Andalusia e costa della Luz

Erano un paio di anni che io (Davide) e mia moglie (Simona) avevamo in mente di visitare la Spagna ed in particolare la calda Andalusia. Dopo un paio di giri in agenzia di viaggio ed aver visto i prezzi folli che ci proponevano abbiamo deciso di utilizzare il sistema "turista fai da tè". Meta del viaggio la splendida Andalusia con una puntatina...
Scritto da: James Kirk
andalusia e costa della luz
Partenza il: 26/06/2006
Ritorno il: 07/07/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Erano un paio di anni che io (Davide) e mia moglie (Simona) avevamo in mente di visitare la Spagna ed in particolare la calda Andalusia.

Dopo un paio di giri in agenzia di viaggio ed aver visto i prezzi folli che ci proponevano abbiamo deciso di utilizzare il sistema “turista fai da tè”.

Meta del viaggio la splendida Andalusia con una puntatina sulla costa della Luz ancora poco conosciuta e sfruttata dal turismo di massa (e per questo scelta da noi).

Le prenotazioni sono state tutte effettuate (ove possibile) tramite Internet.

Ci dotiamo di un paio di guide (Routard e Lonely Planet) e di 2 belle cartine stradali della Spagna e dell’Andalusia.

Ove disponibile mi sono anche stampato la piantina delle città che andavamo a visitare. Partenza il 26 giugno con volo Easy Jet da Milano Malpensa a Malaga (159 euro andata e ritorno per due persone).

Il volo parte alle 6:45 del mattino. La sera prima non si dorme e si parte alle 3 di notte da Torino.

Verso le 4:30 raggiungiamo il parcheggio (uno dei tanti privati che si trovano un po’ distante dall’aereoporto ma che hanno il servizio di navetta gratuito e che sono, soprattutto, un po’ meno cari) e paghiamo 44 euro per 11 giorni di parcheggio.

Il check-in si svolge regolarmente e l’aereo parte in orario.

Dopo un paio d’ore eccoci a Malaga dove ci rechiamo a ritirare l’auto a noleggio che abbiamo prenotato tramite il sito www.Economycarrentals.Com.

La prima, ottima, sorpresa è che allo stesso prezzo (circa 180 euro) ci danno un’auto di categoria superiore ed invece della Renault Clio che avevamo richiesto ci consegnano un’Opel Astra 17 CDTI nuova fiammante. La seconda è che il personale parla perfettamente l’italiano e non ci sono problemi nel farsi capire.

Aggiungiamo 30 euro per l’estensione dell’assicurazione (perdita chiavi, rottura vetri ecc…) e partiamo verso Granada.

Un po’ per curiosità, un po’ per renderci conto dell’ambiente decidiamo di passare per Malaga e di non fare la tangenziale. Il traffico è veramente notevole nonostante l’ora (circa le 10:30) e con difficoltà ci districhiamo tra i corsi e le vie del centro.

Malaga è una città vera, viva e pulsante, sembra di essere a Torino nelle ore di punta.

C’è da dire che gli spagnoli guidano veramente bene, rispettano i limiti ed i segnali stradali e, soprattutto, si fermano ogni volta che un pedone prova ad attraversare la strada. Devo abituarmi anch’io, visto che a Torino non sempre si fa così.

Prendiamo l’autostrada che va verso Almeria fino a Motril, poi ci inerpichiamo sulla Sierra Nevada fino a Granada dove abbiamo prenotato un albergo nel centro storico tramite il sito www.Venere.Com.

Raggiungere l’albergo in auto non è facile. Il centro di Granada è pieno di vie piccole e tortuose a senso unico dove non è consentito neanche fermarsi.

In più molte zone sono a traffico limitato controllato da telecamere, è bene dunque segnalare il numero di targa alla reception del vostro hotel se per raggiungerlo dovete passare da queste zone.

L’Hotel da noi scelto è il Carlos V (78 euro per 2 notti in camera doppia) in ottima posizione e con un parcheggio pubblico a 50 metri (15 euro al giorno). E’ molto pulito ed offre anche una postazione Internet gratuita.

Il primo giorno a Granada lo utilizziamo per orientarci. Le piazze del centro sono piene di bar, ristoranti e gente allegra che passeggia. I turisti non sono moltissimi, il caldo non è asfissiante e ci piace gironzolare per le viuzze ed i negozietti.

La sera ci spingiamo nel quartiere dell’Albaicin dal quale si gode di una splendida vista sull’Alhambra al tramonto.

Ceniamo in un ristorantino all’aperto in una piazzetta dove per 35 euro (in due) ci servono un’ottima grigliata di carne e contorno accompagnata da una bottiglia di vino rosso veramente buono.

Il giorno successivo (27 giugno) Visitiamo al mattino la Cappella Reale e la Cattedrale mentre al pomeriggio ci aspetta la magnifica Alhambra.

Ho prenotato i biglietti tramite internet (https://w3.Grupobbva.Com/ALHAMBRA/alhambra/home.Html) già da 2 settimane (consiglio caldamente di prenotarli anche prima in quanto il numero dei visitatori giornalieri è limitato).

I biglietti sono mattutini (dalle 08:30 alle 14:00) e pomeridiani (dalle 14:00 alle 20:00). Una volta dentro, a parte l’ingresso ai palazzi che deve essere effettuato all’orario preciso indicato sul biglietto, si può restare per tutto il tempo che si vuole.

Abbiamo l’ingresso ai palazzi nazaridi per le 17:30 ma siccome la visita si compone anche del giardino (il generalife) e della rocca (l’alcazaba) noi arriviamo alle 14:00.

Che dire, l’Alhambra da sola vale il viaggio. E’ tutto molto bello e, per gustarlo ancora di più, consiglio vivamente di affittare l’audioguida che spiega in maniera dettagliata le varie parti del monumento. Prendetevela comoda e gustatevi ogni ambiente… Noi ci siamo restati fino alle 19:30.

Il giorno successivo (28 giugno) si parte per Cordoba. Il viaggio è veloce e gradevole anche in statale.

Abbiamo prenotato un Hostal (http://www.Hostalelpilardelpotro.Com/) vicino al fiume a pochi passi dalla Mezquita. Purtroppo sbaglio strada una volta in città ed impiego più di un’ora per trovare l’Hostal, complici anche le pessime indicazioni che trovo a Cordoba.

L’Hostal (38 euro la camera doppia) è pulito anche se molto semplice. E’praticamente una trattoria che affitta una decina di camere al primo piano. La proprietaria è molto simpatica e si prodiga per trovarmi un parcheggio presso l’hotel di una sua amica (10 euro al giorno).

Scaricati i bagagli andiamo a visitare la Mezquita, la più grande moschea araba situata in occidente. La struttura è notevole e, all’interno, contiene una chiesa cattolica di incredibile bellezza. Vale veramente la pena visitarla.

Ceniamo in un ristorante nel quartiere ebraico (la Juderia) composto da stradine strette, case bianche e patii meravigliosi (se trovate qualche porta di casa aperta dateci una sbirciatina). La mattina successiva (29 giugno) dopo un’ottima colazione si parte per Siviglia.

Strada facendo ci fermiamo a Carmona. E’ bello passeggiare per le sue viuzze costeggiate da casette bianche fino all’alcazar che domina la vallata sottostante (ed in cui è inserito uno dei tanti splendidi Parador della Spagna).

Dopo un buon pranzo a base di tapas e cerveza in un bar nella piazza centrale riprendiamo la strada verso Siviglia che dista solo 30 km da Carmona.

Con un po’ di fortuna, anche se sbaglio l’uscita della tangenziale riesco a raggiungere in poco tempo l’Hostal Roma (58 euro a notte la camera doppia) che si trova vicino alla stazione degli autobus sulle sponde del Guadalquivir ed a trovare un parcheggio convenzionato (10 euro al giorno) nei pressi.

Il centro di Siviglia dista solo un quarto d’ora a piedi ed è un vero piacere passeggiare per le vie a caccia di qualche angolo particolarmente interessante.

Purtroppo in questi giorni stanno finendo i lavori per la costruzione della prima linea di metropolitana a Siviglia e tutto il centro è un po’ un cantiere. Non ci possiamo godere la vista della cattedrale e della giralda come avremmo voluto, ma va bene lo stesso così. Nel pomeriggio, inoltre, ci troviamo nel bel mezzo di uno sciopero dei dipendenti delle poste, con tanto di corteo e slogan contro il comune. Insomma, tutto il mondo è paese!!! Il giorno successivo (30 giugno) visitiamo al mattino la cattedrale di Siviglia (consiglio anche qui l’audioguida) e al pomeriggio l’Alcazar con i suoi splendidi giardini (audioguida vivamente consigliata). Se volete mangiare un boccone nel centro di Siviglia non fermatevi nei bar/ristoranti del centro… Sono solo dei locali acchiappaturisti dai prezzi elevati e dalla qualità non troppo alta. Piuttosto fatevi un giro nel quartiere del Barrio de Santa Cruz che si trova a poche centinaia di metri dalla cattedrale, non ve ne pentirete! Troverete pochi turisti e locali che offrono ottimi piatti a prezzi veramente bassi.

Il giorno successivo (1 luglio) lasciamo Siviglia (un po’ a malincuore perchè avremmo voluto vedere molto altro) e partiamo per… Non lo sappiamo!!! Ormai abbiamo terminato le prenotazioni, quindi cercheremo alloggio direttamente sul posto.

L’idea era di andare a visitare Cadice ma siamo parecchio stanchi e decidiamo di dirigerci verso il mare. In 3 ore circa raggiungiamo la Costa della Luz nel golfo di Cadice e ci fermiamo a Canos de Meca, un paesino meraviglioso sul mare vicino a Barbate. Qui troviamo alloggio all’Hostal Fortuna (75 euro al giorno per la camera doppia), un alberghetto 2 stelle che offre camere spaziose con tv satellitare, phon e vista mare a 20 metri dalla splendida spiaggia di sabbia bianca ancora selvaggia e non sfruttata. Decidiamo di restarci 5 giorni (fino al 6 luglio), il posto è troppo bello per lasciarselo scappare, l’ideale per riposarsi un po’. Nel frattempo scopriamo che Canos de Meca è il ritrovo di molti Hippy stile anni ’60. Ce se li ritrova un po’ ovunque, simpatici ed allegri, a vendere collanine o vestiti fatti da loro. Non sono assolutamente invadenti anche se, talvolta, qualcuno spudoratamente ti chiede qualche soldo per farsi una bevutina alla tua salute (ma almeno sono sinceri e non ti chiedono i soldi per andare a trovare la mamma malata come succede qui).

Sul posto tira un forte vento che, comunque, non è mai fastidioso e ti permette di restare al sole senza sentirlo (occhio alle scottature!). Solo di sera la temperatura si abbassa notevolmente ed è necessario indossare un golf. Il mare è meraviglioso anche se freddino, ma non ci si può esimere dal fare il bagno!!! In spiaggia ci sono per lo più famiglie spagnole attrezzate di ombrelloni e frigo per lo spuntino; qualcuno arriva con muta e fiocina per pescare (il bottino è sempre generoso) mentre gli hippy si vedono solo al mattino presto con i loro cani poi, appena arriva la gente, spariscono. Non vediamo molti turisti, qualche francese e nessun italiano. La spiaggia è comunque enorme (sarà lunga almeno 3 chilometri) e c’è veramente posto per tutti. Inoltre è molto pulita e la gente stessa fa di tutto per non sporcarla (magari fosse così anche da noi). A circa 1 km di distanza la spiaggia termina con il faro di Trafalgar al largo del quale nel 1805 la flotta navale spagnola fu annientata da quella britannica comandata dall’ammiraglio Nelson. Nelle giornate limpide all’orizzonte si vede la costa africana. La sera ceniamo in un paio di ristoranti con vista sul mare dove sia il pesce che la carne sono davvero ottimi ed a buon mercato (in media 45 euro in 2 compresa una bottiglia di vino).

Il 3 luglio decidiamo di fare un giro a Ronda. I chilometri non sono molti (circa 160) ma la strada è molto stretta e tortuosa ed alla fine ci mettiamo più di 3 ore per arrivare. Il paesaggio durante il tragitto cambia più volte, Si passa dal mare, alla collina per poi inerpicarsi sulle montagne e raggiungere quota 1400 metri. La visita della città però ci ripaga di tutta la strada fatta per arrivare. La fenditura che separa le due parti della città è molto profonda e fa una certa impressione affacciarsi dal ponte nuovo, l’unico praticamente che permette di andare da una parte all’altra della città.

Ronda è quasi un luogo magico. Qui si respira un’aria diversa, sembra di essere in un posto dove si è fermato il tempo. L’aria festaiola andalusa lascia il posto al silenzio, al suono del vento che soffia tra i due tronconi della montagna che ospita la città. Anche qui ci sono ovunque viuzze contornate da case bianche dai balconi fioriti, ma i patii sono più nascosti, sebbene bellissimi.

Dopo aver gironzolato un bel po’ ritorniamo verso la costa passando da Algeciras e Tarifa e vengo letteralmente scosso da una forte emozione quando, davanti a me, appare la costa Africana, così vicina che quasi sembra di poterla raggiungere a nuoto. Appena dopo Tarifa (famosa per le sue spiagge bianche e per il forte vento) appaiono numerosi impianti elettrici eolici. Ne avrò contati a centinaia, tanto che tutta la collina (e la pianura) nè è piena. Sotto di essi pascolano placidamente tori, vacche e capre e l’unico rumore che si sente è quello del vento…

Passiamo altri 3 giorni tranquilli a Canos de Meca ed il 6 luglio partiamo verso Malaga dove il 7 mattina l’aereo ci riporterà a casa.

L’idea è quella di fermarsi sulla costa per la notte (a Fuengirola o Benalmadena) ma strada facendo cambiamo idea. La costa del sol non fa proprio per noi.

Più ci avviciniamo a Malaga e più incontriamo brutture di cemento, complessi residenziali enormi, grattacieli e mega resort per gente super granosa.

Si salvano Estepona e Marbella che conservano un certo fascino ed una certa omogeneità nelle construzioni (sebbene enormi) mentre Torremolinos, Fuengirola e Benalmadena assomigliano molto a Rimini o Riccione elevate all’ennesima potenza.

Alla fine decidiamo di fermarci all’Hotel Ibis appena fuori Malaga a due passi dall’aereoporto dove per 69 euro ci danno una più che onesta camera e con 13 euro a testa ci servono anche la cena.

Finisce qui il resoconto di un viaggio che ci ha lasciati estremamente soddisfatti anche se 11 giorni sono veramente pochi per visitare (e godersi un po’ di relax) una terra che ha così tanto da dire e da raccontare.



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