Andalusia, dove ci porta il cuore
In ballo la decisione di una meta per fuggire quella decina di giorni a cavallo dei ponti.
Io, innamorata di calde atmosfere orientali e profumi di spezie.
Lui, attirato da paesaggi nordici, freddi e romantici.
Il tempo limitato esclude distanze eccessive e si arriva senza spargimenti di sangue a un compromesso: l’Andalusia primaverile ha un clima piacevole, caldo e ventilato, un fascino selvaggio di natura indomata e anime ‘calienti’, paesaggi fiabeschi di storia antica, fusione di oriente e occidente.
Il volo Ryanair per Siviglia è economico, brutalmente essenziale, addirittura in anticipo.
Ripensiamo al noleggio della macchina alla Hertz e, risparmiando notevolmente, optiamo per i mezzi pubblici, decisamente efficienti per spostarsi e grandi occasioni di socializzazione…Senza contare poi la singolare ‘vivacità’ Andalusa al volante, del dedalo di viuzze microscopiche e dei parcheggi minuziosamente incastrati.
Sbarchiamo in tarda serata, rincorrendo bagagli indicati sul nastro sbagliato e con una sola notte prenotata su consiglio Lonely Planet.
L’ ingresso è solenne: dalle porte del bus trasciniamo le valigie lungo il suggestivo viale che porta in centro, rapiti dagli splendidi edifici, dai giardini reali, dall’antica fabbrica di tabacco.
Sfiorati dalle balze di abiti da flamenco, scrutiamo increduli i personaggi che passeggiano, ritagliati da un libro.
Scopriamo poi che proprio la fine di Aprile ospita la grandiosa ‘Feria’ in cui l’afflusso da tutta provincia, alimenta enormi gruppi di festaioli in costume tradizionale, riempie tendoni e tendoni multicolori, raddoppia le tariffe degli alberghi.
Il nostro ‘Hostal’ Crucis* non fa eccezione, ma i 90 euro spesi rappresentano un ottimo investimento per il nostro viaggio: in una zona insuperabile per comodità ai pullman, per l’atmosfera suggestiva data all’antico quartiere ebraico, per la fremente vivacità ,ma contemporaneamente silenziosa, il proprietario Paco, gestisce sapientemente le sue mille attività culturali e i suoi numerosi clienti.
Affamati e curiosi, sperimentiamo un ottimo spezzatino dalla vicinissima Carmela*,ristorante e tapas bar dai prezzi giusti e sapori genuini: provate anche la torta formaggio e prosciutto, apprezzabile versione Andalusa della pizza! Una breve passeggiata punzecchiati dall’ aria troppo fresca,un bacio sotto l’imponente cattedrale e scivoliamo esausti tra le braccia di Morfeo.
La mattina seguente, tostada di marmellata con caffè solo dall’ Horno de San Buenaventura* e siamo già in pista per Cordoba, su un comodo bus dell’ Alsina Graells.
Arrivati nel centro di questa città medievale, patria di Seneca, esploriamo i dintorni della Mezquita e ne rimandiamo l’entrata alla mattina seguente, quando è gratuita.
Sarà un’esperienza suggestiva, irreale, dovuta allo spazio incredibilmente ampio e inconsueto, alla fusione di elementi musulmani e cristiani.
Intanto, ci dedichiamo alla Juderia: l’antico quartiere ebraico è un dedalo di vicoli e piazzette su cui si affacciano misteriosi cortili fioriti.
Poi, una cena dimenticabile e il relax nell’ ostello Instalacion Juvenil Còrdoba*, che, oltre ad essere pulito e piacevole, con una trentina di euro ci offre anche un’abbondante colazione! Il giorno seguente ci trasferiamo fiduciosi a Granada, impazienti di scorgere l’imponente fortezza dell’Alhambra sulla cornice imbiancata della Sierra Nevada, ma, sfortunatamente, siamo sorpresi da un imprevisto affollamento di giovani e la nostra piacevole visita diventa la disperata ricerca di un posto per dormire: sgambettando preoccupati con due nuove amiche americane,bussiamo invano a una trentina di Hostals e non cogliamo il fascino del luogo.
Non c’è scelta, ci tocca ripartire e l’unico appiglio è la miniscola singola senza bagno dell’Hostal Larios, a Malaga.
Stipati in questa tana, mescolati in un lettino, riusciamo comunque a riposare.
Al mattino ci rallegra l’aria fresca di una città diversa, meno affollata e piena di storia.
Ci infiliamo nella parte vecchia, rifocillando corpo e spirito con uno spettacolare yogurt frutta e muesli alla Teteria*: una manna ‘antidepressiva’ da gustare baciati dal sole, osservando i fedeli diretti alla chiesa di fronte.
(Questo spettacolo è in effetti singolare e notevole, date le pittoresche ‘mise’ e i gusti ‘discutibili’!) Ed eccoci di nuovo in cammino, in direzione Cattedrale e successivamente Castello de Gibralfaro, i cui bastioni spiccano in cima alla collina.
Si può visitare, ma preferiamo fermarci al piccolo teatro romano e costeggiare le sue mura per goderci l’impareggiabile vista.
Proseguendo poi, ci ritroviamo a camminare viziosamente nella sabbia della ‘Malagueta’, grande spiaggia su cui una vivace signora mi illustra i pregi del luogo e un fanciullo ottantenne palleggia da far invidia a Maradona.
Ovviamente, attacchiamo bottone per carpire il segreto di eterna giovinezza e sperimentiamo il linguaggio universale del calcio.
Consigliamo, avendone il tempo, anche una visita al museo Picasso a Palazzo de Buenavista, dedicata all’artista che qui ebbe i natali e visse fino alla messa al bando, ad opera di Francisco Franco.
Essendo gratuita, merita poi l’entrata nella sua vecchia casa in Plaza de la Merced.
Nel tardo pomeriggio comunque, rimontiamo in pullman: direzione Siviglia.
Stavolta il prezzo dell’albergo è quasi dimezzato, la Feria è terminata e l’affollamento dei locali si è pian piano sfoltito.
Il Barrio di Santa Cruz è comunque vivace di giovani e turisti e qui, ripuliti e riposati, optiamo fiduciosi per una paella di pesce: peccato sceglierla in un locale turistico e poco appetitoso come il Bar Casa Fernando.
Per un gelatino dopo pasto poi, non fatevi troppe illusioni: è un’abitudine italiana che qui ancora fatica a trasmettersi, nonostante alcuni gusti siano deliziosi.
Non essendo troppo nottambuli, bastano una rapida occhiata ai locali più caratteristici e un capolino curioso all’accenno di canti popolari per rintanarci soddisfatti e risvegliarci pieni di aspettativa per la nuova meta, Cadice.
La colazione da Alfalfa, che diventerà un nostro must per i prodotti gustosi, i prezzi economici e la gentilezza delle cameriere, ci sazia con yogurt, cereali e tostada, senza rinunciare allo zumo de naranja (succo di arancia) dal gusto inimitabile.
Poi, eccoci sull’autobus per l’ennesima volta, attrezzati con costume e asciugamani all’ avventura dell’ oceano.
Cadice è, forse, la più antica città d’Europa, probabilmente fondata dai fenici.
Da qui salpò Colombo per il suo secondo e il quarto viaggio verso le Americhe e qui noi arriviamo attraversando zone salmastre, paludose, ammirando inquietanti pali della luce isolati in mezzo al mare.
Sistemiamo immediatamente i bagagli nella deliziosa stanzetta di un pulitissimo alberghetto, l’hostal Fantoni* e ci affrettiamo verso la spiaggia affrontando un vento pungente e minaccioso.
Il mare è vivace, le onde discrete e un gruppo di surfisti attende l’onda perfetta che, come sempre, non arriva mai.
Azzardiamo un contatto con l’acqua, desistiamo e ci stendiamo al sole.
Poi, impazienti, risaliamo in strada per esplorare la città, penalizzata da un vento spietato.
Percorriamo tutto il lungo mare, passeggiamo verso il Castello de San Sebastian, entriamo in quello di Santa Catalina e attraversiamo il Parque del Genovès, proseguendo fino ai i due enormi alberi della gomma nei giardini dell’Alameda.
Poi, ci godiamo un gelato gustoso (e italiano) in Plaza de Mina, prima di tornare alla Cattedrale dalla cupola gialla del XVIII secolo.
Fuori il vento è troppo aggressivo e non resta che tornare in camera a ‘tuffarsi’ nella minuscola e invitante vasca da bagno, per poi trovare il coraggio di procacciarsi la cena.
Se vi riesce prenotare, optate per un tavolo alla Mèson Cumbres Mayores*: è sempre così affollata che ci è toccato ripiegare su una cena scarsa e costosa al San Francisco Uno, lasciandoci insoddisfatti e curiosi! La notte in un letto comodissimo ci ristora, ma un violento nubifragio manda in fumo il nostro programma di navigazione per il giorno successivo, verso El Puerto de Santa Maria.
Meta alternativa è Jerez della Frontera, più spostato nell’entroterra, più prossimo a Siviglia e patria dello Sherry.
Un altro autobus, la nostra seconda casa, ed eccoci arrivati, rincorsi dall’ odioso maltempo.
Visitare il paese è difficile: siamo zuppi, fradici, ma ci facciamo coraggio e troviamo rifugio all’ interno di un mercato coperto davvero suggestivo.
Sui banchi abbondano frutta, verdura, pesci enormi e di prima qualità.
Dietro ai banchi, visi particolari, personaggi caratteristici da catturare in foto.
Uscendo dal nostro vivace riparo, tentiamo una visita alle viuzze del centro, ma la pioggia ci rincorre dispettosamente, spingendoci nel bellissimo bar Juanito* ad assaggiare Sherry e sgranocchiare tapas.
Approfittiamo di una nuvola distratta per tornare alla stazione dei pullman: Jerez, penalizzato dalle intemperie, non ci ha entusiasmato e completamente zuppi pregustiamo la doccia calda che ci aspetta a Siviglia.
Eccoci, finalmente arrivati nell’amato patio, a sorseggiare birra e ascoltare la chitarra di Paco con le sue melodie ritmate e passionali.
Occasione perfetta per conoscere due colleghi viaggiatori,interessanti fidanzatini francesi, con cui scambiamo opinioni e nomi di ostelli.
Una bella sorpresa in una giornata difficoltosa, è la cena, quando senza alcuna aspettativa optiamo per la coda di toro al curry della Bodega Belmonte*: il gettonatissimo ristorantino ci conquista nonostante le truci teste taurine fissate alle pareti e non ci facciamo intimorire neppure gustando i risotti alle seppie e i carciofi agliosi.
E’ cominciata la nostra ‘vita sivigliana’, con colazione da Alfalfa, shopping in cui si cerca tanto e non si compra nulla, corsette nei parchi, esplorazioni fuori dal centro.
Da bravi turisti con guida alla mano, ci facciamo rapire dalla magia dell’Alcazar, immaginando la vita di re e regine per ben undici secoli, giocando tra i labirintici giardini, sbirciando la preparazione di uno spettacolo teatrale e i paperotti neonati del laghetto.
Visitiamo gratuitamente il museo de Bellas Artes costruito in un convento, entriamo furtivi nelle chiese barocche e passeggiamo lungo il Guadalquivir fino a consumare le scarpe.
Dalla splendida Plaza de Espana all’imponente Parlamento de Andalucia, dal quartiere più commerciale di Triana fino all’Alameda di Hèrcules, ex quartiere degradato a ‘luci rosse’ e attuale vivace centro della vita notturna.
Qui, vi consigliamo una sosta presso Las Columnas*, dove a modici prezzi potete sfamarvi con piatti genuini e saporiti.
In verità, non abbiamo disdegnato neppure l’apprezzabile Kebab di Aladin,in Calle Santa Maria La Blanca, che offre un ambiente tranquillo e piacevole.
Si avvicina intanto la fine dell’avventura e con lei, la corsa al souvenir: tutti uguali in tutte le botteguccie ‘artigiane’ del centro e possiamo solo accontentarci dei prodottini più banali tentando il mezzo euro di risparmio.
L’importante è il pensiero.
Quello dell’addio, poi, cerchiamo di accantonarlo.
Un inatteso colpo di fortuna, inoltre, ci regala un autentico spettacolo di flamenco nel patio di Paco e, su un rumoroso palchetto di legno, assistiamo stupefatti all’esibizione di bailaore e bailaor : le sequenze sono entusiasmanti e la voce del cantaor romanticamente struggente.
Comprendiamo meglio movenze e tradizione con l’aiuto del nostro amico albergatore, ma, intimiditi,non osiamo muovere un passo sull’incredibile ritmo sevillano.
Dormiamo soddisfatti, come commensali paghi di una cena regale: ci aspetta un rientro faticoso e diciamo silenziosamente adios alla nostra Spagna.
*Pension Cruces, Plaza, de las Cruces 10, tel.+34/954/226041 *Carmela, Calle Santa Maria La Blanca 4 *Instalacion Juvenil Còrdoba, Plaza de Judà Levì, tel.+34/957/290166, http://www.Inturjoven.Com/ *La Teteria, Calle San Augustin 9 *Bar Alfalfa, angolo Calle Alfalfa e Calle Candilejo *Hostal Fantoni, Calle Flamenco 5, +34/956/282704, http://www.Hostalfantoni.Com *Mèson Cumbres Mayores, Calle Zorilla 4, +34/956/213270 *Bar Juanito, Pescaderia Vieja 8-10 *Bodega Belmonte, c/Mateus Gagos 24 *Bar Restaurante Las Columnas, Alameda de Hèrcules