Amsterdam e dintorni 2

Una breve vacanza ad Amsterdam, con una puntata ai villaggi e alle cittadine nella zona dei polder (Edam, Hoorn e Haarlem)
Scritto da: gp.elena
amsterdam e dintorni 2
Partenza il: 13/08/2012
Ritorno il: 17/08/2012
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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14 agosto

Per combattere la siccità e il caldo esagerato di questa atroce estate non si può desiderare di meglio che recarsi nel paese dell’acqua. Intravediamo un piccolo spiraglio di ferie della durata di quattro giorni, a cavallo di ferragosto, e ci decidiamo a visitare Amsterdam. La città non ci sembra molto grande, pertanto riteniamo che avremo tempo sufficiente per farcene un’idea, con calma.

Ancora una volta partiremo con EasyJet da Malpensa, pur abitando a due chilometri dall’aeroporto di Torino.

Lasciamo l’auto in custodia al Planet Parking di Lonate Pozzolo (tutto esaurito, per fortuna avevamo prenotato via internet con un mese in anticipo) e in 5 minuti arriviamo al terminal 2. In perfetto orario decolliamo ed arriviamo a Schipol, l’aeroporto di Amsterdam.

Le indicazioni chiarissime ci conducono alla stazione dei treni.

Facciamo i biglietti alle macchinette automatiche, pagando con carta di credito, e siamo sui binari. Il treno per la stazione centrale di Amsterdam parte immediatamente, ma un nostro attimo di indecisione ci è fatale e così lo perdiamo. Niente paura, il treno successivo passa dopo cinque minuti e in mezzora ci recapita a Centraal Station, la principale stazione della città.

Usciti dalla stazione, il primo impatto è con il numero incredibile di biciclette e la velocità e disinvoltura di chi le guida. Per ospitarle tutte, su un lato della stazione è stato costruito un parcheggio multipiano a loro riservato.

Partiamo alla ricerca del nostro albergo, che dovrebbe essere a poche centinaia di metri da qui. Dalla via principale che conduce a Piazza Dam, affollatissima di gente, pieghiamo su una via traversa che, serpeggiando tra coffe shop e locali notturni, ci conduce a Spuistratt, una via del centro storico ancora circondata dalle classiche case alte e strette, con le pareti strapiombanti sulla strada e l’immancabile gancio sospeso per far salire i mobili più ingombranti.

Siamo alloggiati al Turist Inn Hotel, alberghetto essenziale a due passi dal centro, ideato per chi vuole un punto di riferimento in città senza mettere in conto spostamenti con metrò e tram. Siamo all’ultimo piano ed abbiamo pure un piccolo terrazzino affacciato sulla via, che dà un po’ di respiro alla camera minuscola ed alla doccia ancor più piccola. Vabbè, per tre giorni e mezzo ci adatteremo.

Tempo di sistemare i bagagli, darci una rinfrescata ed è ora di cena. Partiamo a piedi ad esplorare i paraggi. Sulla via dell’hotel non c’è grande scelta, allora dirigiamo sulla parallela, la Nieuwezijds Voorburgwal, dove ci facciamo attirare dal San George, ristorante argentino. Visto che a pranzo siamo stati un po’ leggeri la proposta di spiedini e bistecche è approvata all’istante. Il locale tranquillo e la cena sostanziosa ci rinfrancano. Dopo cena, in due passi siamo su Piazza Dam, a respirare la prima boccata di storia olandese. Ne riparleremo domani, per oggi può bastare. Ore 21 e siamo a nanna.

15 agosto

Corroborante colazione a buffet e partiamo all’esplorazione di Amsterdam. Prima destinazione è Piazza Dam, che raggiungiamo infilandoci tra il neogotico vecchio ufficio postale, ora convertito nel centro commerciale “Magna Plaza” e la Nieuwe Kerk, la chiesa nuova. Piazza Dam è dominata dalla mole imponente del Koninklijk Paleis, il palazzo reale. Gironzoliamo per la piazza – particolare il monumento ai caduti della Second Guerra Mondiale – con due leoni in pietra bianca – e poi risaliamo il grande corso Damrak verso la stazione. All’altezza della Borsa Valori, un edificio imponente costruito a cavallo tra Otto e Novecento., pieghiamo verso il quartiere a luci rosse. Sono le dieci di mattina e la zona è decisamente tranquilla. Pochi negozi aperti, nulla dell’animazione notturna. Visto che ci portiamo dietro la piccola Caterina, va bene così. In mezzo ai commerci di ogni tipo sta la Oude Kerk, la chiesa vecchia della città.

Per canali e viuzze ci rechiamo alla Nieuwmarkt, una piazza lastricata su cui si affacciano edifici molto belli, tra cui il Waag, antica porta della città circondata da due tozze torri.

Già spunta il campanile aguzzo della Zuiderkerk, simbolo della città. Questa chiesa sconsacrata, pur situata presso il quartiere a luci rosse, riserva un angolo di pace, con un giardinetto, panchine e case dalle architetture avveniristiche – e gradevoli – costruite attorno quasi a proteggerla. Tramite una serie di ponti levatoi ritorniamo verso il Dam e ci rifugiamo nel Begijnhof. Qui erano ospitate fin dal ‘400 donne sole che, pur non prendendo i voti, si dedicavano all’assistenza dei bisognosi in cambio di un alloggio. Le alte facciate delle case racchiudono due giardini ed una chiesetta. Un angolo dove fermarsi a tirare il fiato. Tappa successiva un buon caffè, e poi partiamo per il museo Van Gogh. Prendiamo il tram – i biglietti si fanno a bordo, dal bigliettaio – e in breve siamo nella zona dei musei.

Mentre osserviamo sconsolati la lunghissima fila all’ingresso, una signora italiana ci consiglia di farci notare dalle due ragazze dello staff che regolano gli ingressi: visto che abbiamo una bambina al seguito, possiamo forse saltare la fila. Così infatti avviene, e in un attimo siamo dentro al museo.

La vista lascia senza parole, per la concentrazione delle opere di Van Gogh. Museo piccolo e ben organizzato, ne conserviamo un ottimo ricordo e anche Caterina apprezza la visita.

Hot dog per pranzo, e poi in tram puntiamo alla stazione, da dove partono le crociere turistiche lungo i canali. Noi scegliamo la compagnia “Lovers” – ma i prezzi sono gli stessi per tutti – e passiamo un’ora comodamente seduti. Dapprima usciamo sul porto, trafficatissimo di barche e vaporetti. Costeggiamo il Nemo, museo della tecnologia a forma di prua di neve, ed i bacini del Museo della marina con la ricostruzione di un veliero che commerciava con le Indie Orientali. Poi ci aggiriamo per i canali, con il naso all’insù ad ammirare case e palazzi.

La giornata è finita. Doccia in albergo e fuori a cena. Stessa via della sera precedente, ma nuovo ristorante, “Fogata”. Qui mi concedo un piatto tipico a base di polpette di carne adagiate su mix di carote, patate e cipolle stufate: eccellente!

Poco dopo il letto dell’hotel ci accoglie…

16 agosto 2012

Dopo le grandi scarpinate di ieri oggi decidiamo di lasciare la città per esplorare i paesini a nord di Amsterdam. Da dietro la Centraal Station partono i bus rossi per le terre d’acqua, le Waterland. Con un biglietto da dieci euro (tre per Caterina) ci assicuriamo i trasporti per la giornata. Prima destinazione sarà Edam, la patria del classico formaggio olandese.

Linea n. 316, capolinea a Edam passando per Volendam. Paesaggio di campagna rilassante, acqua raccolta in canali, rogge e piccoli stagni. É la regione dei polder, la terra strappata al mare con un lavoro di secoli.

Edam è una cittadina minuscola, che si visita con calma in un paio d’ore. Dal capolinea del bus si arriva presto al canale principale sul quale si affacciano casette linde e perfette. Ci godiamo l’azionamento manuale di una serie di ponti levatoi, messi in moto da una singola persona che si sposta in bicicletta dall’uno all’altro. Visita alla bottega dei formaggi e alla Grote Kerk, grande chiesa in mattoni rossi con un cimitero immerso nel verde. Ritornati alla fermata dei bus scopriamo che si può raggiungere Hoorn, antico porto marinaro. Altro viaggio in bus (linea 314) e siamo presto ad Hoorn. Città più grande di Edam, oggi il centro storico è invaso dalle giostre di una sagra. Siamo pertanto un po’ delusi dal poter soltanto indovinare le facciate delle famose case del ‘600. Dopo un ottimo panino consolatore, per una serie di stradine molto tranquille dirigiamo al porto. Il bacino più antico è sormontato da una caratteristica mezza torre; alla banchina sono ormeggiati alcuni barconi a vela di venerabile età, e si respira aria di mare (anche se ora più che di mare si può parlare di un placido lago).

Eppure da qui sono partiti Wilhelm Schouten, che battezzò col nome di Capo Horn la punta estrema del continente americano, e Jan Pieterz Coen, esploratore delle Indie Olandesi.

Ritorniamo ad Amsterdam sempre con la linea 314 e, avendo a disposizione ancora qulache ora, decidiamo di andare a Zaanse Schans. Il bus, linea 391, parte davanti alla stazione. Mentre nelle altre linee i bus erano quasi vuoti, questo è pieno come un uovo, perché attraversa Zaandam, popolosa cittadina alla periferia di Amsterdam. Non ci sono più campagne e campi coltivati, ma fabbriche,cantieri, file di condomini, depositi di merci: anche questa è Olanda. Arriviamo infine a Zaanse Schans, un sobborgo di Zaandam dove sono stati ricostruiti una decina di mulini a vento. Luogo decisamente turistico, con grande parcheggio per autobus e negozi di souvenir. Purtuttavia la vista d’infilata dei mulini ai lati dello specchio d’acqua è suggestiva. I mulini sono visitabili a pagamento, mentre la passeggiata tutto attorno è libera. Sono quasi le 17.00 e molti stanno chiudendo i battenti, nonostante arrivino ancora torme di turisti.

Riprendiamo il nostro bus rosso e nel giro di tre quarti d’ora siamo nuovamente ad Amsterdam.

Albergo, doccia e cena. Stanchi di girare, replichiamo su “Fogata” ad assaggiare un altro piatto tipico (spezzatino di manzo con patate bollite e cavolo rosso).

17 agosto 2012

Ultima mattina prima di decollare verso casa. In venti minuti di treno andiamo ad Haarlem.

Anche qui la piazza principale è invasa da un palco immenso e altre giostre. Gironzoliamo per le vie del centro, dominate dalla imponente Grote Kerk, osserviamo i movimenti di un ponte girevole ed un ponte levatoio, camminiamo lungo un canale con belle case a frontone. A direil vero da questa cittadina ci aspettavamo un po di più. Molto interessante è l’edificio della stazione, decorato con mattonelle e pannelli in puro stile liberty.

Ritorniamo in albergo a recuperare il bagaglio e poi, ancora in treno, andiamo a Schipol. L’areo parte con un quarto d’ora di anticipo… e anche questa vacanza è finita

Considerazioni e consigli

Amsterdam è una città a misura d’uomo, che si può visitare quasi tutta a piedi se si alloggia in centro. Il nostro albergo era a dieci minuti dalla stazione, in una via tranquilla dove il traffico di bici era ben maggiore di quello automobilistico. A proposito di Amsterdam, si parla molto di quartiere a luci rosse e coffe shop: nel primo siamo passati di mattina e c’era ben poco da vedere, circa i secondi ve ne erano anche lungo la via dell’hotel, ma non ci sono sembrate quelle tane del vizio che in molti dipingono. Poi ognuno è libero di cercare quel che gli va e trarne giovamento, nel rispetto degli altri…

A Caterina sono molto piaciuti il giro dei canali, le scampagnate in bus, i percorsi in tram, i quadri del Museo Van Gogh: in pratica i mezzi meccanici e la pittura impressionista!

La giornata in bus si è rivelata molto rilassante, sia per i paesaggi agresti sia perché tra una visita e l’altra scattava il riposo sull’autobus.

Consigli vari: per girare il centro si fa prima ad andare a piedi; la zona dei musei è un po’ lontana, pertanto conviene prendere il tram. Un biglietto di corsa singola costa 2 euro e 70 cent, per un’ora di durata, oppure si può fare un biglietto che dura ventiquattro ore a 7 euro e 50 cent.

I biglietti si acquistano a bordo dei mezzi; ogni volta che si scale e si scende va fatto passare davanti ad un lettore in prossimità della porta.

I bus “rossi” servono la zona a nord di Amsterdam. Il Waterland ticket – durata un giorno – costa dieci euro ed è decisamente conveniente se ci si sposta da un paese all’altro. Anche questo biglietto si fa a bordo dei bus.

Per orari e coincidenze chiedete agli autisti: parlano benissimo l’inglese e sono stati tutti molto gentili e precisi.

Lingua: l’olandese per certi versi assomiglia al tedesco…. ma niente paura, l’inglese lo parlano tutti benissimo!

Cibo: data la giovane età della maggioranza dei turisti l’offerta culinaria è sostenibile da tutte le tasche. Noi abbiamo scelto la comodità della vicinanza e frequentato due ristoranti vicini all’hotel, ma si può provare veramente di tutto!

In conclusione, Amsterdam ci è sembrata una città piacevole da visitare, con tanti angoli nascosti dove soffermarsi a guardare un accostamento di colori oppure un intreccio di architetture, o anche solo ascoltare il fruscio delle biciclette lungo i canali. Per poi decidere di prendere un bus e viaggiare in mezzo ad una campagna incredibilmente verde, diretti verso paesini ricchi di storia e tradizioni.



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