Amsterdam: a casa di Vincent

Viaggio nel genio di Van Gogh e in una città stupenda
Scritto da: Lonelytraveller
amsterdam: a casa di vincent
Partenza il: 05/11/2013
Ritorno il: 09/11/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
Il mio viaggio ad Amsterdam è stato la naturale conseguenza di una grande passione, quella per Vincent Van Gogh. Quindi, la visita del museo a lui dedicato, ha rappresentato per me la quadratura del cerchio: dopo aver letto tanti libri e alcune biografie sul grande pittore di Zundert, mi mancava solo di andare a trovarlo a casa.

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E infatti il 5 novembre sono partito alla volta di Amsterdam. L’Olanda mi accoglie all’aeroporto di Schiphol sotto una pioggia torrenziale, ma lo sapevo. La pioggia è una costante da queste parti ma imparerò ben presto che per gli abitanti di questa meravigliosa città è solo un dettaglio, abituati come sono a pedalare sotto le intemperie senza farci troppo caso.

La bicicletta, dunque. Ecco un elemento caratteristico e qualificante di Amsterdam: ce ne sono piu’ di cinquecentomila in città e sono le vere padrone della strada. Per uno come me, che viene da una città come Cagliari che ancora fatica ad abituarsi alle piste ciclabili, è uno choc. Sbucano dappertutto, passano sulle piste, sui marciapiedi, sulle rotaie affiancando pericolosamente i tram e sono condotte con maestria da tutti, uomini, donne, bambini, anziani. Ben presto lo choc iniziale si trasforma in ammirazione mentre prendo atto che gli Amsterdammers, con questo sistema, sono riusciti a risolvere il problema del traffico cittadino. E non solo.

Alloggio all’Hotel Van Gogh (e poteva essere altrimenti?) prenotato per tempo e raggiunto agevolmente con il Bus 197 che, per quattro euro, dalla pensilina B9 dello Schiphol Plaza, mi porta direttamente in zona, fermata Concertgebouw. L’albergo vanta una posizione strategica per le mie esigenze: si trova in Museumplein, la piazza dei musei dove, uno dietro l’altro, si trovano il Museo Van Gogh per l’appunto, il Rijksmuseum e lo Stedelijk Museum. Dal mio alloggio all’ingresso della “casa di Vincent” ci sono appena trenta passi, un niente che mi conduce all’emozione allo stato puro.

6 novembre 2013

La prima mattina è dedicata al Museo Van Gogh. L’ingresso è gratuito, poiché ho acquistato la convenientissima Amsterdam Card (per 72 ore, al prezzo di 62 euro), che da diritto a diversi free entry, all’utilizzo illimitato dei mezzi pubblici (bus, tram e metropolitana), a sconti in vari ristoranti e locali ed anche ad una piacevolissima ed indispensabile crociera sui canali.

Tornando a Vincent, circa 200 tele (emozioni forti per i Mangiatori di patate, La stanza da letto e i Girasoli), molti disegni, diverse lettere scritte all’amato fratello Theo, il cavalletto da campagna con la scatola dei colori che Lui portava sulle spalle come uno zaino in cerca di paesaggi da ritrarre, e anche qualche dipinto di Gauguin, l’amico pittore con il quale divise la sua casa per qualche tempo, fanno volare un’intera mattinata al punto che mi dimentico perfino del mio stomaco.

Mangiare ad Amsterdam non è davvero un problema. Non essendoci una vera e propria cucina olandese, si trova di tutto, per tutti i palati e le tasche ad ogni angolo della strada (considerato che la città non è propriamente economica). Quindi decido di mangiare dove capita e quel che capita, senza badare a orari e a consuetudini radicate, all’insegna di una grande libertà che ho reso regola principale del mio viaggio e della mia vita. Segnalo, peraltro, i distributori automatici di cibo della FEBO, sparsi in tutta la città: basta inserire qualche moneta in corrispondenza di quel che si vuole mangiare ed ecco a voi una bella crocchetta calda o ottime bitterballen.

Quindi salgo sul tram n.5 fermata Piazza Dam, il cuore della città. Alle spalle l’opulento Palazzo Reale con a fianco la Nieuwe Kerk, una vecchia chiesa del 1300 che in questi giorni ospita una mostra molto interessante sul periodo Ming della storia cinese. L’ingresso è a pagamento, ma la mia fedele City card mi consente di entrare gratis: all’interno la maestosità della vecchia chiesa fa posto alle ceramiche Ming, ai ritratti dei vari imperatori cinesi ed anche ad un plastico che riproduce la Città proibita. Intanto l’appetito mi spinge a cercare qualcosa da mangiare e non trovo niente di meglio che avventurarmi lungo il Damrak dove posso soddisfare l’appetito e la curiosità con uno splendido panino farcito, una ciambella e un bicchiere di birra Heineken, la birra olandese per eccellenza.

Ora decido di sfruttare le poche ore di luce per fare la crociera sui canali ed avere finalmente una visione d’insieme della città che mi ospita. Opto a caso per la Blue Boat Company e non me ne pento. L’imbarco è dietro il Rijksmuseum, proprio vicino al mio albergo, di fronte all’Hard Rock Cafè. Anche la crociera è gratuita grazie alla City card (altrimenti costerebbe 15 euro). A bordo si può ascoltare l’audio-guida, anche in lingua italiana, che spiega molto chiaramente i luoghi che vengono costeggiati durante il percorso. Il tour dura circa 75 minuti e, per i romantici consiglio di farlo di notte (i battelli girano fin dopo le 22) perché l’emozione di vedere la città e i suoi ponti illuminati è davvero forte.

Intanto si è fatto buio e decido di fermarmi per cena in un bruin cafè in centro (da non confondere con i Koffieshops, famosi locali nei quali si consuma la cannabis e i suoi derivati, il cui uso è consentito in Olanda). Il locale è accogliente ed il clima particolarmente conviviale: l’olandese sa essere “gezellig”, ossia amichevole, informale e soprattutto tollerante. E’ una piacevole sensazione che mi aiuta a mandare giu’ tranquillamente un paio di birre prima di andare a dormire.

7 novembre 2013

La mattina successiva, dopo un’abbondante colazione in albergo al costo di 5 euro, ritorno in centro con il tram n. 5 e mi avventuro a piedi all’interno del centro medievale. Qui visito la Oude Kerk (ora in fase di restauro e semi vuota) che ha a fianco, contraddizione tra le contraddizioni, il famoso Red Light District (meglio noto come quartiere a luci rosse). Inutile spiegare di cosa si tratti, lo sanno tutti. In Olanda la prostituzione è regolamentata fin dal 1810 e nelle vetrine lungo il quartiere, illuminate da luci rosse (da qui il nome), possiamo notare le professioniste del sesso a pagamento che si offrono ai clienti. Non si possono fare fotografie: a parte il cattivo gusto, le signorine potrebbero non gradire e premere, dall’interno, un pulsante che accende una luce esterna. A questo punto è meglio che la polizia intervenga prima che lo faccia qualche altro.

Ora mi sposto un po’ verso est e raggiungo Nieuwmarkt, un quartiere che, nonostante il nome che porta (Mercato nuovo), è in realtà uno dei piu’ antichi di Amsterdam. Qui visito la casa museo di un grande della pittura olandese, Rembrandt. Grazie alla card, l’ingresso è gratuito. Una precisa e pratica audioguida mi introduce nelle varie stanze dell’abitazione, dalla cucina, alla stanza nella quale l’artista trattava le sue tele con i mercanti, alla sua stanza da letto fino al suo atelier. Il locale dove Rembrandt dipingeva odora ancora di olio di lino ed è ricco di oggetti che l’artista collezionava: conchiglie, busti di gesto, lance, scudi, vecchi libri e stampe, e perfino un coccodrillo impagliato che fa bella mostra di sé appeso al soffitto. Tutto questo ben di Dio è stato raccolto e catalogato da un curatore fallimentare nella speranza di soddisfare i creditori: infatti il grande Rembrandt, da ricco pittore che fu, condusse una vita dissoluta e morì in bolletta dopo aver sperperato tutti i suoi averi.

Dopo essere tornato in albergo per un breve riposo, esco nuovamente per andare a visitare la Casa di Anna Frank. Prinsengracht 263, già da lontano appare gremito di aspiranti visitatori. Ma fare la fila in religioso silenzio per vedere il rifugio segreto nel quale questa straordinaria e sfortunata ragazza si nascose, nella vana speranza di sfuggire ai nazisti che avevano occupato l’Olanda, è un disagio che si sopporta molto volentieri. L’ingresso (9 euro) ci introduce, attraverso locali molto piccoli e stretti, alla famosa libreria, ancora intatta, che nascondeva il passaggio verso l’annesso segreto, così definito da Anna nel suo celeberrimo Diario. Lungo le pareti delle stanze si possono notare documenti dell’epoca e fotografie di attori americani che Anna amava. Alla fine, l’emozione piu’ forte si prova nell’ammirare il suo Diario con la copertina a quadretti rossi, esposto in una teca di cristallo.

Si è fatto tardi, decido di rientrare e, per cena, mi fermo in un bel bruin cafè. A fine pasto assaggio il loro Jenever, il gin olandese che mi aiuterà a sopportare il freddo che mi aspetta là fuori. Una passeggiata e una bella fumata con la mia pipa mi riconciliano con il mondo e mi fanno dimenticare la stanchezza della giornata che, forse per rendersi amica, mi ha risparmiato la pioggia.

8 novembre 2013

Stamattina ci sono in programma gli altri due grandi musei di Amsterdam: il Rijksmuseum e lo Stedelijkmuseum.

Grazie alla card, l’ingresso del Riijksmuseum è scontato. E’ il piu’ grande ed importante museo d’Olanda e rappresenta una tappa obbligata per il viaggiatore. Qui ammiro soprattutto le opere di Rembrandt (fra tutte la monumentale Ronda di notte), di Vermeer (La lattaia, La lettrice), di Frans Hals e le famose ceramiche bianco/blu di Delft. Tra le collezioni vi è pure una “casa di bambole” in miniatura, fatta costruire dalla moglie di un ricco mercante: il “giocattolo” consta di circa 700 pezzi e si dice che sia costato molto di piu’ di una casa vera.

Vado poi allo Stedelijkmuseum (ingresso gratuito con card) che racchiude collezioni di artisti moderni. In questi giorni vi è un’interessante mostra di opere di Malevich.

Pausa pranzo e poi via verso l’Hermitage Amsterdam, la succursale olandese del ben noto museo di San Pietroburgo. Qui posso ammirare, oltra alla maestosa argenteria russa, anche alcuni quadri di Van Gogh, fra i quali l’autoritratto con il cappello di feltro.

Per concludere la giornata faccio un salto a Waterlooplein uno dei piu’ famosi mercatini all’aperto di Amsterdam. Questo mercato delle pulci offre veramente di tutto: vestiario, oggettistica, stampe, giocattoli e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Io ho scovato due meravigliose pipe Dunhill usate (e chi ha la passione della pipa come me, sa bene di cosa sto parlando) che ho acquistato al prezzo di otto euro l’una. Un vero colpo di fortuna.

Rientro alla base a piedi perché passeggiare tra i canali di questa città mi rilassa in maniera straordinaria. Ne approfitto per dare un’occhiata a Kalverstraat, la via commerciale di Amsterdam, proprio a fianco del Palazzo Reale. Molti negozi e tanta gente per strada. Qui mi faccio tentare da un enorme cartoccio di patatine fritte e una salsa favolosa. Passeggio beato mescolandomi tra la gente come fossi uno del posto ringraziando la buona stella che mi ha risparmiato ancora una volta la pioggia.

Si cena in zona e via a dormire. Domani mi attende il volo di rientro.

9 novembre 2013

Ultimo giorno in città e, siccome ho la mattinata libera, faccio due passi a Vondelpark, il polmone verde di Amsterdam. Fa un po’ freddo ma il sole splende magnificamente. E’ bello vedere in mezzo alla natura gli Amsterdammers che pedalano, fanno jogging, passeggiano e si godono il tepore del mattino. Trovo una panchina libera, ne approfitto per sedermi e prendere qualche appunto di viaggio.

Purtroppo, si è fatta ora di tornare a casa.

Recuperata la valigia in albergo riprendo il mitico 197 che in mezz’ora mi condurrà all’aeroporto di Schiphol dove mi attende il volo per l’Italia. La pioggia che mi ha accolto all’arrivo si ripresenta ora, copiosa, alla mia partenza. Probabilmente rende piu’ malinconico questo distacco e mi complica le cose a livello emotivo. So però che non sarà un addio quanto piuttosto un semplice arrivederci ad una splendida città.



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