volta nella Cattedrale (€ 4,00 a persona), commissionata dalla stessa regina Isabella, una commistione di stili architettonici: barocco l’esterno, rinascimentale l’interno, soffitti a volta gotici. Comunque, un monumento di grande bellezza e interesse storico.

E’ ancora abbastanza presto quanto usciamo dalla Cattedrale e il sole che ora è intenso su Granada ci invoglia a camminare senza una fissa destinazione, incontrando comunque sul percorso la bella Chiesa dei Santi Justo y Pastor, la cui facciata si apre nella gradevole piazza che ospita la Facoltà di Diritto, fino a giungere al grande complesso cinquecentesco del Monasterio de San Jeronimo (€ 4,00): l’interno della chiesa è clamoroso, ogni superficie delle pareti è stata ricoperta da dipinti, mentre molto interessante è la visita del chiostro, delle sale capitolari e del cortile interno.

Nel frattempo, si è fatta l’ora di cena, ritorniamo verso la Gran Via di Colon e decidiamo di fermarci in un locale a ridosso di Calle Elvira, la via di impianto arabo, parallela alla Gran Via de Colon, “Bodegas Castagneda” in Calle Almireceros 1 y 3. Buon indirizzo, spendiamo € 25,00 in due, mangiando a base di tapas, cosa che a noi non entusiasma in modo particolare, ma a cui ci adattiamo visto che è parte integrante della cultura e delle tradizioni del posto. Comunque di qualità.

Uscendo dal locale, avremmo voluto immergerci nell’atmosfera dei negozietti di articoli orientali che si affacciano uno dietro l’altro nei vicoli del quartiere arabo, ma inizia a piovere e ciò ci fa piombare nell’angoscia, considerato che domani mattina dobbiamo visitare l’Alhambra.

Lunedì 23 Marzo

A dispetto di quanto annunciato dalle previsioni meteo, stamattina splende un bel sole su Granada, proprio l’ideale per affrontare una visita così impegnativa come quella dell’Alhambra.

Visitare questo complesso richiede uno studio tutto particolare, fatto di incastro di orari, in quanto quello di ingresso ai Palacios Nazaries, la parte più bella e importante di tutto il monumento, va rigorosamente rispettato per contingentare il gran flusso di visitatori. Noi avevamo prenotato on-line l’ingresso già a gennaio, al costo di € 15,40 a persona con accesso ai Palacios alle ore 11:30. Abbiamo scelto questo orario per avere la possibilità di visitare con tranquillità tutto il resto dell’Alhambra prima di accedere ai Palacios e di avere il tempo, una volta usciti da questi, di passeggiare nei magnifici Giardini del Generalife.

Quindi usciamo presto dal nostro appartamento, e dopo cinquecento metri eccoci già in Plaza Isabela La Cattolica, dominata dal possente monumento raffigurante Cristoforo Colombo che rende omaggio alla regina Isabella seduta sul trono: in un lato della piazza, troviamo subito il capolinea del minibus C3 che sale fino all’Alhambra. Il percorso è abbastanza lungo, attraverso angoli suggestivi di Granada e penso con ammirazione a coloro che arrivano in cima a piedi lungo il bosco. Dicono che sia una esperienza bellissima ripercorrere il vecchio cammino, ma sicuramente bisogna essere ben allenati per affrontarla e avere parecchio tempo a disposizione.

La prima cosa da fare, scesi dal minibus, è quello di mettersi in fila alla biglietteria perché la prenotazione effettuata on-line va convertita in biglietti di ingresso. Non essendo ancora le nove, non troviamo fila: le guide dicono che in alta stagione turistica la situazione è ben diversa.

Prendiamo l’audioguida (€ 5,00 a persona) e iniziamo il nostro viaggio in questa meraviglia che non mi possibile descrivere (per questo ci sono già tante pubblicazioni fornite di fantastiche foto): non ci sono parole adatte per trasmettere le emozioni di un’arte così sublime e particolare, posso solo consigliare a chi mi chiede come sia il complesso, di programmare il viaggio e di vivere lo stupore in prima persona.

Si susseguono la costruzione dei Bagni Arabi, della Chiesa, del Palazzo di Carlo V, dell’Alcazaba, ed infine dei fantastici Palacios Nazaries. Da ultimo, il percorso lungo i Giardini del Generalife, con le magnifiche vasche, gli zampilli d’acqua che creano giochi, profusione di fiori e colori. Tutt’intorno, un magnifico panorama sulla città.

E la nostra fortuna: dopo la splendida mattinata di sole (visitare l’Alhambra con la pioggia non è la stessa cosa), il cielo si oscura e comincia a piovigginare, ma noi siamo ormai sul minibus che ci riporta sulla Gran Via. Siamo un po’ stanchi, perciò approfittiamo della solita pasticceria e poi un bel riposino!

Il tempo è ormai peggiorato, ma decidiamo di uscire a metà pomeriggio con l’intenzione di visitare l’Albayzin, il quartiere arabo originario di Granada, quello che vedevamo ai piedi dell’Alhambra. Il giro inizia da Plaza Nueva, raggiungibile a piedi dal nostro appartamento, imbocchiamo la Carrera del Darro, una vecchia strada lungo il piccolo rio, visitiamo i Banos Arabes e arriviamo fino a Plaza de Los Tristes, su cui sovrasta la mole dell’Alhambra. Ma qui siamo costretti a fermarci per una ventina di minuti a causa di una pioggia torrenziale che investe la città: per fortuna, sulla piazza, sono montati i teloni dei bar che ci permettono di ripararci.

La pioggia è quasi del tutto cessata, decidiamo comunque di proseguire il giro sul minibus C1, attraversando il quartiere che si rivela molto interessante.

Ritorniamo sulla Gran Via e andiamo a visitare la Basilica di San Juan de Dios (€ 4,00 a persona compresa l’audioguida) di cui avevamo letto della profusione di ori e stucchi che l’adornano. Indescrivibile: mai vista una cosa così, soprattutto se pensiamo che è dedicata al Santo dei poveri!! Nello stupore, devo dire che è comunque troppo pesante da digerire.

Passeggiamo tranquillamente fino ad arrivare all’imbocco della Porta di Elvira e, percorrendo tutta la Calle Elvira, nuovamente sulla Gran Via.

Ritorniamo a cena alla Bodegas Castagneda, spendendo in due € 21,00 per un piatto ciascuno di riso con verdure (una variante povera della paella) e un piatto di affettati misti (tra cui il famoso jambon iberico).

Martedì 24 Marzo

Oggi pomeriggio dovremo affrontare il viaggio fino a Siviglia e perciò lasciamo abbastanza presto il nostro fantastico appartamento per goderci il più possibile Granada: pagato il conto (€ 200,00 spesi benissimo) e lasciati in custodia i bagagli, visitiamo la Madraza, un magnifico edificio fondato nel 1349 come scuola e università di studi arabi. L’ingresso è libero e un primo cortile un po’ anonimo introduce in un secondo patio più interessante su cui si affaccia il pezzo forte del complesso: la sala della preghiera con un elaborato mihrab di una grande raffinatezza. Poco oltre, dietro l’edificio dell’Ayuntamiento (il Municipio), troviamo il Corral del Carbon, un sito storico molto particolare nato nel XIV secolo come locanda per mercanti, successivamente utilizzato come albergo per commercianti di carbone, da cui prende il nome e poi adibito a teatro: da visitare sicuramente.

Vogliamo arrivare al Sacromonte e perciò utilizziamo il minibus C2 che fa capolinea in Plaza Nueva, di fronte all’imponente palazzo della Cancelleria: il tragitto per arrivare all’Abbazia ci diverte moltissimo, il minibus sfreccia veloce tra i vicoli dell’Albayzin prima e del rione del Sacromonte poi, caratterizzato dalle case-grotte scavate nella collina. Ricavate nella terra e imbiancate a calce, sono abitate per tradizione ancora oggi da famiglie gitane. Il minibus ci lascia ai piedi dell’Abadia del Sacromonte e nello stesso punto lo riprenderemo una mezz’ora più tardi per ridiscendere fino alla Plaza del Salvador per visitare l’Albayzin.

Per prima cosa raggiungiamo il famoso Mirador de San Nicolàs, una delle piazze più frequentate di Granada, in quanto fronteggia il complesso dell’Alhambra che da qui appare incantevole. Poi, è bello perdersi tra i vicoli di questo quartiere così diverso dal resto della città, senza meta, dove i turisti si mescolano alla gente del posto, tra i banchi di frutta e verdura dei mercati e all’attività quotidiana in pieno fermento.

Tranquillamente scendiamo nuovamente verso la Plaza Nueva e pranziamo ancora una volta alla Bodegas Castagneda (€ 20,00 in due).

Intanto, si è fatta l’ora di prendere il taxi per raggiungere la stazione degli autobus ALSA: il nostro per Siviglia parte alle ore 15:30, i biglietti già prenotati sul sito quindici giorni prima al prezzo di € 25,00 a persona.

Arriviamo puntualmente alla stazione degli autobus di Siviglia, in Plaza de Armas alle ore 18:30, prendiamo un taxi per arrivare in Plaza de Europa, dove ci aspetta la vulcanica Estefania per condurci in Conde De Torrejon n. 10, giusto dietro l’angolo. Gli appartamenti “Conde de Torrejon 10” (www.condetorrejion10.com) sono ospitati in un edificio tipico sivigliano, di quelli con il patio e fontanella, per intenderci, su cui affacciano porte e finestre. Il nostro appartamento, al primo piano, è il numero 8 lungo il ballatoio: soggiorno, camera da letto, cucinino, gradevole e ben tenuto, anche se più spartano rispetto a quello di Granada. Comunque da consigliare, anche per il prezzo onesto: € 80,00 circa a notte e la possibilità di accedere ad una magnifica terrazza comune affacciata sui tetti, provvista di ombrelloni e lettini per prendere il sole o semplicemente per un momento di relax dopo le scarpinate per la città. Sì, perché subito scopriremo che Siviglia si visita tutta a piedi, le vie sono talmente strette che non permettono l’accesso ai mezzi pubblici, un dedalo di vicoli in cui è facile perdersi.

Prima di cena, facciamo una rapida puntata in un supermercato sulla Alameda de Hercules, il famoso viale che si trova molto vicino al nostro alloggio e poi, seguendo il consiglio di Estefania, ceniamo in un simpatico locale nei pressi, “La Pepona”, gestito interamente da ragazzi: ottima scelta, tapas buonissime e prezzi abbordabili (€ 31,00 in due).

Siamo molto stanchi per l’intensa giornata sulle spalle e perciò decidiamo per un immediato riposo ristoratore.

Mercoledì 25 Marzo

Il tempo ha decisamente virato al bello: fa più caldo e soprattutto non piove più. Anche i Sivigliani dicono che dopo la metà di maggio il calore del sole diventa quasi insopportabile, in piena estate il termometro sale fino a 45° e penso che fare il turista con quelle temperature è volersi suicidare, oppure rinunciare a visitare gran parte della città, viste le dimensioni e la scarsità di mezzi pubblici nel centro storico.

Dal nostro appartamento è abbastanza semplice arrivare a piedi presso i più importanti siti da visitare e così usciamo presto perché Estefania ci ha detto che la Cattedrale apre alle 9:00. In realtà scopriamo che apre sì a quell’ora, ma per il culto, mentre la biglietteria apre alle 11:00.

Ci accorgiamo che entrando nella Chiesa del Sacrario, adiacente ad un ingresso laterale della Cattedrale su Avenida de Constitucion, si può poi accedere all’interno e gironzolare a piacimento. Il fatto è che se si vuole prendere l’audioguida, indispensabile per seguire con un certo criterio il percorso di visita all’interno di questo edificio immenso, bisogna aspettare appunto le 11:00. Così usciamo dalla Chiesa del Sacrario e ammiriamo tutta la maestosità della Cattedrale dall’esterno. E’ veramente imponente, la terza al mondo dopo San Pietro di Roma e St. Paul di Londra per non parlare della splendida torre campanaria, la Giralda, uno dei pochi resti dell’antica moschea, da cui il muezzin chiamava i fedeli alla preghiera.

Cambiamo il programma di oggi: visitiamo dapprima l’Archivio delle Indie (ingresso libero), ospitato in un bel palazzo di fronte alla Cattedrale, dove sono conservati notevoli documenti relativi al periodo delle scoperte e poi, optiamo per la visita all’Alcazar, il cui ingresso si trova a poche decine di metri, attraversando la Porta del Leon. Il costo del biglietto è di 9,50 a persona a cui si aggiungono € 5,00 per l’ottima audioguida.

Che dire? Altra meraviglia. Veramente sembra di essere entrati nel fantastico mondo delle “mille e una notte”. Indescrivibili gli interni, l’Alcazar è ancora sede del Palazzo Reale e qui soggiornano i monarchi spagnoli quando arrivano in città: nel 1995 fu la cornice dei festeggiamenti per le nozze dell’Infanta Elena, figlia del re Juan Carlos. Si susseguono sale e patii (uno fra tutti il Patio de las Doncellas), di inestimabile valore artistico che nulla hanno da invidiare alla più celebrata Alhambra.

Altrettanto degni di nota i vasti e curatissimi giardini, ricchi di vasche e fontane che si perdono in mezzo ad una vegetazione rigogliosa.

Siamo veramente inebriati da tanta opulenza, il tempo è trascorso veloce, eppure è già l’una e mezza quando usciamo attraverso il cosiddetto Cortile delle Bandiere (bisogna mettere in conto circa quattro ore per visitare con calma l’Alcazar) dal quale ci si immette nel quartiere della Juderia. Prima però bisogna riposarci un po’ e rifocillarci: optiamo per un locale nei pressi, “Milonguitas” in Calle Tomàs de Ibarra, 2. Semplice, adatto ad una pausa veloce, spendiamo in due € 24,00.

Così rinfrancati, ritorniamo sui nostri passi e costeggiando il muro esterno dei giardini dell’Alcazar, ci inoltriamo nello splendido Barrio de Santa Cruz: vicoli, piazzette nascoste, patii fioriti dietro i ricami in ferro battuto dei cancelli, case basse e bianche con tanti vasi di fiori appesi ai balconi, la Casa del Flamenco, la Piazza Santa Croce, i Giardini di Murillo. Tutto da godere, con tranquillità, alla scoperta di angoli nascosti che si svelano all’improvviso. Un giro all’interno del Barrio è di per sé un’emozione.

Passeggiando senza meta, arriviamo fino alla Piazza Alfalfa, la zona è più commerciale e poi ritorniamo verso la Cattedrale. Attraverso la Calle Sierpes, considerata la via dello “struscio”, arriviamo in Plaza Nueva e rimaniamo un po’ sconcertati dall’immenso Metropol Parasol, una strana costruzione in legno che sovrasta la piazza come una copertura: pare che i Sivigliani non siano affatto contenti di questo ingombrante “ombrellone” che chiamano “il fungo”. Sono pienamente d’accordo.

Ci riposiamo un po’ nel nostro appartamento e poi ritorniamo a cena nel ristorante “La Pepona” (€ 27,00 in due). Più che soddisfatti.

Giovedì 26 Marzo

Oggi dovremo senz’altro visitare la Cattedrale, ma poiché rimane il fatto che la biglietteria apre alle 11:00, decidiamo di non perdere tempo e di visitare prima la Casa de Pilatos, in Plaza de Pilatos, un’affascinante casa nobiliare abitata tuttora dai duchi di Medinaceli. L’ingresso costa € 6,00 a persona per visitare solo il piano terra, € 8,00 anche per gli interni dell’intero edificio. Noi optiamo per la prima soluzione poiché per gli interni bisogna obbligatoriamente partecipare ad una visita guidata, alle ore 10:30 e per giunta in spagnolo.

La Casa è un alcazar di dimensioni ridotte, le sale sono ornate con preziose maioliche, i soffitti sono di legni pregiati e i giardini e i patii un museo a cielo aperto perché ospitano una cospicua collezione di busti romani, statue e altri preziosi reperti. Stupenda è la scala che porta al piano superiore, completamente maiolicata: avendo il tempo a disposizione, è sicuramente un monumento da non perdere.

Usciti da questo piccolo gioiello ci dirigiamo senz’altro indugio verso la Cattedrale, al cui ingresso c’è già una discreta fila che però scorre piuttosto veloce. Il biglietto di ingresso costa € 9,00 a persona a cui si aggiungono € 3,00 per l’audioguida.

Appena entrati si ha subito l’impressione della sua vastità e dell’impegno che occorrerà per visitarla (non meno di due ore): appare tutto abbondante, gli ori, gli stucchi, il sorprendente retablo dell’Altare Maggiore, la Sala Capitolare, quella del Tesoro, la Tomba di Cristoforo Colombo. Comprendiamo così perché le guide consigliano di non visitare Alcazar e Cattedrale nella stessa giornata: sarebbe un’overdose di arte da stordirti per un bel po’. Ci fermiamo per pranzo in un locale nelle vicinanze, in Calle Mateos Gagos, 24 “Casa Tomate”, senza infamia e senza lode anche se le recensioni ne parlano benissimo (€ 25,00 in due).

Riposati dalla sosta decidiamo di andare in Plaza de Espana che in realtà si potrebbe raggiungere anche a piedi dalla Cattedrale fino alla Puerta de Jerez e poi percorrendo Avenida de Portugal: oggi, però, fa piuttosto caldo e quindi utilizziamo, se pure per due sole fermate, il tram (l’unica linea della città) e in un attimo ci troviamo nella particolarissima e spettacolare piazza. A pianta semicircolare, costruita per la Esposizione Iberoamericana del 1929, è unica nel suo genere. Sembra di osservare una cartolina, impreziosita dai ponti che solcano i canali su cui si può andare in gondola come a Venezia. Bellissima la decorazione dei grandi pannelli in ceramica dedicati alle province spagnole.

In realtà, la piazza è già facente parte del bel Parque de Maria Luisa, che è un ottimo posto per rilassarsi in mezzo alla vegetazione lussureggiante prima di riprendere il cammino. Invece di usufruire del tram per il ritorno, però, attraversiamo tutto il parco e passeggiando lungo il Guadalquivir, arriviamo di fronte alla Torre de Oro: si dice che debba il suo nome al fatto di essere stata adibita a deposito dei metalli preziosi portati dalle Americhe oppure al riflesso dell’originario rivestimento dorato in ceramica. Oggi ospita il Museo Marittimo che però non visitiamo. Proseguiamo invece e poco oltre troviamo la Plaza de Toros, la più famosa al mondo: dopo aver verificato gli orari di accesso, decidiamo che torneremo prima di lasciare Siviglia.

Ritorniamo verso il centro, perché vogliamo visitare la Parrocchia del Divino Salvatore, grande edificio barocco considerato quale la seconda cattedrale di Siviglia: per l’ingresso è valido lo stesso biglietto della Cattedrale (ricordatevi di conservarlo) e all’interno, oltre alla bellezza delle decorazioni, troviamo una cosa completamente nuova per noi: i carri allestiti per la “Semana Santa” (siamo a ridosso della Pasqua), una delle feste più sentite in tutta l’Andalusia e in particolar modo a Siviglia. Si tratta di carri processionali molto pesanti su cui sono allestite rappresentazioni di grande realismo di scene della Passione, con statue a grandezza naturale, riccamente vestite. In genere si affiancano due carri, uno con la Madonna circondata di magnifiche composizioni di fiori e uno con il Cristo: la Mater Dolorosa che accompagna il Figlio al Calvario. Sono ben cinquantasette le confraternite sivigliane che partecipano con i loro carri alle processioni che si terranno in città per tutta la Settimana Santa, tanto che già molte piazze e vie sono state chiuse al traffico per ospitare le tribune per il pubblico. Parecchie attività in città si fermano per questa occasione e i Sivigliani manifestano una devozione sconosciuta dalle nostre parti.

Usciti dalla chiesa, imbocchiamo Calle Sierpes e poi, svoltando a sinistra, raggiungiamo Plaza del Duque, dove fa capolinea il minibus C5 che ci porterà di fronte alla Basilica de La Macarena.

Qui è custodita la statua della Vergine più amata dai Sivigliani, che esce in processione dalla chiesa la notte del Venerdì Santo, accompagnata da più di duemila membri della confraternita vestiti da “nazarenos” e da una imponente folla di fedeli. La sua fama oltrepassa i confini locali. Troviamo tanta gente che prega di fronte al magnifico carro della Vergine, tutta vestita di bianco, addobbata con un fantastico mantello e siamo contenti di esserci precipitati qui, immaginando che fosse il posto dove si manifestava al meglio la devozione. Siamo stanchi, ma contenti di tutte queste esperienze e siccome siamo abbastanza vicini al nostro appartamento, decidiamo di ritornare a piedi attraverso questo piacevole quartiere popolare, la Macarena appunto. Ci ripresentiamo a cena nel solito locale (€ 25,00 in due) e scopriamo che stasera sono aperte tutte quelle chiese che in questi giorni abbiamo trovato sempre chiuse (ce ne sono parecchie nella zona) dove le confraternite espongono i loro carri. Molto suggestivo immergersi in questo spaccato di cultura e tradizioni locali.

Venerdì 27 Marzo

Oggi visiteremo Cordoba che dista solo quarantacinque minuti di treno da Siviglia. Il treno AVANT parte alle ore 9:20 ed arriva puntualissimo alle 10:05 (il costo del biglietto è di € 40,00 a/r). Noi prendiamo un taxi per arrivare in centro (sempre considerando che essendo in quattro spendiamo la stessa cifra dei biglietti di un autobus). Dalla stazione comunque si arriva con le linee 3 o 13. Tutti i principali siti storici sono a breve distanza l’uno dall’altro: decidiamo di visitare prima l’Alcazar de los Reyes Catolicos (ingresso € 4,50 a persona), nato come palazzo residenziale dove Isabella e Ferdinando incontrarono per la prima volta Cristoforo Colombo.

Il complesso non è molto grande e certamente non paragonabile a quelli finora visitati: il suo punto forte sono i magnifici giardini a terrazze ricchi di vasche, fontane, siepi potate ad arte, e soprattutto tantissime varietà di fiori di tutti i colori da rimanerne incantati. Comunque un angolo di Cordoba da non perdere.

Usciti dall’Alcazar, si intravvede subito il mastodontico edificio che racchiude una delle meraviglie del mondo: la Mezquita, ovvero la Moschea-Cattedrale (ingresso € 8,00 a persona più € 3,60 per l’audioguida). E’ assolutamente impossibile descrivere l’emozione che si prova entrando dalla Puerta del Perdòn che si affaccia sul Patio del los Naranjos: la selva delle 856 colonne (una volta erano ben 1293!) e degli archi che si susseguono a perdita d’occhio con il loro alternarsi di pietra bianca e mattone rosso disorienta il visitatore, una cosa unica che non vedrete da nessuna altra parte. Ampliata più volte durante il periodo del Califfato, fino a contenere quarantamila fedeli, è l’apoteosi delle decorazioni islamiche: l’incanto di quelle del mirhab vi rimarrà stampato nella mente. Ma lo stupore più grande arriva quando dall’intrico di archi e colonne si sbuca in un ambiente che non ci aspetteremmo mai di trovare: una cattedrale cristiana che è stata costruita sventrando la parte centrale della Mezquita per consentire la realizzazione della Capilla Mayor e del coro nel XVI secolo su ordine di Carlo V. Ci tratteniamo più di due ore all’interno della Mezquita e quando usciamo siamo tutti d’accordo nel ritenere che oggi abbiamo visitato una delle cose più belle al mondo che da sola vale il viaggio in Andalusia. E’ ora di pranzo, scegliamo un bel locale consigliato dalle guide “Bodegas Mezquita”, proprio all’imbocco della Juderia. Sicuramente il migliore di tutta la vacanza: ottime pietanze al prezzo di € 33,00 in due. Ci inoltriamo a questo punto nella Juderia, l’antico quartiere ebraico di Cordoba, un suggestivo dedalo di vicoli e piazzette, caratterizzato dalle case basse imbiancate a calce, ricche di fiori e patii meravigliosi che i proprietari lasciano volutamente intravvedere con orgoglio.

Fa parecchio caldo e l’ideale è riposarci un po’ sulle panchine della Plaza del Triunfo al centro della quale si eleva la colonna sormontata dalla statua dell’arcangelo Raffaele, patrono della città. Siamo praticamente affacciati sul fiume Guadalquivir e sul famoso Ponte Romano, all’estremità meridionale del quale si erge la Torre de la Calahorra, possente torre quadrata di epoca araba, eretta per controllare l’accesso al ponte.

Gironzoliamo ancora un po’ in questa fantastica città: Cordoba è veramente bella, il suo centro storico piccolo e quindi godibile a piedi, forse un po’ troppo orientata al turismo.

Abbiamo il treno alle 17:25, l’autobus n. 3 impiega pochi minuti per la stazione e alle 18:10 arriviamo puntualmente a Siviglia Santa Justa.

Neanche a dirlo, ci ripresentiamo nel nostro solito ristorante, il personale ormai ci aspetta alle otto in punto, siamo sempre i primi clienti. D’altra parte si mangia bene, si spende il giusto ed è a due passi dal nostro appartamento.

Stasera, però, siccome vogliamo andare in una gelateria nei pressi della Chiesa del Salvatore,“Bolas”, dopo cena ritorniamo verso il centro e proprio in quel momento, ci imbattiamo nella processione degli Incappucciati che sfilano precedendo il carro con il Cristo: ci sono centinaia di persone in un silenzio irreale, siamo contenti di aver avuto l’opportunità di assistere ad uno spettacolo così suggestivo e ci accodiamo al flusso dei fedeli e dei curiosi. Poi è proprio ora di andare a letto.

Sabato 28 Marzo

Oggi saremmo dovuti andare a Cadice in treno: ma abbiamo ancora tante cose da vedere a Siviglia e perciò decidiamo di rimanere in città e prendercela comoda. Vogliamo visitare la Plaza de Toros: sta appena partendo una visita guidata (vi si può accedere solo in questa maniera, costo del biglietto € 7,00 a persona). La guida spiega prima in spagnolo, poi in inglese e devo dire che riusciamo a capire perfettamente tutto quello che dice. Non credo che assisterei mai ad una corrida (parteggio per il toro), però il tour è stato veramente interessante. Mi sono appassionata alla storia dei più famosi toreri (alcuni, come i Romero appartengono proprio ad una dinastia da un paio di secoli), ai loro rituali prima della corrida, ho ammirato i loro bellissimi vestiti e le teste dei tori più noti che sono esposte come trofei.

Terminata la visita, ci dirigiamo verso il quartiere di Triana, che si estende sull’altra sponda del Guadalquivir, attraversando il famoso Ponte de Triana uno dei pochi esempi di architettura in ferro rimasti in città, costruito nell’anno 1845. Alla fine del ponte, si erge la Cappella del Carmine, detta “El Mechero” (l’accendino).

L’anima popolare del quartiere (una volta abitato dai gitanos) si avverte subito, si respira un’aria diversa rispetto al centro città. Gli abitanti di Triana sono orgogliosi di esserlo, hanno anche una Madonna, la Speranza di Triana, che pare sia “antagonista” di quella della Macarena e che quando le due statue si incontrano sul ponte in processione, si guardino in cagnesco.

Comunque, lasciando da parte le loro beghe, le vie animate del quartiere invitano ad una passeggiata piacevole, soprattutto lungo Calle del Betis, la via principale che corre lungo il fiume dove si trovano anche la maggior parte dei locali. In tutte le chiese in cui entriamo troviamo fedeli che pregano davanti ai carri pronti per la processione della Semana Santa. E’ veramente una cosa particolare.

E’ quasi ora di pranzo, riattraversiamo il fiume e raggiungiamo un locale in Paseo Catalina de Ribera, 4, ai margini del Barrio de Santa Cruz, “Vineria San Telmo”, consigliato dalla Lonely, dove gustiamo delle specialità arabe (€ 22,00 in due).

Vorremmo gironzolare senza una meta precisa, ma il gran caldo (sono 30°) ci costringe a ritornare nel nostro appartamento per riposarci un po’. Ne abbiamo bisogno. Usciamo di nuovo nel tardo pomeriggio, troviamo aperta la Chiesa di S. Andrés nella piazzetta omonima, (sempre stata chiusa), ammiriamo dei carri processionali meravigliosi e poi…cena nel solito posto, se non altro per salutare quei simpatici ragazzi.

Domenica 29 Marzo

La nostra vacanza in terra andalusa sta volgendo al termine: alle 11:00 un taxi verrà a prenderci per portarci in aeroporto. Abbiamo giusto il tempo di una breve passeggiata lungo l’Alameda de Hercules e di una visita alla bella chiesa della Divina Enfermera, nei pressi dell’appartamento che avevamo però trovata sempre chiusa: ma oggi è la Domenica delle Palme, “Domingo de Ramos”, come la chiamano gli Spagnoli e per fortuna parecchie chiese sono state aperte.

Siamo ormai in aeroporto: il volo Vueling VY6571 delle 13:20 parte in orario e alle 15:45 atterriamo a Fiumicino.

Non dimenticheremo facilmente l’Andalusia.

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