Ampelmann e currywurst
Tornare a Berlino e scoprire cos'è la Ostalgie
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Tornare a Berlino. Come lasciarsi scappare quest’occasione? I voli low-cost offrono svariate possibilità di scelta, la capitale tedesca si visita sempre volentieri, quindi eccoci qui. Partiamo con il gelo, e le condizioni non cambieranno per tutti i cinque giorni della nostra vacanza. Alloggiamo al ‘Best Western Hotel am Spittelmarkt’, a pochi passi dall’omonima fermata della metropolitana (U-bahn). Già, i mezzi pubblici. A Berlino la rete di tram, autobus e metro è potenziata al massimo, con la “Berlin Welcome-card” possiamo raggiungere ogni angolo della città, oltre ad avere sconti su alcune attrazioni. Si può prendere direttamente in aeroporto (Schönefeld per noi). Da lì con la metro di superficie (S-bahn) si raggiunge il centro. Tornando qui dopo pochi anni ci saremmo aspettati di ritrovare la stessa città di allora, invece Berlino ha questa capacità unica di non essere mai uguale a se stessa. Saranno i colori, l’atmosfera, questi quartieri uno diverso dall’altro. Provate ad esempio a passare il ponte Oberbaumbrücke dopo aver visitato Kreuzberg, il quartiere turco. Si passa in un attimo dai negozi multietnici in Bergmannstrasse all’austerità ‘trasandata’ di Friedrichshain, il cui simbolo è il tratto di muro dell’East Side Gallery, uno dei pochi pezzi rimasti dopo il crollo. Lì vicino, dietro la stazione dei treni Ostbanhof, capitiamo quasi per caso al mercatino domenicale di ‘Antikmarkt’, dove ci possiamo sbizzarrire alla ricerca di oggetti da collezione come monete, banconote, lastre e memorabilia del periodo della Germania Est. E’ un mercatino frequentato soprattutto dalla gente del posto, e questo basta per piacerci ancora di più. Via da lì andiamo a scoprire una delle arterie che hanno fatto la storia di questa stupenda città (ma che freddo…), la Karl Marx Allee, lunghissimo viale metafora del regime DDR: palazzoni così brutti che bisogna vedere per capire com’era davvero. Per un’idea ancora più precisa provate il “DDR Museum”, dietro il Duomo, lungo la Sprea. Salite sulla mitica Trabant, simulate l’attività della polizia segreta, guardate com’erano arredate le case all’epoca della Germania Est, oppure fermatevi ai semafori e scoprite quello che era il simbolo di quegli anni, Ampelmann. E’ diventato di moda acquistare borse, magliette e tazze che raffigurano l’omino verde (oppure rosso) che regola il traffico pedonale. La chiamano ‘Ostalgie’, nostalgia dell’est e del passato che non torna. Entriamo così nel cuore di Mitte, il quartiere dov’è concentrata la maggior parte delle attrazioni. Su tutte spicca (come non vederla) la Fernsehturm, ossia la torre della televisione, uno dei simboli di Berlino. La si vede da ogni punto della città, inconfondibile ago con sopra una grossa sfera d’acciaio, che è poi la piattaforma panoramica da dove vedere tutto ai propri piedi (203 metri dal suolo!). Da qui sembrano minuscoli il Rotes Rathaus, cioè il municipio fatto di mattoni rossi, e Marienkirche, deliziosa chiesetta rimasta intatta, non si sa come, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Alla base della torre si apre maestosa (anche se non bellissima) Alexanderplatz, con il suo orologio del mondo, questa sì un’idea carina. Mitte offre un’infinità di cose da vedere, dalla severa facciata dell’Altes Museum al Duomo (fategli una foto da Friedrichbrücke, uno dei ponti lì vicino), dall’elegante piazza di Gendarmenmarkt (su un lato la cioccolateria chic “Fassbender”) fino all’isola dei musei, una delle parti più belle della città. Noi abbiamo visitato il Pergamon e il Neues, entrambi notevoli, per i tanti capolavori che contengono. Aldilà del fiume c’è Nikolaiviertel (fermata U-bahn “Klosterstrasse”), un insieme di viuzze medioevali ricostruite fedelmente, visto che dopo la guerra erano rimaste solo macerie. E’ bello perdersi qui, si respira un’aria ‘antica’. Costeggiando la Sprea si entra nel quartiere ebraico di Scheunenviertel, a mio parere uno dei più caratteristici di Berlino. Meritano una visita i curiosi cortili di ‘Hackesche Höfe’, un labirinto di locali, caffè e negozi di souvenir (qui c’è il punto-vendita principale di Ampelmann). Non lontano c’è la cupola dorata della Sinagoga e il centro sociale “Tacheles”, da vedere all’interno (spiegarlo non si può, provare per credere!) per cercare di capire a fondo la meno tedesca delle città tedesche. A Scheunenviertel c’è ampia scelta di locali dove gustare deliziose specialità tipiche: noi siamo andati al ‘Schwarzwaldstuben’ (fermata S-bahn “Oranienburgerstrasse”), che ha soddisfatto pienamente il nostro appetito. Ovviamente non possono mancare le visite alla Porta di Brandeburgo e al Reichstag (attenzione, da qualche settimana è necessario prenotare via web l’entrata, ecco perché non si vedono più quelle code chilometriche…), nella stessa zona sorge l’Holocaust Mahnmal, una serie di blocchi di cemento dalle varie altezze. L’entrata è libera, vale la pena perdersi in questo inquietante labirinto che rappresenta il genocidio nazista. Camminando verso sud, sulla Ebertstrasse, dopo poco si arriva all’estrema modernità di Potsdamer Platz, modernità forse spinta fino all’eccesso secondo me. Merita comunque una visita il SonyCenter, se non altro per ammirare, specialmente di sera, il suo tetto di vetro progettato dal nostro Renzo Piano. Il resto non è altro che un vastissimo centro commerciale con all’interno svariati caffè. Noi comunque preferiamo luoghi più tipici dove andare a rifocillarci, come ad esempio il tranquillo quartiere di Prenzlauer Berg, a nord di Mitte. Qui la vita sembra scorrere lenta, tra i palazzi recuperati dopo la caduta del Muro. E’ il quartiere dei creativi, degli alternativi, e si vede. C’è un locale di nome ‘Schusterjunge’ (fermata U-bahn “Eberswalderstrasse”) dove ritrovare una certa intimità e piatti caratteristici della cucina berlinese. A proposito, non si può lasciare questa città senza aver provato il currywurst; è inutile spiegare cosa sia, bisogna solo fermarsi in uno dei numerosi chioschi che potete trovare ovunque, e chiederne uno. Con pochi euro godrete del sapore più intenso di Berlino. Uno dei migliori si trova fuori dal Kadewe (U-bahn “Wittenbergplatz”), il centro commerciale più chic della città, sette piani di firme prestigiose. Tutta la zona intorno al Kadewe è piena di luci, grandi insegne, negozi di marchi famosi che indicano l’opulenza di quella che era Berlino Ovest, la parte più globalizzata e patinata. La via più indicativa in questo senso è il Kurfüstendamm. In fondo trovate il “dente cariato”, cioè la Gedachtniskirche, chiesa con il campanile mozzato, rimasto così dopo i bombardamenti subiti, a voler rimarcare l’orgoglio di essere rimasti in piedi, nonostante tutto. Kreuzberg: se dovessi avere soltanto due ore per farmi un’idea della multiculturalità della capitale tedesca, verrei qui. Oggettistica turca, negozi etnici asiatici, ristoranti italiani e libanesi, pure un negozio di vestiti usati venduti un tanto al chilo (“Colours”, Bergmannstrasse); insomma non ci sia annoia di certo da queste parti. Visto che si tratta dello storico quartiere turco, per non perdere l’occasione di assaggiare qualche prelibatezza tipica, scegliamo il ristorante ‘Defne’ che si trova lungo un romantico canale (fermata U-bahn “Kottbusser tor”). In questo quartiere tra l’altro sorge il Jüdisches Museum (fermata U-bahn “Kochstrasse”), un gioiello di architettura moderna dove si ripercorre tutta la storia del popolo ebraico, molto interessante. Praticamente a due passi c’è il Checkpoint Charlie con annesso il Mauer Museum, ossia la storia del Muro e tutti i tentativi di fuga che si architettarono per attraversarlo. Visitatelo di prima mattina per evitare lunghe code. Poco lontano, lungo Niederkirchnerstrasse, un tratto di muro introduce alla Topografia del Terrore, da pochi mesi trasferita al coperto, all’interno di un padiglione bianco. L’entrata è libera, vale la pena percorrere tutti i pannelli esplicativi che rievocano gli orrori compiuti durante la seconda guerra mondiale. A proposito, se avete una mezza giornata da spendere fuori città, fatelo al campo di concentramento di Sachsenhausen (S-bahn fino a Oranienburg, poi autobus o venti minuti a piedi), per vedere fin dove può arrivare la follìa dell’uomo, di certo inconcepibile. Insomma, ci sono tante cose da fare e da vedere a Berlino, basta avere tempo e parecchia voglia di camminare e scoprire gli angoli meno battuti. Ultima cosa: per non perdere troppo tempo alla ricerca di souvenir, noi abbiamo comprato quasi tutti i nostri al ‘Berlin Story’ in Unter den Linden, il viale principale che inizia dalla Porta di Brandeburgo. Lì si possono trovare tante buone idee-regalo. Torneremmo a Berlino una terza volta, quarta, quinta…questa città ci chiama e ci calza a pennello. Alla prossima volta in cui diremo ‘Wir fahren nach Berlin’!