Amsterdam, senza stelle
Partenza il 15 giugno da Bari, ore 9:00, con volo Myair (437,00 € A/R in due). Puntuali a Skiphol alle 11:30. Qui subito tessera I amsterdam card da 72 ore (53,00 € l’una) che dà accesso gratuito a 26 musei e a tutti i mezzi di trasporto, oltre a sconti del 25% per altre attrazioni. Onestamente non so ancora se consigliare la card. Certo non vale quella da 24 ore a 33,00 €, ma anche quella da 3 giorni mette ansia perché bisogna farla fruttare almeno 18,00 € al giorno: e siccome i musei importanti (9-10 € l’uno) aprono alle 10:00 e chiudono alle 18:00 – e richiedono 3-4 ore ognuno – non è facile vederne più di uno spostandosi di zona. Sicché, con una attenta programmazione, forse è più conveniente pagare i singoli musei e le corse in tram.
All’aeroporto biglietto del treno per Amsterdam (3,80 €, e in 20′ a destinazione) tramite distributori automatici (solo monete o carta di credito) con istruzioni in inglese (mi ero portato dietro la traduzione delle istruzioni in olandese …): abbastanza semplice, e con risparmio di 50 €/c rispetto al botteghino con l’impiegato.
10′ di tram (1,60 €) e siamo a Leidseplein, da dove raggiungiamo l’hotel Alexander in Vondelstraat (635,00 € la matrimoniale per 5 notti), prenotato tramite Booking-com: posizione strategica a 7-8 fermate dalla Stazione Centrale, 4 da Dam Square, 200 metri dal Vondel Park, 10′ dal Rijksmuseum e dal Van Gogh Museum. Buona colazione, solo camera un po’ piccolina. Pomeriggio nel bellissimo parco e a sera in albergo ad aspettare che facesse notte.
Mattina successiva ricca colazione (volendo anche all’aperto in un bel giardino), e subito giro in battello (12,00 €, gratis con la card) per una panoramica della città con commento registrato anche in italiano: utile e piacevole. Quindi Van Gogh Museum (10,00 €, gratis con card) con audioguida (4,00 €): faticoso ma bello, e bello anche l’annesso shop a prezzi – tutto sommato – onesti. Forse al posto dell’audioguida, a volte prolissa, un bel volume a colori e commentato per 10,00 €. Pomeriggio alla Nieuwe Kerk (3,00 €, gratis con la card): minuti ormai contati e chiesa non particolarmente bella. Poi Dam Square, e a vedere una interpretazione in bronzo della Ronda di notte in Rembrandtplein. Una passeggiata in Waterlooplein per inquadrare la zona del giorno dopo, poi albergo.
Terzo giorno visita poco utile (ma gratuita e con la guida di una simpatica signora sarda) alla fabbrica di brillanti Gassan, e alla deludente sinagoga portoghese (credo 7,00 €, gratis con card): nessun paragone con la sinagoga spagnola di Praga! Quindi alla casa-museo di Rembrandt (11,00 €, gratis con card) ricca soprattutto di incisioni. Interessante la dimostrazione (a ore prefissate) di come si fanno le incisioni. In 20′ il tram ci porta poi a New Sloten a vedere il mulino: accoglienza gentile, guida che parlava bene l’italiano, ma sembrava un po’ finto, e soprattutto il mugnaio era “in ferie” e quindi tutto fermo. Belli il paesaggio e il paesino. Tornati in centro visita al Tulip Museum: un museo di 30 (trenta) mq nello scantinato di una fioraia, con foto, oggetti di lavoro e 3 televisori che mandavano filmati (3,00 €, gratis con card). Ci affacciamo al grande centro commerciale Magna Plaza, senza nessuna voglia di vedere negozi ma solo la struttura, poi tram per l’hotel.
Quarto giorno a piedi al Rijksmuseum (10,00 €, gratis con card): quattro ore fra bei quadri e, davanti alla Sguattera di Vermeer, l’inaspettato incontro con amici di Peschici. Nel pomeriggio Oude Kerk (credo 7,00 €, gratis con card): molto vuoto, vetrate, ma belli i sedili del coro scolpiti in legno con raffigurazioni di proverbi. Per prendere un tram passiamo per caso attraverso lo squallido quartiere a luci rosse: nessun commento. Poi l’Houseboatmuseum (3,25 €, gratis con card), ancora più piccolo del Tulip: in pratica una barca attrezzata a casa con un paio di filmati da vedere e qualcosa da leggere. Un salto all’antico Orto botanico (credo 4,00 €, gratis con card) per finire di sfruttare la card, ma avevamo meno di un’ora: un’oasi di pace con migliaia di piante con il loro cartellino, e la casa delle farfalle. Torniamo in centro al Rokin (divertente usare gratis i mezzi, veloci e puntuali) per vedere il Beghinhof ma è già inesorabilmente chiuso; e allora un altro tram ci porta all’Oosterpark, bello come il Vondel, e poi hotel.
Quinto giorno, siamo senza card e quindi ritmi più rilassati. Ce ne andiamo all’Artis zoo con acquario (13,50 € grazie al voucher del 25% annesso alla card): migliaia di animali in un’area sterminata, mentre fuori pioveva per un paio d’ore, e poi due belle proiezioni all’annesso planetario (nessun paragone con quello penoso di Roma all’EUR). Usciamo dopo sei ore e questa volta, al Rokin, riusciamo a vedere il Begijnhof: nella sua semplicità davvero un posto fuori dal mondo. Pomeriggio sul Singel a vedere il mercato dei fiori e comprare qualche bulbo, poi attraverso la “firmatissima” Hooftstraat ci ritroviamo all’improvviso fra i cigni, i cavalli, le biciclette, gli aironi cenerini e il sole sempre a picco nello splendido Vondel Park. Ultima notte.
Sesto giorno una bellissima passeggiata attraverso Herengracht, Kaizergracht e Prinzengracht, dove non ci si stanca mai di vedere case straordinarie dalle facciate inclinate con le immancabili travi a paranco, biciclette mai viste con i freni a tamburo a retropedale, i 100 canali e i 1000 ponti, le case galleggianti con tanto di bucato al sole, nidi di folaghe e cassette della posta. Poi, ahimé, ultimo tram, intercity per Skipol e ritorno a casa.
Riassumendo. In aggiunta ai 6 giorni di sole, è una città che vale la pena di vedere: se solo fosse un po’ più pulita (tutti mangiano a bevono a qualsiasi ora, spesso lasciando rifiuti per strada) e “profumasse” di meno (coffeshop, kebab, McDonald). Organizzare per bene i percorsi, evitando visite costose e poco utili: due-tre musei, i parchi, i canali principali, il Begijnhof; perché è bella l’idea del “museo diffuso”, ma spesso il costo è sproporzionato rispetto all’offerta. Tutti in genere sono gentili e pronti ad aiutare; tutti – dai poliziotti ai controllori del tram, dal personale dei musei alle anziane signore per strada – parlano inglese. Attenzione alle biciclette: i meno gentili non scampanellano affatto, e falciano senza pietà chi invade le loro corsie. Attenzione anche a pagare l’hotel con carta di credito o bancomat: c’è una tassa “dutch”, olandese, del 4%. Noi abbiamo prelevato dal bancomat e saldato il conto risparmiando 24,00 €! Valutare infine, in alternativa alla card per gli spostamenti, la più economica strippenkaarte: il sito ufficiale olandese spiega questo sistema diabolico, ma in realtà in tutti i mezzi l’obliterazione la fanno il conduttore o il controllore e quindi se la vedranno loro.
E anche se non vedrete le stelle, cari amici, vedetevi Amsterdam!