Amsterdam e la festa del re
AMSTERDAM alla FESTA DEL RE
Amsterdam è disposta su anelli concentrici in base ai canali che vi scorrono. I quattro più importanti sono concentrici su uno sviluppo a mezzaluna, il Singel, lo Herengracht, il Keizergracht e il Prinsengracht. Costituiscono un capolavoro d’ingegneria. L’acqua, in media profonda sui tre metri, è mantenuta a livello costante e dicono pulita (anche se a noi non è sembrato) da un sistema di chiuse. Comunque, è lungo i canali che si affacciano gli edifici più belli e tipici della città.
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La città in sé non richiede molto tempo per la visita e un paio di giorni sono sufficienti per girarla e concedersi qualche museo. E’ possibile visitarla a piedi in quanto la città non è poi così grande e orientarsi non è difficile, basta prendere a riferimento i canali e le arterie principali, sempre portando con se una cartina.
Vietato camminare sulle piste ciclabili – le bici hanno sempre la precedenza e vanno abbastanza veloci.
Trasporti: Generalmente si può fare a meno dei mezzi pubblici perché tutto è raggiungibile a piedi, ma comunque bisogna camminare un pò e se non si è abituati può essere stancante per tutto il giorno, la convenienza dipende da voi. Se pensate di camminare e fare al massimo una o due corse di tram/bus al giorno (magari per tornare all’alloggio) allora l’abbonamento non conviene (due corse costano 2,80 x 2, l’abbonamento giornaliero 7,50). Il primo giorno provate a camminare per rendervi conto di persona e decidere in seguito.
Visto che il nostro viaggio, per scelta, coincideva con la festa del Re, immaginando l’affluenza di persone, abbiamo pianificato il tutto da casa, ristoranti e musei compresi, visto il programma non abbiamo fatto nè la carta iAmsterdam nè la Museumkard. Partiamo in 5 adulti.
Mercoledì 23 aprile
Partenza alle 19 con edreams, prenotato volo EasyJet, a/r Malpensa 296€ a testa. Atterriamo all’aeroporto Schipol alle 20,30 e visto l’orario optiamo per un taxi che ci porta direttamente in albergo 45€. La scelta di un mezzo pubblico ci avrebbe fatto risparmiare pochissimo, ma avremmo perso molto tempo.
Tramite booking avevamo prenotato Hotel Vondel, vicino all’omonimo parco. Spesa per quattro notti 1.060 la doppia + 1.240 la tripla + 119 tassa di soggiorno. Non abbiamo prenotato la colazione: 19,95€ a persona per notte ci sono sembrati un po’ eccessivi. Un po’ decentrato, ma viste le dimensioni della città in 30 minuti a piedi eravamo al lato opposto. Scelta consigliata ma, se possibile, fatevi dare camere ai piani alti.
Dopo il check in ci siamo diretti verso la vicinissima piazza Leidseplein, in una via laterale con tanti imbonitori che ti invitavano ad entrare nel loro locale ci ha ispirato da Matia’s consigliato anche da tripAdvisor dove con 65€ totali abbiamo mangiato Fajitas (pollo fritto) con verdure, tortillas e una Heineken media. Parlano italiano. Scelta azzeccata.
Rituale acquisto di magliette per le ragazze all’Hard Rock, giro per la piazza e poi a nanna.
Giovedì 24
Oggi abbiamo la visita ai due musei principali, vicinissimi al ns hotel, uno stop in una Pankake per la colazione. Percorriamo un viale con vasi stracolmi di tulipani di ogni forma e colore. Il primo è il Van Gogh Museum da casa avevamo prenotato visita per le ore 9, a persona 20€ con audioguida (consigliata), il biglietto è per una certa ora. Arriviamo presto ma c’è già coda, con il ns eticket la bypassiamo ed entriamo nel museo. Ci fanno depositare zainetti in guardaroba, consiglio di non portarli, c’è coda sia per consegnarli che poi al ritiro.
Il museo è più piccolo del Rijsk ma i quadri esposti sono di fattura superiore. La visita dura circa 90min. L’audioguida vi aiuta a capire il quadro e il tormentato stato d’animo del pittore.
Tappa successiva il vicino Rijksmuseum. Prima di entrare foto ricordo alle figlie arrampicate sulla gigantesca scritta IAMSTERDAM di fronte. L’eticket prenotato da casa 20€ con audioguida, ha validità un anno, puoi decidere quando sfruttarlo in base al tuo programma e ti permette di saltare la coda. Solito stop per la consegna zainetto. Le opere più belle si trovano nella Galleria d’Onore, un’ala dello stabile dove risiedono quadri di Rembrandt tra cui La Ronda di Notte. L’audioguida ti suggerisce anche due percorsi 45′ e 90′ consigliandoti e spiegando le opere migliori, noi optiamo per il giro da 90′ di più rischiamo di annoiarci. www.rijksmuseum.nl/en?lang=en – il sito internet, previo login, permette di scaricare gratuitamente le immagini dei dipinti ospitati anche per farne stampe o magliette.
Usciti, ci siamo addentrati nella Spiegelkwartier, piena di negozi e siamo arrivati al Bloemenmarkt Singel, coloratissimo mercato dei fiori galleggiante sul canale Singel dove un’infinità di botteghe espongono piccoli oggetti di artigianato, bulbi, tipici zoccoli olandesi bianchi, rossi, gialli o arancioni e tantissimi tulipani. Molto carino, ma anche molto turistico. Ci ha colpito la libera vendita di marijuana, sotto tutte le forme anche in chupa-chupa boh. Vendevano anche uno”starter kit” ma non ho capito cosa contenesse. Nei tempi passati i vivaisti lasciavano i loro appezzamenti, risalivano l’Amstel e ormeggiavano qui le loro imbarcazioni dalle quali vendevano i loro fiori e le loro piante. Oggi invece le bancarelle sono ancora galleggianti, ma permanenti.
Di fronte alle bancarelle si aprono i negozietti per turisti tra i quali due offrono gustosi assaggi di formaggio olandese, ne abbiamo approfittato per un happy hour. Dato che molti tpc consigliavano l’aringa ci siamo fermati ad un chiosco lì vicino e ci siamo presi un panino con l’aringa… deve piacere… ti rimane in bocca il sapore tutto il giorno, meno male che c’erano gli assaggi di formaggi.
In questa via c’è anche un negozio che vende esclusivamente oggetti natalizi, tutto l’anno, si chiama “Christmast Palace”, evitare nulla di che.
Abbiamo proseguito poi il ns itinerario verso lo Spui e con qualche difficoltà abbiamo trovato il Begijnhof. L’accesso è perfettamente mimetizzato nell’insieme di palazzetti che sorgono lungo la strada e individuiamo il civico 30, a cui corrisponde una porticina. Sembra di entrare in casa di qualcuno, con grande sorpresa ci appare un graziosissimo giardino dove sono presenti una piccola chiesetta, una cappella oltre che la casa in legno risalente al 1420 circa, la più antica della città. Sul cortile si affacciano casette nelle quali un tempo vivevano le beghine, monache laiche appartenenti ad una confraternita cattolica che si occupavano dei malati e offrivano un’educazione ai poveri. Avevano una serie di regole e potevano abbandonare la confraternita per sposarsi. Fuori, non sono riuscito a trovare la piccola statua dello Scugnizzo di Amsterdam anche perchè non sapevo come chiederlo ai passanti.
Percorriamo la Kalverstaat, affollata via dello shopping, tra i tanti negozi della via c’è anche quello che vende i formaggi tipici olandesi. Entriamo, quanti assaggi messi a disposizione: formaggi di diverse qualità con varie salsine da abbinare, oltre a vari tipi di biscotti e non ci facciamo pregare, avanti troviamo un negozio pepsi che regala a tutti una lattina di una nuova bevanda capita a proposito.
Sempre stando attenti alle bici che sfrecciano lungo le strade, arriviamo in piazza Dam, la più importante della capitale che nel XIII secolo era occupata da una diga. Ma restiamo inorriditi: tutta la piazza è occupata da un mega lunapark con un’enorme ruota e altre amenità che nascondono la vista dell’imponente facciata neoclassica del Palazzo Reale Koninklijk Paleis sede originaria del Municipio e oggi residenza della Regina nei suoi soggiorni in città, chiuso. Notiamo sopra il palazzo reale i due simboli del commercio olandese: Atlante che regge il mondo sulle spalle e un veliero olandese. Di lato c’è la Chiesa Nuova Nieuwe Kerk. E’ dal 1841 la chiesa in cui vengono incoronati i sovrani olandesi. La visita sarebbe costata 10€, sbirciamo dalla hall di ingresso. Al centro della piazza si trova l’obelisco di pietra alto 22 mt Nationaal Monument, dedicato alle vittime della Seconda Guerra Mondiale. Non entriamo nel museo delle cere di madame Thussauds 25€ ci sono sembrati eccessivi e vista la bella giornata abbiamo evitato di entrare nel centro commerciale Magna Plaza. Consigliati da altri tpc ci dirigiamo verso Villa Zeezicht, Torensteg 7. Locale storico, situato sul ponte più antico di Amsterdam , in un angolo carinissimo tra i canali, dicono si mangi una divina torta di mele alla cannella con panna. Ma purtroppo le torte erano finite c’era da aspettare due ore, a malincuore ce ne andiamo.
Siamo nel quartiere Jordan. Le case sono tutte piccole e carine, le vie strette e percorse quasi esclusivamente da biciclette, i piccoli negozi che troviamo sono molto graziosi.
Avevamo prenotato da casa 9,5€ per le ore 19 l’ingresso alla Casa di Anna Frank in Prinsengracht 263-267. Siamo arrivati prima e c’era una coda impressionante, anche per questo museo avevamo fatto da casa l’acquisto online che ti consente di usare l’entrata speciale, a sinistra dell’ingresso principale, evitando code. Meno male. Qui si rifugiò con la sua famiglia dal 1942 al 1944, prima di essere scoperti dai nazisti e deportati nei campi di concentramento. La casa è vuota, perchè il mobilio fu portato via dai tedeschi, ma alle pareti ci sono ancora disegni e poster appesi da Anne e gli altri ragazzi, e l’allestimento è molto evocativo e commovente. Al suo interno troviamo fotografie, oggetti personali, filmati che evocano l’atmosfera in cui si svolsero i fatti, peccato che alcuni siano solo in lingua olandese!
In otto vissero stipati in locali piccolissimi con il terrore di essere scoperti e purtroppo, il 4 agosto 1944 qualcuno li tradì e la famiglia, insieme ad altri quattro ebrei, fu deportata. Solo Otto Frank, padre di Anne, sopravvisse al campo di concentramento e nel 1947 pubblicò il diario della figlia realizzando così il sogno della giovane. C’è ancora la famosa libreria che celava il piano superiore e le finestre oscurate. È stato proprio per il volere del padre che dopo esser tornato dal campo di prigionia ha deciso che tutto doveva essere lasciato così come era stato trovato dopo l’invasione delle guardie che li hanno portati via. Troviamo anche l’originale del diario di Anna e pezzi di racconti e se ti soffermi e ti avvicini alla finestra puoi immaginare esattamente quello che lei vedeva e soprattutto sentire, come ad esempio i rintocchi della chiesa vecchia che sorge proprio a due passi e che le hanno fatto compagnia per i due anni di “reclusione”.
La visita richiede circa 40′, quando siamo usciti la coda era sempre lunghissima. Per cena, da casa, avevamo prenotato da Moeders Rozengracht 251. E’ un posto non molto grande ma caratteristico, perché appese alle pareti ci sono tutte fotografie di mamme (da qui il nome), ci si sta un po’ stretti. Scelto il menù da 19 € che è composto da spezzatino-brasato alle cipolle purè con crauti, patate al forno, barbabietole, mele gratuggiate, pere al vino rosso. Altri hanno ordinato un Hutspot (tipico piatto olandese composto da un purè di patate e spinaci e diversi tipi di carne) e un Hutspot vegetariano (un mix di patate, verdure e formaggio). Porzioni abbondanti, ma cibo decisamente pesante. Birra + coca + 2 “liquori segreti” (insignificanti, sembravano i ns punch) un irish coffèe e un party chocolate per una spesa di 120€, tutto molto buono.
Spinti dalla curiosità ci siamo diretti verso il quartiere a luci rosse Red Light District. Una delle immagini più famose e anche più forti della moderna Amsterdam è quella delle numerose prostitute ammiccanti e poco vestite, esposte in vetrine contornate da rosse luci al neon. Ci sono coffee shop e via dicendo, proprio al centro del quartiere si trova la chiesa vecchia Oude Kerk. E’ la chiesa più vecchia della città, ha origini risalenti al XIII secolo. A parte la fama del quartiere, si tratta comunque di una zona molto antica della città. Non è consentito fare foto alle ragazze in vetrina, potrebbe causarvi problemi e la distruzione del rullino.
Girovagarvi la notte può sembrare inquietante, ma non per questo va evitato, del resto fa parte di Amsterdam! Sempre a piedi e attenti alle bici, passiamo da piazza Leidseplein e stanchi dopo un giorno di cammino rientriamo in albergo.
Venerdì 25
Passiamo come al solito da p.zza Leidseplein, scorgiamo una pankake per fare colazione ma purtroppo è chiusa, aprono alle 10. Abbiamo cercato qualche posto aperto e abbiamo visto il De Balie dove ci siamo seduti per un cappuccio e brioche. Se possibile evitatelo ci hanno servito una pessima brioche riscaldata dopo 10minuti che ci avevano portato il cappuccino.
Visto il programma dei prossimi giorni ci siamo fermati ad acquistare gli obbligatori bulbi di tulipani da regalare, ma che peso nello zainetto!
Ci siamo poi diretti verso il ponte magro Màgere Brug. Tra tutti i ponti di Amsterdam, è il più famoso. L’originale ponte levatoio fu costruito nel 1670 e deve il suo nome al fatto che la sua struttura fosse molto stretta (muger). L’attuale ponte è invece del 1969, più largo del precedente, ma conserva i meccanismi d’azionamento per l’apertura originari (per lasciare passare grandi battelli). Oltre il ponte si può osservare la chiusa sull’Amstel. Una leggenda locale fa risalire il nome del ponte alle “magere zussen”, due sorelle benestanti note per essere particolarmente magre e che vivevano sui lati opposti dell’Amstel. La sera, è illuminato da migliaia di luci che lo rendendono uno dei luoghi più romantici di tutta Amsterdam.
Prossima tappa mercatino delle pulci di Waterlooplein è piuttosto grande e c’è veramente di tutto, dai vecchi zoccoli di legno agli accessori per le biciclette, abbigliamento etc. Seguendo le frecce siamo arrivati in Rembrandt Plein, piccola piazza al centro della quale si trova la statua del celebre pittore Rembrandt con dei personaggi che ricordano la famosa Ronda di notte. Nato nel 1606 visse una vita travagliata alternando periodi di fasto e ricchezza ad altri di profonda solitudine, tristezza e povertà. Non abbiamo visitato la casa di Rembrandt (Rembrandthuis).
La fame incomincia a farsi sentire, percorriamo il quartiere vecchio Oude Zijde inoltrandoci quindi nel cuore della zona vecchia arrivando nella Zeedjik, strada un tempo malfamata ma ora piena di locali molto caratteristici, tra i quali risalta il Cafè’t Mandje rifugio un tempo per gli omosessuali perseguitati. Passiamo attraverso l’immancabile zona cinese con il suo tempio buddista chiamato Fo Guang Shan He Hua o Tempio di Zeedijk, l’entrata è gratuita. Passiamo vicino al Waag Nieuwmarkt, una palazzotto che fungeva da pesa pubblica, ora ristorante.
Entrando da un arco nel cortile interno ci soffermiamo vicino alla Chiesa Sud Zuiderkerk, che fu la prima Chiesa Calvinista costruita ad Amsterdam, chiusa,e finalmente ci dirigiamo verso il punto scelto per riempirci un po’ lo stomaco e consigliato da alcuni tpc: La Place, Oosterdokskade 143 è proprio sopra (al 7° piano) la Centrale Bibliotheeck. Ottimo per chi vuole un pranzo veloce. Si tratta di un self service dove potete mangiare di tutto, noi abbiamo optato per un piatto di verdura e uno di frutta. Siamo usciti sulla terrazza a goderci il panorama della città con la vista del Nemo, opera dell’architetto Renzo Piano. Ricorda la struttura di una nave e ospita un centro scientifico.
Rifocillati e riposati ci dirigiamo verso la Stazione Ferroviaria la cui architettura riprende quella del Rijksmuseum. Dietro la Stazione c’è il “Buikersloterwegveer”, il traghetto gratuito che porta nel quartiere Noord. Di fronte alla Stazione la Chiesa di San Nicola (principale chiesa cattolica) e la Schreierstoren letteralmente torre delle piangenti, ma chiamata comunemente torre delle lacrime in quanto da lì le donne avevano la possibilità di vedere la partenza dei propri uomini per lunghi e pericolosi viaggi a bordo di una delle tante navi mercantili.
Ci era sembrato interessante il quartiere vecchio (Oude Zijde) decidiamo così di ripassarci, entro per curiosità nel Cafè’t Mandje , mi sono sentito osservato.
Oltre gli stretti cunicoli incontriamo una ragnatela di canali dalle sponde circondate da fiori coloratissimi e ci divertiamo ad attraversarli. Ripassiamo dalla Oude Kerk, dove ci colpisce l’accostamento tra il sacro e il profano. Sulla piazza che circonda la chiesa infatti si affacciano vetrine a luce rossa dove fanno bella mostra delle ragazze con qualche chilo di troppo.
Altra meta segnalata era al 26 di Kloveniersburgwal. E’ una casa con un bel frontone incorniciato, largo soli 2,44 metri. Questa casa è nota come Kleine Trippenhuis, la casa del cocchiere dei Trip. Curiosamente questa casa si trova di fronte alla Trippenhuis al numero 29, un edificio che, con un’ampiezza di 22 metri, è invece il più largo di Amsterdam. La storia vuole che un giorno il cocchiere del signor Trip affermò: “Mi accontenterei di avere una casa larga quanto la porta d’ingresso della casa del mio padrone”. Il signor Trip, avendone, decise di accontentare il suo cocchiere. Adesso è un negozio, nulla di che, passateci solo se in zona.
Merita invece una visita il Museo Amstelkring detto anche ” Ons’ Lieve Heer op Solder” cioè nostro Signore in soffitta, entrata 8€ con audioguida. Un normale palazzo che al suo interno nasconde una vera e propria chiesa che veniva utilizzata nel tempo in cui il culto religioso non era consentito.
Abbiamo in programma un giro in battello, si torna verso Piazza Dam, percorrendo la Warmoesstraat, la più vecchia strada di Amsterdam, sicuramente più carina della parallela Damrak molto commerciale.
Ci sono diverse compagnie che organizzano giri in battello, la durata per tutte si aggira intorno ad un’ora, il costo invece è ampiamente variabile dagli 8 ai 15 €. Alcune offrono a 20€ la possibilità di usare per un giorno il battello come fosse un bus, scendendo e risalendo alle varie fermate. La maggior parte partono da Damrak o dalla piazza della Stazione. Approfittando della bella giornata di sole, c’erano parecchie persone all’imbarco, scegliamo la compagnia che ci sembra possa imbarcarci per prima: il percorso Canal Cruise con l’audio guida in italiano in modo da poter capire bene cosa stavamo vedendo, e in effetti è stata indispensabile per comprendere e per conoscere la storia di questa Capitale. Il tipico battello turistico piatto semi aperto sui lati (molto comodo ed economico rispetto alle barchette dei privati). Merita.
Il tour ci consente di vedere tutta la città e cogliere in particolar modo gli strani profili delle abitazioni. Si tratta di strutture terra cielo, che hanno tutte un gancio nella parte alta per consentire il trasporto dei mobili e grandi elettrodomestici. Questo perché spesso le scale hanno un passo molto stretto e ripido. Inoltre molte abitazioni sono oblique oppure pendono in avanti. C’è anche chi ha scelto abitazioni differenti. Ci sono infatti lungo i canali molte chiatte ristrutturate a casa ed abitate tutto l’anno. Amsterdam ospita circa 2.500 case galleggianti con all’interno tutto quello che ci si aspetta di trovare in una casa.
Non abbiamo visitato l’ Houseboat museum in Prinsengracht, opposite 296 che fa vedere come si vive in una delle tipiche case-barca sui canali di Amsterdam.
Girovaghiamo per arrivare alle 20,30 ora in cui avevamo prenotato da casa una cena al T Zwaantje Berenstraat 12. Locale caratteristico anche se come tovaglia usano tappeti, per cui l’igiene lascia un po’ a desiderare, ma lo sapevamo già prima di entrarci. Oltre alle solite 2 coche e 2 birre Heineken io ho provato la birra Trappista gradazione 9° buona. Abbiamo scelto 2 piatti della tradizione: uno spezzatino di vitello accompagnato da un contorno di patatine fritte, broccoli e fagiolini lessi e altre verdure + un chicken + un costato di maiale alla brace e un pork fillet peccato che quest’ultimo fosse ricoperto da una montagna di crema di peanut, dolciastra leggermente stomachevole. Abbiamo provato anche una apple pie, nulla di che. Sono molto lunghi nel servire ma danno porzioni abbondanti, spesa tot. 101€
Abbiamo girovagato per la città che si stava già preparando per la festa di domani, solito giro in piazza Leidseplein. Originalmente parcheggio per carri, oggi costituisce un luogo di divertimento notturno alla moda. E’ una delle più famose piazze di Amsterdam, conosciuta con il nome di “piazza del guazzabuglio”e poi tutti a letto. Con sorpresa in camera ci fanno trovare due ghirlande arancioni per la festa di domani.
Sabato 26
Oggi è il giorno con curiosità tanto atteso King’s Day inizialmente era il Queen’s Day, ma adesso hanno un re. Abbiamo programmato la giornata come libera e interamente dedicata a girovagare per la città mischiandoci alla folla, vestita rigorosamente di arancione. Si va solo a piedi in tutto il centro, perché i mezzi sono fermi. A ogni angolo c’è una festa, un mercatino. Ogni angolo di Amsterdam viene infatti preso d’assalto da improvvisati venditori ambulanti gli olandesi svuotano soffitte e cantine per vendere tutto ciò che non serve più. Già la sera prima segnano con del nastro adesivo e nome il loro posto sui marciapiedi.
Jordaan e la cintura dei canali probabilmente le aree migliori, vediamo lungo i canali sfilate di barche stracolme di persone con l’immancabile birra in mano e con una musica assordante ma piacevole, bevute collettive lungo le strade, gente che apre la case offrendo (a pagamento) i bagni, alcune bancarelle e alcuni piccoli palchi con musica dal vivo.
La maggior parte dei musei è chiusa, chi ci andrebbe? Girovaghiamo per tutta la città, lungo i canali, sui ponti sospinti da una marea arancione, promettendoci di non mangiare molto per poter questa sera gustare l’ultima cena tipicamente olandese.
Dopo tre giorni di camminate siamo un po’ stanchi e decidiamo di rientrare un attimo in hotel, prima però facciamo un giro nel vicino Vondelpark uno dei polmoni verdi della città. Anche qui una folla arancione gira per i viali occupati da stands in cui i bambini fanno da padrone: musicisti o venditori.
Riposati usciamo per la cena, rigorosamente già prenotata da casa, al De Blauwe Hollander Leidsekruisstraat, non è facile trovarlo.
Oltre alle solite bevande, seguendo i consigli di TripAdvisor abbiamo iniziato con delle bitter ball servono sei buone polpettine che ci siamo divisi, io ho voluto provare una delle rinomate zuppe olandesi zuppa di piselli e bacon squisita. Consigliati i piatti di carne che vengono sempre accompagnati con verdure e patate sotto forma di mix originali e servite con salse deliziose. Non ricordo cos’ho scelto, mi hanno portato una gigantesca polpetta ed un mix di patate ed erbette pressato a forma di cilindro ottimo ma un po’ “stopposo”. Ad un certo punto si è simpaticamente alzata una signoraolandese e mi ha detto che quello era il tipico piatto che faceva sua nonna.
Squisita l’apple pie fatta in casa dalla nonna della proprietaria del locale, liquorino finale, spesa 144€. E’ stato il locale dove ci siamo trovati meglio e speso meno, considerando le portate. Anche il locale che, pur essendo piccolo, aveva i tavoli più distanziati.
Da non trascurare poi la presenza di Martin olandese con trascorsi veneti, parlandoci in italiano con spiccato accento veneto ci ha aiutato nelle ns scelte.
Solito giro per la città, questa volta anche per smaltire la scorpacciata appena fatta, tra un fiume di persone, alcune non più in se, che stavano sciamando. Strade invase da rifiuti.
Domenica 27
Il programma di oggi è un giro fuori città, unico punto fisso l’aereo alle 19. Da casa avevamo prenotato per le ore 9 un’auto 127€ compresa copertura franchigia. A piedi ci rechiamo al vicino autonoleggio, tutti i bar sono chiusi, non riusciamo a fare colazione. Avevamo scelto una Nissan Qashqai (ci interessava un’auto confortevole e con un bagagliaio per 5 valigie) ci viene assegnata una Suzuki Cross, bella.
Il ragazzo ci imposta il navigatore verso la prima meta e partiamo. Dopo un po’ ci accorgiamo che qualcosa nella direzione di viaggio non andava, ci stava mandando dalla parte opposta. Reimpostiamo il tutto, ritorniamo sulla strada già fatta perdendo oltre un’ora e ci dirigiamo verso Waterland.E’ la zona a nord di Amsterdam con deliziosi borghi con un proprio fascino. Quasi la metà della superficie complessiva del Waterland è formata da acqua. Waterland è particolarmente adatta per passeggiare o andare in bicicletta. Lo sfondo è formato da vasti polder (terreni prosciugati) di erba, ruscelli, piccoli paesi lungo le strade, con case in legno colorate e fattorie dal tetto a forma di campana. Le casette ci ricordano la Norvegia.
Prima meta è la cittadina di Marken, isola di ex pescatori, piccolo e caratteristico paese dalle casette verdi circondate da giardini curatissimi. Costo posteggio 6€ (parcheggio 3,50€ + 0,50€ per ogni passeggero) . Facciamo un giro all’interno del villaggio ed rimaniamo colpiti dal silenzio che regna! Passeggiare tra i vicoletti alcuni dei quali larghi non più di due/tre metri, tra le case di legno con le finestre a livello strada ornate da graziose tendine, è rilassante. Purtroppo piove. Ritorniamo al parcheggio e puntiamo verso Edam, conosciuta perchè dà il nome all’omonimo formaggio. Qui non si paga il posteggio. Tra le varie cose da vedere di questa graziosa città segnalo: la chiesa antica Grote Kerk, dedicata a San Nicola con una bella torre del XV secolo e splendide vetrate istoriate, il settecentesco municipio, la quattrocentesca Speeltoren, torre dell’orologio, dalla cui sommità si sentono ancora i rintocchi del carillon più antico dei Paesi Bassi del 1560, il museo cittadino allestito in una casa del 1530 dove sono conservati dipinti, ceramiche, incisioni e documenti di carattere storico riguardanti la città. Purtroppo di domenica è tutto chiuso, tranne un caratteristico negozio che vende formaggi.
Arriviamo poi a Zaanse Schans, un villaggio di case dai frontoni in legno verde giallo o blu, ispirato e riprodotto su modello degli antichi insediamenti del 1400. Visita alla fabbrica di zoccoletti colorati ‘klompen’ molto commerciale. Entriamo nel negozio di “Catharina Hoeve”, qui numerose commesse in abito tradizionale, con tanto di cappellino a punta, vi forniranno un’incredibile quantità assaggi di formaggi, accompagnati da salsine e marmellate particolari.
A noi interessa soprattutto il percorso dei mulini, la visita interna è a pagamento 3,5€ a persona a mulino. Ciascun mulino è destinato a una sola attività: il mulino oleificio, il mulino tintoria, il mulino segheria. Visti da vicino sono maestosi. Noi optiamo per il mulino–frantoio De Zoeker e ci arrampichiamo al suo interno fino a raggiungerne le enormi pale, non funzionanti.
Mentre stavamo andando al bar ci accorgiamo che le pale del mulino frantoio iniziano a girare, di corsa ritorniamo sul posto ma che delusione… all’interno tutto è fermo!
Al bar scegliamo i pancake, diversamente ornati, commerciali meglio le ns piadine.
Paghiamo il posteggio 8€ e usciamo dal villaggio. Ci fa tristezza che per vedere un mulino, nel paese dei mulini, debba andare in qualcosa di ricostruito!
La prossima meta avrebbe dovuto essere Haarlem ma visto l’inghippo del navigatore siamo costretti a rinunciarvi, puntiamo così verso Schipol dove ci aspetta il ns aereo.