Amo l’istria con camper e moto
Siamo partiti dunque da Pordenone il primo venerdì di luglio 2009 a mezzogiorno con il camper e moto al seguito. Sappiamo già dove andare: è ormai un appuntamento ben definito: al Camping Istra a Funtana, tra Parenzo e Orsera (Vrsar). E’ un camping FKK (naturista) che abbiamo scoperto più di 15 anni fa. Siamo degli abitudinari: andiamo sempre al lato sud, fronte mare, vicino agli alberi e dobbiamo sentire il rumore della risacca: questo per noi è il bello del mare! Siamo ‘anomali’ ad ogni modo, perché tanto il bagno, nelle acque limpide ma fredde dell’Adriatico, non lo facciamo mai! E’ sempre così, come una calamita: gira, gira ma si deve arrivare al mare. Abbiamo girato tutti i campeggi d’Istria ma due sono quelli che mi entusiasmano: questo, con la vista sulle piccole isole, e quello di Pola, lo Stoja. Questo FKK di Funtana è molto grande con i suoi 37 ettari di collina alberata, è ben organizzato, molto pulito ed il colore del mare ricorda la Sardegna. Arrivati dunque di venerdì pomeriggio abbiamo la possibilità di scegliere il posto migliore perché i vacanzieri del fine settimana arriveranno in serata (soprattutto i triestini). Il campeggio è abbastanza affollato da tedeschi e olandesi, ma il nostro posto è vicino ad un gruppo di triestini che ormai, stanziali, già conosciamo dagli anni passati.
La vista dal nostro camper è incantevole: è una finestra tra gli alberi che ti fa vedere il turchese del mare e in fondo Orsera, con il suo palazzotto dipinto di giallo (!!?), ed il campanile, posti sul culmine del paese, da dove alle h 20.40 si vede un tramonto da cartolina sul mare. A quell’ora a Orsera si raccolgono molti turisti silenziosi per questo ‘evento’ della natura. Alle volte, a seconda della rifrazione del sole, il mare diventa rosso e allora ti viene da trattenere il respiro sino a che il sole si tuffa nel mare e tutti fotografano per ricordare questo momento così particolare.
Lungo la nostra postazione si vede il passaggio di tutti i nudi, ma sono tutti piuttosto anziani. Una volta faceva un po’ impressione entrare e vedere tutti così, come dire, ‘spogli’ ma senza vergogna. Dopo un po’ però tutto diventa normale. La prova di ‘libertà’ che ti dà questo tipo di campeggio bisogna prima farla da soli o in coppia, poi col tempo ci vai anche con parenti e amici. Nessuno si vergogna, nessuno guarda l’altro con curiosità, libidine o schifo. In effetti si vede di tutto, ma soprattutto persone anziane che passano anche mesi con tende o roulottes.
Prima tappa serale a cena da Barba Ciso: un ristorante nel piccolo paese di Funtana: padre e figlio gestiscono questo ristorante da 19 anni e ormai ci salutano come un amico che, appunto, non vedono da un anno. Il pesce è sempre fresco e squisito.
Sabato mattina, dopo un breve relax lungo la spiaggia di sassi, prendiamo la moto e andiamo all’aeroporto di Orsera per l’aperitivo. Silvano ci ha lasciato ogni anno il cuore a questo posto, dove piccoli aerei vanno e vengono per portare i turisti a fare un giro lungo la costa. C’è un piccolo bar/ristorante dal quale godiamo di questo posto molto bello: dà serenità, a parte i pavoni, che stridono con voce tonante. Silvano sta godendo ancor più perché a 62 anni sta facendo il brevetto di volo di primo grado: il sogno di una vita e ben presto potrà, da solo, guidare questi piccoli piper e librarsi come un uccello.
Sabato sera, invece, altra tappa d’obbligo: il maialino arrosto a Flengi. La trattoria da Laura è la migliore: carne arrosta, verdure e cortesia il biglietto da visita. Domenica mattina, sul tardi, con la moto siamo andati a Nova Vas, vicino a Parenzo, dove c’è il ‘nostro’ albero di ciliegie. A giugno avevamo già fatto una scorpacciata perché è un albero lungo la strada con rami che toccano terra: nessuno è avido come noi! Ora la stagione è ormai passata per quelle rosse ma… vicino alle Grotte di Baredine ci sono alberi di ciliegie bianche che maturano più tardi e così ne approfittiamo golosi. Domenica alle grotte sono parcheggiate molte auto per la visita delle grotte. All’entrata un’orchestrina gioiosa di 10 elementi, di cui 5 fiati, rallegra tutti i presenti in attesa di scendere nelle grotte. Sono veramente bravi, anche se non più giovanissimi…Ne godiamo per una mezz’ora bevendo uno spriz. Le grotte sono uno scrigno di meraviglie naturali quali stalattiti e stalagmiti, sculture sotterranee realizzate dal paziente e millenario lavorio dell’acqua. In una delle sale interne, passando accanto ad una gola larga 4 metri e profonda 66 metri, si discende fino ai laghi sotterranei. E così avanti, attraverso cinque sale, cinque gallerie di sculture astratte e realistiche, una passeggiata piacevole di 40 minuti attraverso i 300 metri del sentiero accompagnati dalla guida e “conservatore di museo”. L’attrattiva di questa escursione è l’incontro con la fauna sotterranea: è occasione di vedere il proteo (Proteus anguineus), una specie endemica che vive soltanto in queste zone carsiche, nonché i minuscoli e trasparenti granchiolini e insetti. Visitare Parenzo (Porec) è d’obbligo. Le tracce artistiche e spirituali delle grandi culture antiche sono visibili dappertutto, nelle viuzze strette, nei palazzi e nelle piazze pavimentate con la famosa pietra d’Istria del centro storico. I reperti archeologici dimostrano che vi si abitava già nella preistoria. Ai tempi dell’antica Roma vi era fortificato il campo romano, la Colonia lulius Prentium, di cui oggi troviamo testimonianza nei resti del foro e dei templi. La basilica eufrasiana con le sue tre navate è il monumento più bello dell’arte bizantina del VI secolo. Nel suo interno si possono ammirare anche i resti della pavimentazione musiva paleocristiana che risale al periodo tra il II e d il VI secolo. Le parti superiori dell’abside centrale sono decorate con ricchi e preziosi ornamenti musivi di eccezionale valore artistico.
Interessante è il ‘parco sculture’ che si trova nelle immediate vicinanze di Orsera (Vrsar). Su 10 ettari di pascolo si trovano un atelier, uno studio artistico e il parco sculture. Qui sono esposte le opere del famoso artista e scultore Dusan Dzamonia le cui opere d’arte popolano e impreziosiscono numerosi musei di tutto il mondo.
Orsera è divisa in due parti: il nucleo storico, accovacciato sulla sommità d’un colle, ricco di storia e cultura, e la nuova Orsera, più vivace e moderna, ubicata ai piedi del colle con spiagge ed un marina.
Dalla costa di Orsera si gode della vista su uno degli arcipelaghi più belli del Mediterraneo, composto da 18 isolotti disabitati sparsi sulle acque cristalline dell’Adriatico. Da Orsera partono tante navi turistiche per gite panoramiche le cui rotte costeggiano l’incantevole costa istriana. Popolarissima meta di gite, il vicino canale di Leme (Limski kanal), unico fiordo naturale in Istria, è compreso nel territorio un’area protetta. Con la moto abbiamo scoperto tante piccole chicche: un vecchio monastero benedettino costruito intorno all’anno 1000, ora diroccato, a Klostar (vicino a Flengi) con una struttura importante e poi oltre, tra Sbandai e Lovrec, una vecchia cava abbandonata che ha lasciato il terreno a terrazze e sembra di essere in un teatro. Ogni anno, a settembre, vi si tiene la “Scuola estiva di scultura Montraker”. Per non parlare della vecchia Lovrec che merita di essere visitata. Sono ancora ben conservate parti delle mura , alte torri e porte che risalgono al periodo veneziano. Tutta la costa dell’Istria è bella, e belle sono le cittadine soprattutto quelle della parte occidentale della penisola: a partire dal faro di Salvore, e giù verso Umago, Novigrad, Parenzo, Orsera, Rovigno e sino a Pola. Una breve traversata per mare separa dalle isole Brioni (Brijuni), un arcipelago di 12 isole di straordinaria bellezza. Furbo era Tito che vi aveva fatto la sua residenza estiva.
Ma una delle gite più interessanti è all’interno dell’Istria: a Montona (Motovun), un borgo mistico accovacciato sul cucuzzolo d’un colle, che, ogni anno ad agosto, si trasforma in cinematografo per accogliere un importante festival del cinema internazionale.
Poco lontano c’è Grisignana (Groznjan): un suggestivo e affascinante borgo medioevale (tra i meglio conservati d’Istria ) situato su un terreno collinare sopra la riva destra del fiume Quieto ed è conosciuta anche come ‘città degli artisti’. La città è ancora viva grazie agli artisti che oggi hanno le loro gallerie nella cittadina. La maggior parte degli abitanti nativi aveva lasciato la città dopo la seconda guerra mondiale, ma nel 1969 un programma di rilancio ha raggiunto l’obiettivo di trasformare Grisignana in ’città degli artisti’ . E’ veramente gioiosa! Sempre con la moto abbiamo poi scoperto una strada tra Orsera e l’aeroporto che corre parallela al Limski Kanal. E’ uno sterrato facile tra i boschi. A metà strada, dopo una breve ed irta discesa, si arriva a bordo canale e qui si trova la caverna di Romualdo, dove durante l’undicesimo secolo ed il successivo sono state tenute cerimonie religiose. Ora è un bel punto di vista sul fiordo con un bar e la grotta denominata ‘dei pirati’, visitata dai turisti che ogni giorno percorrono con le barche il canale. Il fiordo è lungo circa dieci chilometri, è profondo 30 metri e nella parte più ampia raggiunge i seicento metri di larghezza.
Abbiamo scoperto con la moto anche un altro percorso interessante: dopo il fiordo al bivio, invece di andare a destra verso Rovigno, si gira a sinistra verso Kanfanar e nelle vicinanze si trova Dvigrad. La si può vedere anche dall’autostrada (sulla sinistra andando verso sud): una piccola città medievale diroccata che certamente merita una visita. Costruita nell’11° secolo ed abbandonata nel 17° in seguito all’epidemia di peste, domina ancora oggi la pianura di Lemme: forse un tempo per la sua posizione strategica richiedeva il dazio per il sale. C’è stato qualche tentativo di ristrutturazione della chiesa, delle mura e delle torri, ma c’è molto da fare e come al solito mancano i fondi. i fronte alla sue rovine c’è un piccolo gioiello dell’Istria verticale: un bellissimo costone di calcare compatto che, gradevolmente esposto a sud, offre più di 70 vie di arrampicata.
Questa volta non siamo andati a Rovigno, ma per me è la cittadina più bella dell’Istria: dinamica e romantica, città di mare stracolma di negozietti e gallerie d’arte. E’una delle cittadine più fotogeniche del Mediterraneo. Dista da Trieste circa 65 km.
La “cittavecchia” si eleva sulla penisola e sta a testimoniare tutti i secoli passati: lo spazio limitato ha condizionato la costruzione ammucchiata delle sue case, le sue calli strette e le sue piazzette. Una peculiarità di questo nucleo urbano è rappresentata dai caratteristici camini.
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Martedì abbiamo lasciato il campeggio di Orsera e siamo andati a Pola. Il campeggio di Stoja è molto bello e comodo, vicino alla città e raggiungibile facilmente anche con autobus ogni 20 minuti: è una penisola: parte con costa alta e parte bassa, con alberi secolari. Abbiamo trovato una piazzola stupenda sotto gli alberi, alti sul mare: era proprio quello che volevo! Una volta sistemati, via con la moto in centro di Pola perché vogliamo cercare i biglietti per lo spettacolo di mercoledì sera all’Arena: sir Elton John in concerto. Un avvenimento unico e non lo voglio perdere. Avevamo cercato i biglietti anche a Parenzo, ma qui a Pola ci sono due possibilità: 800 kune sotto il palco, ma in piedi o 1.200 sulle poltrone. E’ tanto, ma vale la pena (174 euro a testa) e li spendiamo volentieri. Martedì sera a cena allo Stari Grad, appena fuori il campeggio e mercoledì mattina ci svegliamo con un mare ‘arrabbiato’: il tempo è bello, ma il mare è in movimento e ci divertiamo a vedere le alte onde che si infrangono sulle rocce.
A metà mattina si va, con la moto, verso Prematura a Punta Kamenjak: è un’oasi naturale, a pochi chilometri dalla città di Pula: un promontorio che si estende per 3 chilometri ed è zona dichiarata parco, circondata da una trentina di chilometri di costa incontaminata, ricca di baiette in cui è possibile prendere tranquillamente il sole e fare il bagno.
Per accedere al parco si paga un modesto ingresso: consegnano anche dei sacchetti dove mettere le immondizie. Le strade sono in terra rossa e spesso ci sono massi che possono “dar fastidio” alle macchine più basse. A pochi chilometri dalla punta del promontorio c’è l’isolotto del Porer, con il suo pittoresco faro. Il fiore all’occhiello del Parco Naturale di Rt Kamenjak sono tuttavia le molteplici specie endemiche di orchidee che in questa area incontaminata hanno trovato il loro habitat naturale. Nel parco di Punta Kamenjak non ci sono strutture abitate ma un solo punto di ristoro, il “Safari bar”.. E’ molto particolare perché si arriva sulla Punta e si vede solo un cartello: il bar è tra le canne alte 4 metri ed i tavolini e le sedie sono costruite al 100% con materiale naturale. Oggi però qualcosa non è andato bene: abbiamo preso una sangria e forse il ghiaccio ha inquinato l’aperitivo! Mi saprò regolare la prossima volta! Un giro al mercato di Pola: sempre stupendo! Sotto gli ippocastani frutta e verdura profumata e saporita venduta dai contadini. Faccio riserva di aglio e fagioli sgranati che metterò in congelatore per l’inverno. Bel mercato coperto anche di pesce e carne.
Non abbiamo mangiato a pranzo: non stavamo molto bene. A metà pomeriggio stavamo già meglio bevendo solo the! Dobbiamo star bene per andare al concerto. Nel tardo pomeriggio torniamo in centro: è nostra intenzione cenare in un ristorante e poi alle 20.30 presentarci all’anfiteatro di Pola. E pensare che tale opera, destinata alla lotta degli uomini e degli animali, venne costruito sotto l’ imperatore Vespasiano, nel I sec. Dopo Cristo. E’ di forma ellittica, di dimensioni 130 X 105 m circa , altezza 32 m. Per grandezza e’ al sesto posto tra gli anfiteatri al mondo.
Il centro storico di Pola è perfetto per una passeggiata: è chiuso al traffico e, negli ultimi anni, è stato molto valorizzato. Ci sono diversi bar, ristoranti e pasticcerie. Camminiamo lungo la Via Sergia (bellissimo Arco!), sulla quale si affacciano i palazzi più belli e si arriva nella piazza principale con il Tempio di Augusto. Pensa che si trovano ancora i servizi pubblici per uomini (vespasiani) lungo la strada.
Gira, gira, gira, sono arrivate quasi le h 7 e mezza e non siamo più riusciti a trovare un tavolo libero nei numerosi ristoranti. Abbiamo deciso pertanto di mangiare un panino, un gelato e un sacchetto di pop corn, con il quale ci siamo presentati all’entrata dell’arena: Elton John è arrivato alle 21.10, l’arena si è riempita solo più tardi: tutti pensavano che avrebbe iniziato come tutte le star in ritardo, invece ha fatto uno spettacolo straordinario dalle 21.10 sino alle 23.30 senza fermarsi: un grande professionista accompagnato da professionisti. La nostra postazione non era delle migliori, ma c’erano anche due grandi schermi laterali al palco. Mi ha fatto un po’ ridere la parte centrale della platea: predisposta con tavoli da 10 persone per la cena che mi dicono costasse 600 euro a testa!!! Elton ti prego non metterti più quel tight tutto lustrini. Vanno bene la camicia e gli occhiali fucsia, ma non il tight che ti fa sembrare clown! Dimagrisci… Siamo rientrati in campeggio soddisfatti.
I giorni seguenti abbiamo girato molto in moto, ho preso poco sole, perché ho già l’eritema solare, abbiamo mangiato sempre un pasto in camper e la sera fuori in ristorante, ho letto sei libri e mi sono rilassata. E a fine settimana di nuovo a casa… Ma siamo già pronti per la prossima partenza: agosto in Francia!!! Ma non vi dico altro.
Alla prossima…