Amsterdam e dintorni

Un viaggio all'insegna della libertà di esplorare la città, di godersi gli angoli più nascosti, i momenti più particolari e le curiosità che offre ogni minuto a chi vuole scoprirla a cuore aperto
Scritto da: superele1982
amsterdam e dintorni
Partenza il: 12/08/2012
Ritorno il: 17/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Primo giorno

Atterriamo a Schiphol all’ora di pranzo, con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia per un problema di Alitalia, in ogni caso non ci facciamo abbattere e lasciamo l’aeroporto fiduciosi di riuscire ad iniziare la visita della città come programmato.

All’aeroporto ritiriamo le nostre I Amsterdam Card prenotate e prepagate dall’Italia, e acquistiamo – sempre nell’ufficio turistico della città nell’Arrival Hall 2 di Schiphol, anche il biglietto di sola andata per la Centraal Station. Il binario non è quello che l’incaricata del tourist office ci ha indicato, in ogni caso riusciamo a prendere lo stesso il treno giusto e partiamo. In 20 minuti arriviamo alla stazione centrale e da qui prendiamo un taxi che in 10 minuti ci porta all’albergo (Eden Hotel, in Amstel 144 – ottima posizione, camera decorosa, bagno minuscolo, ottima e abbondante la colazione!).

Il tempo di posare i bagagli in camera e di darci una rinfrescata, che già siamo fuori, sulla Amstel, la via in cui si trova il nostro hotel, e che prende il nome dal canale Amstel, tra i maggiori che attraversano la città. Appena fuori dall’albergo, iniziamo a scattare foto e ad ammirare la bellezza di ciò che abbiamo davanti: la vita sul canale scorre tranquilla come le sue acque, e i palazzi che fanno da contorno alla scena sono veramente molto affascinanti!

Affamati, cerchiamo subito qualcosa da mangiare, e capitiamo in un simpatico ristorante grill argentino (Amsterdam ne è zeppa), dove mangiamo il tipico – ad Amsterdam! – burro all’aglio da spalmare sul pane francese caldo insieme a delle gustose costine (spare ribs) appena marinate nelle spezie, accompagnate da patatine e insalata.

Soddisfatti, proseguiamo il nostro cammino cercando di rispettare almeno quanto programmato da casa (per il primo giorno abbiamo messo in conto una passeggiata breve, tenendo conto del viaggio). In pochi minuti raggiungiamo il mercato dei fiori: colori, profumi, tanti turisti, ma merita sicuramente una visita. Nella stessa via, molti negozi di souvenir, che vendono davvero di tutto. Proseguiamo dopo qualche fotografia, e raggiungiamo in poco dopo la Spui, una lunga via che ci porta al Begijnhof, un piccolo quartiere chiuso in sé stesso (in tutti i sensi, dalla Spui vi si accede semplicemente aprendo una porta che sembra quella di una normale abitazione!) in cui vivono attualmente donne non sposate che si dedicano alla religione e ad attività benefiche senza però aver preso i voti. Le case, linde, con splendidi giardinetti curati dalle “Beghine” di oggi, fanno da contorno ad un cortile squadrato che ospita tra l’altro una cappella e alcune statue di stampo religioso. E’ un’oasi di tranquillità e di pace, di colori, di aria fresca che si estrania del tutto al caos di una capitale europea. I turisti, rispettosi dell’ambiente piuttosto ascetico, parlano a bassa voce e scattano le loro foto in silenzio, ammirando questo spazio così sorprendentemente diverso da ciò che ti aspetti in una capitale come Amsterdam.

Riprendiamo il nostro cammino e arriviamo poco dopo in piazza Dam, il cuore della città: con il palazzo reale, la Nieuwe Kerk, il grande palazzo che ospita il museo delle cere di Madame Tussaud e il monumento nazionale ai caduti della seconda guerra mondiale, è un grande spazio piuttosto rumoroso ma che comunque non delude. Mimi, carrozze per giri turistici, giovani artisti di bolle di sapone, questa piazza rappresenta le tante facce della città e delle sue mille sfaccettature.

Un po’ stanchi dalla camminata (saranno in tutto 2-3 km circa), torniamo in hotel per riposare un’ora. Prima di cena, decidiamo di fare una passeggiata tra i ponti sull’Amstel, vicino all’hotel. Il Magere Brug è il più bello e il più conosciuto a livello turistico, e di sera viene illuminato regalando una calda atmosfera romantica al canale.

Per cena, ci lasciamo tentare dal ristorante italiano “La Traviata”: porzioni abbondantissime, troppo, per cibo che viene fatto passare per italiano ma che di italiano purtroppo ha poco. Torniamo in hotel dopo una sosta in piazza Rembrandt, che diventerà un appuntamento fisso per noi: ci sono spessissimo artisti di strada che si esibiscono sotto la statua del pittore, e questa sera è il turno (circa un’ora e un quarto di concerto gratuito) di un giovane che con la sua chitarra e la sua bella voce regala un gradevole repertorio pop-rock (da Joan Osborne a Tracy Chapman e altri grandi interpreti). Dopo il concerto, soddisfatti della giornata e della bella città che dobbiamo esplorare nei prossimi giorni, ci arrendiamo ad un meritato sonno ristoratore.

Secondo giorno

Decidiamo di far partire da oggi la validità delle nostre I Amsterdam Card (le abbiamo acquistate da 72 ore, il nostro soggiorno è in totale di 5 notti). Le inauguriamo subito con la visita a Gassan Diamonds (la visita è gratuita, ma la tessera dà diritto ad un omaggio), una grande azienda che da secoli taglia i diamanti e crea stupendi gioielli. La visita è interessante, i prezzi magari un po’ meno. La guida italiana, un distinto signore di Trapani che da anni vive ad Amsterdam e lavora alla Gassan, ci racconta brevemente alcune caratteristiche della lavorazione dei diamanti e mi fa provare stuoli di anelli. Resistiamo all’acquisto, ma rimaniamo incantati. Ci regalano due cofanetti di praline (una bontà sublime) di cioccolato a forma di diamante, e noi usciamo decisi a procedere con il nostro itinerario.

La prossima tappa, non lontana da Gassan Diamonds – che si trova nel vecchio quartiere ebraico – è la casa di Rembrandt, la Rembrandthuis. Con la nostra card l’ingresso è gratuito (altrimenti costerebbe 10 euro, audioguida inclusa), e – dopo aver preso le audioguide gratuite – iniziamo il giro. La storia del pittore è alquanto affascinante, la casa è completamente ristrutturata – per gli arredi sono stati studiati i documenti legati al fallimento del pittore, che ha dovuto, verso la fine della sua vita, cedere casa e suppellettili ai debitori. Curiosi i letti, che sono contenuti negli armadi. Le dimensioni dei giacigli sono veramente ridotte, in parte sia per la statura che all’epoca era molto inferiore rispetto a quella del giorno d’oggi, sia perché si usava dormire con la testa e il busto molto rialzati: si riteneva che tenere il busto disteso e la testa non rialzata causasse problemi di circolazione e portassero alla morte anche nel sonno. La visita dura circa un’ora – nello studio del pittore si tengono sempre dimostrazioni legate alla preparazione dei colori, ed è sicuramente interessante anche per i non appassionati d’arte.

Usciamo e ci dirigiamo verso la ZuiderKerk, con la sua alta torre, ma la chiesa – sconsacrata – è chiusa. Proseguiamo verso l’antica pesa, in Nieuwmarkt, e da lì proseguiamo verso il quartiere cinese dello Zeedijk. Qui le strade hanno il nome sia in olandese che in cinese, e sono zeppe di ristoranti asiatici e curiosi negozi. Vi è anche un tempio buddista, che però è chiuso, ma ha comunque un esterno da fotografare. Vagando per le strade, sconfiniamo naturalmente nel vicinissimo Quartiere a luci rosse dove, con nostra sorpresa, alcune ragazze sono già in vetrina nonostante sia appena l’ora di pranzo. Proseguiamo divertiti da questo particolare costume nazionale, e arriviamo in pochi passi alla grandiosa Oude Kerk. Entriamo con la I Amsterdam Card gratuitamente (l’ingresso sarebbe 5 euro), e subito siamo colpiti dal fatto che la chiesa – a parte l’organo piuttosto imponente e le stupende vetrate – sia piuttosto spoglia. Questo perché si tratta di una chiesa protestante, e questa particolare fede non è legata alle decorazioni che invece sono presenti nelle chiese cattoliche.

Non siamo stanchi, e decidiamo di proseguire la nostra passeggiata. Siamo in cerca di un ristorante cinese o giapponese che ci appaghi l’occhio e lo stomaco ed è con sorpresa che ci troviamo praticamente all’altezza della stazione centrale, da dove si vede il grande ristorante cinese fluttuante che volevamo visitare il giorno dopo, il Sea Palace. E’ ormai poco distante, quindi decidiamo di stravolgere il programma e pranziamo qui. Pranzo discreto, il ristorante è veramente grande e la vista – anche se il cielo è piuttosto nuvoloso – verso il Nemo è piuttosto bella.

Dopo pranzo, torniamo sui nostri passi e – ripercorrendo la strada fatta al mattino prima di raggiungere la casa di Rembrandt – ci imbattiamo nel mercatino delle pulci del Waterlooplein. Lo giriamo quasi tutto – è piuttosto grande – e curiosiamo tra gli oggetti esposti: c’è veramente di tutto, dai vecchi zoccoli di legno alle catene per le biciclette.

Stanchi ma soddisfatti, rientriamo in albergo per riposare un po’. Ceniamo poi in piazza Rembrandt in uno dei tanti cafè/pub della piazza, poi facciamo due passi nei dintorni prima di andare a dormire.

Terzo giorno

Oggi giornata piuttosto piena, secondo il nostro programma.

Iniziamo subito con il museo Van Gogh, meta imprescindibile qui ad Amsterdam. Arriviamo mezz’ora prima rispetto all’orario di apertura e già la fila è chilometrica. Per fortuna abbiamo le nostre card, che – oltre ad offrirci l’entrata gratuita (il biglietto costerebbe 14 euro) – ci danno diritto all’ingresso prioritario, per cui alle 10 entriamo quasi immediatamente. Affittiamo una sola audioguida – a 5 euro, così uno di noi sarà più libero di esplorare e l’altro potrà approfondire i quadri che più lo interessano. Il museo è ben organizzato, arioso nonostante la ressa, le opere sono ben visibili e le didascalie a fianco – in olandese e inglese – piuttosto chiare e complete.

La visita dura circa due ore, e termina con un’inevitabile puntata nel negozio del museo, che è veramente ricco di bei souvenir legati alla vita dell’artista e alle sue opere.

All’uscita, decidiamo di fare una piccola deviazione verso il Liedseplein, uno dei quartieri più movimentati della città. Attraversando le strade strette del quartiere, sembra di essere in una specie di Little Italy: la maggioranza dei ristoranti sono italiani, ma ci sono anche greci, cinesi, giapponesi, coffee shops – da cui purtroppo proviene l’odore dolciastro delle droghe leggere. Ci fermiamo in un piccolo ristorante italiano (Il Palio) per un pranzo veloce, gustoso ed economico a base di insalata e pasta.

Ritemprati anche da due belle birre fresche, ripartiamo. Prendiamo il tram – i mezzi pubblici sono compresi nelle nostre I Amsterdam Card – e arriviamo fino alla stazione centrale. Da qui, raggiungiamo a piedi lo Scheepvart Museum, il museo navale (per noi, ingresso gratuito. Il biglietto intero costerebbe 15 euro). Per gli appassionati di navi e di nautica, è sicuramente un ottimo museo. E’ comunque affascinante salire su di un vecchio galeone restaurato, salire sul ponte e sentire l’aria fresca sotto le vele enormi.

Dopo una breve esplorazione – siamo piuttosto stanchi, e il cielo è piuttosto nuvoloso – decidiamo di uscire e tentare la fortuna con un’escursione su un battello per una crociera tra i canali. Anche questa, della durata di un’ora abbondante, è gratuita con la nostra card, e saliamo felici di riposare un po’ mentre continuiamo l’esplorazione della città. Il giro è veramente bello, parte dalla stazione centrale e percorre davvero molti angoli della città. Solo verso la fine inizia a piovere, e mentre scendiamo dal battello scoppia un forte temporale.

Aspettiamo che finisca – qui i temporali durano circa 10 minuti – e torniamo a piedi in albergo.

Ceniamo a “La Paella” tra piazza Dam e il Quartiere a Luci Rosse: ospitalità gentile e simpatica, buone le paelle sia di pesce che di carne. All’uscita, facciamo due passi nel quartiere a luci rosse, affollatissimo e in piena attività. Rientriamo in hotel dopo una passeggiata tra i canali.

Quarto giorno

E’ l’ultimo giorno di validità della card legata ai musei (domani finirà quella dei trasporti, visto che abbiamo iniziato ad usarla un giorno dopo), quindi la sfruttiamo del tutto e andiamo a visitare lo zoo Artis nel quartiere Plantage. Sinceramente non ci aspettavamo una tale meraviglia: si tratta di un vero e proprio giardino zoologico, con tanto verde e tanti animali da vedere. Leoni, elefanti, gorilla, ma anche canguri, pesci, rettili, zebre e giraffe. Il parco è enorme, e vale i 18 euro del biglietto d’entrata (per noi gratuito, abbiamo acquistato solo la mappa a 2 euro). Ci stiamo tutta la mattina e usciamo contenti.

Con il tram ci spostiamo verso il quartiere Jordaan, e scendiamo proprio davanti alla Westerkerk, il cui campanile è la torre più alta della città. Davanti alla chiesa, la statua di Anne Frank, il cui rifugio segreto è pochi metri più in là, sulla Prinsengracht. Si nota subito la casa, dato che c’è una fila chilometrica per l’ingresso. Facciamo solo una foto all’esterno in memoria del Diario letto e riletto diverse volte, e poi cerchiamo la famosa Pancake Bakery. La fama non viene tradita: il pancake è buono, ma anche la super frittata, e le birre fresche ristorano sempre!

Dopo pranzo troviamo una panchina all’ombra su un canale e dopo un po’ di riposo ci rimettiamo in moto. Scoviamo un curioso negozio di dischi vintage e poi un pittoresco pub in cui gustiamo delle ottime birre artigianali.

Rientriamo in hotel e per cena ci aspetta la nostra cara Rembrandthuis per una cena tranquilla in un cafè.

Quinto giorno

Oggi la maggior parte della giornata sarà dedicata all’escursione “Edam e mulini a vento” prenotata dall’Italia insieme al pacchetto di viaggio acquistato dal tour operator Olympia Viaggi.

Alle 9.15 ci troviamo di fronte al museo Van Gogh e saliamo sul pullman che ci porterà alla scoperta di alcune delle tipicità olandesi. Poco dopo le 10 siamo già ad Edam, una pittoresca cittadina non lontana dalla capitale, famosa per il formaggio che da qui prende il suo nome. L’acqua scorre placida nei canali, le case sono decorate da gerani e l’atmosfera è tranquilla, l’aria fresca. La guida ci racconta alcune particolarità, ma i tempi sono stretti e dobbiamo correre per mantenere la tabella di marcia prefissata.

Il pullman si addentra nell’affascinante campagna olandese: mucche e pecore (anche nere!) al pascolo, antiche casette con il tetto a piramide, infiniti campi da golf… una meraviglia! Arriviamo in poco tempo nel museo a cielo aperto di Zaanse-Schans e subito veniamo accolti dai mulini a vento: fantastici! Prima però assistiamo a due dimostrazioni: una circa la fabbricazione dei tipici zoccoli di legno (con relativa visita allo shop: ci sono migliaia di zoccoli coloratissimi e bellissimi) e una circa la preparazione del formaggio. Le guide ci spiegano i processi in italiano e in breve la nostra curiosità viene appagata, oltre che i nostri sensi! Qui c’è molto di bello da vedere e da assaggiare!

Usciamo dal cottage dedicato al formaggio e poi ci disperdiamo per andare a visitare in autonomia il mulino che la guida ci indica. Si tratta di un mulino frantoio, la forza presa dalle pale serve a frantumare i semi per produrre l’olio. Entriamo nel mulino (che risale al 1600, ma è stato trasportato qui da una vicina cittadina con un’impresa titanica diversi decenni fa), il rumore è piuttosto intenso e decidiamo di salire la ripida scala di legno per arrivare proprio sotto l’elica: il panorama è a dir poco fantastico!

La visita finisce anche troppo presto, è ora di tornare ad Amsterdam! Il pullman ci lascia nell’affollato Leidseplein, dove pranziamo velocemente in un caffè. Rientriamo in hotel dopo il consueto passaggio in piazza Rembrandt per ascoltare un chitarrista.

Ceniamo in un piccolo ristorante spagnolo, il Castillo in Reguliersdwarsstraat – vicino all’hotel, e le tapas sono veramente ottime! Soddisfatti, ci incamminiamo di nuovo verso il Leidseplein. Assistiamo ad uno show di break-dance proprio nella piazza principale e poi entriamo nel music club Bourbon Street, scovato su internet. Il club, ogni sera, ospita concerti di musica rock e blues. Non rimaniamo delusi: ottima musica, bell’ambiente e buona birra a prezzi piuttosto economici.

Torniamo in albergo piuttosto tardi, un poliziotto ci sorveglia le spalle perché in giro non ci sono belle facce… ma arriviamo incolumi!

Sesto giorno

Dato che nel pomeriggio dovremo andare in aeroporto, la giornata è piuttosto easy. Passeggiamo in piazza Dam, esploriamo il centro commerciale Magna Plaza – proprio a fianco della piazza, poi torniamo al Begijnhof per una breve pausa al fresco del cortile, vaghiamo per il mercatino dell’antiquariato dedicato ai libri sulla Spui e ci regaliamo un pranzo leggero in un caffè che dà proprio sulla piazza. Facciamo un giro ancora nel Leidseplein, dove veniamo sorpresi da un’orda di zombie (sarà perché è venerdì 17?), tanti ragazzi mascherati che fanno una certa impressione ma che suscitano comunque ilarità e curiosità nei passanti. Rientriamo in hotel passeggiando ancora una volta per le strade che tanto abbiamo apprezzato, ritiriamo i bagagli e prendiamo un taxi per l’aeroporto.

È stato un viaggio veramente incantevole, abbiamo visto tanti diversi aspetti della città e torniamo in Italia con un altro pezzo d’Europa in tasca!



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