Ancora Marocco

Dall'Alto Atlante fino al sud del Marocco
Scritto da: ilpaolo
ancora marocco
Partenza il: 11/10/2011
Ritorno il: 20/10/2011
Viaggiatori: 6
Spesa: 1000 €
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E’ la quarta volta dall’inizio dell’anno che io ed Anna veniamo in Marocco, questa volta assieme ad altri quattro nostri amici (3 coppie). Partenza con volo Ryanair da Pisa destinazione Marrakech.

Martedì 11 Ottobre

Arriviamo all’airport Menara allee 17,30 e poi ci sistemiamo da Caterina, nostra carissima amica italiana la quale gestisce un’accogliente riad con piscina nella medina di Marrakech (Riad 22 L’etoile d’Orient-zona riad Laarous-10 min. a piedi dalla place Jemaa el Fna.

Bene, un rapido giro per il souk e ormai è tempo di mettere sotto i denti qualcosa, appuntamento per la cena alla Terrasse des èpices nel souk Cherifia, un ristorante (da non confondere con il caffè Des èpices nell’omonima piazza) sopra i tetti del souk completamente gestito da ragazzi marocchini con un’ottima cucina, chef marocchina di alta classe (tajine di agneau avec apricot, filetto di ombrina con purè, dolci… tutto squisito, credetemi uno dei migliori di Marrakech, purtroppo niente wine).

Mercoledì 12

Alle 9 con il fido Rachid a bordo di un Toyota Land Cruiser 4×4 e bagagli sul tetto, partiamo per il Riad verso il passo Tizi-n-Tichka, deviazione strada per la kasbah di Telouet (strada percorribile ora anche con auto normale), proseguendo per la kasbah di Anemiter poi per quella di Tamdaght (molto bella), infine, alle 13 la spettacolare e molto turistica Ait Benhaddou sulla strad.

Si prosegue per Quarzazate, Amerhidil e Skoura (Kasbe da non perdere) e in tarda serata arriviamo, dopo aver attraversato Boumalne Dadès, nelle Gole del Dadès in un hotel tra le gole poco prima di Msemrir (cena e pernottamento).

Giovedì 13

Alle 8,30 a piedi tra le gole. Un paesaggio affascinante pieno di colori tra gole con massicci altissimi. Dopo la visita ripartiamo tornando indietro per Boumalne Dadès e dopo averla passata di qualche chilometro in direzione Tinerhir prendiamo la strada a destra che poi sarà la pista per Iknioujn e Nekob, attraversando la splendida catena dello Jbel Sarhro. Pista difficile; circa 60 km che attraversa paesaggi mozzafiato, passo sui 2000 mt. Dopo il passo scendendo e troviamo un piccolo Auberge (con tanta immaginazione) da Addi a Bab N’Ali (tel.0661688170). In questo posto non ricordo in Marocco aver assaggiato una tajine di capra così superlativa! Provare per credere… merita tutta la fatica per aver fatto questa pista oltre, naturalmente, gli splendidi paesaggi che abbiamo attraversato. Arrivati a N’kob o Nekob si prosegue in direzione Tamezmoute (strada per Zagora) e lungo la strada per Zagora a tarda sera ci fermiamo per cena e pernottamiamo nella magnifica kasbah di Oulad Othmane (merita una sosta tel.0662058285).

Venerdì 14

Alle 9 sempre con il fido Rachid ripartiamo alla volta del deserto (dune sull’erg Chiga-ga). Ritornando di pochi km indietro dalla kasbah, attraversiamo il fiume Dràa e prendiamo la pista parallela al fiume che porta a Zagora attraversando tutto il palmeto, fermandoci più volte per qualche scorpacciata di datteri raccolti direttamente dalle piante, anzi tirati giù a sassate. Passiamo Zagora, poi Tamegroute, Tagounite (da vedere l’antica biblioteca coranica) e per pranzo arriviamo a Mhamid in uno dei tanti hotel ristoranti (Pachà) che organizzano bivacchi tra le dune (c’è l’imbarazzo della scelta, per i prezzi tirare giù, mediamente cena, dormire in tenda e colazione a persona dai 30 ai 35 €). Si concorda il prezzo con il Berbero e si parte, pista per circa 120 km prima sassosa poi sabbia, Nel tardo pomeriggio si arriva all’accampamento tra le dune e mentre il piccolo Berbero con l’aiuto del fido Rachid prepara la cena, noi ci accingiamo ad affrontare le dune più alte (lingua fuori per chi non è allenato) per gustarci lo spettacolo del tutto gratuito del tramonto (coucher de soleil). Che dire…. sei solo con Dio e con i suoi colori. Descriverlo? Una perdita di tempo!

Bene, si torna al bivacco e sotto ai piedi scalzi la sabbia fine da calda si fa sempre più fredda, ogni tanto qualche topino come un fulmine sparisce sotto la sabbia sotto l’attento sguardo di qualche nera cornacchia. In attesa della cena, accendiamo il fuoco al centro del bivacco, molto piacevole. Di notte da queste parti fa freddo, intanto cala la notte… che spettacolo. Bisogna allontanarsi dal fuoco per vederlo, enormi stelle, la via lattea una grande autostrada… presto, presto sta venendo su la Luna e quando lei sarà alta non vedrai più niente! Rachid ci chiama, la cena è pronta, tutti attorno al fuoco a gustare l’ottimo tajine di manzo cucinato dal ragazzo alto Berbero in bleu, proprio buono accompagnato da un ottimo rosso, sempre di Meknes. Dormito in tenda, sonno profondo, sveglia alle sei per vedere le lever de soleil, sublime ma non come le coucher de soleil, quello è unico.

Sabato 15

Colazione alle 10. Un grazie particolare al ragazzo Berbero e ancora via per le piste di sabbia. Dall’erg Chigaga percorriamo la pista che scorre parallela alla catena dello Jbel Bani, attraversiamo tutto il Lac Iriqui (splendido… una volta era un lago salato) la pista è un’autostrada come correre su un biliardo. Continuando si percorre con qualche difficoltà tra catene montuose ed altopiani spettacolari con distese di rocce contenenti miliardi di fossili, incontrando ogni tanto accampamenti di nomadi, sosta per il pranzo a Foum Zguid (Hotel Oasis da Ahmed) per un pranzo più che abbondante. Si riparte direzione Tata su strada asfaltata, città che non dice nulla, ma tappa obbligata per passare la notte.

Domenica 16

Partenza alle 8,30 da Tata direzione Akka e poi per Icht senza fermarci, da qui prendiamo prima la strada e poi la pista per Aguerd-Imouzlag-Izerbi-Tafraoute. Psta spettacolare: 70 km tra le gole e canyon di Ait Mansour, un peccato non visitare questo spettacolo della natura. Poi pranzo a Igmir alla Gite d’etape e quindi si prosegue poi per Tafraoute incontrando prima di arrivare il sito delle rocce dipinte (Roches Peintes) in blu e verde. I dintorni di Tafraoute sono spettacolari, in particolare al tramonto (da non perdere). Nonostante i consigli di Rachid non abbiamo pernottato a Tafraoute sebbene ci siano abbastanza sistemazioni, e siamo andati in un paesino vicino all’inizio della strada che porta ad Agadir, nel villaggio di Oumesnat presso la Maison Traditionnelle, una vera chicca (http://www.maisontraditionnelle.ma). Una casa con tutte le pareti in pisè, un villaggio arroccato sulla montagna di una bellezza unica, una cena ed un’accoglienza eccezzionale a prezzi modici, vale la pena visitare questo villaggio e passarci possibilmente almeno una notte.

Lunedì 17

Alle 9 con rammarico partenza da Oumesnat direzione Essaouira (costa atlantica)via Ait Baha. La strada che parte da Tafraoute per Agadir via Ait Baha è spettacolare tra kasbe, splendide montagne, villaggi e accampamenti nomadi almeno fino a Biougra, dopo senza fermarci attraversiamo Agadir (la Rimini marocchina) e finalmente la strada che costeggia l’oceano fino ad Essaouira. A metà percorso circa 30 km dopo Agadir ci fermiamo per il pranzo in un piccolo ristorante affacciato su una grande spiaggia con i soliti dromedari per qualche turista. Dopo tanti tajine, cous-cous, brochette, etc., finalmente un po’ di pesce… alla griglia, cucinato senz’olio. Ottimo anche il prezzo, circa 10 €. a testa, unica pecca sempre no wine. Dopo una passeggiata a piedi nudi in riva al mare, ripartiamo alla volta di Essaouira l’antica Mogador. Arrivo verso le ore 18 tra una fitta nebbia, la prima volta che troviamo nebbia sull’Atlantico, colpa delle correnti fredde e calde (mare-terra) per noi è una cosa insolita mai trovata, però ha il suo fascino. Bene, dopo aver mandato a quel paese i soliti parcheggiatori, false guide e finti intermediari per cena e alloggio, ci dirigiamo verso un riad già conosciuto e dopo tanti pasti marocchini la maggioranza ahimè decide di andare a cena da Silvestro (di Magenta trapiantato da anni a Essaouira) cena tipicamente italiana, non proprio eccellente ma sempre italiana, io avrei preferito di gran lunga andare da Ferdaous (ristorante in una piccola traversa a destra del corso principale, in precedenza gran cuoco del rinomato Villa Maroc)… pazienza.

Martedì 18

Alle 8,30 tutti sono già in giro per Essaouira, chi in spiaggia con i dromedari, chi al porto ad aspettare tra i gatti l’arrivo dei pescherecci, chi in giro per la medina. Sebbene non sia una città petulante come Marrakech, Essaouira o ti piace a prima vista o no, come del resto la prima. Sono anni che io ed Anna veniamo qui nell’antica Mogador e forse sarà per il mare, per gli alisei, per la gente, per gli odori, per i colori, che ogni volta questa piccola cittadina, di origine Portoghese, ci affascina. Bene, con tutti gli altri ci diamo appuntamento per il pranzo nella piazza davanti al porto, dove ci sono le bancarelle che compri e poi ti cucinano il pesce. Sebbene sia un ritrovo abbastanza turistico, trovo che il posto abbia il suo fascino sempreché con arguzia verbale e mandando alcune volte in modo garbato all’oste interlocutore (fa parte del gioco) per la conquista del prezzo giusto omnicomprensivo di pesce, insalade con pomodori, cipolle e acqua minerale, si riesca a mangiare in sette una grigliata composta da 2 aragoste, 1 astice, 1 paghero taglia grande, calamari, sparnocchie (cicale), sarde, gamberetti, 2 granseole giganti e relative insalate per la stratosferica cifra di €.12 a cranio. Dimenticavo acqua minerale compresa (il vino rigorosamente bianco, ben nascosto nelle borse delle donne). Dopo il lauto pranzo, con il fido Rachid, si parte per l’ultimo trasferimento alla volta di Marrakech (la ville rouge). Dopo aver fatto una piccola sosta a Chichaoua (il paese dei tappeti rossi) verso le 19 arriviamo a Marrakech, ringraziando sentitamente il fido Rachid per la sua disponibilità e gentilezza. Siamo di nuovo al riad di Caterina per gli ultimi due giorni, poi giovedì prossimo ritorno a Pisa. Questa sera a cena si va tutti a casa da Hassan, dal mio amico conosciuto anni fa, ha un minivan e si guadagna la vita portando i turisti in giro per il Marocco o accompagnando troupe per girare film o spot pubblicitari nei luoghi più impensati, dopo tanto lavoro è riuscito a comprare un appartamento nella zona appena sotto l’aeroporto. C’è anche Rachid, per otto persone una cena squisita a base di harira (tipica zuppa) cous-cous con manzo e verdure, pollo (poulet) caramellato alle mandorle, dolci marocchini preparati esclusivamente per

Noi dalle mani della figlia di Hassan (deliziosi), naturalmente alla fine rigorosamente thè alla menta. Ogni volta che veniamo a Marrakech, la tappa da Hassan per la cena è d’obbligo! Purtroppo le donne di famiglia non sono mai presenti alla cena, le portate arrivano al tavolo servite da uno dei figli maschi e solo dopo aver portato il piatto finale, il dolce solo allora sia la moglie che la figlia possono sedere al tavolo con noi. Indubbiamente questo ci colpisce, ma è la loro vita.

Mercoledì 19

Alle 9 siamo in giro per Marrakech. Prima si va nel loro Souk El Khemis a nord della medina. Trovi di tutto e di più: dai tondini in ferro radrizzati per le armature dei pilastri in cemento armato ai pali in legno di acacia e stuoie in canne per fare i solai, ai tajine in terra cotta, ai vasi di qualsiasi genere, ai mobili nuovi ed usati, a porte e finestre anch’esse nuove ed usate pronte per l’istallazione, pentole, vecchie radio e tv, contachilometri di auto etc, etc,. Uscendo dal souk e tornando giù per la medina c’è la strada dei ferraiuoli dove incessantemente viene lavorato a fiamma il ferro, un assieme di laboratori ingegneristici artigiani (anni fa esistevano anche da noi!), proseguendo c’è il loro souk alimentare con carni, pesce, verdure, abbigliamento etc, etc, proseguendo ancora si entra poi dentro il souk propriamente turistico, quello che poi tutti noi conosciamo. Dopo pranzo, sebbene sia Ottobre inoltrato il caldo si fa ancora sentire (30-32°) considerato sia l’età sia i giorni passati sul 4×4 un riposino pomeridiano per tutti non è che poi faccia tanto male. Per la sera decidiamo di stare calmi, quindi invitiamo gentilmente Caterina ed il suo gentilissimo staff a predisporre il tutto alfine di organizzare una romantica cena a lume di candela sulla terrazza del riad, questa volta però con wine! Io non sono sceso a compromessi, gli altri sì! Entreè a base di verdure e crostini vari, per il sottoscritto due tipi di tajine di beuf avec legumes e di agneau avec prugne, per gli altri berberi italiani spaghetti alla carbonara e spaghetti al pomodoro! Però guarda caso, dopo gli spaghetti qualcuno di loro allungava le mani sui miei tajine… berberi! Ottima cena a lume di candela, de-li-zio-sa, se poi eventualmente qualcuno desidera una spaghettata aglio, olio e peperoncino o una puttanesca, no problem, Caterina non si tira certo indietro.

Giovedì 20

Alle 9 ancora in giro per Marrakech, ore 13 nel riad i berberi hanno pensato bene di fare fuori gli avanzi dei miei tajine, quelli della sera precedente e finalmente alle ore 15 partenza in taxi per areoporto e ritorno a casa. A Pisa, mamma mia… che freddo!

Ciao, alla prossima

Marco e Anna.



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