Andale Mexico!

Un tour tra Yucatan, Tabasco, Campeche e Chiapas
Scritto da: saby ivo
andale mexico!
Partenza il: 22/03/2012
Ritorno il: 09/04/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Historia di Saby e Ivo – primavera Maya 2012

Ho sempre avuto il Messico e in particolare la zona dello Yucatan nel cuore… per quell’incredibile fascino che i Maya, la loro cultura (ancora in parte sconosciuta) e la loro architettura (tangibilmente visibile e manifesta) ci hanno lasciato …

Una chiusura immaginaria del cerchio delle Meraviglie Umane…Partendo prima dalle Piramidi Egizie, passando dal magnifico sito cambogiano dell’ Angkor Wat per approdare ai mistici Maya…

…Mai come oggi a ricordarci come la distanza tra Intelligenza e Bestialità si sta sempre più allargando e il Senso del Sacro venire meno…

Con il mito della fine del mondo nel 2012 che in realtà è un “nuevo comienzo” – con la voglia di vedere con occhi e avvertire a pelle la maestosità dei tanti siti archeologici, siamo partiti e arrivati fin laggiù … dove l’enigma e la magia dell’Uomo si esprimono per volersi elevare a un Dio, attraverso templi, piramidi probabilmente tombe, iscrizioni e sculture misteriose.

Apro gli occhi, dopo aver riposato qualche ora in volo (cosa che raramente accade) grazie al fatto che avevamo posti liberi accanto a noi e Lo vedo.

E’ LUI… IL MIO IVO…….. anch’esso con un viso rilassato in uno stato onirico… non è un Sogno quindi, è l’inizio di un nuovo viaggio…il Nuestro Comienzo.

SIAMO IN MESSICO….AHÌ AHÌ AHÌÌÌ…

Il volo Neos è stato buono. Sbrighiamo le formalità all’int. Airport, con annessa interminabile coda di massa italica giunta per crogiolarsi a Cancun e prendiamo R1 un bus ADO che ci porta nel pueblo dove abbiamo prenotato solo la prima notte. Ci orientiamo per le viuzze chiuse ad U e subito dopo ci spostiamo verso la zona hotelera con gli alberghi sfavillanti per renderci conto del compromesso che questa città ha dovuto accettare per sopravvivere.

Ce lo confermano a più riprese anche i vari autisti, camerieri , lavorantes…. Qui a Cancun i gringos (americani) portano soldi = lavoro = sopravvivenza, ma amano anche riproporre esagerate scenografie. Il susseguirsi di mega hotel e ristoranti sul lato spiaggia hanno stravolto la figura del piccolo villaggio di pescatori che era fino a 30 anni fa, trasformandolo nell’odierna capitale della vita notturna. E’ ormai sera quando camminiamo verso La Isla, centro commerciale pieno di negozi e bar, solo luci e grandi insegne, tutto un po’ pacchiano, finto. Io e Ivo ci rendiamo subito conto che non è il nostro modo di intendere il Viaggio… ci fermiamo per cena sul lungo mare e ritorniamo al pueblo che è ormai notte.

L’indomani ritiriamo l’auto una Tiida Nissan arentada dall’Italia, pronti per viaggiare liberi… NON avremo orari, tour organizzati nè piani precisi. Abbiamo il senso di NOI, la mappa e l’idea , la voglia dell’Andare.

Tagliamo la Carretera Federal Mex 180 direzione Valledolid, la prima cittadina sonnecchiosa che si incontra per fare tappa a Chichen Itza, verso Pistè. La città si presenta nell’avvenenza del suo aspetto coloniale, lontana dal turismo di massa, decisamente tranquilla. E’ sede di un pittoresco mercato indios, della magnifica chiesa di s. Bernardino e del convento di Sisal. Vogliamo vedere il “ ns. primo cenote” lo Zaci che è abbastanza trascurato e sporco cosi passiamo al Cenote Dzitnup…

Un vero trionfo della natura…

Qui stalattiti e stalagmiti di calcare si avvinghiano a ridosso dell’acqua dolce nel bacino sotterraneo, illuminato con una sola apertura naturale sul soffitto da dove filtra aria e luce. Impossibile non fare le foto e il bagno, sembra di nuotare sospesi nel vuoto, l’atmosfera è surreale, cosi come le luci e il silenzio che ci circondano.

Raggiungiamo Chichén Itzà, per assistere allo spettacolo “suoni e luci” della sera, che ripercorre la storia del sito e la fusione del popolo maya con quello tolteco. Subito appare semi-illuminato il Castillo che si misura imponente davanti agli sguardi meravigliati, di noi, pochi ma ingordi, visitatori serali. Ormai da qualche anno è proibito salire in cima alla scalinata, dove c’è il trono reale del giaguaro rosso incrostato di conchiglie e giada, possiamo solo immaginarlo… e a volte l’immaginazione aiuta.

L’indomani, vispi e sveglissimi grazie al fuso, raggiungiamo la “ Maravilla du mondo” che affettuosamente viene chiamata Chichi l’area archeologica più visitata e meglio conservata di tutto lo Yucatàn. Di giorno è ancor più bella nella sua estensione, per l’originalità dei monumenti, i prati ben tenuti, verdi e non bruciati dalla siccità estiva.

Tutto appare brillante e delicatamente deserto.

Il mattino presto è l’ideale per contemplare le rovine del sito, in primis El castillo che è la rappresentazione del calendario maya. E’ orientato in modo tale che, il giorno degli equinozi di autunno e primavera, (noi abbiamo sfiorato di poco il 21-03 data memore ) sulla parete dell’edificio le luci e le ombre disegnano un serpente. Altra curiosità : se si applaude davanti alla scalinata si sente l’eco in tutto il sito…quasi un fruscio leggero che vola libero, riecheggia in alto…dedicato con Amore agli Angeli che dico io.

Ci perdiamo nel tempo con la stessa domanda che frullava per la testa anche in Egypt e in Cambodia… ma come può, tutto questo, essere solo frutto della fatica e dell’intelligenza umana? Chichen Itza è davvero una rappresentazione dell’Immenso!

Una magia di pietre decorate e sassi millenari che disegnano il Cielo in Terra!

Penso però a quante vite schiavizzate/consacrate (anche con il sacrifico umano) per alimentare la benevolenza degli Dei, al sangue umano adoperato per fertilizzare il terreno. Stupore e perplessità si alternano…

Usciti dal sito, proseguiamo l’itinerario a meno di 1 h di macchina, spostandoci verso Izamal la ciudad amarilla. Incantevole , ancor più bella di Valledolid, Izamal il simbolo maya deturpato dalla Chiesa cattolica che, col pretesto dell’evangelizzazione distrusse il passato e le 12 piramidi e dalle macerie trasse edificandolo ex novo il sito francescano di S. A. da Padua, luogo che anche Papa Woytila volle visitare nel suo tour Messicano.

In questa cittadina predomina il colore giallo, che viene ancor più esaltato dalla giornata di sole. Il bianco delle nuvole lucenti rischiara gli edifici , la piazza è stracolma di gente che mangia jelados, bimbi che corrono dietro enormi trottole, coppiette innamorate che si abbracciano sulle panchine, mentre dall’alto impera la meravigliosa facciata amarilla del S.A da Pauda.

Un vecchietto simpatico, che mangia tortillas ci spiega relaxado che qui, dopo ogni matrimonio i musicisti messicani col sombrero, suonano in onore degli sposi e che mariachis deriva dal francese Mariage => Matrimonio.

Proseguimento per Merida che raggiungiamo per sera. Pernotto e super colazione piccante indimenticabile a Casa Chalia dagli effervescenti Rosy e Jan. Ci regalano una mappa dettagliata e con questa siamo pronti per addentrarci nella trafficata ciudad, sul paseo Montejo , Plaza Major , tra le carrozze trainate da cavalli . Cena mex al Trampiche restaurant, proprio in fianco al teatro.

L’indomani rotoliamo verso sud, alla volta di Uxmal. Avanziamo sulla cosidetta Ruta Puuc, ricca di siti archeologici piccoli e interessanti come Sayal, Kabah e Labnà.

Uxmal si esprime attraverso la bellezza dei suoi palazzi : la piramide ovale (l’unica) dell’indovino, il cuadrangulo delle monache decoratissimo , la casa del governatore e quella delle tortugas, un juego de pelota abitato da iguane che conduce alla gran Piramide, dove saliamo per avvistare il bellissimo Palomar.

Uxmal ( si legge Ushmal) è ossigeno allo stato puro!

Anche Labnà nasconde tesori inaspettati. Famoso per la Sacbé , una lunga strada bianca che porta al cuore del sito, Labnà minuscola e deserta all’ora di mezzo-di ci regala il suo palazzo con le sfumature rosa.

Camminiamo nel sito e notiamo una famiglia maya raccolta a cerchio. Non parla spagnolo ma un incomprensibile dialetto strano. Le donne sono vestite con abiti bianchi ricamati a fiori sgargianti, i bambini hanno musi, nasi, fronte piatti, gli uomini seri in volto con grandi panama bianchi che proteggono dal caldo, ci guardano a distanza , a loro volta incuriositi…In effetti ci siamo solo noi .

Nel pomeriggio rotta per Campeche, che gustiamo all’ora del tramonto sotto le palme del suo Malecon, il lungomare tirato a nuovo, ricamato da filari di palme. Campeche è l’unico Stato del Messico ad avere due città dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO : la città fortificata di Campeche sul mare e l’antica città di Calakmul, che era un santuario Maya , entrambe bellissime.

Giunti all’America Centro Hotel, ci avviamo verso il cuore della città circondata dalla cinta e dagli antichi baluartes . Al fortino troviamo una banda festante che da’ il ritmo al sabato sera. Che bello, tutti coinvolti che ballano !

Nella piazza , tra palazzi e archi colorati , la gente è accalcata intorno a piccoli tavolini, intenta a giocare la “loteria campechana”. Sono tutti concentrati su cartelle e numeri. Cena alla Parroquita, un enorme caratteristico ex garage rimesso a ristorante dove gustiamo per la prima volta il gustoso Pan Da Cazon. Rientriamo all’ America Centro Hotel , a 2 passi dalla piazza principale e ci rilassiamo nell’antica corte – giardino del bel palazzo coloniale, con candele, luci soffuse ovunque .

Il giorno successivo partenza per Edznà , altro sito importante ma, poco visitato. Bello per imponenza El Edificio De Los Cinco Pisos e i 2 Mascherones ancora ben conservati. Siamo attorniati da grandi alberi di limoni, ci sono nuvole cariche di bianco e il bel l’arco puuc (l’unico nel suo stile) che si affaccia sul patìo.

In tarda mattinata lungo transfer verso il Chiapas, via MEX 261 .

7 ore di macchina per oltrepassare Champòton, Escarcega, il pueblo di E. Zapata . La strada è zeppa di camiones e double remorque, posti di blocco della policia local, perché ci sono lavori in corso. Dovremmo farcela in 5 ore, ce ne mettiamo 7 perché Palenque non è affatto segnalata, mancano le indicazioni e più volte siamo costretti a chiedere ai passanti.

De donde viene ? de Italia!

Y donde vas ? a Palenque

Bienvenidos……ESTO ES CHIAPAS !

Giunti a Palenque abbiamo il tempo di cenare e prendere info per la gita del giorno seguente alle cascade de Aqua Azul.

Per raggiungerle bisogna attraversare i villaggi Tronconada e s. Miguel . Per strada veniamo letteralmente circondati da donne che vendono angurie e ananas, che bloccano le macchine tirando all’improvviso dei fili di stoffa sul ciglio. La nostra attenzione però è rivolta ad altre donnine che portano enormi sacchi di sabbia con fasce legate alla fronte, senza neppure poggiarle sulle spalle. Il caldo è devastante, il sole picchia , la scena più la osservo e più ha dell’inverosimile! Le corde sono tese, le donne sudano, ma avanzano minute inflessibili con questi sacchi che saranno grossi 3 volte me.…

La strada è sempre dritta e lunga.

Più avanti, sulle colline, mandrie di bufali brucano con cavalli e capre sparse.

Solo dopo un bel pò arriviamo alle Cataratas o semplicemente Cascadas Azul, dove trascorriamo l’intera giornata in compagnia di una scolaresca del Tabasco. In serata nuovo giro per Palenque-pueblo-by night…. tra negozietti e tapas.

L’indomani , mentre il sole ci offre una timida ma non ancora calda luce, ci spostiamo alla Z.A di Palenque . Entriamo nel parco.

Non riesco a descrivere l’impressione provata alla vista di quelle tavole di piedra avvolte dalla giungla. Silenziose, eppure cosi vive nel loro linguaggio, muto , a noi incomprensibile. L’emozione e la pelle d’oca soprattutto, sono incancellabili…

Lo spettacolo della natura che imperturbabile avanza nei secoli ha esaltato le rovine e la terra . Tutto si alterna nella suggestiva idea che ogni cosa sembra non avere mai fine.. e di nuovo il mio pensiero si accoccola alle persone che amo… Forse è davvero così!

Con il braccialetto al polso ci addentriamo sovrastati dalla foresta, verde ovunque!

Per primo all’ingresso, c’è il palazzo della cala Vera (luna calante) il templo de las Insciptiones, che racchiude la tomba del re buono Pakal , poi El palacio con i suoi cortili e i lunghi corridoi, la torre d’avvistamento a 4 piani, l’edificio delle cruces, l’acropoli. Oltre 600 glifi abbelliscono il cortile.

A Palenque su una pietra tombale è riportata la historia dell’ inframundo, spiegataci amabilmente dalla nostra guida e un’altra tavoletta ovale ricorda l’incoronazione di Pakal a 12 anni per mano della madre . Siamo ubriachi di archeologia. Una volta usciti sono quasi dispiaciuta. E’ ora di rimettersi in strada, destinazione Chicannà. Arriviamo stravolti dal caldo nel pacifico Ecovillage Chicannà per goderci la frescura della sera.

Questo è un eco-resort prenotato direttamente via @, dove ci siamo trovati molto bene , qui si pone la dovuta attenzione all’ambiente e al sociale, ci somiglia molto, perché ha coscienza ecologica.

L’indomani procediamo verso l’altro Sito Per Antonomasia: CALAKMUL.

Il sito non è vicino a Chicannà, ne facilmente raggiungibile, sta sperduto nella Reserva de la Biosfera. Bisogna pagare diversi pedaggi, sia per le persone che per el coche. La sua posizione nella foresta lo rende alquanto suggestivo, è una vera chicca…

La mattina presto avvistiamo pavoni, tortugas, scimmie urlatrici ma nessun giaguro!

Calakmul fu il maggiore rivale di Tikal da cui dista in linea d’aria solo pochi km dal confine, fu anche il peggior nemico di Palenque. Le sue rovine e la piramide dove saliamo, l’ imponente Estructura II di 51 metri sono meravigliose !

Ivo raggiunge la cima per primo, io dietro a seguire ; da lì la vista che si gode è spettacolare, abbiamo di fronte altre 2 enormi piramidi e un’estesa giungla. Dalla vetta si contemplano le ombre delle nuvole che camminano sulle cime degli alberi.

Da spauracchio la discesa.. non ci sono corde, i gradini sono ripidi , stretti, vicinissimi, tira un’aria afosa, ma vale sicuramente la pena fare ‘sta scalata-scalinata .

Lo spostamento successivo è verso Laguna Bacalar, uno dei paradisi meno conosciuti chiamata Laguna Dei 7 Colores , per le sue acque celeste turchese. Sulla riva si estende il paesello tanto, troppo tranquillo e pequeno, dove il tempo trascorre lento. Il principale punto d’incontro è la piazza, da dove si ammira l’ antico fortino con i suoi cannoni. Trascorriamo una giornata relaxada, vero stile mex visitando rigorosamente a piedi tutto El Pueblo Magico.

Da Bacalar facendo rotta verso la riviera maya raggiungiamo tulum, fermandoci urgentemente ad una delle poche stazioni di gasolina che troviamo per strada. non c’è benzina e allora , qui compare josè , sicuramente un angelo, che preleva 2 lt di gasolina dal suo motorino, la mette nella bottiglia della coca cola e ce la regala. great! per la prima sera ci fermiamo in tulum pueblo, all’hotelito un hotel sull’avenida principale, gestito da una coppia di trieste. e’ un ambiente carino, la location è costruita in stile palapas e circondata da un giardino tropicale dove ci rilassiamo su comode amache. per le altre 2 notti ci sistemiamo invece sulla spiaggia, al papaya playa project, un albergo-boutique con cabanas e cottage in stile rustico. anche questo un eco-resort è a basso impatto ambientale. l’atmosfera è pacificamente zen , tra l’ hippy e lo chic –sea…. ci viziamo con la spa, i corsi yoga dello sciamano e massaggiatori maya. wow ……ma dopo il relax, la 2° cosa da fare è …andare al sito di cobá , nel n.p del quintana roo. i resti di cobà sono sistemati intorno a dei laghetti, cosi vediamo el juego della pelota , le tombe e le stele stando al fresco. si può anche salire sulla piramide, ben collegata ad un ‘ottima rete stradale interna, qui è possibile noleggiare la bici oppure farsi trasportare col triciclo a pedali.

Rimaniamo a Tulum per 3 giorni, ed è un incanto. Altra giornata la dedichiamo alla visita della Z.A. di Tulum : città fortezza, con la sua muraglia a picco sulla costa caraibica. Il Castillo e le rovine si prospettano sulla spiaggia con sabbia bianca, incastonata tra rocciose falesie. Siamo circondati da iguane e palme, il mare è irruento, ma non possiamo esimerci dal fare il bagno nelle onde gigantesche.

Stesso discorso vale per Akumal, dove ci spostiamo per altri 3 giorni soggiornando al Villa Tortugas, B/B gestito da Denis e Silvia di Padova. IL B/B è immerso nel verde di un lussureggiante giardino tropicale. Anche qui giornate di relax e escursioni varie alle vicine Playa Soliman, Yalku, Xcacel e Xacelito regno delle tortugas.

L’Ultimo giorno ci avviciniamo a Playa del Carmen. E’ giovedì della semana santa, che precede la Pasqua qui molto sentita, molti messicani sono in ferie. Ammiriamo i Voladores uomini volanti appesi in cima ad un palo (tipo cuccagna) che al ritmo di musica fanno srotolare una corda che li lega in vita, gettandosi nel vuoto a testa in giù fino a sfiorare il terreno. Rappresentazione sacra di un antico rituale maya.

L’ultimo giorno facciamo ritorno a Cancun, davanti alle rovine di El Rey. Siamo tornati al punto di partenza… nel caos, dove c’è turismo di massa, la spiaggia è completamente edificata, i villeggianti iper palestrati camminano nei resort a mò di sfilata…. e a noi , decisamente stregati dal Mexico, non resta che consegnare la Nissan e spostarci all’aeroporto.

Abbiamo un volo che ci riporta a Milano .

Questo Viaggio è dedicato esclusivamente a tutte le PERSONE che vivono nell’onestà, che rimangono fedeli alla correttezza, all’ integrità e all’educazione morale – valori fondamentali, ormai quasi dimenticati. Nonostante la grande immoralità che domina attualmente ogni aspetto della Vita, penso che la migliore delle ricompense insieme all’amore, rimanga il viaggiare!

Grazie al mio Ivo: sei sempre bello come il sole!

Un ringraziamento ai Cari Lauro & Katy per le loro gradite info di viaggio.

Besitos … Saby & Ivo

per info please contact us : sabivo2002@libero.it



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