Amsterdam culla della civiltà

La prima cosa che mi ritorna in mente di Amsterdam è sicuramente il modo in cui tante persone diverse riescono a vivere e convivere insieme; puoi vedere nello stesso posto l’uomo d’affari, lo studente, il musicista, l’artista, il rasta, la coppia di turisti, i ragazzini appena usciti da scuola. Inoltre c’è un’assoluta calma nel vivere...
Scritto da: flygirl
amsterdam culla della civiltà
Partenza il: 26/04/2006
Ritorno il: 28/04/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
La prima cosa che mi ritorna in mente di Amsterdam è sicuramente il modo in cui tante persone diverse riescono a vivere e convivere insieme; puoi vedere nello stesso posto l’uomo d’affari, lo studente, il musicista, l’artista, il rasta, la coppia di turisti, i ragazzini appena usciti da scuola. Inoltre c’è un’assoluta calma nel vivere la quotidianità; provate a fare un giro lungo i tre canali che corrono paralleli lungo il lato ovest della città; troverete soprattutto banche ed uffici, ma sicuramente non troverete la frenesia e lo stress tipici dei luoghi d’affari (parlo per me che sono di Milano!); troverete giovani e non che lavorano, ma magari davanti a una bella tisana o seduti fuori per conciliare il dovere quotidiano con una straordnaria giornata di sole (e per straordinaria intendo fuori dall’ordinario clima nordico olandese, piovoso e… ventoso, ovviamente!).

La civiltà che ho trovato in questa città me l’ha fatta amare fin da subito.

L’aeroporto di Schiphol è immenso, ma tutto è talmente ben organizzato e chiaramente indicato che è impossibile perdersi.

Tutti i locali ad Amsterdam sono puliti e ben tenuti; appena arrivati ci siamo fiondati a mangiare qualcosa in un barettino vicino alla stazione, un piccolo pub assolutamente anonimo, gestito da un 70enne con una perfetta pronuncia inglese, con poca scelta sul menù ma con porzioni assolutamente dignitose e prezzi decisamente abbordabili.

Un appunto: la birra costa meno dell’acqua! Una bottiglietta di acqua naturale da 50 cl può costare anche € 4,50! Evviva il prodotto locale allora! Ho trovato grande gentilezza nei negozi e grande disponibilità per le informazioni; addirittura si sforzavano di parlare italiano per poterti meglio aiutare (francesi, imparate!).

La vita è un po’ cara però, i ristoranti e gli alberghi soprattutto. Questi ultimi poi abbassano la media di cura e pulizia: le camere sono piccole e non molto curate; noi avevamo prenotato su un grande battello ancorato fisso vicino alla stazione. € 100 a notte, camera piccolissima, bagno ancora più piccolo e con un perenne odore di chiuso; non c’erano neanche le saponette per lavarsi il viso, il lavandino perdeva, quindi ogni volta che aprivi l’acqua ti facevi il pediluvio. Avevamo chiesto una camera con vista canale e ce ne siamo ritrovati una con vista cantiere… In reception due ragazzi non molto svegli e un signore che non parlava neanche bene l’inglese… Unico aspetto positivo, la colazione, la fantastica colazione internazionale, a cui il mio ragazzo si è subito adeguato, gustandosi, dopo caffelatte, croissant e pane e marmellata, un bel toast farcito di prosciutto e formaggio… Mi chiedo come abbia fatto a perdersi il piattone di wurstel e crauti! La vita notturna non ce la siamo goduta molto, sia perché la sera eravamo abbastanza stanchi (ce la siamo vista tutta a piedi), sia perché siamo stati lì in settimana e probabilmente il clou della movida c’è durante il week-end; il centro, zona Dam, era pressochè deserto; invece ci ha molto stupiti il quartiere a luci rosse. Se volete proprio farci un giro, anche solo per curiosità, andateci di sera, sembrerà paradossale, ma è più sicuro. E’ pieno di gente, soprattutto turisti, anche di una certa età, addirittura ci sono i tour organizzati. Di giorno vedrete qualche donna in vetrina (non aspettatevi le stanghe bionde olandesi) e qualche cinese di passaggio dal quartiere vicino, una piccola Chinatown non molto raccomandabile.

Le zone di locali e night club sono Rembrandtsplein e Leidsplein, ma non abbiamo fatto in tempo ad andarci, così come al Vondelpark, consigliato per una pausa pranzo sull’erba, esclusivamente se c’è bel tempo però! Il muso Van Ghogh mi ha un po’ deluso; organizzato e luminosissimo, ma con meno opere di quante mi aspettassi; vale comunque la pena non perderselo; interessante l’ultima sala, in cui vengono messi a confronto gli stessi soggetti dipinti da Van Gogh prima e da altri artisti dopo, con commenti sulle diversità di stile e di tecnica.

Se volete divertirvi un po’ consiglio l’Heineken Brauwerei, la fabbrica dell’omonima birra, a sud della città, vicino al Magere Brug. L’ingresso costa € 10 ed il giro circa 2 ore (è libero, potete starci quanto volete). Si possono vedere tutte le varie fasi di fabbricazione della birra, nonché spazi multimediali con video e poltrone per vedere tutti i tv spot, dagli anni 50 ad oggi, per farsi una foto digitale e mandarla via e-mail, una sala con cinema dinamico per vivere due minuti da bottiglia, e soprattutto 3 free drink e un omaggio finale (non vi dico cos’è, altrimenti niente sorpresa!). Unico neo: forse era il caso di offrire anche qualcosa da mangiare, anche a pagamento, dopo 3 birre ci vuole! Non siamo riusciti a vedere la casa di Anna Frank, la fila per entrare era così lunga che ci è passata la voglia! Bellissimo il mercato galleggiante dei fiori, se andate in primavera, dei colori stupendi, veramente caratteristico.

Se volete avere un’infarinatura di ciò che vedrete, consigliamo per il primo giorno il giro turistico sul battello; avrete tante compagnie tra cui scegliere. Noi abbiamo scelto la Lovers (niente a che fare con l’amore, era il cognome del fondatore!). In questo modo avrete anche delle spiegazioni (difficilmente c’è l’italiano) su ciò che andrete a vedere, con informazioni storiche e curiosità. Ad esempio, farete caso alle travi che tutte le case hanno sul tetto; servono per agganciare le funi che portano su i mobili; infatti le case ad Amsterdam sono talmente strette che i traslocatori non riuscirebbero a girare sulle scale con i mobili e quindi li portano dentro dall’esterno! E le case sono così strette perché in periodo di boom demografico, la richiesta era talmente alta che per accontentare tutti sono stati costruiti edifici non più larghi di 5 m! Ma se vi racconto tutto io, che gusto c’è!



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